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Energia

Dagli Usa 15 miliardi di metri cubi di gas all’Europa nel 2022

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Gli Stati Uniti aiuteranno l’Europa a ridurre la dipendenza dal gas russo lavorando con altri partner per “garantire 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto per l’Europa quest’anno”. Lo ha annunciato il presidente statunitense Joe Biden, in conferenza stampa con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Si potrebbe arrivare da qui al 2030 “fino a 50 miliardi di metri cubi all’anno” dagli Stati Uniti per l’Europa, ha spiegato Biden.
“Siamo determinati – ha detto Von der Leyen – a fare quello che possiamo contro questa brutale guerra della Russia, che sarà un fallimento strategico per Putin”. Per la presidente della Commissione europea “l’impegno degli Stati Uniti a fornire all’Ue ulteriori 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto è un grande passo”.
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Rimbalzo energetici consumi nel 2021 ma segnali rallentamento nel 2022

ROMA (ITALPRESS) – Il 2021 è stato l’anno del grande rimbalzo dei consumi energetici con una crescita dell’8% rispetto al 2020, nonostante l’aumento senza precedenti dei prezzi di elettricità e gas. E’ quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’Enea che evidenzia per l’intero 2021 anche la crescita delle emissioni di CO2 (+8,5%) – con il recupero del 70% di quelle “perse” nel 2020 per la pandemia – e il forte peggioramento (-27%) dell’indice Ispred, elaborato dall’Agenzia per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, emissioni e sicurezza. Inoltre, la quota di fonti rinnovabili si è attestata al di sotto del 19% dei consumi finali, in diminuzione di oltre un punto percentuale rispetto ai massimi raggiunti nel 2020.
“Lo scorso anno è stato ‘recuperatò circa l’80% dei consumi di energia che la crisi pandemica aveva fatto precipitare”, sottolinea Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che coordina l’analisi. “Oltre la metà di questo recupero è avvenuto nel II trimestre 2021, ma la crescita è rimasta sostenuta anche nella seconda parte dell’anno, con un +7% nel III trimestre e un +6% nel IV. L’evoluzione dei consumi energetici ha sostanzialmente seguito per tutto il 2021 una traiettoria coerente con quella delle variabili guida della domanda di energia, ovvero PIL, produzione industriale e clima”, aggiunge Gracceva.
A livello di prezzi, nell’ultimo trimestre 2021 si è registrato un balzo senza precedenti: quello del gas al TTF si è attestato intorno ai 100 euro/MWh rispetto ai 20 euro/MWh del I trimestre (+400%), mentre quelli dell’elettricità sulle borse europee hanno seguito a ruota, con il PUN cresciuto del 300% nello stesso intervallo di tempo (da 60 a 240 euro/MWh). Questi aumenti si sono progressivamente traslati sui consumatori finali, sebbene in misura parziale per gli eccezionali interventi di sterilizzazione operati dal Governo. Nel IV trimestre 2021 i prezzi al consumo in Italia sono cresciuti circa il doppio dell’aumento medio UE (elettricità +30%, gas +40%). “Nei primi due mesi del 2022 la crescita dei prezzi al consumo di elettricità e gas è stimata intorno a un +70% tendenziale, circa il doppio dell’aumento medio UE. Ne è già derivato un brusco rallentamento dell’economia e della domanda di energia, che dai primi dati parziali osserviamo in crescita tendenziale del 2% circa nel I trimestre 2022, quando invece negli ultimi tre mesi 2021 avevamo registrato un +6%”, commenta Gracceva. In termini di fonti primarie, il 40% dell’aumento dei consumi 2021 è imputabile al petrolio, oltre il 30% al gas naturale, quasi il 20% alle importazioni di elettricità e il resto ai combustibili solidi. La domanda di petrolio, pur restando ancora decisamente inferiore ai livelli pre-Covid, è cresciuta del 10%, con un recupero di circa il 50% della contrazione registrata nel 2020. Forte incremento anche per i consumi di gas (+7% sul 2020), che non solo superano i livelli 2019 (+2,4%) ma si collocano sul valore massimo degli ultimi dieci anni. Forte ripresa delle importazioni nette di elettricità (+30%) e significativo aumento dei consumi di carbone (+10%), soprattutto nel termoelettrico, anche se restano comunque decisamente inferiori ai livelli pre-Covid (-15%). L’aumento delle emissioni di CO2 (+8,5%) è imputabile in primo luogo ai trasporti per una quota di oltre il 50%, a seguire il civile (20%), la generazione elettrica (15%) e l’industria (8%). Nel caso dei trasporti le emissioni sono cresciute complessivamente del 15% rispetto al 2020, mentre gli altri settori hanno registrato aumenti compresi tra il 5 e il 6%.
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Terna aggiorna il piano industriale accelerando sugli investimenti

ROMA (ITALPRESS) – Il Cda di Terna ha approvato l’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 “Driving Energy”. Con complessivi 10 miliardi di investimenti, di cui 1,7 miliardi nel 2022, Terna accelera l’impegno a servizio del Paese per la transizione ecologica, l’indipendenza energetica e la decarbonizzazione, rafforzando il proprio ruolo di regista del sistema elettrico italiano, in coerenza con gli sfidanti obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima e i target del Green Deal fissati a livello internazionale, che prevedono una riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030.
“Un significativo aumento degli investimenti per lo sviluppo e l’ammodernamento della rete elettrica, un ulteriore rafforzamento di Terna quale regista della transizione energetica, un futuro ancor più sostenibile e privo di emissioni inquinanti, un’azione tesa a favorire una maggiore autonomia energetica del Paese grazie a un più incisivo sviluppo delle energie rinnovabili: sono questi gli obiettivi che ci siamo dati e che sono alla base dell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025. Obiettivi che rappresentano il nostro concreto impegno sia dal punto di vista industriale sia istituzionalè, ha detto l’Ad Stefano Donnarumma.
‘Terna è infatti un’azienda che svolge un servizio pubblico per il Paese e per la collettività, a beneficio di tutti i territori in cui opera e dell’ambiente. I nostri investimenti, fondamentali per raggiungere i traguardi che l’Italia e l’Europa si sono prefissati – ha aggiunto – consentiranno di abilitare l’integrazione delle fonti rinnovabili e l’elettrificazione dei consumi, nonchè di garantire una sempre maggiore sicurezza ed efficienza dell’approvvigionamento, l’adeguatezza del sistema e i più elevati livelli di qualità del servizio, al minor costo per cittadini e imprese”. I ricavi di Gruppo nel 2025 sono previsti in crescita a 3,08 miliardi e l’Ebitda a 2,14 miliardi con una crescita media annua (CAGR) nell’arco di Piano di oltre il 4% per i ricavi e di oltre il 3% per l’Ebitda. Nel 2022, in particolare, è previsto che i ricavi crescano a 2,74 miliardi e l’Ebitda a 1,9 miliardi. Sulla politica dei dividendi dal 2022 al 2023 si conferma la previsione di un CAGR del dividendo per azione (DPS) pari all’8%, rispetto al dividendo di competenza dell’esercizio 2021. Per gli anni 2024 e 2025, si conferma la previsione di un payout del 75%, con un dividendo minimo comunque garantito pari al dividendo di competenza dell’esercizio 2023.
A guidare lo sviluppo del Piano Industriale 2021-2025 è la sostenibilità degli investimenti, parte integrante del processo di creazione di valore per l’azienda e di benefici per il sistema e l’ambiente. Gli interventi di Terna, che in base al criterio di eleggibilità introdotto dalla Tassonomia Europea sono considerati per loro natura sostenibili per il 99%, sono infatti finalizzati allo sviluppo delle fonti rinnovabili, con dorsali di trasporto dell’energia dai punti di produzione, che saranno localizzati sempre più nelle regioni del sud Italia, verso i centri di maggior consumo del nord. Ciò sarà possibile grazie alla risoluzione delle attuali congestioni di rete e all’ulteriore sviluppo delle interconnessioni con l’estero. A tal proposito, Terna ha pianificato la realizzazione di nuovi collegamenti con Francia, Austria, Tunisia e Grecia, che si vanno ad aggiungere alle 26 linee transfrontaliere già attive e che consentiranno al nostro Paese, in virtù della sua posizione geografica strategica, di rafforzare il ruolo di hub elettrico dell’Europa e dell’area mediterranea, diventando protagonista a livello internazionale.
Gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Green Deal europeo prevedono l’installazione di circa 60-70 GW di eolico e fotovoltaico al 2030. Questo significa che la quota del consumo lordo di elettricità coperta dalle fonti green dovrà arrivare al 65%. Sarà fondamentale, quindi, accelerare la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, anche off-shore, semplificando il più possibile i processi autorizzativi. Come previsto dal Pniec, sarà inoltre necessario accelerare lo sviluppo dei sistemi di accumulo, idroelettrico ed elettrochimico, per una capacità pari a circa 10 GW entro il 2030. Importante sarà altresì la ridefinizione e la razionalizzazione del perimetro tecnico, basato sulla trasformazione dei modelli di generazione e consumo. Questo comporterà anche l’utilizzo di tecnologie fino a oggi tipiche dei sistemi di media tensione (36 kV), integrabili nella rete di trasmissione ad alta tensione, per semplificare e velocizzare il processo di sviluppo delle fonti rinnovabili, aumentando l’efficienza complessiva del sistema energetico.
Le attività di sviluppo del Gruppo Terna saranno focalizzate lungo tre direttrici strategiche: Attività regolate in Italia; Attività non regolate; Attività internazionali.
Le attività regolate in Italia continueranno a rappresentare il core business del Gruppo. Terna prevede di investire 9,5 miliardi per sviluppare, ammodernare e rafforzare la rete di trasmissione elettrica nazionale. Questi investimenti, focalizzati per incrementare la sicurezza energetica del Paese, genereranno importanti benefici per l’intero sistema, con un significativo effetto moltiplicatore. Grazie agli investimenti previsti, il valore degli asset regolati (RAB) raggiungerà i 22,7 miliardi nel 2025, con un CAGR nell’arco di Piano pari al 7%. A fine 2022, la RAB sarà pari a 17,9 miliardi, mentre a fine 2021 il dato si è attestato a 16,9 miliardi.
Nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025, Terna prevede un incremento degli investimenti per lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, che ammontano complessivamente a 5,6 miliardi, principalmente legati alla realizzazione di linee ad alta tensione in corrente continua – per risolvere le congestioni di rete, incrementare la capacità di trasporto tra le diverse zone di mercato, integrare pienamente le fonti rinnovabili e migliorare la qualità del servizio – e alla costruzione di collegamenti sottomarini in cavo. Il progetto principale è costituito dal Tyrrhenian Link, l’elettrodotto che unirà Sardegna, Sicilia e Campania e che contribuirà allo sviluppo delle fonti rinnovabili e al phase-out delle centrali a carbone e di quelle a olio più inquinanti. Tra gli altri progetti, figurano il Sa.Co.I.3, l’interconnessione Sardegna-Corsica-Toscana, e la linea ‘Colunga-Calenzanò tra Emilia-Romagna e Toscana. Per le attività di rinnovo ed efficienza degli asset, che riguardano la razionalizzazione delle infrastrutture esistenti, con la sostituzione – dove tecnicamente possibile – di linee aeree con la posa di cavi interrati, Terna investirà 2,6 miliardi. Al Piano di Sicurezza, finalizzato a rafforzare e potenziare le funzionalità tecniche e tecnologiche del sistema elettrico, Terna dedicherà complessivamente 1,3 miliardi nell’arco del Piano. Importanti saranno inoltre le attività volte a creare benefici per tutto il sistema sul Mercato dei Servizi di Dispacciamento, per le quali l’Autorità ha stabilito incentivi: in particolare, le attività pianificate da Terna potranno generare risparmi pari a 1 miliardo in 3 anni per il sistema elettrico. Le attività non regolate contribuiranno a generare nuove opportunità di business grazie allo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e digitali in coerenza con il ruolo istituzionale di Terna a supporto della transizione energetica. Nello specifico, tali attività includono: offerte di connettività, anche in partnership, per operatori di telecomunicazioni, attraverso servizi di housing e hosting dell’infrastruttura di rete in fibra ottica, una delle migliori in termini di copertura e qualità, e l’installazione di apparati di telecomunicazioni presso le sedi esistenti di Terna; attività industriali nel campo sia dei trasformatori, grazie al consolidamento di Tamini, sia in quello dei cavi interrati, attraverso le competenze distintive acquisite con Brugg Cables, per rispondere alle crescenti esigenze del sistema in entrambi i settori; servizi di energy solutions, efficientamento energetico per clienti industriali e attività di O&M per impianti fotovoltaici, anche attraverso l’utilizzo della tecnologia satellitare e dell’innovazione per la raccolta e l’analisi dei dati. Terna prevede che le Attività Non Regolate apporteranno un contributo all’Ebitda del Gruppo pari a oltre 450 milioni cumulati nell’arco di Piano, a fronte di un limitato impegno in termini di investimenti e rischio.
In merito alle attività internazionali, a valle del processo di valorizzazione degli asset in Sud America, proseguiranno le valutazioni strategiche su opportunità che potranno essere sviluppate anche in partnership e che saranno selezionate attraverso processi di valutazione che garantiscano un basso profilo di rischio e un limitato assorbimento di capitale. In particolare, Terna prevede di cogliere nuove opportunità sui mercati con interessanti potenziali di crescita e basso rischio, come quello degli Stati Uniti, nel quale la società potrà mettere a disposizione la sua esperienza e valorizzare le competenze acquisite nella progettazione e gestione delle infrastrutture, in linea con la propria strategia aziendale.
Nei prossimi anni l’innovazione, le nuove tecnologie e la digitalizzazione continueranno ad avere un ruolo chiave, ancor più centrale, per abilitare la transizione energetica a beneficio dell’intero sistema elettrico. Per rispondere alla crescente complessità del sistema, Terna dedicherà circa 1,2 miliardi di investimenti, dei 10 miliardi complessivi del Piano Industriale 2021-2025. La centralità della sostenibilità nel business si concretizza nel Piano Industriale 2021-2025 attraverso la definizione di specifici obiettivi, finalizzati alla creazione di valore nel medio-lungo termine. I target sono articolati in quattro aree di intervento: Capitale Umano (Risorse umane); Capitale Sociale e Relazionale (Stakeholder e territorio); Capitale Intellettuale (Integrità, responsabilità e trasparenza) e Capitale Naturale (Ambiente). Queste sono declinate in 14 obiettivi cui afferiscono oltre 100 attività distribuite nell’intero arco temporale di Piano.
L’azienda ha avviato un ambizioso programma di trasformazione culturale, NexTerna, che prevede la definizione di un nuovo modello di leadership e modalità di lavoro e organizzazione coerenti con lo scenario attuale. Nell’arco di Piano è previsto che il numero dei dipendenti aumenterà fino a circa 5.900 nel 2025.
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Cingolani “Da stop gas russo nessun problema nel breve termine”

ROMA (ITALPRESS) – “Possibili interruzioni di forniture di gas dalla Russia? Nel breve termine, grazie all’atteso miglioramento delle condizioni climatiche, si stima una riduzione della domanda per uso civile di circa 40 milioni di metri cubi al giorno. Una completa interruzione dei flussi dalla Russia in questo momento non dovrebbe comportare problemi di fornitura interna, eventuali picchi di domanda possono essere assorbiti modulando volumi e stoccaggio. Problemi per assicurare tutta la fornitura ai consumatori potrebbero avvenire solo in caso di un picco inatteso di freddo eccezionale”. Lo ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di una informativa alla Camera sul caro carburanti. “Nel medio termine è necessario riempire gli stoccaggi al 90%. L’attivazione con successo delle misure attivate nel breve e medio periodo serve a controbilanciare i prezzi elevati”, ha aggiunto. Quindi, nel caso d’interruzione di forniture di gas dalla Russia “nel lungo termine, per il prossimo inverno, sarebbe necessario sostituire completamente i circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo con altre fonti e per i prossimi due anni sarebbe complesso. Nel corso delle ultime settimane il governo si è attivato per incrementare misure anche con altri paesi produttori”, ha spiegato Cingolani. “Negli ultimi 20 anni la produzione di gas naturale nazionale si è ridotta, si è passati da 15 miliardi di metri cubi del 2001 a 3 miliardi di metri cubi nel 2021. Siamo quasi diventati totalmente dipendenti dalle importazioni”, ha osservato. Ecco perchè è stato dato “ufficialmente, oggi, a Snam l’indirizzo per la negoziazione all’acquisto di una Fsru, l’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione e per il noleggio di un’altra”.
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Energia, Arera “Rientro dalla crisi tra la fine del 2022 e il 2024”

ROMA (ITALPRESS) – “In tutta Europa i prezzi del gas naturale hanno raggiunto livelli record nel 2021, dall’estate all’autunno 2021 la domanda di gas nell’Unione Europea è cresciuta in modo sostanziale a seguito della ripresa economica globale post pandemica. L’offerta globale di gas naturale in Ue si è ridotta principalmente per la concorrenza con i mercati asiatici e per alcuni problemi di fornitura”. Lo ha detto Stefano Besseghini, presidente di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, nel corso di un’audizione in Commissione Autorità Produttive della Camera. “I prezzi del gas naturale sono aumentati ovunque in Europa – ha aggiunto -. Dal mese di novembre 2021 le forniture in Europa hanno ripreso, tuttavia questo aumento non è stato sufficiente a compensare completamente l’effetto della limitazione dei flussi del gasdotto della Russia che in un clima politico teso non ha offerto volumi aggiuntivi ” ha aggiunto ” il volume del gas degli stoccaggi per affrontare l’inverno 2022 è risultato al di sotto della media nella maggior parte dei paesi europei, circostanza che ha ulteriormente portato ad un aumento dei prezzi”.
Il presidente di Arera ha ricordato che “a partire dalla fine del febbraio 2022 l’invasione dell’Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione nonostante le consegne di gennaio siano state effettuate è aumentata l’incertezza riguardo una potenziale interruzione dei flussi . Alla luce delle incertezze derivanti dall’attuale quadro geopolitico – ha concluso – questa autorità ritiene che il costante monitoraggio risulti ancor più necessario in questo periodo per interpretare gli andamenti dei mercati all’ingrosso”. Arera prevede “un rientro dalla crisi tra il 2022 e il 2024 ma i prezzi continueranno ad essere alti: le quotazioni forward dei prodotti energetici prefigurano un rientro graduale dalla crisi tra la fine del 2022 e il 2024”.
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Terna, con l’ora legale 190 mln di risparmi per il sistema elettrico

ROMA (ITALPRESS) – Nei 7 mesi in cui sarà in vigore l’ora legale, secondo le stime di Terna – la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale – l’Italia risparmierà oltre 190 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora che consentirà, inoltre, di apportare un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Il periodo di ora legale comincerà domenica 27 marzo, quando alle due di notte bisognerà spostare le lancette avanti di sessanta minuti, e terminerà il 30 ottobre, con il ritorno all’ora solare. Nel periodo primavera-estate, i mesi che segnano il maggior risparmio energetico stimato da Terna sono aprile e ottobre. Spostando in avanti le lancette di un’ora, infatti, si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate e fa registrare valori meno evidenti in termini di risparmio elettrico.
Dal 2004 al 2021, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.
Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2022 è calcolato considerando che il costo del kilowattora medio per il “cliente domestico tipo in tutela” (secondo i dati dell’ARERA) è, attualmente, pari a circa 46,03 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 420 milioni di kilowattora di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie.
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Caro-carburanti, un sondaggio: italiani pronti a limitare uso dell’auto

ROMA (ITALPRESS) – Il conflitto tra Russia e Ucraina, che si protrae ormai da 21 giorni, fa registrare le prime ripercussioni anche nel nostro Paese, soprattutto a livello economico, con un aumento considerevole dei prezzi di alcuni beni e servizi come benzina, gasolio, luce e gas. Una situazione inevitabile per oltre 2 italiani su 3. Per il 69% degli intervistati, infatti, è impossibile applicare delle sanzioni alla Russia senza avere ripercussioni sulla nostra vita personale. Il dato è contenuto in un sondaggio di Euromedia Research.
Come conseguenza di questo, ancora una volta gli italiani sono pronti a modificare le proprie abitudini quotidiane per fronteggiare questa nuova crisi. Circa tre quarti degli italiani stanno già apportando dei cambiamenti a livello energetico, limitando i consumi di luce e gas e il riscaldamento nelle abitazioni e, nei prossimi mesi, sono pronti a limitare l’uso dell’auto per fronteggiare il caro benzina. Un contesto che potrebbe rappresentare l’occasione per cambiare in maniera definitiva le proprie abitudini in tema energetico, ma che, a oggi, divide il campione sulla possibilità di riuscita.

Dati Euromedia Research – Realizzato il 14/03/2022 con metodologia mista CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne
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Energia, Cingolani “Gli Stati dovrebbero collaborare di più”

ROMA (ITALPRESS) – “Da decenni vediamo storture in molti aspetti del mercato, gli Stati devono collaborare di più. Le realtà di partenza di ciascuno Stato non sono uguali, in Italia abbiamo un energy mix monocromatico, gas al più del 90% importato e un pò di rinnovabili che dobbiamo far crescere urgentemente. Già questo rende un accordo europeo complicato”. Così Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, intervenuto a Rainews24. “Abbiamo tutti i piani di emergenza pronti, come il buon padre di famiglia bisogna sapere come affrontarli. Non abbiamo mai avuto così tanto gas, solo che lo paghiamo tantissimo. Quattro settimane fa il problema era ridurre i prezzi, ora la paura è che si possano interrompere le forniture – ha aggiunto -. Stiamo mettendo in sicurezza la diversificazione, abbiamo già dei preaccordi che ci garantiscono che avremo forniture in larga misura a compensare quella russa”.
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