ROMA (ITALPRESS) – I costi dell’energia rappresentano un freno evidente alla ripresa del Paese. Proprio in una fase cruciale per il rilancio del tessuto imprenditoriale italiano, è necessario scongiurare in ogni modo un rallentamento, se non addirittura un annullamento, della produzione e dell’occupazione in settori strategici. Federmanager accoglie favorevolmente gli interventi che il Governo sta prevedendo in questo periodo per rispondere alla crisi, ma c’è bisogno di un grande piano strategico che indirizzi la transizione energetica delineata dal Pnrr e che sia attuato con il pieno coinvolgimento dei manager.
“L’obiettivo deve essere quello di analizzare oggettivamente come rispondere alla crescente domanda di approvvigionamento energetico, pensando inoltre alle ricadute che i costi dell’energia hanno su settori industriali fondamentali, anche dal punto di vista occupazionale. L’Italia deve fare chiarezza e affrontare la questione con l’intento di tutelare i cittadini e non indebolire il sistema produttivo”, dichiara Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager. Per la Federazione l’orizzonte deve essere quello della diversificazione delle fonti, verso i traguardi della decarbonizzazione e di una riduzione della dipendenza energetica dall’estero. Inoltre, per fare fronte all’emergenza economica e con l’obiettivo di strutturare una gestione sostenibile a lungo termine, è opportuno che tutte le aziende, e non solo quelle già obbligate per legge, ricorrano agli energy manager, figure in grado di comprendere le dinamiche operative e di definire un percorso che sappia mettere in atto una gestione ottimizzata delle politiche energetiche aziendali. “L’energia è spesso tra le spese generali più significative per un’azienda, quindi è una voce determinante da affrontare nel quadro di una riduzione dei costi operativi e produttivi – sottolinea Cuzzilla – L’energy manager, grazie alle proprie competenze, è in grado di comprendere pienamente i processi aziendali, individuare i punti deboli, riorganizzare la gestione interna e pianificare la migliore strategia finalizzata al risparmio energetico, in un’ottica di efficientamento e sostenibilità, anche nel solco degli obiettivi previsti dal Pnrr”. L’inserimento di un energy manager o di un fractionary energy manager, si inquadra pertanto in un sistema di ottimizzazione delle risorse per massimizzare i profitti, ridurre i costi e a migliorare la competitività. “Le aziende devono poter intervenire sul tema dell’energia nella sua complessità. Non solo quindi nell’ottica del risparmio, ma anche dal punto di vista della mancata opportunità di ridurre i rischi, aumentare la resilienza e aggiungere valore su tutta la linea. Al di fuori delle industrie ad alta intensità energetica, infatti, la maggior parte delle aziende considera l’energia prevalentemente come un costo. Questo – conclude Cuzzilla – è un errore strategico che trascura enormi opportunità di migliorare e creare valore. Le scelte che un’impresa compie in merito all’approvvigionamento e al consumo di energia possono influenzare profondamente la struttura dei costi e il modo in cui si affrontano anche gli impatti ambientali e climatici”.
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Cuzzilla “Energy manager per migliore strategia energetica”
Prorogati gli incentivi sul biogas in ambito agricolo
ROMA (ITALPRESS) – I nuovi impianti di cogenerazione in ambito agricolo alimentati a biogas, potranno accedere al regime degli incentivi statali anche per il 2022. E’ questo il contenuto dell’emendamento inserito nel decreto Milleproroghe su specifica richiesta di Confagricoltura. “Questa proroga è fondamentale per dare continuità agli investimenti negli impianti con potenza non superiore ai 300 Kw, in attesa che sia definito il nuovo sistema di incentivazione per le bioenergie, di cui al D.lgs. 199/22 che ha recepito la direttiva europea sulle rinnovabili La proroga per l’anno in corso – sottolinea Confagricoltura – riguarda gli impianti realizzati da imprese agricole, anche in forma consortile, alimentati per almeno l’80% da reflui e scarti di produzione derivanti prevalentemente dalle stesse aziende”.
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Edison, nel 2021 l’utile netto sale a 413 milioni
MILANO (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Edison ha esaminato il bilancio al 31 dicembre 2021 che, dopo un 2020 fortemente impattato dalla pandemia e dalla contrazione dei consumi energetici, si è chiuso con una marcata crescita di tutti gli indicatori economici e con un’ottima performance di tutti i suoi business. “I risultati – si legge in una nota – sono frutto della forte ripresa economica e delle operazioni di portafoglio che hanno rafforzato il posizionamento strategico della società sulle attività della transizione energetica: generazione elettrica low-carbon, in particolare rinnovabile, uso efficiente del gas e servizi energetici ai clienti. La società ha inoltre consolidato l’impegno rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”.
Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) della società è salito a 989 milioni di euro con una crescita del 44,6% rispetto al 2020, grazie soprattutto al contributo della Filiera Energia Elettrica. Il risultato di questa Filiera è frutto soprattutto della performance delle attività di ottimizzazione del portafoglio produttivo, di dispacciamento dell’energia, oltre che di produzione rinnovabile.
Al miglioramento della marginalità hanno contribuito anche i buoni risultati dei servizi di efficienza energetica e delle vendite sul mercato retail, dopo un 2020 impattato significativamente dalla pandemia e da effetti climatici che avevano ridotto i consumi di energia. La Filiera Attività Gas registra l’incremento dei volumi venduti e la dismissione di Infrastrutture Distribuzione Gas (IDG).
Il Gruppo ha chiuso il 2021 con un risultato netto positivo per 413 milioni di euro da 19 milioni di euro del 2020. Il risultato è frutto del buon andamento industriale – favorito dalla ripresa dello scenario economico -, che malgrado elementi non ricorrenti correlati alle Attività non-Energy registra in positivo l’esercizio dell’opzione di riallineamento dei valori fiscali di alcuni asset e del goodwill. Il risultato netto corrente è di 463 milioni di euro.
L’indebitamento finanziario al 31 dicembre 2021 è sceso a 104 milioni di euro da 520 milioni di euro al 31 dicembre 2020. La performance industriale ha permesso una crescita del 20% degli investimenti destinati alla produzione low carbon (in fase di realizzazione due centrali termoelettriche di ultima generazione in Veneto e Campania) e da fonti rinnovabili, nonchè ai servizi energetici e ambientali.
“Hanno contribuito ampiamente alla creazione di cassa anche le operazioni straordinarie legate al riposizionamento strategico della società: la cessione delle attività E&P in Norvegia e di IDG e l’ingresso di un partner finanziario nel capitale di Edison Renewables dopo l’acquisto del 70% di E2i Energie Speciali – prosegue la nota -. Questo impatto positivo è stato bilanciato da uno scenario prezzi di mercato altamente volatile che ha portato a un significativo incremento del capitale circolante nella seconda parte dell’anno. Fenomeno questo che ci si attende sia di natura temporanea”.
Edison ha chiuso il 2021 con ricavi di vendita a 11.739 milioni di euro, in crescita dell’83,7% da 6.390 milioni di euro del 2020. Al risultato hanno concorso entrambe le filiere: i ricavi della Filiera Attività Gas sono saliti a 7.752 milioni di euro (3.243 milioni di euro nel 2020), quelli della Filiera Energia Elettrica si sono attestati a 4.649 milioni di euro (3.830 milioni di euro nel 2020).
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Terna, Garri “Innovazione decisiva per gestire la complessità”
ROMA (ITALPRESS) – “Innovazione e digitalizzazione sono al centro del nostro Piano Industriale, che è sostenibile per definizione perchè quello che fa è permettere l’elettrificazione dei consumi”. Lo ha detto Massimiliano Garri, direttore Innovation & Market Solutions di Terna, in un’intervista all’Italpress. Nel Piano Industriale ‘Driving Energy’ la società che gestisce la rete elettrica italiana ha previsto 900 milioni di euro dedicati alla digitalizzazione e all’innovazione. “Fino a una decina di anni fa – ha continuato Garri – i punti da cui l’energia entrava nella rete di Terna erano circa 800. Oggi sono quasi un milione. Per gestire questa complessità occorre l’aiuto della tecnologia e della digitalizzazione: automazione della rete, gestione dei flussi di energia con algoritmi sempre più sofisticati, la possibilità di supportare le nostre persone nell’operatività di tutti i giorni”.
“Terna – ha spiegato Garri – gestisce la rete di trasmissione nazionale, che è il sistema nervoso che permette di trasportare l’energia in tutti i luoghi d’Italia, prendendola da chi genera e rilasciandola a chi la rende disponibile all’utente finale”. Il direttore Innovazione del gruppo ha sottolineato l’importanza di alcuni elementi e oggetti, come “i tralicci, i cavi, le grandi strutture che connettono tutto il Paese, circa 75 mila chilometri”. “Dall’altra parte, poi – ha proseguito -, c’è tutto quello che significa gestire l’energia, che deve essere perennemente in equilibrio”. “L’elettricità è il veicolo per eccellenza della transizione ecologica ed energetica, è più efficace, più efficiente e permette di ridurre le emissioni. In più, per Terna la sostenibilità è fondamentalmente il modo in cui assolviamo a un dovere: garantire il nostro servizio nella maniera sempre più efficace ed efficiente possibile”. E oggi c’è anche la sfida dell’intelligenza artificiale. “Uno dei principali campi di applicazione dell’intelligenza artificiale – ha affermato – è il riconoscimento di determinate caratteristiche in un’immagine. Per esempio, per fare un’analisi degli isolatori dobbiamo salire a 35 metri e guardarli. Se saremo capaci, grazie all’intelligenza artificiale, di acquisire un video, analizzarlo e far capire alla macchina se c’è qualcosa che non va, potremo avere meno rischi”.
Con le auto elettriche, si pensa anche alla possibilità per l’automobilista di poter immettere energia fornendo un servizio al sistema elettrico. “Il tema di come utilizzare la mobilità elettrica come fonte di energia e non solo come consumo – ha concluso Garri – sicuramente è una delle chiavi del futuro della mobilità sostenibile. Per il 96-98% del tempo le auto sono parcheggiate, però hanno una capacità importante. Quell’energia, nel momento in cui viene resa disponibile, può diventare una risorsa di flessibilità rilevante”.
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Cingolani “Spingere sulle rinnovabili ma tutelare i posti di lavoro”
ROMA (ITALPRESS) – “Quando avremo il 70% dell’energia prodotta da rinnovabili avremo bisogno anche di una rete intelligente di smistamento, una rete che sappia riconoscere che in questo momento produco quest’elettricità in un punto dove c’è vento, ma la richiesta è a mille km di distanza. Su queste sfide non dobbiamo perdere tempo». Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica. A dicembre il Cite, Comitato interministeriale per la transizione ecologica, ha detto si’ allo stop alle immatricolazioni di auto diesel, benzina e ibride dal 2035. “L’Europa vuole anche l’Euro 7 – aggiunge – standard che alle aziende automobilistiche costa tantissimo e come investimento rischia di sovrapporsi a quello elettrico. Quindi ci sono canali concorrenziali nell’ambito della stessa misura”.
L’accordo fra Stellantis, il ministero dello Sviluppo economico “e il mio Ministero e’ in dirittura d’arrivo, ormai la gigafactory si fara’ a Termoli – sottolinea – credo che la cosa avverra’ nelle prossime settimane”. Cingolani aveva dato alle Regioni 6 mesi di tempo per indicare i luoghi dove fare gli impianti per le rinnovabili: “Alcune Regioni hanno gia’ dato una risposta, altre ci stanno lavorando. Il tema non e’ affatto semplice, ma i segnali sono molto positivi”. Per ridurre le emissioni “la soluzione non può essere full electric”. Si può lavorare “su una generazione di ibridi, modernissimi, anche con prestazioni limitate e portare l’emissione reale di Co2 a valori talmente bassi da risultare alla fine estremamente competitivi rispetto a qualunque altro veicolo. In ogni caso, la transizione va fatta in un tempo lungo. Forzare troppo la mano sul veicolo elettrico crea uno sbilanciamento anche sulle materie prime”. “Stiamo lavorando – aggiunge- su una serie di misure. Per esempio la conversione dei famosi sussidi ambientalmente dannosi in misure che diventano ambientalmente favorevoli ma che non vadano a detrimento delle filiere».
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Cingolani “Sulle rinnovabili accelerare le autorizzazioni”
ROMA (ITALPRESS) – “I target e gli obiettivi europei sono fondamentali ma non forniscono il quadro totale di avanzamento, nei prossimi mesi dobbiamo aggiudicare bandi per oltre 2,5 miliardi, relativi progetti di economia circolare per i privati. Nel corso del semestre prevediamo di emanare nuovi bandi per quasi 10 miliardi, che riguardano sviluppo fotovoltaico, sviluppo del biometano, interventi sulla resilienza climatica delle reti, sviluppo di sistemi di autoriscaldamento”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso dell’audizione nelle commissioni riunite Ambiente, Attività produttive e Agricoltura, nell’ambito dell’esame della relazione sullo stato di attuazione del Pnrr.
“In parallelo a questi target, concorrono le aste per la nuova capacità di rinnovabile elettrica. C’è un intero programma di visione che garantisce una grande accelerazione: a gennaio – ha aggiunto – abbiamo aggiudicato 1,8 giga watt, un risultato importante se lo confrontiamo con l’esito delle precedenti aste”. Sul tema rinnovabili Cingolani ha spiegato che “al fine del raggiungimento dei target sulle rinnovabili sarà necessario accelerare sui processi autorizzativi. Abbiamo deciso che quando effettivamente non si riesce a trovare la quadra” con gli altri ministeri “portiamo in analisi tutto al Cdm, il cosiddetto potere sostitutivo, lo abbiamo già fatto una volta e abbiamo sbloccato un bel numero di gigawatt”. Cingolani ha chiarito che con il ministro Franceschini, in merito ad alcune autorizzazioni “non stato nessun contrasto sulla capacità rinnovabile da installare”.
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Gallo “La digitalizzazione delle imprese è un ‘Volo'”
MILANO (ITALPRESS) – Un manuale di “volo” per digitalizzare, attuando quella trasformazione ormai indispensabile alle aziende per sopravvivere e incidere, in mondo dove la tecnologia ‘galoppà e non smetterà di farlo. Si presenta così il libro “Diario di volo-Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità”, scritto dall’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo, edito da Luiss University Press. Presentato oggi alla stampa alla Microsoft House di Milano, il testo dell’Ad del primo operatore in Italia nella distribuzione del gas e il terzo in Europa, si configura come il racconto di un’esperienza di trasformazione digitale: del percorso che l’ha originata e di quello che ha permesso di renderla concreta, dello scenario da cui è scaturita e di quello verso cui tende. Ogni capitolo prende le mosse da una parola chiave e prosegue con il racconto di un’esperienza diretta e delle conoscenze apprese lungo il percorso. Ogni parola ha scandito le tappe di questa lunga navigazione, la cui meta però non è un punto finale ma un continuo divenire.
Esattamente come la trasformazione digitale. Concetto ribadito oggi da Gallo in conferenza stampa: “La trasformazione digitale è un processo che ha un inizio ma difficilmente ha una fine. E’ un qualcosa che avvolge tutta l’azienda, non si tratta solo di digitalizzare un’infrastruttura: la digitalizzazione funziona solo se si tengono in considerazioni altri due aspetti centrali, ovvero cambiare i processi aziendali e coinvolgere le persone per far loro ‘abbracciarè la trasformazione digitale. Se non si tengono in condierazione questi elementi, si potrà dire di avere fatto qualcosa di ‘cool’ ma non di avere ‘digitalizzatò”.
Nel libro, Gallo insiste sulla necessità di “una rivoluzione copernicana del mindset: è questa la parte più complessa da affrontare, perchè chiama in causa la variabile meno controllabile: la reazione umana al cambiamento. Trasformare gli asset è relativamente semplice: è una questione di ingegneria e richiede di conseguenza progettualità, tempo e denaro. Ma cosa accade se mancano sia i processi funzionali a mettere a valore questa mole di dati sia le persone capaci di interpretarli? E’ per l’appunto la parte più complessa del percorso, da affrontare contestualmente o quasi all’evoluzione degli asset. I processi, infatti, dovranno essere coerenti con l’infrastruttura, le persone avere una cultura digitale”.
Al di fuori dell’azienda a essere fondamentale è l’azione e il supporto delle istituzioni, anche in considerazione del fatto che, ricorda Gallo, la “transizione digitale è strettamente legata alla transizione ecologica”. In quest’ottica l’Ad di Italgas esprime l’auspicio che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con le sue risorse vincolate a tempi ben precisi, “obblighi, lo Stato scongelare le riforme, farle in fretta”, perchè, “non credo che una pianificazione a 10 anni, ci aiuterà, ci vogliono tempi diversi”. Fondamentale per Gallo è anche la sburocratizzazione della Pubblica amministrazione. “Bisogna parlare anche di ‘transizione burocraticà, spero – conclude – che i fondi del Pnrr prevedano anche una ‘trasformazione digitalè per semplificare i servizi della PA, che avrebbe un effetto incredibile sull’economia del Paese”.
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Ricercatori ottengono quantità di energia record da reazioni di fusione
ROMA (ITALPRESS) – Risultato record ottenuto da fisici e ingegneri di EUROfusion a dimostrazione delle potenzialità della fusione nella produzione di energia: presso l’impianto europeo JET (Joint European Torus), l’esperimento leader a livello mondiale situato a Culham (Regno Unito), sono stati prodotti 59 megajoules di energia, un risultato pienamente in linea con le previsioni teoriche e che conferma le motivazioni alla base del progetto ITER per garantire energia sicura, sostenibile e a bassa emissione di CO2.
Il livello di energia ottenuto raddoppia e supera il precedente record di 21,7 megajoules stabilito nel 1997 sempre al JET, il più grande e potente tokamak in funzione al mondo che ha sede presso la UK Atomic Energy Authority (UKAEA). Arriva come risultato di una campagna sperimentale, progettata da EUROfusion per mettere a frutto oltre due decenni di progressi nella fusione e per prepararsi al meglio in vista dell’avvio della sperimentazione sul progetto internazionale ITER.
Il record e i dati scientifici ottenuti durante questa campagna sperimentale sono una grande conferma per il successo di ITER, la versione più grande e avanzata di JET. ITER è un progetto di ricerca sulla fusione in corso di realizzazione a Cadarache, nel sud della Francia, sostenuto da sette partner (Cina, Unione Europea, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America), che mira a dimostrare la fattibilità tecnica e scientifica dell’energia da fusione.
Proprio mentre aumenta a livello globale la richiesta di affrontare efficacemente gli effetti del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione della produzione di energia, questo successo rappresenta un grande passo avanti sulla strada verso la fusione quale fonte sicura, efficiente e a basso impatto ambientale per combattere la crisi energetica globale.
Cofinanziato dalla Commissione Europea, il consorzio EUROfusion vede la partecipazione di 4.800 tra esperti, studenti e personale in staff da tutta Europa, con una forte presenza di ricercatori italiani.
“Il risultato ottenuto dal JET conferma e rafforza il nostro impegno per il progetto ITER e per lo sviluppo dell’energia da fusione nell’ambito dello sforzo comune europeo – afferma Gilberto Dialuce, Presidente dell’ENEA -. E siamo particolarmente orgogliosi dei nostri ricercatori che hanno lavorato alla preparazione e all’esecuzione degli esperimenti e all’analisi dei dati coordinando anche il team europeo che ha studiato gli aspetti tecnologici delle operazioni in deuterio-trizio, fondamentali in vista del progetto ITER, in via di realizzazione in Francia. Questo contributo si colloca nel solco di una lunga tradizione che ha visto ENEA tra i maggiori e più qualificati contributori di JET sin dall’inizio, con propri scienziati che hanno ricoperto ruoli di leadership scientifica e di direzione dell’intero progetto”.
“I risultati che oggi vengono annunciati attestano il raggiungimento di un obiettivo estremamente importante, la conferma sperimentale su JET che in una configurazione tokamak è possibile ottenere elettricità da fusione, e sono un passo cruciale verso la produzione in futuro di energia abbondante ed eco-sostenibile – sottolinea Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche -. Il record di 59 megajoule di energia da fusione ottenuto su JET è un successo tutto europeo, un risultato chiave che dà forza a ITER e alla Roadmap europea sulla fusione. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge ricerche sulla fusione fin dagli anni ’60, pienamente inserito nel Programma Europeo, e ha contribuito a questo successo principalmente con l’attività dell’Istituto per la Scienza e Tecnologia dei Plasmi – CNR-ISTP – e con la partecipazione al Consorzio RFX, conducendo esperimenti su temi chiave dei plasmi igniti e implementando essenziali sistemi diagnostici”.
Per Bernard Bigot, Director General of ITER, “Un processo di reazione di fusione in deuterio e trizio, sostenuto a questo livello di potenza – prossima alla scala industriale -, rappresenta una clamorosa conferma per tutti coloro che sono impegnati nella ricerca sulla fusione a livello globale. Per il progetto ITER, i risultati ottenuti su JET sono un forte elemento di fiducia nel fatto che siamo sulla strada giusta nel percorso verso la dimostrazione della piena potenza di fusione”.
“Questo è il risultato di anni di preparazione da parte del team EUROfusion di ricercatori provenienti da tutta Europa. Il record ottenuto, e soprattutto quello che abbiamo appreso sulla fusione in queste condizioni operative e il fatto che i risultati confermino pienamente le predizioni, mostrano che siamo sulla strada giusta verso un mondo futuro in cui l’energia da fusione giocherà un ruolo importante – spiega Tony Donnè, EUROfusion Programme Manager (CEO) -. Se riusciamo a mantenere la fusione per cinque secondi, potremo farlo per cinque minuti e poi per cinque ore, se scaliamo al funzionamento delle future macchine a fusione. Questo è un grande momento per ciascuno di noi e per tutta la comunità della fusione. Fondamentalmente, l’esperienza sperimentale che abbiamo acquisito in condizioni reali ci dà grande fiducia per la successiva fase di esperimenti previsti su ITER e su DEMO, il reattore dimostrativo europeo, progettato per immettere elettricità da fusione in rete”.
Alessandro Dodaro, Programme Manager del Gruppo di Ricerca italiano in ambito Eurofusion e Direttore del Dipartimento Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare di ENEA, ha sottolineato: ‘E’ con grande emozione che, in rappresentanza di tutta la compagine italiana che ho l’onore di coordinare nel programma europeo della fusione, mi congratulo per l’importantissimo risultato raggiunto dal JET. Questo record potrà convincere anche i più scettici che, condividendo competenze e risorse, il cammino che porterà alla fusione come fonte energetica si è fatto più brevè.
Per Francesco Romanelli, Direttore del JET dal 2006 al 2013, attualmente Presidente del Consorzio DTT, ‘il risultato della campagna DT di JET è il coronamento di una esperienza pluridecennale e dimostra come l’Europa, lavorando assieme, sia in grado di raggiungere obiettivi alla frontiera della conoscenza scientifica e tecnologica. I dati di JET sono di ottimo auspicio per ITER e consentiranno di procedere più speditamente verso l’obiettivo della produzione di energia da fusione. JET è stato l’esperimento che più si è avvicinato alle condizioni fisiche che studieremo su ITER ed ha contribuito in maniera fondamentale a formare una nuova generazione di giovani ricercatorì.
“Il Consorzio RFX saluta con grande soddisfazione i risultati che oggi vengono resi pubblici: la macchina europea JET, dopo quasi 40 anni in cui ha prodotto essenziali conoscenze sulla fisica e la tecnologia dei plasmi termonucleari, ha polverizzato il precedente record di energia prodotta da fusione dell’idrogeno. E’ un enorme successo di tutta la comunità scientifica europea, cui i ricercatori padovani del Consorzio RFX hanno dato un importante contributo, in termini sia di realizzazione di sistemi di controllo e di diagnostica, che di progettazione di campagne sperimentali e di analisi dei dati in esse raccolti. La notizia è di ottimo auspicio per ITER, il successore di JET, che entrerà in funzione tra pochi anni”, dice Francesco Gnesotto, Presidente del Consorzio RFX.
Daniela Farina, Direttrice dell’Istituto per la Scienza e Tecnologia dei Plasmi (ISTP) del CNR, ha aggiunto: “E’ con grande piacere e orgoglio che partecipiamo a questo successo europeo che corona un lungo lavoro di preparazione di tanti ricercatori europei, che hanno contribuito ai risultati della campagna sperimentale Deuterio-Trizio (DT) di JET. Nel periodo recente e nel passato, i ricercatori CNR hanno svolto ruoli importanti al JET con le loro competenze di fisica dei plasmi – teoriche, simulative, sperimentali, diagnostiche, tecnologiche. La campagna DT ha visto un forte impegno di ISTP-CNR insieme a UNIMIB in diversi ruoli e attività: il coordinamento scientifico di alcuni esperimenti in plasmi deuterio-trizio, le misure di diagnostiche neutroniche e gamma, di particolare importanza in plasmi DT, al supporto interpretativo in presenza di instabilità. Infine, notevole è stato il contributo dei nostri più giovani ricercatori a questa impresa scientifica. Il CNR prosegue così nella sua missione di formazione delle nuove generazioni di scienziati che dovranno affrontare le prossime grandi sfide per la sostenibilità”.
La fusione è il processo che alimenta le stelle, come il nostro Sole, e promette, nel lungo termine, di essere una fonte di elettricità quasi illimitata, utilizzando piccole quantità di combustibile reperibili ovunque sulla terra, da materie prime poco costose. Il processo di fusione unisce, fino a fondersi ad altissima temperatura, nuclei di elementi leggeri come l’idrogeno, che si trasformano in elio, rilasciando una quantità enorme di energia sotto forma di calore. La fusione è intrinsecamente sicura perchè per sua natura non può innescare processi incontrollati.
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