ROMA (ITALPRESS) – “Mi preoccupa il costo dell’energia. Il suo aumento nell’arco del prossimo anno rischia di avere un costo superiore all’interno Pnrr. Questo ci dice che il cosiddetto Piano Marshall non è la soluzione a tutti i nostri mali. Dipende da come sapremo sfruttarlo”. Lo dice il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani in un’intervista a La Stampa. “Non è tanto la mole finanziaria – aggiunge – che deve metterci sull’attenti. È il fatto che il Pnrr è un piano integrato, che mette insieme diversi pilastri: digitalizzazione, infrastrutture, transizione ecologica, ricerca, inclusione. È molto più di un grande piano industriale, ed è finanziato in parte a fondo perduto e in parte tramite prestiti. Con un debito attorno al 160% del Pil, l’Italia non può sbagliare”.
“Una transizione giusta – aggiunge – deve essere sostenibile sul piano ambientale come su quello sociale”.Per il ministro dunque “va affrontata senza ideologismi” perché “entro il 2030 dobbiamo raddoppiare le nostre fonti rinnovabili, vale a dire che, da quest’anno, dobbiamo decuplicare il numero di nuovi impianti eolici e fotovoltaici installati annualmente”.
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Cingolani “I rincari di energia superano gli incassi del Pnrr”
Sempre più famiglie e imprese passano al mercato libero
MILANO (ITALPRESS) – Sempre più clienti serviti nel mercato libero: nel settore elettrico il 59,7% delle famiglie (+ 2,4% in sei mesi) e il 70,4% delle imprese (+2,4%), nel settore gas il 62,0% dei clienti domestici (+1,8%) e il 71,3% dei condomini (+1,4%) uso domestico con consumi inferiori ai 200.000 Smc.
Per di più i clienti lo hanno fatto in maniera proattiva, chiamando l’azienda oppure online. Diminuiscono significativamente la quota di intervistati che dichiara di aver sottoscritto il contratto dopo aver ricevuto la chiamata di un call center: rispetto all’analisi precedente sono scesi del -26,8% tra i domestici e del -36,9% tra i non-domestici.
Sono alcuni dei risultati emersi dal secondo “Rapporto monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas”, previsto dal decreto del Mise del 30 dicembre 2020. Prosegue a ritmo costante l’uscita dei clienti finali dalle tutele. Nonostante persista una certa disomogeneità nel territorio nazionale, nella grande maggioranza delle regioni e delle province italiane più della metà dei clienti – domestici e non – è uscito dal relativo regime di tutela, scegliendo un contratto di libero mercato per entrambi i settori (dati aggiornati a settembre 2021). Da una analisi di dettaglio del settore elettrico, l’83,1% (+ 2,1%) dei contratti siglati da clienti tra i 18 e 29 anni è nel mercato libero. La scelta del mercato libero resta maggioritaria fino alla fascia 70-79 anni, anche se con il crescere delle fasce di età, cresce la percentuale di clienti serviti in maggior tutela. I clienti domestici hanno cambiato fornitore ad un ritmo piuttosto elevato rispetto ai primi anni monitorati. Se la tendenza registrata fino a settembre sarà confermata per l’ultimo trimestre del 2021, il tasso annuo sarà del 17,4% per la luce e del 12,4% per il gas. Andamento che invece non si registra per condomini e imprese. Si mantiene sopra al 50% la quota di clienti che, uscendo dalla maggior tutela, sceglie un contratto di libero mercato con lo stesso venditore (o con società dello stesso gruppo). Sul portale offerte dell’Area, al 31 dicembre 2021, sono circa 3.881 le offerte (a luglio erano 4.855), disponibili alla consultazione e alla comparazione della spesa. Per il settore elettrico: 1.062 offerte per i clienti domestici (passano dal 61% al 41% quelle a prezzo fisso); 974 per i clienti non domestici (dal 56% al 36% quelle a prezzo fisso). Per il settore gas naturale: 786 per i clienti domestici (di cui il 41% a prezzo fisso), 409 offerte per i condomini uso domestico (di cui il 44% a prezzo fisso) e 619 per i non-domestici (di cui 41% a prezzo fisso). Per le “dual fuel” (luce e gas): 36 per i clienti domestici (di cui l’83% a prezzo fisso) e 1 per i non- domestici (a prezzo fisso). “L’analisi di dati statistici e la comparazione con le serie storiche è il modo migliore per valutare situazioni emergenziali come quelle che stiamo vivendo in questi mesi – afferma il presidente di Arera, Stefano Besseghini -. Quando sarà passata la fase di prezzi altissimi nel gas e nell’elettricità, saranno i numeri a mostrarci se e come si modificheranno i nostri comportamenti di consumo e le nostre scelte di mercato. I rapporti periodici di Arera, al Governo e al Parlamento, continueranno a fornire elementi di valutazione per eventuali politiche strutturali”.
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Energia, l’Ue dice sì a gas e nucleare nella tassonomia green
MILANO (ITALPRESS) – La Commissione europea ha pubblicato la versione definitiva dell’elenco (tassonomia) delle attività considerate sostenibili da un punto di vista ambientale. Dopo un dibattito molto acceso che rischia anche di spaccare l’Unione, Bruxelles ha deciso di ribadire il menù presentato a dicembre. Ovvero inserire anche il nucleare e il gas nell’elenco delle fonti energetiche che dovranno portare ad azzerare le emissioni entro il 2050. Un menù non semplice da digerire: l’atomo è sotto accusa per la sicurezza degli impianti e la gestione delle scorie. Il metano viene considerato inappropriato sul fronte della lotta alla CO2. Lo scontro è molto pesante: sul nucleare i due schieramenti sono guidati dalla Francia che ospita 56 centrali atomiche, e dalla Germania, che invece ha avviato il progressivo smantellamento delle sue. Sulle posizioni di Berlino si sono allineate Spagna, Danimarca e Lussemburgo. L’Austria ha già annunciato il ricorso alla Corte di Giustizia europea. Con la Francia ci sono Bulgaria, Croazia, Cechia, Finlandia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.
Il governo italiano è intenzionato ad approvare il regolamento senza modifiche considerando che non abbiamo centrali nucleari e utilizziamo il gas solo per il 40% del fabbisogno vista l’alta incidenza della produzione idroelettrica.
La commissaria per i servizi finanziari, Mairead McGuinness, presentando l’atto delegato ci tiene a spiegare che ogni Stato potrà scegliere il mix energetico che preferisce in quanto l’applicazione è assolutamente volontaria. Le novità riguardano soltanto l’eliminazione delle tappe intermedie sulla percentuale di gas a basse emissioni di carbonio da raggiungere: ovvero il 30% entro il 2026, il 55% entro il primo gennaio 2030 e 100% entro il 31 dicembre 2035.
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A2A, aumentano gli investimenti nel piano industriale aggiornato
ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo intitolato questo incontro Beyond Expectations, perchè nel 2021 siamo andati oltre alle aspettative”. Così Renato Mazzoncini, Ad di A2A, aprendo la presentazione dell’aggiornamento del Piano Strategico 2021-2030. “Il primo anno del Piano è stato significativamente superiore alle aspettative, sia da un punto di vista di risultati industriali che economici, con un impegno quotidiano nel perseguimento degli obiettivi ESG che ci siamo dati. Facendo leva su una forte capacità di crescita dimostrata da tutte le business unit del Gruppo. Abbiamo deciso di aumentare ulteriormente gli investimenti destinando 18 miliardi alla transizione ecologica. L’aggiornamento del Piano – continua Mazzoncini – prevede di anticipare di 10 anni l’obiettivo comune di emissioni zero, ampliare ulteriormente la nostra presenza in Italia e stabilire nuovi e ancora più ambiziosi target di business. Puntiamo a essere protagonisti del processo di decarbonizzazione del Paese grazie alla nostra capacità di poter garantire sia energia elettrica rinnovabile sia molecole sostenibili come idrogeno e biometano, in linea con quanto previsto dalle direttive europee”.
Nell’aggiornamento del Piano aumentano gli investimenti.
“Sono previsti investimenti per complessivi 18 miliardi nel periodo 2021-2030, in incremento di 2 miliardi rispetto al Piano presentato lo scorso anno. Dei 18 miliardi complessivi che il Gruppo realizzerà nel periodo 2021-2030, la maggior parte sarà focalizzata sulla transizione energetica (61%, pari a circa 11 miliardi di euro) e circa 7 miliardi di euro saranno destinati allo sviluppo dell’economia circolare. Circa il 70% degli investimenti complessivi rientra nella categoria degli investimenti sostenibili in coerenza con i criteri identificati dalla Tassonomia EU. Il 90% degli investimenti contribuisce agli obiettivi di sostenibilità definiti dalle Nazioni Unite”, si legge nel report. La nuova strategia ha consentito ad A2A di crescere nel primo anno dell’attuale Piano decennale, di consolidare i propri business e rafforzare la presenza su tutto il territorio nazionale. In ambito economia circolare, il Gruppo ha finalizzato l’acquisizione dell’unico impianto di trattamento dei rifiuti industriali in Calabria e sono state depositate nuove istanze per realizzare infrastrutture di trattamento e smaltimento rifiuti in diverse Regioni del Centro e Sud Italia.
“La Sicilia per noi è una regione straordinariamente importante, stiamo programmando investimenti per almeno 800 milioni”, ha sottolineato Mazzoncini. “A supporto della transizione energetica, sono stati acquisiti portafogli di impianti di generazione da fonti rinnovabili, consentendo di anticipare di due anni gli obiettivi di incremento nella generazione di energia green previsti nel Piano. In questa direzione vanno anche gli accordi siglati a febbraio 2021 con Octopus Renewables e nei giorni scorsi con Ardian che possono consentire a A2A l’acquisizione di portafogli di impianti eolici e fotovoltaici in Italia e Spagna”, continua il report. Inoltre, c’è stata una riduzione del 49% del fattore emissivo di CO2 al 2030, rispetto al valore del 2017, è stato anticipato al 2040 l’azzeramento delle emissioni dirette e indirette generate dal Gruppo e rispetto alla mobilità sostenibile A2A ha quadruplicato di infrastrutture previste rispetto allo scorso Piano: 24 mila punti di ricarica elettrica al 2030. Ad oggi sono stati registrati ulteriori 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti recuperati come materia o energia e sottratti alla discarica rispetto al 2020.
L’aggiornamento del Piano prevede la realizzazione di nuovi impianti per il recupero di materia per un totale di 2,2 milioni di tonnellate al 2030. “Il primo anno di Piano è stato segnato da una cresciuta attenzione nella gestione delle risorse umane – si legge ancora nel documento – per il protrarsi dell’emergenza Covid-19, accelerando una piena digitalizzazione delle attività e garantendo alle risorse operative impegnate nei servizi essenziali sul territorio il supporto necessario per continuare a lavorare in sicurezza. A2A ha proseguito nelle attività di talent attraction ed employer branding grazie all’utilizzo di piattaforme digitali, con 1.300 nuovi ingressi nel 2021 e ha aumentato del +11% (sul 2020) la percentuale di donne dei Cda di società del Gruppo. A2A si impegna inoltre a raggiungere il 50% di donne tra i nuovi assunti al 2026 (+5% sul 2021) e infine a raggiungere il target al 2030 del 21% di ore di lavoro effettuate in remote working”.
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Innovazione, Enea e Fincantieri alleate per energia e ambiente
ROMA (ITALPRESS) – Fincantieri ed Enea hanno firmato un protocollo d’intesa al fine di individuare aree di comune interesse per lo sviluppo di un portafoglio di programmi di ricerca e innovazione. Tra le principali spiccano l’efficienza energetica, le tecnologie e i sistemi di generazione di energia da fonti rinnovabili, per la produzione, il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno, le celle a combustibile, l’economia circolare, strategie di gestione e controllo per Smart Ports e Smart Cities, le tecnologie dei materiali e interventi di sostenibilità in ambiente marino e terrestre. Per intensificare i rapporti di cooperazione verranno attivati specifici gruppi di lavoro ed è prevista la possibilità di uno scambio di personale fra ricercatori Enea nelle sedi di Fincantieri e personale del Gruppo triestino nei Centri di Ricerca dell’Agenzia.
Attraverso l’accordo Enea si pone l’obiettivo di favorire una più ampia diffusione della cultura e della ricerca scientifica con riferimento ai propri settori di competenza, mentre Fincantieri intende preservare, con l’acquisizione di sempre maggiori conoscenze e competenze innovative negli ambiti industriali dei propri settori di business, il ruolo di leader tecnologico a livello globale.
“Questo accordo apre la strada per una collaborazione fra ricerca e impresa di particolare significato, con un gruppo leader a livello internazionale quale è Fincantieri, su tematiche quali la sostenibilità, l’alta formazione, la ricerca e il trasferimento dell’innovazione, sempre più strategiche per la crescita e la competitività”, ha sottolineato il presidente dell’Enea Gilberto Dialuce. “Ci fa molto piacere che Enea sia stata scelta come partner e sono innumerevoli i terreni sui quali potremo rendere disponibili professionalità e infrastrutture qualificate, dalle tecnologie per l’idrogeno alle fonti rinnovabili, dalla cattura della CO2 alla robotica e ai big data, dall’economa circolare ai materiali avanzati ma anche combustibili alternativi e interventi per il territorio sul quale insistono i cantieri, anche in una prospettiva di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico”, ha aggiunto.
Giuseppe Bono, Ad di Fincantieri, ha commentato: “Negli ultimi anni abbiamo destinato una media di 160 milioni a numerosi progetti connessi all’innovazione di processo e di prodotto, con attenzione particolare ai temi della decarbonizzazione e della digitalizzazione. Infatti, il 60% della nostra spesa di R&I alimenta lo sviluppo di tecnologie pulite che contribuiranno a creare prodotti e servizi sempre più ecosostenibili, orientati ad un uso efficiente delle risorse e alla tutela della biodiversità. Questo accordo si inserisce dunque in una strategia intrapresa da tempo, che siamo certi ci consentirà non solo di consolidare il successo acquisito fino a oggi, ma anche di supportare la futura competitività del Gruppo, chiamato a confrontarsi con scenari mondiali sempre più complessi ed esigenti”.
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Sardegna, al via progetto di elettrificazione verde
CAGLIARI (ITALPRESS) – “Mi fa piacere che la Sardegna possa diventare un esempio da esportare in tutto il mondo, per far sì che ci sia un modello sardo all’attenzione di tutti. Oggi ad esempio c’è la consapevolezza che bisogna sviluppare il trasporto pubblico locale in maniera verde e sostenibile. Noi entro il 2030 sostituiremo l’intera flotta di autobus e stiamo cercando di capire con l’Università come migliorare l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, in modo che non solo consumino meno ma che producano energia da cedere al resto della comunità. Dobbiamo offrire un sistema di qualità della vita sempre migliore”. Così il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, ha aperto il webinar di presentazione del progetto Elettrificazione verde della Sardegna, presentato da Enel, Università degli Studi Roma Tre – Centro Ricerche Economiche e Sociali Manlio Rossi-Doria, con il supporto di Alleanza Sardegna Rinnovabile (che riunisce WWF, Kyoto Club, Greenpeace e Legambiente). L’obiettivo è di offrire un modello di sviluppo sostenibile per la diffusione dell’elettrificazione in Sardegna da poter poi esportare in tutto il mondo.
Il progetto è stato inserito tra i Multi-Stakeholders Energy Compact delle Nazioni Unite e prevede di raggiungere una serie di obiettivi entro il 2030, in particolare il superamento della produzione di energia da fonti fossili attraverso la sostituzione con impianti rinnovabili, principalmente fotovoltaico ed eolico, e allo stesso tempo la diffusione di tecnologie per l’elettrificazione degli usi finali (SDG 7 target 7.1 e 7.2) come mobilità elettrica, sistemi per il riscaldamento e raffreddamento degli ambienti, l’efficientamento energetico e le piastre ad induzione. “Questo non è solo un progetto di Enel, ma della Sardegna – ha sottolineato Nicola Lanzetta, direttore di Enel per l’Italia – Mi piace ribadire che questa sia una nuova maniera con cui i sardi possono vivere. A tutto questo si abbina una convenienza economica. Elettrificare significa fare le stesse cose che facciamo oggi utilizzando l’energia elettrica, perché ora è possibile produrla in maniera rinnovabile senza bruciare idrocarburi. La Sardegna ci può dare l’esempio passando a un modello in cui si usa interamente energia rinnovabile. Investiremo in Italia nei prossimi 3 anni 15,5 miliardi per questa transizione e la Sardegna ne riceverà buona parte. L’utilizzo di energia elettrica dimezzerebbe lo spending delle famiglie e delle aziende che avrebbero un risparmio del 30%”.
Secondo Mariagrazia Midulla, responsabile per il Clima ed Energia di WWF Italia, è da progetti come questo che si deve ripartire: “La metanizzazione dell’Isola appare in contrasto con gli obiettivi fissati dagli accordi internazionali. L’economia distribuita legata alle rinnovabili è più facilmente finanziabile. Quello che serve da parte della Regione è una visione e una strategia per lo sviluppo sostenibile. Abbiamo un’occasione irripetibile”. All’incontro hanno partecipato il Prof Nigel Tapper, membro della commissione IPCC, e premio Nobel per la pace nel 2007 con il gruppo IPCC, Valeria Termini, Professoressa di Economia politica presso l’Università degli Studi Roma Tre e membro degli esperti delle Nazioni Unite; il Professore di Sistemi Elettrici per l’Energia e Prorettore delegato per il territorio e l’innovazione dell’Università degli Studi di Cagliari Fabrizio Pilo. Sono inoltre intervenuti rappresentanti del mondo imprenditoriale come Marco Boglione, Fondatore e Presidente del Gruppo BasicNet e Libero Muntoni, General Manager, Delphina Hotels & Resorts.
“Il progetto di elettrificazione verde della Sardegna nei prossimi 10 anni è stato inserito dagli esperti dell’High Level Dialogue on Energy delle Nazioni Unite (di cui mi onoro di far parte) tra i ‘multistakeholder energy compact'”, commenta Valeria Termini, Professoressa di Economia politica presso l’Università degli Studi Roma Tre. “L’abbiamo scelto e proposto come esempio di crescita locale per promuovere l’accesso all’energia pulita (l’obiettivo 7 dello sviluppo sostenibile). È l’occasione per la Sardegna e per l’Italia di contribuire all’obiettivo globale di decarbonizzazione con un esempio concreto, che utilizza fonti naturali di energia disponibili localmente, e di offrire un modello di riferimento per lo sviluppo indipendente dei Paesi più vulnerabili in cui vivono ancora 759 milioni di persone drammaticamente prive di elettricità”.
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Biocarburante Eni per alimentare i mezzi di Aeroporti di Roma
ROMA (ITALPRESS) – Un nuovo tassello si aggiunge alla collaborazione tra Eni e Aeroporti di Roma, nell’ambito dell’accordo strategico finalizzato a promuovere iniziative di decarbonizzazione del settore aereo e accelerare il processo di transizione ecologica degli aeroporti. Dalla bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, è giunto all’aeroporto di Fiumicino un carico di 5mila litri di biocarburante idrogenato HVO puro.
Un contributo ulteriore alla decarbonizzazione dei mezzi stradali in ambito aeroportuale. Il biocarburante idrogenato HVO viene utilizzato nei mezzi della società ADR Assistance per la movimentazione dei passeggeri a ridotta mobilità in ambito aeroportuale. L’HVO è un biocarburante di elevata qualità di origine vegetale e da scarti, prodotto attraverso la tecnologia proprietaria Ecofining nelle bioraffinerie Eni di Venezia e Gela. Grazie alla tecnologia di idrogenazione sono state rimosse tutte le impurezze, quali ossigeno e zolfo e può essere utilizzato puro al 100%:
Inoltre possiede un numero di cetano elevato che permette un’ottima combustione, è privo di aromatici e poliaromatici e consente di abbattere le emissioni di CO2 tra il 60 e il 90% rispetto al carburante tradizionale, in funzione della tipologia di carica biogenica. L’accordo tra Eni e ADR è già attivo per le forniture di carburanti sostenibili alternativi per l’aviazione prodotti nella raffineria Eni a Taranto tramite processo di co-feeding, co-alimentando gli impianti convenzionali con quote allo 0,5% di oli alimentari usati e di frittura. Lo scalo di Fiumicino, primo polo aeroportuale italiano, ha ottenuto come primo aeroporto in Europa la più alta certificazione Airport Carbon Accreditation 4+ “Transition” di ACI Europe sulla riduzione di CO2. Entro qualche mese la produzione di SAF Eni avrà una progressione con l’avvio della lavorazione nella raffineria Eni a Livorno, tramite distillazione di bio- componenti prodotti nelle bioraffinerie Eni. Le materie prime utilizzate saranno esclusivamente di scarto, oli vegetali esausti e grassi animali, pertanto il prodotto, denominato “Eni Biojet”, conterrà il 100% di componente biogenica e potrà essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%.
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E-mobility, accordo Enel-A2A per interoperabilità delle reti di ricarica
MILANO (ITALPRESS) – Enel, attraverso la nuova global business line globale dedicata alla mobilità elettrica, e A2A, hanno siglato un accordo che permetterà ai propri clienti dei servizi di e-mobility di accedere alla rete di circa 15mila punti di ricarica delle due aziende su tutto il territorio nazionale.
“L’accordo con A2A dimostra come grazie alla collaborazione tra i vari operatori sia possibile ampliare la disponibilità di infrastrutture di ricarica per auto elettriche”, dichiara Elisabetta Ripa, Responsabile della Global Business Line di Enel dedicata alla mobilità elettrica.
“La capillarità delle colonnine, la semplificazione e la velocità delle operazioni di ricarica sono i driver principali del processo di diffusione della mobilità elettrica che vogliamo continuare a guidare in Italia e nel Mondo sviluppando le migliori soluzioni per fare il pieno di energia ai veicoli elettrici in ambito pubblico e nel privato”, prosegue.
“Sostenere l’elettrificazione dei consumi, rendendo disponibili infrastrutture e servizi al cliente, è uno dei punti cardine della strategia di A2A, in linea con il piano industriale al 2030 – commenta Fabio Pressi, Amministratore Delegato di A2A E-Mobility – Il contributo che può dare lo sviluppo della mobilità elettrica alla sfida della decarbonizzazione è di grande importanza e l’accordo siglato con Enel va in questa direzione. L’interoperabilità delle reti di ricarica è infatti un fattore chiave per supportare concretamente la diffusione dell’e-mobility, in questo modo il sistema garantisce maggiore flessibilità e copertura sul territorio, rendendo fruibili le nostre colonnine a un maggior numero di utenti e potenziando i servizi offerti”.
La partnership permetterà agli utenti che utilizzano le app E-moving di A2A e JuicePass di Enel, di fare il pieno di energia alla propria auto elettrica indistintamente presso le infrastrutture di ricarica pubbliche delle due aziende. “Si tratta delle migliori tecnologie di ricarica presenti sul mercato – si legge in una nota -: caricatori Quick da 22 kW, Fast fino a 50 kW e gli High Power Charger che grazie a una potenza che arriva a 350kW consentono di ricaricare l’80% del veicolo elettrico in circa 20 minuti”.
(ITALPRESS).









