ROMA (ITALPRESS) – Il caro-energia non frena l’aumento dei consumi e delle emissioni di gas serra nel nostro Paese. Nel terzo trimestre dell’anno, infatti, a livello nazionale la domanda di energia ha registrato un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2020, sulla spinta del Pil (+3,9%) e della produzione industriale (+20,2%). E in aumento risultano anche le emissioni di CO2 (+4% circa) a causa del maggiore utilizzo di fonti fossili, soprattutto petrolio (+8%) e carbone (+25%). E’ quanto emerge dall’ultimo numero dell’analisi trimestrale del sistema energetico nazionale dell’Enea, che per l’intero 2021 prevede una crescita complessiva dei consumi superiore al 7% e, quasi altrettanto, delle emissioni climalteranti. Sul fronte dei prezzi, l’analisi mette in luce la forte accelerazione sui mercati all’ingrosso, fino a nuovi picchi storici del gas (+85% nel III trimestre sul trimestre precedente, +430% sul terzo trimestre 2020) e dell’elettricità (+67% e +194% rispettivamente, con un aumento superiore a quello degli altri paesi UE). Sebbene questi aumenti siano arrivati solo in parte sulle bollette dei consumatori finali, grazie agli interventi eccezionali di sterilizzazione decisi dal Governo, nella seconda metà dell’anno i prezzi del gas sono superiori di oltre il 40% rispetto al 2020 per i consumatori domestici e di circa il 100% per le imprese. Nel caso dell’elettricità, i prezzi sono superiori di quasi il 50% per i consumatori domestici e di oltre il 50% per le imprese, ai massimi per tutte le fasce di consumo.
L’analisi evidenzia inoltre un incremento dell’utilizzo delle fonti fossili: nei primi nove mesi del 2021 i consumi di energia sono cresciuti del 9% (+10 Mtep) prevalentemente per la domanda di petrolio (+10%, pari a +3,5 Mtep) legata alla ripresa del traffico stradale (+9%) e aereo (+22%); i consumi di gas naturale sono aumentati del 7% (+3 Mtep circa), quelli di carbone del 10% (+0,4 Mtep), le rinnovabili dell’1,5% (+0,3 Mtep), mentre le importazioni di energia elettrica registrano un balzo del 66% (+3 Mtep). In particolare, nella generazione elettrica si registra una notevole ripresa dell’utilizzo del carbone, sia nel III trimestre (+25%) che nei primi nove mesi dell’anno (+10%), mentre il gas naturale registra un +2% sui nove mesi ma un brusco calo nel terzo trimestre (-8%) penalizzato dal forte incremento dei prezzi. Sostanzialmente stabili le rinnovabili, invariate nel trimestre e in lieve aumento (+1%) nei nove mesi.
Nel periodo gennaio-settembre 2021, le emissioni sono cresciute di quasi l’8% per effetto, in prevalenza, della ripresa dei consumi nel settore dei trasporti, mentre minore è stato il peso di civile e industria e marginale quello della generazione elettrica. Nei primi nove mesi dell’anno è stato “recuperato” il 50% delle emissioni evitate nello stesso periodo 2020, ma rispetto al 2019 i livelli di CO2 restano del 7% inferiori.
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Il caro-prezzi non frena consumi ed emissioni
Edison, piano rinnovabili al 2030 per decarbonizzazione del Paese
ROMA (ITALPRESS) – Cinque GW di capacità installata tra eolico, fotovoltaico e idroelettrico, 3 miliardi di investimenti su tutto il territorio nazionale per lo sviluppo eolico e fotovoltaico, progetti eolici e fotovoltaici per oltre 1.300 MW al Sud, più di 100 MW al Centro e quasi 100 MW al Nord entro il 2025, 1 GW di stoccaggio e flessibilità, che include sistemi di pompaggio idroelettrici e batterie, per garantire sicurezza e adeguatezza del sistema. Sono questi i numeri del piano di Edison per lo sviluppo industriale delle fonti rinnovabili al 2030. Edison conferma il proprio ruolo di operatore impegnato nella transizione energetica e nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano Nazionale Integrato Enegia e Clima (Pnice) e dal Green Deal. Il gruppo aumenterà la propria capacità rinnovabile installata dagli attuali 2 GW a 5 GW al 2030 grazie a investimenti per 3 miliardi. Tali risorse saranno destinate a impianti rinnovabili greenfield, ossia di nuova realizzazione, integrali ricostruzioni (repowering) di impianti eolici esistenti per dotarli delle migliori tecnologie incrementandone la produzione, nonchè a selettive operazioni di M&A. Il piano di crescita di Edison nelle rinnovabili prevede anche una quota dedicata all’idrogeno verde.
Nella conferenza stampa di presentazione dell’ambizioso piano, Nicola Monti, Ad di Edison, ha sottolinearto come “vogliamo accompagnare il Paese nella transizione energetica per raggiungere gli obiettivi di carbon neutralità. Il nostro è un piano di crescita concreto e sostenibile che integra le diverse fonti di produzione introducendo anche sistemi di flessibilità. Gli investimenti per fare questi 3 GW addizionali che da 2 ci portano a 5 sono più o meno 3 miliardi di euro. I GW sono prevalentemente al Sud ma in varie regioni e anche al Nord. A fine piano la generazione rinnovabile rappresenterà il 40% del nostro mix produttivo in uno sforzo importante di abbattimento delle emissioni climalteranti”. Poi ha aggiunto: “Il potenziamento dello sviluppo eolico e fotovoltaico di Edison Rinnovabili è possibile anche grazie a un accordo chiuso ieri con Crèdit Agricole Assurances che è partner puramente finanziario di Edison Renewables rilevandone il 49%”. Marco Stangalino, executive vice president Power Asset di Edison, ha sottolineato: “Abbiamo una robusta pipeline di sviluppo rinnovabile che ci permetterà di realizzare nuova potenza eolica e fotovoltaica per 1.500 MW nei prossimi 3 anni, di cui 1.300 MW nel Sud Italia, 100 MW nel Centro e 100 MW al Nord. Siamo anche impegnati nello sviluppo di ulteriore capacità rinnovabile per la produzione dell’idrogeno verde e di 1 GW di sistemi di stoccaggio e flessibilità come i pompaggi idroelettrici e le batterie al 2030 .Le regioni del Sud dove stiamo sviluppando maggiormente l’eolico e il fotovoltaico sono Puglia e Sicilia, sempre con un occhio all’impatto ambientale affinchè siano sostenibili, magari facendo impianti agrovoltaici. Le altre due regioni sono Sardegna e Campania, i nquest’ultima regione ci sono gli impianti più avanzati. Da qui al 2025 contiamo di investire 1,55 miliardi. Poi c’è la parte relativa agli impianti di stoccaggio. L’altra cosa importante è la questione degli impianti di pompaggio, contiamo entro la fine del 2022 di avere 10 impianti in iter autorizzativo”.
Nel settore eolico e fotovoltaico Edison ha attualmente circa 1,1 GW di potenza installata e i 1.500 MW in sviluppo si compongono di 800 MW eolici e oltre 700 MW fotovoltaici, per un totale di 63 impianti tra greenfield e integrali ricostruzioni su tutto il territorio nazionale. Al fine di garantire la sicurezza e l’adeguatezza del sistema elettrico italiano, il piano di crescita di Edison nelle rinnovabili prevede lo sviluppo dei necessari strumenti di flessibilità, come i pompaggi idroelettrici e le batterie d’accumulo, nonchè la produzione a gas di ultima generazione, che continuerà a rivestire un ruolo complementare supplendo all’intermittenza delle fonti rinnovabili non programmabili. Attraverso il Piano Industriale Rinnovabili al 2030, Edison conferma il proprio ruolo di operatore responsabile, leader nella transizione energetica del Paese.
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Terna, 240 mln per lo sviluppo infrastrutturale della Valtellina
ROMA (ITALPRESS) – Terna investe 240 milioni di euro per lo sviluppo energetico della Valtellina. Il Ministero della Transizione Ecologica ha avviato l’iter autorizzativo del progetto di razionalizzazione che interesserà otto comuni in provincia di Sondrio.
In particolare, è prevista la realizzazione di nuove stazioni elettriche a 380 kV, 13,5 km di nuove linee in cavo a 380 kV; 2,8 km di nuovi raccordi in cavo a 220, 150 e 132 kV e 4,2 km di raccordi aerei di collegamento alle nuove stazioni elettriche. Gli interventi, una volta realizzati, consentiranno di demolire oltre 34 km di elettrodotti aerei esistenti, per un totale di 100 tralicci e 137 ettari liberati.
Il piano di riassetto rientra nel quadro dell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2003 da Terna, regista e abilitatore della transizione energetica, con tutti gli Enti Locali coinvolti. A livello regionale, il gruppo guidato da Stefano Donnarumma gestisce oltre 8.000 km di linee in alta e altissima tensione e 134 stazioni elettriche. Nell’ambito del Piano Industriale 2021-2025 “Driving Energy” da circa 9 miliardi, Terna investirà in Lombardia oltre 520 milioni di euro per lo sviluppo e la resilienza della rete elettrica regionale, in funzione della transizione energetica di cui l’azienda è protagonista. Le attività coinvolgeranno oltre 120 imprese e circa 600 addetti alle lavorazioni.
“Le opere che verranno realizzate in Valtellina – si legge in una nota di Terna – consentiranno di aumentare la magliatura e, dunque, l’efficienza della rete elettrica dell’area, favorendo anche l’integrazione dell’energia prodotta dagli attuali impianti idroelettrici. Inoltre, grazie al vasto piano di riassetto della rete in alta tensione, diminuirà l’impatto sul territorio delle infrastrutture elettriche esistenti con benefici a livello ambientale e paesaggistico. La scelta localizzativa del nuovo progetto è il risultato di un lungo e proficuo percorso di dialogo che Terna ha portato avanti in questi anni con le amministrazioni locali, finalizzato alla condivisione degli interventi in ottica di sostenibilità, driver strategico del business di Terna”.
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Terna premia le idee imprenditoriali nate in azienda
ROMA (ITALPRESS) – Terna ha selezionato e premiato le idee e i progetti innovativi nati in azienda nell’ambito del nuovo programma di corporate entrepreneurship “Terna Ideas”, lanciato quest’anno per rafforzare il ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica del gestore della rete elettrica nazionale.
Obiettivo dell’iniziativa, a cui hanno partecipato 400 persone di Terna con 143 idee pubblicate, è stato diffondere la cultura dell’innovazione all’intera popolazione aziendale, dando ai lavoratori la possibilità di esprimersi come imprenditori. Il programma ha quindi messo al centro le persone del gruppo, incoraggiando il loro potenziale, lo spirito imprenditoriale e valorizzandone creatività e competenze. In particolare, nell’ambito del percorso di imprenditorialità “Terna Ideas”, che ha visto varie tappe di formazione e selezione nel 2021, sono state identificate tre sfide per le quali ideare soluzioni: “NexTerna Our Work Evolution”, focalizzata sul futuro del lavoro; “Innovazione e tecnologie per la sicurezza sul lavoro”, che ha voluto stimolare a ideare nuove soluzioni su un tema fondamentale per Terna; “Market solutions per la transizione ecologica”, dedicata a soluzioni innovative per il raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica ecologica, da promuovere verso il mercato o integrabili nella gestione del sistema elettrico.
La Presidente di Terna, Valentina Bosetti e l’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Stefano Donnarumma, insieme al top management dell’azienda, hanno preso parte alla giuria che ha valutato i progetti e scelto i vincitori del pitch conclusivo.
Le idee di business vincenti sono state: B.I.G. Blue in Green, che si propone di ideare, progettare e realizzare spazi di lavoro in un ambiente naturale, aperto e sostenibile, con postazioni singole e di team utilizzabili tutto l’anno, a prescindere dalle condizioni meteorologiche, a beneficio del benessere psico-fisico delle persone e della loro creatività e produttività; RUT, progetto per aumentare ulteriormente la sicurezza del personale operatore di Terna, semplificando le attività di manutenzione delle infrastrutture elettriche, attraverso l’utilizzo di un dispositivo universale che rileva la presenza di tensione degli impianti; SAMAT, soluzione per aumentare la sicurezza dei tecnici di Terna e ottimizzare i tempi di intervento grazie allo sviluppo di un sistema innovativo che, nelle operazioni di manutenzione delle stazioni elettriche, minimizza l’esposizione al rischio del personale coinvolto.
Terna investirà nelle migliori iniziative trasformandole in veri e propri progetti in grado di creare valore per l’azienda e non solo.
Le persone di Terna hanno potuto partecipare individualmente o in team, durante le ore di lavoro, presentando la propria idea o supportando una delle iniziative proposte mettendo a disposizione le proprie competenze. La partecipazione è avvenuta tramite il supporto di una piattaforma dedicata, che ha previsto anche room di incontro, chat di dibattito, momenti di confronto e scambio. L’iniziativa è partita a giugno e ha fatto registrare un successo superiore alle aspettative: 9 tappe dell’Innovation Roadshow sul territorio, oltre 1.000 partecipanti all’Innovation Roadshow, 1.300 iscritti alla piattaforma, 400 partecipanti attivi, 143 idee pubblicate, 14 idee in incubazione, 200 partecipanti al workshop formativo e un team di coach dedicati.
Il progetto “Terna Ideas” si è aggiudicato “Premio Innovazione Smau”: un riconoscimento della grande propensione all’innovazione delle imprese italiane assegnato alle realtà che più di altre hanno fornito un apporto innovativo concreto alla propria azienda. “Terna Ideas” rientra nella strategia di Terna che, per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità attraverso l’innovazione, ha scelto proprio la strada dell’Open Innovation, aprendosi verso le altre realtà dell’innovazione, come startup, università e centri di ricerca.
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Cingolani “Dalla Cop26 segnale per accelerare la transizione energetica”
ROMA (ITALPRESS) – “Il presidente del Consiglio si è impegnato a triplicare la finanza per il clima, quella italiana, a partire dal 2022 per sei anni, questo aiuterà a potenziare il nostro ruolo nella cooperazione internazionale”. Lo ha detto il ministro dalla Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, nel corso dell’audizione nelle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato, sulla partecipazione dell’Italia alla Cop26.
“Per la prima volta la Cop, a Glasgow, ha riconosciuto la necessità di agire sui combustibili fossili, il documento invia un chiaro segnale sulla volontà di accelerare la transizione energetica in questo decennio – ha aggiunto -, noi siamo stati i pionieri nel sancire come affrontare la sfida del cambiamento climatico, importante ora è monitorare anno per anno”.
Cingolani ha spiegato che “tutti gli impegni presi nei primi due giorni della Cop26 dai capi di Stato, per combattere il cambiamento climatico, sono da mettere tra i risultati raggiunti di altissimo livello, risultati che poi andranno incrementati. Ora la grande sfida è tradurre questi impegni in sfide reali. Sono convinto che abbiamo creato una base ottima e solida su cui costruire i nostri sforzi futuri nella lotta contro il clima”. Infine il ministro ha ricordato i risultati raggiunti: “Nel coinvolgere i giovani su questi temi, l’Italia è impegnata fin dal 2019 su questi aspetti, abbiamo riconosciuto l’urgente necessità di coinvolgere i giovani nei processi decisionali relativi alla lotta al cambiamento climatico, riconoscendo l’opportunità di una loro presenza ai tavoli”.
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Engie-Sanofi, nell’Aquilano un nuovo parco di energia rinnovabile
SCOPPITO (L’AQUILA) (ITALPRESS) – La riduzione delle emissioni di CO2 è uno degli assi di Planet Mobilization, la strategia globale di Sanofi per ridurre gli effetti negativi sull’ambiente delle proprie attività. Oltre ad aver aderito all’iniziativa di The Climate Group #RE100 per ottenere il 100% di elettricità rinnovabile in tutte le proprie operazioni entro il 2030, il Gruppo, in occasione della COP26 di novembre scorso, ha rilanciato nella sua ambizione sottoscrivendo Race to Zero, impegno globale per arrivare a zero emissioni di carbonio entro il 2050.
Nell’ambito di un accordo internazionale tra Engie e Sanofi, finalizzato alla realizzazione di progetti per la sostenibilità ed efficienza degli stabilimenti produttivi, è stato progettato e realizzato un nuovo impianto fotovoltaico nello stabilimento Sanofi a Scoppito, in provincia de L’Aquila. L’impianto di circa 1000 kWp è capace di produrre 1600 MWh/anno di energia rinnovabile. E’ composto da un sistema di inseguimento a terra da 920 kWp, per massimizzare la produzione di energia, e da una pensilina fotovoltaica da 79 kWp, con stazioni di ricarica di energia green per le auto dei dipendenti Sanofi. Il progetto segue alla realizzazione di una centrale di trigenerazione, che da cinque anni permette allo stabilimento di Scoppito di produrre in autonomia energia elettrica da gas naturale e di recuperare l’energia termica generata dal motore endotermico, durante tutto l’anno. Questo ulteriore intervento nello stabilimento comporterà una riduzione del consumo di energia elettrica di 1.600 MWh e un taglio delle emissioni di CO2 in atmosfera di 500 tonnellate all’anno, l’equivalente della piantumazione di 25.000 alberi nel sito produttivo.
“Qui a Scoppito ci siamo sempre distinti per il nostro impegno per l’efficientamento energetico e la riduzione dell’impatto delle nostre attività nell’atmosfera. Tra gli stabilimenti italiani del Gruppo siamo i primi ad avere avviato e completato questo ambizioso progetto che speriamo possa essere preso ad esempio da altre realtà del territorio meraviglioso dal punto di vista storico e paesaggistico. Sono ancora più orgoglioso di questo risultato perchè siamo stati capaci di raggiungerlo in una fase complessa non solo per la pandemia e ma per la profonda trasformazione che stiamo attuando a livello dello stabilimento, dei suoi impianti e dei suoi processi. Stiamo riscrivendo il DNA di una realtà destinata a diventare un centro nevralgico per il lancio di farmaci innovativi della pipeline del Gruppo”, dichiara Alessandro Casu, direttore dello Stabilimento Sanofi di Scoppito.
“Con questo nuovo impianto si consolida la partnership tra Sanofi e Engie per la salvaguardia dell’ambiente e per l’efficienza produttiva”, afferma Carlo Perrone, Direttore BtB di ENGIE Italia. “Sono già diversi i progetti realizzati in Italia nell’ambito di un accordo internazionale tra i due Gruppi. In tutti e quattro gli stabilimenti che Sanofi vanta in Italia – Scoppito, Anagni, Origgio e Brindisi – abbiamo realizzato e abbiamo tutt’ora in corso progetti per l’efficienza energetica e la decarbonizzazione dei processi produttivi. Per raggiungere l’obiettivo globale di emissioni zero è necessario eliminare le emissioni dirette di CO2 derivanti dall’uso di energia e dai processi industriali. Una sfida importante, soprattutto nei settori chiave dell’industria ad alta intensità energetica come quella farmaceutica, che richiede strategie e progetti condivisi, basate sull’efficienza energetica, sull’uso delle rinnovabili e su tutte le tecnologie che consentono la riduzione dell’impatto ambientale”.
Con l’obiettivo Net Zero Carbon al 2045, Engie supporta il percorso di carbon neutrality dei suoi clienti agendo su tutta la catena del valore dell’energia, con particolare attenzione allo sviluppo delle energie rinnovabili. Il Gruppo ha destinato alle energie rinnovabili circa il 45% dei propri investimenti. In Italia l’obiettivo è di raddoppiare la capacità in rinnovabili raggiungendo, entro il 2025, a 1,2 GW di capacità produttiva “green” e contribuendo al Piano Energia e Clima 2030 (PNIEC) per la decarbonizzazione del nostro Paese.
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Arera, tornano a ridursi numero e durata interruzioni di elettricità
MILANO (ITALPRESS) – Nel 2020 sono di nuovo in calo la durata e il numero delle interruzioni senza preavviso, lunghe e brevi di elettricità. Grazie alla regolazione premi/penalità dell’Arera e a un anno meteorologicamente meno severo dei precedenti, la durata delle interruzioni per utente in bassa tensione è tornata a ridursi, scendendo a 66 minuti (dagli 86 del 2019), ripartita tra 25 minuti (39 nel 2019) per cause non di responsabilità dei distributori (in prevalenza cause di forza maggiore a seguito di eventi eccezionali) e i restanti 41 minuti di responsabilità dei distributori, la parte soggetta alla regolazione, in miglioramento rispetto ai 47 minuti nel 2019. Pur in un contesto di netto miglioramento (-19%) rispetto ai 69 minuti registrati nel 2019, le performance peggiori sono ancora al Sud con 56 minuti, contro i 29 del Nord e i 43 del Centro (entrambi di poco migliori rispetto ai dati 2019). Migliora anche il numero delle interruzioni senza preavviso lunghe (quelle superiori a 3 minuti) con 2,09 interruzioni per utente in bassa tensione (erano 2,39 nel 2019), così come quelle brevi (meno di 3 minuti), 1,90 (contro le 2,25 interruzioni del 2019). Ancora presenti, ma in riduzione, le interruzioni (registrate a parte) dovute al fenomeno dei furti di rame negli impianti di distribuzione. Il bilancio 2020 del meccanismo premi/penalità della durata e del numero delle interruzioni senza preavviso, lunghe e brevi – con cui Arera da 20 anni incentiva il miglioramento della continuità del servizio di distribuzione dell’energia elettrica – registra così un generale miglioramento. E’ infatti ripreso quel trend positivo, avuto dal 2000 al 2016, anche per merito dei recenti strumenti regolatori introdotti per incrementare la resilienza della rete in relazione alle diverse minacce climatiche e alla riduzione delle interruzioni con preavviso. Grazie alla regolazione sono oltre 9 i milioni che verranno restituiti dagli operatori ai consumatori come penalità per i disservizi. Nel dettaglio alle 27 imprese distributrici soggette a questa regolazione (quelle con almeno 15 mila utenti connessi in bassa tensione) sono stati assegnati premi netti (differenza tra premi e penalità) pari a 38,4 milioni, mentre i 9,2 milioni di penalità si dividono tra i 2,5 milioni delle interruzioni senza preavviso “lunghe” (durata >3 minuti) e 6,7 milioni per regolazione del numero di interruzioni senza preavviso “lunghe e “brevi” (durata compresa tra 1 secondo e 3 minuti). A livello societario E-Distribuzione rappresenta la quasi totalità delle penalità con 8,4 milioni di euro e 2,6 milioni di penalità associate al mancato rispetto dei livelli di mantenimento per la regolazione sperimentale delle interruzioni con preavviso (unica società aderente), ma al contempo incassa il premio netto maggiore di 33,5 milioni. A questo proposito si segnala che Areti e, parzialmente, E-Distribuzione restano al momento fuori dal meccanismo standard di premi/penalità perchè partecipanti ai nuovi esperimenti regolatori e a loro vengono applicati specifici meccanismi e obiettivi che, se non raggiunti, prevedono il ricalcolo dei premi/penalità nel 2024 per tutto il triennio 2020- 2023 con i parametri standard.
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Cingolani “Non si può escludere il nucleare di quarta generazione”
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Se veramente noi pensassimo che con le rinnovabili attuali nell’arco di 20 anni saremo in grado di sostituire tutto ciò che è prodotto da fossili – 460 miliardi di miliardi di joule usati nel modo – non avremmo, ad esempio, nemmeno gli accumuli. La tassonomia deve veramente guardare avanti. Io non sono d’accordo quando sento dire che si debbano escludere il nuovo nucleare o altre forme di tecnologia. Non mi riferisco ovviamente al vecchio nucleare, sia chiaro: prima, seconda e terza generazione in questo momento non le considero tecnologia nuove. Ma credo che, per il futuro dei nostri figli e nipoti, gli small modular reactors e soprattutto la fusione non possano essere fuori da un piano di visione, perchè noi stiamo pensando a un futuro energetico molto più avanti che al 2030. Al 2030 la strada è segnata, sicuramente”. Lo ha detto il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo al Consiglio Ue Energia.
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