CERNOBBIO (ITALPRESS) – L’Italia e l’Europa sono in fortissimo ritardo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall’Onu al 2030. L’Europa ci arriverà nel 2051, l’Italia tra nove anni potrebbe arrivare solo a un -43% con una quota delle rinnovabili pari al 37,9% e un aumento dell’efficienza energetica del 43%. Ciò determinerà per il nostro Paese un gap rispetto al Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (Pniec) di 23 GW sulla potenza installata di fotovoltaico e di 2,3 GW sull’eolico.
Servirebbero, per recuperare il ritardo, 4,3 milioni di micro-impianti fotovoltaici, o 6000 impianti di grandi dimensioni, quintuplicando o raddoppiando le strutture oggi esistenti. A queste somme, vanno aggiunti 3,3 miliardi di fondi richiesti per le reti. E’ quanto si legge nell’edizione 2021 della ricerca congiunta di Enel Foundation e The European House – Ambrosetti, dal titolo “Governance Europea della Transizione Energetica: Enabling Investments” presentata al Forum di Villa d’Este a Cernobbio.
Al centro dell’analisi, inevitabilmente, c’è Next Generation EU, il piano pluriennale da 750 miliardi di euro varato dopo la pandemia. Il motivo per cui si è scelto di concentrarsi sul pilastro più trascurato della triade ambientale, sociale e di governance (ESG) risiede quindi nel fatto che la governance è un fattore centrale per consentire gli investimenti e garantire una transizione energetica rapida ed efficace. Anche perchè, Europa e Italia sono in ritardo anche per quanto attiene al pacchetto di politiche “Fit for 55”, che sarà completato solo entro il 2043 invece che nel 2030. E’ stato stimato che colmare il divario di investimenti di 3.564 miliardi di euro necessario raggiungere l’obiettivo 2030 in Europa (186 miliardi di euro in Italia) presenta potrebbe avere un impatto cumulato sul PIL di 8.126 miliardi di euro (424 miliardi di euro in Italia).
“Occorre accelerare e dotarsi di un sistema di governance adeguato alla portata della sfida e capace di tradurre le intenzioni in azioni concrete facendo leva sulle enormi opportunità che scaturiscono da questo impegno” spiega Francesco Starace, ceo di Enel. Lo studio delinea 5 fattori che stanno limitando la governance italiana in relazione alla transizione energetica: frammentazione delle responsabilità e delle competenze; mancanza di uniformità delle norme; debole coinvolgimento e impegno; inefficienza enti pubblici; frammentazione nella progettazione delle politiche settoriali. Per superare queste difficoltà, il dossier evidenzia la necessità di maggiore cooperazione europea a cui va aggiunta una politica forte per avviare la transizione economica dei settori industriali a maggior impronta ambientale.
Mentre per l’Italia si chiede semplificazione delle autorizzazioni, e un sistema standard di interazione tra autorità locali e chi distribuisce l’energia. Inoltre, sottolinea il rapporto, va ridotto il potere di veto del ministero della cultura, che con i suoi veti blocca lo sviluppo di nuovi impianti. Al ministero della transizione ecologica si chiede di definire le proprie competenze, sempre nell’ottica di accelerare la creazione di nuovi impianti per la produzione di energia green. Serve poi personale qualificato, in controtendenza rispetto al -41% di ore di formazione completate dalla p.a. tra il 2008 e il 2018.
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Ue e Italia in ritardo su rinnovabili, Enel “Occorre accelerare”
Monica Iacono nuovo Ceo di Engie Italia
ROMA (ITALPRESS) – Engie Italia, player dell’energia e servizi con la missione di accelerare la transizione verso un’economia carbon neutral, nomina, dal 1° settembre 2021, Monica Iacono Chief Executive Officer.
Monica Iacono, 52 anni, dopo la laurea in legge e la specializzazione in Diritto Commerciale, inizia la sua carriera professionale nelle telecomunicazioni. Nel 2001 entra nel Gruppo Engie e assume ruoli eterogenei e di crescente responsabilità nella gestione dell’intera filiera dell’energia e dei servizi fino a essere nominata Direttore BtC per l’Italia. Nel 2020 prende in carico anche la responsabilità dell’IT & Digital e in seguito quella del Sourcing Portfolio Management. Dal 2016 è membro del Comitato Direttivo di Engie Italia.
“Ho avuto il privilegio di maturare le mie competenze in un settore oggi in forte evoluzione e di primaria importanza per il sistema economico e sociale e sono quindi onorata di assumere questo ruolo – ha affermato Monica Iacono -. Noi di Engie siamo un attore di riferimento globale nell’energia a basse emissioni di CO2 e ci impegniamo ogni giorno per raggiungere la carbon neutrality entro il 2045. L’opportunità di guidare in Italia un player che vuole essere leader della transizione energetica e che sviluppa il suo business conciliando la performance economica e un impatto positivo sulle persone e sul pianeta alimenta ulteriormente il mio entusiasmo e rende ancora più stimolante il mio nuovo ruolo. Proseguiremo il nostro percorso strategico, già intrapreso in Italia e nel mondo, facendo leva sulla capacità di porre al centro clienti e collaboratori, per crescere e innovarci senza soluzione di continuità. Ringrazio il mio predecessore, Damien Terouanne, per aver dato nuova spinta a questo importante cambiamento, e gli auguro tanti nuovi successi nel suo nuovo rilevante ruolo all’interno del Gruppo. Con il Comitato Direttivo e i nostri 3.800 professionisti, siamo pronti per le sfide che ci attendono e per consolidare il nostro ruolo chiave nel mercato nazionale e quale country di riferimento all’interno del Gruppo”.
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Snam con il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai
ROMA (ITALPRESS) – Sviluppo sostenibile, innovazione ed energie rinnovabili saranno al centro della partnership fra Snam e il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, l’Esposizione Universale che prenderà il via il prossimo 1° ottobre. A Expo Dubai, Snam – che proprio quest’anno compie 80 anni – racconterà il proprio impegno per la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile dei territori. La società, infatti, sta investendo in modo crescente nell’innovazione della propria rete per trasportare sempre più gas rinnovabili come biometano e idrogeno e raggiungere le zero emissioni di anidride carbonica nel 2040. Parallelamente, Snam è impegnata a sviluppare nuove iniziative come il biometano, l’idrogeno, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e la forestazione urbana per contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali e internazionali. Snam sosterrà il Padiglione Italia in iniziative di comunicazione riguardanti la sfida climatica e i fattori ESG, anche collegate alla COP26 in programma dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 a Glasgow, in partenariato tra Regno Unito e Italia.
Attraverso il proprio sostegno al Padiglione Italia in qualità di Silver Sponsor, Snam intende contribuire a celebrare l’ingegno italiano e a immaginare nuovi ecosistemi sostenibili e inclusivi sia dal punto di vista ambientale sia da quello sociale, in linea con il proprio obiettivo di neutralità carbonica al 2040 e con la propria strategia ESG. Snam, inoltre, fornirà al Padiglione la “Hydrogen Pasta”, dando visibilità ai prodotti italiani e presentando al contempo una storia di imprenditoria e innovazione. Prodotta a Contursi Terme (Salerno) in occasione della prima sperimentazione di immissione di idrogeno in una rete gas a livello europeo, effettuata da Snam servendo un pastificio e un’altra impresa locale, la “pasta all’idrogeno” sarà utilizzata per eventi di comunicazione rivolti ai visitatori.
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Expo Dubai si prepara al via, dall’Italia eccellenza energetica
ROMA (ITALPRESS) – Inizia il countdown verso Expo Dubai 2021, tra un mese, con un anno di ritardo causa pandemia, un’occasione in cui l’Italia dovrà dimostrare, in campo energetico, le sue eccellenze. Competenze, energia, investimenti, innovazione, ricerca saranno le parole chiave anticipate dai protagonisti del settore nel corso del Forum “La bella Energia dell’Italia”. Paolo Glisenti, commissario generale Italy Expo 2020, collegato dal Golfo, ha ricordato che “questo è il centro dell’area del mondo dove si prevedono, nei prossimi anni, i più delicati cambiamenti climatici e i più grave rischi economici, qui vive la generazione più consapevole della necessità di agire sui cambiamenti climatici, la lotta ai cambiamenti climatici è compito di questa generazione, qui ci sono milioni di giovani che vorranno essere protagonisti della svolta green. Il nostro sarà un padiglione carbon free, l’unico di Expo, ha una bellezza legata all’innovazione e alla sostenibilità”.
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha parlato dell’impegno italiano per Expo 2020: “Innovazione tecnologica, scientifica e industriale saranno elementi distintivi all’interno del nostro padiglione costruito secondo un modello di sostenibilità ed economica circolare. Il rapido passo del cambiamento climatico, una delle sfide più complesse e pressanti a livello globale, ha reso sempre più centrale e strategico il tema dell’energia, della sua produzione, del suo trasporto. Secondo la comunità scientifica per limitare il riscaldamento globale è necessario raggiungere zero emissioni nette di C02 entro il 2050, ciò significa che il modello di sviluppo economico finora perseguito va ripensato, disaccoppiando la crescita economica dalle emissioni e accelerare la transizione vero un’economia sostenibile, circolare”. E in quanto al Pnrr ha specificato che “sarà un’opportunità per costruire il nostro modello di crescita su nuove basi, accelerando la transizione ecologica ed energetica”.
Enel X porterà a Dubai un’istallazione: “300 luci a led: ‘The second sun and The second moon’, l’obiettivo è quello di riprodurre la luce del sole e la luce del riflesso della luna nel padiglione, è un gioco molto particolare, il nostro obiettivo è quello di rappresentare la tecnologia italiana e far divertire il pubblico” ha detto Francesco Venturini, amministratore delegato Enel X, “la priorità di tutti ora è quella di abbattere quelle che sono l’emissioni dei gas inquinanti, sappiamo quello che sono gli effetti, su questo una parte dell’Italia è molto positiva, l’altra molto negativa. Produciamo un terzo dell’energia dalle fonti rinnovabili, circa il 10% per tutte le rinnovabili d’Europa, siamo un paese che ha fatto grandi passi avanti, ma ha anche grossi problemi, a partire dalla burocrazione, resta molto difficile ottenere i permessi”.
Sull’economia circolare è concentrato il progetto di Eni per Expo Dubai con il “mondo delle microalghe, spiegando l’incredibile fonte energetica e rinnovabile di questo elemento naturale – ha commentato l’amministratore delegato, Claudio Descalzi -. Transizione energetica vuol dire innovazione tecnologica, i risultati dei nostri investimenti sono importanti. Pragmatismo e unione delle forze sono la strada per vincere una sfida complessa e il primo impegno per noi è quello di decarbonizzare la parte degli idrocarburi, puntando sull’idrogeno. L’obiettivo deve essere comune per tutti: un futuro sostenibile”.
Snam si presenterà al mondo riunito a Dubai come “l’avvocato e il pioniere dell’idrogeno, si presenterà con un nuovo statuto che consentirà il trasporto di molecole pulite, si presenta come un partner geografico dell’area, siamo entrati nell’area, nel settore del gas, ma non solo, anche per la promozione dell’idrogeno”, ha spiegato Ruggero Corrias, Ceo Diplomatic Advisor & Head of International Relations di Snam, anticipando che “nel padiglione Italia offrirà a tutti gli ospiti la prima pasta prodotta all’idrogeno, la pasta ‘decarbonarà. Il ruolo dell’idrogeno sarà quello di affiancamento all’energia rinnovabile”.
Francesco Del Pizzo, direttore Strategie di Sviluppo Rete e dispacciamento di Terna, conferma: “L’azienda si pone l’obiettivo di rappresentare per ad Expo la bellezza che diventa sinonimo di competenze, creatività, innovazione e sostenibilità. Nel padiglione Italia Terna esporrà un’opera d’arte realizzata con materiali sostenibili. Il nostro nuovo piano di sviluppo prevede
un grande rilancio per le infrastrutture e reti, investimenti tutti sostenibili, le reti avranno ruolo strategico per abilitare la transizione energetica”.
Per Francesco Caio, amministratore delegato di Saipem, Expo è “una importante opportunità per sottolineare l’aspetto della transizione enrgetica, transizione che richiederà nuove energie e nuove tecnologie e come portare tutto questo in modo sicuro. Saipem è a Dubai per ricordare al nostro paese quello che si può fare, ci poniamo come piattaforme per l’ingegneria italiana per la sostenibilità nel mondo. L’Italia ha il centro d’eccellenza dell’ingegneria, gli investimenti in nuovi impianti rappresentano un’occasione per l’export, la transizione energetica è una sfida di sistema, e il concetto di alleanza è fondamentale”.
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Bosch fornisce attrezzature per produzione di batterie
MILANO (ITALPRESS) – Bosch offre attrezzature per la produzione di batterie in un’unica soluzione: dai singoli componenti alla fornitura di soluzioni di montaggio complete. Uno dei clienti pilota è Webasto, che sta equipaggiando le proprie fabbriche di batterie con la tecnologia Bosch. Entrando in questo settore, Bosch punta a incrementare l’integrazione verticale nell’ingegneria meccanica e a generare, entro il 2025, un fatturato annuale di circa 250 milioni di euro con le attrezzature per la produzione di batterie. Bosch utilizza il proprio know-how sulla produzione nei suoi stabilimenti: ad Eisenach, in Germania, l’azienda sta avviando una produzione su vasta scala di batterie a 48 volt di seconda generazione. Quest’anno Bosch ha investito circa 70 milioni di euro per espandere la propria attività di produzione locale.
Bosch offre un portafoglio di soluzioni che spaziano dall’ibridizzazione leggera a 48 volt, ai sistemi di propulsione completamenti elettrici e alle celle a combustibile. L’azienda vanta esperienza nello sviluppo di batterie non solo per i veicoli, ma anche per le eBike, gli elettroutensili e gli elettrodomestici. Può inoltre contare su una grande conoscenza relativa alla produzione. Bosch intende sfruttare questo know-how per soddisfare la crescente domanda. “Prevediamo che il mercato mondiale delle batterie registrerà una crescita fino al 25% ogni anno. Bosch sta facendo la sua parte per soddisfare questa domanda”, ha dichiarato Rolf Najork, membro del Board of Management di Bosch responsabile industrial technology.
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Enel, progetto di ricerca con Extreme E a bordo del paddock St. Helena
LONDRA (ITALPRESS) – Extreme E, la serie automobilistica per vetture elettriche, progettata per aumentare la consapevolezza sui cambiamenti climatici, e la Fondazione Enel, il think tank sulla transizione energetica, hanno confermato oggi il loro primo progetto di ricerca scientifica congiunto che si svolgerà nel laboratorio scientifico appositamente costruito a bordo del paddock galleggiante e quartier generale della serie, la St. Helena.
Extreme E ha lavorato sin dall’inizio con la Fondazione Enel, partner scientifico fondatore del campionato, e lo scorso anno le due organizzazioni hanno collaborato per lanciare il bando di ricerca del campionato chiamato “Racing for the Planet”. Con tale bando si invitavano ricercatori scientifici internazionali a fare domanda per condurre ricerche a bordo della nave con lo scopo di migliorare le conoscenze sulle conseguenze dei cambiamenti climatici o sulle strategie di adattamento e mitigazione per gli oceani del mondo e il Pianeta.
Il progetto, guidato dal belga Alexander Vanhaelen, 24 anni, è incentrato sullo studio delle alterazioni della vita marina dovute ai cambiamenti climatici. Alexander si unirà al viaggio della St. Helena, in partenza all’inizio di settembre dalla Groenlandia, dove si terrà l’ Arctic X Prix.
Alexander sarà assistito a bordo da Adam Pantelis Galatoulas. Entrambi gli scienziati stanno attualmente studiando biologia marina presso l’Università dell’Algarve, in Portogallo. I due studiosi filtreranno l’acqua di mare durante l’ultimo viaggio della St. Helena per ottenere il DNA rilasciato da organismi marini e, sequenziando questo DNA, cercheranno di stabilire come la vita marina sia cambiata in varie parti dell’oceano soggette a condizioni di vita diverse. L’obiettivo è quello di creare un inventario globale delle specie di vertebrati per arricchire le banche dati esistenti.
Esiste tutta una serie di ragioni per questi potenziali cambiamenti che i due scienziati stanno studiando, incluso l’impatto umano e il cambiamento climatico, che portano a una perdita di biodiversità e influiscono sulla composizione degli ambienti marini e sulle specie che li abitano. Con i tassi di estinzione e l’arrivo di specie invasive ai massimi storici, questo tipo di ricerca e le conoscenze che fornirà sono fondamentali per comprendere il comportamento delle comunità marine e ispirare un’efficace gestione ecologica e biologica della conservazione.
Le scoperte del team saranno pubblicate su una rivista scientifica internazionale e dovrebbero essere comunicate a voce in occasione di incontri scientifici dedicati alla biodiversità marina.
Lo scienziato responsabile del progetto, Alexander Vanhaelen, ha dichiarato: “Sono da sempre un fan sia delle corse automobilistiche che della natura, quindi l’invito a fare ricerca di Extreme E e Fondazione Enel è stata l’occasione perfetta per unire le mie passioni e aiutare il pianeta. Si tratta davvero di qualcosa che ambivo a fare nella vita e sono felicissimo di essere stato selezionato.
“Purtroppo, la natura sta soffrendo e siamo ben decisi a capire come sia possibile intervenire per migliorarla. Credo che Extreme E sia una piattaforma molto utile per mostrare al mondo come interpretare i segni che la natura ci ha dato e come agire su di essi.
“Spero che la nostra ricerca contribuisca alla corsa contro il cambiamento climatico globale confermando quali specie si presentano in quali regioni e come si sono spostate o addirittura scomparse. Il mio obiettivo finale è fornire questa conoscenza per migliorare la pesca, la conservazione e la gestione sostenibili. So che questo progetto fornirà informazioni fondamentali in proposito ed è per questo che sono incredibilmente motivato.
“Nel 2016, ho visto come un singolo pesce possa rendere felice un’intera famiglia come se avesse vinto un campionato mondiale, e so che insieme possiamo mettere insieme le conoscenze per regalare la medesima sensazione a molte più persone che dipendono dal mare, contribuendo a sostenerne le risorse”.
Alejandro Agag, CEO e fondatore di Extreme E, ha dichiarato: “Un grande benvenuto al nostro primo team del progetto scientifico: Alexander e Adam. Sono affascinato da questo progetto e non vedo l’ora di saperne di più sui nostri mari e su come i loro abitanti stanno soffrendo a causa della crisi climatica, ma anche su come possiamo apportare cambiamenti.
“Siamo grati ai nostri partner scientifici presso la Fondazione Enel per il loro contributo alle nostre iniziative scientifiche e a quelle relative alla nostra competenza storica e siamo orgogliosi di aver confermato la nostra prima iniziativa di ricerca. E’ incredibile che riusciremo a utilizzare la nostra nave per questo scopo, quindi ci teniamo a ringraziare chi ci ha aiutato a realizzare questo sogno”.
Louisa Tholstrup, Manager di Science and Legacy di Extreme E ha dichiarato: “Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono due delle questioni più urgenti del nostro tempo. Oltre agli impatti diretti sull’economia, sulle società e sulla salute delle persone, il rapido progredire del cambiamento climatico ha un impatto negativo su molte delle specie e degli ecosistemi del mondo, causando la perdita di biodiversità. Allo stesso tempo, proteggere e ripristinare la biodiversità è fondamentale per affrontare il cambiamento climatico. Fino a poco tempo fa, queste crisi analoghe tendevano ad essere affrontate separatamente, ma due sistemi così complessi non possono essere gestiti isolatamente l’uno dall’altro”.
“La ricerca di Alexander fa parte di una tendenza in crescita nella comunità scientifica che lavora sulle sinergie e sui compromessi tra clima e biodiversità. Contribuisce alla ricerca, che è urgente e necessaria per prendere provvedimenti destinati alla protezione della biodiversità che influisce simultaneamente sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e sulla comprensione della capacità delle specie marine e degli ecosistemi di adattarsi a quei cambiamenti climatici che non possono essere evitati. Siamo molto grati alla Fondazione Enel per aver sostenuto questa importante ricerca”. La St. Helena è al momento in Kangerlussuaq, in Groenlandia, per il terzo evento del campionato, l’Arctic X Prix, che si svolgerà questo fine settimana, dal 28 al 29 agosto. La corrispondente di Extreme E, Izabela Rekiel, condividerà le storie della nave e della scienza tramite i suoi canali di social media @izyofficial.
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Eni avvia la produzione del campo Cuica in Angola
SAN DONATO MILANESE (MILANO) (ITALPRESS) – Eni ha avviato la produzione del campo Cuica, situato nel Blocco 15/06, nel deep offshore angolano, attraverso l’unità galleggiante (Floating Production Storage and Offloading, FPSO) Armada Olombendo il 30 luglio 2021, dopo poco più di 4 mesi dalla scoperta.
Il campo Cuica è stato scoperto dal pozzo esplorativo Cuica 1 nel marzo 2021. Si trova a una profondità di 500 metri, a circa 3 km dalla FPSO Olombendo. La produzione iniziale aumenterà e sosterrà il plateau di produzione della FPSO di Olombendo; lo sviluppo comprende un pozzo esplorativo e un pozzo di reiniezione dell’acqua, collegato al sistema di produzione esistente Cabaça North, e sfrutta appieno il potenziale delle infrastrutture disponibili nell’area.
“L’avvio della produzione del campo Cuica, a soli 4 mesi dalla scoperta, è un ulteriore esempio dello straordinario successo esplorativo di Eni in Angola e nel mondo che, guidato dal principio dell’Infrastructure Led Exploration (ILX), e combinato con l’applicazione di una filosofia di sviluppo modulare e semplificata, sta permettendo a Eni di trasformare i successi esplorativi in produzione nel modo più efficiente ed efficace”, si legge in una nota.
La FPSO Armada Olombendo ha una capacità produttiva di 100.000 barili di olio al giorno ed è progettata per operare con zero discharge per l’intera vita produttiva. Oltre a Cuica, il cui tasso di produzione è in linea con le aspettative, la Olombendo sta ricevendo e trattando la produzione dei campi Cabaça, Cabaça South East e UM8 per un totale di 12 pozzi e 5 collettori a una profondità che va dai 400 ai 500 metri. La FPSO Olombendo riceverà anche la produzione del campo Cabaça North nel 4Q 2021.
Il blocco 15/06 è operato da Eni Angola con una quota del 36,84%. Sonangol Pesquisa e Produçào (36,84%) e SSI Fifteen Limited (26,32%) compongono il resto della Joint Venture. Oltre al blocco 15/06, Eni è operatore dei blocchi esplorativi Cabinda Nord, Cabinda Centro, 1/14 e 28, così come del New Gas Consortium (NGC). Inoltre, Eni ha partecipazioni nei blocchi non operati 0 (Cabinda), 3/05, 3/05A, 14, 14 K/A-IMI, 15 e in Angola LNG.
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E.ON, nel primo semestre 2021 utile netto sale a 1,8 miliardi
MILANO (ITALPRESS) – Il Gruppo E.ON ha quasi completamente ripristinato il servizio elettrico nelle aree della Germania colpite dalle catastrofiche tempeste di metà luglio. E.ON ha provveduto ad inviare circa 1.000 uomini, specialisti e mezzi per aiutare la propria filiale Westenergie e fornire una rapida assistenza nelle zone alluvionate. Presentando i risultati del primo semestre dell’azienda, il CEO di E.ON Leonhard Birnbaum ha espresso vicinanza alle vittime ed ha ringraziato tutti i dipendenti che si sono adoperati con il massimo impegno nelle ultime settimane.
A questo proposito, Birnbaum ha sottolineato l’importanza di poter contare su un’infrastruttura forte e affidabile, su investimenti solidi e su un quadro normativo competitivo a livello internazionale.
Uno studio condotto da E.ON e dall’Università RWTH di Aquisgrana ha rivelato che la Germania dovrà investire più di 110 miliardi di euro nelle infrastrutture della rete di distribuzione entro il 2050. I nuovi obiettivi climatici del Paese accelereranno la necessità di questi investimenti. L’azienda intende raggiungere le zero emissioni di carbonio entro il 2040 e migliorare la biodiversità.
Diverse le iniziative intraprese in questo ambito, come, per esempio, il sostegno al Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema con la missione globale di far rivivere miliardi di ettari, dalle foreste ai terreni agricoli, dalla cima delle montagne alle profondità del mare; oltre all’impegno nella gestione dei corridoi ecologici.
Secondo il CFO Marc Spieker nella prima metà del 2021, E.ON ha registrato un’ottima performance. Le vendite sono aumentate di 2,4 miliardi di euro su base annua a 33 miliardi di euro. L’EBIT rettificato del primo semestre nelle attività principali di E.ON, pari a circa 2,4 miliardi di euro, ha superato del 26% la cifra dell’anno precedente di 1,9 miliardi di euro. L’EBIT rettificato del gruppo E.ON è aumentato del 45% rispetto al periodo di riferimento del 2020, da 2,2 miliardi di euro a 3,2 miliardi di euro. L’utile netto rettificato di 1,8 miliardi di euro ha superato dell’86% la cifra dell’anno precedente di 950 milioni di euro.
I risparmi sui costi nell’attività di vendita nel Regno Unito hanno avuto un impatto positivo sui guadagni del secondo trimestre. Il clima più fresco rispetto all’anno precedente ha portato a un maggiore volume di vendite di gas. Inoltre, nei primi sei mesi del 2021 E.ON ha ampiamente compensato le ripercussioni economiche della pandemia Covid-19, che ha avuto un notevole impatto negativo sulle attività di E.ON nella prima metà del 2020.
Il rimborso degli acquisti di diritti di produzione di energia residua derivanti dall’attuazione dell’accordo di diritto pubblico tra il governo federale tedesco e gli operatori delle centrali nucleari del paese è stato un altro fattore.
L’EBIT rettificato del segmento Customer Solutions è aumentato del 75% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 838 milioni di euro, grazie al clima più fresco nella prima metà del 2021 e i miglioramenti operativi in quasi tutti i mercati di E.ON. I significativi risparmi sui costi derivanti dal programma di ristrutturazione in corso nel Regno Unito sono stati un altro fattore chiave nell’aumento dell’EBIT rettificato.
La performance positiva dell’EBIT rettificato nel core business di E.ON è stata accompagnata da un maggiore EBIT rettificato nel segmento Non-Core Business. L’aumento è principalmente attribuibile a PreussenElektra e all’attuazione dell’accordo di diritto pubblico tra il governo federale tedesco e i gestori delle centrali nucleari del paese.
L’utile netto rettificato di 1,8 miliardi di euro ha superato dell’86% la cifra dell’anno precedente di 950 milioni di euro. L’aumento riflette principalmente la forte crescita dell’EBIT rettificato.
L’indebitamento netto economico di circa 40,9 miliardi di euro al 30 giugno 2021 è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al trimestre precedente (31 marzo 2021: 40,8 miliardi di euro). Marc Spieker -Chief Financial Officer – rimane ottimista sul fatto che E.ON raggiungerà il proprio target di indebitamento di 4,8 – 5,2 quest’anno e quindi prima di quanto previsto in origine.
In vista del rimborso delle spese per i diritti di produzione di energia residua, E.ON ha migliorato le previsioni per l’anno finanziario 2021. Leonhard Birnbaum ha affermato: “Ora ci aspettiamo di raggiungere un obiettivo di EBIT rettificato da 4,4 a 4,6 miliardi di euro e un utile netto rettificato da 2,2 a 2,4 miliardi di euro per l’intero anno 2021”. Birnbaum ha confermato il piano di utili dell’azienda fino al 2023, compresa la promessa di dividendi.
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