ROMA (ITALPRESS) – Nel mese di luglio 2021 la domanda di energia elettrica in Italia è stata di 30,3 miliardi di kWh, coperta per il 38% dalle fonti rinnovabili. Secondo le analisi di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, il valore di fabbisogno è in aumento del 4,9% rispetto ai volumi di luglio 2020. I consumi industriali confermano un sostanziale ritorno ai livelli pre-covid, grazie alla crescita di quasi tutti i settori monitorati da Terna.
Analizzando nel dettaglio i dati di luglio, quest’anno il mese ha avuto un giorno lavorativo in meno (22 contro i 23 del 2020) e una temperatura media mensile superiore di circa 0,5°C rispetto a luglio del 2020. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, risulta in crescita del 3,8%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di luglio è stata ovunque positiva: +4,3% al Nord, +4,6% al Centro e +6,2% al Sud.
In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura ha fatto registrare una leggera flessione dello 0,9% rispetto al mese precedente (giugno 2021). Nei primi sette mesi dell’anno, la domanda elettrica in Italia è in crescita del 7,3% rispetto all’omologo periodo del 2020 (invariato il dato in termini rettificati).
Nel mese di luglio la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per circa l’85,5% con la produzione nazionale e per la quota restante (14,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (26,1 miliardi di kWh) ha registrato una crescita dello 0,3% rispetto a luglio 2020. In aumento le seguenti fonti: eolica (+44,9%), idrica (+6,7%), geotermica (+1,5%); in flessione la fonte fotovoltaica (-7,8%) e la termica (-2,6%). Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a +43,9% per un effetto combinato dell’aumento dell’import (+30,7%) e di una riduzione dell’export (-50,8%).
L’indice IMCEI elaborato da Terna – che prende in esame e monitora in maniera diretta i consumi industriali di circa 530 clienti cosiddetti energivori connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale (grandi industrie dei settori “cemento, calce e gesso”, “siderurgia”, “chimica”, “meccanica”, “mezzi di trasporto”, “alimentari”, “cartaria”, “ceramica e vetraria”, “metalli non ferrosi”) – conferma anche per questo mese il ritorno sostanziale dei consumi industriali ai livelli pre-covid: l’indice risulta in crescita del 10,3% rispetto a luglio 2020 e del 2,1% rispetto a luglio 2019. In particolare, incremento a doppia cifra per i settori della siderurgia e della meccanica, più contenuta la crescita dei metalli non ferrosi. In flessione, invece, i mezzi di trasporto e i materiali da costruzione.
Considerati i valori anomali dei consumi elettrici registrati a partire da marzo 2020, anche per questo mese Terna ha ritenuto opportuno condurre un’analisi statistica supplementare prendendo come riferimento l’anno 2019. Secondo i dati di Terna, il valore di fabbisogno elettrico di luglio 2021 risulta in calo del 2,1% rispetto a luglio 2019 (in termini rettificati il valore non cambia). Il valore dei primi sette mesi del 2021 è in flessione del 2% rispetto all’omologo periodo del 2019 (-1,8% rettificato).
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A luglio consumi elettrici ancora in crescita
Starace “Da Enel impegno per riduzione emissioni 80% entro 2030”
ROMA (ITALPRESS) – “Accogliamo con favore la pubblicazione del documento dell’IPCC per policymakers che illustra i punti salienti dal nuovo rapporto dell’organizzazione Climate Change 2021: the Physical Science Basis, rapporto che rende ancora più urgente la necessità da parte delle economie globali di intraprendere azioni coraggiose per ridurre rapidamente le emissioni, di pari passo con la limitazione dell’aumento della temperatura globale entro gli 1,5°C. Il Gruppo Enel si è già impegnato a ridurre dell’80% le proprie emissioni dirette entro il 2030, rispetto al 2017, in linea con l’obiettivo degli 1,5°C, come certificato dalla Science Based Targets initiative (SBTi)”. Lo afferma in una nota Francesco Starace, amministratore delegato del Gruppo Enel.
“Esortiamo i governi di tutto il mondo a fare il possibile, in modo tale che l’economia globale abbandoni rapidamente le attività inquinanti e potenzi le soluzioni volte ad arginare il cambiamento climatico – aggiunge -. Tale azione è essenziale se vogliamo portare tutti i nostri fornitori e clienti a intraprendere un percorso comune. In tal senso, Enel, in qualità di firmataria della campagna “Business Ambition for 1.5°C” promossa dalle Nazioni Unite e da altre istituzioni, si impegna a raggiungere la neutralità in termini di emissioni entro il 2050 lungo tutta la catena del valore, comprese sia le emissioni dirette (Scope 1) che quelle indirette (Scope 2 e 3)”.
“Quando si parla di scenari climatici, la scienza ha compiuto progressi significativi e il lavoro dell’IPCC è fondamentale per capire cosa potrebbe riservarci il futuro e quali sono le nostre capacità di mitigazione e adattamento. Il sesto ciclo di valutazione dell’IPCC, che produrrà un’importante serie di rapporti IPCC, offrendo una visione completa delle conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici, rappresenta una risorsa fondamentale per i policymakers, le aziende private e la società nel complesso – sottolinea l’Ad di Enel -. L’approccio completo e trasparente dell’IPCC è importante per diffondere la conoscenza e la consapevolezza a qualsiasi livello. Il rapporto “Climate Change 2021: the Physical Science Basis”, preparato dal Gruppo di lavoro I dell’IPCC, condivide le informazioni più recenti per quanto riguarda la comprensione fisica del clima attuale e le proiezioni future, inclusa una maggiore consapevolezza in merito all’impatto umano sui cambiamenti climatici. Il rapporto descrive in dettaglio il bilancio energetico della Terra, i processi sul feedback climatico e la sensibilità climatica, evidenziando il potenziale cambiamento della temperatura globale, oltre a rafforzare la richiesta di un’azione urgente per la mitigazione dei cambiamenti climatici, dopo l’ IPCC Special Report on Global Warming of 1.5°C (il rapporto speciale sul riscaldamento globale di 1,5°C) e i relativi rischi per il pianeta e l’umanità”.
“Di particolare interesse è la maggiore attenzione alle informazioni regionali derivanti dai miglioramenti del modello e le ultime scoperte sugli eventi estremi, compresi eventi compositi, tenendo conto le scale temporali del meteo e del clima, che sono informazioni essenziali per la valutazione dei rischi legati al clima – conclude Starace -. I futuri rapporti di questo ciclo saranno ugualmente importanti nel sostenere la definizione di un’efficace strategia di mitigazione e adattamento per costruire un futuro resiliente rispetto alle variazioni climatiche: Gruppo di lavoro II – Impatti, adattamento e vulnerabilità; Gruppo di lavoro III – Mitigazione dei cambiamenti climatici”.
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Accordo Confagricoltura-Enel per transizione energetica ed ecologica
ROMA (ITALPRESS) – La sfida della transizione energetica coinvolge anche il settore agricolo. Per questo Enel e Confagricoltura hanno siglato una collaborazione che offrirà un pacchetto di soluzioni a misura delle aziende del settore.
Gli accordi, che hanno coinvolto Enel X ed Enel Energia, prevedono la possibilità, per le aziende, di avere una consulenza dedicata, finalizzata a cogliere concretamente le opportunità in questo campo. In particolare, la proposta si articola, anche tramite il supporto di figure commerciali dedicate da parte di Enel Energia ed Enel X, in studi di progetto per valutare la convenienza economica e di fattibilità della proposta commerciale, prodotti dedicati per le commodities elettrica e gas, il Circular Economy Report per misurare attraverso un’azione di audit la circolarità dell’azienda e le azioni possibili di miglioramento per l’efficientamento energetico, come l’installazione di impianti fotovoltaici nuovi o l’ottimizzazione di quelli esistenti, le comunità energetiche rinnovabili, le infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. Capitolo importante della sinergia è inoltre favorire l’innovazione tecnologica, quindi anche il fotovoltaico, rispettando le aree rurali nel loro complesso, compresi gli aspetti paesaggistici. “Con questa intesa – commenta Carlo Tamburi, direttore Enel Italia – Enel intende rafforzare l’alleanza naturale tra fonti rinnovabili, soluzioni energetiche sostenibili e il settore agricolo. La transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile e il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica non è possibile senza fornire opportunità di crescita e di innovazione tecnologica alle imprese del settore agricolo, con cui intendiamo lavorare insieme anche per favorire una crescita armonica sul territorio di impianti e colture”.
“Il contrasto al cambiamento climatico e il miglioramento della sostenibilità – spiega Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – passano attraverso le aziende agricole. L’agricoltura può dare il proprio contributo sui temi legati alla sostenibilità ambientale, all’abbattimento delle emissioni, all’assorbimento di CO2, nonchè alla produzione di energia verde, puntando sull’innovazione delle aziende agricole. Le energie rinnovabili, e il fotovoltaico in particolare, hanno registrato uno sviluppo importante in agricoltura negli ultimi quindici anni, consentendo alle imprese di implementare percorsi di sostenibilità a livello aziendale, di partecipare attivamente alla decarbonizzazione del settore elettrico e di supportare la transizione ecologica del settore”.
A settembre è previsto un primo incontro per illustrare nel dettaglio ai territori i contorni dell’intesa tra Enel, Enel X e Confagricoltura, quindi seguiranno altri appuntamenti nelle varie regioni per promuovere in modo specifico le opportunità della partnership.
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Gse, Andrea Ripa di Meana amministratore unico
ROMA (ITALPRESS) – L’assemblea degli azionisti del Gestore dei Servizi Energetici, società del Mef che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, si è riunita per procedere alla nomina del nuovo organo di amministrazione della società. L’azionista ha nominato come amministratore unico Andrea Ripa di Meana. Laureato in Economia presso la Facoltà di Scienze Statistiche e Demografiche dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, ha conseguito il dottorato di ricerca in Economia presso il Mit di Boston. Attualmente è membro del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (NUVV) presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ stato presidente, dal 2013 al 2015, e direttore generale, dal 2015 al 2018, di Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (Csea). Resterà in carica fino all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2023.
Nel corso dell’assemblea è stato approvato anche il bilancio dell’esercizio 2020 con un utile netto di 7,4 milioni. E’ stata proposta la destinazione di una parte dell’utile d’esercizio, pari a oltre 5 milioni, come dividendo all’azionista Mef. Il ministero ha ringraziato il Cda uscente nelle persone del presidente Francesco Vetrò, dell’Ad Roberto Moneta e del consigliere Laura Bajardelli, per il lavoro svolto.
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Arera, su mercato libero 57,3% clienti luce e 60,2% gas
MILANO (ITALPRESS) – L’Arera ha pubblicato il primo Rapporto monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas. Secondo l’ultimo aggiornamento di marzo sono nel mercato libero, nel settore elettrico il 57,3% dei clienti domestici e il 68% dei clienti altri usi in bassa tensione; nel settore del gas il 60,2% dei clienti domestici e il 69,9% dei condomini uso domestico con consumi inferiori ai 200 mila Smc.
Da una analisi di dettaglio del settore elettrico, per i domestici il mercato libero è scelto in misura maggiore dai più giovani: l’81% dei contratti siglati da clienti tra i 18 e 29 anni. Per tutte le tipologie di cliente e per entrambi i settori si conferma che la stragrande maggioranza dei passaggi avviene nell’ambito del mercato libero, ed è quindi attuata da clienti che erano usciti dalla tutela già in precedenza.
Il Portale Offerte dell’Arera, operativo dal 2018, contiene al 30 giugno circa 4.855 offerte disponibili alla consultazione e alla comparazione della spesa. Per il settore elettrico: 1.371 per i clienti domestici (di cui il 61% a prezzo fisso) e 1.225 per i clienti non domestici (di cui il 56% a prezzo fisso). Per il settore gas naturale: 446 per i condomini uso domestico (di cui il 49% a prezzo fisso), 986 per i clienti domestici (di cui il 58% a prezzo fisso) e 741 per i non domestici (di cui 53% a prezzo fisso). Per le dual fuel: 83 per i clienti domestici (di cui il 90% a prezzo fisso) e 3 per i non domestici (di cui 1 a prezzo fisso). Dall’analisi per alcuni clienti tipo emerge come nel mercato libero siano presenti alcune offerte più convenienti dei servizi di tutela, sia a prezzo fisso che a prezzo variabile, nonostante queste rappresentino una quota residuale di quelle disponibili. Nel settore elettrico per il cliente tipo domestico residente, nei 18 mesi analizzati (gennaio 2020 – giugno 2021) erano disponibili in media 64 offerte più convenienti della maggior tutela, pari al 4,72% delle offerte a disposizione. Di queste, 15 erano a prezzo variabile e 49 a prezzo fisso. Con riferimento invece al settore del gas, per il cliente tipo domestico erano disponibili in media 65 offerte più convenienti del servizio di tutela, pari al 9,82% delle offerte a disposizione. Di queste, 32 erano a prezzo variabile e 33 erano a prezzo fisso. Rispetto al complesso dei contratti sottoscritti nel mercato libero dai clienti domestici emerge come siano principalmente a prezzo fisso: 84,0% nel settore elettrico e 73,9% nel settore del gas naturale. I primi approfondimenti su un campione di clienti usciti dal servizio di maggior tutela nel periodo luglio 2020-marzo 2021, sembrano mostrare come non sempre il cliente sceglie l’offerta economicamente più vantaggiosa.
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Leonardo e A2A insieme per soluzioni cyber security impianti energia
ROMA (ITALPRESS) – Testare sul campo nuovi prototipi di soluzioni sviluppati per rispondere alle esigenze specifiche di cyber security delle infrastrutture energetiche. Questo è l’obiettivo della nuova collaborazione tra Leonardo- player internazionale dedicato allo sviluppo di capacità operative multidominio in ambito Aerospazio, Difesa e Sicurezza attraverso il presidio delle tecnologie strategiche – e A2A – Life Company impegnata nella crescita sostenibile del Paese per migliorare la qualità della vita delle persone e guidare la transizione ecologica. La sperimentazione riguarderà in particolare l’analisi del rischio informatico degli asset e dei servizi digitali, la virtualizzazione dei test applicativi e la protezione delle postazioni dedicate al controllo degli impianti.
Si tratta di processi critici per la protezione di infrastrutture strategiche, fondamentali per cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione del sistema energetico verso digitalizzazione e decentralizzazione – conseguenze della transizione energetica e dello sviluppo di fonti rinnovabili – rispondendo alle sfide di sicurezza che questa trasformazione comporta. Il ricorso al digitale amplifica infatti il livello di interconnessione delle reti elettriche, le espone a un maggior rischio cyber e richiede il dispiegamento di soluzioni tecnologiche avanzate per salvaguardare il patrimonio informativo aziendale e garantire la continuità dei servizi.
Per l’analisi del rischio cyber, sarà sperimentato un sistema di nuova generazione che permette di gestire l’intero ciclo di intelligence, dalla definizione dei requisiti, alla raccolta delle sorgenti informative interne ed esterne, strutturate e non strutturate, fino all’analisi e alla produzione di report e indicatori di compromissione. Sarà così possibile indentificare in modo preciso le minacce, la probabilità che un attacco sia portato a termine e quindi implementare le contromisure più adeguate. Un prototipo di piattaforma “multi-sandbox” denominata ARGO consentirà invece di testare simultaneamente e in modo orchestrato, in un ambiente operativo virtuale e isolato dalla rete e dal sistema informativo aziendale – che quindi non verrà esposto a rischi – applicativi e antivirus eterogenei, indicando le combinazioni più efficaci per sfruttare appieno e in sicurezza tutte le tecnologie a disposizione. Sarà infine testata una soluzione di Endpoint Detection and Response (EDR) customizzata per ambienti industriali di tipo ICS (Industrial Control Systems), per il monitoraggio delle postazioni di lavoro dedicate ai sistemi di controllo e la risposta a incidenti di sicurezza. Il sistema permette un’analisi attiva del comportamento e delle attività che vengono eseguite dalle applicazioni utilizzate dagli utenti, prevenendo violazioni e consentendo di intervenire con risposte puntuali.
“Leonardo è il partner tecnologico e industriale di riferimento per la sicurezza delle infrastrutture critiche e dei fornitori di servizi essenziali e, per mantenere questa leadership, attività di ricerca e innovazione costanti sono imprescindibili – commenta Tommaso Profeta, Managing Director della Divisione Cyber Security di Leonardo – La collaborazione con A2A ci permetterà di sperimentare sul campo alcune delle nostre tecnologie più innovative per la cyber security dei processi industriali e di arricchire la nostra offerta di soluzioni proprietarie per la digitalizzazione e la sicurezza, tra i pilastri del piano strategico Be Tomorrow – Leonardo 2030 per la crescita sostenibile di lungo termine.” “A2A è da sempre attenta alla sicurezza: crediamo che, nella transizione digitale, la cyber security debba essere approcciata in maniera olistica sin dalle prime fasi di progettazione delle soluzioni tecnologiche. Si tratta di un aspetto fondamentale per poter garantire l’efficacia dei servizi essenziali che offriamo alle persone, prendendoci cura della qualità della loro vita – commenta Alessandro Manfredini, Direttore Group Security & Cyber Defence del Gruppo A2A – Questa importante iniziativa portata avanti con un partner leader nel settore come Leonardo potrà supportare il nostro Gruppo nel suo impegno per contribuire alla crescita sostenibile del Paese, come delineato nel nuovo Piano Industriale decennale. Si tratta di un accordo importante che ci auguriamo possa portare valore anche a tutto il mondo delle utilities”.
Le nuove soluzioni, attualmente in fase di implementazione nel centro di ricerca per la cyber security di Leonardo, saranno sperimentate, in base a uno specifico Memorandum of Understanding (MoU) siglato tra le due aziende, sugli impianti e sulle reti di A2A, con un particolare focus sui processi di generazione di energia e di distribuzione.
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Rse, a Milano area sperimentale per studi su ricarica elettrica
MILANO (ITALPRESS) – Taglio del nastro a Milano per l’area sperimentale RSE (Ricerca Sistema Energetico) per la ricarica di veicoli elettrici con sistema centralizzato che ne ottimizza il funzionamento. Con la conversione in elettrico delle flotte aziendali e un’area dedicata con 24 postazioni realizzate da diversi costruttori, l’infrastruttura, oltre ad offrire un servizio di ricarica ai dipendenti, consentirà a RSE di analizzare le principali opportunità e criticità, nonchè di sviluppare e testare sul campo soluzioni innovative di gestione. Tali attività, che proseguiranno fino al termine del 2022, si inseriscono nell’ambito dei Progetti di Ricerca finanziati dal Fondo per la Ricerca sul Sistema Elettrico Nazionale su reti elettriche, generazione distribuita e veicoli elettrici.
“Oggi è un passo importante per noi – ha spiegato l’amministratore delegato di Rse, Maurizio Delfanti – finalmente inauguriamo la nostra area di ricarica sperimentale. Alcune finalità del progetto sono di origine interna, vogliamo alimentare la nostra flotta elettrica di circa 25 vetture con una nostra infrastruttura e vogliamo farlo per dimostrare che c’è una convenienza per le aziende come la nostra a passare alla trazione elettrica e anche perchè ci sono vantaggi per l’ambiente non solo interni, emetteremo meno gas clima-alteranti, meno gas inquinanti e poi faremo vedere come l’uso delle batterie delle auto come accumulatori di riserva per fornire servizi al dispacciamento possano avere una valenza sistemica e anche economica. Infine, l’infrastruttura non è aperta soltanto alla nostra flotta aziendale ma anche alle persone che lavorano in RSE quindi speriamo che questo favorisca e stimoli il passaggio all’elettrico anche delle persone che gravitano attorno a RSE”, ha concluso.
Obiettivo del progetto, realizzato con il supporto di Cesi, è dimostrare la fattibilità e la convenienza complessiva per un’azienda di elettrificare la flotta auto e valutare la complementarietà della ricarica aziendale con la ricarica privata e pubblica. Il progetto vuole ponderare le reali potenzialità sistemiche derivanti dall’aggregazione dei processi di ricarica per flotte aziendali gestita con algoritmi innovativi. Oltre alla riduzione degli impatti ambientali, si stima una riduzione dei costi di gestione della flotta per una spesa di carburante ridotta fra i 1.000 e i 4.000 euro l’anno, con la possibilità di una gestione smart tramite webapp e la condivisione dei servizi dell’infrastruttura con i dipendenti. I 24 nuovi punti di ricarica fino a 22 kW a Milano, sommati ai 3 installati a Piacenza e ai sistemi di ricarica domestica presso dipendenti selezionati fino a 7 kW sono stati prodotti da cinque partner industriali differenti per verificare l’interoperabilità con il sistema di ottimizzazione e l’utilizzo degli standard.
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Idrogeno, un progetto italiano per l’industria del vetro
ROMA (ITALPRESS) – Un gruppo di lavoro composto da Snam, RINA, Bormioli Luigi, Bormioli Rocco, STARA GLASS, Università degli Studi di Genova, Stazione Sperimentale del Vetro, IFRF Italia, SGRPRO e RJC SOFT ha avviato una collaborazione finalizzata alla riduzione delle emissioni nell’industria vetraria attraverso l’idrogeno.
La fabbricazione di oggetti in vetro, di cui l’Italia è il secondo produttore in Europa con oltre 5 milioni di tonnellate annue, è energivora e difficilmente elettrificabile. Per questo il progetto “Divina” (Decarbonizzazione dell’Industria Vetraria: Idrogeno e Nuovi Assetti), coordinato da Snam, RINA e Bormioli, si pone l’obiettivo di ridurre le emissioni nella fase di fusione del vetro, che rappresenta più del 50% del consumo energetico complessivo di tutto il processo di produzione.
“In quest’ottica, la disponibilità di un vettore energetico come l’idrogeno può rappresentare una soluzione valida ottimizzandone l’uso in termini energetici ed emissivi e gestendo le sfide della produzione e del trasporto”, si legge in una nota.
«L’idrogeno avrà un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione di settori a elevata intensità energetica come quello del vetro per centrare gli obiettivi climatici nazionali ed europei. Questo progetto si aggiunge a quanto stiamo già facendo nei settori dell’acciaio, del trasporto ferroviario e delle ceramiche. Snam, grazie alle proprie infrastrutture e alle proprie competenze, potrà abilitare l’introduzione dell’idrogeno nell’industria, anche a beneficio della crescita economica», spiega l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà.
Ugo Salerno, Presidente e Amministratore Delegato di RINA, ha affermato: «Continuiamo a lavorare con Snam e con altre realtà per contribuire alla transizione ecologica delle principali filiere energivore. Dopo il primo test con un mix di gas naturale e idrogeno al 30% nella lavorazione dell’acciaio che abbiamo svolto a maggio, le nostre competenze e i nostri laboratori sono a disposizione anche del progetto “Divina”, un importante traguardo verso la decarbonizzazione di un altro settore tra i più significativi del tessuto economico italiano».
«In qualità di eredi di una delle più antiche tradizioni industriali europee di produzione di vetro di alta qualità, vogliamo essere protagonisti del processo di decarbonizzazione del nostro settore catalogato come hard-to-abate. La partnership con attori di primo ordine del settore energetico, dell’industria vetraria e del mondo accademico rende il progetto Divina una proposta solida e concreta di percorso di transizione verde e di sostenibilità», ha sottolineato Vincenzo Di Giuseppantonio, amministratore delegato del gruppo Bormioli Luigi.
L’iniziativa permetterà, nel breve e medio periodo, di valutare il risultato dell’introduzione di una percentuale crescente di idrogeno miscelato al gas naturale in forni fusori esistenti e in regolare regime di produzione. L’opportunità di testare quote significative di idrogeno su forni operativi permetterà di verificare la compatibilità della combustione a base di idrogeno con il materiale vetro in contesti di produzione industriale reale e dopo le opportune sperimentazioni nei laboratori.
Oggi il principale vettore energetico utilizzato dalle vetrerie è il gas naturale e le emissioni di CO2 si attestano a circa 1.500.000 tonnellate annue: nel complesso, circa il 3,5% delle emissioni dell’intero settore manifatturiero. L’impiego di un blend di idrogeno al 30% nei processi fusori del vetro a livello nazionale consentirebbe di ridurre le emissioni di 200.000 tonnellate, pari alle emissioni equivalenti di circa 100.000 autoveicoli.
Nell’ambito del progetto, verranno anche definite e successivamente ottimizzate le regole di progettazione dei futuri forni – i cosiddetti “Forni 4.0” – in grado di garantire le migliori prestazioni anche con percentuali di idrogeno maggiori, fino al 100%.
Il gruppo di lavoro, tutto italiano, è rappresentativo dell’intera filiera in quanto coinvolge specialisti del settore energetico, gruppi vetrari di primo livello, player nel campo della produzione e del trasporto di combustibile, aziende leader della certificazione e nell’integrazione di sistemi complessi, imprese di progettazione di forni fusori da vetro e centri universitari e di ricerca.
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