MILAZZO (ITALPRESS) – Tempi certi per la riqualificazione del Polo di San Filippo del Mela nel Messinese. E’ quanto chiedono amministratori locali e sindacati che hanno partecipato all’incontro che si è tenuto all’Eolian Hotel di Milazzo, organizzato da A2A e The European House – Ambrosetti.
“Continueremo a lavorare con la Regione e il vostro supporto è di conforto”, sottolinea Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, rivolgendosi agli amministratori locali e ai rappresentanti dei sindacati che hanno sollevato la questione. Per Mazzoncini “non c’è un tema di impatto ambientale, ma di tempi”.
A2A ha attivato l’iter autorizzativo per l’impianto Forsu nel maggio 2019, poi a gennaio 2021, come ha ricordato Giuseppe Monteforte, ad di A2A Energiefuture, l’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente della Regione Sicilia ha notificato alla multiutility un preavviso di rigetto del Paur – Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale. Per Mazzoncini la Sicilia “rimane uno dei territori più importanti in termini di sviluppo” della multiutility che nel 2020 è cresciuta del 18% sul fronte investimenti. “Il grosso degli investimenti sulle rinnovabili si sta spostando nel Mezzogiorno”, avverte l’ad che vede nella regione “potenzialità enormi”.
Nel 2020 in Sicilia A2A ha generato e distribuito valore aggiunto agli stakeholder locali per un totale di 32,5 milioni di euro e ha investito nella manutenzione e sviluppo dei propri impianti 7,8 milioni di euro. Il piano di A2A per la riconversione della centrale di San Filippo del Mela rientra nel progetto più esteso di un Polo energetico integrato, che prevede investimenti per circa 450 milioni di euro e si inserisce nel quadro più ampio delineato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), dal Piano Energetico e Ambientale della Regione Siciliana e dal Piano Regionale di Gestione del Ciclo dei Rifiuti. Coerentemente con i due pilastri del Piano Strategico del gruppo A2A, il progetto prevede interventi legati sia al tema della transizione energetica sia al tema dell’economia circolare. Come ad esempio la realizzazione di un nuovo gruppo di produzione di energia elettrica di ultima generazione (400MW), con l’obiettivo di sostituire l’attuale produzione alimentata da olio combustibile, che potrà funzionare in ciclo combinato (CCGT) o in ciclo aperto (OCGT), in base alle richieste del mercato.
Questo produrrà una maggiore efficienza energetica con rendimenti superiori al 60%, minori emissioni inquinanti con una riduzione significativa delle emissioni di ossidi di azoto e annullamento delle emissioni di ossidi di zolfo e polveri, e minore impatto paesaggistico, grazie alla demolizione del camino, dei 3 serbatoi per l’olio e delle unità a carbone.
Inoltre, è prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico di circa 3 MW di potenza all’interno del perimetro della Centrale di San Filippo del Mela e anche di un sistema di batterie elettrochimiche per potenziare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili. Il sistema di accumulo sarà dotato di una potenza pari a 20MW. Sul fronte dell’economia circolare il progetto prevede la realizzazione di un impianto per il trattamento della FORSU derivante dalla raccolta differenziata, attraverso un investimento di circa 35 milioni di euro e la realizzazione di un impianto per il trattamento della plastica proveniente dalla raccolta differenziata, attraverso un investimento pari a 11 milioni di euro.
Ad oggi, infatti, nell’area vasta di Messina non esistono Centri di Selezione Secondari (CSS Corepla).
Nel caso di approvazione del sistema FORSU è stata considerata anche l’installazione di pannelli fotovoltaici sulla copertura dei fabbricati per coprire parte degli autoconsumi dell’impianto FORSU (SEU), quantificati in 8.350 MWh/anno. L’incontro è stato anche occasione per presentare i due progetti selezionati nell’ambito della Challenge for Sicilia, l’iniziativa lanciata da A2A nelle scorse settimane per individuare idee innovative in grado di favorire l’evoluzione sostenibile del territorio e, potenzialmente, trovare applicazione nelle attività del Gruppo e nelle relative filiere. Si tratta di Sandstorm, un drone in grado di pulire i pannelli fotovoltaici, in completa autonomia e senza l’utilizzo dell’acqua, con un potenziale risparmio dell’80% sulle operazioni di pulizia degli impianti, progettato dalla startup Reiwa di Vittoria (RG) e dell’utilizzo del plasma per il cracking del metano derivante dall’upgrading del biogas – Green H2 from Biogas, sviluppato dall’Università di Messina).
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Polo San Filippo del Mela, A2A “Potenzialità enormi”
Renault Trucks ed Enel X insieme per diffusione mobilità elettrica
ROMA (ITALPRESS) – Permettere il passaggio alla mobilità elettrica anche ai mezzi pesanti del parco circolante italiano: Renault Trucks è pronta ad offrire non solo una gamma completa di veicoli elettrici dalle 3,5 alle 27 tonnellate, ma intende accompagnare i propri Clienti nel percorso di transizione verso una mobilità sostenibile a zero emissioni, con un’assistenza a 360°. Questo sarà possibile grazie alla partnership siglata con Enel X, la business line globale di Enel che offre servizi per accelerare l’innovazione e guidare la transizione energetica, per lo sviluppo di una serie di soluzioni dedicate alla mobilità elettrica: dalle infrastrutture per la ricarica dei veicoli, alla piattaforma web di supporto per gestire e monitorare i punti di ricarica installati all’interno dei parcheggi aziendali, dai programmi di gestione delle flotte aziendali di veicoli elettrici alla formazione di personale qualificato, fino a JuicePass, l’App che permette di gestire tutte le ricariche dei veicoli elettrici ovunque ti trovi. In città, in strade urbane, extraurbane e in numerosi punti strategici (supermercati, parcheggi e centri commerciali), grazie alle infrastrutture di ricarica distribuite su tutto il territorio italiano ed europeo.
“La collaborazione con Renault Trucks è un passo importante che dimostra come con l’elettrico si possano coprire tutti i bisogni di mobilità, sia in ambito urbano che extraurbano”, ha dichiarato Augusto Raggi, Responsabile Enel X Italia “Da oggi i mezzi di Renault Trucks potranno contare sulle nostre soluzioni di ricarica che contribuiscono al processo di elettrificazione dell’intero comparto. L’obiettivo di Enel X è permettere a tutti di guidare un veicolo elettrico in maniera comoda e sicura grazie a una rete di infrastrutture che soddisfi ogni esigenza. Per farlo continuiamo a installare punti di ricarica lungo tutto lo stivale e sviluppiamo le migliori tecnologie per la ricarica domestica, un impegno costante per una rapida diffusione della mobilità elettrica in tutto il Paese”, aggiunge.
“E’ un momento storico quello che viviamo”, ha spiegato Pierre Sirolli, Amministratore Delegato di Renault Trucks Italia. “Stiamo assistendo alla transizione dai motori Diesel e benzina alla mobilità elettrica. Noi di Renault Trucks da anni sperimentiamo soluzioni innovative ed abbiamo investito tanto in questo settore”, prosegue.
“Oggi possiamo dire con orgoglio di essere pronti per una mobilità a zero emissioni offendo una serie di veicoli, dai commerciali leggeri, come il Renault Trucks Master elettrico, ai truck medio pesanti come i D & D Wide elettrici, da 16 e 27 tonnellate. Offriamo veicoli già allestiti per le missioni di pulizia urbana, veicoli da distribuzione e veicoli per la cantieristica urbana – spiega Sirolli -. L’accordo di oggi con Enel X prevede uno sviluppo congiunto delle infrastrutture per agevolare la clientela. La transizione verso la mobilità elettrica, infatti, è alquanto complessa e non basta produrre veicoli. E’ necessario accompagnare il Cliente anche a livello di consulenza per la formazione del personale e per la scelta delle strutture di ricarica più idonee, nonchè della gestione delle stesse”.
Ai clienti che sceglieranno di acquistare di veicoli commerciali leggeri e pesanti elettrici, Renault Truck proporrà soluzioni integrate con le tecnologie di ricarica di Enel X: Juice Pack Basic, Juice Pack Medium, Juice Pack Pro, Juice Pack Premium. In base al pack prescelto si può aver accesso a servizi come l’utilizzo della piattaforma JuiceNet Manager per il monitoraggio delle infrastrutture di ricarica in ambito privato oltreall’acquisto edl’installazione e manutenzione di diverse tipologie di prodotti in base all’esigenza: la JuiceBox, infrastruttura di ricarica domestica, la JuicePole da 22+22 kW e la JuicePump con una potenza fino a 50 kW.
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Snam inaugura primo TecHub, la rete del futuro parte da Bologna
BOLOGNA (ITALPRESS) – Snam ha inaugurato a Bologna il suo primo distretto del futuro (TecHub), interamente gestito con l’ausilio di tecnologie digitali funzionali all’abbattimento delle emissioni, al miglioramento della sicurezza e resilienza delle infrastrutture e all’efficienza operativa sul territorio. Il TecHub rientra in un piano complessivo di digitalizzazione delle attività di Snam che prevede 500 milioni di euro di investimenti al 2024.
All’inaugurazione del TecHub di Bologna erano presenti, tra gli altri, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro e formazione della Regione Emilia-Romagna, Fabio Dattilo, capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford e di Sociologia della comunicazione all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, nonchè tra i massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale, Antonino Rotolo, prorettore dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna e Marco Alverà, amministratore delegato di Snam.
Durante l’evento, Alverà e Rotolo hanno firmato un accordo di collaborazione tra Snam e l’Università Alma Mater, finalizzato ad avviare attività di ricerca, sviluppo e innovazione. Le aree di collaborazione riguarderanno in particolare le tecnologie dell’idrogeno verde e l’Industrial IoT (Industrial Internet of Things), oltre a potenziali iniziative congiunte in ambito didattico, nonchè di orientamento al lavoro e trasferimento tecnologico, coinvolgendo anche startup.
“L’avvio del TecHub di Bologna – ha detto Marco Alverà, amministratore delegato di Snam – è una tappa chiave del percorso di digitalizzazione della nostra rete, che diventerà sempre più intelligente, sicura e pronta alla transizione ecologica, anche attraverso il trasporto di gas rinnovabili come biometano e idrogeno. Grazie alle innovazioni che stiamo introducendo sul territorio, a supporto delle competenze delle nostre persone, vogliamo diventare la società più tecnologicamente avanzata al mondo nel nostro settore, combinando la nostra attenzione alla sostenibilità e agli ecosistemi con un uso etico e virtuoso dei dati. Il distretto di Bologna sarà uno dei poli dell’innovazione di Snam, anche grazie alla collaborazione con l’Università Alma Mater, la più antica del mondo e al tempo stesso tra quelle più proiettate nel futuro”.
Il distretto centro-orientale con sede a Bologna controlla oltre 4mila km di metanodotti, 80 impianti di riduzione e più di mille punti di riconsegna tra Emilia-Romagna e Marche ed è uno degli otto presidi di Snam, distribuiti lungo l’intera Penisola, con funzioni di supervisione e controllo delle attività dei 48 centri di manutenzione attivi su tutto il territorio nazionale.
Il TecHub impiegherà sistemi di monitoraggio in tempo reale degli asset, droni e satelliti a supporto del personale nelle attività di ispezione della rete – soprattutto nelle zone impervie – e soluzioni di data analytics avanzati per l’ingegneria di manutenzione e la manutenzione predittiva. E’ stata inoltre avviata una campagna per il monitoraggio delle emissioni fuggitive e la loro eliminazione, che fa leva su strumenti di nuova generazione in uso ai tecnici. L’obiettivo è proseguire negli sforzi di riduzione delle emissioni in vista del target di neutralità carbonica fissato da Snam per il 2040. Il digitale avrà un ruolo chiave anche in ottica di ottimizzazione dei consumi, previsione della domanda di energia e protezione fisica delle infrastrutture.
La trasformazione digitale è un capitolo importante del piano strategico di Snam. Nel giro di pochi anni, l’integrazione di Internet of Things e machine learning consentirà all’azienda di trasmettere, analizzare e storicizzare in tempo reale una quantità di dati giornaliera 100 volte superiore a quella attuale, dai circa 100 gigabyte di oggi a 10 terabyte, da cui trarre indicazioni utili per l’ottimizzazione della gestione degli asset.
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Accordo Enea-Shell Energy per sviluppo filiera idrogeno
ROMA (ITALPRESS) – Enea e Shell Energy Italia hanno siglato un accordo di collaborazione triennale per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative nel campo dell’idrogeno, con particolare focus sulla decarbonizzazione dei settori energivori. L’obiettivo è di realizzare soluzioni energetiche sostenibili e promuovere la conversione a idrogeno dei processi industriali, in particolare green hydrogen, a supporto della transizione energetica del Paese. L’accordo prevede la creazione di specifici gruppi di lavoro per attività di ricerca, studi di fattibilità congiunti e analisi degli impianti industriali ad alto consumo di energia nei settori acciaio, cemento, vetro, ceramica, carta e alluminio.
Oggetto dell’accordo fra Enea e Shell Energy Italia anche soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate per l’incremento della produzione di idrogeno “verde” tramite progetti di elettrolisi dell’acqua integrati ed alimentati dalla generazione di energia rinnovabile solare, i processi di stoccaggio dell’idrogeno e l’utilizzo nelle reti di distribuzione del gas.
“Quest’intesa con Shell Energy Italia consentirà di sviluppare tecnologie e soluzioni innovative con un partner di rilievo internazionale in progetti per la produzione di idrogeno in Europa e nella decarbonizzazione di grandi clienti industriali in Italia. L’utilizzo sistematico dell’idrogeno verde è strategico per ridurre l’impatto ambientale e raggiungere gli obiettivi degli accordi di Parigi sul clima, del Green Deal e del Piano Nazionale Integrato per Energia e Clima”, ha commentato Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento Enea di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili. “La partnership strategica con un grande player quale Enea è espressione concreta della volontà e dell’impegno di Shell nel sostenere la trasformazione del sistema energetico verso tecnologie low carbon”, ha dichiarato Massimiliano Mannino, presidente di Shell Energy Italia.
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ARERA, nel 2020 resilienza dai sistemi energia e ambiente
ROMA (ITALPRESS) – Migliorano i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici, scendono i consumi di gas ma con prezzi più alti della media Ue, una spesa media di 317 euro l’anno per la famiglia tipo di 3 persone e una frammentata governance del settore rifiuti. Questi i principali dati che emergono dalla Relazione Annuale di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), una fotografia dei servizi pubblici nel Paese nel 2020, un anno influenzato dall’impatto nazionale e internazionale della pandemia da Covid, con un quadro mutato nel 2021, grazie alla ripresa delle economie. “I numeri del 2020 mostrano l’effetto della pandemia sul livello dei consumi e prezzi – afferma il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini – ma al tempo stesso la buona resilienza dei sistemi dell’energia e dell’ambiente che, mentre garantivano continuità del servizio ai cittadini, sono stati capaci di porre le basi della ripresa che stiamo vivendo in queste settimane. L’azione dell’Autorità ha supportato questi equilibri e da ora in poi sarà a disposizione degli organismi che presiedono l’utilizzo efficiente delle risorse del Pnrr sul territorio, garantendo il quadro di regole adatto ad operazioni straordinarie”.
I prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani mostrano per il 2020 un deciso miglioramento rispetto agli altri paesi dell’Area euro, in termini sia di prezzi al lordo degli oneri e delle imposte, sia di prezzi netti, mentre in Germania si registrano quelli più alti. Il 2020 segna anche per le imprese un miglioramento della situazione per tutte le classi, i prezzi medi italiani al lordo degli oneri e delle imposte continuano, come oramai da anni, a non essere quelli più elevati tra i principali paesi europei. I consumatori industriali di energia elettrica del nostro Paese pagano prezzi più convenienti rispetto agli omologhi tedeschi, con differenziali negativi che si ampliano significativamente rispetto al 2019, fino al -33% e -43% per le classi IE e IF (erano -8% e -20% nel 2019). I consumi di energia elettrica – secondo il Rapporto – registrano una diminuzione del -6% (-1% nel 2019), dovuta principalmente alla straordinaria situazione pandemica verificatasi durante l’anno. La flessione ha interessato tutti i settori di consumo, in particolare il terziario e l’industriale, a eccezione di quello domestico dove si è registrato un aumento dei consumi del +2%. Nel 2020 il consumo netto di gas naturale è diminuito di 3 miliardi di metri cubi, attestandosi a 68,5 miliardi di metri cubi (-4,2% rispetto al 2019).
I consumi del settore industriale sono calati del 2,2% e quelli della generazione termoelettrica del 3,1%. “Commercio e servizi” è il settore che più ha sofferto delle varie misure di contenimento che sono state adottate per rallentare la diffusione del virus (- 12,1% rispetto al 2019). Per gli stessi motivi, anche i consumi di gas legati ai trasporti hanno evidenziato un pesante cedimento, pari a -15,7%, mentre la perdita nei consumi del settore domestico è quantificabile in un -2,8%, in ragione di un favorevole andamento climatico. Anche nel 2020 i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo. I divari con la media dei prezzi lordi dell’Area euro sono tuttavia diminuiti rispetto all’anno precedente, come era già accaduto nel 2019. Negli ultimi anni le imprese industriali appartenenti alle tre classi a maggior consumo di gas hanno beneficiato di prezzi lordi più vantaggiosi rispetto a quelli medi dell’Area euro, con differenziali negativi, tuttavia, tendenzialmente in riduzione, almeno fino al 2018, mentre i prezzi per le prime classi erano più alti, con differenziali sostanzialmente stabili.
Nel settore idrico attivati 15,5 miliardi di investimenti, realizzati il 98% circa degli interventi programmati, perdite in riduzione dal 43% al 41%; 317 euro/anno la spesa media per la famiglia tipo di 3 persone. Frammentata la governance del settore rifiuti, con oltre 7.400 operatori registrati all’anagrafe dell’Autorità, 3523 gli enti territorialmente competenti; il metodo tariffario rifiuti copre oltre 48 milioni di abitanti. Le gestioni localizzate nel Nord Italia coprono quasi il 30% della popolazione nazionale, mentre il Sud Italia (comprese le Isole) raggiunge appena il 15%. Nel 2020 – secondo il Rapporto – sono stati erogati oltre 1,8 milioni di bonus alle famiglie bisognose per sconti su fornitura acqua, luce, gas, per oltre 232 milioni di euro, cifre destinate ad aumentare, con l’automatismo dello sconto in bolletta da luglio 2021. Nel 2020, infatti, hanno avuto accesso al bonus sociale elettrico 854.900 famiglie, delle quali 805.303 hanno avuto riconosciuto il bonus per disagio economico e 41.046 il bonus per disagio fisico; 543.963 famiglie hanno avuto accesso al bonus sociale gas; 461.334 famiglie hanno richiesto e ottenuto il bonus sociale idrico.
L’ammontare complessivo dei bonus erogati per il settore elettrico (per disagio economico e disagio fisico) e per il settore del gas è stato pari, rispettivamente, a circa 135,5 e 76,2 milioni di euro. Per il settore idrico sono stati erogati bonus per un totale di circa 20,4 milioni di euro. Nel 2020, 395.800 famiglie che hanno beneficiato del bonus idrico risultano anche beneficiarie dei bonus elettrico e gas, in aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente.
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Eni acquisisce progetti eolici in Italia per 315 MW
SAN DONATO MILANESE (ITALPRESS) – Eni ha firmato un accordo per l’acquisito dalle società Glennmont Partners e PGGM Infrastructure Fund del 100% di un portafoglio di 13 campi eolici onshore in Italia, con una capacità complessiva di 315 MW già in esercizio.
Il portafoglio acquisito è composto da 256 aerogeneratori entrati in esercizio fra il 2009 e il 2016 e localizzati in Sicilia, Puglia, Basilicata e Abruzzo. L’operazione include anche l’acquisizione di un team di grande esperienza, che garantirà la continuità nella gestione degli impianti e l’ulteriore sviluppo del portafoglio.
Insieme ai 35 MW già in corso di costruzione in Puglia, Eni raggiunge così i 350 MW di capacità eolica installata in Italia, divenendo uno dei principali operatori nel Paese.
L’operazione rientra nella più ampia strategia di integrazione tra capacità di generazione elettrica rinnovabile e la base clienti di Eni gas e luce. Il portafoglio in oggetto potrà coprire il fabbisogno di circa 200 mila famiglie italiane in un’ottica di energy management integrato.
“Questa operazione rappresenta un importante passo in avanti nella nostra crescita nelle energie rinnovabili che ci porterà a raggiungere i 4 GW di capacità installata nel 2024, per poi arrivare a 15 GW nel 2030 e a 60 GW nel 2050 come previsto dalla nostra strategia. Da un lato cresciamo organicamente, grazie ai progetti che derivano dalle nostre partnership a livello domestico e internazionale e ai nostri sviluppi greenfield nei paesi di presenza upstream; dall’altro lato acceleriamo la crescita attraverso acquisizioni selettive in particolare nei paesi dove siamo presenti con un’ampia base clienti – spiega l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi -. La crescita nelle rinnovabili, che con questa operazione ha già raggiunto oltre 1,3 GW di capacità installata e in costruzione, avverrà nel contesto di piena integrazione con il nostro business retail, generando un player unico, di grande valore ed elevato potenziale di sviluppo. Eni continua così il proprio percorso verso la leadership nella produzione e vendita di prodotti decarbonizzati”.
L’operazione di vendita si concluderà al completamento della procedura dei finanziatori sul cambio di controllo.
Per questa operazione, Eni è stata supportata da BNP Paribas come exclusive financial advisor, e Chiomenti in qualità di legal advisor.
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Leonardo e Snam insieme per innovazione e sicurezza industria energetica
ROMA (ITALPRESS) – Leonardo e Snam hanno firmato un Memorandum of Understanding (MoU) per sviluppare le rispettive competenze tecnologiche a supporto dell’innovazione e della sostenibilità dell’industria energetica. La partnership avrà un particolare focus su digitalizzazione, monitoraggio, sicurezza fisica e cyber dei processi, delle reti e delle infrastrutture al fine di accrescerne la resilienza e l’efficienza operativa. Al centro dell’intesa anche la collaborazione sullo sviluppo dell’economia dell’idrogeno, che avrà un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione.
“L’accordo rientra nell’alveo delle nostre roadmap di sviluppo tecnologico e di mercato identificate nel piano strategico Be Tomorrow – Leonardo 2030, improntato a una crescita sostenibile di lungo termine, che prevede anche lo sviluppo di sistemi avanzati per monitorare e difendere le infrastrutture critiche, così come l’evoluzione dei sistemi aeronautici legata alla transizione ecologica” – ha dichiarato Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo.
“Rendere sostenibili i settori chiave dell’industria e proteggere le infrastrutture critiche – ha commentato Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam – rappresentano sfide prioritarie per il futuro della nostra società. Nasce da qui la nostra collaborazione con Leonardo, mettendo a fattor comune le competenze e la capacità di innovazione di due eccellenze italiane per sviluppare tecnologie finalizzate a rafforzare la sicurezza delle reti energetiche, ottimizzarne la gestione e decarbonizzare il settore aeronautico attraverso l’idrogeno”.
La partnership tra Leonardo, unica azienda italiana dedicata al presidio delle tecnologie strategiche per la sicurezza dei Paesi in cui opera, e Snam, tra le principali aziende di infrastrutture energetiche al mondo, si concentrerà prevalentemente sulla sicurezza cibernetica delle infrastrutture critiche, su tecnologie IoT (Internet of Things) e sensoristica avanzata per il monitoraggio delle reti energetiche e sull’introduzione dell’idrogeno nel settore aeronautico.
Le grandi reti hanno conosciuto recentemente una rapida trasformazione digitale dei propri asset fisici. La collaborazione tra Leonardo e Snam esplorerà le possibilità offerte dalle tecnologie più innovative per l’incremento dell’efficienza operativa e della resilienza degli impianti industriali. Gli ambiti di collaborazione spaziano dall’Industry 4.0 – con applicazioni per la gestione digitalizzata delle infrastrutture e dei processi industriali basate su IT, OT, IoT (Internet of Things), Artificial Intelligence e Machine Learning, Big Data, Blockchain, Advanced Analytics e Digital Twin – alla sicurezza delle infrastrutture, avvalendosi di soluzioni di Situational Awareness, tecnologie di comunicazione mission critical e sensoristica avanzata, fino all’utilizzo di droni e satelliti per il monitoraggio degli asset. In ambito cyber security, la partnership riguarderà i contesti di analisi della minaccia, monitoraggio, rilevazione e risposta agli attacchi informatici.
L’accordo, di durata triennale, prevede che le soluzioni congiunte possano trovare applicazione anche presso altri player internazionali del settore delle grandi reti energetiche. L’intesa sarà eventualmente oggetto di successivi accordi vincolanti che le parti definiranno nel rispetto dei profili regolatori applicabili, ivi inclusi quelli in materia di operazioni tra parti correlate.
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Terna, nel nuovo piano investimenti per 18,1 miliardi in 10 anni
ROMA (ITALPRESS) – Terna ha presentato il nuovo Piano di Sviluppo 2021 della rete elettrica di trasmissione nazionale: 18,1 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni, +25% rispetto al precedente piano decennale, per abilitare la transizione energetica, favorendo lo sviluppo e l’integrazione delle fonti rinnovabili, contribuendo significativamente al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Green Deal e dando un importante impulso alla ripresa economica del Paese.
Il nuovo Piano della società presieduta da Valentina Bosetti e guidata da Stefano Donnarumma è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa alla presenza del presidente di ARERA, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, Stefano Besseghini, e del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
“Il nuovo Piano di Sviluppo 2021 prevede, nei prossimi dieci anni, una forte accelerazione degli investimenti, i più alti di sempre, che riflette l’importante momento storico che stiamo vivendo: per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Italia e l’Europa si sono dati è infatti necessario non solo avere una chiara visione del futuro, ma anche e soprattutto saper programmare e realizzare tutte le opere indispensabili alla concreta realizzazione della transizione energetica, di cui Terna è regista. Grazie quindi all’impegno di tutte le nostre persone, potremo mettere a punto un sistema elettrico sempre più efficiente, sostenibile e ‘verdè. Nostro obiettivo è anche dare un importante contributo al rilancio dell’economia italiana così duramente colpita, come ovunque nel Mondo, da questa terribile pandemia: ogni miliardo investito in infrastrutture ne genera infatti tra due e tre in termini di PIL e consente di creare moltissimi nuovi posti di lavoro”, ha dichiarato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna.
Per far fronte alla profonda trasformazione in atto nel settore elettrico, Terna ha dunque deciso di imprimere una importante accelerazione degli investimenti previsti nel Piano di Sviluppo decennale, elaborato in base ai più aggiornati scenari predisposti da Terna su indicazione dell’Autorità: l’incremento della domanda e della produzione da rinnovabili, che secondo gli obiettivi definiti nell’attuale Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) dovrà arrivare a una quota del 55% nel 2030, richiederà infatti un coerente adeguamento della rete elettrica nazionale. “In questo contesto – spiega la società -, gli interventi previsti nel Piano di Sviluppo 2021 di Terna saranno fondamentali per integrare le fonti rinnovabili, portando alla progressiva chiusura delle centrali a carbone coerentemente con gli obiettivi prefissati e riducendo in modo significativo le emissioni in atmosfera, in linea con i target del PNIEC, fino ad arrivare a zero emissioni al 2050. Le sfide imposte dalla transizione ecologica implicano peraltro per il sistema elettrico l’avvio di una trasformazione con complessità tecniche e di esercizio mai sperimentate prima. Il perseguimento degli obiettivi della transizione energetica richiede uno sforzo in termini di pianificazione, semplificazioni autorizzative e realizzazione di infrastrutture che non trova precedenti nei decenni più recenti della storia italiana”.
Secondo le stime di Terna, gli interventi programmati nell’arco di Piano permetteranno di ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 per 5,6 milioni di tonnellate annue (quasi il doppio rispetto al Piano precedente) e consentiranno di demolire 4.600 km di infrastrutture obsolete (circa 800 km in più rispetto al Piano precedente).
Nel nuovo Piano di Sviluppo, che, in base alla normativa, a partire dal 2021 avrà cadenza biennale, Terna ha programmato oltre 30 nuovi progetti infrastrutturali, dando elevata priorità a tutti gli interventi ritenuti strategici per l’intero sistema elettrico nazionale. Queste le principali linee di azione: rafforzamento degli scambi tra zone di mercato per una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili; risoluzione delle criticità e maggiore elettrificazione delle aree metropolitane; sinergie con gli altri sistemi (gas, ferrovie e telecomunicazioni) per integrare le reti e determinare un minore impatto sul territorio; potenziamento delle interconnessioni con l’estero per aumentare la capacità di scambio con i Paesi confinanti.
(ITALPRESS).









