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Energia, Terna Plus best practice mondiale per la gestione dei progetti

ROMA (ITALPRESS) – Terna Plus, la società del Gruppo Terna responsabile dello sviluppo delle attività internazionali, è stata riconosciuta leader mondiale nella gestione e organizzazione dei progetti infrastrutturali, unica azienda italiana del settore energetico ad aver ottenuto, per la prima volta, la certificazione IPMA Delta (Classe 3 Standardised) per le specifiche competenze acquisite e messe in pratica negli ultimi tre anni nel project management. A livello mondale sono soltanto 30 le società che hanno ottenuto i requisiti per l’inserimento nella lista della certificazione IPMA Delta.
IPMA ha eseguito la valutazione dei processi e delle competenze di Terna attraverso una serie di parametri quali-quantitativi applicati alla programmazione, all’organizzazione e alla gestione dei progetti per la realizzazione delle infrastrutture elettriche.
Tra i punti di forza emersi dall’analisi, viene segnalata “l’eccellenza di Terna Plus nella visione, nella mission e nella strategia – aggiornate annualmente – della gestione dei progetti e del portafoglio”.
La valutazione ha previsto una prima fase di self-assessment concentrata nello specifico sulla componente individuale dei processi e dei progetti, a cui è seguita la predisposizione di interviste e approfondimenti sull’organizzazione e la documentazione degli stessi.
Il processo di certificazione IPMA Delta, basato su ISO 17021 e ISO 19011, è durato circa 6 mesi, con una prima fase di self-assessment concentrata sulle competenze individuali (secondo lo standard IPMA ICB4) e sui risultati di un numero selezionato di progetti e programmi (secondo il modello IPMA PEB) a cui è seguita una seconda fase con interviste dedicate alle competenze dell’organizzazione nella gestione dei progetti (secondo lo standard IPMA OCB).
Per quanto riguarda le attività internazionali, Terna è oggi attiva in Brasile, Perù e Uruguay, dove gestisce complessivamente oltre 700 km di linee elettriche in alta tensione.
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Il processo di elettrificazione una risposta alle istanze Green

ROMA (ITALPRESS) – Decarbonizzazione, elettrificazione e integrazione delle rinnovabili: passa da qui il processo verso la transizione energetica. Ne ha parlato Michele Crisostomo, presidente Enel e del Comitato Scientifico Enel Foundation, intervenendo alla presentazione di Electrify Italy, in collaborazione, tra gli altri, con il Politecnico di Torino. “Ormai è un dato acquisito il fatto che è fondamentale una transizione energetica, che questa sia la strada giusta, la sola per garantire un miglioramento delle condizioni ambientali, sociali ed economiche. Enel è stata la prima ad aver intuito che quello della transizione energetica fosse il percorso giusto, con lo sviluppo delle rinnovabili, l’elettrificazione dei consumi, la digitalizzazione delle reti”, ha detto.
“Si stima che la produzione di energia da fonti rinnovabili arriverà all’ 85% entro il 2050. In questo settore ci sono ampi spazi di crescita e spazi per tanti operatori per entrale, Enel è campione mondiale”, ha aggiunto. Le rinnovabili offrono enorme possibilità di sviluppo, consentono di sostenere uno sviluppo compatibile con l’ambiente, una vita più semplice, più lineare, più pulita. “Oggi tra le priorità dell’Europa ci sono la transizione verde e la transizione digitale”, ha detto Francesco Profumo, presidente Compagnia di San Paolo, che ha messo in guardia sul fatto che “si deve risolvere il cosiddetto dilemma energetico: accessibilità, sostenibilità ambientale e sicurezza”. In merito a questi temi, ha spiegato che “il consumo di energia è distribuito in modo non uniforme nel mondo e questa situazione deve essere governata”.
Da risolvere il problema della sostenibilità ambientale in quanto “l’attuale mix energetico risulta molto impattante dal punto di vista delle emissione dei gas serra e dell’inquinamento, con conseguenti effetti negativi. Poi – ha osserrvato Profumo – c’è la questione della sicurezza energetica legata alla sicurezza geopolitica sugli approvvigionamenti, visto che la maggior parte della materia prima è concentrate nelle aree di paesi politicamente instabili. Alla luce di tutte queste situazione, c’è la necessità di lavorare verso una transizione energetica attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili, in particolare l’energica elettrica, sviluppata da fonti rinnovabili. Potrebbe essere un’eccellente candidata, accompagnando la sostituzione su larga scala di combustibili fossili, con l’idrogeno verde e il gas naturale fossile che possono accompagnare la fase di transizione verso la decarbonizzazione. Il processo di elettrificazione può rilevarsi come risposta alle istanze green”.
Dallo studio Electrify Italy, emergono quali possono essere le strade da seguire per una penetrazione delle rinnovabili e, secondo gli esperti, il processo di elettrificazione può comportare all’Italia un rafforzamento in diversi comparti produttivi, creare una vera e prora catena di valore del sistema industriale in grado di determinare ricadute economiche positive sull’intero sistema paese. Per Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino, “si deve tracciare la via per lo sviluppo che deve portare un incremento della qualità della vita, deve essere sostenibile, inclusivo, ricucire le differenze sociali. In tutto questo sono fondamentali le tecnologie, il cambio di paradigma nella mobilità, nelle imprese, nella abitazione, le azioni verdi nella gestione dei rifiuti. Tutte cose che passano attraverso l’energia rinnovabile. Saranno le tecnologie verde, alimentate dall’energia rinnovabili, che porteranno a un cambio di paradigma”.
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Eni entra nel mercato dell’eolico offshore in Gran Bretagna

MILANO (ITALPRESS) – Eni entra nel mercato della produzione di energia elettrica da eolico offshore in Gran Bretagna grazie all’acquisizione del 20% da Equinor e SSE Renewables, del progetto Dogger Bank. Il progetto prevede l’installazione di 190 turbine di ultima generazione da 13 MW ciascuna a una distanza di oltre 130 km dalle coste britanniche, per una potenza complessiva di 2,4 GW. A regime Dogger Bank (3,6 GW) sarà il progetto più grande del mondo, in grado di produrre elettricità rinnovabile pari a circa il 5% della domanda del Regno Unito, fornendo energia a circa sei milioni di famiglie. La costruzione del parco eolico offshore Dogger Bank, prevede un investimento complessivo di 6 miliardi di sterline e si articolerà su due fasi, la prima delle quali sarà completata entro il 2023 e la seconda entro la fine del 2024. Con questa acquisizione Eni entra nel mercato dell’eolico offshore del Nord Europa, uno dei più promettenti e stabili al mondo, al fianco di due partner di grande esperienza nel settore e potrà accrescere le proprie competenze nella costruzione e gestione di progetti offshore wind per future iniziative, anche in altre aree geografiche. L’ingresso nel progetto Dogger Bank consentirà di contribuire con 480 MW di energia verde al raggiungimento degli obiettivi Eni di capacità installata da rinnovabili nel 2025, pari a 5GW, e di sfruttare eventuali sinergie con il business retail. Per questa operazione, Eni è stata supportata da RBC Europe come exclusive financial advisor, e Bracewell LLP in qualità di legal advisor.
Per Claudio Descalzi, Ad di Eni, “l’ingresso nel mercato dell’eolico offshore in Nord Europa rappresenta per Eni una grande occasione che ci consentirà non solo di acquisire ulteriori skills nell’offshore wind, grazie alla collaborazione con due aziende leader del settore, ma anche di contribuire in modo sostanziale al raggiungimento del target di 5 GW di potenza installata da rinnovabili al 2025, tappa intermedia per il più ambizioso obiettivo relativo all’azzeramento delle emissioni nette di gas serra sia dirette sia indirette in Europa al 2050”.
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Enea guida nuova frontiera su solare a concentrazione

ROMA (ITALPRESS) – Sviluppare materiali ultraresistenti e tecnologie innovative per l’accumulo di energia per migliorare le prestazioni, il ciclo di vita e la competitività degli impianti solari a concentrazione (CSP). Nasce con questi obiettivi il progetto europeo Nextower, coordinato da Enea e vincitore del Premio internazionale “Cen-Cenelec Standards+Innovation Award 2020”. A livello operativo sono coinvolte oltre 18 tra aziende e istituzioni di ricerca leader in Europa. “In questo progetto sono coinvolti oltre 20 ricercatori di tre dipartimenti Enea, con l’obiettivo di raggiungere un orizzonte tecnologico pionieristico per il solare a concentrazione, ma non solo: processi, soluzioni e tecnologie implementate avranno ricadute applicative di rilievo in numerosi settori della produzione di energia, tra cui quelli che stoccano o utilizzano la CO2 e il nucleare di IV generazione”, spiega Antonio Rinaldi coordinatore del progetto e ricercatore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali Enea. Nell’ambito del progetto è prevista la realizzazione di due prototipi: Solead#1 presso la Plataforma Solar De Almeria (PSA) del Ciemat, in Spagna; Solead#2 presso il Centro Enea di Brasimone (Bologna), sull’appennino tosco-emiliano. Con Solead#1 si punta a studiare i ricevitori solari ad aria realizzati con due tipi di materiali ceramici altamente termoconduttivi in grado di resistere a temperature di 1.100°C. I ricevitori saranno montati a 80 metri di altezza nel grande impianto solare a concentrazione da 7 MW. Le innovazioni sviluppate in Nextower mirano ad elevare la temperatura dell’aria in uscita dal ricevitore fino a 900°C, consentendo in prospettiva, l’abbinamento con turbine a gas ibride, molto più flessibili, o la produzione di calore di processo per impianti industriali. Il prototipo Solead#2 del Brasimone sarà un impianto per lo studio dell’accumulo termico ad alta temperatura funzionante con piombo liquido: un sistema ideato e progettato da Enea grazie a competenze e know how pluridecennali nella progettazione e gestione di facility a metallo liquido per il raffreddamento dei reattori nucleari e dei sistemi di accumulo termico per impianti solari termodinamici, e alla collaborazione di partner industriali coinvolti anche nella fornitura di materiali, come la svedese Kanthal, e nella realizzazione dei componenti, come l’italiana Walter Tosto. Il prototipo da 100kW comprenderà una vasca di accumulo contenente circa 32 tonnellate di piombo e due scambiatori: uno primario da interfacciare al sistema “ricevitore solare” e un “dissipatore di calore” secondario in grado di prelevare l’energia stoccata per fornire calore di processo o potenza per la produzione di energia elettrica. “Uno sforzo di engineering e manufacturing di eccellenza che ha riguardato la realizzazione del serbatoio, dei fasci di tubi costruiti interamente con materiali speciali grazie a lavorazioni industriali ad alto valore aggiunto, come pure la fabbricazione dei rivestimenti degli interni di Solead#2 e l’interfacciamento dell’impianto con il ricevitore solare, tramite processi di fusione controllata di diversi km di filo di lega prototipale”, conclude Rinaldi. Negli impianti solari termodinamici “a ricevitore centrale”, un campo di specchi mobili (detti eliostati) segue il movimento del sole durante la giornata, concentrando sempre la luce solare su un ricevitore, tipicamente posto sulla sommità di una torre alta da alcune decine fino a centinaia di metri. All’interno del ricevitore, un fluido termovettore, in questo caso l’aria, viene riscaldato a temperature sufficientemente alte per supportare la generazione di vapore necessario per alimentare una turbina per la produzione di energia elettrica; il calore prodotto può anche essere immagazzinato in sistemi di accumulo termico per un utilizzo on-demand.
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Campagna IgpDecaux-Edison “L’energia del Cambiamento” arriva a Torino

TORINO (ITALPRESS) – Segnali d’Italia arriva a Torino e diventa l’Energia del Cambiamento: il progetto di IGPDecaux ed Edison, racconta storie poco conosciute di iniziative non profit e di interesse sociale che hanno evoluto e stanno cambiando il terzo settore torinese. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Torino, dopo le tappe di Parma, Napoli e Milano, giunge quest’anno nel capoluogo piemontese. A partire da metà dicembre 5 realtà straordinarie di Torino saranno infatti valorizzate, grazie alle immagini e ai volti delle persone che le hanno rese possibili, attraverso una campagna di comunicazione in metropolitana, nell’arredo urbano, sui mezzi di trasporto del capoluogo piemontese, sui social media e con attività di media relations su mezzi di comunicazione regionali e nazionali.
La prima fase di Segnali d’Italia Torino è iniziata a metà ottobre: la redazione di Torino de La Stampa, media partner dell’iniziativa, ha selezionato 15 iniziative del territorio legate alla rigenerazione urbana, alla riconquista degli spazi verdi, alla sostenibilità sociale e ambientale, all’innovazione tecnologica e digitale con impatti socialmente utili, al benessere e alla salute delle persone, all’arte e alla cultura.
Ogni settimana queste storie sono diventate protagoniste delle pagine del quotidiano descrivendo al pubblico realtà poco note, ma meritevoli di essere conosciute. Partendo da queste 15 storie sono state selezionate le 5 che saranno protagoniste della campagna di #segnaliditalia Torino – L’Energia del Cambiamento per raccontare l’impegno sociale dei cittadini e il loro contributo concreto per aiutare il territorio.
Storie come la Cooperativa Speranza di Candiolo, una società agricola che alleva mucche e realizza biogas dagli scarti di produzione, con il quale riscalda il vicino istituto di ricerca sul cancro e fornirà carburante per oltre 50 camion. Un team di giovani torinesi ha creato invece WeGlad, un’applicazione che trova i percorsi cittadini più sicuri per persone con disabilità e non solo. Ma anche l’Associazione Arteria Onlus, attiva nel recupero delle ragazze e dei ragazzi Neet tra i 16 e i 29 anni dei quartieri di Porta Palazzo, Aurora e Barriera di Milano. E ancora l’associazione Articolo 10 Onlus che, con il sostegno della Fondazione Kering, ha creato la start-up torinese Colori Vivi, un progetto di sartoria che permette a donne migranti di lavorare realizzando capi di abbigliamento femminili di alta qualità. Infine Housing Giulia, una struttura sociale voluta da Opera Barolo e dall’impresa sociale Co-Abitare che accoglie quasi 100 persone in temporanea difficoltà in 48 unità abitative.
L’edizione piemontese di Segnali d’Italia si arricchisce inoltre con Segnali d’Italia chiama Torino, un bando per finanziare i migliori progetti sociali da realizzare per la città. A favore dei 3 migliori progetti Edison stanzierà 15.000 euro ciascuno e IGPDecaux riserverà altri 15.000 euro a ognuno in spazi pubblicitari. “Per Edison ‘fare impresà significa agire con responsabilità a sostegno delle comunità in cui opera e aiutarle a perseguire uno sviluppo sostenibile – dichiara Cristina Parenti senior vice president Relazioni Esterne e Comunicazione di Edison – Dopo la positiva esperienza milanese con il ruolo di main partner del progetto, abbiamo deciso con IGPDecaux, ideatore e promotore dell’iniziativa, di portare Segnali d’Italia a Torino producendo insieme il progetto. Segnali d’Italia offre un’opportunità concreta a tutte quelle realtà che lavorano per il progresso sociale ed economico del territorio. Siamo anche grati alla Direzione e alla redazione torinese de La Stampa che ha dato un contributo fondamentale alla diffusione del progetto nel suo territorio”. “Lo scopo di IGPDecaux è quello di migliorare la qualità di vita nelle città senza costo per i cittadini – spiega il presidente Jean-Sèbastien Decaux – Questo avviene grazie alla pubblicità inserita negli elementi urbani di pubblica utilità. Segnali d’Italia nasce così dalla volontà di censire, raccontare e valorizzare le energie positive delle città, mostrando come l’impegno di una persona e di un’iniziativa possano migliorare significativamente la vita quotidiana di un quartiere. Più che mai in questo periodo storico, le città stanno vivendo grandi problemi, ma mostrano al contempo di essere una fonte continua di nuove proposte per migliorarne la vivibilità, la solidarietà e l’inclusione”.
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Enel ed Eni insieme per lo sviluppo dell’idrogeno

ROMA (ITALPRESS) – Enel ed Eni stanno lavorando insieme per sviluppare progetti di idrogeno verde attraverso elettrolizzatori alimentati da energia rinnovabile. Gli elettrolizzatori saranno posizionati nelle vicinanze di due delle raffinerie Eni presso cui l’idrogeno verde possa rappresentare la migliore opzione di decarbonizzazione. Ciascuno dei due progetti pilota includerà un elettrolizzatore di circa 10 MW e si prevede che inizino a generare idrogeno verde entro il 2022-2023.
Francesco Starace, Ad e direttore generale del Gruppo Enel, ha dichiarato: “Siamo interessati a esplorare con Eni il promettente settore dell’idrogeno verde. Insieme, abbiamo identificato un paio di siti da cui iniziare con i primi progetti. Il sistema generale che abbiamo in mente funzionerà come un circuito chiuso in cui l’elettrolizzatore alimentato da energia rinnovabile e la raffineria saranno presso lo stesso sito, evitando così la costruzione di complesse infrastrutture di trasporto per l’idrogeno. Desideriamo vedere l’idrogeno verde rifornire i processi di raffineria e bioraffineria di Eni e stiamo lavorando per avere il primo sistema operativo prima della fine del nostro attuale piano triennale”, ha aggiunto.
Per Claudio Descalzi, Ad di Eni, “questa collaborazione per lo sviluppo dell’idrogeno verde rientra nella più ampia strategia di transizione energetica di Eni. Il nostro obiettivo è quello di accelerare la riduzione della nostra impronta carbonica, implementando le migliori soluzioni applicabili a basse emissioni di CO2, verdi o blu, per ridurre le nostre emissioni dirette e fornire prodotti bio ai nostri clienti”.
Nel segmento dell’idrogeno verde, il Gruppo Enel sta sviluppando progetti anche in Spagna, Cile e Stati Uniti. Se i miglioramenti economici attesi nel settore dell’idrogeno verde dovessero essere confermati, il Gruppo prevede di aumentare la sua capacità di produzione di idrogeno verde a oltre 2 GW entro il 2030. Eni sta studiando ulteriori progetti in Italia e nel Regno Unito nel segmento dell’idrogeno. L’intesa potrà essere oggetto di successivi accordi vincolanti che le parti definiranno nel rispetto della normativa applicabile, ivi inclusa quella in materia di operazioni tra parti correlate.
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Eni, Descalzi incontra a Tripoli Al-Sarraj e Sanalla

TRIPOLI (LIBIA) (ITALPRESS) – Il capo del Consiglio di Presidenza del Governo libico di unità nazionale, Fayez al-Sarraj, ha incontrato a Tripoli l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, per discutere del costante supporto di Eni al Paese per quanto riguarda l’accesso all’energia e la continuità del business.
Claudio Descalzi ha confermato a al-Sarraj “il pieno impegno della società per quanto riguarda le attività operative e i progetti nel paese, con particolare focus sullo sviluppo del gas”. L’AD di Eni ha inoltre rinnovato l’impegno di Eni nel campo sociale, in particolare nel supporto a NOC per qunto riguarda la fornitura di attrezzature medicali di protezione, diagnosi e trattamento essenziali nella risposta contro la pandemia di Covid-19.
L’Amministratore Delegato di Eni aveva precedentemente incontrato il Presidente della National Oil Corporation (NOC), Mustafa Sanalla, con il quale ha fatto il punto sullo stato dei progetti di Eni nel Paese. Particolare attenzione è stata dedicata ai progressi dei progetti gas che consentiranno di estendere il plateau di produzione di Bahr Essalam nei prossimi anni e assicurerà l’approvvigionamento di gas al mercato locale, di cui Eni continuerà a essere il principale fornitore nei prossimi anni.
“Le parti – si legge in una nota – hanno discusso dell’avvio di progetti pilota nelle rinnovabili nel Paese, mettendo a disposizione know-how, competenze e sviluppo di nuove competenze. L’introduzione, per la prima volta, di energie rinnovabili in Libia risponderà all’aumento della di energia elettrica per la popolazione senza aumentare il consumo locale di idrocarburi e le emissioni di CO2”.
L’Amministratore Delegato di Eni ha espresso il proprio appezzamento per gli sforzi compiuti dal Presidente di NOC per riprendere in sicurezza la produzione e l’esportazione di petrolio da tutti i giacimenti petroliferi onshore, inclusi quelli partecipati da Eni, come El-Feel e Abu-Attifel, e il continuo impegno di NOC nel garantire la continuità operativa, il supporto logistico e la turnazione nei siti operativi, nonchè l’impegno profuso dal management e dai dipendenti di Mellitah Oil & Gas e dai contrattisti, nonostante l’attuale contesto sfidante e senza precedenti.
Eni è principale produttore internazionale di idrocarburi in Libia, dove attualmente ha produzione netta di 170.000 barili di petrolio equivalente al giorno.
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Certificazione Herambiente per impegno su sostenibilità

BOLOGNA (ITALPRESS) – Nona certificazione per il Gruppo Hera, che da tempo persegue un’attenta politica per incrementare l’efficienza energetica delle proprie attività. Si tratta della ISO 50001 ottenuta da Herambiente, società del Gruppo Hera e primo operatore nazionale nel trattamento, recupero di rifiuti urbani e industriali.
La nuova certificazione riguarda l’implementazione di un sistema di gestione dell’energia (SGE) su tutti i novanta impianti gestiti. Si tratta di un importante impegno sul versante della sostenibilità, che per il Gruppo Hera rappresenta una delle leve principali.
Nè è prova il recente ingresso di Hera, prima multiutility in Italia, nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI), uno dei più autorevoli indici borsistici mondiali di valutazione della responsabilità sociale. Un traguardo ancora più rilevante se si considera il contestuale ingresso nell’indice mondiale ed europeo e, soprattutto, il posizionamento di Hera come “Industry leader” sulle circa 3.500 imprese a maggiore capitalizzazione nel mondo valutate dal DJSI.
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