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Online l’archivio storico di Enel

ROMA (ITALPRESS) – Enel lancia il suo archivio storico digitale: online da oggi su archiviostorico.enel.com migliaia di documenti, fotografie, filmati, disegni tecnici, libri, riviste che raccontano la nascita e lo sviluppo dell’industria dell’energia elettrica. “Un viaggio nel tempo alla scoperta dell’energia, dei personaggi che ne hanno fatto la storia, così come dei progressi tecnologici e industriali di un mercato in continua evoluzione – si legge in una nota -. Tramite il sito si accede a oltre 14mila fotografie, dalle più recenti scattate negli impianti di Enel in Italia e nel mondo, a quelle di alto valore documentale tratte dai fondi storici”.
L’azienda digitalizza gran parte del proprio patrimonio archivistico mettendolo a disposizione di tutti: cittadini, ricercatori, imprese, pubbliche amministrazioni per ripercorrere insieme la storia dell’energia in Italia coinvolgendo anche le nuove generazioni.
Il materiale presente nell’archivio è organizzato secondo un percorso narrativo che si articola in quattro aree tematiche: Rinnovabili, Elettrificazione, Persone e Digitalizzazione e privilegia la dimensione della scoperta.
Attraverso storie che uniscono con un unico filo conduttore presente e passato vengono così raccontati i momenti storici salienti che hanno scandito la vita dell’azienda e dei suoi protagonisti, ma anche le piccole curiosità, nonchè i valori che hanno ispirato l’azione e le strategie di business del Gruppo.
Si possono ad esempio visionare le istantanee del fondo Giulio Parisio, fotografo e artista napoletano della prima metà del secolo scorso, che con le sue 2500 foto ha documentato l’elettrificazione del Mezzogiorno. E’ possibile, inoltre, consultare tutto il materiale visivo del fondo Lardello, dove sono raccolti scatti dello studio dei Fratelli Alinari che offrono uno spaccato dell’evoluzione industriale dell’area geotermica toscana, dalla produzione chimica dei borati nell’Ottocento alla generazione di energia elettrica.
L’Archivio include documenti e reperti fotografici e audiovisivi, realizzati a partire dalla metà dell’Ottocento fino ai giorni nostri, delle oltre 1200 società elettriche attive in tutta Italia e poi confluite, con la nazionalizzazione del 1962, in Enel. Un patrimonio che, oltre a delineare le origini dell’industria elettrica in Italia, documenta l’impegno dell’azienda per l’elettrificazione dell’intero territorio nazionale e per lo sviluppo industriale del Paese.
Tra il materiale disponibile all’interno dell’archivio digitale spiccano gli 800 filmati, girati dai primi del ‘900 ai giorni nostri, che comprendono produzioni realizzate dall’Istituto Luce e documentari firmati, tra gli altri, da celebri registi come Ermanno Olmi. Oltre a questi, sono fruibili online 130mila documenti della storia di Enel e della storia dell’elettricità nel nostro Paese.
La realizzazione dell’archivio digitale si inserisce nel più ampio percorso avviato da Enel per rendere pienamente accessibile e fruibile il proprio patrimonio documentale.
Un percorso iniziato con l’apertura e poi riqualificazione dell’Archivio storico della sede di Napoli. Qui sono attualmente custoditi più di 13mila metri lineari di documenti, 200mila fotografie, migliaia di disegni tecnici, libri e riviste specializzate, strumentazioni d’epoca oltre a centinaia di reperti e filmati testimonianza della storia dell’industria elettrica italiana. Una documentazione che è stata riconosciuta dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio di “notevole interesse storico” e “fonte di valore unico e di incommensurabile interesse per la storia dell’energia elettrica e per la storia economica nazionale ed internazionale dagli inizi del secolo scorso in poi”.
(ITALPRESS).

Aumentano gli immobili a elevate prestazioni energetiche

ROMA (ITALPRESS) – Aumentano gli edifici ad elevate prestazioni energetiche, che passano da circa il 7% al 10% del totale nel periodo 2016-2019, grazie al contributo di ristrutturazioni importanti e di nuove costruzioni. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, risultato della collaborazione tra ENEA e CTI (Comitato Termotecnico Italiano), presentato oggi nel corso del webinar, al quale hanno preso parte, tra gli altri, Federico Testa, presidente dell’ENEA, Cesare Boffa, presidente del CTI e Anita Pili, membro del Coordinamento della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, nonchè assessore all’Industria della Regione Autonoma della Sardegna.
Il rapporto è basato su oltre 4,5 milioni di attestati di prestazione energetica (APE)[1] del periodo 2016-2019, di cui l’85% riguardanti immobili residenziali[2] . Dal rapporto emerge anche come oltre il 60% del parco immobiliare italiano sia nelle classi energetiche meno efficienti (F-G), anche perchè costruito principalmente tra il 1945 e il 1972; le nuove costruzioni rappresentano solo il 3,4% degli APE e di questi più del 90% sono ad elevate prestazioni energetiche (A4-B). Il settore non residenziale, che pesa per il 15% sul totale degli APE, ricade per oltre il 50% degli attestati nelle classi energetiche intermedie (C-D-E) e per più del 10% in quelle più efficienti (A4-B).
“La riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati presenti nel nostro Paese è una delle priorità strategiche indicate nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030, proprio con l’obiettivo di favorire una riduzione dei consumi di energia e delle emissioni di CO2, nonchè lo sviluppo e l’integrazione di una produzione di energia basata sulle fonti rinnovabili”, spiega il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. “In questi anni l’Italia ha messo in campo un insieme di strumenti di incentivazione e di misure di regolazione in grado di accelerare il tasso di efficientamento energetico degli edifici. Basti pensare al meccanismo delle detrazioni fiscali che è stato recentemente potenziato con il Superbonus al 110%, al fine di incentivare la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica degli edifici, come il cappotto termico e la sostituzione degli esistenti impianti di riscaldamento. Si tratta di misure che incidono fortemente sia in termini di riduzioni dei consumi di energia che di mobilitazione di investimenti. Gli Attestati di Prestazione Energetica (APE) costituiscono, quindi, un importante strumento per comprendere la prestazione energetica delle nostre abitazioni e gli interventi che sarebbe opportuno realizzare per migliorarne la performance. Desidero, pertanto, ringraziare ENEA e CTI che hanno elaborato il rapporto e le Regioni che hanno messo a disposizione i dati sugli APE e auspico che questa attività di monitoraggio possa proseguire nei prossimi anni anche attraverso la completa realizzazione del Sistema Informativo Nazionale sugli Attestati di Prestazione Energetica”, conclude Patuanelli.
“L’ENEA, anche in veste di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, ha contribuito attivamente all’introduzione della certificazione energetica in Italia”, sottolinea il presidente dell’ENEA Federico Testa. “Inoltre, l’Agenzia lavora costantemente con il Ministero dello Sviluppo Economico e con i principali operatori di settore per pianificare e realizzare politiche volte a una maggior diffusione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE). Insieme alla possibilità di intraprendere scelte più consapevoli e motivare azioni per la riduzione dei consumi, le informazioni contenute negli attestati, raccolte nei catasti regionali e provinciali che alimentano a loro volta il Sistema Informativo sugli APE (SIAPE), sono fondamentali per analizzare le prestazioni energetiche dell’intero patrimonio edilizio italiano – aggiunge -. Inoltre, attraverso innovativi sistemi di misura e contabilizzazione, le potenzialità dell’APE aumentano, restituendo dati sempre più accurati e accessibili ai consumatori. Pertanto, la certificazione energetica si pone come strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi in tema di efficienza energetica e il monitoraggio costante delle informazioni ottenute attraverso gli APE consente di sviluppare una pianificazione strategica in tema di riqualificazione, servizi e politiche energetiche”, prosegue il presidente dell’Enea.
“Ci tengo anche a ringraziare il gruppo di lavoro che ha realizzato questo pregevole documento e spero vivamente che le analisi, le riflessioni e le indicazioni in esso contenute siano un utile riferimento per decisori pubblici, studiosi e aziende private, al fine di utilizzare al meglio tale strumento e contribuire a migliorarne l’efficacia”, conclude Testa.
“Questo rapporto rappresenta un momento chiave di un progetto ambizioso: trasferire agli operatori del settore i risultati del lavoro e le informazioni in materia di certificazione energetica degli edifici che ENEA e CTI, grazie alla collaborazione delle Regioni e Provincie autonome e con la supervisione del MiSE, raccolgono durante la loro quotidiana attività. Il rapporto, grazie ai periodici aggiornamenti, consentirà a policy e decision maker di avere un solido riferimento per comprendere a fondo come le attività legislative e tecniche in materia di efficienza energetica degli edifici si evolvono nel tempo e influenzano le dinamiche di uno dei mercati più importanti per il sistema Paese”, sottolinea il presidente del CTI Cesare Boffa.
“L’efficientamento energetico in edilizia rappresenta sicuramente uno dei cluster di sviluppo più importanti e rappresentativi a livello locale, con le Regioni che, nell’ambito di una cornice di riferimento di respiro europeo e nazionale, rivestono un ruolo determinante in termini di armonizzazione tra le esigenze del centro e quelle della periferia, tra le preminenti necessità di aderenza alle istanze di carattere generale e le singole vocazioni espresse dalle comunità locali”, dichiara Anita Pili, membro del Coordinamento della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, nonchè assessore all’Industria della Regione Autonoma della Sardegna.
“Migliorare le prestazioni energetiche degli edifici rappresenta uno dei principali obiettivi per accompagnare la transizione energetica del nostro Paese con significativi benefici economici: gli interventi di riqualificazione energetica, infatti, hanno generato negli ultimi 10 anni circa 39 miliardi di euro di investimenti e 270 mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400 mila considerando anche l’indotto”, sottolinea Ilaria Bertini, direttore del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’ENEA. “Ora abbiamo a disposizione anche il Superbonus al 110% che persegue due obiettivi principali: rilanciare l’economia attraverso il comparto edilizio e migliorare le prestazioni energetiche del parco immobiliare. Il meccanismo ha ormai tutti i suoi tasselli al posto giusto e tutti i soggetti coinvolti – imprese, istituzioni, istituti di credito e la stessa ENEA – sono già oltre lo start di partenza, senza ritardi o intoppi”, conclude Bertini.
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Acea illumina Piramide Cestia con obiettivi sviluppo sostenibile Onu

ROMA (ITALPRESS) – ACEA, in occasione della giornata di apertura della quarta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile organizzato da ASviS, ha illuminato la Piramide Cestia con i 17 simboli degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs nell’acronimo inglese) dell’Agenda 2030 dell’Onu. All’evento di accensione hanno partecipato l’amministratore delegato di ACEA, Giuseppe Gola, la presidente del Comitato per l’Etica e la Sostenibilità e membro del Cda del Gruppo ACEA, Gabriella Chiellino, e il professor Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
L’intervento illuminotecnico è stato realizzato con flussi di luce a LED a basso consumo energetico, una ulteriore testimonianza concreta dell’impegno della multiutility nell’applicazione dei valori e degli obiettivi della sostenibilità.
“Questa sera – ha detto la presidente di ACEA, Michaela Castelli – proiettiamo sulla Piramide i simboli degli obiettivi di sviluppo sostenibile ONU dell’agenda 2030 per contribuire insieme ad Asvis alla sensibilizzazione dei cittadini sui temi della sostenibilità. Promuovere comportamenti e modelli di sviluppo in linea con questi obiettivi è un fine comune a cui devono concorrere le Istituzioni, le imprese e i singoli. Le multiutility possono svolgere nelle proprie aree di attività un ruolo centrale in questo percorso poichè la loro azione è strettamente legata alla vita delle persone dei territori in cui operano. In questo senso ACEA è da sempre impegnata nello sviluppo sostenibile dei propri business, nel pieno rispetto dell’ambiente, promuovendo l’innovazione, l’inclusività e contribuendo al contrasto al cambiamento climatico”.
“Il Piano Industriale di ACEA ha previsto investimenti riconducibili ai propri obiettivi di sostenibilità identificati dall’Agenda 2030 dell’Onu – ha spiegato l’amministratore delegato, Giuseppe Gola -. In particolare, sono stati posti in essere interventi volti a implementare la resilienza delle proprie infrastrutture elettriche e idriche con l’introduzione crescente delle tecnologie IoT e telecontrollo e azioni finalizzate alla riduzione di CO2 nell’ambiente, contribuendo così alla lotta al cambiamento climatico. Importanti investimenti poi sono stati previsti in ambito di economia circolare, con lo sviluppo e l’acquisizione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti”.
“L’illuminazione artistica con la ghiera dei 17 SDGs della Piramide Cestia a Roma è una delle iniziative più significative della campagna di sensibilizzazione che portiamo avanti da quattro anni con il Festival dello Sviluppo Sostenibile, manifestazione unica a livello nazionale e internazionale, diffusa in tutta Italia e nel mondo, che quest’anno conta oltre 600 eventi in programma”, sottolinea Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS. “Il nostro obiettivo, attraverso il Festival, che si terrà da oggi fino all’8 ottobre, è diffondere una cultura della sostenibilità che passi innanzitutto dai territori, e quindi dalle città. Ringrazio, quindi, Acea e il Comune di Roma per averci aiutati a realizzare l’evento, contribuendo così alla realizzazione della missione del Festival”, aggiunge.
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Arera, servizi pubblici hanno garantito continuità durante il lockdown

ROMA (ITALPRESS) – “Un importante obiettivo dichiarato lo scorso anno, era l’impegno a sviluppare una regolazione in grado di contribuire alla riduzione dei divari territoriali che nel nostro Paese, purtroppo, caratterizzano l’accesso ai servizi pubblici. L’emergenza Covid ha aggiunto nuove sfide a quell’obiettivo. I servizi di pubblica utilità che questa Autorità regola e che hanno garantito la continuità della vita sociale durante la fase di lockdown, sono (e saranno) il fulcro della ripresa delle attività produttive”. Lo ha detto il presidente di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), Stefano Besseghini, nel corso della presentazione della Relazione Annuale 2020 alle Camere. “E’ importante riconoscere e valorizzare il fatto che tutti i servizi hanno funzionato con regolarità, garantendo la continuità della fornitura dell’energia elettrica, del gas, del teleriscaldamento, dell’acqua e dei servizi di raccolta dei rifiuti. Questo è certamente vero per il settore energetico, più maturo dal punto di vista regolatorio – ha spiegato – che pur operando in condizioni particolarmente sfidanti ha sempre garantito la sicurezza dell’approvigionamento”.
Besseghini ha poi sottolineato come il settore idrico e il settore rifiuti si siano “trovati di fronte ad un banco di prova di straordinaria complessità. Se le attività di spazzamento e di raccolta dei rifiuti hanno potuto funzionare attraverso una riorganizzazione delle modalità operative, le attività di smaltimento e di riciclo hanno mostrato le difficoltà legate ad un settore fortemente interconnesso, con una carenza impiantistica conclamata e per il conferimento dei rifiuti dipendente da altri Paesi, non raggiungibili durante la fase di lockdown”.
Il presidente dell’Autorità ha evidenziato come oggi ci si trovi in una strana condizione: “volendo usare metafore chimiche potremmo parlare di una ‘metaemergenzà, un processo di transizione a una fase più complessa di quella dalla quale proveniamo. Non siamo tornati alla normalità precedente, non siamo più nella fase acuta dell’emergenza e non siamo ancora approdati a un nuovo tipo di normalità. Dal punto di vista dell’Autorità è ‘normalè un contesto in cui le previsioni della regolazione possano applicarsi con tempi certi. E’ normale il bilanciamento ottimale tra la tutela dei consumatori e la necessità, per gli operatori, di veder garantite le regole sulle quali programmare gli investimenti necessari alla qualità del servizio”.
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Rinnovabili, arriva il decreto per le comunità energetiche

ROMA (ITALPRESS) – Da oggi famiglie (in condomini o in singole unità abitative) e imprese potranno attivarsi per produrre e auto consumare in qualità di “autoconsumatori collettivi” o di “comunità energetiche”, l’energia rinnovabile da impianti fino ai 200 kW di potenza entrati in esercizio dopo la data di entrata in vigore del Milleproroghe (da marzo 2020). E’ quanto prevede il decreto del Mise sulle “comunità energetiche e dell’autoconsumo” presentato dal leader del M5S, Beppe Grillo e dal ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli.
“Questa firma è un punto di arrivo e un punto di partenza, siamo davanti ad una svolta importante che consentirà lo sviluppo di ulteriori fonti di energia rinnovabile, andiamo verso un percorso virtuoso, che in parte il paese ha già fatto. Si portano i cittadini a produrre e consumare energia, come M5S siamo partiti proprio a parlare di queste cose”, ha commentato il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che ha aggiunto: “E’ un principio sul quale abbiamo basto molta della politica ambientale del M5S, si dà la possibilità al paese di spostarsi verso una produzione di energia fatta dai cittadini in modo corretto”.
Lo scenario che si delinea grazie alle nuove regole introdotte offre l’opportunità concreta di realizzare la transizione energetica ed ecologica del sistema elettrico del nostro Paese, trasformando il modello centralizzato attuale, alimentato da combustibili fossili, in un sistema decentrato ed efficiente, alimentato dall’applicazione di tecnologie innovative con energie pulite, inesauribili e non inquinanti. Per il co-fondatore del M5S, Beppe Grillo, quello dell’energia è “un tema di civiltà, noi continuiamo ancora con il carbone, con il petrolio, noi abbiamo l’unica leva governanti va che è quella fiscale, noi dobbiamo andare lì, l’energia delle fonti fossili deve constare molto non poco, e poi si devono distribuire gli incentivi per le rinnovabili, io sono 20 anni che mi produco l’energia. L’energia è un problema di cultura e poi si devono tenere presente i comportamenti e l’informazione”.
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Le utility diventeranno partner per la crescita dei territori

PALERMO (ITALPRESS) – Anche Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, partecipa alla prima Digital Business Week, l’iniziativa promossa dal Comune di Palermo, ideata e realizzata da Energia Media con il contributo di Palermo Mediterranea, Università degli Studi di Palermo, Utilitalia, Enea Smart Energy, e il supporto di Confcommercio Palermo, Gesap, Consorzio Arca, Digital Magics.
Un momento per aprire un dialogo attivo con attori non solo locali, ma anche nazionali e internazionali, mettere a sistema ambiti strategici solitamente considerati e gestiti “a silos”, e dare voce ai testimonial di segmenti diversi su tematiche da portare all’attenzione di soggetti nazionali e multinazionali, attraverso piani d’investimento, bisogni, desiderata, progetti in corso già finanziati o da finanziare.
Le utility, nello specifico, hanno assunto un ruolo strategico nella transizione economica in atto. Le indicazioni della UE (Green New Deal) spingono verso una transizione energetica imperniata sull’economia circolare. In quest’ottica le utility e le multiutility dovranno ridisegnare il proprio modello e perimetro di business trasformandosi in aziende industriali – e questo è in gran parte già avvenuto – e in “solution partner” al fianco di quelle aziende di produzione che vogliono adottare strategie circolari per territori smart e sostenibili.
“Quando parliamo di smart land e smart city non possiamo tacere dei ritardi che ancora il nostro Paese ha”, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. “Basta vedere alcuni numeri: l’attesa per un’autorizzazione di un impianto può arrivare fino a 8 anni; 21% è la percentuale di conferimento dei rifiuti in discarica, toccando punte del 70 % in alcune Regioni del Mezzogiorno; 47,9% è il tasso di dispersione di acqua nelle reti con punte di oltre il 60% in alcune aree del sud. La disomogeneità tra industrializzazione e infrastrutturazione tra Nord e Sud è uno dei gap da colmare e senza dubbio il Recovery Fund e i finanziamenti connessi possono rappresentare un’opportunità”.
Le Utility come Gruppo CAP hanno oggi l’opportunità di sviluppare nuovi modelli di business accanto alle aziende industriali di tutti i settori produttivi, se e solo se, sapranno interpretare il loro ruolo di ponte tra industria e territorio, tra esigenze produttive e dinamiche di radicamento territoriale. Per questo uno dei modelli più interessanti è la rete di imprese che già in alcuni territori si sta sperimentando. La rete tra imprese riesce a garantire proprio la sinergia industriale, lo scambio di esperienze e la possibilità per le utility di divenire “fornitori di soluzioni integrate”, lasciando intatto e anzi rafforzando il dialogo con i territori, la rappresentanza locale, che caratterizza il tessuto dell’impresa di pubblica utilità in gran parte d’Italia e nel mezzogiorno.
“Siamo convinti, che iniziative come quella di questi giorni a Palermo indichi la giusta direzione di una collaborazione sempre più necessaria e non rimandabile”, conclude Russo.
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Prende forma il Centro italiano per la fusione

ROMA (ITALPRESS) – Prende forma il Centro italiano per la fusione. E’ infatti entrata nella fase operativa la realizzazione presso il Centro di ricerche Enea di Frascati del DTT – Divertor Tokamak Test, una macchina che dovrà sperimentare soluzioni avanzate per l’energia da fusione. Dopo il consolidamento del progetto in tutte le sue parti e, per realizzare l’opera, la creazione della società DTT Scarl – composta da Enea, Eni e Consorzio Create- sono stati assegnati i primi appalti. Finalizzata allo sviluppo della fusione come fonte di energia inesauribile, pulita e sicura, DTT è stata fortemente voluta dall’Italia per rafforzare la leadership in un settore considerato strategico. Il progetto del valore di circa 600 milioni sarà realizzato grazie al contributo finanziario di Mise e Mur, della Regione Lazio, di Enea e degli altri partner del consorzio, oltre al prestito da 250 milioni dalla Banca Europea degli Investimenti nell’ambito dei fondi Efsi (Piano Juncker).
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Inaugurato a Mirafiori il progetto pilota Vehicle-to-Grid

TORINO (ITALPRRESS) – FCA, Engie Eps e Terna hanno presentato nell’impianto Mirafiori di Torino il progetto V2G, un progetto “100% made in Italy”. La tecnologia V2G consente ai veicoli di scambiare in modo intelligente energia con la rete, rendendoli una risorsa preziosa per il sistema elettrico nazionale gestito da Terna contribuendo alla realizzazione di un sistema più sostenibile e rappresentando un’opportunità per ottimizzare i costi di esercizio delle vetture a vantaggio degli automobilisti, nonchè una concreta possibilità per contribuire a un sistema elettrico più sostenibile. La realizzazione dell’impianto in soli quattro mesi, nonostante il “lockdown” imposto dall’emergenza Covid-19, ha consentito di trasformare quello che è tipicamente solo un costo (la sosta dei veicoli in attesa di essere consegnati alla rete di vendita) in un beneficio che potrebbe in un futuro non troppo remoto essere sfruttato da chi gestisce una flotta di veicoli. Infatti, un numero (potenzialmente elevato) di mezzi parcheggiati per periodi lunghi in un unico luogo rappresenta l’opportunità per fornire servizi alla rete in maniera “aggregata”. La prima fase di costruzione dell’impianto ha previsto l’installazione di 32 colonnine V2G in grado di connettere 64 veicoli, con l’obiettivo di sperimentare la tecnologia e la gestione logistica del parcheggio. Entro la fine del 2021 il V2G del Drosso sarà esteso per consentire l’interconnessione fino a 700 veicoli elettrici, risultando l’infrastruttura più grande al mondo di questo tipo mai realizzata. A copertura del parcheggio destinato alle vetture collegate al V2G, Engie Italia è partner nella realizzazione di una maxi-pensilina composta da circa 12 mila pannelli fotovoltaici che andranno ad alimentare con energia elettrica “green” i locali di produzione e di logistica: un impianto che permetterà di produrre su base annua oltre 6.500 MWh di energia, risparmiando così all’ambiente ogni anno oltre 2.100 tonnellate di CO2. Si tratta quindi di un progetto che rappresenta un significativo contributo verso la decarbonizzazione in ambito industriale. Roberto Di Stefano, responsabile e-Mobility per la region EMEA di FCA, ha spiegato che “la tecnologia Vehicle-to-Grid rappresenta un’importante opportunità per ottimizzare i costi di esercizio delle vetture a vantaggio degli automobilisti, oltre a una concreta possibilità per contribuire alla sostenibilità della performance della rete elettrica. Tuttavia, serve un contesto normativo favorevole al V2G”.
Per Massimiliano Garri, direttore Innovazione e Soluzioni Digitali di Terna, “l’interazione intelligente e bidirezionale tra auto e rete, inoltre, consente a Terna di poter disporre di maggiori risorse di flessibilità e servizi innovativi che, unite alle nostre competenze distintive, garantiscono una gestione del servizio sempre più affidabile ed efficiente”.
Carlalberto Guglielminotti, Ad di Engie Eps, ha affermato che “nel 2030, prevedendo che anche solo il 5% dei veicoli circolanti in Europa siano elettrici, gli EV diverranno la tecnologia dominante che rivoluzionerà la rete elettrica e deciderà ogni singolo equilibrio all’interno dei mercati dell’energia europei”. Con un videomessaggio, ha voluto essere presente all’evento anche la commissaria europea all’Energia Kadri Simson, sottolineando che “i sistemi energetici europei beneficeranno in modo significativo della partecipazione dei veicoli elettrici in tutti i mercati dell’energia elettrica in qualità di fornitori di elettricità. Questo ci permetterà di utilizzare più elettricità rinnovabile per una profonda decarbonizzazione”.
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