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Enel nell’indice Stoxx Global Esg Leaders per il settimo anno di fila

ROMA (ITALPRESS) – Per il settimo anno consecutivo, Enel è stata inclusa nell’indice STOXX Global ESG Leaders, classifica delle società con le migliori performance ambientali, sociali e di governance (ESG). La classifica è stata redatta sulla base della ricerca svolta da Sustainalytics, fornitore indipendente leader a livello globale di ricerche in ambito ESG e corporate governance e di rating per gli investitori. Anche Endesa, la controllata spagnola di Enel, è stata nuovamente inclusa nell’indice. “L’indice – si legge in una nota – ha riconosciuto l’eccezionale performance di Enel nello sviluppo di pratiche aziendali affidabili nei campi della responsabilità ambientale, della biodiversità, della corporate governance, dell’etica di impresa, della salute e sicurezza, così come, tra gli altri, dello sviluppo del capitale umano. Enel sta applicando tali pratiche aziendali, riconosciute dall’indice STOXX Global ESG Leader, lungo l’intera catena di valore in tutti i Paesi in cui è presente”.
“Un esempio concreto legato a queste pratiche riguarda il modello di sustainable plant che Enel sta sviluppando nei suoi impianti rinnovabili al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale delle operazioni e delle attività di manutenzione, creando al contempo valore per le comunità locali, coinvolgendole in progetti sostenibili avviati dall’azienda e promuovendo in tal modo relazioni durature con gli stakeholder mediante un approccio di creazione di valore condiviso”, prosegue la nota.
Enel è inoltre presente in diversi altri ranking e indici di sostenibilità di riferimento, come ad esempio negli MSCI ESG Leaders Indices, i Dow Jones Sustainability Indices, la Climate “A” List del CDP (ex Carbon Disclosure Project), gli indici Euronext Vigeo-Eiris 120, la serie di indici FTSE4Good, l’ISS “Prime” rating, il Bloomberg Gender Equality Index, la classifica “100 Most Sustainable Corporations in the World” di Corporate Knights Global, gli indici ECPI e i Thomson Reuters/S-Network ESG Best Practices Indices.
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Sogin lancia il nuovo Piano e accelera sul decommissioning

ROMA (ITALPRESS) – Miglioramento delle performance nel core business, attraverso un nuovo modello organizzativo; la generazione di valore per il sistema Paese, finalizzato alla tutela dell’ambiente e della salute attraverso processi industriali improntati ai principi della sostenibilità e dell’economia circolare; mantenimento del presidio di competenze per la realizzazione e l’esercizio del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico; presidio del Gruppo Sogin nel settore del decommissioning, attraverso la valorizzazione di competenze ad alto profilo tecnico. Sono questi gli obiettivi strategici del Piano Industriale 2020-2025 di Sogin presentato a Roma dall’amministratore delegato, Emanuele Fontani.
Nel Piano sono previsti avanzamenti nel decommissioning per oltre 900 milioni, con un picco di attività nel biennio 2022-2023 dovuto, fra l’altro, all’avvio degli smantellamenti dei reattori delle centrali di Trino e Garigliano e alla realizzazione del Complesso Cemex a Saluggia. Tale pianificazione consentirà il raggiungimento degli obiettivi previsti dal nuovo Piano a Vita Intera, determinando una crescita del valore medio delle attività, dai 62 milioni registrati nel periodo 2013-2019 ai 151 milioni nell’arco di Piano (+144%).
Per realizzare gli obiettivi, la società ha delineato un nuovo modello organizzativo che ottimizza i meccanismi di coordinamento tra le diverse funzioni aziendali e valorizza ruoli e responsabilità. Attraverso un rafforzamento della Radwaste Management School, saranno inoltre ampliate le competenze del personale al fine di supportare l’evoluzione futura del decommissioning anche a livello internazionale. Cresce l’impegno nell’innovazione tecnologica. Il Piano delinea, infatti, un percorso di digitalizzazione che mira ad ottimizzare i processi gestionali e industriali in un’ottica Industry 4.0.
“Il Piano Industriale di Sogin per il 2020-2025 va nella direzione di essere estremamente performanti nel core business, che è il decommissioning degli impianti nucleari italiani. Abbiamo messo in piedi un sistema che va inteso alla semplificazione dei processi in modo da poter lavorare con una maggiore incisività. Il nostro core business è sul territorio, ogni manovra che abbiamo fatto è stata rivolta nel cercare di avere maggiore dialogo sul territorio e di conseguenza una maggiore azione delle nostre attività, ha detto l’Ad Emanuele Fontani.
“La nostra missione è quella di proteggere l’ambiente e salvaguardare la salute dei cittadini, nel far questo dobbiamo far si che le nostre competenze distintive continuino a crescere, facendo in modo che diventiamo un campione nel decommissioning italiano. Al centro del Piano non c’è solo la società – ha assicurato – ma il mondo che ci circonda fatto di ambiente, di persone, dei nostri dipendenti. Sono certo, che le donne e gli uomini di Sogin, tecnici altamente qualificati, sapranno rispondere con professionalità e determinazione alle sfide che ci attendono nei prossimi anni”.
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Al via 4 centri per l’efficienza energetica degli edifici pubblici

ROMA (ITALPRESS) – Realizzare diagnosi per l’efficientamento energetico e formare personale specializzato, per promuovere la diffusione di edifici pubblici a “bassa o zero energia”, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative. E’ l’obiettivo del progetto REEHUB (Regional Energy Efficiency HUB) nell’ambito del quale sono stati inaugurati quattro Centri di competenza a Brindisi (Puglia), Agnone (Molise), Tirana (Albania) e Podgorica (Montenegro) a supporto della realizzazione di diagnosi energetiche degli immobili pubblici e la formazione/informazione a tecnici, stakeholder e cittadini sulle tematiche dell’edilizia sostenibile.
Il progetto è stato sviluppato da un partenariato che comprende ENEA, Comune di Agnone e DITNE (DIstretto Tecnologico Nazionale sull’Energia) per l’Italia, Ministero infrastrutture e energia e Barleti Institute for Research and Development (BIRD) per l’Albania e Università di Architettura di Podgorica per il Montenegro. I risultati verranno presentati in occasione del workshop online in programma domani 11 settembre dalle 11 alle 13, che vedrà la partecipazione di professionisti, esperti e decisori pubblici e di rappresentanti del partenariato.
Il progetto, finanziato dal programma europeo “INTERREG IPA CBC Italia, Albania, Montenegro”, ha ottenuto un duplice riconoscimento dall’Unione europea: è stato selezionato tra i progetti Interreg approvati in Europa e presentato nell’ambito della COP 25 di Madrid come best practice per la lotta ai cambiamenti climatici. Tenuto conto dei risultati ottenuti, è stata finanziata una seconda fase del progetto che prevede la realizzazione di 11 diagnosi energetiche su edifici pubblici.
Nell’ambito del progetto, ENEA ha sviluppato una metodologia per la diagnosi energetica semplificata che è stata trasferita attraverso training ad hoc nei quattro centri di competenza. “Oggi, partendo dalla stessa base di conoscenza, architetti, ingegneri, imprese di costruzioni e tecnici comunali del posto, sono in grado non solo di effettuare diagnosi energetiche seguendo le normative dettate dall’Unione europea, ma anche di giungere più rapidamente alle soluzioni per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. L’obiettivo è di dar vita a un approccio sinergico alla decarbonizzazione del settore edilizio, in linea con i principi comunitari”, evidenzia Monica Misceo del Dipartimento Unità efficienza energetica dell’ENEA.
“Auspichiamo che gli hub divengano veri e propri luoghi di incontro tra policy maker, cittadini, progettisti e rappresentanti dell’industria dei materiali da costruzione e delle PMI per l’attuazione dei piani energetici locali. L’obiettivo è di offrire momenti formativi e informativi, ma anche supporti tecnologici a sostegno delle buone pratiche per la diagnostica e l’efficienza energetica”, aggiunge Vincenza Luprano del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali ENEA.
La metodologia ENEA per la diagnosi semplificata e la riqualificazione energetica è stata applicata agli edifici che ospitano i quattro ‘Centri di Competenzà con l’obiettivo di raccogliere dati e misure per i corsi di formazione.
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Accordo tra Snam e Saipem su tecnologie per transizione energetica

MILANO (ITALPRESS) – Snam e Saipem hanno firmato un Memorandum of Understanding per dare vita a una collaborazione sulle nuove tecnologie focalizzate sulla transizione energetica, dall’idrogeno verde alla cattura e al riutilizzo della CO2, al fine di contrastare i cambiamenti climatici e contribuire all’avvio del mercato dell’idrogeno supportando la Hydrogen Strategy della Commissione Europea. La collaborazione tra Snam e Saipem è già operativa e si sta focalizzando, in primo luogo, sullo sviluppo della tecnologia di elettrolisi dell’acqua, processo che permette di azzerare le emissioni di CO2 nella produzione di idrogeno verde contrastando efficacemente il riscaldamento globale. L’accordo prevede anche una collaborazione per lo sviluppo di studi di fattibilità finalizzati all’individuazione di nuove soluzioni per il trasporto di idrogeno in forma liquida o gassosa – sia attraverso l’utilizzo e l’adeguamento di infrastrutture e reti esistenti che mediante trasporto con mezzi navali – e la cattura, il trasporto, lo stoccaggio o la valorizzazione della CO2. Saipem e Snam individuano anche la possibilità di partecipare a progetti di innovazione tecnologica finanziati dall’Unione Europea.
“Con questa collaborazione – dichiara l’Ad di Snam, Marco Alverà – rafforziamo il nostro impegno e la rete di partnership nelle nuove tecnologie per la transizione energetica, in particolare l’idrogeno verde e il suo utilizzo nelle infrastrutture esistenti. Snam, anche attraverso la sua business unit dedicata, è fortemente impegnata nello sviluppo del mercato dell’idrogeno e nel contribuire alla creazione di una filiera italiana. Grazie alla sua posizione geografica, alle risorse naturali per la produzione di energia rinnovabile e alla forza del suo settore manifatturiero, il nostro Paese può diventare un hub europeo e mediterraneo dell’idrogeno, contribuendo in modo significativo alla lotta ai cambiamenti climatici e alla creazione di nuove opportunità di sviluppo e occupazione”.
Stefano Cao, Ceo di Saipem, ha commentato: “L’accordo siglato con Snam, con cui vantiamo una proficua collaborazione di lunga data, rientra nella nostra strategia di riposizionamento di Saipem come un fornitore globale di soluzioni per il settore dell’energia e delle infrastrutture. E’ in linea, dunque, con il processo di decarbonizzazione che siamo impegnati a portare avanti in tutte le nostre attività, puntando a essere in prima linea nel processo di transizione verso le energie a basso impatto ambientale. Già oggi il 70% del nostro portafoglio ordini nel settore dell’ingegneria e costruzioni è slegato dal petrolio. L’idrogeno – ha aggiunto – sarà, da qui ai prossimi anni, la commodity che, insieme al Gnl, accompagnerà il processo di transizione energetica e Saipem sta focalizzando la sua attenzione sia sulle tecnologie di produzione di idrogeno blu, utilizzando energia da fonti fossili, che verde, da fonti rinnovabili, tenendo presente anche le esperienze maturate nell’ambito dell’intera catena del Carbon Capture & Storage, con diversi progetti realizzati nel mondo”.
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Starace “Puntare allo sviluppo dell’economia circolare”

CERNOBBIO (ITALPRESS) – L’economia circolare in Italia vale dai 27 ai 29 miliardi di euro di Pil, investe dagli 8 ai 9 miliardi di euro l’anno e crea fino a 200 mila di posti di lavoro. E’ quanto emerge dallo studio “Circular Europe. Come gestire con successo la transizione da un mondo lineare a uno circolare”, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel e Enel X presentato oggi, nell’ambito del Forum di The European House – Ambrosetti. “Puntare allo sviluppo di un’Economia Circolare rappresenta una straordinaria opportunità per rendere l’Europa più competitiva, modernizzandone l’economia, rivitalizzando l’industria e creando al contempo occupazione attraverso una crescita sostenibile e duratura” ha commentato Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel. “In questo contesto, la crescente penetrazione delle fonti rinnovabili, unitamente al maggiore ricorso al vettore elettrico nei consumi finali, è in grado di amplificare le opportunità derivanti dall’Economia Circolare e rappresenta il modo più efficiente per decarbonizzare l’economia e la società in cui viviamo”. “L’adozione su larga scala dell’Economia Circolare richiede uno sforzo coordinato, volto a re-immaginare e riconfigurare, in ottica circolare, molti se non addirittura tutti gli schemi produttivi e i modelli di business; come sta accadendo attraverso la riprogettazione e la proposizione di un nuovo modello del sistema energetico, con il graduale abbandono dei combustibili fossili a favore delle rinnovabili e dell’elettricità come vettore per la completa decarbonizzazione di tutti i settori”, ha spiegato invece Francesco Venturini, CEO di Enel X.
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Alverà(Snam) “Italia avanti su idrogeno, può diventare principale hub”

CERNOBBIO (ITALPRESS) – “In Italia siamo partiti tra i primi a lavorare per la produzione dell’idrogeno e questo è un grande vantaggio, abbiamo inoltre una grande tradizione manifatturiera, un grande know how specifico e un grande vantaggio infrastrutturale”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, nel corso della presentazione della ricerca “H2 Italy 2050: una filiera nazionale dell’idrogeno per la crescita e la decarbonizzazione dell’Italia” realizzata in collaborazione con The European House – Ambrosetti, a Cernobbio. “Inoltre, siccome l’idrogeno dovrà essere prodotto in luoghi molto caldi e in cui ci sia tanto spazio, è facile pensare che l’area sahariana sarà quella giusta – ha aggiunto – per questo è molto probabile che in futuro l’Italia sarà il principale hub di transito dell’idrogeno verso l’Europa”.
“L’idrogeno in passato è stato troppo costoso, nel 2002 costava 60 volte il prezzo del petrolio. Oggi costa il doppio del petrolio, ma già tra 5 anni potrebbe costare come il petrolio, quindi tra poco non sarà più costoso – aggiunge Alverà – Anche il tema della pericolosità è falso perchè in alcune applicazioni è meno pericoloso dell’energia fossile. Certo va trattato con le dovute cautele”.
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Le multiutility fattore chiave per lo sviluppo

CERNOBBIO (COMO) (ITALPRESS) – Le multiutility, alla luce del loro ruolo per lo sviluppo sostenibile dei territori, potranno agire da “catalizzatori” degli investimenti sia in Italia che in Europa, anche grazie ai finanziamenti Europeo approvati tramite il piano Next Generation EU, con una dotazione complessiva pari a 750 miliardi di euro. E’ quanto emerso della ricerca “Il ruolo chiave delle multiutility per il rilancio sostenibile dei territori italiani” realizzata da The European House Ambrosetti e A2a e presentata oggi a Cernobbio. “C’è una necessità di investimenti molto importante, da qui l’opportunità di arrivare ad un utilizzo appropriato del Recovery Fund – ha detto Marco Patuano, presidente di A2A -. Le multiutility oltre a erogare servizi, incidono sulla qualità della vita dei cittadini. Il vantaggio di una grande multiutility come la nostra è la solidità che ci permette di sviluppare progetti importanti e il dialogo che costantemente abbiamo con i sindaci e la cittadinanza per raccogliere le effettive esigenze da trasformare in progetti e investimenti. Noi abbiamo il dovere di gestire e di innovare e la nostra dimensione ci permette di essere un traino, ma anche supporto finanziario per le altre multiutility. Se ci sarà la possibilità di investire in altre regioni italiane, siamo disponibili”.
“Il report analizza come nei settori dell’energia, della gestione dei rifiuti e del Ciclo Idrico, l’Italia riscontri un gap rilevante rispetto ai Paesi europei da colmare con urgenza, abbinato a un quadro disomogeneo a livello territoriale”, ha commentato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A.
“L’obiettivo di questo studio è proprio quello di individuare le aree di miglioramento, per poter proporre e realizzare progetti concreti, che siano in grado di attrarre le importanti risorse messe a disposizione dal recovery fund – ha aggiunto -. Credo che in uno scenario nazionale ed europeo caratterizzato dalle forti differenze nella gestione di servizi ad alto impatto sulla qualità della vita delle persone il ruolo delle multiutility sia sempre più centrale. Il nostro Gruppo può giocare una partita nazionale molto importante: presenteremo il nuovo Piano Industriale tra qualche mese. Sarà per la prima volta un Piano decennale e la nostra ambizione è quella di favorire la transizione sostenibile con importanti investimenti in infrastrutture strategiche per la crescita del Paese”.
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Terna, accordo con Tor Vergata per il test sierologico ai dipendenti

ROMA (ITALPRESS) – Grazie a un accordo con il Policlinico di Tor Vergata i dipendenti di Terna hanno la possibilità di eseguire, su base volontaria, il test sierologico che interesserà non solo i circa 1.400 dipendenti del Lazio ma anche i rimanenti 2.500 distribuiti sul territorio italiano. Si tratta della prima di una serie di convenzioni che verranno sottoscritte con altre strutture sanitarie pubbliche. L’azienda sta anche valutando la possibilità di organizzare una campagna di vaccinazione per l’influenza stagionale.
Da Terna si sottolinea come la salute e l’operatività in sicurezza di tutti i dipendenti siano state, sin da subito, una priorità per l’azienda, che ha progressivamente introdotto tutte le misure necessarie a contenere e ridurre il rischio di contagio da Covid-19. Il personale dedicato ai servizi essenziali ha sempre lavorato a pieno regime per garantire, in totale sicurezza, la continuità della trasmissione dell’energia elettrica su tutto il territorio nazionale.
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