FIRENZE (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Energia (Gruppo Italgas) ha nominato Bruno Burigana Amministratore delegato della Società.
Burigana, laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha maturato una profonda conoscenza dei settori energia e gas grazie anche alle importanti esperienze realizzate in importanti società come Eni, Snam e Italgas, nelle quali ha ricoperto crescenti livelli di responsabilità.
Il nuovo amministratore delegato si dice “oltremodo orgoglioso di ricoprire questa carica, consapevole di raccogliere un testimone importante. Una società solida, ben gestita con un eccellente livello di qualità del servizio sono i migliori presupposti per continuare il suo percorso di sviluppo, per il suo rafforzamento sul mercato e, al contempo, un’opportunità per cogliere le sfide tecnologiche che ci aspettano”.
Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Energia, si legge in una nota, “ha ringraziato Eduardo di Benedetto per l’impegno e la dedizione profusi nel corso degli otto anni in cui ha guidato la Società”.
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Toscana Energia, Burigana nuovo amministratore delegato
Snam protagonista campagna di Igpdecaux con sfida dell’idrogeno
MILANO (ITALPRESS) – Snam e la sfida dell’idrogeno sono tra i nuovi soggetti protagonisti della campagna istituzionale “Diamo spazio alla fiducia”, ideata da IGPDecaux per raccontare storie italiane di positività e speranza dopo l’emergenza Covid-19.
All’origine della scelta c’è l’impegno di Snam nel promuovere l’utilizzo dell’idrogeno come nuovo vettore energetico per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici. L’azienda, infatti, ha sperimentato in anteprima mondiale tra il 2019 e il 2020 l’immissione di idrogeno nella propria rete di trasporto gas a Contursi Terme, in provincia di Salerno, alimentando due aziende, tra le quali un pastificio. La sfida dell’idrogeno di Snam è stata raccontata a fine maggio 2020 in un reportage pubblicato in prima pagina dal New York Times. L’intera rete di Snam, lunga oltre 30.000 km, viene monitorata dal “dispacciamento” di San Donato Milanese, una sala attiva h24 con al centro un videowall di 40 metri quadri, che è il soggetto immortalato nella foto della campagna. Il “dispacciamento” è il simbolo e il cervello di una rete che evolve per contribuire alla transizione energetica dell’Italia e dell’Europa.
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Sviluppo sostenibile delle Università, accordo fra la CRUI e il GSE
ROMA (ITALPRESS) – Alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, presso il Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma, è stato sottoscritto un accordo di collaborazione tra il GSE – Gestore dei Servizi Energetici, società pubblica che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), l’Associazione alla quale è riconosciuto il ruolo istituzionale di rappresentanza, coordinamento e sviluppo del sistema universitario italiano, attraverso attività di studio e di sperimentazione.
L’Accordo – sottoscritto da Francesco Vetrò, Presidente del GSE, e da Ferruccio Resta, Presidente della CRUI – prevede una collaborazione finalizzata alla promozione dello sviluppo sostenibile negli Atenei italiani, mediante interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio delle strutture universitarie, attraverso l’uso delle fonti rinnovabili e favorendo la mobilità sostenibile. Tra le finalità, anche quella di contribuire alla crescita formativa delle nuove generazioni su tali temi, ai fini del raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 e in linea con gli indirizzi strategici del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima varato dal Governo.
“In virtù del proprio ruolo di soggetto istituzionale promotore dello sviluppo sostenibile del Paese, il GSE non può che esprimere particolare soddisfazione per aver finalizzato una collaborazione strutturata con gli Atenei italiani, che consentirà di sviluppare attività congiunte di ricerca e formazione sui temi della sostenibilità”, ha detto Vetrò che, ringraziando la CRUI e in particolare il suo Presidente, ha poi aggiunto: “Per garantire la diffusione della cultura della sostenibilità alle generazioni future, è necessario consolidare e sviluppare il dialogo interdisciplinare con le Università italiane, quali principali veicoli della diffusione dell’innovazione e della ricerca, anche nell’ottica di perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030”.
“La CRUI ha avviato da anni campagne di sensibilizzazione e incontri pubblici di rilevanza nazionale sui temi della sostenibilità”, ha detto il presidente, Ferruccio Resta. “D’altra parte, le università rappresentano da sempre uno snodo cruciale del dibattito. Nelle nostre aule aumentano di anno in anno gli insegnamenti orientati ad approfondire i vari aspetti della sostenibilità – ha aggiunto -. Nei nostri laboratori si elaborano le tecnologie per ridurre l’impatto delle società umane e migliorare la vita delle persone. Nei nostri uffici – ha detto Resta – si costruiscono le strategie per trasferire quelle stesse tecnologie e renderle parte dell’esperienza di ognuno. In questo senso, l’accordo con il GSE rappresenta un passo importante per creare nuove occasioni e avvicinare un futuro in cui la sostenibilità non sia più un obiettivo da raggiungere, ma la normalità quotidiana”.
L’accordo prevede il supporto operativo della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS), prima realtà istituzionale di coordinamento tra tutti gli Atenei italiani impegnati sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale.
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Eni avvia produzione parco fotovoltaico da 18 mw a Volpiano
VOLPIANO (TORINO) (ITALPRESS) – Eni, attraverso la controllata Eni New Energy, che opera nell’ambito delle attività della nuova direzione generale Energy Evolution, ha avviato la produzione del nuovo parco fotovoltaico di Volpiano, della capacità complessiva di 18 MW. Il progetto, realizzato all’interno del Deposito Carburanti di Eni a Volpiano, è parte del ‘Progetto Italià lanciato nel 2016 per la riqualifica di aree dismesse facenti parte del patrimonio industriale di Eni attraverso la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, creando al contempo nuove opportunità per il territorio. L’impianto, realizzato su un’area industriale di circa 32 ettari, produrrà annualmente oltre 27 GWh, di cui circa il 10% destinato ad alimentare le utenze del sito Eni, riducendo di oltre il 50% il prelievo dalla rete nazionale. Il resto dell’energia generata sarà valorizzata sul mercato, senza usufruire di meccanismi di incentivazione. L’iniziativa consentirà inoltre di evitare emissioni di anidride carbonica per circa 370.000 tonnellate lungo la vita utile dell’impianto. Con l’avvio dell’impianto di Volpiano, Eni New Energy ha raggiunto una capacità fotovoltaica in esercizio di circa 85 MW, con l’obiettivo di superare i 250 MW entro il 2023. La strategia di Eni nel settore delle energie rinnovabili mira a raggiungere un portafoglio equilibrato e diversificato nel mondo con oltre 3 GW di energia eolica e solare installata entro il 2023 e fino a 5 GW entro il 2025.
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Nel 2019 consumi elettrici -1%, per imprese prezzi più alti media Ue
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2019 i consumi di energia elettrica in Italia (301,4 TWh) registrano una lieve diminuzione del -1% (contro il +0,5% del 2018), dovuta principalmente al calo dei consumi nel settore agricolo e industriale (-2% ciascuno), parzialmente compensati da quello domestico (+1%). L’88% della domanda nazionale è stata soddisfatta dalla produzione interna, in aumento di circa un punto percentuale, riducendo 3 l’import (-7%) e aumentando l’export (+78% ma sempre limitato in valori assoluti). La produzione nazionale lorda si è mantenuta pressochè costante, da 289,7 TWh nel 2018 a 291,7 TWh nel 2019 (+0,7%). E’ quanto emerge dai dati 2019 per elettricità, gas, acqua e rifiuti che l’Arera – Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente – ha pubblicato nella relazione annuale. Nel settore industriale, dopo i positivi dati degli anni 2017 e 2018, che avevano visto una progressiva riduzione del divario tra i prezzi medi lordi del nostro Paese e quelli più convenienti dell’Area euro, per il 2019 si registra una pausa di questa favorevole tendenza. Torna infatti a crescere il divario con i prezzi medi dell’Eurozona, con i clienti industriali italiani che nel 2019 continuano a pagare prezzi più alti di quelli della media dell’Area Euro, per tutte le classi, a causa del rialzo dei prezzi netti (energia e costi di trasporto) e delle imposte e oneri. Per la prima classe di consumo (consumi inferiori a 20 MWh) si è passati, rispettivamente, dal +8% del 2018 al +45% del 2019, mentre per le altre (consumi tra 20-500, 500-2.000, 2.000-20.000 MWh/a) si è passati da circa il +10% del 2018 a valori prossimi al 20%. Anche per le classi con consumi tra i 20.000 e 70.000 MWh/a e da 70.000 a 150.000 MWh/a si passa rispettivamente dal 6% al 18% e dal -12% al +9%. I differenziali di prezzo sembrano tornati su livelli prossimi a quelli registrati nel 2016, anche se restano ancora ben inferiori a quelli degli anni precedenti, quando si attestavano tutti su valori vicini al 30%. I prezzi italiani comunque si confermano più bassi, come di consueto, di quelli dei consumatori industriali tedeschi ad eccezione della prima classe di consumo, ma anche di quelli inglesi almeno per le ultime tre classi di consumo, mentre la Spagna mantiene prezzi più bassi in tutte le classi di consumo e aumenta il divario con i prezzi più bassi della Francia (fino a +60% per le classi a maggiori consumi). Per quanto riguarda le “fonti”, le rinnovabili tengono (+0,4%) nonostante la contrazione dell’idroelettrico (dopo il boom del 2018) a -6,2% e del geotermico (-1,2%). Quasi dimezzata la produzione derivante dal carbone (-46,9%), compensata dall’aumento della produzione a gas naturale (+11,4%) e quella derivante dai prodotti petroliferi (+2,4%). La fonte gas ha assicurato quasi la metà (49,1%) della produzione lorda (dal 44,4% del 2018). La quota di Enel nella produzione è stata del 17% (19,4% nel 2018), ancora in calo. Per la prima volta Enel non ricopre più il ruolo di primo operatore nella generazione termoelettrica, essendo risultata maggiore la produzione di Eni, pur a fronte di una potenza installata inferiore. La quantità di energia elettrica incentivata rimane invariata sui 63 TWh, per un costo del sistema anch’esso stabile sugli 11 miliardi, su un totale di oneri generali di circa 15 miliardi. La quantità di energia elettrica acquistata dal Sistema Italia, invece, è stata pari a 295,8 TWh (+0,1 rispetto al 2018).
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Gas, Snam testa con Baker Hughes prima turbina “ibrida” a idrogeno
FIRENZE (ITALPRESS) – Baker Hughes e Snam hanno completato con successo i test per il funzionamento della prima turbina “ibrida” a idrogeno al mondo progettata per un’infrastruttura di trasporto del gas naturale. Si tratta di un progetto interamente italiano: la nuova turbina “NovaLT12”, che potrà essere alimentata con una miscela di idrogeno fino al 10% e gas naturale (H2NG), è stata progettata e realizzata nel nostro Paese negli stabilimenti di Baker Hughes.
Il test si è svolto nello stabilimento Baker Hughes di Firenze alla presenza – tra gli altri – di Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, di Rod Christie, Vice Presidente Esecutivo Turbomachinery & Process Solutions di Baker Hughes, di Michele Stangarone, Presidente di Nuovo Pignone e Vice Presidente Europa, Russia & CIS e Africa Subsahariana TPS di Baker Hughes e del senatore Andrea Cioffi.
E’ la prima volta a livello mondiale che un operatore di infrastrutture gas come Snam testa una turbina di questo tipo per utilizzarla sui propri asset. La turbina sarà installata entro il 2021 nell’impianto di spinta di Snam a Istrana, in provincia di Treviso.
“Il progetto rappresenta una nuova tappa fondamentale nell’adeguamento delle infrastrutture energetiche italiane all’idrogeno – si legge in una nota -: a oggi il 70% dei metanodotti della rete di trasmissione gas di Snam è già costruito con tubi “Hydrogen ready” per trasportare quantità crescenti di idrogeno miscelate con gas naturale nell’ottica di contribuire al taglio di emissioni di CO2 del Paese. Applicando la percentuale del 10% di idrogeno al totale del gas trasportato annualmente da Snam, se ne potrebbero immettere ogni anno in rete 7 miliardi di metri cubi, un quantitativo equivalente ai consumi annui di 3 milioni di famiglie e che consentirebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 5 milioni di tonnellate”.
Snam è tra le prime società al mondo ad avere sperimentato l’immissione di idrogeno in una rete di trasporto gas ad alta pressione, prima al 5% e successivamente al 10%. La società è impegnata anche a supportare la crescita della filiera italiana attraverso lo sviluppo di tecnologie per favorirne l’impiego in molteplici settori, dall’industria ai trasporti.
La “NovaLT” rappresenta nell’industria la prima famiglia di turbine gas ad alte prestazioni di Baker Hughes commercializzata “Hydrogen ready”, in grado di bruciare blend di gas metano e idrogeno, dal 5% fino al 100% di idrogeno.
“Con questa nuova sperimentazione insieme a Baker Hughes – commenta l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà – facciamo un ulteriore passo avanti nel percorso di adattamento della nostra rete al trasporto di idrogeno. L’infrastruttura, come evidenziato anche nella Hydrogen Strategy recentemente presentata dalla Commissione europea, sarà un elemento abilitante dello sviluppo dell’idrogeno pulito, che insieme all’elettricità rinnovabile sarà un pilastro della lotta ai cambiamenti climatici e potrà raggiungere il 20-25% del mix energetico globale al 2050. L’Italia, grazie alle sue tecnologie, al suo sistema energetico e alla sua posizione geografica, potrà giocare un ruolo da protagonista in questa nuova sfida ambientale, che genererà anche opportunità di sviluppo e occupazione”.
“Il completamento di questo test rappresenta un passo importante nella definizione dell’energia del futuro”, ha commentato Lorenzo Simonelli, Chairman e CEO di Baker Hughes. “La transizione energetica in atto vedrà infatti sempre più la combinazione tra vettori energetici diversi, e tra fonti fossili ed energie rinnovabili – ha aggiunto -. Come afferma anche l’International Energy Agency, la tecnologia sarà un elemento abilitante critico per la transizione energetica ed è proprio con questa che come Baker Hughes siamo al fianco dei nostri partner, come Snam, in questo momento cruciale, offrendo loro una tecnologia innovativa e scalabile, già pronta e disponibile, ed in grado di bruciare fino al 100% di idrogeno con ridotte emissioni. Tutto questo in linea con il nostro impegno a diventare una zero emission company entro il 2050”.
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Terna, emesso un nuovo green bond da 500 milioni
ROMA (ITALPRESS) – Terna ha lanciato con successo un’emissione obbligazionaria green, destinata a investitori istituzionali, per un ammontare nominale pari a 500 milioni di Euro. L’emissione, che ha ottenuto grande favore da parte del mercato con una richiesta di oltre 2 miliardi di euro, quattro volte l’offerta, e che è caratterizzata da un’elevata qualità e un’ampia diversificazione geografica degli investitori, è stata realizzata nell’ambito del proprio Programma Euro Medium Term Notes (EMTN) da Euro 8.000.000.000, a cui è stato attribuito un rating “BBB+” da Standard and Poor’s, “(P)Baa2” da Moody’s e “BBB+” da Fitch e “A-” da parte di Scope.
Il green bond avrà una durata di dodici anni con scadenza 24 luglio 2032 ed un prezzo pari a 99,623% con uno spread di 90 punti base rispetto al midswap. Pagherà una cedola dello 0,75%. Il tasso effettivo sarà dello 0,78%, il più basso mai ottenuto tra le corporate italiane sia per green bond sia, in generale, per emissioni sopra i 10 anni, a testimonianza del ruolo di leadership di Terna nella finanza sostenibile, e sarà inferiore rispetto al costo medio complessivo del debito consolidato di Piano pari all’1,4%. Per il green bond sarà presentata richiesta per l’ammissione a quotazione alla Borsa del Lussemburgo.
I proventi netti dell’emissione saranno utilizzati per finanziare i cosiddetti eligible green projects della società, individuati o da individuare sulla base del Green Bond Framework della Società, redatto in conformità ai cosiddetti “Green Bond Principles 2018” pubblicati dall’ICMA – International Capital Market Association. La strategia di Terna si conferma dunque orientata a coniugare sostenibilità e crescita, per favorire la transizione energetica in atto e generare sempre maggiori benefici per il Paese e tutti gli stakeholders. Al riguardo, Terna ha predisposto e pubblicato un “Green Bond Framework” al fine di agevolare la trasparenza e la qualità dei green bond emessi. Tale Framework e la “second party opinion”, predisposta dall’advisor indipendente Vigeo Eiris, sono a disposizione del pubblico sul sito internet della società (www.terna.it).
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Al via collaborazione Gse-Fondazione Sviluppo Sostenibile
ROMA (ITALPRESS) – Supportare le Istituzioni nazionali e le Amministrazioni regionali e locali nell’adozione di politiche e progetti che favoriscano lo sviluppo sostenibile del Paese, anche come chiave di ripartenza dopo l’emergenza sanitaria. Questo lo scopo principale della collaborazione avviata dal Gestore dei Servizi Energetici- GSE SpA, società pubblica che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica e la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, ente senza fini di lucro che ha come scopo la promozione della green economy, dello sviluppo tecnologico e dell’alta formazione tecnologica, finalizzate ad una elevata qualità ecologica. L’accordo, sottoscritto da Francesco Vetrò, presidente del GSE, e da Edo Ronchi, presidente dalla Fondazione, prevede la collaborazione nelle iniziative per il monitoraggio dei trend energetici e climatici del Paese, l’elaborazione di studi sulle ricadute economiche e sociali, nonchè la redazione di appositi rapporti annuali. Attività i cui risultati saranno divulgati attraverso l’organizzazione di eventi istituzionali, e resi disponibili negli incontri con gli stakeholder di settore.
“Nell’ottica di ripartenza dopo l’emergenza Covid-19, l’accordo tra il GSE e la Fondazione prevede inoltre il supporto alle Amministrazioni regionali nei settori particolarmente colpiti, contribuendo a individuare le misure più idonee a fronteggiare la crisi – si legge in una nota -. Un’azione che sarà portata avanti anche attraverso la realizzazione di studi e analisi sull’impatto che l’emergenza epidemiologica ha avuto sui settori energetico e ambientale. Nell’ambito del progetto “Green City Network” promosso dalla Fondazione, saranno avviate iniziative per sostenere i principi di mitigazione e adattamento climatico nelle aree urbane. A tal fine, saranno elaborati studi, analisi e dossier di approfondimento sulle tematiche della rigenerazione urbana, come la carbon neutrality delle città e la gestione del ciclo dei rifiuti, anche al fine di supportare le Amministrazioni locali nella definizione delle politiche a favore della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare”.
Il GSE, peraltro, è tra i 500 firmatari del Manifesto “Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia”, promosso dalla Fondazione per garantire un sostegno al Paese e una ripartenza economica che faccia leva sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica, principali strumenti per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima varato dal Governo.
“Dopo la sottoscrizione del Manifesto, la collaborazione tra la Fondazione e il GSE concretizza una convergenza di intenti volti alla promozione dello sviluppo sostenibile del Paese e, quindi, a beneficio del Paese stesso, che conducono ad azioni particolarmente rilevanti, specie in una fase di emergenza economica e sociale come quella che stiamo attraversando”, ha sottolineato il presidente del GSE, Francesco Vetrò, ringraziando “Edo Ronchi per l’attività intrapresa dalla Fondazione, alla quale il GSE conferma il proprio supporto, nel suo ruolo di Istituzione preposta a promuovere lo sviluppo sostenibile del Paese”.
“Nella promozione di un nuovo Green Deal per l’Italia e della transizione energetica verso la neutralità carbonica, mi pare di grande importanza il coinvolgimento, il confronto e la collaborazione con i soggetti istituzionali interessati, da parte degli stakeholder, dei territori, delle città così come di soggetti competenti della società civile”, ha detto il presidente della Fondazione Edo Ronchi, ringraziando Vetrò per il suo forte impegno a favore di uno sviluppo sostenibile. “La collaborazione fra il GSE, una delle realtà più qualificate e rilevanti per le tematiche di nostro maggiore interesse e la Fondazione è per noi motivo di soddisfazione e di impegno in nuovi progetti comuni”, ha poi concluso.
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