ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di ACEA, presieduto da Michaela Castelli, ha approvato il Resoconto Intermedio della Gestione al 31 marzo 2020.
I ricavi netti consolidati ammontano a 834 milioni di euro, in lieve crescita rispetto agli 823 milioni di euro del primo trimestre 2019 (+1%).
Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) consolidato passa da 248 milioni di euro, del 31 marzo 2019, a 276 milioni di euro del 31 marzo 2020, registrando una crescita di 29 milioni di euro (+12%), attribuibile, per 21 milioni di euro, alla variazione dell’area di consolidamento (AdF contribuisce per 14 milioni di euro).
Il Risultato Operativo (EBIT) di 137 milioni di euro segna un incremento di 4 milioni di euro (+3%) rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Il Risultato netto di Gruppo, nel periodo, si attesta a 71 milioni di euro e segna un calo di 5 milioni rispetto al medesimo periodo del 2019 (-6,5%).
Il Risultato netto di Gruppo, nel periodo, si attesta a 71 milioni di euro e segna un calo di 5 milioni rispetto al medesimo periodo del 2019 (-6,5%).
“I risultati del primo trimestre dell’anno, seppur in presenza di uno scenario complesso a causa del manifestarsi dell’emergenza sanitaria, sono positivi, confermano la solidita’ dei nostri business e il valore degli investimenti realizzati in questi tre anni per assicurare la massima efficienza operativa delle nostre infrastrutture”, commenta l’amministratore delegato di ACEA, Stefano Donnarumma.
“Questo ha permesso di garantire la continuita’ nella gestione di servizi essenziali in tutti i territori in cui ACEA opera. Le caratteristiche del nostro business, la solidita’ della struttura finanziaria e la capacita’ gestionale delle nostre persone permettono di guardare con fiducia al futuro e di confermare la guidance per l’anno in corso gia’ comunicata al mercato”, aggiunge.
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Acea, nel primo trimestre 2020 ricavi in rialzo
Gse, al via la seconda fase della campagna “1 kwh per il Paese”
ROMA (ITALPRESS) – Parte la seconda fase della campagna “1kWh per il Paese”, promossa dal Gestore dei Servizi Energetici per raccogliere fondi a sostegno della Protezione civile nazionale, impegnata quotidianamente contro l’emergenza Covid-19. Fino al 17 maggio gli operatori e i cittadini che beneficiano degli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche e al fotovoltaico di grande taglia, potranno decidere quanti kWh donare.
Per la campagna, il Gestore ha stabilito come valore di riferimento 10 euro per ogni kWh donato. Durante la prima fase dell’iniziativa, che ha riguardato i beneficiari del Conto Energia (cioe’ gli incentivi al fotovoltaico), sono stati raccolti e donati alla Protezione civile 528.730 euro – come riporta il contatore pubblicato sul sito del GSE – grazie ai quasi 5.900 soggetti che hanno aderito all’iniziativa.
“Vista la generosita’ dimostrata dal mondo delle rinnovabili e le potenzialita’ di una sinergia tra il Gestore dei servizi energetici e gli operatori del settore, l’iniziativa proseguira’ a partire da oggi con una seconda fase”, si legge in una nota.
Chi decidera’ di aderire alla campagna potra’ farlo direttamente online entro il 17 maggio. I beneficiari degli incentivi possono stabilire quanto donare e su quale contratto, attraverso l’Area Clienti del sito GSE, effettuando la donazione direttamente sugli incentivi spettanti nel mese maggio. L’importo finale trattenuto dagli incentivi ai fini della donazione, sara’ immediatamente calcolato e confrontabile con il saldo disponibile. Una volta terminata l’operazione, il sito dara’ conferma dell’avvenuta donazione.
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Snam, nel primo trimestre 2020 utile netto in rialzo
Il Consiglio di Amministrazione di Snam, che si è riunito sotto la presidenza di Luca Dal Fabbro, ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre 2020.
I ricavi totali ammontano a 691 milioni di euro, in aumento di 52 milioni di euro, pari all’8,1%, rispetto al primo trimestre 2019. I ricavi regolati registrano un aumento di 41 milioni di euro, pari al 6,7%.
Il margine operativo lordo ammonta a 567 milioni di euro, in aumento di 25 milioni di euro (+4,6%) rispetto al primo trimestre 2019.
L’utile netto ammonta a 298 milioni di euro, in aumento di 15 milioni di euro, pari al 5,3%, rispetto al primo trimestre 2019 a seguito del positivo andamento della gestione operativa e della riduzione degli oneri finanziari netti. L’utile prima delle imposte è cresciuto di 11 milioni di euro (+2,8%).
L’utile operativo ammonta a 380 milioni di euro, in aumento di 14 milioni di euro, pari al 3,8%, rispetto al primo trimestre 2019.
“I risultati del primo trimestre confermano la solidità del nostro business e il valore delle azioni di sviluppo ed efficienza realizzate negli ultimi anni, anche in difficili contesti di mercato – commenta Marco Alverà, amministratore delegato di Snam -. In questi mesi Snam non si è mai fermata, lavorando con grande impegno e con misure straordinarie per garantire il proprio servizio essenziale di sicurezza energetica. Contestualmente, abbiamo dato un contributo per sostenere il sistema sanitario con iniziative di solidarietà e con l’acquisto di ventilatori polmonari e mascherine, supportando anche il settore non-profit attraverso Fondazione Snam e le raccolte fondi delle nostre persone”.
“Nel primo trimestre abbiamo realizzato investimenti per 220 milioni di euro – aggiunge -. Nonostante il contesto, confermiamo il nostro piano di investimenti 2019-2023 a supporto della ripartenza dei territori nei quali operiamo: stiamo riavviando i nostri cantieri, con tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di dipendenti e appaltatori, e individuando tutte le iniziative possibili per recuperare l’impatto delle interruzioni dei lavori degli ultimi due mesi e, ove possibile, accelerare. Allo stesso tempo continuiamo a investire in modo deciso per rafforzare il nostro impegno per la transizione energetica e i progetti per la decarbonizzazione e lo sviluppo dei gas verdi”.
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Gse, 14,8 miliardi a favore della sostenibiita’ ambientale
ROMA (ITALPRESS) – Grazie al supporto del Gse, societa’ del ministero dell’Economia che promuove lo sviluppo sostenibile attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, nel 2019 sono stati attivati 2,6 miliardi di investimenti nel settore green e destinati 14,8 miliardi alla promozione della sostenibilita’. E’ quanto emerso in occasione della presentazione online del Rapporto attivita’ 2019 dell’ente, che ha fatto il punto sullo stato dei settori delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia.
Lo scorso anno il valore delle risorse gestite dal Gse per la promozione della sostenibilita’ ha raggiunto i 14,8 miliardi, di cui 11,4 miliardi per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, 1,3 miliardi per l’efficienza energetica e le rinnovabili termiche, 800 milioni relativi ai biocarburanti e 1,3 miliardi riconducibili ai proventi derivanti dalle aste di CO2. Per quanto riguarda in particolare gli incentivi alle rinnovabili elettriche, i costi sostenuti dal Gse si sono attestati sui 12,9 miliardi, in calo rispetto ai 13,4 miliardi del 2018 (per la minor produzione idroelettrica e la scadenza degli incentivi di alcuni impianti). Tali costi sono stati in parte compensati dai ricavi provenienti dalla vendita dell’energia elettrica ritirata dagli impianti incentivati. Grazie all’impegno di Gse nelle rinnovabili, l’Italia, anche nel 2019, ha superato gli obiettivi europei previsti al 2020, attestandosi (secondo le stime preliminari) a circa il 18% di consumi totali di energia coperti da fonti rinnovabili. Nel 2019 risultano in esercizio circa 900.000 impianti relativi alle fonti rinnovabili elettriche. Di questi, piu’ di 880.000 sono fotovoltaici, oltre 5.600 sono eolici, i restanti riguardano le altre fonti (idraulica, geotermica, bioenergie). “La nostra parola d’ordine per il futuro deve essere cooperazione. Il Gse, con la sua attivita’, alimenta le radici di sostenibilita’ del Paese. Il Gse e’ un ente importante, ma da soli non si va da nessuna parte”, ha detto l’Ad della societa’ Roberto Moneta
“Mai come in questo momento nel nostro Paese occorre parlare di sviluppo e l’energia puo’ essere uno dei volani di questo sviluppo. Il rapporto Gse sulle fonti rinnovabili puo’ essere una basa su cui lavorare per prendere le scelte che saremo chiamati a prendere nei prossimi anni”, ha detto Francesco Vetro’, presidente del Gse.
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Enea, a marzo calo record per le emissioni di CO2
L’effetto COVID-19 impatta sul settore energetico nazionale sul fronte dei consumi, dei prezzi e delle emissioni CO2. È quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA che evidenzia una diminuzione del 7% rispetto al 2019 dei consumi di energia primaria e finale nei primi tre mesi dell’anno, con un picco del -15% per il solo mese di marzo. Inoltre, ENEA stima un possibile calo del 20% nel secondo trimestre 2020 e di ben oltre il 10% per l’intero semestre, sia per i consumi primari che per quelli finali.
Nelle prime cinque settimane dall’inizio di marzo in poi, la domanda elettrica ha iniziato a contrarsi stabilizzandosi su un -20% a livello nazionale (-30% nelle regioni del Nord) rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche i consumi di gas naturale si sono stabilizzati su un -30% dalla seconda metà di marzo mentre gasolio e benzina hanno segnato un -43% a marzo.
Nel primo trimestre dell’anno le emissioni di CO2 hanno segnato una drastica diminuzione (-10% circa) con la previsione di un -15% nel semestre. “Un calo senza precedenti – sottolinea Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha curato l’Analisi – tenuto conto che nel 2019 si è registrato un -1,5%, grazie al phase out del carbone, favorito dai bassi prezzi del gas naturale e dal rialzo delle quotazioni dei permessi di emissione. Ciò nonostante, negli ultimi anni in Italia si sono ridotte meno dei principali paesi europei, pur a fronte di un andamento dell’economia meno positivo”.
Sul fronte dei prezzi, l’Analisi ENEA evidenzia che il forte calo sui mercati all’ingrosso dei primi tre mesi dell’anno, accentuato dalla crisi sanitaria, ha già prodotto effetti rilevanti per i consumatori. “Nella media del I semestre 2020 il prezzo dell’elettricità sul mercato tutelato sarà inferiore del 13% rispetto al II semestre 2019, quello del gas del 9%, a fronte di ribassi della materia prima del 26% per l’elettricità e del 12% per il gas. Queste diminuzioni – spiega l’esperto – non hanno ancora recepito pienamente i cali dei prezzi all’ingrosso, che nel semestre potranno essere intorno al 30% per l’elettricità, del 20% per il gas”.
L’emergenza coronavirus si innesta su un trend di consumi in calo: nel 2019, infatti, dopo due anni di leggeri aumenti, i consumi di energia primaria e finale sono diminuiti di oltre l’1% soprattutto a causa del calo della produzione industriale (-1,3% rispetto al 2018) e dei minori consumi di riscaldamento per le temperature più miti. Nella produzione elettrica è cresciuto il ruolo del gas (+9%) che è tornato ad essere la principale fonte di energia primaria (36% del mix); le fonti fossili sono rimaste stabili al 75% nonostante il forte calo (-25%) del carbone, mentre le rinnovabili hanno visto l’incremento dell’eolico (+14%) e del fotovoltaico (+9%) mentre arretra l’idroelettrico (- 6%).
In questo scenario, la transizione del sistema energetico verso la decarbonizzazione segna il passo. L’indice ISPRED, elaborato da ENEA per monitorare questo passaggio, ha registrato nel 2019 un calo per il quarto anno consecutivo (-8%), a causa della sostanziale stazionarietà delle fonti rinnovabili e di un livello dei prezzi più elevato dell’anno precedente.
Questo numero dell’Analisi trimestrale torna a esaminare la situazione della competitività dell’Italia negli scambi internazionali delle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio (fotovoltaico, veicoli elettrici e ibridi, accumulatori, solare termico, eolico). Dal 2015 al 2019 il saldo normalizzato italiano evidenzia una sempre maggiore dipendenza dalle importazioni: a fine 2019 l’indicatore si è collocato a -0,53, dunque un valore negativo piuttosto elevato. Particolarmente critico appare il posizionamento nella mobilità a basse emissioni (-0,97 per veicoli ibridi, -0,89 quelli elettrici), con un saldo negativo di 1,53 miliardi di dollari, un valore tale da incidere anche sulla bilancia commerciale del Paese.
(ITALPRESS).
Eni, nel primo trimestre utile netto adjusted 59 milioni
Il Consiglio di Amministrazione di Eni ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre 2020 (non sottoposti a revisione contabile).
L’Utile operativo adjusted si attesta a 1,31 miliardi di euro, -1 miliardo pari a -44%, rispetto al trimestre 2019. Al netto dell’effetto scenario di -1,1 miliardi e degli impatti del COVID-19 di -0,15 miliardi, la performance è stata positiva per +0,2 miliardi (+16%). L’Utile netto adjusted è di 59 milioni, il Risultato netto fa segnare una perdita netta di 2,93 miliardi (utile netto di 1,1 miliardi nel trimestre 2019), determinata principalmente dall’allineamento del valore delle scorte ai prezzi correnti. Inoltre negli special item sono compresi anche svalutazioni di asset oil&gas e fair value negativi dei derivati privi dei requisiti formali per essere trattati in hedge accounting indotti anch’essi dall’effetto scenario.
“Il periodo che stiamo vivendo dallo scorso marzo è per l’economia mondiale il più complesso degli ultimi 70 anni e oltre. Per l’industria energetica, ed in particolare per l’Oil&Gas, la complessità è ancora maggiore dato il sovrapporsi degli effetti della pandemia al crollo del prezzo del petrolio. Eni sta affrontando questo periodo contando su un’organizzazione operativa sicura per i suoi dipendenti, contrattisti e per le popolazioni dei Paesi ospitanti”, commenta in una nota l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
“D’altro canto, le persone Eni hanno dimostrato un’elevata capacità e disponibilità ad adattarsi alle condizioni di questo difficile momento, consentendo al Gruppo di lavorare in totale continuità. E di questo le ringrazio – prosegue -. Inoltre il portafoglio di business mostra di essere resiliente come mai in passato, mentre la struttura patrimoniale è molto solida, frutto del lavoro fatto negli ultimi anni. In particolare il portafoglio upstream ha un punto di pareggio competitivo ed è flessibile, consentendo la rimodulazione delle attività e degli impegni finanziari in funzione dell’evoluzione dello scenario”.
“Il portafoglio mid-downstream sta reagendo bene alla crisi dei consumi, consuntivando un risultato operativo più alto di quello dell’analogo periodo 2019. Complessivamente il risultato operativo è risultato essere superiore alle aspettative del Mercato, mentre la generazione di cassa ante circolante finanzia gli investimenti di 1,9 miliardi di euro – sottolinea Descalzi -. Lo stato patrimoniale gode di un bilanciamento ottimale ma soprattutto della disponibilità di 16 miliardi di euro di liquidità che consentiranno al Gruppo di gestire con agio la contrazione dell’attività dovuta a prezzi e pandemia. Come tutti prevediamo un anno 2020 complicato, ma grazie ai nostri punti di forza contiamo di riprendere velocemente il cammino verso un modello di business sempre più redditizio e sostenibile tracciato nell’ultimo nostro piano strategico”.
(ITALPRESS).
Elettricità Futura-Utilitalia “Avviare un ciclo di investimenti privati”
“In questo particolare momento storico per il nostro Paese, il settore idroelettrico può rappresentare una leva strategica fondamentale a supporto del rilancio dell’economia, in grado di sostenere le imprese italiane, principalmente attive nelle filiere delle costruzioni e dell’ingegneria civile, idraulica ed elettromeccanica, oltre a valorizzare i territori e le comunità che ospitano gli impianti”. Lo affermano in una nota congiunta Elettricità Futura e Utilitalia.
“L’evoluzione della disciplina di settore ha portato ad oggi al rischio reale di uno sviluppo disarmonico del settore, a causa di un’impostazione che condurrà a provvedimenti disomogenei nei contenuti e nei tempi di approvazione. Appare necessario superare tali criticità, che sarebbero causa di paralisi degli investimenti, e assicurare agli operatori un contesto stabile e non distorsivo delle dinamiche del mercato elettrico, a vantaggio dell’intero sistema-Paese”, aggiungono.
Per questo motivo Elettricità Futura e Utilitalia ritengono necessario che “il nuovo contesto normativo debba assicurare il superamento delle asimmetrie esistenti a livello europeo, derivanti dall’assenza di armonizzazione delle discipline di riferimento e dalla mancanza di un ‘level playing field’, riaffermando il ruolo strategico dell’idroelettrico per il settore energetico nazionale”.
“Si accoglie quindi con favore l’ipotesi attualmente all’esame del DL Cura Italia di una revisione complessiva della disciplina che vada nella direzione di assicurare un quadro normativo stabile ed organico, stimolando l’avvio in tempi rapidi di un ciclo di investimenti privati fino a 7,5 miliardi di euro da parte degli operatori e generando significative ricadute occupazionali con impatto diretto sui territori nonché, indirettamente, un incremento del gettito fiscale – prosegue la nota -. In questo quadro, sarebbe quindi di assoluta importanza che queste proposte fossero approvate dal Parlamento, con l’obiettivo di rilanciare da subito gli investimenti su asset strategici a supporto della crescita economica e della decarbonizzazione del sistema elettrico, favorendo il rilancio di filiere industriali italiane e garantendo, in un quadro nazionale uniforme e prevedibile, la possibilità di accordi efficaci con i territori”.
(ITALPRESS).
Snam e Terna rilanciano collaborazione su ricerca e innovazione
Snam e Terna rilanciano ed estendono la loro collaborazione su attività coordinate di ricerca, sviluppo e innovazione e sulle possibili convergenze tra sistema elettrico e sistema gas. Con la firma del rinnovo del Memorandum of Understanding da parte degli Ad Marco Alverà e Luigi Ferraris, le due società intendono dunque continuare a collaborare per individuare, definire e realizzare iniziative comuni, anche condividendo i rispettivi know how e best practice, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il loro impegno come protagonisti della transizione energetica in atto. Nello specifico, l’accordo si articola su tre aree di interesse: Centrali ‘dual fuel’, nell’ambito del quale Snam prevede la conversione delle proprie centrali di compressione e stoccaggio ad alimentazione gas-elettrica; Ricerca e sviluppo, in cui si svilupperanno iniziative connesse al cosiddetto “sector coupling” con particolare riferimento alle dinamiche di flessibilità e alla integrazione delle fonti energetiche rinnovabili; Co-innovazione, per proseguire nella sperimentazione e sviluppo di iniziative innovative e soluzioni tecnologiche per la sostenibilità delle reti energetiche. “Una collaborazione sempre più forte tra Snam e Terna sulle nuove frontiere dell’energia è cruciale per rendere l’Italia protagonista della transizione energetica a livello internazionale e per accelerare gli investimenti nella fase di ripartenza dopo l’emergenza sanitaria, creando opportunità di leadership tecnologica e sviluppo economico”, ha dichiarato Marco Alverà, Ad di Snam. “Il rinnovo di questa importante collaborazione ci consente di rafforzare l’impegno a supporto di una transizione energetica sostenibile. Insieme a Snam proseguiamo nel proficuo percorso di condivisione delle migliori competenze e per sviluppare congiuntamente ulteriori nuove soluzioni tecnologiche a supporto di un sistema energetico sempre più articolato e complesso”, ha dichiarato Luigi Ferraris, Ad di Terna. (ITALPRESS).









