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Via libera alla candidatura Ue per Ucraina e Moldavia. Nuovo invio di armi da Biden

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Il Consiglio Europeo ha dato formalmente il via libera alla concessione a Ucraina e Moldavia di Paesi candidati all’ingresso nell’Ue, sulla base delle raccomandazioni della Commissione. Una decisione impensabile fino a quattro mesi fa ma che il conflitto ha accelerato e che rappresenta un forte segnale di “solidarietà a Kiev”, come ha affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz al suo arrivo in Belgio. Si tratta di una “giornata storica” anche per la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, seconda la quale in questo modo si “mostrerà leadership, determinazione e visione nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina. L’Ue rimane un partner affidabile e un attore geopolitico credibile”. Sul tema è intervenuto naturalmente anche il numero uno del Consiglio, Charles Michel: “E’ un momento decisivo per l’Unione Europea. Oggi faremo una scelta geopolitica e sono fiducioso che daremo lo status di Paese candidato all’Ucraina e alla Moldavia” mentre anche per la Georgia si stanno aprendo spiragli di integrazione.
Ma quella odierna è una giornata fondamentale anche per un altro motivo: dagli Stati Uniti, infatti, dovrebbe essere annunciato un ulteriore invio di armi a Kiev, fra le quali altri sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità. Questo mentre il ministro della Difesa ha ufficializzato proprio oggi l’arrivo dei nuovi lanciarazzi Himars dagli Usa. “Grazie al mio collega e amico americano, il segretario alla Difesa Lloyd J. Austin, per questi potenti strumenti. L’estate sarà calda per gli occupanti russi – ha scritto su Twitter Oleksii Reznikov – e sarà anche l’ultima per alcuni di loro”.
Da Kiev invece ha parlato Zelensky e lo ha fatto per sollecitare Gerusalemme, fin qui riluttante nei confronti delle sanzioni internazionali verso Mosca e poco sensibile alle richieste di aiuto ucraine. In collegamento on line con l’università ebraica ha fatto appello al governo israeliano: “Un piccolo paese come il Lussemburgo, con una popolazione di circa 600 mila persone – ha detto il presidente – ci ha fornito un sostegno alla sicurezza per un importo del 15% del loro budget per la difesa. Ma che dire di Israele? Capiamo che questa non sia una situazione semplice ma vorremmo vedere più supporto”.
Anche Mosca, in ogni caso, non è rimasta in silenzio. E’ stata la giornata del vertice dei Brics e Putin ha sostanzialmente chiesto l’appoggio a Cina, India, Brasile e Sudafrica ricordando che le sfide e le minacce internazionali di questi mesi richiedono “risposte comuni” per rispondere “insieme e sulla base di una cooperazione onesta”.
Non poteva mancare anche l’attacco quotidiano all’Occidente, che scarica “i propri errori macroeconomici sul resto del mondo attraverso meccanismi finanziari”. Piuttosto esplicito anche il portavoce Dmitry Peskov: piano di pace? “Solo quando Kiev avrà soddisfatto tutte le nostre richieste”. Negoziare in questo modo è impossibile. Dal fronte, invece, è ritornata la pausa a Odessa, oggi nuovamente bersagliata da due missili, ai quali ha risposto la contraerea di Kiev che li ha intercettati. Poco distante dalla perla del Mar Nero c’è Mykolaev, un centinaio di chilometri a est, che da marzo è sotto attacco e che per i russi potrebbe costituire l’accesso ideale per puntare proprio su Odessa.
Qui le difese ucraine non sono entrate in azione e sono stati ben tre i missili da crociera che hanno colpito alcuni depositi alimentari della città. Mentre si cerca una soluzione per esportare il grano, le truppe del Cremlino continuano e distruggere i silos e le derrate che andrebbero fatte uscire prima possibile dal Paese. Infine il fronte caldissimo del Donbass: le forze di Mosca avanzano verso Lysychansk e dopo aver distrutto quasi completamente Severodonetsk, lo stesso destino potrebbe essere riservato alla città “gemella”.

foto: agenziafotogramma.it
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Quattro mesi di guerra in Ucraina, Kiev chiede più armi

ROMA (ITALPRESS) – Centoventi giorni di guerra in Ucraina. Nel Paese continua la pressione delle truppe russe, che ora avrebbero in mano altri due insediamenti nel Donbass. Kiev chiede che la fornitura di armi all’Ucraina venga accelerata mentre aspetta la decisione del Consiglio europeo in merito al suo percorso di avvicinamento all’Ue.
In particolare, secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, le truppe russe hanno catturato gli insediamenti di Loskutivka e Ray-Oleksandrivka, a sud di Severodonetsk, nel Donbass. L’esercito di Mosca, inoltre, per lo Stato maggiore ucraino, “conduce operazioni d’assalto per stabilire il controllo sull’insediamento di Syrotyne” e si prepara per “la forzatura del fiume Siversky Donets”.
Secondo l’analisi dell’intelligence britannica, dal 19 giugno le forze russe “probabilmente sono avanzate per oltre cinque chilometri” verso la città di Lysychansk, nel Donbass. “Alcune unità ucraine si sono ritirate, probabilmente per evitare di essere accerchiate”, aggiunge l’intelligence britannica nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito. Per Londra, il miglioramento delle prestazioni della Russia in questo settore “è probabilmente il risultato del recente rafforzamento delle unità e della forte concentrazione del fuoco”. “Le forze russe – si legge ancora – stanno mettendo la sacca di Lysychansk-Sieverodonetsk sotto una pressione crescente con questa avanzata strisciante ai margini dell’area urbana. Tuttavia, gli “sforzi per ottenere un accerchiamento più profondo” per prendere la parte occidentale dell’oblast di Donetsk “rimangono in stallo”.
L’offensiva nell’area prosegue. “Nel Donbass – ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio – ci sono massicci attacchi aerei e di artiglieria. L’obiettivo degli occupanti in questa direzione rimane lo stesso: vogliono distruggere l’intero Donbass passo dopo passo. Lysychansk, Slovyansk, Kramatorsk: mirano a trasformare qualsiasi città in Mariupol”, ha affermato. “Ecco perchè – ha aggiunto — evidenziamo ripetutamente l’accelerazione delle forniture di armi all’Ucraina. Sul campo di battaglia è necessaria al più presto la parità per fermare questa armata diabolica e spingerla oltre i confini” del Paese.

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Ucraina, Johnson “C’è un rischio stanchezza, ma l’Occidente è unito”

ROMA (ITALPRESS) – “C’è il rischio di una stanchezza sull’Ucraina, che la gente non riesca a vedere che questa è una battaglia vitale per i nostri valori, per il mondo. I costi dell’energia, la spinta dell’inflazione, i prezzi del cibo stanno avendo un impatto sulla fermezza delle persone, ma questo non sta avendo un impatto sulla fermezza del Regno Unito”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il primo ministro britannico Boris Johnson.
“Crediamo che si debbano aiutare gli ucraini a ottenere una capacità di resistenza strategica, devono continuare ad andare avanti – aggiunge -. Ma non possiamo essere più ucraini degli ucraini, è la loro crisi, loro devono decidere cosa vogliono fare. Ma è assolutamente chiaro, se vai lì e parli con gli ucraini, con Zelensky, che loro non cederanno territori in cambio della pace, non faranno un cattivo accordo. Non vogliono essere forzati a un negoziato, non acconsentiranno a un conflitto congelato nel quale Putin è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza e aggressione. Il territorio ucraino deve essere restaurato, almeno nei confini prima del 24 febbraio, la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina devono essere protette. E dunque sì, c’è una stanchezza, ma è qualcosa che dobbiamo affrontare, dobbiamo continuare a perorare la causa col nostro elettorato e le nostre popolazioni. Ma trovo che l’unità dell’Occidente sia ben più evidente delle divisioni”.

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Zelensky chiede nuove sanzioni, sale tensione tra Russia e Lituania

ROMA (ITALPRESS) – Mentre la guerra sul campo continua, con ancora morte e distruzione in Ucraina, si acuisce lo scontro tra Russia e Occidente. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel consueto videomessaggio serale, è tornato a chiedere il supporto dei partner. Secondo il leader ucraino, il “settimo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea è necessario il prima possibile”. “La Russia – ha detto – deve sentire un costante aumento della pressione per la guerra e per la sua aggressiva politica anti-europea. Un’altra minaccia russa alla Lituania – ha aggiunto – un’altra ondata di pressione energetica, un’altra serie di bugie dei funzionari russi sulla crisi alimentare sono tutti argomenti per concordare il settimo pacchetto di sanzioni”. Proprio con la Lituania si sta consumando la nuova crisi tra Mosca e Occidente. Il blocco delle esportazioni verso Kaliningrad ha causato una dura reazione russa di fronte alla quale gli Stati Uniti hanno ancora ribadito la loro posizione a sostegno degli alleati. “La Lituania è membro dell’Alleanza Nato”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price, che ha definito la Lituania come un “partner fedele” e ha spiegato che gli Stati Uniti rispettano gli impegni presi nei confronti dell’Alleanza. “Sosteniamo la Nato – ha aggiunto – sosteniamo i nostri alleati e sosteniamo la Lituania”. Per gli Usa, però, c’è anche la questione dei cittadini americani catturati in Ucraina. “Siamo stati in contatto con le autorità russe in merito a cittadini statunitensi che potrebbero essere stati catturati mentre combattevano in Ucraina”, ha affermato Price, aggiungendo che gli Stati Uniti si aspettano che “tutti coloro che sono stati catturati sul campo di battaglia siano trattati con umanità, rispetto e coerenza con le leggi di guerra”. L’ambasciata russa a Washington, però, afferma che non ci sono stati contatti con l’amministrazione statunitense. “Non ci sono state richieste all’ambasciata”, ha detto l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, rispondendo alle domande dei media, in base a quanto riportato dalla Tass. “Non confermo di aver ricevuto una richiesta di questo tipo da parte degli Stati Uniti”, ha aggiunto. Intanto sul campo si continua a combattere e alcuni insediamenti nell’Est del Paese sarebbero ora in mano ai russi. Nelle scorse ore lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha reso noto che le truppe di Mosca hanno catturato gli insediamenti di Pidlisne e Myrna Dolyna e che hanno anche avuto un “successo parziale” nell’area dell’insediamento di Hirske, nell’est del Paese. “Gli occupanti – aggiunge lo Stato maggiore ucraino nell’ultimo aggiornamento – stanno effettuando un fuoco sistematico per creare le condizioni per la ripresa dell’offensiva sulla città di Slovyansk”. Secondo l’intelligence britannica, “pesanti bombardamenti continuano mentre la Russia spinge per accerchiare l’area di Severodonetsk via Izium da nord e Popasna da sud. Molto probabilmente – aggiunge l’intelligence di Londra nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – la Russia si sta preparando per tentare di schierare un gran numero di unità di riserva nel Donbass”. Per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, “l’esercito ucraino sta rafforzando la sua difesa nella regione di Lugansk, che è davvero l’area più difficile in questo momento. Gli occupanti – ha affermato nel consueto videomessaggio serale – stanno anche esercitando una forte pressione sulla direzione di Donetsk. Nella regione di Kharkiv si verificano brutali e cinici bombardamenti di artiglieria russa”.
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L’Ucraina si avvicina all’Ue, Mosca “La crisi durerà a lungo”

ROMA (ITALPRESS) – In Ucraina si continua a combattere, soprattutto nell’est del Paese, e nulla sembra muoversi nella direzione della pace. Il conflitto, che prosegue ormai da 118 giorni, secondo quanto previsto da più parti, potrebbe essere ancora lungo. Lo ammette anche Mosca: per quanto riguarda la situazione in Ucraina, “sarà una crisi che durerà a lungo”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista all’emittente televisiva Nbc. “Non ci fideremo più dell’Occidente”, ha aggiunto.
Nel frattempo Kiev attende la risposta dell’Ue in merito allo status di candidato. La decisione ora spetta al Consiglio europeo, che si riunirà giovedì 23 e venerdì 24 giugno. Nella lettera di invito, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sottolineato che “è giunto il momento di riconoscere che il futuro di Ucraina, Moldavia e Georgia risiede nell’UE. Vi inviterò – ha continuato – a concedere lo status di candidato all’Ucraina e alla Moldavia. Parallelamente, continueremo a fornire all’Ucraina un forte sostegno umanitario, militare, economico e finanziario”, ha aggiunto.
“Anche i prossimi giorni della settimana – ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – saranno impegnativi. Ci stiamo avviando – ha continuato nel consueto discorso serale – verso la decisione principale del Consiglio europeo, che sarà adottata venerdì. Come avevo previsto – ha proseguito il leader ucraino -, la Russia è molto nervosa per la nostra attività. Ancora bombardamenti a Kharkiv, Odessa, ancora tentativi di brutali azioni offensive nel Donbass. Questo è un male che può essere placato – ha affermato – solo sul campo di battaglia. Difendiamo Lysychansk e Severodonetsk. Tutta questa regione è la più difficile, ci sono le battaglie più dure”.
Intanto il ministero della Difesa russo ha annunciato che le forze armate di Mosca hanno collegato l’ultima delle sette torri TV nella regione di Kherson per trasmettere i canali russi. Pertanto “a circa un milione di residenti – si legge in un messaggio Telegram del ministero – è stata offerta l’opportunità assolutamente gratuita di guardare vari canali russi”.

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L’Ucraina attende la risposta Ue mentre prosegue il conflitto

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Per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky oggi “inizia una settimana davvero storica” perché è quella in cui arriverà “la risposta dell’Unione europea sullo status di candidato per l’Ucraina. Abbiamo già una decisione positiva da parte della Commissione Europea – ha detto nel consueto discorso serale -, e alla fine della nuova settimana ci sarà una risposta dal Consiglio Europeo”. Zelensky ha spiegato di essere “convinto” che “solo una decisione positiva soddisfi gli interessi di tutta l’Europa”, però ha avvertito: “Ovviamente, dovremmo aspettarci una maggiore attività ostile dalla Russia, volutamente, a scopo dimostrativo, proprio questa settimana. E non solo contro l’Ucraina – ha continuato -, ma anche contro altri paesi europei. Noi ci stiamo preparando, siamo pronti e avvertiamo i partner”. Scambi d’accuse e messaggi forti rimbalzano da una parte all’altra ormai da mesi.
Non c’è solo lo scontro sul campo ma anche quello verbale. Secondo l’ex presidente russo, Dmitri Medvedev, per l’adesione all’Ue, gli ucraini saranno sotto “verifica per decenni”. Pertanto, ha scritto ieri su Telegram, “la vera scadenza è la metà del secolo, non prima” e fino ad allora l’Unione europea potrebbe anche sparire. Intanto sul campo si continua a combattere. Secondo l’intelligence britannica, durante il fine settimana “le operazioni di terra e aeree tattiche russe sono rimaste focalizzate sul settore centrale del Donbass”. Nella battaglia della regione, per Zelensky, “continuano aspri combattimenti”. “L’esercito russo – ha aggiunto il leader ucraino – lì usa il maggior numero di artiglieria, il maggior numero di forze offensive, ma Severodonetsk, Lysychansk, Avdiivka, Krasnohorivka e altre aree calde stanno resistendo”. Si vive una situazione difficile anche a Kharkiv, città dell’Est sotto attacco ormai da giorni. “Gli occupanti stanno accumulando forze nella direzione di Kharkiv, nella regione di Zaporizhzhia”, ha detto Zelensky. In base all’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, nella direzione di Kharkiv, i principali sforzi dei russi “sono concentrati sull’impedire alle forze di difesa di avanzare verso il confine di Stato dell’Ucraina”, mentre sarebbe stato aperto il fuoco sugli insediamenti di Kozacha Lopan, Mali Prokhody, Dementiivka, Petrivka, Verkhniy Saltiv, Rubizhne e nella periferia di Kharkiv. (ITALPRESS).
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Francia, Macron perde la maggioranza in Parlamento

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Secondo le prime proiezioni, alle elezioni legislative francesi, Emmanuel Macron avrebbe perso la maggioranza assoluta in parlamento.

La sua coalizione – “Ensemble” – otterrebbe 230 deputati, contro i 149 di Nupes di Jean-Luc Mélenchon. Risultato senza precedenti – con 85 deputati – quello del Rassemblement National di Marine Le Pen.

“E’ la vittoria del popolo francese – ha commentato Le Pen – Questa sera ha preso in mano il suo destino, facendo di Macron un presidente di minoranza”.

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Ucraina, fattore tempo determinante nello scenario futuro

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A centosedici giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, è sempre più chiaro quanto sia determinante la componente del tempo. Lo è per entrambe le parti in conflitto, per la battaglia sul campo, per i rifornimenti militari e per le sofferenze di una popolazione ormai allo stremo. Ma non solo, perché la guerra sta producendo i suoi effetti a livello globale. Le armi, però, secondo quanto previsto da più parti, non si fermeranno a breve. Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, la guerra in Ucraina potrebbe durare anni. “Dobbiamo prepararci al fatto che potrebbero volerci anni”, ha detto in un’intervista al quotidiano tedesco Bild. Secondo il segretario generale della Nato, occorre continuare a sostenere l’Ucraina anche se “i costi sono elevati, non solo per il supporto militare, ma anche per l’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari”. Di tempo parla anche il premier britannico Boris Johnson, secondo cui rappresenta un “fattore vitale”.
“Tutto dipenderà – ha detto Johnson in un intervento al Sunday Times – dal fatto che l’Ucraina possa rafforzare la sua capacità di difendere la sua terra più velocemente di quanto la Russia possa rinnovare la sua capacità di attacco”. E non solo: anche per Johnson il conflitto è destinato a durare ancora. “Temo – ha affermato – che dobbiamo prepararci a una lunga guerra, poiché Putin ricorre a una campagna di logoramento, cercando di sfinire l’Ucraina con brutalità”. Un’indicazione temporale nelle scorse ore è arrivata anche da Kiev. L’Ucraina potrebbe riprendere i colloqui con la Russia “a fine agosto”, ha affermato David Arahamiya, capo dei negoziatori ucraini, secondo cui ci sarà una “controffensiva in alcuni luoghi”. Negoziati che si presentano però molto complessi, soprattutto per quanto riguarda le posizioni sul campo. “L’Ucraina che conoscevamo, all’interno di quei confini, non esiste più”, ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Kiev, però, intende ancora resistere. Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Mykolaiv, nell’area meridionale del Paese, e nella regione di Odessa. “Non daremo via il Sud a nessuno – ha detto poi Zelensky in un videomessaggio diffuso nella notte -, restituiremo tutto ciò che è nostro e il mare sarà ucraino e sicuro”. Intanto sul campo i combattimenti proseguono, continua la stretta sul Donbass e nelle scorse ore alcuni attacchi sono stati registrati in altre aree del Paese. Secondo l’intelligence britannica, negli ultimi giorni “sia la Russia che l’Ucraina hanno continuato a condurre pesanti bombardamenti di artiglieria sugli assi a nord, est e sud della sacca di Severodonetsk, ma con pochi cambiamenti in prima linea. Le unità combattenti di entrambe le parti – si legge nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – sono impegnate in intensi combattimenti nel Donbass e probabilmente hanno un morale variabile”.
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