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Ucraina, Zelensky “Severodonetsk epicentro dello scontro in Donbass”

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L’Est dell’Ucraina è sotto il fuoco continuo: si combatte ancora nel Donbass, dove lo scontro resta intenso, e l’attenzione è rivolta in particolare alla città di Severodonetsk, nella regione di Lugansk, al centro della battaglia delle ultime settimane. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Severodonetsk rimane l’epicentro dello scontro nel Donbass”. “Difendiamo le nostre posizioni – ha affermato nel consueto videomessaggio serale -, infliggiamo perdite significative al nemico. Questa è una battaglia molto feroce, molto difficile”. “Probabilmente una delle più difficili durante questa guerra. Sono grato a tutti coloro – ha continuato – che difendono questa direzione. In molti modi, il destino del nostro Donbass viene deciso lì”. Nel quadro presentato dall’intelligence britannica, nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito, nell’area di Severodonetsk i combattimenti continuano ma nelle ultime 48 ore “il Gruppo di forze orientali russe ha probabilmente aumentato gli sforzi per avanzare a sud di Izium”. Per Londra, la Russia “probabilmente cerca di riguadagnare slancio in quest’area per esercitare ulteriore pressione su Severodonetsk” e per avere la possibilità di “avanzare più in profondità nell’oblast di Donetsk”. Secondo il ministero della difesa russo, l’esercito ucraino nel Donbass “sta subendo perdite significative di manodopera, armi ed equipaggiamento militare” mentre secondo lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev “nelle ultime 24 ore i difensori dell’Ucraina nelle aree di Donetsk e Lugansk hanno respinto sette attacchi nemici”. Al fronte, quindi, le armi non si fermano, mentre sul piano diplomatico non vengono compiuti passi in avanti per la pace. Intanto, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è tornato a parlare della guerra in Ucraina e dei suoi effetti nel mondo, rinnovando il suo appello: “L’invasione russa dell’Ucraina deve finire. Ma finché ciò non accadrà – ha scritto in un tweet -, abbiamo bisogno di un’azione immediata: 1. Dobbiamo portare stabilità ai mercati alimentari ed energetici globali. 2. Abbiamo bisogno di rendere immediatamente disponibili risorse per aiutare le comunità e i paesi più poveri”. Non c’è, però, ancora l’accordo per lo sblocco del grano che si trova fermo in Ucraina e che minaccia una crisi alimentare globale. (ITALPRESS).

 

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Zelensky “Morti in guerra 31 mila soldati russi”

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KIEV (ITALPRESS) – Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a causa del conflitto, il prossimo “sarà sicuramente l’inverno più difficile di tutti gli anni dell’indipendenza”. Anche per questo, in un momento così complesso, Kiev ha deciso di sospendere le esportazioni di gas e carbone. “In questo momento – ha detto Zelensky in un videomessaggio -, non venderemo il nostro gas e il carbone all’estero. Tutta la produzione nazionale sarà indirizzata ai bisogni interni dei nostri cittadini. Allo stesso tempo – ha aggiunto -, stiamo facendo tutto il possibile per aumentare le nostre capacità di esportazione di elettricità”. Zelensky, tornando a parlare della domanda di adesione all’Unione europea e dello status di candidato per il suo paese, ha riferito di avere avuto un incontro con i rappresentanti dell’Ue e con i singoli stati membri e che il lavoro continua con l’obiettivo di “giungere a una decisione storica significativa già a giugno”.
La guerra, però, sul campo prosegue e si registrano ancora perdite. Secondo Zelensky “più di 31.000 militari russi sono già morti in Ucraina. Dal 24 febbraio – ha continuato – la Russia paga quasi 300 vite al giorno per una guerra del tutto inutile contro l’Ucraina. E comunque verrà il giorno – ha evidenziato – in cui il numero delle perdite, anche per la Russia, supererà il limite consentito”. Poi il leader ucraino ha annunciato: “La prossima settimana è previsto il lancio di uno speciale ‘Libro dei carnefici’, un sistema informativo che raccoglie dati confermati sui criminali di guerra”.
Al fronte, intanto, la battaglia continua, soprattutto nel Donbass. Secondo quanto riporta la Cnn, che fa riferimento a immagini satellitari, gli attacchi hanno colpito almeno due ospedali nelle città ucraine di Severodonetsk e Rubizhne. In particolare, nel centro di Severodonetsk, sarebbero stati distrutti alcuni edifici di un complesso ospedaliero dove sul tetto era dipinta una grande croce rossa. Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, i soldati di Kiev “stanno contenendo con successo l’assalto nella città di Severodonetsk e le ostilità continuano”.
Un quadro di ciò che accade sul campo arriva anche dall’intelligence britannica, secondo cui è “improbabile che una delle due parti abbia guadagnato terreno significativo nelle ultime 24 ore”. “La Russia – si legge nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – continua a tentare assalti contro la sacca di Seveordonetsk da tre direzioni sebbene le difese ucraine reggano”. Secondo Londra, Mosca sta concentrando la sua offensiva sul settore centrale del Donbass mentre “è rimasta sulla difensiva sui suoi fianchi”. Le forze ucraine, invece, hanno “recentemente ottenuto un certo successo contrattaccando nella regione sud-occidentale di Kherson”, riconquistando “un punto d’appoggio sulla sponda orientale del fiume Ingulets”. Il fronte della zona occupata si estende per oltre 500 km, spiega l’intelligence del Regno Unito, e “sia la Russia che l’Ucraina affrontano sfide simili nel mantenere una linea difensiva”.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS)

Medvedev “Gli occidentali? Bastardi e degenerati”. Lavrov in Turchia

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KIEV (ITALPRESS) – Dmitri Medvedev, che dal 2008 al 2012 è stato presidente della Federazione russa, nell’unico interregno dell’ultimo ventennio in cui Vladimir Putin non potè ricandidarsi a causa della legge elettorale che lo costrinse a “stare fermo” un turno, ha esternato oggi il suo pensiero e lo ha fatto senza mezze misure: “Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram (sull’Occidente, n.d.r.) sono così duri: la risposta è che li odio. Sono dei bastardi e degenerati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. Finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire”. Una frase che spiega bene il clima che si respira in questo periodo nell’entourage del Cremlino. Difficile, a Mosca, che esca qualcosa di pubblico senza l’avvallo dello “zar” e proprio per questo le parole shock di uno dei falchi della “nomenklatura” sono ancora più gravi.
Medvedev è da molti considerato uno dei falchi, fautore della linea dura contro Kiev ed evidentemente anche contro l’Europa e gli Stati Uniti ma un attacco così pesante da un ex presidente è qualcosa di unico e di estremamente pericoloso per gli equilibri internazionali.
La giornata odierna non è stata caratterizzata solamente dai deliri anti-occidentali di Medvedev, in ogni caso. Sul grano, infatti, si continua a trattare e proprio per questo il ministro degli Esteri di Mosca, Sergey Lavrov, è volato in Turchia per discutere con l’omologo Mevlut Cavusoglu la questione relativa allo sblocco dei porti ucraini e allo sminamento del Mar Nero. Già ieri si era parlato di una bozza d’accordo ma Kiev si era mostrata piuttosto scettica; oggi i colloqui sono proseguiti con il coinvolgimento dello stesso governo Zelensky ma nonostante la fiducia di Ankara non sarebbe ancora stata siglata un’intesa.
Sulla scena diplomatica, dopo alcuni giorni di silenzio, è ritornata a parlare anche la Cina e lo ha fatto invitando la comunità internazionale, e nello specifico quella occidentale, ad evitare “minacce” ai paesi terzi che non si sono schierati nella guerra in Ucraina. Pechino, ha fatto sapere il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, in visita in Kazakistan, “sta svolgendo un ruolo costruttivo nel facilitare i colloqui di pace. Nelle condizioni attuali, è necessario prestare attenzione ai tentativi delle forze esterne di trascinare i paesi della regione nel conflitto tra le maggiori potenze”.
La guerra, in ogni caso, non si combatte solo a parole. Anche nelle ultime ventiquattr’ore gli attacchi si sono succeduti a nord, nell’area di Sumy, a Kharkiv, dove si contano nuove vittime, e soprattutto in Donbass, dove, secondo il governatore militare della regione, Sergey Gaidai, sarebbe in corso la
“distruzione totale” della città di Lysychansk, nella provincia di Lugansk, la dirimpettaia della più conosciuta Severodonetsk, in cui ormai si combatte casa per casa ed i russi starebbero controllando buona parte del territorio. “I bombardamenti” di Mosca “si sono intensificati in modo significativo nelle ultime 24 ore utilizzando tattiche di terra bruciata”, ha detto il rappresentante istituzionale ucraino. Secondo il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, “il Lugansk sarebbe al 97%” sotto il controllo russo. Considerazione forse troppo ottimistica (per il Cremlino) ma senza lanciarazzi e altri sofisticati armamenti in arrivo da Occidente, per Kiev sarà quasi impossibile risollevarsi in tutta l’area del Donbass.
-foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS)

L’Italia partecipa alle fiere “Project Qatar” e “Hospitality Qatar” 2022

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DOHA (QATAR) (ITALPRESS) – L’Ambasciata d’Italia a Doha, attraverso l’Agenzia per il Commercio Estero (ICE), è presente alla diciottesima edizione di “Project Qatar”, e alla settima edizione di “Hospitality Qatar”, fiere che hanno luogo simultaneamente dal 6 al 9 giugno presso il Doha Exhibition and Convention Center, e che sono state inaugurate dal Ministro del Commercio e dell’Industria del Qatar, Sceicco Mohammed bin Hamad bin Qassim Al-Thani.
L’Italia partecipa alla nuova edizione di entrambe le esposizioni fieristiche con due padiglioni: il primo per Project Qatar, che copre un’area di 126 mq e che ospita dodici espositori italiani attivi nei settori delle costruzioni e dell’arredamento, e il secondo per Hospitality Qatar, con un’area di 180mq e con la partecipazione di sedici espositori italiani nel settore alimentare. In quest’ultimo padiglione, si tiene anche la nuova edizione di “Breakfast Made in Italy”, progetto elaborato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa per promuovere il gusto unico della colazione all’italiana.
“Siamo particolarmente orgogliosi della partecipazione italiana a questi due eventi”, ha affermato l’Ambasciatore d’Italia a Doha Alessandro Prunas nel suo intervento di apertura alla conferenza MEGA Project Qatar, tenutasi a margine della cerimonia di apertura delle esposizioni fieristiche. “Con la nostra presenza, confermiamo nuovamente la straordinaria statura dell’Italia nei settori dell’edilizia, dell’arredamento, della ristorazione e dell’alimentare, così come il nostro gusto esclusivo che può ormai essere considerato un marchio riconoscibile in tutto il mondo. Tutto ciò è ancora più significativo – continua l’Ambasciatore – in un contesto caratterizzato da un livello crescente di interscambio commerciale tra i nostri due Paesi.”
Ed infatti, secondo l’Autorità doganale qatarina, nel dicembre 2021 l’interscambio commerciale tra Italia e Qatar ha raggiunto un valore complessivo di 3,27 miliardi di Euro, con un incremento del 76,7% rispetto all’anno precedente, qualificando l’Italia nel primo trimestre di quest’anno in quarta posizione tra i paesi fornitori del Qatar.
Più nello specifico, nel primo trimestre del 2022 le importazioni dall’Italia di beni relativi ai settori dell’arredamento e delle costruzioni hanno subito un incremento del 22% rispetto all’anno precedente, e la stessa tendenza è confermata anche per il settore food & beverage, dove l’incremento, per lo stesso periodo, è stato addirittura pari al 54,4%.
In questo contesto, e a seguito della partecipazione dell’Italia a questi due importanti appuntamenti fieristici, l’Ambasciata italiana ha intenzione di continuare a rafforzare la collaborazione commerciale con il Qatar mediante la pianificazione di future iniziative. Un esempio riguarderà l’invito rivolto ad operatori locali a partecipare alle più importanti fiere italiane in settori analoghi, come il Salone del Mobile di Milano (7-12 giugno), Homi sempre nel capoluogo lombardo (16-19 settembre), Marmomac a Verona (27-30 settembre), Cibus (29-30 marzo 2023) e Mcfrut (3-5 maggio 2023), per contribuire ad incrementare ulteriormente il livello del nostro interscambio economico.

– foto ufficio stampa ambasciata italiana a Doha –

(ITALPRESS).

Proseguono i bombardamenti, il fronte più caldo resta il Donbass

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Nel 104esimo giorno di guerra le città ucraine, sotto il fuoco continuo, vivono ancora paura e distruzione. Il fronte più caldo è il Donbass, anche se nelle scorse ore si sono registrati attacchi e combattimenti anche in altre aree, come in quella di Sumy e nella regione di Kharkiv.
In base all’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, continua l’assalto alla città di Severodonetsk e prosegue l’offensiva nelle aree di Izyum e Slovyansk, mentre nella direzione di Donetsk “gli sforzi principali” dei russi si sarebbero “concentrati nelle aree di Severodonetsk e Bakhmut”.
“I nostri eroi mantengono le loro posizioni a Severodonetsk”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto discorso serale ai suoi connazionali. “In città – ha proseguito – continuano violenti combattimenti di strada. Lysychansk, Slovyansk, Bakhmut, Sviatohirya, Avdiivka, Kurakhove e altre direzioni degli attacchi russi sono i punti più caldi dello scontro”.
Intanto si contano ancora vittime, anche tra i bambini. Secondo i dati dell’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, dall’inizio del conflitto 263 bambini sono morti e almeno 467 sono rimasti feriti. Secondo l’intelligence britannica, “nel fine settimana, le forze ucraine hanno riconquistato parti di Severodonetsk, anche se è probabile che le forze russe continuino a occupare i distretti orientali. E’ probabile che – spiega l’intelligence nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – il piano più ampio della Russia continui a essere quello di isolare l’area di Severodonetsk sia da nord che da sud”. Per Londra, Mosca ha ottenuto risultati sull’asse meridionale di Popasna fino a maggio ma “i suoi progressi nell’area si sono bloccati nell’ultima settimana”, mentre le notizie di pesanti bombardamenti vicino a Izium “suggeriscono che la Russia si sta preparando per un nuovo sforzo sull’asse settentrionale”.
Nel frattempo, sul piano internazionale, la situazione è ancora tesa, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra Occidente e Mosca. “Il Cremlino è impegnato in un pieno assalto alla libertà dei media”, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price, riferendo che il “ministero degli Affari esteri russo” ha convocato i giornalisti americani che si trovano a Mosca per “spiegare loro le conseguenze della linea ostile del loro governo nella sfera dei media”.

foto: agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).

La Russia prosegue l’offensiva, Zelensky visita le truppe

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In Ucraina l’offensiva continua, in particolare nel Donbass, ma dopo l’attacco missilistico nella capitale Kiev c’è di nuovo paura. Nella regione di Zaporizhzhia quasi il 60% del territorio è occupato dalle forze russe. Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, missili sono stati lanciati a Slovyansk, Lysychansk e Orikhove. Inoltre, nella direzione di Lyman, l’esercito russo “con il supporto dell’artiglieria sta conducendo operazioni offensive nell’area di Svyatohirsk” e “continua a prendere d’assalto Severodonetsk”, afferma lo Stato maggiore ucraino nell’ultimo aggiornamento. Nella direzione di Bakhmut, aggiunge, il fuoco è stato aperto in alcune aree, tra cui quelle degli insediamenti di Zolote, Orikhove, Vrubivka, Bilohorivka, nel Lugansk, mentre si registrano attacchi aerei vicino a Bakhmut e Berestove e operazioni d’assalto nelle aree degli insediamenti di Komyshuvakha, Berestove e Mykolayivka. Nelle scorse ore, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha visitato le truppe in prima linea nell’area di Bakhmut, nella regione di Donetsk, e Lysychansk, nella regione di Lugansk. Zelensky si è recato anche nella regione di Zaporizhzhia dove ha incontrato Oleksandr Starukh, capo dell’amministrazione militare regionale. Per Starukh, secondo quanto riportato in una nota presidenziale, quasi il 60% del territorio della regione è occupato dalle truppe russe mentre in alcune parti sono ancora in corso combattimenti. Secondo il capo dell’amministrazione regionale, inoltre, a causa delle ostilità 77 insediamenti della regione di Zaporizhzhia si trovano senza elettricità mentre durante il conflitto sono state distrutte 2.701 infrastrutture, di cui quasi 700 sono state ricostruite finora. Ieri nella capitale Kiev è tornata la paura, quando all’alba alcune esplosioni, causate da un attacco missilistico, sono state avvertite nei distretti di Darnytskyi e Dniprovskyi. Per l’intelligence di Londra, i missili hanno colpito “l’infrastruttura ferroviaria” a Kiev “probabilmente nel tentativo di interrompere la fornitura di equipaggiamento militare occidentale alle unità ucraine in prima linea”. Lo conferma il ministero della Difesa di Mosca, secondo cui i missili hanno distrutto i carri armati e altri veicoli corazzati “forniti dai paesi dell’Europa orientale e ospitati negli edifici di una struttura di riparazione auto alla periferia di Kiev”. Molta attenzione, intanto, è riservata alla battaglia nel Donbass. Nel quadro presentato dall’intelligence britannica, nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito, “nel Donbass, pesanti combattimenti continuano nella città contesa di Severodonetsk e le forze russe continuano a spingere verso Sloviansk come parte del loro tentativo di accerchiamento delle forze ucraine”, è spiegato. “In mare – si legge ancora nel bollettino -, in seguito alla perdita dell’incrociatore Moskva ad aprile, le forze russe hanno probabilmente spostato più mezzi di difesa aerea a Snake Island nel Mar Nero occidentale, inclusi i sistemi SA-15 e SA-22”. Per Londra “è probabile che queste armi abbiano lo scopo di fornire difesa aerea alle navi della marina russa che operano intorno all’Isola dei Serpenti”. Inoltre, l’attività di Mosca sull’isola “contribuisce – evidenzia l’intelligence – al blocco della costa ucraina e ostacola la ripresa del commercio marittimo, comprese le esportazioni del grano”.
(ITALPRESS).
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Paura a Kiev, risuonano le sirene d’allarme e le esplosioni

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Ancora paura a Kiev. Nella capitale ucraina all’alba sono state avvertite diverse esplosioni, dopo che nella notte erano scattate le sirene d’allarme aereo. Per il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, le esplosioni si sono verificate nei distretti di Darnytskyi e Dniprovskyi, una persona sarebbe rimasta ferita. La guerra in Ucraina è al giorno numero 102 e la battaglia prosegue, soprattutto nel Donbass. L’esercito russo “continua a lanciare missili e attacchi aerei su infrastrutture militari e civili nel nostro Paese, in particolare a Kiev”, afferma lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nell’ultimo aggiornamento. Nella direzione di Donetsk, le unità russe “si stanno concentrando – si legge ancora – su operazioni offensive per circondare le nostre truppe nelle aree di Severodonetsk e Lysychansk e per bloccare le principali rotte logistiche”.
Nelle scorse ora dalla città di Severodonetsk, nell’Est del paese, sono giunte notizie ancora una volta contrastanti. Mentre per Mosca le forze ucraine si stanno ritirando dalla città in direzione di Lysychansk, per Kiev i combattimenti continuano. “La situazione a Severodonetsk, dove continuano i combattimenti di strada, resta estremamente difficile”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. “E’ difficile – ha continuato – anche a Lysychansk, Marinka, Kurakhove, in altre città e comunità del Donbass”, ha aggiunto il leader ucraino, secondo cui i missili russi utilizzati sul suo paese sono in totale 2.503. Secondo l’intelligence britannica, “nelle ultime 24 ore, le forze ucraine hanno contrattaccato nella città contesa di Severodonetsk nell’Ucraina orientale, probabilmente attenuando lo slancio operativo che le forze russe avevano precedentemente acquisito concentrando le unità di combattimento e la potenza di fuoco.
Le forze russe impegnate in quest’area – prosegue l’intelligence nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – includono personale mobilitato dalla riserva delle forze separatiste a guida russa dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk”. Per Londra la tattica di usare forze di fanteria per “procura” è già stata “precedentemente osservata in Siria” e questo approccio potrebbe indicare “il desiderio di limitare le perdite subite dalle forze russe regolari”.
Ieri un incendio ha colpito la chiesa di Tutti i Santi del monastero ortodosso Svyatogorsk Lavra, nella regione di Donetsk. “Durante la guerra su vasta scala, 113 chiese sono già state distrutte o danneggiate dai bombardamenti russi”, ha detto Zelensky nel suo videomessaggio. “Tra queste ci sono quelle antiche – ha aggiunto -, quelle che hanno resistito alla seconda guerra mondiale, ma non hanno resistito all’occupazione russa”.
Sulla causa del fuoco che ha colpito Svyatogorsk Lavra, però, russi e ucraini si accusano reciprocamente. Per Kiev le fiamme sono divampate a seguito di un attacco russo mentre per il ministero della Difesa di Mosca a dare fuoco alla struttura sarebbero stati i “nazionalisti ucraini” durante “il ritiro delle unità della 79esima Brigata d’assalto aviotrasportata delle Forze armate ucraine”.
“Gli ucraini – ha affermato Zelensky – sono accusati di incendio doloso, sebbene i monaci e i laici di Svyatohirya vedessero perfettamente che si trattava di artiglieria russa”.
Intanto continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime tra i bambini. Secondo i dati diffusi dall’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, dall’inizio del conflitto ad oggi 262 bambini sono morti e almeno 467 sono rimasti feriti.
L’auspicio, quindi, è che si giunga a un accordo di pace in tempi brevi ma, sul piano diplomatico, lo scontro verbale tra le parti riduce le speranze al minimo. Ieri il presidente russo, Vladimir Putin, non si è mostrato preoccupato dalla fornitura di armi a Kiev da parte di altri paesi: in un’intervista televisiva citata dai media russi Putin ha affermato che la Russia le schiaccerà “come noci” mentre già “decine di unità sono state distrutte”.
Foto: agenziafotogramma.it
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Ancora combattimenti e distruzione, colpito monastero ortodosso

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Ancora combattimenti e distruzione, la guerra in Ucraina continua. Oltre allo scontro sul campo, però, c’è anche quello verbale che riduce al minimo le speranze di pace. La chiesa di Tutti i Santi del monastero ortodosso Svyatogorsk Lavra, nella regione di Donetsk, è stata colpita dalle fiamme e anche sulle cause dell’incendio che si è sviluppato nell’edificio religioso russi e ucraini si accusano reciprocamente. Per Kiev le fiamme sono divampate a seguito di un attacco russo. “Gli occupanti – ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – sanno esattamente che cosa viene bombardato. Sanno che non ci sono obiettivi militari sul territorio di Svyatogorsk Lavra. Si sa che ci sono circa 300 civili in fuga dalle ostilità, di cui 60 bambini”, ha evidenziato. “Ci aspettiamo – ha poi aggiunto il leader ucraino – una risposta logica ed equa da parte delle Nazioni Unite e dell’Unesco. L’isolamento della Russia deve essere completo, deve essere ritenuta responsabile dei suoi crimini”.
Mosca, però, respinge le accuse al mittente: secondo il ministero della Difesa russo, a dare fuoco alla struttura sarebbero stati i “nazionalisti ucraini” durante “il ritiro delle unità della 79esima Brigata d’assalto aviotrasportata delle Forze armate ucraine”. “Le unità delle forze armate russe che si trovavano a nord di Svyatogorsk – si legge in un aggiornamento sul canale Telegram del ministero di Mosca – non effettuano operazioni di combattimento in quest’area e non bombardano il territorio della riserva storica e architettonica di Svyatogorsk”.
L’offensiva nel Donbass prosegue e dalla città di Severodonetsk, al centro della battaglia di questi giorni, arrivano notizie ancora una volta contrastanti. Per il generale russo Mikhail Mizintsev, citato da Interfax, le forze ucraine si stanno ritirando da Severodonetsk in direzione di Lysychansk. Per lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, invece, i combattimenti continuano per stabilire il “pieno controllo sulla città”.
Sul piano diplomatico la situazione è ancora tesa. Per il negoziatore ucraino David Arakhamia, i colloqui con la Russia potranno riprendere solo dopo l’arrivo di nuove armi dall’Occidente e quando la posizione dell’Ucraina sarà “rafforzata”, in base a quanto riporta il Guardian. Il presidente russo, Vladimir Putin, però, non si mostra preoccupato dalla fornitura di armi a Kiev da parte di altri paesi. Per Putin, la Russia le schiaccierà “come noci” mentre già “decine di unità sono state distrutte”, ha detto in un’intervista televisiva citata da Ria Novosti e Tass. Lo scontro continua, quindi, anche sul piano verbale e le speranze per un rapido accordo di pace sono ormai minime. Nel frattempo, Papa Francesco è tornato a parlare di un suo possibile viaggio nel Paese in guerra e lo ha fatto rispondendo a un bambino ucraino: “Avrei voglia di andare in Ucraina” ma “devo cercare il momento giusto per farlo”, ha detto il Pontefice.
Intanto non si registrano segni di distensione nei rapporti tra Mosca e Occidente. E la Russia pone attenzione anche su ciò che accade in Italia. “I connazionali sono preoccupati – scrive su Facebook l’Ambasciata russa a Roma – per il limitato accesso ai media russi in Italia e, di conseguenza, per la mancanza di informazioni obiettive sulla politica e sulle azioni della Russia nel quadro dell’operazione militare speciale, che è particolarmente significativa nel contesto della pressione propagandistica dell’Occidente collettivo e un’aperta campagna anti-russa nei media italiani”. Per i russi, “la trasmissione di informazioni sugli eventi che si svolgono nel mondo viene effettuata esclusivamente sulla base di fonti occidentali o ucraine. Questo approccio parziale – si legge ancora nel post – ha un’influenza chiave sull’atteggiamento degli italiani nei confronti dei cittadini russi che vivono in Italia, così come degli immigrati di lingua russa dall’ex Unione Sovietica”.
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