Morte e distruzione in Ucraina e paura per le ripercussioni del conflitto nel mondo. Mentre la guerra continua, si teme che i suoi effetti devastanti possano portare alla fame milioni di persone. C’è ancora molta attenzione, infatti, per il grano fermo nei porti ucraini. Il blocco sta causando una crisi alimentare globale e proprio su questo si è mossa la diplomazia occidentale negli ultimi giorni. Per sbloccare le esportazioni, ora Mosca si dice pronta a offrire i porti di Berdyansk e Mariupol. “I porti del Mar d’Azov – Berdyansk, Mariupol – sono sotto il nostro controllo, siamo pronti a garantire un’esportazione senza problemi, anche per il grano ucraino, attraverso quei porti”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin alla televisione russa, secondo quanto riporta Interfax. Intanto, al fronte, secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, nella direzione di Kharkiv “gli sforzi principali” dei russi sono concentrati “sul mantenimento dei confini occupati”.
Nella direzione di Slovyansk, si sono registrati bombardamenti negli insediamenti di Hrushuvakha, Tetyanivka e Dibrivne. Nella direzione di Donetsk, inoltre, il fuoco è stato aperto “lungo l’intera linea di contatto” mentre gli “sforzi principali si concentrano nelle aree di Severodonetsk e Bakhmut”, spiega lo Stato maggiore ucraino nell’ultimo aggiornamento. I combattimenti nel paese, quindi, continuano mentre si contano ancora morti. Dopo cento giorni di guerra, il bilancio delle vittime tra i bambini è drammatico. Dall’inizio del conflitto a oggi, secondo l’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, 261 bambini sono morti e 465 sono rimasti feriti (nel bollettino di ieri si registravano 261 bambini uccisi e 463 feriti). Intanto, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha rinnovato il suo appello perché si ponga fine alle violenze. In una dichiarazione, Guterres ha sottolineato che il conflitto ha provocato “violazioni inaccettabili dei diritti umani e sta infiammando una crisi globale tridimensionale – cibo, energia e finanza – che sta colpendo le persone, i paesi e le economie più vulnerabili. Rinnovo il mio appello – ha affermato – per l’immediata cessazione della violenza, per l’accesso umanitario illimitato a tutti coloro che ne hanno bisogno, per l’evacuazione in sicurezza dei civili intrappolati nelle aree di combattimento e per la protezione urgente dei civili e il rispetto dei diritti umani in conformità con le norme internazionali”. Per il segretario generale dell’Onu, la risoluzione di questo conflitto “richiederà negoziati e dialogo”. “Prima le parti si impegnano in sforzi diplomatici in buona fede per porre fine a questa guerra – ha detto -, meglio è per il bene dell’Ucraina, della Russia e del mondo. Le Nazioni Unite – ha concluso – sono pronte a sostenere tutti questi sforzi”.
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Ucraina, prosegue la guerra ma timori per crisi alimentare globale
Putin rimuove il generale Dvornikov dal comando della guerra
KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – E’ il classico modus operandi dei russi dall’inizio di questo conflitto: dire una cosa per poi smentirla nel giro di ventiquattro o quarantotto ore. Solo due giorni fa era stata Mosca a non escludere un incontro fra i due presidenti, purché, preventivamente, venisse elaborata una bozza reale di discussione. Oggi, immediato, il dietrofront: “Sinceramente non vedo alcun senso nel parlare di questa questione, neanche in teoria”. A dirlo non un parlamentare di poca importanza ma la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Che si è complimentata nei confronti di tutti coloro che stanno cercando di mediare e si propongono come negoziatori, ma ha chiuso ogni porta ad un imminente faccia a faccia fra Putin e Zelensky.
Nonostante i successi in Donbass, in ogni caso, le acque, a Mosca, non sarebbero così tranquille se è vero, come ha dichiarato un pool investigativo russo, che il Cremlino avrebbe sostituito il generale al comando della cosiddetta “operazione speciale”. Alexander Dvornikov, secondo il Conflict Intelligence Team, un’organizzazione a quanto pare indipendente, sarebbe stato sollevato dall’incarico e al suo posto sarebbe stato nominato l’ex vice ministro della Difesa Gennady Zhidko. Dall’establishment politico moscovita, naturalmente, non arriva nessuna conferma del cambio al vertice ma se fosse vero significherebbe che al Cremlino non sono così soddisfatti per l’andamento del conflitto. D’altronde, se da una parte la Russia ha occupato in cento giorni di guerra il 20% del territorio ucraino (ma ne era già in possesso del 7% al 24 febbraio, con una parte dei territori di Donetsk e Lugansk già nelle mani di Putin), è altrettanto chiaro che gli obiettivi iniziali erano altri. Lo stato maggiore ha corretto il tiro, si sta concentrando sul controllo delle province meridionali e sulla conquista dell’intero Donbass ed è proprio in questa regione che anche oggi arrivano notizie di un’avanzata costante delle forze russe.
L’esercito di Mosca, secondo il bollettino quotidiano dell’intelligence britannica, controlla “oltre il 90% della regione di Lugansk, nell’Ucraina orientale, e probabilmente salirà al 100% nelle prossime due settimane”. Una previsione categorica sulla quale, però, pende l’ago della bilancia derivante dalle nuove forniture di armi in arrivo dall’Occidente.
E proprio dagli Stati Uniti ha parlato oggi il presidente Joe Biden: nessuno, ha chiarito il numero uno della Casa Bianca, deve permettersi di decidere il futuro dell’Ucraina. “E’ il loro territorio. Non dirò loro cosa devono fare e cosa non devono fare”. Potrebbe arrivare il momento in cui i due paesi in guerra dovranno cercare un compromesso ma “cosa comporterà, non sono in grado di dirlo”, ha concluso il leader americano.
Al fronte, invece, rimane tesa la situazione nella regione di Kharkiv, dove in nottata è stata colpita la città principale ed i villaggi situati pochi chilometri a nord. Una persona è morta ed altre sono rimaste ferite. I combattimenti, soprattutto nell’area settentrionale di Lozova, continuano pressoché ininterrotti.
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Di Maio sente Kuleba “Ogni sforzo per sbloccare l’export del grano”
ROMA (ITALPRESS) – “Ho sentito il collega Dmytro Kuleba. Ribadito pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina, confermato supporto a popolazione e ricostruzione Paese. Uniti per fermare questa atroce guerra e trovare la pace. Ogni sforzo per sbloccare export del grano dall’Ucraina, lavoriamo a soluzione”. Lo rende noto con un tweet il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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Guerra in Ucraina al centesimo giorno e si continua a combattere
KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – La guerra in Ucraina è al centesimo giorno e si continua ancora a combattere. L’offensiva prosegue in particolare nel Donbass. Circa il 20% del paese sarebbe già nelle mani di Mosca mentre si prevedono tempi lunghi per la durata del conflitto. “Circa il 20% del nostro territorio è sotto il controllo degli occupanti”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Le truppe russe – ha spiegato – sono entrate in 3.620 insediamenti in Ucraina. Di questi, 1.017 sono già stati liberati”. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo una visita alla Casa Bianca, a Washington, ha messo in guardia: le guerre, ha detto, “sono per natura imprevedibili” e “pertanto dobbiamo solo essere preparati per il lungo periodo” perchè quella in Ucraina “ora è diventata una guerra di logoramento”.
Sul campo continua l’offensiva nel Donbass. Nei cento giorni di guerra, secondo i dati dell’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, nel paese 261 bambini sono morti e 463 sono rimasti feriti. “Nella direzione di Donetsk, gli occupanti russi continuano il fuoco dell’artiglieria lungo l’intera linea di contatto”, spiega lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nell’ultimo aggiornamento. Si combatte a Severodonetsk, dove l’80% della città sarebbe già in mano alle forze russe. “Abbiamo avuto un certo successo nelle battaglie di Severodonetsk ma è troppo presto per dirlo”, ha detto Zelensky in un videomessaggio, parlando ancora di una situazione “difficile”. “Proprio come – ha aggiunto – nelle città e nelle comunità vicine: Lysychansk, Bakhmut e altre. Molte città stanno affrontando un potente attacco russo”.
Le truppe di Mosca “continuano a bombardare le posizioni delle forze di difesa e le infrastrutture civili nelle aree degli insediamenti di Severodonetsk, Borivske, Ustynivka e Lysychansk”, conferma lo Stato maggiore ucraino, aggiungendo che “i combattimenti continuano nella parte centrale di Severodonetsk”. Per Zelensky, inoltre, “dal territorio russo continuano bombardamenti assolutamente insensati – ha detto – delle nostre regioni settentrionali di confine, in particolare Chernihiv. Mykolaiv, Kharkiv e la regione di Kharkiv sono state bombardate”.
Secondo l’intelligence britannica, “la Russia sta ora ottenendo un successo tattico nel Donbass”. In base all’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito, inoltre, “le forze russe hanno generato e mantenuto lo slancio e attualmente sembrano detenere l’iniziativa sull’opposizione ucraina”.
“In seguito al fallimento del piano iniziale, a causa di false ipotesi di pianificazione e scarsa esecuzione tattica – si legge ancora nell’aggiornamento -, la Russia ha adattato il suo progetto operativo per concentrarsi sul Donbass”. Mosca, adesso, secondo Londra, controllerebbe “oltre il 90% dell’oblast di Lugansk ed è probabile – scrive l’intelligence – che completerà il controllo nelle prossime due settimane”. Questi successi tattici della Russia, però, sono stati ottenuti con un “costo di risorse significativo” e per raggiungere altri risultati sarà necessario “un continuo ingente investimento di manodopera e attrezzature ed è probabile – spiega ancora l’intelligence britannica – che ci vorrà molto tempo in più”.
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Continua l’offensiva russa in Ucraina, annunciati nuovi aiuti militari
KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Il conflitto in Ucraina è al novantanovesimo giorno ma la tensione non sembra diminuire. Sul campo continuano i combattimenti mentre da Washington e Londra vengono annunciati nuovi aiuti militari a Kiev.
Dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sulla fornitura a Kiev di sistemi missilistici “più avanzati”, anche il Regno Unito ha fatto sapere che invierà all’Ucraina sistemi di lanciarazzi multipli a lungo raggio. Lo ha riferito il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace, citato dalla Cnn. Aiuti militari, quindi, destinati a supportare le forze di Kiev in un paese in cui i combattimenti continuano strada per strada. Secondo quanto riportato dalla stessa emittente statunitense, il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergey Gaidai, ha affermato che nella città di Severodonetsk i combattimenti in strada continuano ma le forze russe ora occupano circa l’80% della città. L’offensiva nell’est del paese prosegue. Secondo l’intelligence britannica, la Russia ha preso il controllo della “maggior parte” di Severodonetsk.
“La via principale nella sacca di Severodonetsk – spiega l’intelligence britannica nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – rimane probabilmente sotto il controllo ucraino, ma la Russia continua a ottenere costanti risultati locali, resi possibili da una forte concentrazione di artiglieria. Questo non è accaduto senza costi e le forze russe hanno subito perdite nel processo. Attraversare il fiume Siverskyy Donets, che è una barriera naturale ai suoi assi di avanzamento – si legge ancora nel bollettino -, è vitale per le forze russe mentre si assicurano l’oblast di Lugansk e si preparano a spostare l’attenzione sull’oblast di Donetsk”. In base all’analisi offerta da Londra, quindi, i potenziali siti di attraversamento del fiume potrebbero essere Severodonetsk, la città di Lysychansk e l’area di Lyman. In queste zone, però, “la linea del fiume probabilmente rimane ancora controllata dalle forze ucraine, che hanno distrutto i ponti esistenti”.
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Il Cremlino non esclude un incontro con Zelensky
Un giorno la carota e quello dopo il bastone. La diplomazia dovrebbe essere sinonimo di equilibrio ed invece dal 24 febbraio appare sempre più schizofrenica. Due giorni fa il Cremlino definiva “ragionevole” la decisione americana di non inviare nuovi armamenti a lungo raggio per evitare che Kiev potesse colpire il nemico sul proprio territorio. Sembrava l’inizio di una possibile de-escalation quanto meno verbale ed invece quarantotto ore dopo arriva l’affondo, pesante, del ministro degli Esteri. “I lanciarazzi multipli alle forze ucraine” rappresentano, secondo Sergey Lavrov, una “provocazione diretta” che segna un ulteriore “coinvolgimento” Usa “nel conflitto”. Parole forti che gettano ulteriore benzina sul fuoco nonostante il tentativo, da Washington, di rasserenare gli animi. “Non cerchiamo una guerra tra Nato e Russia – ha scritto Joe Biden nel suo editoriale odierno sul New York Times – e per quanto non sia d’accordo con Putin e trovi le sue azioni un oltraggio, gli Stati Uniti non cercheranno di rovesciarlo”. Un cambio di rotta significativo dopo che lo stesso inquilino della Casa Bianca, qualche settimana fa, aveva ipotizzato come obiettivo un “regime change” a Mosca. Il presidente americano, nel suo scritto sul quotidiano newyorkese, ha comunque manifestato l’intenzione di continuare “a rafforzare il fianco orientale della Nato con forze e capacità degli Stati Uniti e di altri alleati” e questa sottolineatura alimenterà ulteriori preoccupazioni al Cremlino. Quanto alle nuove attrezzature in arrivo in Ucraina da Oltreoceano ci ha pensato un funzionario del governo a stelle e strisce a chiarire che si tratterà di missili M142 Himars, in grado di colpire fino a 80 chilometri di distanza. Lo scopo, in una fase del conflitto in cui i russi stanno occupando nuove posizioni in Donbass, è di ritardare il più possibile la presa di Severodonetsk, in parte già occupata da Mosca con l’appoggio dei separatisti e dei ceceni, e soprattutto di Lysychansk e Kramatorsk, gli altri obiettivi nella regione. Putin punta a conquistare entro un mese entrambe le province di Donetsk e Lugansk e a sedersi in estate al tavolo delle trattative da una posizione di forza; le nuove armi dovrebbero permettere all’Ucraina di evitare la capitolazione. E mentre sul grano non c’è ancora nessun accordo per consentire alle navi di lasciare i porti sul Mar Nero, nel pomeriggio la Russia non ha escluso a priori la possibilità di un incontro fra il leader di Mosca e l’omologo di Kiev purché ci sia la volontà di firmare qualche documento. Non una chiacchierata a Istanbul ma un atto concreto, che naturalmente deve essere preparato in anticipo dai rispettivi entourage. E per ora non sembra che i negoziatori russi e ucraini stiano andando in questa direzione. Sempre Putin, nella giornata internazionale per la protezione dei bambini, ha lanciato un messaggio alle giovani generazioni del suo Paese: “La Russia non potrà che aumentare la sua forza, indipendenza e sovranità”. Propaganda ad uso interno che però si riflette sul campo e non aiuta ad allentare la tensione. Infine, dal fronte è giunta in serata la notizia del ferimento, in Donbass, di Denis Pushilin, leader dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk. Non ci sono altri particolari e non sono ancora chiare le dinamiche del fatto.
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Al via Altagamma Club New York con la presentazione di Next Design Perspectives
NEW YORK (ITALPRESS) – Dopo Olanda e Cina il progetto di networking di Altagamma si amplia negli USA con il lancio dell’Altagamma Club New York, che ha come obiettivo promuovere la creatività, l’eccellenza, la qualità e lo stile di vita dell’Italia negli Stati Uniti, mercato di riferimento per l’alto di gamma italiano.
Il primo incontro del Club di Altagamma a New York è l’edizione Usa di Next Design Perspectives, la conferenza della Fondazione dedicata ai trend futuri della creatività e del design – in partnership con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – che si è svolta Mercoledì 31 maggio presso la Lamborghini Lounge NYC, l’esclusivo spazio aperto solo su invito nel quartiere artistico di Chelsea del Socio Altagamma, che mette in mostra l’eccellenza automobilistica italiana.
Il network degli Altagamma Club rientra nell’accordo quadro tra la Fondazione e il MAECI per valorizzare l’alto di gamma italiano nel mondo. All’interno dell’Altagamma Club New York i country manager delle Imprese Socie troveranno un luogo di confronto per creare iniziative congiunte e attività di storytelling.
Secondo Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma: “Gli USA si confermano sempre più un mercato fondamentale per le aziende dell’alto di gamma. Nel 2021 l’America è il più grande mercato dei beni di lusso personale con 89 miliardi di euro, rappresentando il 31% del giro d’affari globale. I consumatori americani amano da sempre lo stile italiano e la qualità dei nostri prodotti, ne hanno una profonda conoscenza e sono sempre stati uno stimolo continuo per la nostra creatività. L’auspicio è che l’Altagamma Club New York possa facilitare il networking tra i manager delle imprese socie e che la sua attività possa rafforzare i rapporti economici, politici e sociali fra i nostri Paesi, aiutando la promozione del Made in Italy d’eccellenza in America”.
Il coordinatore dell’Altagamma Club New York è Luca Lo Curzio, CEO, North America di Ermenegildo Zegna Group, che lavorerà a stretto contatto con Lelio Gavazza, Executive Vice President Sales and Retail di Bulgari e coordinatore dei diversi Altagamma Club, e con la rete diplomatico-consolare italiana negli USA.
La tappa di New York, dedicata alla business community e ai media americani, rientra nel calendario della terza edizione di NEXT DESIGN PERSPECTIVES che – dopo il lancio milanese a ottobre 2021 e l’edizione a Shanghai a novembre 2021 – culminerà il 27 ottobre 2022 nella conferenza plenaria alla Triennale Milano.
L’appuntamento è stato aperto da Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma, Cesare Bieller, Console Generale Aggiunto, e Luca Lo Curzio, Coordinatore dell’Altagamma Club New York. La Creative Director di WGSN, Lisa White, ha illustrato i 5 futuri trend sociali, culturali e creativi che stanno già cambiando l’approccio dei luxury brand. L’approfondimento del mercato USA dell’alto di gamma è stato affidato a David Kelly, Chief Global Strategist di J.P. Morgan.
Come osservato da Cesare Bieller, Console Generale Aggiunto: “Il mercato di New York ha tradizionalmente rappresentato un punto di approdo per i marchi italiani del lusso, ma anche una porta di ingresso verso tutti gli Stati Uniti. L’attuale contesto internazionale non può che rafforzare l’interesse con cui le nostre aziende guardano alle opportunità offerte da una città così legata allo stile di vita italiano, sinonimo di eccellenza, stile e creatività. Saluto quindi con favore l’apertura dell’Altagamma Club di New York, certo che potrà divenire un punto di riferimento per il Made in Italy di qualità”.
I temi emersi durante l’incontro sono stati commentati e arricchiti dai contributi di Lelio Gavazza, Executive Vice President Sales and Retail di Bulgari e Coordinatore Generale degli Altagamma Club, Luca Lo Curzio, CEO, North America di Ermenegildo Zegna Group e Coordinatore dell’Altagamma Club New York all’interno della panel session moderata da Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale di Altagamma.
Di seguito I 5 trend emergenti della creatività, presentati da Lisa White di WGSN: Supernature – I progressi tecnologici nei materiali e nei prodotti ingegnerizzati aiuteranno a conservare le risorse naturali, aprendo a un futuro super-naturale.
Navigare il metaverso – Il metaverso, virtuale spazio condiviso esplorabile, che include VR/AR, NFT, blockchain, gaming, rimodellerà il comportamento umano. Collettivo e rigenerativo – L’emergenza climatica reclama una spinta verso la circolarità: un percorso “rigenerativo” che coinvolge agricoltura, design, ricerca dei materiali. Il benessere come priorità – Dalla pandemia è emersa l’esigenza di una cura del sé molto spiccata: benessere mentale, fisico e spirituale. Nuove alleanze – Geopolitiche, produttive, creative. La comunità prevale sull’individualità. Il concept della terza edizione di Next Design PErspectives è Design in Flux: Emotional, Sensorial, Other-than-human.
“Con il titolo Design in Flux – afferma Beatrice Leanza, curatrice di Next Design Perspectives 2021/2022 -il programma guarda al design e al suo fondante carattere esplorativo per potenziare l’esperienza umana, e dunque alla sua capacità di navigare nelle profondità della percezione e in un mondo del sapere oggi radicalmente espanso e interconnesso – in un mondo sensoriale, emozionale, “non-solo-umano”. Il 27 ottobre alla Triennale Milano parleremo di forme di azione e pensiero nel contesto del design contemporaneo che si muovono in modo fluido, idealistico e radicalmente collaborativo, quindi necessariamente inclusivo, olistico e sostenibile, guidate da un sentimento”.
– foto ufficio stampa Altagamma –
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Donbass, ancora bombe e combattimenti. Biden “Vogliamo un’Ucraina indipendente e sovrana”
La guerra in Ucraina è al giorno numero novantotto: i combattimenti proseguono in particolare nel Donbass e la battaglia si è intensificata lungo le strade della città di Severodonetsk. Intanto, mentre si attende una svolta per i negoziati di pace, Kiev potrà contare ancora sul supporto dei paesi partner. Il presidente Usa Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina sistemi missilistici “più avanzati”.
“L’obiettivo dell’America è semplice: vogliamo vedere un’Ucraina democratica, indipendente, sovrana e prospera con i mezzi per scoraggiare e difendersi da ulteriori aggressioni”, ha detto Biden in un intervento sul New York Times. “Ci siamo mossi rapidamente – ha spiegato – per inviare all’Ucraina una quantità significativa di armi e munizioni in modo che possa combattere sul campo di battaglia ed essere nella posizione più forte possibile al tavolo dei negoziati. Ecco perché ho deciso – ha aggiunto – che forniremo agli ucraini sistemi missilistici e munizioni più avanzati che consentiranno loro di colpire con maggiore precisione obiettivi chiave sul campo di battaglia in Ucraina”. Il presidente statunitense ha ribadito la sua posizione. “Non cerchiamo – ha affermato – una guerra tra Nato e Russia. Per quanto non sia d’accordo con Putin e trovi le sue azioni un oltraggio, gli Stati Uniti non cercheranno di determinare la sua estromissione da Mosca. Finché gli Stati Uniti o i nostri alleati non saranno attaccati – ha continuato -, non saremo direttamente coinvolti in questo conflitto, né inviando truppe americane a combattere in Ucraina né attaccando le forze russe. Non stiamo incoraggiando o consentendo all’Ucraina di colpire oltre i suoi confini. Non vogliamo prolungare la guerra solo per infliggere dolore alla Russia”. C’è anche il timore per un possibile uso di armi nucleari. Biden ha spiegato che al momento non c’è “alcuna indicazione che la Russia abbia intenzione di usare armi nucleari in Ucraina” ma ha chiarito: “Qualsiasi uso di armi nucleari in questo conflitto su qualsiasi scala sarebbe completamente inaccettabile per noi così come per il resto del mondo e comporterebbe gravi conseguenze”.
Intanto la guerra nel paese prosegue, in particolare nel Donbass. “La situazione è molto difficile”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a Newsmax. “Stiamo perdendo – ha continuato – 60-100 soldati al giorno uccisi in combattimento e qualcosa come 500 persone ferite”. Zelensky, però, non intende cedere. “Non siamo pronti a cedere nessuno dei nostri territori, perché i nostri territori – ha detto – sono i nostri territori: è la nostra indipendenza, la nostra sovranità. Questo è il problema”.
I combattimenti nella città di Severodonetsk sono ancora intensi. Sergiy Gaidai, capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, secondo quanto riporta la Cnn, ha riferito che i russi proseguono con l’assalto sulla città “consolidandosi nel centro di Severodonetsk, mentre continuano a distruggere infrastrutture e strutture industriali”. Secondo l’intelligence britannica, negli ultimi due giorni “i combattimenti si sono intensificati nelle strade di Severdonetsk, con le forze russe che si sono avvicinate al centro della città”. “Più della metà della città è probabilmente ora occupata dalle forze russe, compresi i combattenti ceceni”, spiega l’intelligence di Londra nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito. Oltre al Donbass, aggiunge, la Russia “continua a condurre attacchi missilistici a lungo raggio contro le infrastrutture” dell’Ucraina.
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