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Ucraina, Di Maio “Non saranno azioni singole a convincere Putin a trattare”

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“Non voglio sembrare disfattista, ma non vedo nessun negoziato su nessun tavolo. Per questo adesso serve un’iniziativa collegiale a livello internazionale. Non saranno azioni singole a convincere Vladimir Putin a trattare”. Lo dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervistato dal quotidiano “La Stampa”. “La pace si costruisce prima di tutto sulla base delle esigenze dell’Ucraina” aggiunge l’esponente grillino. “Fin quando non riusciremo a fermare la guerra sono il primo a dire che, come comunità internazionale, dobbiamo fare tutti di più. E lo dico per prima cosa ai miei colleghi europei, perché siamo noi per primi a dover sentire questa responsabilità. Adesso la priorità assoluta dev’essere mettere fine alle ostilità. Nel frattempo, è essenziale programmare la fase postbellica”. Di Maio, parlando della crisi alimentare provocata dal blocco dei porti ucraini, ha detto che “tutti gli studi fatti dimostrano che c’è un solo modo per superare la carenza di grano e cereali: creare un corridoio protetto per consentire di trasportare il grano via mare dalle coste ucraine”. “La Russia, se continua a bloccare lo sbocco sul mare, sarà responsabile di nuove guerre. Deve dimostrare di voler collaborare consentendo questo corridoio attraverso il Mar Nero” spiega ancora Di Maio. (ITALPRESS).

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Inferno nel Donbass. Kiev ordina lo stop dei combattimenti ad Azovstal

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Il cuore della guerra è nel Donbass settentrionale e soprattutto sulle rive del fiume Donec, dove ormai si combatte giorno e notte e dove numerosi villaggi assomigliano sempre di più alla città martire Mariupol. E’ il caso di Rubizhne, ridotta quasi completamente in macerie, ma anche la più popolosa Severodonetsk e la “dirimpettaia” Lysychansk, che insieme superavano i 200 mila abitanti prima del 24 febbraio scorso, potrebbero fare la stessa fine. E’ questo l’epicentro di un conflitto che nella regione contesa fra separatisti ed esercito ucraino sta contando ogni giorno decine di morti fra i civili e da dove chi ha potuto è già scappato mentre gli altri non escono dai rifugi. Solamente nelle ultime ventiquattr’ore in Donbass sono morti almeno venti civili: fra questi, anche tre cittadini di Severodonestk che avevano trovato riparo in una scuola assieme a centinaia di uomini e donne inermi. Il fuoco russo ancora una volta ha colpito edifici residenziali ed infrastrutture sociali: hanno centrato i rifugi “dove le persone si nascondevano” ha commentato l’amministratore della regione, Sergiy Gaidai, che su Telegram ha espresso il suo cordoglio per l’ennesimo attacco indiscriminato.
Ma oggi non si è combattuto solo in Donbass: dopo alcune settimane di relativa calma è ritornato ad incendiarsi nuovamente il fronte nord fra Sumy e Chernihiv, a pochi chilometri dal confine bielorusso. E’ stato lo stesso presidente Zelensky a riportare il fatto, sottolineando che nel villaggio di Desna si sono contati “molti morti”. Esplosioni, nelle ultime ventiquattr’ore, si sono sentite anche a Kiev ma non è chiara l’origine e in ogni caso non ci sarebbero stati feriti.
Dalla Azovstal, invece, è ritornato a parlare il comandante del Battaglione d’Azov. Nessun attacco diretto a Zelensky ma una frase sibillina che non mancherà di provocare reazioni nell’opinione pubblica ucraina: dalla Capitale è arrivato l’ordine di “smettere di combattere per difendere” Mariupol, ha spiegato Denis Prokopenko. Per questo motivo, negli ultimi tre giorni, sarebbero circa 2 mila i soldati di Kiev che sono usciti dall’acciaieria e si sono consegnati ai russi ma molti altri rimangono ancora asserragliati nello stabilimento e non sembrano intenzionati ad arrendersi. “Il comando militare superiore ha dato l’ordine di salvare la vita dei soldati della nostra guarnigione e di smettere di difendere la citta’”, ha spiegato l’ex capo ultrà della Dinamo Kiev.
Infine, sul fronte diplomatico arrivano due notizie, una distensiva e l’altra meno. Quella più positiva giunge da Ankara e riguarda il colloquio previsto domani fra il presidente turco Erdogan ed il collega finlandese Niinisto. Ad annunciarlo è stato lo stesso numero uno del Paese euroasiatico. Sul tavolo, naturalmente, la richiesta di Helsinki, che vuole entrare nella Nato, ed il no (per ora) della Turchia. Sarà una lunga trattativa ma alla fine dovrebbe prevalere il buonsenso. Da Mosca arriva invece un altro monito nei confronti delle armi occidentali con destinazione Ucraina: “Conoscete il nostro atteggiamento nei confronti della questione – ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov – e non c’è niente di nuovo. Il nostro esercito sta monitorando molto attentamente tutte queste consegne e sta lavorando preventivamente a questo riguardo. Si stanno prendendo le misure appropriate”. Che potrebbero prevedere nuovi attacchi nei confronti dei convogli su cui viaggiano gli aiuti militari diretti a Kiev.
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Zelensky accusa “Nel Donbass è l’inferno”, prosegue l’offensiva

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Ancora distruzione e morte in Ucraina. Dopo 86 giorni la guerra prosegue e si aggrava il bilancio delle vittime, anche tra i bambini. “Le forze armate ucraine – ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video – continuano la liberazione della regione di Kharkiv. Ma nel Donbass gli occupanti stanno cercando di aumentare la pressione. C’è l’inferno e non è un’esagerazione”, ha aggiunto. Zelensky ha fatto riferimento agli attacchi che si sono verificati nelle scorse ore in alcune aree, come a Severodonetsk, nella regione di Odessa, in quella di Chernihiv e in particolare a Desna. Ci sono stati “molti morti”, ha detto. “Il Donbass – ha aggiunto – è completamente distrutto”. E tra i morti ci sono ancora bambini. L’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina nel bollettino di oggi ha registrato 232 bambini uccisi e almeno 427 feriti nel Paese dall’inizio della guerra.
Anche di fronte alla tragedia umanitaria, però, le armi non si fermano e l’offensiva nel Paese continua. In base all’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore delle forze armate ucraine i russi stanno “conducendo un’operazione offensiva nelle aree di Lysychansk e Severodonetsk”. Zelensky ha poi aggiunto che “il primo processo in Ucraina contro un criminale di guerra russo è già iniziato e si concluderà con il pieno ripristino della giustizia all’interno del tribunale internazionale. Ne sono sicuro. Troveremo e consegneremo alla giustizia tutti coloro che danno ed eseguono ordini penali”. Un ulteriore quadro, come ogni mattina, è stato presentato dall’intelligence britannica. Secondo Londra è probabile che, dopo aver preso il controllo di Mariupol, Mosca sposti le sue unità per rafforzare le operazioni nel Donbass. In particolare, è probabile che fino a 1.700 soldati ucraini si siano arresi dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, mentre un numero imprecisato di forze ucraine rimane all’interno dello stabilimento. “Una volta che la Russia si sarà assicurata Mariupol – si legge nell’ultimo aggiornamento dell’intelligence diffuso dalla Difesa del Regno Unito -, è probabile che sposterà le proprie forze per rafforzare le operazioni nel Donbass. La tenace resistenza ucraina a Mariupol dall’inizio della guerra – prosegue il rapporto – significa che le forze russe nell’area devono essere riequipaggiate e ristrutturate prima che possano essere ridistribuite efficacemente. Questo può essere un processo lungo se eseguito meticolosamente”. Tuttavia, per Londra, i comandanti russi sono “sotto pressione” per raggiungere gli obiettivi operativi. Ciò significa che “probabilmente la Russia ridistribuirà rapidamente le proprie forze senza un’adeguata preparazione” e questo potrebbe comportare rischi in merito al logoramento delle forze.
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A New York la storia del Made in Italy negli Stati Uniti attraverso il design

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NEW YORK (ITALPRESS) – Si è svolto a New York l’evento dedicato al design all’interno dell’iniziativa Italy on Madison.
“La storia del Made in Italy negli Stati Uniti, attraverso il racconto delle evoluzione ed il Design dei negozi italiani presenti in Madison Ave” questo il nome del seminario, organizzato dall’Agenzia ICE di Miami e coordinata da ICE New York che si svolto presso la sala “Spirit of America” nella sua sede in Madison Avenue.
L’evento che ha visto partecipare la grande community del design newyorkese ha avuto l’obiettivo di raccontare come una delle strade dello shopping più famose al mondo, Madison Avenue, abbia avuto negli anni un contributo determinate da parte del design italiano, che con la sua avanguardia ha saputo unire la sua grande storia alle nuove tendenze ed evoluzioni sociali.
Ad aprire i lavori sono intervenuti il Direttore dell’Agenzia ICE di New York, coordinatore della rete USA, Antonino Laspina, ed il Direttore dell’ufficio ICE di Miami Carlo Angelo Bocchi, ufficio che segue in USA le aziende italiane di design.
Il Made in italy italiano in US durante il Covid ha fatto registrare un record di vendite 2021 (61 miliardi di USD) e fa parte di questo successo anche il design (arredamento e edilizia): l’Italia infatti, è al sesto posto nella classifica degli importatori in US con 3.428 milioni USD in aumento ben del 32% rispetto ai 2.598 milioni USD registrati nel 2020 ma soprattutto + 20% sul 2019, segnale confortante di status e presenza sul mercato mantenuta e rafforzata sotto covid.
Ed anche i primi dati sull’import negli USA di febbraio 2022, vedono il settore arredo e edilizia, con 541.0 milioni di USD, in aumento del 14.7% ancora e non sono i mesi migliori del ciclo degli acquisti.
“Il Design Day in un contesto come Italy on Madison ha l’obiettivo di dare valore e risalto al grande lavoro che le aziende italiane stanno producendo negli Stati Uniti d’America, in una vetrina unica come New York City , prima citta’ al mondo” ha dichiarato Antonino Laspina, Direttore dell’Agenzia ICE di New York, coordinatore della rete USA.
“Presentare le produzioni italiane in uno dei piu’ importanti design district in USA, coniugare vicinanza al consumatore (azioni in strada e negli showroom) con esperti di settore in un vero e proprio distretto come in una citta’ italiana”, ha dichiarato Carlo Angelo Bocchi, Direttore Ufficio Ice di Miami.
“In tempi di crisi globali, la creativita’ puo’ svolgere un ruolo strategico cruciale. A cinquant’anni dalla epocale mostra del MoMA dal titolo “Italy, the New Domestic Landscape”, il nostro paese, patria di designer radicali e visionari, puo’ nuovamente offrire un fondamentale contributo”.
“Il design day durante Italy on Madison è una vera occasione per riflettere sul potenziale creativo e sulla leadership dell’Italia in un territorio culturale e industriale cosi importante e per condividere un linguaggio comune tra designer, istituzioni, partner industriale e comunita’ internazionali e locali”, ha dichiarato Alessandro Melis, Professore al New York Institute Of Technology, IDC Foundation Endowed Chair.
-foto ufficio stampa Italy on Madison –
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Romania, investitori italiani si confrontano sull’economia del futuro

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ROMA (ITALPRESS) – Il 24 maggio si terrà a Bucaresti il Forum economico organizzato da Confindustria Romania, giunto alla sua undicesima edizione, il più atteso evento dell’anno da parte della comunità imprenditoriale italiana e dall’ambiente di affari romeno.
In questa edizione si potrà assistere ad analisi e proiezioni geopolitiche sugli scenari futuri, decisamente contaminati da fattori imprevedibili e straordinariamente sequenziali, come la pandemia, la crisi energetica e l’invasione della Russia in Ucraina. “Dopo oltre due anni di drammatica pandemia e tre mesi di conflitto militare tra Russia e Ucraina, ci sembrava doveroso tentare di creare un momento di incontro e di confronto ma con paradigmi diversi, ovvero procedere in piena libertà intellettuale. I vari condizionamenti esterni sull’informazione e le varie propagande, fino ad ora, non ci hanno permesso di recepire e valutare correttamente la situazione geopolitica e i cambiamenti che ormai si stanno automaticamente delineando. Risulta quindi difficile pensare ad un economia del futuro senza pesanti incognite. Il 24 maggio a Bucarest affronteremo quindi, a 360 gradi, gli aspetti della difficile e complessa sfida che ha in serbo, per tutti noi, il ‘nuovo mondo'”, dichiara Giulio Bertola, presidente di Confindustria Romania.
Confindustria Romania, attraverso questo puntuale momento di incontro, vuole portare a conoscenza degli imprenditori e degli investitori quali potrebbero essere le reali implicazioni di questo cambiamento, sia localmente che a livello mondiale.
Questo sarà possibile grazie al contributo di selezionati relatori che si sono concretamente distinti per cultura, esperienza imprenditoriale, rinomata capacità industriale, ma soprattutto per la loro libertà di esporre senza nessun condizionamento esterno. Tra questi Vittorio Emanuele Parsi, politologo e accademico italiano. Edoardo Garrone, presidente esecutivo del Gruppo Erg. Lara Tassan Zanin, a capo della rappresentanza in Romania del Gruppo Bei – Banca Europea per gli Investimenti. Marius Bostan, uno dei fondatori del progetto associativo RePatriot. Nel 2015-2016 è stato ministro delle Comunicazioni e della Società dell’Informazione. Adrian Dimache, direttore di C.E.S.E.O, l’innovativo Centro Studi per l’Europa Orientale di Confindustria Romania. Confermati anche il primo ministro della Romania Nicolae Ciuca e Alfredo Maria Durante Mangoni, ambasciatore d’Italia in Romania. Il dibattito sarà moderato dalla giornalista Daniela Mogavero.
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Zelensky ai territori occupati “L’Ucraina tornerà”

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – “Kherson, Melitopol, Berdyansk, Enerhodar, Mariupol e tutte le nostre città e comunità che sono sotto occupazione, sotto occupazione temporanea, devono sapere che l’Ucraina tornerà”. E’ la promessa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che come ogni sera, ha inviato un messaggio video ai suoi connazionali.
“Ho firmato – ha detto nel suo discorso – la legge sulla protezione delle persone private della libertà dagli occupanti e anche dei familiari di queste persone. Stiamo parlando di tutti i prigionieri del Cremlino, sia in Crimea che nella parte occupata del Donbass. La legge – ha rassicurato Zelensky – offre loro maggiore protezione e assistenza da parte dello Stato”.
La situazione nel Paese è ancora tutt’altro che semplice. Particolare attenzione è riservata all’acciaieria Azovstal di Mariupol, la città portuale spesso al centro delle cronache in questi mesi di guerra, dove per settimane i residenti hanno sofferto la carenza di servizi essenziali, come la fornitura di acqua corrente, e dalla quale poi molti di loro sono riusciti a scappare. Nello stabilimento sarebbero ancora asserragliati combattenti ucraini, nonostante molti siano già usciti dalla struttura. Il ministero della Difesa russo, ieri ha fatto sapere che nelle 24 precedenti “694 militanti, di cui 29 feriti, hanno deposto le armi e si sono arresi”. Dal 16 maggio, invece, secondo Mosca, il bilancio salirebbe a 959 combattenti, di cui 80 feriti.
Il conflitto nel frattempo si sviluppa anche su altri fronti. Secondo l’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, “l’obiettivo principale” dei russi per ora sarebbe nella “direzione di Donetsk” e l’offensiva prosegue, tra l’altro, nelle direzioni di Severodonetsk, Bakhmut, Avdiivka e Kurakhiv.
“In assenza di risorse di mobilitazione nei territori temporaneamente occupati dell’oblast di Donetsk – aggiunge lo Stato maggiore ucraino -, il comando militare di occupazione prevede di coinvolgere nelle ostilità gli studenti degli istituti di istruzione superiore”.
Intanto, mentre la guerra sul campo continua, anche sul fronte diplomatico la situazione non appare serena. I negoziati tra Russia e Ucraina sono in stallo e sul piano internazionale si aggiungono ulteriori mosse nello scontro tra Russia e Occidente. Ieri Mosca ha annunciato l’espulsione di diplomatici italiani, francesi e spagnoli mentre, dopo la presentazione della domanda di adesione, si discute sull’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato.

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Ucraina, Draghi “Fare ripartire il prima possibile i negoziati”

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ROMA (ITALPRESS) – “Per evitare che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati, è la posizione dell’Italia ed è un’aspirazione europea che ho condiviso con il presidente Biden e i leader politici del Congresso”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell’informativa, in Senato, sul conflitto tra Russia e Ucraina. “In questi incontri ho riscontrato un apprezzamento per la solidità della posizione italiana fermamente ancorata nel campo transatlantico e nell’Unione Europea”, ha aggiunto.

“La guerra in Ucraina è giunta al suo 85esimo giorno, la speranza dell’esercito russo di conquistare vaste aree del paese in tempi brevi si è scontrata con la convinta resistenza da parte del popolo ucraino”, ha sottolineato Draghi, spiegando che “l’avanzata russa procede molto più lentamente del previsto”, ha aggiunto.

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Nato, Draghi “Dall’Italia pieno appoggio a Finlandia e Svezia”

ROMA (ITALPRESS) – “Un momento storico per l’Europa e per la Finlandia” e “una chiara risposta all’invasione russa dell’Ucraina e alla minaccia che rappresenta per la pace in Europa, per la nostra sicurezza collettiva. L’Italia appoggia con convinzione questa decisione”. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, definisce la richiesta di adesione alla Nato da parte della Finlandia e della Svezia che abbandonano la loro storica neutralità.
L’occasione è l’incontro a Palazzo Chigi con la prima ministra della Repubblica di Finlandia, Sanna Marin, dopo il quale Draghi ha sottolineato la necessità di “velocizzare le procedure interne per rendere l’adesione effettiva nel più breve tempo possibile. Intendiamo sostenere la Finlandia e la Svezia in questo periodo di transizione. Nelle scorse settimane abbiamo mostrato grande unità nel condannare la Russia, sostenere l’Ucraina, cercare una soluzione negoziale alla crisi in corso. Intendiamo continuare a farlo, a partire dal Consiglio Europeo straordinario di fine mese. Allo stesso tempo – ha proseguito – dobbiamo muoverci per sostenere le famiglie e le imprese europee in questa fase di rallentamento”.
E sull’invio di armi a Kiev, tema che sta creando discussioni all’interno della maggioranza di governo, Draghi ha ribadito: “Noi vogliamo aiutare l’Ucraina a difendersi, l’abbiamo fatto in passato e lo faremo quando necessario, ma nella difesa dell’Ucraina gli europei sono tutti insieme. Noi siamo parte di una decisione presa dall’Unione europea e siamo dei membri leali dell’Ue”.
Marin, auspicando una ratifica molto rapida alla Nato, ha sottolineato come “il contesto della sicurezza europeo è cambiato perchè la Russia ha detto chiaramente che non rispetta i principi fondamentali e che vuole impedire e limitare la libertà degli altri paesi nello scegliere le loro condizioni di sicurezza. La Finlandia vuole garantire la sicurezza per il proprio avvenire, per se stessa e per tutta Europa. Questo è il motivo per il quale il Parlamento finlandese ha votato a favore della domanda di adesione alla Nato. La nostra partecipazione alla Nato – ha evidenziato – rafforzerebbe la Finlandia ma anche l’alleanza nel suo insieme”.

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