ROMA (ITALPRESS) – In Ucraina si continua a combattere, si contano ancora morti e feriti ma le speranze che si giunga in tempi rapidi a un accordo di pace sono minime: la guerra è ormai all’ottantaquattresimo giorno e i negoziati tra Mosca e Kiev sono in stallo. Mentre le armi non si fermano in diverse aree del Paese, prosegue l’operazione di evacuazione dei combattenti ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal, a Mariupol. Ci si interroga, però, sul futuro dei difensori usciti dallo stabilimento. Alcuni di loro, gravemente feriti, sono stati condotti in una struttura medica a Novoazovsk, in un’area controllata dai filorussi, altri sarebbero stati evacuati a Olenivka. Secondo Mosca si tratta di una resa mentre Kiev parla di uno scambio di prigionieri. Il ministero della Difesa russo, in un aggiornamento Telegram, ha affermato che “265 militanti hanno deposto le armi e si sono arresi, di cui 51 gravemente feriti”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un video diffuso nella notte, invece, ha riferito che “la missione di evacuazione continua” ed “è supervisionata dai nostri militari e dai servizi segreti”, ha spiegato. “Sono coinvolti – ha aggiunto – i mediatori internazionali più influenti”.
Secondo l’intelligence britannica, “nonostante le forze russe abbiano accerchiato Mariupol per oltre dieci settimane, la ferma resistenza ucraina ha ritardato la capacità della Russia di ottenere il pieno controllo della città”. “Nel tentativo di prevalere sulla resistenza ucraina – prosegue l’intelligence nell’aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito -, la Russia ha fatto un uso significativo di personale ausiliario. Ciò include un dispiegamento di forze cecene, probabilmente composte da diverse migliaia di combattenti concentrati principalmente nei settori di Mariupol e Lugansk”. Per Londra, quindi, il dispiegamento di personale così eterogeneo “dimostra i significativi problemi di risorse” di Mosca in Ucraina e “probabilmente contribuisce a un comando disunito che continua a ostacolare le operazioni della Russia”.
Intanto viene aggiornato il bilancio delle vittime tra i civili ed è drammatico: secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, dall’inizio della guerra (il 24 febbraio scorso) al 16 maggio si registrano almeno 3.752 persone uccise e 4.062 ferite. Anche sul fronte diplomatico, in particolare sul piano delle trattative, non arrivano buone notizie: come confermato sia da Mosca che da Kiev, i negoziati tra Russia e Ucraina sono sospesi. Al momento non si tenta, quindi, di giungere a un accordo di pace tra le parti.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
Prosegue l’evacuazione dei feriti dall’acciaieria Azovstal
Missili vicino al confine polacco, negoziato sospeso
Un’altra giornata di cattive notizie dal fronte ucraino. Da una parte, la guerra è ritornata ad imperversare non solo a est e a sud ma anche nella parte settentrionale e occidentale del Paese, dove nelle ultime settimane la situazione sembrava essersi normalizzata e molti cittadini stavano rientrando dall’estero. Due i bersagli odierni delle forze di Mosca. Nel territorio di Chernihiv, dove nel primo mese e mezzo di conflitto si è combattuto giorno e notte e dove ormai il 90% degli edifici sono fuori uso, un attacco ha ucciso almeno otto persone e ne ha ferite undici. Ad essere colpito è stato il villaggio di Desna, a metà strada fra il capoluogo regionale e a soli quaranta chilometri dalla Capitale, che si è risvegliata nuovamente con la paura. Addirittura undici missili sono invece caduti nell’oblast di Leopoli, la parte più a ovest dell’Ucraina, a poca distanza dal confine polacco. Si tratta dell’attacco più cruento, dal 24 febbraio, in quest’area. Non ci sono state vittime ma alcune infrastrutture ferroviarie sarebbero fuori uso in particolare attorno a Yavoriv, già colpita pesantemente all’inizio della guerra. Nella cittadina è attiva una base militare e potrebbe essere stato questo, anche stavolta, l’obiettivo russo. Qui, a marzo, il blitz di Mosca aveva provocato 35 morti e un gran numero di feriti. Se i missili ritornano a colpire l’ovest del Paese scatenando nuovamente il panico fra le migliaia di ucraini che ogni giorno rientrano in patria, anche in Donbass la furia non si placa. Fonti ucraine parlano però dell’ennesimo tentativo fallito, da parte russa, di conquistare Severodonetsk, che è uno dei municipi più importanti nel nord della regione. Le truppe del Cremlino, secondo lo stato maggiore di Kiev, si sarebbero ritirate dal fronte di Syrotyne a causa delle numerose perdite subite. L’accerchiamento per ora non sta funzionando ed anzi, dopo aver ripreso il controllo di alcuni villaggi a sud di Kharkiv, le forze ucraine starebbero tentando l’avanzata su Izyum, che aprirebbe la strada verso il Donbass. A Mariupol, invece, sarebbero 265 i militari ucraini usciti dall’acciaieria; molti di loro, feriti gravemente, sono stati trasportati per le cure all’ospedale di Novoazovsk, nel territorio di Donetsk controllato dai filorussi. Secondo Mosca, i soldati di Kiev avrebbero “deposto le armi” e si sarebbero “arresi”. L’ultima notizia del giorno è forse la più preoccupante e riguarda il fronte diplomatico: sia il Cremlino che l’entourage di Zelensky hanno ammesso che il processo negoziale è sospeso. Nessuna trattativa, nessun incontro, nessun tentativo ufficiale di fermare la guerra. Secondo uno dei principali collaboratori del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, Kiev non è disposta a cedere nulla “per salvare la faccia a Putin”. La conferma del nuovo stallo arriva anche dal viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko. “I negoziati non stanno proseguendo. L’Ucraina si è praticamente ritirata” da ogni trattativa. Ancora più duro il segretario del Consiglio di Sicurezza Nikolaj Patrushev, secondo il quale la Nato vuole creare le condizioni “per instaurare un regime sotto il suo controllo in Russia, così come ha già fatto in Ucraina e in altri Stati”. Altra benzina sul fuoco in una guerra che si incendia ogni giorno di più. (ITALPRESS).
-foto Agenzia Fotogramma-
Zelensky “Vinceremo perchè l’Ucraina è la nostra terra”
KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – “Non ci sono catene che possano legare il nostro spirito libero. Non c’è occupante che possa mettere radici nella nostra terra libera. Non c’è invasore che possa governare il nostro popolo libero. Prima o poi si vince. Perchè questa è la nostra terra”. Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky sul proprio profilo Telegram.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
Ucraina, a Mariupol evacuazione dall’acciaieria Azovstal
KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – L’operazione di salvataggio dei combattenti ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol è iniziata. L’evacuazione è stata avviata dopo che ieri Russia e Ucraina hanno raggiunto un accordo per permettere ai difensori di Kiev di uscire dallo stabilimento. Secondo i primi dati diffusi dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine, sarebbero già stati evacuati 264 combattenti.
“I difensori di Mariupol sono gli eroi del nostro tempo, sono per sempre nella storia”, ha affermato lo Stato maggiore ucraino su Facebook, spiegando che tra coloro che hanno lasciato lo stabilimento 53 militari gravemente feriti sono stati condotti in una struttura medica a Novoazovsk, mentre altri 211 difensori sono stati evacuati a Olenivka “attraverso un corridoio umanitario” per poi essere riportati “nel territorio controllato dall’Ucraina attraverso una procedura di scambio”.
Durante la giornata di ieri, la notizia dell’accordo per l’evacuazione e della decisione per un cessate il fuoco nell’area dell’impianto era stata confermata anche da Mosca. In serata, poi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando dell’operazione in un videomessaggio, ha riferito che all’iniziativa partecipano l’esercito ucraino, le forze armate, l’intelligence, la squadra negoziale, il Comitato internazionale della Croce Rossa e le Nazioni Unite.
“L’Ucraina ha bisogno di eroi vivi, questo è il nostro principio”, ha detto Zelensky. “Per riportare i ragazzi a casa, il lavoro continua e questo lavoro – ha evidenziato – ha bisogno di delicatezza e tempo”.
“Manteniamo anche – ha poi aggiunto Zelensky – la massima attività diplomatica in altre aree nell’interesse dell’Ucraina”.
A Mariupol c’è una tregua ma in altre aree del paese le armi non si fermano. Una base militare ucraina a circa 15 chilometri dal confine con la Polonia sarebbe stata presa di mira da un attacco missilistico, secondo quanto riporta la Cnn che cita Maksym Kozytsky, capo dell’amministrazione militare regionale di Leopoli. Nella città dell’Ucraina occidentale nella notte sono state avvertite esplosioni.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
Accordo Mosca-Kiev per evacuare i feriti da Azovstal
KIEV (ITALPRESS) – Un corridoio umanitario per evacuare i feriti ed uno stop momentaneo alle operazioni militari. La notizia del giorno è l’accordo fra russi e ucraini che avrebbe permesso ad alcuni soldati asserragliati dentro la Azovstal di lasciare l’acciaieria. Un passo in avanti significativo per garantire un immediato supporto medico alle centinaia di soldati tuttora intrappolati nello stabilimento e che apre almeno un minimo spiraglio sulla possibilità che Mosca e Kiev ricomincino a parlarsi. La tregua, attorno al complesso costiero, è stata annunciata nel pomeriggio dallo stesso ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu: “A seguito di negoziati con i rappresentanti militari ucraini è stata raggiunta un’intesa sulla rimozione dei feriti. E’ stato introdotto un regime di silenzio nell’area dell’impianto e aperto un corridoio umanitario, attraverso cui i soldati ucraini feriti saranno trasferiti in una struttura medica a Novoazovsk, nella Repubblica di Donetsk”. Non è chiaro se i primi combattenti siano già usciti dalla Azovstal e non è certo che tutti accettino di essere curati sul territorio filorusso ma è un passo avanti dopo settimane di muro contro muro.
Lo scontro, sul piano diplomatico, prosegue invece attorno all’adesione di Svezia e Finlandia nell’Alleanza atlantica. Sul tema è intervenuto anche Vladimir Putin, secondo il quale Mosca non ha alcun problema con questi due Paesi ma non può accettare la fine della loro neutralità. Il Cremlino dovrà agire e dare una “risposta” chiara di fronte alla decisione di Stoccolma e di Helsinki. “Reagiremo all’espansione delle infrastrutture militari della Nato. Bisogna prestare maggiore attenzione ai piani della Nato di aumentare la propria influenza globale”. Quale sarà la risposta non è stato specificato e probabilmente non lo sa nemmeno la Russia, sempre più isolata sul piano internazionale ed in evidente difficoltà anche al fronte.
Proprio oggi lo Stato maggiore ucraino ha annunciato la riconquista di tutta la regione a est di Kharkiv fino alla frontiera russa e per il consigliere del ministero dell’Interno, Vadym Denysenko, l’esercito di Kiev potrebbe addirittura “attraversare il confine. Sarà impossibile fermare la controffensiva in questa direzione”. Le truppe di Mosca, in ritirata, starebbero addirittura distruggendo i ponti lungo le strade, per evitare l’avanzata ucraina verso la Russia. Nel frattempo il Cremlino avrebbe tentato di riaprire un altro fronte, quello a nord nel territorio di Sumy, ma le forze russe sarebbero state immediatamente bloccate dalla controparte. Odessa invece è finita ancora una volta sotto attacco: i missili lanciati in mattinata contro alcune infrastrutture turistiche avrebbero causato il ferimento grave di due uomini e di un bimbo mentre in Donbass, e nello specifico a Severodonetsk, diventata ormai l’epicentro del conflitto, è stato colpito un ospedale e diverse persone verserebbero in gravi condizioni.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).
Ancora bombe, ad Azovstal verso la battaglia finale
Ancora bombe, ancora combattimenti. Le armi in Ucraina non si fermano e, nell’ottantaduesimo giorno della guerra, si aggrava il bilancio delle vittime tra i bambini: secondo l’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, dall’inizio del conflitto sono 229 i morti e almeno 421 sono rimasti feriti. “Ci stiamo preparando – ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – a nuovi tentativi da parte della Russia di attaccare nel Donbass, per intensificare in qualche modo il suo movimento nel sud dell’Ucraina. Gli occupanti ancora non vogliono ammettere di essere in un vicolo cieco e che la loro cosiddetta ‘operazione speciale’ è già fallita”, ha aggiunto. Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, l’offensiva nell’area orientale del paese prosegue, le truppe di Mosca si sarebbero concentrate sulla “direzione di Donetsk” e starebbero “preparando azioni offensive da parte delle unità concentrate nell’area di Izium”.
I combattimenti, si legge ancora nell’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore, continuano nelle direzioni di Lyman, Bakhmut e Kurakhiv. Intanto l’acciaieria Azovstal di Mariupol è ancora sotto assedio e i combattenti ucraini asserragliati dentro lo stabilimento si preparano alla battaglia finale. “Continuiamo trattative molto complicate e delicate per salvare la nostra gente da Mariupol, da Azovstal”, ha detto Zelensky. “Ci occupiamo quotidianamente – ha proseguito – di questo problema. E la cosa principale è che gli accordi vengano rispettati”. Nel frattempo, sul fronte diplomatico, si è appena concluso un ricco weekend sul piano del dibattito internazionale, con vertici Nato e confronti sull’ingresso della Finlandia e della Svezia nell’Alleanza Atlantica. E ancora una volta gli Stati Uniti confermano “l’incrollabile sostegno” a Kiev. Lo ha riferito il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin che, a seguito una conversazione con il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, ha affermato di aver “ribadito il nostro incrollabile sostegno – ha scritto in un tweet – alla sovranità e alla sicurezza dell’Ucraina”. Oggi a Bruxelles si tiene il Consiglio Affari esteri dell’Unione Europea.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).
Finlandia e Svezia sempre più vicine all’ingresso nella Nato
ROMA (ITALPRESS) – Mentre l’Ucraina in guerra festeggia il successo dei Kalush all’Eurovision, la giornata è stata monopolizzata soprattutto dal dibattito attorno all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. E’ in particolare Helsinki ad avere accelerato il passo ma anche a Stoccolma la strada intrapresa è ormai quella che porta verso l’adesione all’Alleanza atlantica. “Abbiamo raggiunto oggi un’importante decisione, speriamo che il Parlamento la confermi nei prossimi giorni. Abbiamo ancora davanti a noi un processo” burocratico ma “ho fiducia che il Parlamento lo dibatterà con determinazione e responsabilità”. Ad affermarlo è stato il primo ministro finlandese Sanna Marin, per la quale la fine della storica neutralità di Helsinki si spiega con la necessità di rafforzare la propria sicurezza nazionale. “La minaccia nucleare è molto seria – ha spiegato – e non può essere isolata in un’unica regione se parliamo di armi nucleari”. La decisione della Finlandia “influenzerà tutta l’area baltica e rafforzerà le capacità di tutti i paesi di difendersi”. Un iter che solitamente impiega molto più tempo ma che è stato certamente accelerato dal fatto che lo scorso “24 febbraio la Russia ha mostrato di essere pronta ad attaccare un paese indipendente”, ha detto il capo dello stato Sauli Niinisto.
Helsinki è pronta ad ogni reazione da parte di Mosca: “Non ce lo auguriamo – ha chiarito Marin – ma ci stiamo preparando da questa primavera. La Russia è diversa da come la vedevamo solo pochi mesi fa. Tutto è cambiato quando ha attaccato l’Ucraina e penso che non possiamo più fidarci di un futuro pacifico se staremo da soli”. Nel frattempo, mentre in Svezia si è espresso oggi anche il Partito Socialdemocratico, che ha dichiarato il proprio assenso all’entrata nella Nato, la Gran Bretagna ha già stretto un’intesa militare con entrambi i Paesi: una sorta di protezione ulteriore prima dell’adesione ufficiale, nel caso (malaugurato) in cui Mosca optasse per un’azione bellica nei confronti dei propri vicini ed in particolare della Finlandia, con cui condivide oltre 1.300 chilometri di confine. Dall’Alleanza atlantica, naturalmente, porte aperte ai due stati scandinavi: il segretario generale Jens Stoltenberg fa capire che non c’è bisogno di attendere la conclusione dell’inter burocratico per garantire a Helsinki e Stoccolma totale supporto mentre anche Washington sostiene pienamente l’ingresso di Svezia e Finlandia, come ha osservato il segretario di Stato americano Antony Blinken. E la Turchia? La posizione di Erdogan è apparsa oggi meno rigida rispetto agli ultimi due giorni: non ci sarebbe nessun veto da Ankara ma probabilmente la volontà di trattare con i partner occidentali. L’obiettivo potrebbe essere l’assenso ai due nuovi membri della Nato in cambio di qualche aiuto per risollevare un’economia turca sempre più asfittica.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
Di Maio “In Europa serve una controffensiva diplomatica”
ROMA (ITALPRESS) – “Da ministro di questo Governo ed esponente del M5S provo una congruenza totale su quello che sto facendo. Il M5S è stato responsabile negli aiuti a Kiev. Adesso siamo a un momento in cui serve una controffensiva diplomatica, l’Europa deve allargare gli sforzi diplomatici. Dobbiamo costruire un tavolo di pace come ha detto Draghi a Biden e portare Putin al tavolo il prima possibile. In questo momento c’è un aggressore e un aggredito, non c’è parità tra i due, ed è una guerra che sta colpendo tutte le famiglie”. Così Luigi Di Maio, ministro per gli Affari Esteri, a “Mezz’ora in più” su Rai3.
Riguardo alla Nato, il ministro sottolinea: “Tutti i Paesi sono d’accordo in linea di principio con l’ingresso di Finlandia e Svezia, anche la Turchia che però sta cercando di negoziare alcune decisioni bilaterali. Nella prossima settimana mi aspetto un’accelerazione in termini di tempi. In linea di principio la Turchia non mette un veto all’ingresso. Finlandia e Svezia si sentono minacciate dalla Russia e vogliono difendersi, per questo entrano nella Nato, che è un’alleanza difensiva”.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).









