Continuano i tentativi di mettere in salvo le persone rimaste intrappolate a Mariupol, la città del sud-est ucraino definita ormai come un “inferno”. L’offensiva intanto prosegue anche in altre aree del Paese nel giorno di guerra numero settantadue. “Dobbiamo continuare a fare tutto il possibile per far uscire le persone da questi scenari infernali”, ha affermato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha anche fatto sapere che nell’operazione congiunta Nazioni Unite e Croce Rossa quasi 500 persone sono già state evacuate dall’acciaieria Azovstal, da Mariupol e dalle aree circostanti. Mosca aveva annunciato un cessate il fuoco di tre giorni a partire da ieri per poter aprire un corridoio umanitario dall’acciaieria Azovstal e consentire così l’evacuazione dei civili. Secondo Kiev, però, l’assalto allo stabilimento non si è mai fermato. “I bombardamenti russi e l’assalto all’Azovstal non si fermano”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo nelle scorse ore all’evento “Brave Ukraine”.
“Ma i civili – ha continuato – devono ancora essere tirati fuori, donne, bambini, molti bambini che sono ancora lì. Immaginate questo inferno”, ha sottolineato. “Ci aspettiamo un effettivo regime di silenzio”, ha aggiunto Zelensky. Durante la guerra “l’esercito russo ha già usato 2.014 missili contro l’Ucraina e sono state registrate – ha spiegato il presidente ucraino – 2.682 apparizioni di caccia russi nei nostri cieli”. “Nella città di Mariupol – si legge nell’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore delle forze armate ucraine – continua il blocco delle unità delle Forze di difesa nell’area dell’Azovstal. In alcune zone, con il supporto dell’aviazione, sono riprese le operazioni d’assalto per prendere il controllo dell’impianto”. Per il presidente russo Vladimir Putin, che ieri ha parlato con il primo ministro israeliano Naftali Bennett, l’esercito russo è “pronto a garantire l’uscita sicura dei civili” ma per quanto riguarda i militari rimasti nell’Azovstal le autorità di Kiev dovrebbero dare l’ordine di deporre le armi. Secondo l’intelligence britannica, “le forze russe a Mariupol hanno continuato il loro assalto di terra all’acciaieria Azovstal per il secondo giorno, nonostante le dichiarazioni russe affermassero che avrebbero cercato solo di isolarla. Il rinnovato sforzo della Russia per assicurarsi Azovstal e completare la cattura di Mariupol – prosegue l’intelligence nell’aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito – è probabilmente legato alle imminenti commemorazioni del Giorno della Vittoria del 9 maggio e al desiderio di Putin di avere un successo simbolico in Ucraina”. Intanto, però, l’offensiva prosegue anche in altre aree del Paese. Secondo lo Stato maggiore ucraino, sono stati colpiti tra l’altro sobborghi e aree residenziali di Kharkiv mentre nel nord di Kherson e Mykolayiv ci sarebbero attacchi sugli insediamenti da cui l’esercito russo si era ritirato. (ITALPRESS).
Civili evacuati dall’inferno di Mariupol ma l’offensiva prosegue
A Mariupol non si ferma la battaglia dell’Azovstal
ROMA (ITALPRESS) – A Mariupol continua la battaglia dell’Azovstal mentre si tenta di mettere in salvo le persone rimaste intrappolate in città e nello stabilimento. Intanto, però, le sirene suonano in tutta l’Ucraina e l’offensiva prosegue. La guerra è al giorno numero settantuno. In base ai dati dell’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, ad oggi nel conflitto 221 bambini sono morti e almeno 408 sono rimasti feriti. “Nessuno può dire per quanti giorni durerà ancora questa guerra ma credo che la nostra Festa della Liberazione si stia avvicinando”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso al popolo danese nell’anniversario della liberazione della Danimarca dall’occupazione nazista. Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, nella città di Kharkiv e nell’area nord della città di Izyum i bombardamenti continuano. Nel frattempo, in base all’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore, le forze russe “hanno perso il controllo su diversi insediamenti al confine delle regioni di Mykolayiv e Kherson” e la difesa ucraina avrebbe respinto “undici attacchi” nelle regioni di Donetsk e Lugansk nelle ultime 24 ore.
Nella notte, le sirene di allarme antiaereo sono state attivate in tutta l’Ucraina. Secondo quanto riporta Kyiv Independent, gli allarmi sono scattati a Kiev, Kharkiv e nelle regioni di Dnipropetrovsk, Donetsk, Khmelnytsky, Cherkasy, Zhytomyr, Poltava, Ivano-Frankivsk, Kirovohrad, Vinnytsia, Volyn, Chernivtsi, Zakarpattia, Mykolaiv, Leopoli, Ternopil, Odessa e Zaporizhzhia. A Kramatorsk attacchi aerei hanno colpito alcune aree residenziali della città e ci sarebbero feriti, riferisce il sindaco Oleksandr Honcharenko, citato Kyiv Independent. Intanto l’operazione di evacuazione ha messo fine all’incubo per tanti residenti di Mariupol. Ieri “344 persone sono state messe in salvo dalla città e dai suoi sobborghi”, ha spiegato Zelensky in un videomessaggio. “Stiamo negoziando – ha aggiunto – e speriamo di continuare a salvare le persone dall’Azovstal, da Mariupol. Ci sono ancora i civili, donne e bambini”.
Nel frattempo Mosca ha annunciato un cessate il fuoco di tre giorni a partire da oggi per poter aprire un corridoio umanitario dall’acciaieria Azovstal e consentire così l’evacuazione dei civili. “Durante questo periodo – si legge in una comunicazione sul canale Telegram del ministero della Difesa russo -, le Forze armate russe e le formazioni della Repubblica popolare di Donetsk cessano unilateralmente qualsiasi ostilità, le unità vengono ritirate a distanza di sicurezza”, in modo che i civili possano spostarsi “in qualsiasi direzione scelgano, sia nel territorio della Federazione Russa che nelle aree sotto il controllo delle autorità di Kiev”.
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Ue, varato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia
STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – La Commissione europea ha varato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’aggressione all’Ucraina. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha presentato davanti al Parlamento europeo riunito in plenaria le misure restrittive proposte agli Stati membri, che decideranno all’unanimità. “Proponiamo un divieto al petrolio russo, uno stop totale a tutte le importazioni di greggio entro sei mesi e di petrolio raffinato entro l’anno”, ha detto la presidente della Commissione europea. Tra le misure previste anche l’eliminazione dal sistema Swift di alcune banche russe, tra cui la SberBank, la più grande nel mercato russo, e il divieto di fornire servizi contabili e di consulenza europei di cui alcune società russe usufruiscono. Infine, verranno elencati alcuni dei responsabili di crimini di guerra a Bucha e dell’assedio a Mariupol, tra cui ufficiali di alto rango. “Sappiamo chi siete e sarete ritenuti responsabili” ha detto la presidente rivolgendosi agli autori delle stragi.
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Zelensky “Le truppe russe non rispettano gli accordi”
KIEV (ITALPRESS) – Continua l’operazione umanitaria a Mariupol ma le armi in Ucraina non si fermano. Ieri diversi civili sono stati messi in salvo ma gli attacchi nell’acciaieria della città portuale sono proseguiti. Intanto missili ed esplosioni sono stati registrati in altre parti del paese. La guerra è al settantesimo giorno.
Il vice primo ministro ucraino, Iryna Vereshchuk, ha annunciato che per oggi sono previsti altri corridoi umanitari “se la situazione della sicurezza lo consente”.
Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ieri 156 persone evacuate dall’acciaieria Azovstal di Mariupol sono arrivate a Zaporizhzhia. Si tratta di donne e bambini che si trovavano “nei rifugi da più di due mesi”. Tra questi, secondo il leader ucraino, c’era anche un bambino di sei mesi. “Continueremo a fare di tutto per far uscire tutta la nostra gente da Mariupol e Azovstal”, ha aggiunto Zelensky. Nel frattempo, però, “le truppe russe non rispettano gli accordi – ha proseguito -, continuano i massicci attacchi ad Azovstal e stanno cercando di prendere d’assalto il complesso”. Inoltre “diverse città ucraine sono tornate ad essere bersagli dei missili e degli attacchi russi”, ha aggiunto il presidente ucraino, citando Leopoli, Vinnytsia, la regione di Kiev, la regione di Dnipropetrovsk, Odessa e regione di Kharkiv.
Il conflitto, quindi, prosegue anche in altre aree del paese. “Al fine di distruggere le infrastrutture di trasporto dell’Ucraina – ha evidenziato lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nell’ultimo aggiornamento -, il nemico russo ha lanciato missili contro le strutture degli oblast di Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Leopoli, Vinnytsia, Kiev, Zakarpattia, Odessa e Donetsk”.
Nella regione di Rivne si è verificato un incidente stradale a causa dello scontro tra un autobus, un camion di carburante e un’auto. Secondo il ministero dell’interno ucraino e la polizia nazionale ci sarebbero 26 vittime, qualcuna in più secondo altre fonti.
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Papa “Putin non si ferma, voglio incontrarlo a Mosca”
MILANO (ITALPRESS) – “A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny, (prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale, ndr) e il cardinale Konrad Krajewski, (elemosiniere del Papa, ndr) che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…”. Così Papa Francesco in una intervista esclusiva al Corriere.it. “Per la pace non c’è abbastanza volontà. La guerra è terribile e dobbiamo gridarlo. Per questo ho voluto pubblicare con Solferino un libro che ha come sottotitolo Il coraggio di costruire la pace. Orbàn, quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche la celerità dell’escalation di questi giorni. Perchè adesso non è solo il Donbass, è la Crimea, è Odessa, è togliere all’Ucraina il porto del Mar Nero, è tutto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perchè la guerra si fermi” aggiunge il Pontefice che poi non crede che il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, possa essere l’uomo in grado di convincere il leader del Cremlino ad aprire uno spiraglio: “Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom. I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui è d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo” conclude.
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Continuano i bombardamenti, si attende nuova evacuazione da Mariupol
ROMA (ITALPRESS) – Nell’attesa che la diplomazia riesca a muovere qualche passo nella direzione di un accordo di pace, si spera in un miglioramento della situazione umanitaria in Ucraina e per oggi si attende una nuova evacuazione dei civili da Mariupol. Intanto, però, si aggrava ancora il bilancio delle vittime tra i bambini.
Secondo i dati diffusi dall’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, dall’inizio del conflitto 220 bambini sono stati uccisi e almeno 406 sono rimasti feriti. Oggi, quindi, dovrebbe essere attivo un altro corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili da Mariupol, così come annunciato sul canale Telegram del Consiglio comunale della città ucraina. “Continuiamo a fare di tutto per salvare la nostra gente da Mariupol”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio.
“L’operazione di evacuazione continua”, ha aggiunto spiegando che per oggi si attendono anche spostamenti “attraverso i corridoi umanitari da Berdyansk, Tokmak, Vasylivka”.
In questi giorni, con il coordinamento di Onu e Croce Rossa, i corridoi di evacuazione sono stati attivati sia per i residenti della città, sia per diversi civili messi in salvo dall’acciaieria Azovstal, anche se ce ne sarebbero ancora altri rifugiati nello stabilimento.
L’offensiva nel paese, intanto, prosegue. “Nella direzione di Slobozhansky, il nemico russo ha continuato a bombardare la città di Kharkiv e gli insediamenti vicini”, afferma lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nell’ultimo aggiornamento, secondo cui nella direzione di Donetsk i “principali sforzi” russi “continuano a concentrarsi sullo stabilire il pieno controllo sugli insediamenti di Rubizhne e Popasna e avanzare nella direzione degli insediamenti di Lyman e Slovyansk”.
Nel frattempo si lavora per nuove sanzioni a Mosca. “Stiamo lavorando – ha affermato Zelensky – a nuove sanzioni contro la Russia. Ci aspettiamo un nuovo pacchetto dall’Unione Europea nel prossimo futuro. Questo pacchetto dovrebbe includere misure chiare per bloccare le entrate energetiche della Russia”. Per il presidente ucraino “ora vale anche la pena prepararsi per i prossimi passi nelle sanzioni. In ogni caso – ha proseguito -, dovremo bloccare tutte le operazioni di import-export con la Russia. Perchè è quello il modo con cui fanno soldi a Mosca e non capiscono nemmeno che il diritto internazionale e la pace in Europa devono essere rispettati”.
Intanto le parole del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che in un’intervista a “Zona Bianca” su Rete4 ha affermato che anche “Hitler aveva origini ebree”, hanno sollevato indignazione nel mondo, con reazioni sconvolte giunte da più parti. Per Zelensky, “la Russia ha dimenticato tutte le lezioni della seconda guerra mondiale”. “O forse – ha aggiunto il leader ucraino – non hanno mai studiato quelle lezioni”.
“Il ministro degli Esteri russo – ha detto il presidente ucraino – ha affermato apertamente e senza esitazione che i più grandi antisemiti sarebbero stati tra gli ebrei stessi. E che Hitler avrebbe avuto sangue ebreo. Come si potrebbe dire questo alla vigilia dell’anniversario della vittoria sul nazismo? Queste parole significano che il massimo diplomatico russo sta incolpando il popolo ebraico per i crimini nazisti. Senza parole”. Per Zelensky, nei confronti di queste parole “c’è oggi un grande scandalo in Israele” ma “nessuno sente obiezioni o scuse da Mosca, c’è silenzio”.
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Missili su Odessa, si intensifica la battaglia nel Donbass
KIEV (ITALPRESS) – Sul campo in Ucraina la situazione rimane estremamente tesa. Esplosioni si sono sentite in giornata sia a Odessa che a Kherson. Allarmi anti-aereo si sono ripetuti a Kharkiv e a Poltava mentre il fronte più incandescente rimane sempre quello del Donbass. Le truppe del Cremlino si starebbero preparando in vista di un attacco massiccio su Sloviansk, che assieme a Kramatorsk è una delle città più importanti nella parte settentrionale della regione. A Mariupol l’evacuazione dalla Azovstal si è nuovamente fermata e all’interno dell’enorme stabilimento rimarrebbero ancora centinaia di civili.
Secondo Denys Shleha, comandante di una delle brigate nazionali presenti nell’acciaieria, i russi avrebbero immediatamente ricominciato a sparare appena completata l’uscita (parziale) di donne e bambini ventiquattr’ore fa. “La notte è stata agitata”, ha scritto il militare. Il presidente ucraino Zelensky, in ogni caso, ha osservato che l’evacuazione riguarda solo i civili e non i soldati, neanche quelli feriti: per loro l’agonia è destinata a proseguire.
Che la diplomazia stia continuando ad arrancare e che non ci siano spiragli di pace in Ucraina lo conferma lo sdegno internazionale per le parole utilizzate ieri sera dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. L’intervista rilasciata al programma Zona Bianca di Rete4 ha fatto il giro del mondo ed è stata commentata da tutte le più autorevoli cancellerie. Il rappresentante di Mosca, nel suo incauto parallelismo fra i politici di Kiev e il regime nazista, a proposito di Zelensky aveva sottolineato che “anche Hitler era ebreo”. Parole improvvide che hanno provocato sconcerto e che hanno visto scendere in campo Dani Dayan, presidente dello Yad Vashem, il Museo che a Gerusalemme ricorda l’Olocausto, secondo il quale si è trattato di “affermazioni false, deliranti e pericolose”. Anche il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha giudicato “gravi” le esternazioni provenienti dal governo russo, mentre nel nostro Paese identico disappunto è stato manifestato dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Noemi Di Segni. “La possibilità che è stata data al ministro degli Esteri russo Lavrov di esprimere la propria dottrina antisemita nell’ambito di uno spazio televisivo di approfondimento riporta ancora una volta al tema della responsabilità dei media. Così facendo infatti si dà legittimazione all’odio, non lo si contestualizza né lo si ripudia.
La meschina propaganda di usare temi di dolorosa memoria ebraica e pregiudizio antisemita per rendere ancora più incendiaria la guerra già accesa è grave e non va sottovalutata”. Anche l’Unione Europea non è rimasta silente: “Questi commenti perpetuano la narrativa oltraggiosa sulla denazificazione dell’Ucraina”. Si tratta, per il vice presidente dell’Ue Margaritis Schinas, di considerazione “false”, che “distorcono e banalizzano l’Olocausto, il genocidio di 6 milioni di ebrei. Qualsiasi tentativo di trasformare le vittime della Shoah in carnefici è inaccettabile”.
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Il conflitto prosegue ma è ripresa l’evacuazione da Azovstal
La guerra in Ucraina è al sessantottesimo giorno e non sembra dare ancora segnali per una pace definitiva e duratura. Ieri, però, una buona notizia: l’incubo di diversi civili rifugiati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol è finito. Nelle scorse ore, inoltre, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov si è rivolto all’Italia, affermando che il Paese si è trovato in “prima fila” nello scontro tra Occidente e Russia. Danimarca e Svezia hanno denunciato la violazione del loro spazio aereo da parte di un aereo di Mosca. Ieri, quindi, con il coordinamento di Onu e Croce Rossa, dall’acciaieria Azovstal di Mariupol sono stati messi in salvo circa cento civili che si rifugiavano nello stabilimento al centro della battaglia delle ultime settimane. “Siamo finalmente riusciti ad avviare l’evacuazione delle persone dall’Azovstal”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video. “Per la prima volta in tutti i giorni della guerra, questo corridoio vitale ha iniziato a funzionare. Per la prima volta ci sono stati due giorni di vero cessate il fuoco su questo territorio. Sono già stati evacuati più di cento civili, prima di tutto donne e bambini”. L’evacuazione delle persone dalla città riprende oggi, come annunciato anche dal Consiglio comunale di Mariupol. Un corridoio fondamentale per una città da settimane ormai allo stremo. Anche Zelensky, che ieri ha ricevuto a Kiev la speaker della Camera dei rappresentanti Usa Nancy Pelosi e una delegazione del Congresso statunitense, ha auspicato che per oggi “siano soddisfatte tutte le condizioni necessarie – ha detto il presidente ucraino – per continuare l’evacuazione delle persone da Mariupol”. Anche Papa Francesco, nel Regina Coeli di domenica Primo maggio, ha lanciato un appello per la città portuale del sud-est ucraino “barbaramente bombardata e distrutta”, ha detto. “Anche ora, anche da qui – ha affermato -, rinnovo la richiesta che siano predisposti corridoi umanitari sicuri per le persone intrappolate nell’acciaieria di quella città. Soffro e piango – ha aggiunto -, pensando alle sofferenze della popolazione ucraina e in particolare ai più deboli, agli anziani e ai bambini”. Nel frattempo, però, il conflitto sul campo prosegue e nelle ultime ore due esplosioni sono state avvertite anche nella regione russa di Belgorod. Lo ha riferito Kyiv Independent citando il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, secondo cui non ci sarebbero vittime. Per il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, Zelensky può riportare la pace se chiede ai suoi di “interrompere le ostilità”. “Non vogliamo che si arrenda – ha affermato il ministro russo in un’intervista a Zona Bianca su Rete 4 -, vogliamo che dia l’ordine di interrompere le ostilità e di lasciare tutti i civili. Il nostro scopo non è il cambiamento di regime in Ucraina, questa è una specialità americana”. Per Lavrov l’Italia è “in prima fila” tra coloro che adottano le sanzioni contro la Russia. “All’inizio è stata una sorpresa ma adesso ci siamo abituati”, ha detto. “Alcune dichiarazioni di politici italiani e della stampa italiana – ha aggiunto – sono andate oltre le buone norme diplomatiche e quelle dell’etica giornalistica”. Intanto nelle scorse ore la Danimarca ha denunciato la violazione del suo spazio aereo da parte di un aereo russo. Un annuncio simile era arrivato poche ore prima dalla Svezia. “È del tutto inaccettabile e particolarmente preoccupante nella situazione attuale”, ha affermato il ministro degli esteri danese, Jeppe Kofod, in un tweet. Copenaghen, quindi, ha deciso di convocare per oggi l’ambasciatore russo.
(ITALPRESS).









