ROMA (ITALPRESS) – E’ di almeno 49 morti e oltre 200 feriti il bilancio di un attacco missilistico russo che ha preso di mira la città di Poltava, nell’Ucraina centrale. “Ho ricevuto i primi resoconti sull’attacco russo a Poltava – afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video sui social -. Secondo le informazioni disponibili, due missili balistici hanno colpito la zona. Hanno preso di mira un istituto scolastico e un ospedale vicino, distruggendo parzialmente uno degli edifici dell’istituto di telecomunicazioni. Le persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Sfortunatamente, ci sono molte vittime. Le mie più sentite condoglianze a tutti i loro parenti e cari. Ho ordinato un’indagine completa e tempestiva su tutte le circostanze di quanto accaduto”.
“Tutti i servizi necessari sono coinvolti nell’operazione di salvataggio – aggiunge -. Ringrazio tutti coloro che hanno aiutato e salvato vite fin dai primi istanti successivi all’attacco. La Russia pagherà sicuramente per questo attacco. Continuiamo a esortare chiunque nel mondo abbia il potere di fermare questo terrore: l’Ucraina ha bisogno di sistemi di difesa aerea e missili ora, non di depositi. Attacchi a lungo raggio che possano proteggerci dal terrore russo sono necessari ora, non più tardi. Ogni giorno di ritardo, purtroppo, significa più vite perse. Eterna memoria a tutti coloro la cui vita è stata tolta dalla Russia”.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Missili russi su Poltava, Zelensky “Colpiti una scuola e un ospedale”
Papa Francesco arrivato in Indonesia, prima tappa viaggio apostolico
ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco è atterrato in Indonesia, nella prima tappa del suo viaggio in Asia e Oceania.
Ad accoglierlo all’aeroporto di Giacarta il ministro indonesiano per gli Affari religiosi. Poi, il trasferimento del Pontefice alla Nunziatura apostolica per incontrare un gruppo di poveri, senzatetto e profughi assistiti dalla comunità di Sant’Egidio e dai servizi dei seguiti per i rifugiati.
Nel suo viaggio apostolico il Santo Padre dopo l’Indonesia, si recherà in Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. Una visita di 12 giorni, coprendo una distanza di 32.814, per uno dei viaggi papali più lunghi di sempre.
– foto Ipa –
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La piccola intervista a Harris in attesa del super show con Trump
di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Più che quelle di un’intervista condotta da una giornalista alla candidata per l’incarico di governo più importante del pianeta, sembravano le domande di una buona maestra all’alunna del cuore che non deve sfigurare. Così, l’esperta reporter Dana Bash della CNN, in altre occasioni un “mastino” che non molla la presa, con la vicepresidente Kamala Harris, che aveva accanto il governatore del Minnesota Tim Walz, ha sfoderato tanta benevola pazienza. Con tatto sono arrivati anche i “follow up” non per imbarazzare ma aiutare l’intervistata sulle risposte barcollanti.
Più che prevedibile che sulla CNN il ticket democratico speranzoso di tenere lontano dalla Casa Bianca lo “spauracchio” Trump-Vance, avrebbe giocato in “casa”, come del resto si era già visto in certe pseudo interviste di Trump su Fox. Ma allora perché dare tutta questa attenzione mediatica a un’intervista ad Harris con spruzzatina di Walz, che andava in onda in differita dopo 7 ore dalla registrazione? Tutto il demerito va al loro acerrimo avversario per la Casa Bianca! E’ stato proprio Trump ad avere creato l’attesa per il non evento, lamentandosi ogni giorno che la vicepresidente di Biden non aveva, da quando si era candidata alla presidenza, ancora rilasciato un’ intervista; tacciandola di aver paura delle domande perché incapace di spiegare i suoi programmi politici e perché timorosa di svelare il suo “marxismo” e “bidenismo”.
Così un’intervista a Harris registrata e condotta alla “volemose bene”, grazie a Trump, ha creato tra gli americani l’attenzione che altrimenti non avrebbe mai potuto ottenere: Kamala e Tim ringraziano Donald.
Passando all’analisi dell’intervistina (durata 25 minuti): ha dato maggiori indicazioni su cosa vorrà fare Harris se diventerà, prima donna, 47esimo presidente degli USA? ‘Credo che il popolo americano meriti una nuova strada da seguire’, ha affermato la candidata democratica, promettendo di ‘voltare pagina sull’ultimo decennio”. Quindi dimenticare anche Joe Biden, che con lei da vice, ha governato gli USA negli ultimi quattro anni? Affatto. Anzi, nel passaggio dell’intervista dove Harris è stata più brillante (e dove ci è apparsa più convinta) ha sostenuto la politica e i risultati economici dell’amministrazione Biden, parlando dei grandi investimenti che la Casa Bianca ha garantito per la produzione nazionale e le infrastrutture, citando anche successi come l’abbassamento dei costi dei farmaci: “È un buon lavoro’, ha ribadito la vicepresidente su ciò che è stato fatto dal suo boss, ma concedendo che ‘c’è ancora molto da fare’.
Con quel “voltare pagina sull’ultimo decennio”, a cosa si riferiva Kamala? Lo aveva già detto nel suo discorso a Chicago, e lo ha ripetuto nell’intervista, riferendosi a ‘un’era’ che era stata ‘contraria a dove risiede realmente lo spirito del nostro paese”. Cioè quella carica di ostilità e di odio divisivo tra gli americani che per Harris è stata creata dieci anni fa da Donald Trump.
Harris ha sostenuto che la grande differenza tra i democratici che hanno scelto la sua leadership e i repubblicani di Trump stia proprio nell’interpretazione di ruolo e funzioni del leader. Per i seguaci di Trump, il leader serve “a buttare giù gli altri”, mentre per chi ha scelto lei, il leader americano è colui/lei che invece “aiuta gli altri a tirarsi sù”.
Quando le è stato chiesto da Bash cosa avrebbe fatto il primo giorno alla Casa Bianca, Harris è stata vaga su piani specifici, parlando in generale di promuovere un’“economia delle opportunità” che rafforzasse la classe media e riducesse i costi, ma senza specificare decisioni esecutive o altre azioni immediate. Come aveva già detto alla Convention di Chicago, ha ribadito la volontà di ripristinare il credito d’imposta di 6.000 dollari ai genitori nel primo anno di vita di un figlio e creare un credito sulle tasse di 25.000 dollari a favore degli americani che acquistano la casa per la prima volta, ovviamente Congresso permettendo…
Quando Bash ha chiesto ad Harris sullo stato mentale e fisico del presidente Biden, di cui lei aveva garantito anche dopo il disastroso dibattito con Trump di fine giugno, Kamala ha rincarato la dose della sua stima per l’uomo che l’ha fatta diventare vice presidente: ‘Ha l’intelligenza, l’impegno e il giudizio, la disposizione che penso il popolo americano si meriti nel suo presidente”. Aggiungendo subito dopo, riferendosi a Trump: ‘Al contrario, l’ex presidente non ha nulla di tutto ciò’.
Quando le è stata mostrata una foto della convention diventata virale, in cui si vede la nipotina di spalle che la guarda pronunciare il discorso finale sul palco, sottolineando l’evento storico per tutte le donne americane se lei entrasse da presidente alla Casa Bianca, Harris ha sorriso ma poi ha rilanciato: ‘Mi candido perché credo di essere la persona migliore per fare questo lavoro in questo momento per tutti gli americani, indipendentemente da razza e genere’, ha detto convinta, e anche qui la vicepresidente è sembrata ben utilizzare l’assist servito dalla giornalista della CNN.
E Walz? A lui è toccata la domanda più tosta della serata, quando Bash gli ha chiesto spiegazioni sul perché avesse esagerato il suo servizio militare (facendo credere di essere stato in combattimento). Il governatore del Minnesota è stato elusivo, ha parlato di armi e violenza negli USA in maniera un po’ confusa e alla fine ha concluso che non intendeva suggerire di essere mai andato in combattimento.
A proposito di conflitti armati, a Harris è stato chiesto del fallimento finora da parte del presidente Biden nel far cessare il fuoco ad Israele nella sua guerra punitiva contro tutti i palestinesi di Gaza dopo l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas. Qui Harris, alla domanda se lei da presidente avesse in mente di fare qualcosa di diverso da Biden, per far finire i bombardamenti israeliani, per esempio bloccando la fornitura di armi verso Israele, la vicepresidente non ha fatto una piega: ha in sostanza difeso l’operato della sua amministrazione dando la risposta che aveva già fornito alla Convention: gli USA garantiranno sempre il diritto di Israele a difendersi, ma ora si deve ottenere il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi… L’intervista è avvenuta a Savannah, in Georgia, dove Harris e Walz stanno girando col bus della campagna, in uno di quei stati “dondolanti”, che si prevede verrà assegnato al vincitore solo per poche migliaia di voti.
Trump intanto era in un altro di questi stati in bilico, nel Wisconsin. La sua campagna elettorale, in una dichiarazione diffusa alla fine della trasmissione, ha criticato così l’intervista: ‘Kamala ha parlato per poco più di 16 minuti e non ha nemmeno affrontato la crisi della criminalità in questa nazione. Ha trascorso solo tre minuti e 25 secondi a parlare di economia e due minuti e 36 secondi a parlare di immigrazione”.
Harris, durante un comizio nello stesso giorno in Georgia, ha ricambiato, dicendo che Trump rappresentava un ‘attacco totale alle libertà e ai diritti duramente conquistati’.
I supporter di Harris hanno iniziato a intonare cori di “We’re not going back,” (Non torneremo indietro), ormai dalla Convention di Chicago diventato lo slogan preferito ai suoi comizi. Cioè la risposta al MAGA trumpiano, quel “Make America Great Again” che indica invece il desiderio di certi elettori e la “promessa” del loro leader a far tornare indietro gli Stati Uniti, a quando, secondo chi vota Trump, si viveva meglio, più sicuri e più liberi.
Gli ultimi sondaggi dicono che i “sempre avanti” di Kamala sarebbero – anche se di poco – passati in testa sui “MAGA” di Trump. Come sta cercando di recuperare l’ex presidente? Con attacchi sessisti contro l’avversaria di cui uno in particolare, Trump ha ripostato nel suo Truth Social riprendendolo da un supporter su X. Nel post, l’immagine di Kamala Harris e Hillary Clinton con l’incredibile testo: “È divertente come i pompini abbiano avuto un impatto diverso sulle loro carriere”. Un riferimento cioè al marito di Hillary, l’ex presidente Bill Clinton, coinvolto nello scandalo con la stagista Monica Lewinsky, insieme al pettegolezzo trumpiano secondo cui la relazione romantica che Harris ebbe con Willie Brown, l’ex sindaco di San Francisco, alla metà degli anni ’90 quando era presidente dell’Assemblea dello Stato della California, avrebbe favorito la sua ascesa politica.
La bassezza di questi attacchi è direttamente proporzionale al nervosismo di Trump, che potrebbe presto trasformarsi in panico, per aver perduto, appena un mese fa, il suo candidato preferito e più anziano di lui. Adesso a sfidarlo è invece una donna, ex procuratrice, poi senatrice e ora vicepresidente. Trump, che ora è il più anziano candidato della storia USA e che ha già battuto ogni record di partecipazione nei dibattiti nelle presidenziali, dovrà il dieci settembre affrontare in tv sulla ABC, cioè “fuori casa”, la classe 1964 Kamala Harris. Questo sì che sarà uno spettacolo assolutamente imperdibile.
– foto Ipa –
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Kamala Harris “Ora bisogna voltare pagina”
WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Nel mio primo giorno alla Casa Bianca le priorità saranno sostenere e rafforzare la classe media, sviluppare un’economia delle opportunità, investire nel business, nella catena di approvvigionamento, nelle famiglie”. Così, Kamala Harris alla Cnn, nella sua prima intervista televisiva dalla nomination alla Casa Bianca.
Harris afferma che si candida presidente “per tutti gli americani”, con l’intenzione di “voltare pagina” e trovare “un nuovo modo di procedere” dopo la polarizzazione politica accentuata da Donald Trump. A questo proposito afferma di nominare un repubblicano nel suo governo, come hanno fatto altri presidenti in passato, spiegando di non avere al momento un nome particolare in mente: “Abbiamo ancora 68 giorni prima delle elezioni, quindi non voglio mettere il carro avanti ai buoi, ma lo farò”.
“Sarò incrollabile nel mio impegno per la difesa di Israele”, ma dobbiamo raggiungere un accordo – sottolinea -. Troppi palestinesi innocenti sono stati uccisi, dobbiamo avere l’accordo ora, questa guerra deve finire”, aggiunge sottolineando anche il suo impegno per la soluzione dei due Stati per dare ai palestinesi “sicurezza, autodeterminazione e dignità”.
Per l’accusa a Donald Trump di avere bloccato un accordo dipartisan per rafforzare la sicurezza al confine: “Occorre applicare le leggi sulle persone che attraversano illegalmente la nostra frontiera”.
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Guterres “Chiedo la fine immediata delle operazioni in Cisgiordania”
ROMA (ITALPRESS) – “Gli ultimi sviluppi nella Cisgiordania occupata, compreso il lancio di operazioni militari su larga scala da parte di Israele, sono profondamente preoccupanti. Condanno fermamente la perdita di vite umane, anche di bambini, e chiedo l’immediata cessazione di queste operazioni”. Così, in un post su X, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
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Medio Oriente, dieci morti in raid israeliano in Cisgiordania
ROMA (ITALPRESS) – Sono 10 le persone che sono state uccise nei combattimenti avvenuti nei campi profughi vicino a Jenin e Tubas nella Cisgiordania settentrionale. Gli scontri sono avvenuti in quanto le forze israeliane sono impegnate in raid antiterrorismo su larga scala in tutto il territorio. Il ministero della Salute palestinese afferma che tre persone sono state uccise in un attacco con drone israeliano vicino a Jenin. I resoconti dei media locali indicano che le forze israeliane stanno operando anche altrove nella Cisgiordania, tra cui vicino a Ramallah, Qalqilya e Tulkarem nella Cisgiordania centrale. Le dichiarazioni delle sezioni dell’ala armata di Hamas a Jenin e Tulkarem riportate dai media palestinesi affermano che stanno impegnando le truppe israeliane in pesanti scontri a fuoco.
Il ministero della Salute dell’Autorità Nazionale Palestinese stima il numero delle vittime nei raid israeliani nella Cisgiordania settentrionale a 9, riducendo il conteggio di 10 morti riportato in precedenza dalla Mezzaluna Rossa Palestinese. Sette persone sono state uccise questa mattina a Tubas e altre due a Jenin, afferma il ministero. Il governatore di Jenin, Kamal Abu al-Rub, afferma alla radio palestinese che le forze israeliane hanno circondato la città, bloccando i punti di uscita e di entrata e l’accesso agli ospedali e distruggendo le infrastrutture nel campo. L’esercito sostiene di aver avviato un importante raid antiterrorismo, in seguito a un fallito attentato a Tel Aviv all’inizio di questo mese.
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Ucraina, Zelensky “Positivo test primo missile balistico”
KIEV (ITALPRESS) – “C’è stato un test positivo del primo missile balistico ucraino. E per questo mi congratulo con il nostro complesso industriale-difensivo”. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo quanto riferisce RBC-Ucraina. Zelensky ha detto che non poteva rivelare dettagli sul missile.
“Ho pensato che fosse troppo presto per parlarne. Ma volevo che la società valutasse le persone che lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, nelle imprese della difesa”, ha detto.
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Medio oriente, parte la rappresaglia di Hezbollah. Israele risponde
ROMA (ITALPRESS) – Nella notte Hezbollah ha lanciato la sua rappresaglia nei confronti di Israele, lanciando centinaia di razzi e droni esplosivi, in risposta all’uccisione del comandante militare del gruppo terroristico, Fuad Shukr, del luglio scorso. L’esercito israeliano ha poi risposto, colpendo centinaia di obiettivi. La milizia sciita ha detto di aver lanciato droni esplosivi contro Israele, prendendo di mira siti militari, sottolineando di avere lanciato più di 320 razzi verso il nord di Israele nelle ultime ore, insieme a diversi droni carichi di esplosivo, e di avere preso di mira 11 basi militari. Il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha spiegato poi che l’esercito ha colpito le postazioni di Hezbollah in Libano da cui partono i razzi contro Israele. “Stiamo rimuovendo le minacce al fronte interno israeliano. Decine di aerei stanno ora attaccando obiettivi in diverse aree del Libano meridionale. Hezbollah sta lanciando razzi e droni contro Israele. I nostri sistemi di difesa aerea, le navi della Marina e gli aerei dell’Aeronautica stanno proteggendo i cieli del Paese, identificando e intercettando le minacce e colpendo ovunque in Libano, dove è necessario rimuovere le minacce e colpire Hezbollah” ha detto. Secondo Al Jazeera, prima di lanciare l’offensiva contro gli Hezbollah, l’esercito israeliano aveva lanciato raid aerei sulla Striscia uccidendo oltre 70 persone. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato lo stato di emergenza in Israele per le prossime 48 ore. Infine, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Sean Savett, ha dichiarato che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta “monitorando attentamente gli eventi in Israele e Libano”. (ITALPRESS).
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