Home Esteri Pagina 175

Esteri

Negli Usa esplode rabbia per morte George Floyd, proteste e scontri

0

Da Detroit a Washington, da Oakland a Minneapolis si registrano scontri e proteste per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso da un agente durante un fermo. La situazione negli Usa sembra fuori controllo, tanto che il Pentagono ha messo in allerta la Polizia militare.

Soprattutto a Minneapolis, dove per la quarta notte consecutiva sono stati registrati roghi e violenze. La polizia ha risposto ai disordini dopo che è stato ingnorato il coprifuoco delle 20.

Una pompa di benzina ed un ufficio postale sono stati dati alle fiamme, migliaia di persone hanno continuato a inondare le strade del centro incendiando ad auto e cassonetti. Ed il governatore ha annunciato il dispiegamento di altri 1.700 uomini della Guardia nazionale.

Ed intanto, un agente del Servizio di protezione federale di Oaklanda, in California, è stato ucciso e un altro è rimasto ferito a colpi d’arma da fuoco nelle proteste, come riporta la Cnn.
(ITALPRESS).

Migranti, Malta smentisce Alarm Phone “Nessun respingimento”

0

Il governo maltese sta contestando i report e i video dell’organizzazione non governativa Alarm Phone, secondo cui nel fine settimana di Pasqua le forze armate de La Valletta hanno fornito supporto a un gruppo di migranti per raggiungere le coste italiane, invece di salvarli. Secondo Alarm Phone, le forze armate di Malta prima hanno minacciato i migranti che erano nella zona di ricerca e salvataggio maltese di riportarli in Libia, poi hanno dato a loro benzina e un motore per prendere la via verso l’Italia. Il governo maltese e il ministro dell’Interno non hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche. Secondo la ONG, diversi migranti in difficoltà sono stati lasciati morire, morire di fame o annegare mentre erano seguiti da vicino dalle autorità maltesi e dall’agenzia europea Frontex. Tra il 10 e il 13 aprile 2020 quattro imbarcazioni cariche di migranti avevano chiesto l’assistenza. Una barca con 47 persone a bordo è stata lasciata alla deriva nella zona di ricerca e soccorso maltese per diversi giorni. Solo con l’intervento della ONG Aita Mari, i migranti sono stati salvati il 13 aprile.

Una seconda barca con 77 migranti a bordo è arrivata autonomamente a Portopalo di Capopassero, in Sicilia, il 13 aprile. Una terza imbarcazione con 63 migranti a bordo sarebbe stata respinta illegalmente in Libia il 14/15 aprile. Alarm Phone ha riferito che 12 migranti sono morti. Una quarta barca con 101 migranti a bordo ha raggiunto Pozzallo, in Sicilia, il 12 aprile. I migranti in difficoltà avevano riferito che c’erano 85 persone a bordo quando hanno contattato Alarm Phone. Per quanto riguarda la quarta barca, la ONG ha affermato che molti si chiedevano come un gommone fragile, sovraffollato e insicuro fosse stato in grado di navigare per circa 500 chilometri da Zliten, in Libia, fino a Pozzallo. Ma secondo i sopravvissuti erano state le forze armate di Malta che hanno facilitato l’arrivo del gommone in Italia. Alcune settimane dopo il loro arrivo in Italia, il 3 maggio, alcuni dei 101 sopravvissuti hanno ricontattato Alarm Phone per dare la loro versione dei fatti. I filmati e le testimonianze sollevano gravi dubbi sul comportamento delle forze armate di Malta. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, le Forze armate maltesi hanno fornito carburante, un motore e le coordinate GPS e hanno fornito istruzioni per prendere la rotta verso l’Italia. Nel frattempo, il ministro dell’Interno italiano Luciana Lamorgese ha chiesto al governo maltese una spiegazione sulla vicenda. “Ho visto i filmati e l’ho immediatamente inviato al ministro degli interni maltese. Mi sembra assurdo che questo paese sia coinvolto in una situazione del genere. Il ministro maltese mi ha detto che le cose non erano esattamente come mostrati nel filmato. Ho segnalato la questione alla Commissione europea”, ha detto Lamorgese domenica a “Che tempo che fa”.

Nei giorni scorsi, circa 300 migranti sono stati salvati dalle autorità maltesi, ma non è stato concesso loro il permesso di sbarcare. I migranti sono a bordo di navi da crociera fuori dalle acque territoriali maltesi. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) hanno invitato Malta e gli altri Stati europei ad accelerare gli sforzi per portare in salvo i migranti. Il primo ministro maltese Robert Abela ha detto all’Unione europea che, poiché l’aeroporto di Malta e i porti sono chiusi ai turisti, le autorità non apriranno i porti ai migranti. Il governo maltese manterrà i migranti salvati al di fuori dalle acque territoriali fino a quando non verrà raggiunto un accordo sulla ricollocazione in altri paesi europei. Un gruppo di 19 migranti è stato comunque portato a Malta per motivi umanitari. Il gruppo comprendeva bambini con i rispettivi genitori e donne in gravidanza. Intanto, il ministro degli Esteri maltese, Evarist Bartolo, ha affermato che nei centri per i migranti a Malta c’è il doppio del numero di persone che dovrebbero contenere: “Vogliamo proteggere i diritti delle persone, ma siamo lasciati soli. Le parole non bastano, abbiamo bisogno di aiuto pratico”. Secondo Bartolo, solo l’8% degli arrivi di migranti è stato distribuito nell’UE nel corso degli anni. Su 1.500 migranti quest’anno, solo la Francia e il Portogallo si sono impegnati a prendere i migranti, e appena 36 migranti. Intanto Alarm Phone ha perso i contatti con un’altra barca che trasportava 78 migranti. Tra questi due donne e quattro bambini. Secondo l’ong l’imbarcazione si trova nella zona di ricerca e salvataggio maltese e le autorità maltesi hanno rifiutano di fornire ulteriori informazioni.

(ITALPRESS/MNA)

Da Merkel e Macron primo sì al Recovery Fund

0

C’è l’accordo sul Recovery Fund. Lo hanno annunciato il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel confermando che il motore dell’Unione europea restano Berlino e Parigi. Nessuno degli altri partner, infatti, ha la forza politica e un sistema di alleanze talmente forte da potersi opporre ad una decisione presa dalle due nazioni più forti. Tanto meno adesso che non c’è più la Gran Bretagna. L’importo dell’emissione è di 500 miliardi, quindi ben lontano dai 1000-1500 di cui si era parlato al momento della presentazione della proposta. Tuttavia è importante il dato politico visto che si tratta dell’approssimazione più vicina agli Eurobond che la Germania, finora, ha sempre ostacolato. I titoli infatti, saranno emessi dalla Commissione e il rimborso graverà sul bilancio comunitario che, è bene ricordarlo, viene alimentato in larghissima parte dai singoli Paesi. Le entrate proprie della commissione infatti sono abbastanza modeste visto che insistono sull’Iva e sulla tariffe all’importazione. Tuttavia non manca il salto di qualità perché i Paesi che riceveranno i fondi non dovranno restituirli.
L’obiettivo – si legge nel comunicato congiunto dei due Paesi – è “sostenere una ripresa sostenibile che ripristini e rafforzi la crescita nella Ue”. “L’obiettivo è far sì che l’Europa esca dalla crisi con una coesione rafforzata e solidale”, ha ribadito Merkel. “La Francia e la Germania si posizionano a favore della solidarietà” europea con una proposta “coraggiosa”. Nella dichiarazione finale Angela Merkel insiste molto sul fatto che il debito graverà sul bilancio della Commissione sorvolando sul fatto che ad alimentarlo sono i contribuenti di tutta Europa. “E il bilancio dell’Ue” la risposta giusta per reperire le risorse di un recovery fund, dice la cancelliera tedesca. Per quanto riguarda la collaborazione franco-tedesca, anche in prospettiva “continueremo a collaborare in modo molto stretto, per esempio nella digitalizzazione, per investimenti nel green deal, per sviluppare una nuova dinamica per il futuro”. Ma quella di oggi è una “risposta immediata”, mentre “le risposte più lunghe vanno discusse”, annunciando che “ci potranno essere cambiamenti dei trattati Ue”. La Germania e la Francia “si impegnano per l’idea europea”, spiega ancora la cancelliera. In mattinata a quanto pare c’era stato uno scambio di sms con cui il presidente francese e la cancelliera tedesca annunciavano al presidente Conte il contenuto dell’accordo.

Nel pomeriggio fonti di Palazzo Chigi giudicano positivamente l’accordo senza nascondere un po’ di delusione per l’ammontare del prestito. La proposta sul recovery fund avanzata dall’asse Merkel-Macron “rivela uno sforzo da parte tedesca che merita di essere rimarcato ma che si confida possa essere ulteriormente migliorato nelle prossime settimane. Per l’Italia, questo, rappresenta appunto un punto di partenza che non deve essere rivisto al ribasso, ma semmai ampliato. La Commissione europea potrà senz’altro trarne beneficio in vista della sua proposta, che da parte italiana si auspica sia ancora più ambiziosa in termini finanziari”.

“La proposta franco-tedesca (500 miliardi a fondo perduto) – scrive in serata il premier Giuseppe Conte su twitter – è un primo passo importante nella direzione auspicata dall’Italia. Ma per superare la crisi e aiutare imprese e famiglie serve ampliare il #RecoveryFund. Fiduciosi in una proposta ambiziosa da parte della @EU_Commission”.
(ITALPRESS).

Che tristezza se il vaccino non è per tutti

0

Libertè, egalitè, fraternitè. Erano stati i francesi, più di due secoli fa, i padri del marketing dei valori dell’Occidente moderno. Sulla fratellanza e soprattutto sulla libertà, specie in epoca Covid, si potrebbe discutere molto. Ma l’uguaglianza, con il virus, è andata davvero in rianimazione etica. L’oggetto della discordia è questo, è l’ennesimo annuncio ambiguo della nostra epoca malata di enunciazione perpetua. La multinazionale francese del farmaco, Sanofi, sta lavorando intensamente a un vaccino contro il coronavirus. Ma in caso di successo, il prodotto andrà prima gli americani. Uno schiaffo pubblico alla grandeur francese e a quello che rimane dell’orgoglio europeo. Motivo? I soldi ce li hanno messi gli americani e a loro spetta dunque di diritto, se non altro economico, il frutto del successo. Dopo una giornata di dichiarazioni e contro-dichiarazioni, tra l’arrabbiatura del Presidente Macron e le parziali rassicurazioni dei manager della Sanofi, le cose sono rimaste come prima. Ci vorranno, serrando i tempi, 18-24 mesi per un vaccino, e quando sarà pronto sarà ovviamente sul mercato per tutti con la priorità, beninteso, dei cittadini americani. Non solo perché negli States le procedure per le convalide mediche e la produzione industriale sono più veloci, ma perché i primi 30 milioni di dollari li ha messi la BARDA, ente pubblico americano che sta per Biomedical Advanced Research and Developmnet Authority. Qualcuno ha provato a metterla in politica facendo passare l’annuncio della multinazionale francese come una provocazione alle autorità europee, troppo lente, macchinose e avare in tema di Covid. La risposta arriva dall’EMA, che pensa di trovare il vaccino prima, entro un anno, mentre la Commissione di Bruxelles è pronta a un fondo da 2,4 miliardi per sostenere la ricerca nel continente. Comunque vadano a finire le cose, una riflessione su tutte deve essere chiara. Il diritto alla salute, in base al quale le democrazie occidentali hanno fatto e stanno facendo l’impensabile, cioè sospendere le nostre libertà fondamentali, è una chimera, inteso come diritto universale ugualitario. Chi più paga, più ha e prima degli altri. Neanche dopo lo shock dell’11 settembre si era riusciti a piegare così velocemente i nostri diritti, lavoro, privacy, istruzione, movimento, relazioni. Lo si è fatto, e tutti ci siamo stati, sulla base di regole date da comitati tecnici che hanno esautorato Parlamenti e liturgie varie del dialogo politico. Lo abbiamo fatto perché ci sembrava prioritario salvare le vite umane, la nostra e quella degli altri. La scoperta di un vaccino e la sua produzione e accessibilità su scala mondiale metterebbero fine a questo tsunami che ha sconvolto le nostre abitudini e le nostre economie. Sarebbe per diritto, una cosa per tutti, per il bene di tutti. Al di là di chi paga. Difficile trovare nella storia pandemie che non abbiano esasperato le disuguaglianze sociali, ma che tristezza vedere coinvolti nel meccanismo i paesi, America e Francia, che nel XVIII secolo ci hanno dato le Carte della nostra modernità.

Claudio Brachino

Coronavirus, noto chirurgo muore a Malta

0

Sesta vittima per il Covid-19 a Malta. Si tratta del 53enne Aaron Casha, noto chirurgo e accademico del Paese. La diagnosi di coronavirus per l’uomo era arrivata il 9 maggio scorso, soffriva di altre patologie. Era ricoverato presso l’ospedale Mater Dei.
Casha era specializzato in malattie cardiache. Sui social media tantissimi i messaggi di cordoglio.
Nelle ultime 48 ore a Malta sono stati registrati sei nuovi casi di Covid-19. In totale sono stati finora 508, quelli attivi sono 66.
(ITALPRESS/MNA).

Silvia Romano è stata liberata

0

“Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia!”. Lo scrive su twitter il premier Giuseppe Conte. La cooperante italiana era stata sequestrata nel novembre scorso nel villaggio di Chakama in Kenya. La cooperante italiana era stata sequestrata nel novembre 2018 nel villaggio di Chakama in Kenya.
(ITALPRESS).

Corte Ue a Germania “Il diritto comunitario nostra competenza”

0

La direzione della Comunicazione della Corte di giustizia dell’Unione europea ha ricevuto numerose domande riguardanti la sentenza emessa dalla Corte costituzionale tedesca del 5 maggio 2020 sul programma PSPP della Banca centrale europea (BCE).
“I servizi dell’istituzione non commentano mai una sentenza di un organo giurisdizionale nazionale – si legge in una nota -. In linea generale, si ricorda che, in base a una giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia, una sentenza pronunciata in via pregiudiziale da questa Corte vincola il giudice nazionale per la soluzione della controversia dinanzi ad esso pendente. Per garantire un’applicazione uniforme del diritto dell’Unione, solo la Corte di giustizia, istituita a tal fine dagli Stati membri, è competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’Unione è contrario al diritto dell’Unione”.
“Eventuali divergenze tra i giudici degli Stati membri in merito alla validità di atti del genere potrebbero compromettere infatti l’unità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e pregiudicare la certezza del diritto. Al pari di altre autorità degli Stati membri, i giudici nazionali sono obbligati a garantire la piena efficacia del diritto dell’Unione – conclude la Corte di Giustizia -. Solo in questo modo può essere garantita l’uguaglianza degli Stati membri nell’Unione da essi creata. L’istituzione si asterrà da qualsiasi altra comunicazione a questo proposito”.
(ITALPRESS).

Corte Suprema tedesca “Bce giustifichi il Quantitative Easing”

La Banca Centrale Europea può continuare gli acquisti di titoli, ma dovrà giustificare le sue politiche entro tre mesi. Questa la decisione della Corte Suprema della Germania, secondo quanto riporta Bloomberg.
Il nuovo programma di acquisto di emergenza pandemica da 750 miliardi di euro, messo a punto per la crisi del coronavirus, è stato esplicitamente escluso dalla sentenza.
In una sentenza approvata con 7 voti favorevoli e 1 contrario, i giudici hanno affermato che il programma di Quantitative Easing non è supportato dai trattati dell’Unione Europea, e le autorità tedesche avrebbero agito quindi in modo incostituzionale, non contestando il piano da 2,7 trilioni di euro.
(ITALPRESS).