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LONDRA DICE ADDIO ALLA UE

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La Gran Bretagna non fa più parte dell’Unione Europea e la folla brexiteer riunita a Westminster Square, allo scoccare della mezzanotte in Italia (le 23 a Londra), è esplosa in un boato di giubilo, nel canto dell’inno nazionale, tra fuochi d’artificio, slogan e una marea di Union Jack a sventolare sotto il cielo della capitale londinese. Il passaggio epocale è stato segnato dal conto alla rovescia proiettato sulla facciata di Downing Street sullo sfondo dei colori del vessillo britannico.

“L’alba di una nuova era – l’ha definita il premier britannico Boris Johnson, nel discorso alla nazione -. Per molti la Brexit è una meravigliosa speranza, altri avvertono un senso di ansietà. Un terzo gruppo, il più grande forse, è sollevato per la fine della lotta politica”. “La strada della Ue – ha aggiunto – si è evoluta negli ultimi 50 anni in una direzione che non si addice più al Regno Unito. Ora restituiremo sovranità al Paese sul controllo dell’immigrazione, commerci, legislazione. Una scelta che il popolo ha confermato per due volte”.
(ITALPRESS).

DI MAIO “TREGUA ANCORA FRAGILE IN LIBIA”

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“Attualmente sul terreno la situazione vede una tregua fragile. Le due parti mantengono le posizioni, ma allo stesso tempo abbiamo delle violazioni. Alcune sono drammatiche, come il bombardamento di una scuola e la morte di 4 bambini, altre che non hanno prodotto effetti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel corso di un’audizione nelle Commissioni III e IV del Senato a proposito della crisi libica.
“I centri di detenzione libici vanno chiusi, ma bisogna anche investire sui rimpatri volontari e creare dei centri di accoglienza lì sotto l’egida delle Nazioni Uniti”, ha sottolineato il ministro.
“Oggi sono 700 mila i migranti provenienti da altri stati africani in Libia, circa 3mila sono nei centri di detenzione – ha aggiunto -. Questi, non tutti sono intenzionati a venire in Europa”.
“La stabilizzazione della Libia è un nostro interesse nazionale: per la minaccia terroristica, per il problema migratorio e per la questione energetica”, ha detto ancora Di Maio, per il quale “l’Europa deve mettere in campo una vera missione che faccia rispettare l’embargo delle armi, via mare, via aerea e via terra. Noi abbiamo detto ai nostri partner europei che qualsiasi mare si mette in mare per monitorare l’embargo, se chiamata a salvare dei migranti in mare, questi non possono essere solo a carico dell’Italia. Serve una rotazione dei porti e una ridistribuzione e lo stiamo facendo ben presente”. “Non basta una missione navale o la riproposizione della missione Sophia – ha aggiunto -, serve un serio monitoraggio aereo e dei sistemi di controllo a terra per non far entrare armi in Libia”.
(ITALPRESS).

BREXIT, GLI EURODEPUTATI SALUTANO IL REGNO UNITO

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“Dirsi addio è troppo impegnativo e definitivo. È per questo che dico solo arrivederci”. Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, dopo l’approvazione della plenaria sull’accordo Brexit. Con una larga maggioranza – 621 favorevoli, 49 contrari e 13 astenuti – il Parlamento europeo ha approvato oggi l’accordo conclusivo di recesso del Regno Unito, che era già stato approvato a sua volta dalla Commissione affari costituzionali la settimana scorsa. Domani, 30 gennaio, il Consiglio europeo con una procedura scritta darà il via libera alla separazione, con un voto a maggioranza qualificata, e dal 31 gennaio la bandiera britannica verrà rimossa dalle sedi istituzionali europee. Nel prossimo futuro si aprirà, quindi, la fase dei negoziati sulle relazioni future. “Dovremo essere intensamente impegnati per tutelare gli interessi dei cittadini, delle imprese, per la sicurezza e del nostro mercato”, afferma Antonio Tajani, europarlamentare di Forza Italia. A fine voto gli eurodeputati si sono tenuti per mano e hanno intonato il “Valzer delle candele”, inno che invita a ricordare i vecchi amici e il tempo passato assieme. A festeggiare, invece, i britannici del Brexit Party guidati da Nigel Farrage, il quale stamattina asseriva che alla prossima crisi economica l’Italia avrebbe seguito le orme del regno Unito. Da parte loro, gli scozzesi hanno condannato il voto di oggi e hanno dichiarato che “la Scozia è una nazione europea”. Michel Barnier, capo negoziatore Ue per la Brexit, è intervenuto in plenaria sottolineando che in futuro si procederà con “lo stesso spirito senza aggressività ma difendendo gli interessi dell’Unione e seguendo principi ricordati da presidente von der Leyen”.
(ITALPRESS).

MEDIO ORIENTE, TRUMP LANCIA UN PIANO PER LA PACE

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“È l’accordo del secolo”. Così Donald Trump ha presentato il piano della sua amministrazione per la crisi in Medio Oriente e la soluzione del conflitto israelo-palestinese, annunciato oggi. Secondo quanto illustrato dal presidente americano, in una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il piano si basa sulla creazione di uno Stato della Palestina che abbia la sua capitale a Gerusalemme est e una rivisitazione dei confini che permetterà a Israele di vedere riconosciuta la sua sovranità su quasi tutto il territorio della Cisgiordania. Il presidente Usa lo ha presentato nella mattinata americana di martedì, dopo una due giorni di incontri a Washington con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e, ieri, con il leader del partito israeliano “Blue and White”, Benny Gantz, principale avversario politico di Netanyahu alle elezioni del prossimo 2 marzo.
“Oggi Israele compie un grande passo per il raggiungimento della pace”, ha detto Donald Trump durante la conferenza stampa definendo il piano “una proposta realistica in linea con la soluzione dei due Stati”, da sempre supportata dalla comunità internazionale e dalle Nazioni Unite, e che non comprometta “la sicurezza di Israele”. Trump ha parlato con Netanyahu al suo fianco e ha detto che, per far sì che questo piano funzioni, “non posso far altro che impegnarmi molto anche nei confronti della Palestina, altrimenti non sarebbe equo”.

Il presidente USA ha spiegato che il suo piano prevede un raddoppio dei territori palestinesi nella regione: “È una opportunità storica per loro per ottenere finalmente uno stato indipendente – ha detto Trump -. Questa potrebbe essere l’ultima opportunità a nostra disposizione”. “Mostreremo un piano che è stato elaborato da tutti e vedremo se prenderà piede o meno”, ha detto durante la conferenza stampa congiunta. “Se dovesse funzionare, sarebbe grandioso. Penso abbia una possibilità”.
Nel piano, redatto con la supervisione di Jared Kushner – senior adviser del presidente e marito della figlia di Trump, Ivanka – secondo quanto confermato da CNN, New York Post e New York Times, è inclusa anche l’offerta economica di 50 miliardi di dollari, proposta già lo scorso giugno dall’amministrazione Trump, per l’avvio di una serie di investimenti per risollevare l’economia in Palestina e nella striscia di Gaza.

Accordo che però la Palestina sembra aver già rifiutato. Nonostante Trump abbia ribadito che questo piano sia diverso dai tentativi del passato, la controparte palestinese ha rigettato il piano prima ancora di leggere i dettagli: “Qualsiasi tentativo di accordo che non definisca Israele uno Stato invasore dei nostri territori sarebbe una frode del secolo”, ha dichiarato in una nota ripresa da CNN.
Il premier di Israele Benjamin Netanyahu ha invece detto che il piano proposto è una buona base per l’inizio delle negoziazioni. Secondo quanto reso noto dal suo ufficio stampa, domani il premier volerà in Russia da Vladimir Putin per discutere della proposta dell’amministrazione Trump.
(ITALPRESS).

TERREMOTO IN TURCHIA, SI AGGRAVA BILANCIO VITTIME

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Si aggrava il bilancio delle vittime del terremoto di magnitudo 6.8 registrato nell’est della Turchia, nella provincia di Elazig. Sono ventuno le persone decedute e oltre 900 i feriti.

I maggiori danni nei pressi della città di Sivrice, dove si contano una trentina di dispersi che sarebbero sepolti sotto un edificio. I soccorritori scavano tra le macerie alla ricerca dei sopravvissuti.

A 12 ore dal sisma i soccorritori hanno estratto cinque persone vive dalle macerie, tra cui una donna incinta. Le ricerche di altri sopravvissuti continuano, riferisce l’agenzia governativa per la Protezione vicile.

“Siamo accanto al nostro popolo”, ha scritto su Twitter il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
(ITALPRESS).

DUELLO A DISTANZA TRUMP-THUNBERG SUL CLIMA

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Al summit del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, sono andate in scena due visioni opposte di mondo e di futuro. Da una parte, l’attivista svedese Greta Thunberg, ideatrice del movimento “Fridays for Future”. Dall’altra, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. I due non si sono incontrati di persona, ma hanno dialogato a distanza sul tema della sostenibilità ambientale e della lotta al cambiamento climatico, dopo le scaramucce su Twitter degli scorsi mesi.
“La nostra casa è ancora in fiamme, niente è stato fatto. Mi chiedo, in quale modo spiegherete ai vostri figli il vostro fallimento e quale scusa userete per averli lasciati da soli ad affrontare il caos del clima che voi stesso avete generato?”, ha detto in un durissimo intervento Greta Thunberg, durante il panel ospitato dal New York Times.
L’attivista svedese ha attaccato, dicendo che “la vostra inettitudine sta alimentando le fiamme ora dopo ora” ed evidenziando: “Parliamoci chiaramente. Noi non abbiamo bisogno di un’economia a basso tasso di emissioni di Co2. Le emissioni devono semplicemente essere fermate”.
Dall’altra parte Donald Trump, che è intervenuto poco dopo Greta in un panel diverso. Giunto a Davos durante il primo giorno del processo di Impeachment al Senato, dove a Washington deve difendersi dalle accuse di abuso di potere e ostruzione al Congresso nell’ambito dello scandalo Ucrainagate, Trump ha elogiato lo stato dell’economia negli Stati Uniti, sotto la sua presidenza.
“L’economia americana verteva in uno stato penoso, prima che la mia presidenza iniziasse. Le prospettive erano tetre secondo diversi economisti”, ha detto il presidente, in un intervento dove ha sottolineato il tasso di disoccupazione al 3,5%, ai minimi storici, e il numero di posti di lavoro in aumento da più di 100 mesi consecutivi. “Il sogno americano – ha spiegato il Presidente – è tornato forte e vigoroso come mai prima”.
Trump, che non è mai stato un sostenitore del movimento Fridays For Future e di Greta Thunberg, né della lotta al cambiamento climatico (gli USA sono usciti dall’accordo ONU sul clima, sotto la sua presidenza), ha attaccato gli ambientalisti: “Questo non è il momento del pessimismo sul clima”. Poi, però, ha moderato i toni annunciando che gli Stati Uniti parteciperanno all’iniziativa “1 miliardo di alberi contro il cambiamento climatico”, promosso a Davos.
(ITALPRESS).

LIBIA, A BERLINO SÌ A CESSATE IL FUOCO ED EMBARGO ARMI

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Via libera alla dichiarazione finale dai Paesi partecipanti alla Conferenza di Berlino sulla crisi libica che prevede, tra gli altri punti, il cessate il fuoco permanente, un embargo sulle armi, l’avvio di un processo politico per arrivare a un governo unico. Nella sede della Cancelleria federale tedesca presenti, tra gli altri, la padrona di casa Angela Merkel; il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e il suo inviato speciale in Libia, Ghassan Salamè; la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen; il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel; il presidente del Governo di Tripoli, Fayez al Serraj, e il generale Khalifa Haftar; il presidente turco Tayyip Erdogan; il presidente russo Vladimir Putin; il segretario di Stato americano, Mike Pompeo; il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio; il presidente Francese Emmanuel Macron; il premier inglese Boris Johnson.
Al termine di una mattinata ricca di bilaterali, la Conferenza di Berlino è partita tutta in salita dopo la chiusura del principale pozzo petrolifero del Paese e le parole di Al-Sarraj che ha criticato l’Unione europea sottolineando l’arrivo tardivo sul dossier libico. Pronta la replica del premier Giuseppe Conte prima del vertice: “L’Europa non è arrivata tardi, noi ci siamo sempre stati, siamo il paese più vicino alla Libia e il più interessato al dossier. Diciamo che nelle ultime fasi l’Ue sta maturando la grande convinzione che su questi dossier bisogna muoversi con la massima determinazione e con una voce sola”. Conte che arrivato a Berlino si è detto “moderatamente ottimista” ha sottolineato come un’opzione militare non potrà mai portare a una soluzione definitiva. “L’Italia crede nella forza della diplomazia e della politica, e ritiene inaccettabile la soluzione militare. Tutti dobbiamo condividere questo obiettivo a Berlino. Lavoriamo per un efficace cessate il fuoco e per alimentare un processo politico in modo da rilanciare le funzioni del Consiglio presidenziale libico e del Governo libico per una stagione di riforme che riguardino il piano politico-istituzionale, economico, di sicurezza”. Sull’ipotesi di una forza che possa assicurare le operazioni di pace e il monitoraggio sul terreno libico, il presidente del Consiglio ha spiegato che “l’Italia è disponibile a dare il suo contributo a tutte quelle attività che porteranno a una stabilizzazione pacifica della Libia”.
(ITALPRESS).

HARRY E MEGHAN NON SARANNO PIÙ ALTEZZE REALI

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Il principe Harry e la moglie Meghan Markle non potranno più utilizzare i loro titoli di “altezze reali” e non riceveranno più fondi reali. Ad annunciarlo è stato Buckingham Palace.

Inoltre, i duchi di Sussex rimborseranno i 2,4 milioni di dollari dei contribuenti utilizzati per la ristrutturazione del loro cottage nel Berkshire, nei pressi del castello di Windsor.
(ITALPRESS).