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BREXIT, PARLAMENTO VOTA PER IL RINVIO

La Camera dei Comuni britannica ha approvato, con 322 voti a favore e 306 contrari, un emendamento proposto dal deputato Oliver Letwin che prevede un rinvio del voto sul nuovo accordo tra Regno Unito e Unione Europa per la Brexit.
“E’ un momento eccezionale per il nostro Paese e per il Parlamento”, ha detto il premier Boris Johnson intervenendo alla Camera subito dopo il voto. “Non posso dire – ha aggiunto – di essere sorpreso da questo risultato. La cosa migliore è che il nostro Paese esca il 31 ottobre con questo nuovo accordo e non intendo negoziare un rinvio con l’Ue. Un ulteriore rinvio sarebbe una pessima idea per il paese, per l’Ue e per la democrazia. L’uscita sarà il 31 ottobre”. Per Johnson anche l’Ue non vuole “nessun rinvio”. Il premier ha poi espresso l’auspicio che i parlamentari “possano cambiare idea e sostenere questo accordo. Continuerò a fare quanto è in mio potere – ha detto – per concludere la Brexit il 31 ottobre”.

In precedenza, nel corso del dibattito sul nuovo accordo tra Regno Unito e Unione Europea, Johnson aveva sottolineato come “oggi questa Camera ha la storica opportunità” di approvare il ‘grande accordo’ per la Brexit. Adesso è il momento di farlo”, chiedendo ai parlamentari di “porre fine a questa debilitante lotta” e di “sostenere” un “accordo che ricompone il paese”.
(ITALPRESS).

NOTTE DI VIOLENZA A BARCELLONA, 31 ARRESTI

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Notte di violenza a Barcellona dopo lo sciopero degli indipendentisti della catalogna di ieri. Si sono verificati duri scontri con la Polizia con 31 arresti e 89 feriti. I manifestanti, molti di loro incappucciati erano armati di mazze, biglie d’acciaio e bottiglie molotov. Gli agenti, in tenuta anti sommossa, hanno risposto con lacrimogeni e proiettili di gomma.
Il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha parlato dal palazzo della Moncloa ribadendo che il codice penale sara’ applicato “con la massima determinazione” contro “l’indipendentismo violento”.
Riflessi anche nel calcio, visto che il 26 ottobre non ci sara’ nessun “Clasico”. Barcellona-Real Madrid, la gara piu’ importante della Liga, tra le piu’ attese in tutto il mondo, è stata
rinviata per motivi di ordine pubblico.
(ITALPRESS).

SIRIA, ACCORDO USA-TURCHIA PER CESSATE IL FUOCO

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Stati Uniti e Turchia hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco in Siria. Ad annunciarlo è stato il vice presidente americano Mike Pence, a seguito di un incontro svoltosi oggi con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durato più di quattro ore.
Il cessate il fuoco durerà per cinque giorni, per permettere ai combattenti curdi di lasciare la zona settentrionale della regione siriana ed evitare, per ora, un assalto che aveva minacciato di prolungare la guerra civile e di provocare migliaia di vittime.
Pence ha menzionato la “forte relazione” tra Stati Uniti e Turchia, alleati NATO di lunga data.
(ITALPRESS)

TROVATA L’INTESA SULLA BREXIT

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Raggiunto un nuovo accordo tra l’Unione Europea e il governo del Regno Unito per la Brexit.
“Abbiamo concordato una base equa e ragionevole per un’uscita ordinata – ha detto il capo negoziatore per l’Ue, Michel Barnier -. Dall’1 novembre speriamo di lavorare a un nuovo rapporto con il Regno Unito”. L’intesa dovrà avere il via libera delle altre istituzioni europee e del Parlamento britannico.
“L’accordo è il risultato di un lavoro molto intenso – ha spiegato Barnier -. I diritti saranno garantiti in maniera sostenibile. Evitiamo la frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del nord, proteggiamo l’integrità del mercato unico e l’Irlanda del nord rimarrà nel territorio doganale del Regno Unito. È stato difficile, ma abbiamo raggiunto un risultato insieme”.

Michel Barnier

“L’Irlanda del nord rimarrà allineata a una serie di regole europee relative alle merci”, ha sottolineato il capo negoziatore Ue, che ha aggiunto: “Raggiungiamo due obiettivi: preserviamo l’integrità del mercato unico e rispettiamo la sovranità del Regno Unito”.

“Questo è il momento di portare avanti la Brexit, e insieme dobbiamo lavorare sul nostro partenariato futuro”, ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson, incontrando la stampa a Bruxelles insieme al presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.
“Ringrazio Juncker e tutto il suo team di negoziatori – ha affermato Johnson -. Penso davvero che questo accordo sia favorevole per l’Unione Europea e il Regno Unito. È un risultato ragionevole, equo, che rispecchia tutto il lavoro fatto da entrambe le parti. Sono d’accordo con Juncker sulla tutela della pace in Irlanda e in Irlanda del Nord. Per noi questo accordo significa raggiungere una vera Brexit, come Regno Unito potremo prendere le nostre decisioni su come portare avanti il nostro Paese. Spero che i parlamentari a Westminster approvino questo accordo eccellente per portare a casa la Brexit senza altri ritardi, così potremo occuparci delle priorità per i nostri cittadini”.

“Sono molto soddisfatto per l’accordo, ma mi dispiace per la Brexit”, ha detto Juncker. “L’intesa dà certezza dove la Brexit crea incertezza – ha aggiunto Juncker -. Mette per iscritto i diritti dei cittadini dell’Unione e del Regno Unito. L’accordo non riguarda noi, ma i cittadini e la pace”. “Cominceremo subito i colloqui sul prossimo partenariato, il 1^ novembre – ha poi ricordato il presidente della Commissione -. I nostri Parlamenti avranno l’ultima parola”. Infine Juncker ha ringraziato Johnson “per gli eccellenti colloqui delle ultime settimane”.

(ITALPRESS)

SIRIA, TRUMP “I CURDI NON SONO ANGELI”

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“Me ne voglio semplicemente andare dal Medio Oriente”. Così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha commentato la sua decisione di abbandonare la Siria settentrionale, nel corso della conferenza stampa alla Casa Bianca con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Le persone americane in Carolina del Nord vogliono risposte sull’Obamacare e sulle tasse, non sulle truppe americane nel medio-oriente”, ha proseguito il presidente rispondendo alle critiche rivolte dal senatore repubblicano Lindsey Graham. “Non voglio essere coinvolto in una guerra tra Turchia e Siria. Lo ripeto, i curdi non sono angeli”, ha concluso Trump.
(ITALPRESS)

DAZI, MATTARELLA “EVITARE SPIRALE DI RITORSIONI”

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“Mi auguro che sia possibile trovare un metodo di confronto collaborativo che eviti una spirale di ritorsioni. Bisogna cercarlo subito”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è stato ricevuto alla Casa Bianca dal presidente americano Donald Trump, parlando dei dazi.
“L’Europa deve evitare ritorsioni sui dazi, dopo il verdetto della World Trade Organization”, ha sottolineato il capo dello Stato, che ha aggiunto: “La decisione del WTO sulla Boeing tra qualche mese porterà a una reazione sul tema dei dazi e poi a cercare un punto di incontro. Tanto vale cercarlo subito”.
(ITALPRESS)

ALBANIA “NEGOZIATO CON L’UE È NOSTRO DIRITTO”

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“Siamo in una storia d’amore con l’Europa, se i britannici vogliono il divorzio non è un esempio per noi. Quella con l’Europa per noi è una relazione fortissima, che fa parte della nostra storia e del nostro sogno”. Lo ha detto il primo ministro albanese Edi Rama, nel corso di una conferenza stampa a Tirana con il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte.
“Eravamo la Nord Corea dell’Europa, abbiamo visto la guerra con i nostri occhi, per noi non è un’immagine in bianco e nero”, ha detto Rama, che in merito all’ingresso nell’Unione Europea ha spiegato: “Non stiamo chiedendo un regalo, né l’elemosina, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare per aprire i negoziati. Poi saremo scrutinati in ogni passo, ma intanto abbiamo il diritto di cominciare il percorso”.
“Giovedì e venerdì c’è un Consiglio Europeo, noi faremo di tutto per consentire l’avviamento formale del negoziato per l’ingresso dell’Albania”, ha sottolineato Conte.
“Siamo consapevoli che c’è un percorso impegnativo, una grande sfida per il popolo albanese e le sue istituzioni – ha aggiunto il premier italiano -, ma occorre dare una misura concreta del fatto che questo percorso si possa sbloccare. L’Albania ha il diritto di iniziare questo negoziato, e noi ci batteremo per questo”.
(ITALPRESS)

A BUDAPEST SCONFITTO IL PARTITO DI ORBAN

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Elezioni amministrative in Ungheria. Alla consultazione per il rinnovo di sindaci e consigli comunali hanno partecipato il 48,6% degli aventi diritto a livello nazionale e il 51,5% a Budapest dove per la prima volta dopo 12 anni si è registrata una battuta d’arresto per Viktor Orban. Il suo partito Fidesz perde la capitale dopo 9 anni. Uno smacco non indifferente anche se storicamente la capitale ungherese ha sempre avuto una tradizione socialista-liberale. Il partito di governo si è trovato però in difficoltà anche in alcune importanti città che sono passate all’opposizione come Miskolc, Eger e Pecs. L’opposizione per la prima volta è riuscita a presentarsi unita in quasi tutti i comuni dalla destra radicale di Jobbik, fino ai partiti del centro-sinistra storico, passando per i verdi di LMP e gli europeisti di Momentum.
Il neoeletto sindaco di Budapest è Gergely Karacsony, 44 anni, candidato dei Verdi che ha sbaragliato il 71enne candidato del Fidesz, Tarlos Istvan Per la stampa locale è un risultato inaspettato per i margini di vantaggio.
“A Budapest ora inizia un nuovo corso, un percorso che porterà Budapest ad essere una città pienamente europea e moderna – ha detto il nuovo sindaco -. La capitale ungherese volta pagina e si ritroverà ora a dover gestire una situazione nuova in cui l’amministrazione comunale e il governo nazionale sono su due piani politici antagonisti. Una situazione non facile in cui si metterà alla prova le doti del giovane sindaco ungherese”. Fuori Budapest, come scrive Ungheria News, il paese tradizionalmente è più legato al partito Fidesz. Ma anche qui il partito di governo arretra. Nel 2014 era terminata 20 a 3 nelle principali città. Oggi il Fidesz vince ma con uno scarto minore, 13 a 10. Il leader ungherese si è presentato nella notte accanto allo sconfitto candidato sindaco di Budapest. “Questa campagna elettorale – ha detto – è stata una battaglia politica come dovrebbero essercene in democrazia. Tarlos ha salvato la capitale dal fallimento quando è diventato sindaco, e oggi abbiamo una bellissima città grazie al suo lavoro”. Orbán si è poi concentrato sui successi nella campagna ungherese. “Ringrazio la provincia ungherese, sa che può contare su di noi, come noi oggi abbiamo contato su di lei”. Il Fidesz ha infatti vinto in tutte e 19 le contee del paese. Il leader magiaro si è anche detto “aperto al dialogo” con il nuovo sindaco di Budapest con il quale si dovrà collaborare.