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DA TUTTI I PAESI UE STOP ALLE ARMI ALLA TURCHIA

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Da tutti i Paesi dell’Unione Europea arriva l’impegno a fermare le esportazioni di armi in Turchia, alla luce degli attacchi di Ankara ai curdi nel nord della Siria.
“E’ stato un Consiglio degli Affari Esteri molto importante. L’Europa parla con una voce oggi, tutti gli Stati condannano quello che sta facendo la Turchia nel territorio siriano, e si sono impegnati a bloccare l’export degli armamenti. Nelle prossime ore anche l’Italia fermerà con un decreto ministeriale l’export di armi verso la Turchia”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, a margine del Consiglio Ue degli Affari Esteri, a Lussemburgo.
“Era importante per noi che tutta l’Europa assumesse la stessa posizione e abbiamo lasciato ai singoli Stati l’impegno di farlo perché questo crea immediatezza – ha aggiunto il ministro -. Questo fa sì che non si debba lavorare a un embargo europeo che porta a mesi di lavoro che avrebbero vanificato l’immediatezza dell’intervento”. Lo stop alla vendita di armi “riguarda quello che succede da domani in poi – ha chiarito Di Maio -. Domani nell’informativa alla Camera sulla Siria spiegherò anche i dettagli del decreto”.
(ITALPRESS)

ELEZIONI POLONIA, VINCONO I SOVRANISTI DI KACZYNSKI

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Jaroslaw Kaczynski ha vinto le elezioni parlamentari in Polonia. Gli exit-poll, infatti, danno
il partito sovranista di destra “Diritto e Giustizia” (Pis) al 43,6%. Lo stesso Kaczynski si è dichiarato vincitore. Per quel che riguarda l’opposizione, sempre secondo gli exit-poll, Coalizione civica (alleanza tra Piattaforma civica di Donald Tusk e i Moderni) si è attestata al 27,4 per cento.

SIRIA, DAL PAPA APPELLO AL DIALOGO

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“Il mio pensiero va ancora una volta al Medio Oriente e in particolare all’amata e martoriata Siria. Giungono nuovamente notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni del nord-est del Paese, costrette ad abbandonare le proprie case a causa delle azioni militari”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’Angelus.
“Tra queste popolazioni vi sono anche molte famiglie cristiane”, ha ricordato il Pontefice, che ha rivolto “a tutti gli attori coinvolti e alla comunità internazionale un appello a impegnarsi con sincerità, onestà e trasparenza sulla strada del dialogo per cercare soluzioni efficaci”.
(ITALPRESS)

FISCO, TRUMP PERDE L’APPELLO

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Il Congresso ha il diritto di chiedere le dichiarazioni dei redditi del Presidente Donald Trump dal 2011 al 2018. Si è pronunciata così la Corte d’Appello federale del distretto di Columbia, Washington, ordinando a Mazars USA, la società contabile del presidente, di rispettare quanto richiesto dalla commissione “House Reform and Oversight” della Camera dei Deputati ad aprile.

“Contrariamente alle argomentazioni del Presidente, la commissione della Camera dei Deputati ha l’autorità di emettere questa richiesta, secondo quanto sancito dalla Costituzione e dalle regole della Camera”, si legge nelle motivazioni della corte. “Pertanto Mazars deve conformarsi”.

La corte d’appello si è espressa con un voto a maggioranza, 2-1. A pronunciarsi a favore Patricia Millett (nominata da Barack Obama) e David Tatel (nominato da Bill Clinton). A votare contro, Neomi Rao (nominata da Trump, a seguito della promozione di Brett Kavanaugh a giudice della Corte Suprema).

“Concludiamo che dietro la richiesta della commissione, i documenti pubblici rivelano legittimi perseguimenti legislativi e non obiettivi legislativi inammissibili”, hanno scritto i giudici.

Una pesante sconfitta per Trump, che arriva in una settimana già complicata su questo fronte. Lunedì scorso, un’altra corte federale si era pronunciata contro il capo della Casa Bianca a favore del procuratore generale di New York, il quale – hanno spiegato i giudici – avrà il diritto di richiedere la dichiarazione dei redditi di Trump. “Stiamo valutando le motivazioni e considerando tutte le opzioni, compresa quella di ricorrere di nuovo in appello”, hanno reso noto i legali di Trump.

(ITALPRESS)

 

IL NOBEL PER LA PACE AL PRIMO MINISTRO ETIOPE

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Il Comitato del Nobel ha assegnato il Premio per la pace 2019 al primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali.
Abiy Ahmed è stato premiato “per i suoi sforzi per ottenere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea”. Il primo ministro della Repubblica Federale dell’Etiopia è nato a Beshasha il 15 agosto del 1976.
(ITALPRESS)

DI MAIO “L’UE NON ACCETTI I RICATTI DI ERDOGAN”

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“Sugli accordi presi in passato per il blocco dei flussi dei migranti in Turchia avevamo già sollevato perplessità e non eravamo noi al governo. Lunedì sarò in Lussemburgo e chiederò che l’Europa agisca con una sola voce”. Lo dice in un’intervista al quotidiano La Repubblica il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che sulla minaccia rivolta ieri dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan all’Unione Europea sull’arrivo di milioni di profughi in caso di ostacoli all’operazione contro i curdi. “L’Ue non può accettare ricatti e spero che nessuno Stato membro si faccia latore di questo ricatto”, spiega Di Maio. In merito agli equilibri in Europa, il ministro sottolinea: “Ursula von der Leyen nel suo discorso programmatico ha toccato punti molto importanti: salario minimo, migranti, ambiente. Abbiamo dato una fiducia condizionata al suo programma, ma non è illimitata. Penso sia necessario anteporre ai pregiudizi e alle dietrologie gli interessi strategici del Paese. Anche a rischio di sacrificare il consenso del Movimento”.
(ITALPRESS)

PROFUGHI, ERDOGAN AVVERTE L’EUROPA

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“Non accetteremo che nessuno venga danneggiato dall’operazione Peace Spring, in particolare i civili”. Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, affermando che le porte sono aperte a chiunque lasci le organizzazioni terroriste PYD/PKK, agisca per proteggere le proprie case, l’onore, che sia arabo, curdo o altro.
Erdogan ha poi attaccato l’Ue, dicendo che ha bloccato l’adesione della Turchia dal 1963. Ha anche aggiunto che l’Ue non ha pagato i 3 miliardi promessi, mentre la Turchia ha speso 40 miliardi senza ottenere nulla dall’Europa. Quindi, ha annunciato, se l’Europa “prova a definire la nostra operazione come un’invasione, apriremo i nostri confini e invieremo 3,6 milioni di rifugiati”.
(ITALPRESS)

DI MAIO CONVOCA L’AMBASCIATORE TURCO

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A seguito delle iniziative militari turche nella Siria nord-orientale, il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha convocato alla Farnesina dell’ambasciatore della Turchia in Italia.
“Nel riaffermare l’importanza della cessazione di ogni azione unilaterale – si legge in una nota del ministero -, l’Italia ribadisce che l’unica strada percorribile per una soluzione duratura alla crisi siriana è rappresentata dal processo politico in corso sotto gli auspici delle Nazioni Unite”.
“Quel che sta accadendo in Siria, l’offensiva turca, la negazione dei diritti delle popolazioni locali e del popolo curdo, le morti di civili: tutto questo è inaccettabile e non possiamo voltarci dall’altra parte. Non può essere militare la soluzione alla crisi siriana”, scrive Di Maio su Facebook.
“Anzi, la storia ci insegna che ogni risposta militare in passato ha sempre contribuito a destabilizzare ulteriormente la situazione sul terreno, aprendo spesso un vuoto colmato poi dall’insorgere di nuove organizzazioni terroristiche – aggiunge -. L’Italia, lo ribadisco, condanna l’iniziativa di Ankara e per questo motivo poco fa ho dato disposizione di convocare al ministero degli Esteri l’ambasciatore turco. La situazione è ben complessa e lo sappiamo, ma è di fronte a queste occasioni che l’Europa stessa deve mostrarsi capace di rispondere in modo corale e con un’unica voce. E questo è il senso del messaggio che porterò lunedì al Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea.
L’unità, la sovranità e l’integrità territoriale dello stato siriano è indiscutibile e può essere garantita solo attraverso il dialogo e tramite un’autentica transizione politica”.
(ITALPRESS)