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Sahara, per Germania piano autonomia Marocco buona base verso soluzione

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BERLINO (GERMANIA) (MNA/ITALPRESS) – La Germania considera il piano di autonomia marocchino come “una buona base e un’ottima base per la soluzione finale” del conflitto sul Sahara marocchino. Lo ha detto il ministro degli Esteri federale tedesco Annalena Baerbock, a Berlino, intervenendo alla conferenza stampa tenutasi al termine della prima sessione del dialogo strategico bilaterale tra Marocco e Germania, che ha co-presieduto con il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero, Nasser Bourita. Baerbock ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa di autonomia marocchina e ha ribadito il suo sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite volti a trovare una soluzione politica al conflitto nel Sahara. Bourita e Baerbock hanno tenuto, venerdì, la prima sessione del dialogo strategico bilaterale, in conformità con la dichiarazione congiunta adottata in occasione della visita di Baerbock in Marocco il 25 agosto 2022.(ITALPRESS).

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I “fat cats” che tengono l’America prigioniera di Biden e Trump

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di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Forse non basterà neanche l’appello dell’economista premio Nobel Paul Krugman, che oggi scrive da columnist del New York Times che Joe Biden, “il miglior presidente USA che ho visto nella mia vita da adulto”, dovrà “mettersi da parte”, significa che l’America – e quindi anche tutti noi cittadini che viviamo in paesi democratici – per liberare l’America prigioniera degli apparatchik del Partito Democratico USA. Questi “fat cats” (gatti grassi, come vengono chiamati a Washington) antepongono il loro interesse personale (poltrone e influenze) a quello del loro paese rischiando così la morte della democrazia. I responsabili per la scelta dei peggiori candidati possibili che si potessero avere per la Casa Bianca sono da ricercare nelle strutture di potere dei partiti democratici e repubblicani, che hanno dimostrato di essere decrepiti e non più adatti a portare avanti gli interessi della democrazia del paese più potente del mondo.
I governatori, senatori e congressmen (e women) del GOP, che appoggiano Trump lo fanno nonostante avessero ripetuto in passato (basta vedere i video su YouTube!) che il 45esimo presidente degli USA fosse un uomo pericoloso e inadatto all’ufficio ovale (poi ci sono decine di “alti tecnici” che hanno fatto parte della amministrazione Trump che hanno firmato un documento in cui lo ritengono assolutamente inadatto alla presidenza e che cambiano posizione, ma questi per il loro lavoro non devono ottenere cariche elettive).
Biden non è più adatto al lavoro richiesto nell’Ufficio Ovale da chissà quanto tempo e al G7 italiano le immagini impietose hanno mostrato tutta la debolezza fisica e mentale di un uomo che invece con una sola decisione potrebbe salvare o distruggere il mondo. Avevamo già scritto che la convention democratica di Chicago del Partito democratico va assomigliando sempre più a quella che avvenne nella stessa metropoli dell’Illinois nel 1968.
Ma l’allora presidente democratico, Lindon B. Johnson, si ritirò dalla corsa per la rielezione ben prima di quella convention che lo avrebbe ulteriormente indebolito (in questo caso per le scelte nel Viet-Nam). Biden invece è in grave ritardo. Ma si ritirerà?
In questo momento gli stessi “apparatchik” del partito, dicono che solo la “First Lady” Jill potrebbe convincere lo “stubborn” Joe (Joe il testardo), a farsi da parte. Ma questi “gatti grassi” graffiano per “proteggere” colui che assicura loro i posti di potere. Kamala Harris, la vice che non ha fatto la sua carriera nel partito, è una donna di colore, ex magistrato, preparata ma che non “garantisce” quello che “Joe l’addormentato” invece assicura. Per questo viene mantenuta giù e, per ragioni misteriose, è ritenuta ineleggibile (Invece noi crediamo a Krugman, che ha scritto che Harris contro il Trump visto ieri sera, vincerebbe a mani basse).
Molti giovani sono sconvolti nel vedere come siamo tutti prigionieri di interessi di bottega di “influenti” repubblicani e democratici, e cercano di ribellarsi. Molti di loro potrebbero essere attratti dall’avvocato ambientalista RFK Jr, il figlio di Robert Kennedy e nipote del presidente JFK, che però per decisioni controverse in passato (sui vaccini) e soprattutto perché boicottato dal “sistema” elettorale, pur con potenziali guai agli equilibri elettorali tra due candidati principali, resta ad una distanza elettorale apparentemente incolmabile dalla Casa Bianca.
La mia figlia americana di 26 anni, che di mestiere fa la terapista, nel mezzo del dibattito televisivo di ieri sera mi ha mandato un ansioso text in cui scriveva: “We’re screwed. Out of all intelligent, bright, ambitious people in this country, how are these two our options?” (Siamo fottuti. Di tutte le persone intelligenti, brillanti e ambiziose di questo paese, com’è che queste sono le nostre due opzioni?).
Ad oggi siamo tutti prigionieri della “partitocrazia USA”, vista all’opera nel dibattito di ieri sera in cui ha “imposto” al paese più formidabile della terra, i peggiori candidati possibili per la scelta più importante che si possa avere oggi nel mondo. C’è ancora tempo? Ormai è certo che i repubblicani non avranno mai il coraggio e l’intelligenza di sostituire “Donald il terribile”, il candidato che con la frase “you‘re fired!” (sei licenziato!) con un solo comizio li potrebbe distruggere tutti. Ma per Joe Biden, il presidente che ha commesso diversi errori (soprattutto in politica estera), ma che non è certamente il peggior della storia USA – come lo accusava di essere ieri Trump che invece potrebbe con un suo prossimo mandato battere quel record che chi ha lavorato con lui alla Casa Bianca ritiene già suo – c’è ancora tempo per la decisione di mettersi da parte per il bene della democrazia degli USA e del mondo.
Ma chi potrebbe essere in grado di far smettere certi “fat cats” di graffiare Kamala Harris e altri leader (come l’energico governatore della California Gavin Newson, e soprattutto la governatrice dell’“altalenante” Michigan, Gretchen Whitmer)? C’è un’unica persona capace di farlo: Joseph Robinette Biden Jr., 46esimo presidente degli USA, quando avrà finalmente capito (Forza Jill, pensaci tu!) che non potrà mai essere il 47esimo.

– foto: Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Biden si inceppa, Trump evita gli argomenti più scivolosi

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Il primo dibattito presidenziale di questo ciclo elettorale americano, ha visto il presidente Joe Biden e il candidato repubblicano Donald Trump confrontarsi su diversi temi cruciali durante la disputa a porte chiuse negli studi della Cnn di Atlanta. Nei suoi interventi Biden ha dato risalto all’aborto, ai rischi della democrazia e dell’economia nel caso in cui Trump dovesse vincere le elezioni a novembre. Trump ha invece avuto dei toni più offensivi nei confronti del rivale democratico, puntando sul tema dei migranti, dell’inflazione e della salvaguardia del “made in Usa”. A moderare il dibattito in onda sulla Cnn sono stati i giornalisti Jake Tapper e Dana Bash. Al loro ingresso negli studi televisivi i due candidati non si sono nemmeno guardati in faccia. Al presidente Biden è stato chiesto di mandare un messaggio a tutte le persone che in questo momento credono di non essere in una buona situazione: “Trump mi ha lasciato una situazione economica al collasso con la disoccupazione in aumento. Abbiamo dovuto rimettere insieme idee perché abbiamo ereditato il caos più totale dalla precedente amministrazione”. Il presidente Biden ha iniziato il dibattito con una gaffe, sostenendo che la sua amministrazione ha creato 15mila posti di lavoro, mentre il numero corretto era di 15 milioni. Trump ha replicato elogiando lo stato dell’economia durante la sua amministrazione, sottolineando come durante il Covid ci sia stata anche una grande gestione della pandemia. Secondo l’ex presidente “tutto stava andando alla grande”. Anche il diritto all’aborto è stato al centro del dibattito di giovedì sera, nello stesso giorno in cui la Corte Suprema ha respinto un appello in una causa contro il divieto di aborto in Idaho. Biden ha accusato il magnate per la valanga di restrizioni statali poiché Trump come presidente ha nominato tre giudici della Corte Suprema che hanno contribuito a formare la maggioranza che ha ribaltato il diritto costituzionale all’aborto. Sul tema Trump ha affermato di credere nelle eccezioni di divieto di aborto “per stupro, incesto e vita della madre”. In una fase successiva del dibattito, Biden ha perso il filo del discorso mentre si parlava del Medicare. Nel momento in cui stava cercando di finire il discorso, il moderatore Jake Tapper lo ha interrotto perché il suo tempo era scaduto. Anche l’immigrazione è stata al centro del dibattito, con Biden che con il recente decreto ha cercato di guadagnare terreno in vista delle elezioni: “Con la nostra amministrazione c’è stata una diminuzione del 40% delle persone che attraversano il confine”, ha affermato il presidente. Opinione completamente diversa quella di Trump, che invece sostiene che ancora oggi c’è un grande numero di migranti che sta entrando illegalmente negli Stati Uniti tramite gli istituti psichiatrici e i manicomi. Successivamente il tycoon si è lamentato del fatto che i migranti che arrivano illegalmente nel Paese vengono ospitati in hotel di lusso, mentre i veterani sono per strada. Successivamente Trump ha definito il ritiro degli Stati uniti dall’Afghanistan come “il giorno più imbarazzante nella storia degli Stati Uniti”. Le domande successive si sono spostate sulla politica estera, con particolare concentrazione sulla guerra in Ucraina. Trump ha sostenuto che se lui fosse stato lui al potere non ci sarebbe stato nessun conflitto: “Se avessimo avuto un vero presidente che avesse saputo come farsi rispettare, Putin non avrebbe invaso l’Ucraina”. Biden ha replicato sostenendo di non aver mai sentito così tante sciocchezze in tutta la sua vita. L’attenzione si è poi spostata sulla guerra in Medio Oriente. Biden ha affermato che il presidente israeliano Benjamin Netanyahu “ha approvato un piano da me proposto. Successivamente il presidente si è vantato degli aiuti militari approvati dal Congresso e mentre pronunciava la frase “abbiamo salvato Israele” Trump scuoteva la testa. Alla domanda sull’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, Trump ha risposto dicendo di aver incoraggiato le persone ad agire “pacificamente”. Il magnate ha sviato il discorso concentrandosi nuovamente sull’immigrazione e sulle tasse. Nella stessa discussione, Biden ne ha approfittato per fare riferimento alla condanna di Trump nel processo di New York: “L’unica persona su questo palco che è un criminale condannato è l’uomo che sto guardando in questo momento”, ha affermato il presidente. Il dibattito andato in scena negli studi della Cnn ha visto in sostanza il presidente Biden dare in alcuni casi delle risposte confuse, mentre Trump ha cercato di sviare sui temi più spigolosi. Il primo confronto tra i due candidati ha rappresentato un qualcosa di innovativo nella storia degli Stati Uniti. Secondo la tradizione, eventi di questo tipo tra i candidati alle elezioni presidenziali hanno sempre avuto inizio tra settembre e ottobre. Una tradizione che risale al 1960, anno in cui il democratico John F. Kennedy ebbe la meglio sul repubblicano Richard Nixon. Nei 90 minuti in cui Joe Biden e Donald Trump si sono affrontati a viso aperto non c’è stata alcuna possibilità d’interazione con i rispettivi staff, mentre l’audio dei microfoni è stato disattivato durante tutto il dibattito, a eccezione del candidato a cui spettava la parola. Sia Biden che Trump nella loro postazione disponevano solamente di una penna, un blocco di carta e una bottiglia d’acqua. Il confronto tra i due candidati alla Casa Bianca ha visto solamente due interruzioni pubblicitarie. Dopo la condanna penale di Trump nel processo di New York, legato alla falsificazione di documenti aziendali, gli ultimi sondaggi riportano delle percentuali equilibrate tra i due candidati, mentre buona parte degli elettori ritiene che i temi dell’inflazione e dei confini abbiano una maggiore rilevanza dal punto di vista elettorale rispetto alla condanna del magnate.
(ITALPRESS).
– Foto: Ipa Agency –

Fallito colpo di Stato in Bolivia, almeno 12 feriti

LA PAZ (BOLIVIA) (ITALPRESS) – Fallito un colpo di Stato in Bolivia. A portarlo avanti le forze militari, guidate dal generale Juan Josè Zuniga, arrestato poi dalla polizia. Il palazzo presidenziale della capitale La Paz è stato preso d’assalto dai soldati: veicoli blindati e truppe avevano preso posizione in Plaza Murillo, dove si trovano i principali edifici governativi. “E’ in atto un golpe militare”, aveva subito lanciato l’allarme via X l’ex presidente Evo Morales. I tank hanno sfondato il Palazzo presidenziale e Zuniga si sarebbe ritrovato faccia a faccia con il presidente, Luis Arce, che aveva invitato attraverso un videomessaggio televisivo i cittadini boliviani “a organizzarsi e mobilitarsi, in favore della democrazia”.
“Non possiamo permettere che ancora una volta un tentativo di colpo di Stato uccida i boliviani”. Le sue parole, come riportano i media locali, hanno avuto “una chiara risonanza”, con i manifestanti pro-democrazia che sono scesi in piazza a sostegno del governo. Il tentativo di golpe è durato poche ore.
Arce ha anche annunciato che nominerà nuovi comandanti militari, confermando le notizie secondo cui il generale Zuniga era stato già licenziato martedì, dopo aver criticato apertamente l’ex leader della Bolivia, Morales. Nel corso del tentato golpe almeno 12 persone sono rimaste ferite.

– foto Ipa Agency –
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Usa, Trump incontra italo-americani “Complimenti a Meloni per G7”

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PHILADELPHIA (STATI UNITI) (ITALPRESS) – A Philadelphia il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump ha incontrato un gruppo di italo-americani guidato da Carmine Berardi, figlio dell’ex deputato Amato.
Davanti alla platea Trump si è complimentato per i successi elettorali ottenuti dal premier italiano Giorgia Meloni alle elezioni europee e per come ha gestito il G7. In questo contesto, ha anche fatto una battuta sull’attuale presidente degli Stati Uniti e ricandidato alla Casa Bianca: “La Meloni è riuscita persino a far orientare Biden…”.
Trump ha poi sottolineato i significativi contributi degli italo-americani agli Stati Uniti ed espresso la sua profonda gratitudine alla comunità tricolore.

– Foto Carmine Berardi –

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Mark Rutte nominato nuovo segretario generale della Nato

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Consiglio Nord Atlantico ha deciso di nominare il primo ministro olandese Mark Rutte, come prossimo segretario generale della Nato, succedendo a Jens Stoltenberg. Rutte assumerà le sue funzioni dal primo ottobre, quando il mandato di Stoltenberg scadrà dopo dieci anni alla guida dell’Alleanza. “E’ un immenso onore essere nominato segretario generale della Nato. L’Alleanza è e rimarrà la pietra angolare della nostra sicurezza collettiva. Guidare questa organizzazione è una responsabilità che non prendo alla leggera. Sono grato a tutti gli alleati per aver riposto in me la loro fiducia. Non vedo l’ora di assumere l’incarico con grande vigore in ottobre, come successore di Jens Stoltenberg, che ha fornito alla Nato una leadership eccezionale negli ultimi 10 anni e per il quale ho sempre nutrito grande ammirazione”, ha commentato su X il premier olandese.
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– Foto: Agenzia Fotogramma –

Julian Assange patteggia con gli Stati Uniti, è libero

ROMA (ITALPRESS) – Julian Assange è libero. Lo annuncia su X WikiLeaks, l’organizzazione fondata dal giornalista e attivista australiano. Assange ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, dove ha trascorso 1901 giorni, oltre 5 anni. Gli è stata concessa la libertà su cauzione dall’Alta Corte di Londra ed è stato rilasciato all’aeroporto di Stansted, dove si è imbarcato su un aereo ed è partito dal Regno Unito per fare ritorno in Australia.
Il fondatore di WikiLeaks ha concordato un patteggiamento con il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, che aveva fatto richiesta di estradizione nei suoi confronti con l’accusa di cospirazione.
“Questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite – spiega WikiLeaks -. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha portato a un accordo che non è stato ancora formalmente finalizzato. Forniremo maggiori informazioni il prima possibile”.
“Dopo più di cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolato 23 ore al giorno, presto si riunirà alla moglie Stella Assange e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre”, prosegue l’organizzazione, che sottolinea: “WikiLeaks ha pubblicato storie rivoluzionarie di corruzione governativa e violazioni dei diritti umani, ritenendo i potenti responsabili delle loro azioni. In qualità di caporedattore, Julian ha pagato duramente per questi principi e per il diritto delle persone a sapere. Mentre ritorna in Australia, ringraziamo tutti coloro che ci sono stati accanto, hanno combattuto per noi e sono rimasti totalmente impegnati nella lotta per la sua libertà. La libertà di Julian è la nostra libertà”.

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Il Marocco porta aiuti umanitari a Gaza per la seconda volta

ROMA (ITALIA) (ITALPRESS/MNA) – Una nuova operazione umanitaria “targata Marocco” per portare aiuto medico umanitario alla popolazione di Gaza è stata lanciata oggi, come spiega un comunicato diffuso dal ministero degli Affari Esteri del Marocco.
Il Re Mohammed VI, in qualità di presidente del Comitato Al Quds (Gerusalemme), ha infatti dato istruzioni per avviare la seconda operazione umanitaria destinata direttamente alla popolazione palestinese di Gaza. Quaranta tonnellate di prodotti sanitari contenenti, in particolare, dispositivi per il trattamento delle ustioni e delle emergenze chirurgiche e traumatologiche, e medicinali di prima qualità destinati in particolare ai bambini e agli anziani, si legge nel comunicato. Nel marzo scorso, il Marocco è stato infatti il primo paese al mondo a portare aiuti umanitari direttamente alla popolazione di Gaza via terrestre, attraverso l’aeroporto Ben Gurion dallo scoppio delle ostilità.
Anche in questa seconda operazione gli aiuti marocchini verranno trasportati attraverso la stessa rotta terrestre, spiega il comunicato, sottolineando come il sovrano si farà carico di gran parte di questi aiuti dai fondi personali.
(ITALPRESS).
– Foto: fonte Map –