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Lazzarini “L’Italia ripristini i fondi per UNRWA”

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Spero davvero che l’Italia, ora che abbiamo il rapporto di Catherine Colonna, segua l’esempio di altri paesi europei e sostanzialmente riprenda i finanziamenti all’organizzazione. È importante non solo per il nostro rapporto bilaterale, che l’Italia dia sostegno politico e finanziario all’agenzia dell’Onu, ma anche perché è un paese importante all’interno dell’Unione Europea. E penso che anche il ritorno dell’Italia aiuterà e sosterrà alcune delle discussioni che potremmo avere in Europa. Quindi è molto importante e il mio messaggio all’Italia è: sono pronto ad andare a Roma in qualsiasi momento, sperando che il Paese ritorni (ad aiutare l’UNRWA)”. A dirlo Philippe Lazzarini, commissario generale di UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, rispondendo a una domanda di Italpress nel corso di una conferenza stampa all’Onu.
In merito al fatto che gli studenti, in Italia così come negli States, stiano protestando per i palestinesi e occupino le università, Lazzarini ha risposto che “ho condiviso un messaggio al Consiglio di Sicurezza, dove fondamentalmente si è capito che un processo di pace di per sé non è sufficiente. Ciò di cui abbiamo bisogno è una guarigione. Fino ad ora mi ha colpito il fatto che l’empatia anche in questa parte del mondo sia per la maggior parte unilaterale, solo per i palestinesi, senza capire da dove provenga il trauma che è stato creato il 7 ottobre in Israele e anche dall’altra parte; o completamente a favore di Israele, senza alcuna empatia per i palestinesi. Credo che questa incapacità di esprimere empatia reciproca sia la fonte della disumanizzazione del conflitto a cui stiamo assistendo, e penso che un messaggio che potrebbe andare anche per gli studenti è imparare a esprimere compassione ed empatia per le persone nella regione. Perché alla fine, ci aspettiamo che sia i palestinesi che gli israeliani si meritino di vivere in pace e sicurezza”.
Nel successivo briefing Stephane Dujarric – portavoce del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres – ha sottolineato che “la risposta data da Lazzarini è condivisa dal Segretario Generale Guterres, che si augura che l’Italia ripristini presto i fondi per UNRWA”.

– foto xo9/Italpress –
(ITALPRESS).

Si apre il processo col messaggio subliminale di Trump a chi dovrà giudicarlo

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di Stefano Vaccara
NEW YORK (ITALPRESS) – Lunedì mattina Downtown Manhattan, al primo processo penale della storia degli Stati Uniti contro un ex presidente per giunta ricandidato alla Casa Bianca, abbiamo notato un dettaglio diverso in Donald Trump. Potrebbe sembrare solo una curiosità, una nota di colore, ma ci è sembrato rivelasse un messaggio subliminale lanciato dal tycoon agli americani.
Trump infatti non è arrivato con addosso la sua tipica cravatta rossa, che coincide col colore con cui si identifica il Partito Repubblicano di cui ormai lui è l’assoluto padrone. Tra tutte quelle cravatte che avrebbe potuto scegliere dal suo guardaroba – Trump ha commercializzato cravatte col suo marchio per anni -, in questa importantissima e storica giornata, lui ha scelto di indossarne una blu, il colore di quel Partito democratico che secondo lui avrebbe orchestrato questo processo per frenare la sua “certa” vittoria alle elezioni del 5 novembre 2024.
Potrebbe essere la scelta della cravatta blu invece che rossa, un messaggio subliminale dell’ex presidente a quei dodici cittadini di Manhattan che dovranno giudicarlo, che lui sa che avranno votato il larga maggioranza nelle ultime elezioni presidenziali per il partito “blu”? (Nel 2020 Biden ha preso l’86% a Manhattan). Un messaggio da parte di un candidato repubblicano “per caso”, che almeno oggi voleva invece essere percepito come un newyorkese, uno di loro, ma che nella sfida politica per il potere è costretto a lottare contro l’establishment rappresentato da entrambi quei partiti…Chissà, solo Trump e i suoi consiglieri sapranno il vero significato del colore di quella cravatta, ma con quel blu al posto del rosso – mentre il suo avvocato seduto accanto sfoderava la cravatta rosso fuoco – è possibile che Trump volesse dare un segnale di “comprensione” almeno nei confronti di chi ha in mano la sorte dell’ex presidente (per condannare un imputato in un processo penale, tutti e 12 giurati devono essere d’accordo con il verdetto di colpevolezza).
I pubblici ministeri intanto oggi hanno presentato il caso davanti a quella giuria di 12 newyorkesi, accusando Trump di aver cospirato per coprire uno scandalo sessuale al fine di essere eletto presidente nel 2016.
Il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg che ha voluto questo processo, ha scelto il pm italoamericano Matthew Colangelo per presentare le dichiarazioni di apertura dell’accusa alla giuria. Colangelo ha subito affermato che il caso riguardava “un’associazione a delinquere e un insabbiamento” descrivendo Trump, il suo avvocato di lunga data Michael D. Cohen (ora testimone a favore dell’accusa), e l’editore di tabloid David Pecker (testimone in parte già sentito oggi) come tre alleati nella strategia di “catturare per uccidere” le storie negative sul candidato repubblicano che poi vincerà le elezioni del 2016.
L’avvocato difensore principale di Trump, Todd Blanche, nella sua dichiarazione di apertura alla giuria ha invece subito dichiarato che il suo cliente “è innocente. Il presidente Trump non ha commesso alcun crimine”.
Il caso della procura contro Trump è incentrato su un pagamento segreto di 130.000 dollari che Cohen ha effettuato a una porno star, Stormy Daniels, per comprarne il silenzio mentre la campagna per le presidenziali del 2016 stava arrivando al traguardo. I pubblici ministeri accusano Trump di aver rimborsato Cohen falsificando i documenti aziendali per nascondere la sua condotta e favorire la sua elezione.
Il pm Colangelo ha detto che il pagamento alla Daniels è stato fatto mentre avveniva un altro scandalo: la registrazione di “Access Hollywood”, in cui Trump si vantava di palpeggiare le donne perché a lui, ricco e famoso, tutto era permesso. Il resoconto della Daniels, ha detto, “avrebbe potuto essere devastante per la sua campagna”.
Per Colangelo, con il giorno delle elezioni ormai vicino, Donald Trump “ha ordinato a Cohen di procedere con il compenso”.
Dal canto suo l’avvocato Blanche ha attaccato la credibilità di Cohen, affermando che il suo reddito dipende dagli attacchi all’ex presidente e ha insistito sul fatto che i pubblici ministeri stanno tentando di presentare attività perfettamente legali, come la stipula di accordi di non divulgazione, come fosse un crimine. “Ho un avviso guastafeste: non c’è niente di sbagliato nel cercare di influenzare un’elezione”, ha detto Blanche che poi ha aggiunto: “Si chiama democrazia”.
Indirizzandosi verso la giuria, Blanche ha continuato: “Hanno messo qualcosa di sinistro in questa idea come se fosse un crimine. Imparerete che non lo è”.
Quando è stato chiamato a testimoniare l’editore del “National Enquirer” David Pecker – celebre giornale scandalistico fondato dall’italoamericano Gene Pope – l’accusa lo ha descritto come membro del complotto di tre uomini per nascondere il racconto che una porno star voleva rendere pubblico su un incontro sessuale avuto anni prima, ma che se fosse emerso a pochi mesi dal voto del 2016, poteva rovinare le chance di vittoria di Trump. Pecker è rimasto sul banco dei testimoni solo pochi minuti, poi il giudice Juan Merchan ha aggiornato il processo a domani. Pecker in quel poco tempo, ha confermato che The National Enquirer pagava per certe storie con una pratica chiamata “giornalismo del libretto degli assegni”. Martedì dovrebbe tornare e spiegare perché quelle su Trump non furono mai pubblicate.
Trump nel lasciare l’aula lunedì pomeriggio, non è rimasto in silenzio, ma in una lunga dichiarazione ai media ha sostenuto che i pagamenti effettuati all’ex avvocato Michael Cohen erano perfettamente legali. Ha anche affermato che è perfettamente normale che un’azienda imponga accordi di non divulgazione. Il suo tono non era di sfida, era quasi pacato, sommesso, diverso dal solito. Già come quella cravatta blu al posto di quella rossa.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Iraq, brigate Hezbollah annunciano la ripresa dei raid sulle basi Usa

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ROMA (ITALPRESS) – Le brigate Hezbollah irachene hanno annunciato che i gruppi armati iracheni hanno deciso di riprendere gli attacchi contro le forze statunitensi nel paese. Questo dopo aver visto pochi progressi nei colloqui per ottenere il ritiro delle truppe americane durante la recente visita del primo ministro iracheno Mohammed al Sudani a Washington. “Quello che è successo poco fa è l’inizio”, dice il gruppo in evidente riferimento a un attacco condotto ieri sera con razzi multipli dal nord dell’Iraq contro una base che ospita le forze statunitensi in Siria. Fondata all’indomani dell’invasione dell’Iraq guidata dagli Stati Uniti nel 2003, le brigate Hezbollah sono una delle fazioni armate irachene d’élite più vicine all’Iran.

– Foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

Medio Oriente, bombardata base militare in Iraq. Un morto e 8 feriti

ROMA (ITALPRESS) – Bombardata nella notte una base militare filo iraniana a sud di Baghdad. Fonti della sicurezza irachene hanno riferito che il bombardamento ha causato almeno un morto e otto feriti. Le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti hanno spiegato su X che “gli Stati Uniti non hanno condotto raid aerei in Iraq oggi”. In un breve post, il Centcom ha spiegato di essere a conoscenza di “rapporti secondo i quali gli Usa avrebbero condotto attacchi in Iraq”. “Queste informazioni sono false”, aggiunge il Comando. Israele non è coinvolta nelle notizie di esplosioni in Iraq. Lo fanno sapere alcune fonti alla Cnn. (ITALPRESS).

Foto: Ipa Agency

Israele lancia attacco contro l’Iran, colpita Ishafan. Teheran “Nessun danno”

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ROMA (ITALPRESS) – L’aeronautica israeliana ha annunciato di aver effettuato un raid su Isfahan. Una fonte israeliana, citata dai media arabi, ha spiegato che nella notte sarebbe arrivata la risposta israeliana all’attacco iraniano di sabato scorso anche se si è trattato di un’azione dimostrativa nei confronti del regime iraniano. Si parla di tre droni che avrebbero colpito Isfahan. Eppure la stampa iraniana ha riferito che la situazione nella città è normale e non si è verificata alcuna esplosione al suolo. Da alcuni minuti i voli sono tornati alla normalità all’aeroporto Mehrabad di Teheran, poche ore dopo che l’Iran aveva sospeso i voli su diverse città, inclusa la città centrale di Isfahan, dopo che in precedenza erano circolate notizie di esplosioni udite vicino al suo aeroporto. Eppure nessun danno è stato causato in questo attacco notturno, ha detto alla TV di stato “Irib” un comandante senior dell’esercito iraniano Siavosh Mihandoust, aggiungendo che il rumore sentito durante la notte a Isfahan era dovuto ai sistemi di difesa aerea che avevano preso di mira un “oggetto sospetto”.

L’agenzia di stampa iraniana “Tasnim” ha citato l’Organizzazione per l’aviazione civile iraniana che ha riferito che le restrizioni sui voli in diversi aeroporti sono state revocate. L’agenzia iraniana “Mehr” ha citato il direttore delle pubbliche relazioni della navigazione aerea, che oggi, ha annunciato la sospensione dei voli per Teheran, Isfahan, Shiraz e gli aeroporti occidentali, nord-occidentali e sud-occidentali. L’Iran ha attivato la sua difesa aerea dopo le notizie di esplosioni, mentre i media locali hanno riferito che i cannoni antiaerei hanno abbattuto oggetti volanti in diverse regioni iraniane. La televisione iraniana “Al-Alam” ha citato un portavoce dell’Organizzazione spaziale iraniana che ha annunciato che le difese aeree avevano abbattuto una serie di piccoli oggetti sospetti nello spazio aereo di Isfahan, vicino alla base militare a nord-ovest della città. La Tv statunitense “ABC News” ha riportato la conferma di un anonimo funzionario americano che i missili israeliani hanno colpito un sito all’interno dell’Iran. Ha affermato che il funzionario non ha confermato se fossero stati bombardati anche siti in Iraq o in Siria. Secondo funzionari statunitensi, è stato colpito un solo obiettivo in Iran. In Iraq, il canale televisivo iracheno “Al-Ahed” ha riferito che un’esplosione, di cui non si conosce la causa, è stata udita nel distretto dell’Imam del governatorato di Babil, nel sud del paese, in concomitanza con le esplosioni che hanno scosso Isfahan.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

A New York il gala 2024 della National Italian American Foundation

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Tutto pronto per l’annuale gala della National Italian American Foundation (NIAF) a New York. L’evento 2024 premierà Monica Mandelli, Amministratore Delegato di KKR, Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna e Carlo Scissura, Presidente e amministratore delegato del New York Building Congress. Tra le tante personalità provenienti dall’Italia saranno presenti Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, e Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera dei Deputati. Il gala celebrerà anche la Regione d’Onore NIAF 2024, il Friuli Venezia Giulia.
Joe Piscopo, Celebrity Ambassador, intrattenitore e conduttore radiofonico della NIAF, farà da maestro di cerimonie. L’intrattenimento musicale sarà garantito dalla cantante jazz e cabaret di New York Vanessa Racci. I proventi del Gala di New York andranno a beneficio delle borse di studio e dei programmi di sovvenzione della NIAF, che forniscono supporto cruciale per studenti, ricercatori e organizzazioni culturali italoamericani a livello nazionale.
“Non vediamo l’ora di riunirci con i nostri illustri premiati, membri e sostenitori per un serata memorabile che celebra il patrimonio italiano – ha affermato il presidente della NIAF Robert Allegrini – Il Gala di New York ci consente di portare avanti la nostra missione e di rafforzare la comunità italoamericana”.
Nel corso della serata, la NIAF assegnerà 100.000 dollari a La Scuola d’Italia di New York per fornire tre borse di studio annuali per i prossimi quattro anni alle matricole delle scuole superiori con origini italiane che vorrebbero conseguire un International Baccalaureate (IB) Diploma e l’Italian Scientific High School Diploma alla Scuola d’Italia New York. Attraverso questo programma, gli studenti diventeranno completamente bilingue in inglese e italiano mentre studiano il latino ed esplorano un’ampia varietà di argomenti in linea con i corsi del Diploma IB e con i requisiti della Scuola Superiore Nazionale Italiana.
Il Gala è uno dei tanti eventi che si svolgono durante la settimana a New York per la NIAF. Il 17 aprile la NIAF ha annunciato l’istituzione di una partnership strategica con la Nazionale Federazione delle associazioni imprenditoriali e professionali italo-canadesi e ha firmato un Memorandum
of Understanding. Le due principali organizzazioni che rappresentano gli italoamericani e le comunità italo-canadesi hanno formalizzato la loro partnership presso il Consolato italiano a New York.
La mattina del gala, la NIAF condurrà una Tavola rotonda per mettere in risalto le aziende innovative della Regione d’Onore di quest’anno, il Friuli Venezia Giulia.

– foto ufficio stampa Niaf –
(ITALPRESS).

Ucraina, Borrell “Non possiamo contare solo sugli Usa”

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“Dobbiamo sostenere l’Ucraina più velocemente e meglio offrendo loro una copertura aerea. Non possiamo contare solo sugli Usa, dobbiamo prenderci la nostra responsabilità. Abbiamo i Patriot, abbiamo i sistemi antimissile, dobbiamo tirarli fuori dai magazzini e inviarli in Ucraina, dove la guerra si sta intensificando, e sono sicuro che lo faremo rapidamente”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, a margine del G7 esteri di Capri.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Usa, il processo Trump agita New York

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la sua squadra si sono letteralmente trasferiti a New York. La città è blindata e davanti al tribunale sono presenti i giornalisti di tutto il mondo, decisamente più numerosi rispetto ai sostenitori del tycoon, che di fatto si sono visti solamente lo scorso lunedì in occasione della prima giornata del processo per poi abbandonarlo al suo destino. Mentre il processo prosegue con la selezione dei 12 giurati, la città di New York, storicamente democratica, si divide sui 34 capi d’accusa a cui Trump deve rispondere nel tribunale in cui risulta imputato per aver pagato la pornostar Stormy Daniels, all’anagrafe Stefany Clifford, per comprare il suo silenzio su una relazione avuta in passato. Luis lavora come informatico nella città di New York e crede che la burocrazia sia troppo lenta nel giudicare i processi di Trump: “Ci vuole troppo tempo per la selezione dei giurati, penso che per fare in modo che la giustizia faccia il suo corso bisognerebbe accelerare i tempi del processo”.
Dello stesso parere è l’imprenditore Luke, che sul tema ha anche confessato di provare un certo nervosismo: “Io spero che il processo confermi la pena stabilita per Trump. Se non sbaglio si è parlato di quattro anni nel caso in cui dovesse essere condannato. Confesso che sono molto nervoso per questo caso, non è possibile che una persona così possa correre ancora per la presidenza”. Peter invece è convinto che questo processo potrebbe essere l’inizio di una svolta per l’America: “Penso che fino ad adesso la selezione della giuria stia andando molto bene. Spero che una volta selezionati i giudici siano in grado di capire chi hanno di fronte. Ciò di cui sono sicuro è che il popolo americano non vuole altra violenza”. Lana invece crede che chi compie delle cattive azioni debba anche accettare le possibili conseguenze: “Io penso di credere nelle leggi dello Stato ed è per questo che credo che ogni persona debba essere in grado di assumersi delle responsabilità per le azioni compiute”.
Tra i newyorkesi si trova anche chi invece sostiene Donald Trump, come ad esempio Andrew, che rievoca nuovamente il termine persecuzione politica, utilizzato numerose volte anche dal magnate: “Penso che questo sia solamente un modo con cui i democratici puntano a vincere le prossime elezioni. Sconfiggere Trump senza permettere una lotta alla pari è una persecuzione politica”. Opinione completamente opposta quella di Katherine, convinta che “se Trump fosse stato un cittadino normale a quest’ora sarebbe già in carcere”. Oltre a quello di New York sono questi gli altri procedimenti avviati contro l’ex presidente Trump sono i seguenti: Washington – Istigazione all’insurrezione di Capitol Hill del 6 gennaio 2021; Atlanta (Georgia) – Tentativo di rovesciare l’esito delle elezioni del 2020; Mar-a-lago (Florida) – Rifiuto di consegnare agli Archivi Nazionali centinaia di documenti riservati portati via dalla Casa Bianca e custoditi a Mar-a-lago.

– Foto xp6/Italpress –

(ITALPRESS).