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Biden-Meloni, piena sintonia sui dossier Ucraina e Gaza

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di Stefano Vaccara

WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Una foto può valere più di mille parole, come nell’immagine di Joe Biden che bacia sulla testa Giorgia Meloni accogliendola nello Studio Ovale. Il bacio rende molto più esplicito di qualunque comunicato ufficiale lo stato dei rapporti tra la superpotenza e l’alleato al centro del Mediterraneo. Pochi minuti prima che il capo del governo dell’Italia entrasse nella West Wing della Casa Bianca, Biden cantava “Georgia on my mind” di Ray Charles. La battuta il presidente non vedeva l’ora di farla davanti ai giornalisti, appena entrati nell’ufficio Ovale, mentre lui esprimeva calore all’ospite italiana più del camino acceso tra loro. Il cosiddetto “pool spray” – il gruppo di giornalisti condotto ad assistere all’inizio dei colloqui tra i leader ma senza poter far domande – è durato più del solito. Forse perché questa volta la visita sarebbe potuta servire più al padrone di casa che all’ospite. Dopotutto per Meloni si trattava del rito di un neo presidente del G7 in visita alla Casa Bianca (sabato farà tappa anche a Toronto da Justin Trudeau), ma Biden aveva urgentemente bisogno di una spintarella su quel nodo politico interno che lo assilla: il pacchetto di aiuti per l’Ucraina ancora bloccato dal Congresso.
“L’Italia e gli Stati Uniti sono forti alleati e davvero amici intimi. E come hai detto quando ci siamo incontrati per la prima volta qui, Giorgia, ci sosteniamo a vicenda. E lo facciamo. E lo hai dimostrato fin dal tuo insediamento… Entrambi dobbiamo sostenere l’Ucraina”, ha detto Biden a Meloni quando ancora attorno al camino c’erano i giornalisti. Quindi il presidente USA coglie l’occasione della presenza del capo del governo italiano per lanciare i messaggi al Congresso: “Ecco perché esorto la Camera dei Rappresentanti ad approvare la legislazione che ci consenta, in modo bipartisan, di continuare a sostenere l’Ucraina adesso”. Per concludere: “Il disegno di legge include finanziamenti per l’Ucraina in modo che possiamo aiutare a impedire a Putin – al suo assalto – di avere successo in Ucraina”. Poi Biden ringrazia ancora “Giorgia, per il costante sostegno dell’Italia all’Ucraina e per la tua leadership al G7 quest’anno”. Biden passa al Medio Oriente con “la perdita di vite umane straziante” e ammettendo che “dobbiamo fare di più, e gli Stati Uniti faranno di più” nel far attuare un cessate il fuoco. Poi però – come aveva fatto settimane fa scambiando il Messico con l’Egitto – ecco attimi di confusione: “Nei prossimi giorni, ci uniremo ai nostri amici in Giordania e ad altri nel fornire lanci aerei di cibo e rifornimenti aggiuntivi in Ucraina [Gaza] e cercheremo di continuare ad aprire altre strade in Ucraina [Gaza], compresa la possibilità di un corridoio marino per fornire grandi quantità di assistenza umanitaria”.
Giorgia Meloni conferma di di sostenere “pienamente lo sforzo di mediazione degli Stati Uniti” in Medio Oriente, sottolineando che l’Italia si concentra sulla crisi umanitaria. E ancora, sull’invasione russa all’Ucraina, ribadisce la comune difesa “dell’ordine internazionale basato sulle regole”. Dopo un accenno all’intervento nel Mar Rosso per proteggere la navigazione dagli attacchi degli houthi yemeniti, si parla anche di cooperazione sul Continente africano, con Meloni che può presentare il “Piano Mattei” per l’Africa, soprattutto perché l’aiuta a introdurre la sfida migratoria e la lotta contro chi la sfrutta. Meloni lancia a Biden l’idea per una Coalizione internazionale contro i trafficanti di esseri umani. Un argomento, questo, che a Biden serve mentre duella con Donald Trump sulla soluzione per contenere il flusso dei clandestini al confine col Messico. Poi arriva anche il momento del “business”, con Meloni e Biden che ribadiscono la forza dell’interscambio commerciale tra Italia e Stati Uniti che raggiunge il record di 102 miliardi di dollari, con speranze di migliorarlo ancora nel 2024. Appena usciti dall’Ufficio Ovale, la portavoce Karine Jean-Pierre e il portavoce del Pentagono John Kirby parlano con i giornalisti americani dell’incontro del loro capo di Stato con Meloni nella saletta del press briefing giornaliero. “L’Italia è tra i paesi che più aiuta l’Ucraina”, mentre “il mondo guarda preoccupato gli Stati Uniti”, ripetono Jean Pierre e Kirby esortando il Congresso ad approvare il pacchetto d’aiuti ancora in sospeso. Biden e Meloni non hanno tenuto una conferenza stampa alla fine del loro incontro durato circa un’ora e mezza. La premier non concede neppure il solito punto stampa ai giornalisti italiani, scatenando la polemica: sta fuggendo dalle domande su presunte “scintille” con il presidente della Repubblica Mattarella per il caso delle manganellate agli studenti a Pisa? I suoi portavoce smentiscono e promettono che alle domande dei media risponderà a Toronto.
Meloni non raggiunge le vette toccate dal premier Silvio Berlusconi quando disse di “essere d’accordo con l’America ancor prima di sapere cosa farà”, eppure la prima donna alla guida del governo italiano dimostra di essere in questo momento la leader dell’Europa continentale più in sintonia con la Casa Bianca di Biden. Giusto che tocchi a lei ricevere il “regalo” inaspettato: Biden si mette d’accordo persino con il governatore repubblicano della Florida – non più trumpista – Ron De Santis, e così Meloni felice può annunciare in un video distribuito nel web – poco prima dell’incontro all’Ufficio Ovale – la concessione delle autorità americane all’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti, cittadino italiano in carcere dal 1999 in Florida per un omicidio sul quale si proclama innocente. Meloni lascia a Biden un messaggio nel “Guest Book” della Casa Bianca, dove ribadisce la forza della cooperazione tra Italia e USA ricordando anche la “potenza” esercitata da venti milioni di italo americani. Già, coloro che Biden nelle prossime elezioni, lui che ha sposato la “paisà” Jill, sogna più dalla sua parte che in quella di Trump, ma che, da comunità pienamente integrata, anche questa volta nella scelta del 5 novembre si dividerà equamente tra i maggiori contendenti alla Casa Bianca.

– Foto Presidenza del Consiglio –

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Meloni a Biden “Pieno sostegno alla mediazione Usa in Medio Oriente”

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WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Lavoriamo per un G7 concreto e sostanziale”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni durante l’incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nello Studio Ovale, alla Casa Bianca.
“Intendiamo riaffermare un ordine internazionale basato sulle regole, difendendo la libertà”, ha aggiunto Meloni, che ha spiegato: “La crisi in Medio Oriente è una nostra preoccupazione, dobbiamo coordinare le nostre azioni per evitare una escalation”.
“Gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso alle navi mercantili sono inaccettabili. La missione europea Aspides, che è sotto il comando tattico dell’Italia, è un’importante risposta”, ha sottolineato Meloni. L’Italia “sostiene pienamente gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti” nella crisi in Medio Oriente. “La crisi umanitaria è la priorità numero uno – ha aggiunto -. L’Italia sta concentrando il suo contributo su questo punto, mentre sta cooperando con tutti gli attori regionali”.
“Serve una alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani. È un reato che va fermato”, ha detto ancora Meloni.
Per affrontare la crisi umanitaria a Gaza “occorre fare di più e gli Stati Uniti lo faranno. Nei prossimi giorni ci uniremo ai nostri amici della Giordania e ad altri partner per fornire lanci di rifornimenti”, ha detto Biden.
“Insisteremo affinché Israele faciliti l’ingresso di più camion per fornire a sempre più persone l’aiuto di cui hanno bisogno. Non ci sono scuse, sono in gioco vite innocenti, anche dei bambini”, ha proseguito.
“Un altro incontro per rinforzare la nostra solida amicizia e cooperazione, spinta da 20 milioni di Italo Americani”, ha scritto il premier Meloni nel suo messaggio lasciato nel Guest Book della Casa Bianca al termine dell’incontro con Biden, durato oltre un’ora.

“L’incontro – si legge in una nota di Palazzo Chigi – ha permesso di fare un punto sull’eccezionale stato delle relazioni bilaterali tra le due Nazioni, nel solco della Dichiarazione congiunta dello scorso luglio. La discussione ha messo in luce gli approcci condivisi alle più pressanti sfide globali. Con riferimento all’aggressione russa all’Ucraina si è ribadita la comune difesa dell’ordine internazionale basato sulle regole. Analoga unità di vedute è stata registrata sulla crisi in Medio Oriente, in chiave di prevenzione di una escalation regionale e di sostegno umanitario a Gaza, alla sicurezza e stabilità nel Mar Rosso e al coordinamento transatlantico nell’area Indo-Pacifica. Il colloquio ha anche permesso uno scambio di vedute sulla cooperazione con il Continente africano, nel quadro del Piano Mattei per l’Africa, e sulle opportunità di collaborazione in aree di comune interesse, anche al fine di affrontare insieme la sfida migratoria. In questo ambito, da parte italiana è stata presentata l’iniziativa per una Coalizione internazionale contro i trafficanti di esseri umani”. Sul piano bilaterale, i due leader hanno constatato “con soddisfazione che lo scorso anno l’interscambio commerciale tra Italia e Stati Uniti ha raggiunto il suo massimo storico, con un volume di 102 miliardi di dollari, convenendo di poter raggiungere risultati ancora più ambiziosi”. L’incontro ha costituito anche l’occasione per ribadire il ringraziamento alle Istituzioni americane “per avere concesso l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti”, conclude la nota.

– Foto Presidenza del Consiglio –

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In migliaia ai funerali di Navalny “La Russia sarà libera”

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MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – Migliaia di persone hanno partecipato a Mosca ai funerali di Alexei Navalny, il dissidente russo morto il 16 febbraio scorso in carcere. Le esequie si sono svolte in una chiesa della periferia della capitale.
Mentre la bara di Alexei Navalny veniva portata fuori dal luogo di culto, al termine del funerale, alcune persone tra la folla gettavano fiori sul carro funebre e gridavano “La Russia sarà libera”, come riporta la Bbc.
Ai funerali non ha partecipato la moglie dell’attivista, Yulia Navalnaya, che rischia il carcere se rientra in Russia. “Non so come vivere senza di te, ma cercherò di renderti lassù orgoglioso di me. Non so se riuscirò a sopportarlo oppure no, ma ci proverò”, scrive la vedova in un post sui social.
Presente alle esequie anche l’ambasciatore dell’Unione Europea in Russia.
“Alexei Navalny rimane un brillante esempio di ciò che la Russia potrebbe e dovrebbe essere – scrive su X l’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca -. La sua morte è un tragico promemoria di quanto il Cremlino si spingerà per mettere a tacere i suoi critici. I nostri cuori sono rivolti alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi sostenitori e a tutti coloro che ha ispirato a lavorare per un futuro migliore”.
“Oggi ci sono i funerali di Navalny, abbiamo inviato il nostro incaricato d’affari per depositare fiori sulla sua tomba, è un messaggio molto chiaro da parte dell’Italia a favore della libertà di espressione, della democrazia e della difesa dei diritti umani nella Federazione russa”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina.

– Foto Ipa Agency –

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Navalnaya “Putin mostro sanguinario capo di una banda criminale”

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“Due anni fa Putin ha iniziato una guerra totale contro l’Ucraina, una guerra brutale e subdola. Il mondo intero è accorso in aiuto dell’Ucraina, ma sono passati due anni e c’è molta stanchezza, molto sangue, molta delusione. Poi Putin ha ucciso mio marito, Alexey Navalny. Dietro suo ordine, Alexey è stato torturato per tre anni, affamato in una piccola, tagliato fuori dal mondo esterno. Poi lo hanno ucciso, abusando del suo corpo e di sua madre. Putin è capace di qualsiasi cosa e non si può negoziare con lui”. Così Yulia Navalnaya, vedova di Alexey Navalny, parlando alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo. “Se volete sconfiggere Putin davvero – afferma – dovete essere innovativi, non noiosi: non potete fargli del male con un’altra risoluzione o con un’altra serie di sanzioni, che non è diversa dalle precedenti. Non potete sconfiggerlo pensando che sia un uomo di principi, che segue una morale e delle regole. Lui – sottolinea – non è così e Alexey lo aveva capito da tempo: non avete a che fare con un politico, avete a che fare con un mostro sanguinario. Putin è il capo di una banda del crimine organizzato, che include avvelenatori e assassini, ma loro sono solo dei burattini. State combattendo contro una gang di criminali – continua – e bisogna usare i metodi che si usano contro il crimine organizzato. In questa lotta avete degli alleati affidabili, le decine di milioni di russi che sono contro la guerra e contro Putin e il male che lui porta. Non dovete agire contro loro ma al contrario – conclude – dovete lavorare con loro, dovete lavorare con noi, Putin deve rispondere a quello che ha fatto al mio Paese e ad Alexey”.
(ITALPRESS).
– Foto: Ipa Agency –

Il Salone del Mobile.Milano fa tappa a Las Vegas e Chicago

CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Dopo Miami (prima uscita lo scorso Dicembre durante la Settimana mondiale dell’arte), seguito poi a Gennaio da Dallas e NYC (le più promettenti aree geografiche per investimenti residenziali in US), il Salone del Mobile.Milano prosegue il Road to Salone 2024 negli States con altri due appuntamenti strategici per la comunicazione e la promozione della Manifestazione, che si svolgerà a Milano, dal 16 al 21 aprile 2024.
E lo fa con l’annuncio che il 2023 si è chiuso con un altro record delle vendite italiane in USA di prodotti autentici: con un totale di 73 miliardi di dollari si tratta di un altro +5% sul 2022 (era 69 miliardi) ma soprattutto di un + 19% sul 2021, primo anno di piena produzione post pandemia. Arredo ed edilizia partecipano a questo risultato con più di 3,6 miliardi di dollari (Us Customs dic 2023). Dapprima a Las Vegas, il 20 Febbraio, poi a Chicago il 22 dello stesso mese, i vertici del Salone del Mobile.Milano e l’Italian Trade Agency Miami, Ufficio competente settorialmente per il design in USA – che ha co-impostato e coordinato la missione del Salone negli Stati Uniti – hanno dato vita, in collaborazione con le principali associazioni americane di architetti, designer e costruttori, a momenti di incontro dedicati alla presentazione della 62a edizione della Manifestazione.
Il 20 Febbraio Las Vegas ha visto il Salone presentarsi, in collaborazione con American Institute of Architects – Las Vegas e Nevada, a Sphere, mezzo di intrattenimento di nuova generazione alimentato da tecnologie all’avanguardia che creano esperienze straordinarie.
Il Nevada è anche lo Stato USA in cui vi è maggiore attenzione mediatica e della comunicazione mondiale grazie al Superbowl (più di 2 miliardi di viewer, svoltosi lo scorso 11/2), il GP di Formula 1 (svoltosi lo scorso novembre), per non parlare di investimenti residenziali per nuovi casino, nuovi hotel e stadi sportivi digitali.
A Chicago, il 22 Febbraio, ha visto nuovamente in programma una conferenza del Salone, co-organizzata con AIA Chicago, dove vi è stata la partecipazione del Direttore Generale Marco Sabetta e del Direttore Marketing e Comunicazione Luca Adornato, e con la prestigiosa presenza dell’architetto Qiyao Li, AIA, Associate Principal dello studio Skidmore, Owens & Merryll, nella top 20 dei principali studi di architettura al mondo, responsabile del progetto carbon free del Villaggio Olimpico di Milano dei XXV Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026. La presentazione con il trade dell’area Laghi ha evidenziato il duplice valore dell’offerta della Manifestazione, sia quello prettamente commerciale con la presenza di circa 1.900 brand, sia quello fieristico per il suo percorso di evoluzione e metamorfosi.
La tappa quasi obbligata quella di Chicago, visto che l’Illinois è (con la Florida) lo Stato US che ha raddoppiato gli acquisiti di Made in Italy autentico negli ultimi 3 anni (quasi 4 miliardi), crescendo (sempre con la Florida) percentualmente più del 12% su base annua e il doppio della media degli US (6%).
L’incontro con SOM è stato un esclusivo incontro sul tema della sostenibilità e rigenerazione urbana e accompagna e supporta il Salone nel suo continuo percorso di evoluzione, da quello del layout della Manifestazione alla conseguente esperienza fieristica.
“Le nuove presentazioni del Salone in città della provincia US (ben 4 questo anno oltre a NYC), – in un nuovo anno record per le ns vendite di prodotti nazionali, sono state volute come parte di una strategia post pandemica di fertilizzare la conoscenza del design autentico italiano in territori che sono di maggiore crescita per acquisti, nuovi insediamenti residenziali e con gusto e scelta dei prodotti di qualità, trendy, innovativi e sostenibili – afferma Carlo Angelo Bocchi, Italian Trade Commissioner Miami -. Tutte caratteristiche che sono presenti nei distretti italiani di mobilio, arredo, illuminazione, bagno e cucina, edilizia e materiali da costruzione e dove il Salone – che li rappresenta tutti in modo valoriale – alimenta da sempre la passione americana di studi di architettura, designer, costruttori e società di ingegneria per una produzione italiana che è percepita come unica e di tendenza, ma anche sempre più innovativa e attenta a soluzioni green nell’ambito della sostenibilità e della circular economy”.
“Siamo molto contenti di questa quarta e quinta tappa del Road to Salone 2024, perchè attesta chiaramente – grazie alla numerosa e attenta presenza di architetti, designer e stampa agli incontri di Las Vegas e Chicago – il forte interesse verso l’arredo italiano di alta qualità – spiega Marco Sabetta, Direttore Generale del Salone del Mobile.Milano -. Inoltre, è una conferma che la realtà statunitense è un grande mercato in crescita e, di conseguenza, con un forte potenziale per le aziende espositrici al Salone. L’influente bacino creativo americano è, infatti, composto da innumerevoli rinomati studi di architettura e design, a cui fanno capo molti dei principali progetti immobiliari, contract e residenziali di tutto il mondo. Questi incontri che hanno presentato le tantissime novità del prossimo Salone del Mobile.Milano – dal nuovo layout, alle due grandi installazioni (firmate David Lynch e da Emiliano Ponzi, Accurat e Design Group Italia), al palinsesto di Talk e Tavole Rotonde, fino al progetto sul Food Design e alla mostra sui 25 anni del SaloneSatellite – hanno saputo suscitare nei vari stakeholder interesse e curiosità verso questa 62a edizione, che si terrà dal 16 al 21 aprile a Fiera Milano, Rho”.
Per Luca Adornato, Direttore Marketing e Comunicazione del Salone del Mobile.Milano, “è un vero piacere poter essere stati ed essere ancora negli Stati Uniti, un paese che si riconferma un’utenza di altissimo valore per il brand Salone, con la presenza di 6.059 operatori professionali presenti all’edizione 2023, corrispondenti al 5° posto su 181 nazioni di provenienza. Di altrettanto rilievo, il suo apporto all’export dell’arredo Made in Italy, posizionandosi al 2° posto tanto nel 2022 quanto nel 2023. La design community statunitense, nello specifico, ha risposto con deciso entusiasmo sul fronte social, attestandosi sempre tra i primi 5 paesi in termini di follower. Non da meno, anche la piattaforma digitale del Salone, dove i visitatori statunitensi sono cresciuti del 73% vs 2022 facendo registrare +66% in termini di sessioni. Anche la pianificazione multicanale è stata ampia, toccando sia le maggiori testate verticali sia tutti i touch point digitali del continente”.
Il Salone – forte di radici solide nella cultura italiana del fare impresa e “bel disegno” – è, difatti, una forza catalizzatrice globale, come attestano i numeri dell’edizione 2023: il 34% degli espositori viene da 37 Paesi esteri, i 550 giovani designer del SaloneSatellite da 31 Paesi e le 28 Scuole e Università di design da 18 nazioni. E ancora: il 65% di buyer e operatori di settore proviene da 181 Paesi. Delle oltre 5.000 presenze media accreditate nell’ultima edizione, il 47% proviene dall’estero.
Gli incontri di Miami, Dallas, New York e questi ultimi di Las Vegas e Chicago coordinati da ITA – Italian Trade Agency con la partnership tecnica delle singole sezioni geografiche dell’American Institute of Architects (AIA), hanno portato in US l’informazione e la cultura del Salone, ispiratore di relazioni creative e professionali sempre più solide nel tempo. Questi incontri hanno rappresentato un’opportunità unica per il Salone per promuovere tutte le iniziative e anticipare le prime informazioni sul nuovo format e i contenuti della 62ª edizione della Manifestazione.

– Foto GP Communications North America Inc. –

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Spagna, incendio divora grattacielo a Valencia. Almeno 10 morti

VALENCIA (SPAGNA) (ITALPRESS) – Dieci vittime accertate, almeno 16 persone disperse e numerosi feriti, tra cui molti vigili del fuoco, due donne e un bambino. Questo il bilancio provvisorio di un vasto incendio che ha distrutto un grattacielo di 14 piani nel quartiere Campanar di Valencia. Le fiamme si sono sviluppate nel pomeriggio di ieri all’ottavo del palazzo piano per motivi in corso di accertamento e a causa del forte vento si sono rapidamente propagate anche alla torre vicina. Nello stabile vivono circa 350 persone in 140 appartamenti. I corpi carbonizzati sono stati localizzati dai droni dei vigili del fuoco, che a causa delle altissime temperature e del rischio di crolli non possono ancora entrare nell’edificio. Altre 14 persone sono rimaste ferite, per fratture, ustioni e intossicazione da fumo. Numerosi residenti, fra i quali un padre con la figlia rimasti per due ore su un balcone, sono rimasti a lungo intrappolati nei piani superiori dell’edificio e sono stati portati in salvo dai pompieri. Secondo una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, il materiale isolante sugli edifici costruiti 15 anni fa avrebbe favorito il rapido sviluppo del rogo, peraltro senza che si siano attivati i sistemi antincendio. La dinamica del disastro è molto simile a quella dell’incendio del grattacielo Grenfell di Londra nel 2017 e della Torre dei Moro di Milano. Messaggi di vicinanza alle vittime sono arrivati da tutti i vertici istituzionali dal Paese.(ITALPRESS).

Foto: Ipa Agency

Usa 2024, perché Trump non può far gettare la spugna a Haley

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di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – In South Carolina, il 24 febbraio si sarebbe dovuta disputare la partita elettorale più favorevole a Nikki Haley nel lungo duello con Donald Trump nelle primarie che nomineranno il candidato repubblicano per la sfida di novembre. L’ex ambasciatrice all’ONU del 45esimo presidente degli USA, infatti gioca “in casa”: nel 2010, l’allora sconosciuta Haley, contro tutte le previsioni, vinse le elezioni che la elevarono la prima governatrice donna dello Stato del Sud dove lei era nata 38 anni prima da genitori immigrati dall’India. Ma a distanza di 14 anni da quel clamoroso trionfo e a poche ore dalle primarie di sabato, nel suo Stato Haley si ritrova con oltre 30 punti di distacco da Trump. A questo punto l’appuntamento elettorale è atteso con la curiosità di sapere se quella di Trump sarà una vittoria schiacciante oppure se, come successe in New Hampshire, sarà netta ma senza umiliare colei che aspira ad essere la prima donna nominata dal GOP per la presidenza. Haley ha comunque già annunciato ai media nazionali – in un discorso chiamato “The state of the race”, Lo stato della corsa – che la sua corsa continuerà, qualunque cosa succeda sabato in South Carolina.
Haley non è infatti più un “candidato normale”, che di fronte ad una umiliante sconfitta proprio nello stato che ha governato, sarebbe costretto a gettare la spugna. Perché la sua candidatura si riflette in quella assolutamente inedita nella storia delle elezioni americane del suo avversario. Un ex presidente imputato in diversi processi (4 penali), con spade costituzionali che potrebbero annullarne non la partecipare alle elezioni, ma l’eventuale esercizio della carica presidenziale anche se vincesse, fanno di Haley la “riserva vincente” pronta alla sostituzione. I candidati non rinunciano per l’umiliazione di una sonora sconfitta alle primarie, ma perché quella prosciuga le donazioni senza le quali non si continua la costosissima campagna. Invece, con lo stato di “riserva”, Haley gode di un continuo flusso di donatori, per lo più composto non solo dai ‘never Trump’ ma anche da quegli interessi che non vogliono un democratico alla Casa Bianca e che sono convinti che invece la candidatura di Trump porterà alla vittoria di Biden o di un suo sostituto. Per questo l’ex ambasciatrice è “finanziariamente immune” dalle batoste elettorali già subite da Trump e quelle future.
Ma perché Haley è rimasta così indietro a Trump proprio nel suo Stato? È stata forse una governatrice impopolare? Haley governò bene per i repubblicani che la votarono e la confermarono e anche tra democratici e indipendenti acquistò simpatie dopo aver firmato la legge che abbassò per sempre la bandiera confederata davanti al Parlamento dello Stato. Allora perché Trump resta stravincente in South Carolina? Il partito repubblicano in cui nel 2010 e 2014 Haley vinceva le elezioni non c’è più, ormai è quello “personale” del leader del movimento MAGA (Make America Great Again). Inoltre Haley si trova così indietro, perché in queste primarie aperte – sia indipendenti che democratici possono votare nelle primarie repubblicane se non hanno votato in quelle del Partito democratico – le è mancata la spinta “fuori” dal suo partito. I democratici non sono stati “mobilitati” per darle una mano e da questo fatto, dove il partito del presidente in carica non ha cercato di aiutare Haley, c’è la conferma che l’amministrazione Biden teme la candidatura di Haley molto più di quella di Trump, un candidato “pericolo per la democrazia” ma ritenuto, anche grazie ai suoi guai giudiziari, molto più “abbordabile” per le elezioni di novembre.

– Foto Onu –

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Ucraina, Tajani “Italia impegnata per una pace giusta”

ROMA (ITALPRESS) – “L’Italia sente forte la responsabilità di marcare in modo solenne il proprio chiaro e fermo sostegno a Kiev, vogliamo essere all’altezza del momento: l’aspettativa ucraina è molto forte” e, “alla luce degli ultimi drammatici sviluppi sul terreno, Kiev ha intensificato gli appelli alla compattezza degli alleati”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in audizione nelle Commissioni Esteri di Camera e Senato sull’intesa sulla cooperazione di sicurezza tra Italia e Ucraina. “Mai come in questo momento è importante sottolineare la volontà di assicurare al Davide aggredito i mezzi per difendersi contro il Golia russo: solo questa è la via per arrivare a una pace giusta e duratura”, perchè “la sconfitta dell’Ucraina porterebbe al dominio russo e non a una pace”.
“Il futuro di Kiev è nella famiglia europea: il percorso di adesione all’Unione andrà gestito con visione politica, sulla base del merito e dei progressi nelle riforme – ha sottolineato Tajani -. Abbiamo un preciso dovere politico e morale di aiutare un Paese sovrano che combatte per la propria sopravvivenza”, ha sottolineato. “Aiutare l’Ucraina vuol dire difendere la nostra stessa libertà e i nostri valori, tutelare le regole di convivenza che sono alla base del sistema internazionale: è un’esigenza che riguarda tutti noi. La sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza dell’Europa”, ha aggiunto il vicepremier.
“Il nostro accordo, come quelli stipulati da Francia, Germania e Regno Unito, non sarà giuridicamente vincolante”. Dall’intesa sulla cooperazione di sicurezza tra Italia e Ucraina “non derivano obblighi sul piano del diritto internazionale, nè impegni finanziari” e “non sono previste garanzie automatiche di sostegno politico o militare”, ha spiegato Tajani.
“La nostra intesa bilaterale non richiederà quindi la procedura di ratifica parlamentare. E’ evidente però che, alla luce dell’impegno politico che il governo si appresta ad assumere, è nostra intenzione assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento”, ha aggiunto.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).