ROMA (ITALPRESS) – “Non posso in questa sede non ribadire la mia preoccupazione per quanto sta avvenendo in Israele e Palestina. Tutti siamo rimasti scioccati dall’attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro la popolazione in Israele, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio”. Così Papa Francesco ricevendo in udienza il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per la presentazione degli auguri per il nuovo anno. “Ripeto la mia condanna per tale azione e per ogni forma di terrorismo ed estremismo: in questo modo non si risolvono le questioni tra i popoli, anzi esse diventano più difficili, causando sofferenza per tutti. Infatti, ciò ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato la morte di decine di migliaia di palestinesi, in maggioranza civili, tra cui tanti bambini, ragazzi e giovani, e ha causato una situazione umanitaria gravissima con sofferenze inimmaginabili”, ha aggiunto. “Ribadisco il mio appello a tutte le parti coinvolte per un cessate il fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria. Auspico che la Comunità internazionale percorra con determinazione la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme, affinchè israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza. Il conflitto in corso a Gaza destabilizza ulteriormente una regione fragile e carica di tensioni”, ha concuso il Santo Padre.
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Papa Francesco chiede cessate il fuoco e liberazione ostaggi a Gaza
Biden alla carica per la democrazia ma non basterà
di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Joe Biden, che ad 81 anni è già il Commander-in-Chief più anziano della storia degli Stati Uniti, vorrebbe essere confermato alla presidenza e ha quindi scelto la vigilia dell’anniversario del 6 gennaio per pronunciare il primo discorso di lancio della sua campagna elettorale. Esattamente tre anni fa, la democrazia più longeva del mondo ha rischiato di essere assassinata dall’assalto al Congresso da parte di una folla inferocita di MAGA (Make America Great Again, l’inno di battaglia di Donald Trump). Secondo la commissione d’inchiesta del Congresso composta da legislatori che quel 6 gennaio del 2021 rischiarono la vita, i MAGA furono convocati e aizzati dal presidente Trump sconfitto da Biden due mesi prima.
Tre anni dopo, parlando in Pennsylvania nei pressi di un luogo simbolo della guerra d’indipendenza americana, il 46esimo presidente ha pronunciato un discorso carico di condanna nei confronti del suo predecessore, ormai indicato dai sondaggi come il suo più probabile avversario nel voto del 5 novembre 2024, giorno che Trump chiama “della vendetta”. Biden con tono sprezzante, ha detto che Trump ha già diretto un’insurrezione contro la democrazia e la Costituzione degli Stati Uniti e se tornasse al potere porterebbe a termine il suo obiettivo: distruggere le fondamenta democratiche della nazione.
Ricostruendo le azioni di Trump prima, durante e dopo l’attacco del 6 gennaio, Biden ha avvertito che non si può permettere a Trump e ai suoi sostenitori di presentare una ricostruzione falsa di quella giornata e del tentativo violento di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020. Biden ha detto che sostenere la democrazia della nazione diventa “la causa centrale della mia presidenza” e denunciando Trump che si rifiuta di condannare la violenza politica, ha aggiunto che “non si può essere filo-insurrezionisti e filo-americani”.
Ricordando come Trump e i suoi alleati hanno trascorso i tre anni successivi alla rivolta negando e deviando le responsabilità, minimizzando la gravità delle violenze e addirittura sostenendo che fosse tutto un complotto del “deep state”, Biden ha accusato il suo rivale di cercare di “rubare la storia, nello stesso modo in cui ha cercato di rubare le elezioni”.
“Trump ha esaurito ogni via legale a sua disposizione per ribaltare le elezioni del 2020” ha detto Biden, aggiungendo che alla fine è stato riportato alla verità, “cioè che io ho vinto le elezioni e lui è un perdente”. Per questo secondo Biden, a Trump che non voleva accettare la verità era rimasto a sua disposizione “un atto disperato, la violenza del 6 gennaio”.
Evocando quel suo discorso pronunciato durante la campagna elettorale del 2020, quando Biden si era definito il custode dell’“anima dell’America”, il presidente americano ha definito le prossime elezioni come una scelta tra chi sostiene gli ideali democratici e chi vuole il caos per fare i propri interessi.
“Non c’è confusione su chi sia Trump o cosa intenda fare”, ha ripetuto Biden, aggiungendo: “Sappiamo tutti chi è Donald Trump, ma la domanda è: chi siamo noi?”.
Biden ha biasimato anche i legislatori repubblicani che dopo il 6 gennaio del 2021 avevano condannato il tentativo insurrezionista di Trump, ma che adesso sono tornati ad appoggiare le sue falsità. Adducendo il voltafaccia alla “politica, alla paura e al denaro”, Biden ha condannato “queste voci MAGA che conoscono la verità sul 6 gennaio e hanno abbandonato la democrazia”.
Il presidente ad un certo punto ha stretto i pugni e maledicendo Trump, lo ha paragonato agli autocrati “bugiardi” di alcuni paesi stranieri, e per questo Trump non sarebbe degno di essere considerato tra i leader americani, perché non ha avuto rispetto della scelta elettorale del suo popolo.
“Dobbiamo essere chiari”, ha ripetuto Biden, in queste elezioni “sono in ballo la democrazia e la libertà”.
Biden, che nei sondaggi continua ad annaspare con un indice di gradimento tra i più bassi dei presidenti degli ultimi 70 anni, ha scelto con i suoi consiglieri di ripresentare la campagna elettorale del 2024 come l’ultima spiaggia in difesa della democrazia, come aveva già fatto con successo nel 2020.
Gli basterà? Già i commentatori filo-democratici temono che a Biden, da inquilino della Casa Bianca e non più sfidante, far dominare questo tema non basti a vincere. Come ha subito osservato David Axelrod, già “stratega” elettorale di Barack Obama, per vincere Biden dovrà collegare la difesa dei “valori democratici” ad una proposta chiara e concreta per migliorare la vita dei cittadini americani, preoccupati dal carovita e di far quadrare i conti alla fine del mese.
Inoltre il voto dei giovani si è allontanato da Biden, con le decisioni contro il cessate il fuoco per Gaza che hanno peggiorato questo distacco; la vittoria di Obama così come la sconfitta di Hillary, provano ai democratici che senza un’affluenza record ai seggi degli under 30, la Casa Bianca torna sempre al Gop.
Bisogna anche ricordare che l’”indipendente” Robert Kennedy jr, terzo incomodo tra Biden e chiunque sarà lo sfidante repubblicano (ok Trump è strafavorito, ma Nikki Haley e Ron DeSantis non si arrendono), continua ad avere una sorprendente performance nei sondaggi: il figlio di RFK e nipote di JFK, potrebbe a novembre far perdere chi lo sottovaluta.
Trump, dal canto suo, parlando venerdì sera a una manifestazione elettorale in Iowa, dove il 15 gennaio parte la corsa dei repubblicani per la nomination, ha replicato al rivale democratico col suo stile da bullo-spaccone: dopo aver definito il discorso di Biden “patetico”, lo ha scimmiottato imitandone la balbuzie… Intanto nello stesso giorno del discorso di Biden sulla democrazia messa in pericolo da Trump, la Corte Suprema ha preso in esame la questione se gli Stati, come ha già fatto il Colorado, possano eliminare dalle schede elettorali il 45esimo presidente, accusato di insurrezione, per via del quattordicesimo emendamento della Costituzione. Di sicuro, il 2024 sarà un altro anno dominato dalla politica di Donald Trump, che determinerà nel bene, nel male o nel caos il futuro della democrazia americana e del mondo.
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Nuova missione di Blinken in Medio Oriente tra i timori di un’escalation
ROMA (ITALPRESS) – Il capo della diplomazia degli Stati Uniti, Antony Blinken, torna oggi in Medio Oriente per proseguire l’intensa attività diplomatica dell’amministrazione Biden sul conflitto che va avanti da tre mesi tra Israele e Hamas, mentre crescono i timori per un’estensione regionale della crisi. Il tour di una settimana del segretario di Stato Usa, il quarto nella regione dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele, includerà visite in Israele e Cisgiordania, nei paesi del Golfo e in Egitto. Farà tappa anche in Turchia e in Grecia. Blinken ripeterà i suoi appelli per portare un maggior numero di aiuti umanitari a Gaza. Tenterà inoltre di ottenere progressi sulla delicata questione di come la Striscia di Gaza possa essere gestita dopo la guerra. A spiegarlo ai giornalisti è stato il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller.
Blinken viaggia con le preoccupazioni per l’escalation regionale sotto i riflettori. Dopo che martedì scorso un raid ha ucciso il vice capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh Al-Arouri, nella capitale libanese Beirut. Il leader di Hezbollah sostenuto dall’Iran, impegnato in scontri a fuoco con Israele dal Libano meridionale, ha detto che la sua milizia sciita “non può stare in silenzio”. Giovedì l’esercito Usa ha effettuato un attacco di ritorsione a Baghdad uccidendo il leader di una milizia sostenuta dall’Iran, accusata dei recenti attacchi contro il personale americano. Il conflitto si è inoltre insinuato anche nelle rotte marittime vitali del Mar Rosso. Gli Houthi, che controllano gran parte dello Yemen, hanno lanciato droni e missili contro più di 20 navi dal 19 novembre. “Non è nell’interesse di nessuno, né di Israele, né della regione, né del mondo, che questo conflitto si estenda oltre Gaza”, ha detto Miller, aggiungendo che Blinken discuterà i passi che le parti possono intraprendere per evitare un’escalation.
Come nei viaggi precedenti, Blinken cercherà di avviare discussioni su come sarà gestita Gaza se e quando Israele raggiungerà il suo obiettivo di sradicare Hamas, che governa la Striscia dal 2007. “Discuteremo della necessità di una governance combinata che unisca la Cisgiordania e Gaza sotto la leadership palestinese, ma i dettagli li terrò per conversazioni diplomatiche private”, ha detto Miller. I vicini arabi di Israele hanno reagito, insistendo sul fatto che garantire un cessate il fuoco dovrebbe essere la priorità. Washington questa settimana ha criticato due ministri israeliani per aver sostenuto il reinsediamento dei palestinesi fuori Gaza, affermando che Israele aveva assicurato ai funzionari statunitensi che le dichiarazioni non riflettono la politica del governo. Miller ha ammesso che sono grandi le sfide che Blinken deve affrontare. “Non ci aspettiamo che ogni conversazione durante questo viaggio sia facile”, ha detto.
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Zelensky “Grato a Italia e Meloni per rafforzamento scudo aereo”
ROMA (ITALPRESS) – “Ho parlato con Giorgia Meloni per congratularmi con l’Italia per aver assunto la presidenza del G7 e ringraziarla per il suo costante sostegno nel G7 e nel percorso di adesione dell’Ucraina all’Ue. Ho informato il primo ministro dei recenti attacchi di massa della Russia. Sono grato all’Italia e personalmente a Giorgia per la disponibilità a continuare a rafforzare lo scudo aereo dell’Ucraina. Un’ulteriore difesa aerea salva vite umane e sostiene la vita normale nelle nostre città”. Così su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Abbiamo anche discusso della produzione congiunta di difesa e del contributo che l’Ucraina e l’Italia possono dare nel rafforzare non solo le nostre due nazioni, ma l’intera Europa e la sicurezza globale. Abbiamo prestato particolare attenzione all’imminente incontro dei consiglieri per la Formula di Pace e al nostro lavoro congiunto sulle garanzie di sicurezza bilaterali per l’Ucraina”, ha concluso Zelensky.
Da parte sua, il premier Gorgia Meloni nel corso del colloquio telefonico esprimendo solidarietà per le vittime dei recenti bombardamenti russi su tutto il territorio ucraino, ha assicurato che il tema dell’aggressione russa all’Ucraina sarà al centro della Presidenza italiana del G7 e ha confermato il continuo sostegno in ogni ambito del Governo italiano alle Autorità ucraine con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura.
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Iran, esplosione vicino alla tomba di Soleimani
TEHERAN (ITALPRESS) – Un’esplosione è avvenuta nel cimitero di Qassem Soleimani nell’anniversario della sua uccisione. Secondo i media ufficiali iraniani l’esplosione è avvenuta vicino al cimitero della città meridionale di Kerman, durante una cerimonia che commemora l’uccisione del defunto comandante della forza Quds, il generale iraniano Soleimani. L’ufficiale iraniano è morto nel 2020 in un attacco di droni statunitensi all’aeroporto di Baghdad. Il bilancio delle vittime dell’attentato avvenuto nel cimitero di Karman, in Iran, è di 84 morti e centinaia di feriti, secondo quanto riferiscono fonti locali.
Per le autorità iraniane si tratta di un attentato terroristico compiuto tramite l’esplosione di due buste cariche di esplosivo comandato a distanza, a circa 700 metri, posti in una zona che porta all’entrata del cimitero. La situazione di alcuni feriti è molto grave. Gli ospedali di Kerman sono in allerta e si preparano a trasferire feriti gravi a Teheran.
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Droni israeliani contro miliziani a Gaza e Cisgiordania
TEL AVIV (ITALPRESS) – Le forze di sicurezza israeliane (IDF) hanno usato oggi dei droni armati per colpire i miliziani palestinesi attivi a Gaza e in Cisgiordania. L’IDF fornisce un aggiornamento mattutino sulla sua recente attività a Gaza e afferma che in una scuola a Khuza’a, nel sud di Gaza, le truppe della 5a Brigata abbiano trovato un tunnel. La brigata ha anche colpito diversi siti di Hamas nell’area, comprese posizioni di osservazione e di lancio di missili. L’esercito sostiene che le truppe della Brigata Givati hanno avvistato un agente di Hamas mentre tentava di piazzare un ordigno esplosivo su un carro armato israeliano a Khan Younis, nel sud di Gaza. Secondo l’IDF, le truppe hanno diretto un drone per colpire il miliziano. Sempre a Khan Younis, l’IDF afferma che le truppe della Brigata Kfir hanno diretto un attacco aereo su un impianto di produzione di armi appartenente alla Jihad islamica palestinese. Nel frattempo, nel nord di Gaza, l’IDF afferma che le truppe della Brigata Nahal hanno identificato una cellula di Hamas che utilizza droni nell’area dei quartieri Daraj e Tuffah di Gaza City, per osservare le forze israeliane.
La cellula è stata eliminata dall’attacco di un drone. In Cisgiordania inoltre l’IDF afferma di aver effettuato un attacco con droni contro un gruppo di uomini armati palestinesi durante un raid nel campo profughi di Nur Shams. Il raid antiterrorismo su larga scala vicino a Tulkarem è stato lanciato durante la notte. Finora le truppe israeliane hanno interrogato decine di sospetti e arrestato sei palestinesi ricercati. L’attacco con i droni è stato effettuato contro un gruppo di palestinesi che lanciavano ordigni esplosivi contro le truppe israeliane. L’IDF afferma che l’operazione è ancora in corso. A Qalqilya, l’esercito israeliano afferma di aver arrestato altri quattro palestinesi ricercati e sequestrato armi. Dal 7 ottobre, secondo l’IDF, le truppe hanno arrestato più di 2.570 palestinesi ricercati in Cisgiordania, tra cui più di
1.300 affiliati ad Hamas.
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Aereo in fiamme a Tokyo dopo l’impatto con un altro velivolo. Cinque morti
TOKYO (ITALPRESS) – Un aereo ha preso fuoco all’atterraggio sulla pista dell’aeroporto Haneda di Tokyo, in Giappone, dopo una collisione con un velivolo della Guardia costiera. Lo riferiscono i media giapponesi. Sono state evacuate le 379 persone a bordo dell’aereo di Japan Airlines. Sono morti cinque dei sei membri della Guardia costiera che erano a bordo del velivolo che si è scontrato con l’Airbus della Japan Airlines.
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Israele respinge la proposta di Hamas sugli ostaggi
TEL AVIV (ITALPRESS) – Israele ha respinto una proposta avanzata dal gruppo palestinese di Hamas tramite i mediatori di Qatar e Egitto. A riferirlo questa mattina è il sito di notizie statunitense Axios, che cita due funzionari israeliani e una fonte informata. Attraverso i mediatori di Doha e del Cairo, Hamas ha presentato a Israele la proposta di un nuovo accordo di scambio per gli ostaggi. Le autorità dello Stato ebraico hanno respinto la proposta, ma una delle fonti israeliane ha fatto notare come l’offerta dimostra comunque come il gruppo palestinese sia pronto a impegnarsi in negoziati per un nuovo accordo, anche se i combattimenti a Gaza continuano. Hamas finora ha chiesto che Israele cessi i bombardamenti prima che il gruppo possa sedersi a un nuovo tavolo del negoziato.
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