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In Grecia vince la destra di Mitsotakis. Meloni “Insieme otterremo importanti risultati”

ROMA (ITALPRESS) – Il leader conservatore Kyriakos Mitsotakis ha sconfitto il suo rivale di centro-sinistra nella seconda elezione in Grecia in un mese. Il suo partito Nuova Democrazia (ND) ha ottenuto il 40,55 per cento dei voti, quasi 23 punti percentuali in più di Syriza.
“Mi sono congratulata con Mitsotakis per il successo elettorale. A lui ho rivolto auguri affettuosi di buon lavoro. Italia e Grecia insieme possono ottenere importanti risultati a beneficio dei nostri popoli, delle nostre Nazioni e del nostro Continente”. Così in un tweet il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
-foto agenziafotogramma.it-
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Ucraina, attacchi missilistici russi nell’area di Kupyansk

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MOSCA (ITALPRESS) – Elicotteri del gruppo aeronautico Zapad hanno lanciato 11 attacchi missilistici e bombe sulle aree di concentrazione di due brigate delle Forze armate dell’Ucraina nella direzione di Kupyansk. Lo ha riferito alla TASS il capo del centro stampa del gruppo, Sergei Zybinsky. “Durante i combattimenti nell’area di Kupyansk, gli equipaggi degli elicotteri d’attacco Ka-52, Mi-28 e degli aerei d’attacco Su-25 del gruppo di aviazione Zapad hanno lanciato 11 attacchi missilistici e bombe su 9 aree di concentrazione di manodopera, armi, attrezzature militari e speciali e la composizione della 14a brigata meccanizzata separata e della 103a brigata di difesa territoriale separata “, ha detto Zybinsky.
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La Wagner ferma la marcia verso Mosca, negoziato Lukashenko

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Il capo del Gruppo Wagner Evgenij Prigozhin ha annunciato di aver dato l’ordine di riportare i
convogli alla base e tornare sul campo di battaglia in Ucraina. La decisione dopo l’intervento e la mediazione del presidente bielorusso Aleksander Lukashenko. Prigozhin ha sottolieato che la scelta è arrivata per senso di responsabilità e per evitare spargimenti di sangue. I mercenari del gruppo Wagner hanno lasciato Rostov. Il presidente russo Vladimir Putin ha sentito al telefono Alexander Lukashenko e lo ha ringraziato per il lavoro svolto. La cronaca della gionnata: un convoglio del gruppo Wagner, la forza paramilitare alle prime luci dell’alba ha preso il controllo di Rostov, la città russa di oltre un milione di abitanti al confine con il Donbass, si sta avvicinando a Mosca. A metà pomeriggio gli uomini di Yevgeny Prigozhin, l’ex cuoco di Putin, sono stati immortalati nei pressi di Lipetsk, sull’autostrada che collega Voronezh alla capitale. Solo 400 chilometri separavano i ribelli dal cuore nevralgico del Paese, in quella che è stata una giornata che sicuramente entrerà nella storia. I rapporti fra il capo della Wagner e i vertici russi erano tesi già da settimane ma nessuno si sarebbe aspettato un’evoluzione così clamorosa, che modifica gli equilibri non solo per quanto riguarda il conflitto in Ucraina. La miccia che avrebbe scatenato la rivolta e la conseguente marcia su Mosca sarebbe stata la richiesta (leggasi imposizione) di trasferire l’intero comando della forza paramilitare sotto il controllo dell’esercito, ossia del nemico numero uno Sergei Shoigu. Un invito rispedito al mittente, al quale sono seguiti altri insulti verso le più alte cariche del governo, la richiesta di ritrattare, il “niet” di Prigozhin e la rottura totale con lo stesso Vladimir Putin, che fino a ieri, in qualche modo, aveva sempre difeso il suo ex socio (in affari, si dice). Ma che dalle parole, per quanto forti, si potesse passare a una sorta di colpo di stato nessuno lo aveva previsto. Tanto meno il Cremlino, che ha sostanzialmente consegnato Rostov alla Wagner, conquistata senza sparare un colpo. E che non ha quasi opposto resistenza alla cavalcata fino a Lipetsk, se non bombardando un deposito di carburante che avrebbe potuto rifornire i paramilitari di Prigozhin. Una situazione incandescente e in continuo sviluppo, anche perché lo “zar”, nel suo discorso alla nazione, è stato chiaro: la Russia sta combattendo “la battaglia più dura per il suo futuro”. Ha parlato esplicitamente di “ammutinamento armato” e di “pugnalata alle spalle”, definendo l’azione come un tradimento al Paese e ribadendo che saranno prese “azioni decisive” per normalizzare la situazione. Ha anche chiesto a chi ha organizzato l’insurrezione di “fermare le vostre azioni criminali” mentre in serata il Cremlino ha offerto l’amnistia a chi depone immediatamente le armi. Per l’intero pomeriggio si sono rincorse voci (poi smentite) di un possibile “trasloco” di Putin a San Pietroburgo mentre Mosca si sta preparando al peggio, con blocchi armati nelle direttrici in entrata e una preoccupazione latente lungo le strade. In questo crescendo di tensione ci sono state naturalmente le reazioni internazionali e prima di tutto quelle di Kiev, che nel corso della giornata ha mantenuto un atteggiamento prudente. Volodymyr Zelensky ha osservato come al Cremlino si sia deciso di mandare centinaia di migliaia di persone in guerra per poi doversi barricare e difendersi dagli stessi che si è provveduto ad armare. Secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino, “le prossime 48 ore definiranno il nuovo status della Russia. Che sia una vera e propria guerra civile o una transizione di potere negoziata o una tregua temporanea prima della prossima fase della caduta del regime di Putin, tutti i potenziali giocatori stanno ora scegliendo da che parte stare”. Caute anche le dichiarazioni occidentali mentre da Washington filtra una certa preoccupazione, perché se è vero che Vladimir Putin dal 24 febbraio 2022 è diventato il nemico numero uno di tutto il fronte occidentale, è altrettanto chiaro che una Russia menomata, smembrata e in mano a gruppi paramilitari o ai ceceni di Ramzan Kadirov farebbe ancora più paura. Mosca ha il principale arsenale atomico del mondo e bisognerebbe evitare che finisca nelle mani sbagliate. (ITALPRESS).
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Prigozhin e il gruppo Wagner occupano sedi militari russe a Rostov

MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – Il gruppo di mercenari Wagner ha occupato il quartier generale dell’esercito russo a Rostov. Lo annuncia in un video su Telegram, Yevgeny Prigozhin. Il leader del gruppo di mercenari, ha minacciato di rovesciare i comandi militari russi, affermando di essere pronto a morire insieme a migliaia dei suo combattenti. Prigozhin, quindi, rivolgendosi al popolo russo lo invita a non credere a quanto dice la tv di stato, rivelando che sono migliaia i militari russi uccisi nel conflitto con l’Ucraina. Le autorità di Rostov, intanto, hanno invitato gli abitanti a rimanere a casa. Contro Prigozhin è stato aperto un provvedimento penale per un tentativo di ribellione armata. Il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe a breve parlare alla nazione, riferiscono fonti del Cremlino.

Foto: agenziafotogramma.it

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Putin “Difenderemo popolo russo da ogni tradimento interno”

MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – “Difenderemo il nostro popolo e lo stato da qualsiasi tradimento interno”. Lo afferma il presidente russo Valdimir Putin in un discorso alla nazione dopo che il gruppo di mercenari Wagner, capeggiato da Yevgeny Prigozhin, ha occupato il quartier generale dell’esercito russo a Rostov. Putin parla di tradimento verso “gli eroi che combattono sul fronte ucraino”. “La Russia conduce una pesante battaglia contro i neonazisti, noi combattiamo per la vita e l’indipendenza dei nostri cittadini, per il diritto di rimanere russi. Una battaglia che decide il destino dei russi – aggiunge -. Abbiamo una grande responsabilità quando conflitti interni vengono sfruttati da chi vuole indebolirci”. Putin parla di “colpo alla schiena” verso le “persone che combattono sul fronte. Un colpo dato al popolo russo, come nel 1917 quando la vittoria nella prima Guerra Mondiale gli è stata rubata, con la distruzione dello stato, la perdita dei grandi territori, con una guerra fratricida. Noi non permetteremo che questo si ripeta. Difenderemo il nostro popolo da qualsiasi tradimento interno. Tradimento del proprio paese, del proprio popolo, tredimento di quella causa per il quale stiamo combattendo. Tradimento di quei morti, eroi, che hanno dato la loro vita per liberare il Donbass. Tradimento da chi cerca di spingere il paese verso l’anarchia, alla sconfitta” aggiunge Putin.
“Le nostre azioni contro questa minaccia saranno molte dure. I colpevoli saranno puniti e risponderanno davanti alla legge e al nostro popolo, Le forze armate hanno ricevuto istruzioni in merito. Misure anti terrorismo sono già in atto nella zona di Mosca e nella zona di Rostov e del Don. Come comandante in capo e cittadino russo farò di tutto per difendere la nostra costituzione, la nostra sicurezza. Di questo risponderanno coloro che cercano di coinvolgervi in questo crimine. Vi chiedo di non commettere questo errore e di difendere ciò che è sacro per noi. Insiema al paese supereremo questo ostacolo e diventeremo più forti” ha concluso Putin il suo messaggio televisivo.

foto: agenziafotogrfamma.it

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Papa “Affrontare il tema dell’accoglienza senza scuse e indugi”

ROMA (ITALPRESS) – “Pensando a Cristo presente in tanti disperati
che fuggono da conflitti e cambiamenti climatici, occorre far
fronte al problema dell’accoglienza, senza scuse e indugi.
Affrontiamolo insieme, perchè le conseguenze si ripercuotono su
tutti. #WithRefugees”. Così è Papa Francesco in un tweet nella
Giornata mondiale del rifugiato.
-foto agenziafotogramma.it-
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Blinken incontra Xi a Pechino “Non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan”

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ROMA (ITALPRESS) – Sorrisi e affari. Svolta decisiva nei rapporti fra Cina e Stati Uniti. Più di ogni commento parlano le immagini e parole di distensione, cooperazione e pace del vertice a Pechino fra il Segretario di Stato Blinken, il Presidente Cinese Xi Jinping, il ministro degli esteri Qin Gang ed il responsabile esteri del partico comunista cinese Wang Yi. I concetti chiave della svolta, pace, distensione e sviluppo economico, sono stati esplicitati bilateralmente: “Non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan, ma vogliamo che Taipei possa difendersi” ha affermato il Segretario di Stato americano. “La Terra accoglie pienamente il rispettivo sviluppo e la prosperità comune di Cina e Stati Uniti e il popolo cinese, come quello americano, ha il diritto di perseguire una vita migliore “ha replicato Xi Jinping, che ha anche sottolineato come Washington e Pechino dovrebbero agire responsabilmente e gestire in modo appropriato le loro relazioni e non danneggiare i rispettivi interessi”.
Quel “non sosteniamo l’indipendenza di Taiwan” rappresenta il quid diplomatico del cambio di prospettiva della politica estera Usa. Il riconoscimento, cioè, della sovranità geografica e politica della Cina sull’isola, storicamente parte integrante della nazione cinese, supera l’arroccamento della difesa a tutti i costi dell’isola che per 75 anni è stato l’ultimo rifugio degli anticomunisti eredi del generalissimo Chiang Kai-shek, sconfitto nel 1948 dall’esercito di Mao. Resta da vedere quali garanzie autonomiste Pechino può assicurare a Taipei, che resta uno dei poli mondiali dello sviluppo dell’industria elettronica, informatica e delle telecomunicazioni. Punto di partenza potrebbe essere uno status simile a quello di Hong Kong prima maniera, cioè con una effettiva autonomia economica e amministrativa. “C’è una differenza profonda per gli Usa e per molti altri Paesi tra derisking e decoupling”, ha non a caso precisato il segretario di Stato americano dopo i colloqui con la leadership cinese, riferendosi alla perdita di correlazione e alla diminuzione dell’interdipendenza economica con riferimento a una varietà di contesti differenti.
“Ne beneficiamo anche noi quando c’è una crescita nel progresso in un altro Paese, soprattutto se si tratta di una delle più grandi economie del mondo”, ha detto Blinken. Evidente dopo i novanta minuti di faccia a faccia fra il Segretario di Stato americano e il Presidente XiJinping la distensione dopo le tensioni e i rapporti a dir poco glaciali degli ultimi mesi. Una distensione che traspare dai sorrisi e da vari segnali non soltanto formali: Xi ha inviato i suoi saluti al presidente Usa, Joe Biden, ricambiati da quest’ultimo tramite Blinken. Un feeling a distanza che lascia pensare al dove e al quando si svolgerà il prossimo incontro diretto fra Biden e Xi. “Il mondo ha bisogno di una relazione stabile tra Cina e Stati uniti e il fatto che Cina e Stati uniti vadano o meno d’accordo ha un impatto sul futuro e sul destino dell’umanità” ha rimarcato Xi Jinping. Per evitare forzature diplomatiche, sul fronte ucraino Blinken si è limitato a sottolineare che la Cina ha assicurato che non fornirà armi alla Russia.
“Gli Stati Uniti – ha tuttavia focalizzato il Segretario di Stato nella conferenza stampa – accoglierebbero con favore un ruolo costruttivo da parte della Cina sulla guerra in Ucraina. Pechino é anche in una posizione unica – ha aggiunto Blinken – per esercitare pressioni sulla Corea del Nord e porre fine al comportamento pericoloso di Pyongyang”. Le premesse per un accordo di coesistenza pacifica fra Washington e Pechino sono concrete ed i primi favorevoli riscontri dei mercati finanziari anticipano che il rilancio dell’economia globale sarebbe davvero notevole, soprattutto se alla stabilizzazione dell’area del pacifico si dovesse aggiungere la fine del conflitto in Ucraina anche grazie all’apporto della Cina, interessata a sviluppare rapporti commerciali con l’Europa. Mai come ora la Cina è stata globalmente vicina.

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Migranti, naufragio al largo della Grecia, almeno 79 vittime

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Ancora un tragico naufragio nelle acque del Mediterraneo. L’ONG Alarm Phone ha riferito che al largo di Pylos, in Grecia, un barcone con circa 750 migranti a bordo si è capovolto, provocando almeno 79 vittime. Altri 104 migranti sono stati soccorsi, gli altri risultano ancora dispersi.
La barca era stracolma, sia sul ponte che all’interno. Secondo le testimonianze raccolte da Alarm Phone, dentro c’erano soprattutto donne e bambini mentre gli uomini erano seduti fuori.
Tutti i sopravvissuti sono stati portati al porto di Kalamate, dove circa 30 migranti hanno avuto bisogno di cure mediche e sono state trasportate in ospedale, per poi essere portate al centro di accoglienza e identificazione di Malakasa. E’ stato riferito che le persone a bordo provenivano da Siria, Afghanistan, Pakistan, Palestina ed Egitto.
Il primo ministro greco Ioannis Sarmas ha dichiarato tre giorni di lutto per le vittime.
L’agenzia europea Frontex ha confermato che il suo velivolo di sorveglianza aveva individuato la barca martedì alle 09:47 e aveva immediatamente informato le autorità competenti. Ha aggiunto che l’agenzia è pronta a sostenere le autorità greche nell’operazione SAR in corso.
“Smettetela di incolpare le persone in movimento per aver cercato di sfuggire dalla vostra violenza! Smettila di incolpare le persone in movimento per la propria morte! Fermare i respingimenti, porre fine alla morte in mare, abbattere i confini dell’Europa!”, è il monito di Alarm Phone.

– foto Aegean Boat Report –

(ITALPRESS).