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Il presidente ucraino “A Roma importante visita per la vittoria”

ROMA (ITALPRESS) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è ha incontrato al Quirinale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sul torrino del Colle, oltre al tricolore e al simbolo della Presidenza della Repubblica, anche le bandiere dell’Ucraina e dell’Unione Europea. All’arrivo di Zelensky sono stati eseguiti gli inni nazionali ucraino e italiano, poi dopo la presentazione delle rispettive delegazioni ha preso il via il colloquio tra i due capi di Stato.

“Per l’Italia è un onore averla qui a Roma. Sono lieto di incontrarla nuovamente dopo il nostro incontro di oltre tre anni addietro, anche se la condizione che voi state affrontando è ben diversa. Noi siamo pienamente al vostro fianco, benvenuto presidente”, ha detto Mattarella aprendo l’incontro con Zelensky. A seguire il presidente ucraino si è recato a Palazzo Chigi, dove è in corso l’incontro con il premier Giorgia Meloni.

Il presidente ucraino era atterrato nell’area militare all’aeroporto di Ciampino. Ad accoglierlo il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e l’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk.

“Oggi sono a Roma. Sto per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Primo Ministro, Giorgia Meloni e il Papa. Un’importante visita in vista della vittoria dell’Ucraina”, scrive Zelensky sul suo profilo Twitter.

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Zelensky atteso a Roma per incontri con il Papa, Mattarella e Meloni

ROMA (ITALPRESS) – Sabato 13 maggio è atteso a Roma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Sono previsti incontri con Papa Francesco, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con il premier Giorgia Meloni.

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Putin “Dall’Occidente una guerra reale contro la Russia”

MOSCA (ITALPRESS) – “Contro di noi è stata intrapresa una guerra reale”. Lo ha detto il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, nel suo discorso a Mosca in occasione della Giornata della Vittoria, in memoria della capitolazione della
Germania nazista durante la seconda guerra mondiale.
Per Putin “le elite globaliste occidentali colpiscono le persone e dividono la società, provocano conflitti e sconvolgimenti sanguinosi, seminano russofobia, nazionalismo aggressivo, distruggono i valori tradizionali della famiglia”.
“Sembra che abbiano dimenticato a cosa hanno portato le folli pretese dei nazisti – ha proseguito il presidente della Russia -, hanno dimenticato chi ha sconfitto questo mostruoso male, sacrificando la propria vita”. “Da noi in Russia la memoria è sacra – ha aggiunto Putin -, commemoriamo anche i partecipanti di altri eserciti come quello statunitense, quello del Regno Unito, ricordiamo anche i cinesi che hanno combattuto il militarismo giapponese, e lavoriamo per un mondo multipolare”.
Poi è tornato a parlare dell'”operazione militare speciale” in Ucraina, dicendosi orgoglioso di “tutti coloro che combattono in prima linea, che resistono al fronte sotto il fuoco, che salvano i feriti. Non c’è niente di più importante ora del vostro lavoro. La sicurezza del Paese poggia su di voi, il futuro del nostro popolo dipende da voi”.
“Il popolo ucraino è diventato ostaggio di un golpe e di un regime che a Kiev cerca di raggiungere i propri scopi”, ha proseguito.

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Carlo III incoronato Re, sovrano di un regno nuovo e diverso

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L’attenzione del mondo intero era concentrata su dove si sarebbe seduto Harry, il figlio “reietto” del Re. Ma in realtà, una volta derubricata la pratica (in terza fila, dietro sua zia Anna, che gli copriva il viso con il pennacchio del cappello), la scena è stata tutta per Carlo III e la Regina consorte Camilla. Una cerimonia che ha proiettato il trono d’Inghilterra in un futuro che Elisabetta II non era riuscita, nel suo lungo regno, a comprendere e gestire. Per la prima volta l’investitura a visto coinvolte quattro diverse religioni, tutte le lingue del regno e ogni diversità di genere. Un pò di numeri: 70 anni dall’ultima incoronazione, 2.300 ospiti, 100 capi di Stato, un miglio di parata con 7.000 soldati e 19 bande musicali militari. Uno schieramento che di forze che però non è servito a placare i 2000 e oltre contestatori che si sono riuniti a Trafalgar Square sotto la statua di Carlo I, unico re giustiziato dal popolo nel 1649. Ma le considerazioni sull’utilità di avere una famiglia reale e una corte nel XXI secolo, in un Paese che in questo momento ha enormi problemi economici e sociali, con il costo della vita che si è quasi raddoppiato dal 2020 a oggi quando la Brexit è diventata ufficiale, passano comunque oggi in secondo piano. Al netto di tutto questo, il mondo ha assistito a un momento che resterà impresso nella storia, come la proclamazione di un Papa (e ricordiamo che il Re d’Inghilterra è anche capo della chiesa anglicana). La lunga celebrazione all’interno dell’Abbazia di Westminster ha avuto momenti di grande fascino, con Re Carlo III visibilmente compreso nel suo ruolo e che più volte ha tradito, con il suo sguardo triste, il pensiero nei confronti della madre scomparsa lo scorso 8 settembre. E anche consapevole di quello che gli aspetta negli anni della sua reggenza, dovendo gestire un regno sempre più diviso e stratificato. Dovrà essere un re in grado di comprendere la diversità, e non basterà il suo impegno nei confronti dell’ambiente a renderlo popolare. Aleggia sempre su di lui, e sulla regina consorte Camilla, il fantasma di Lady Diana Spencer (non a caso Sir Reginald, noto anche come Elton John, ha cortesemente declinato l’invito a cantare alla celebrazione). Ma in una giornata così fissata nell’immaginario di questo secolo le polemiche possono essere messe da parte per qualche ora. La cerimonia, oltretutto preparata in maniera perfetta dalla regia della Bbc, sarà ricordata come una delle migliori trasmissioni nella storia della televisione, e che ha permesso a molte generazioni di comprendere che cosa voglia dire avere un Re. Elisabetta II e la sua famiglia reale erano diventate ormai da molti anni personaggi da tabloid e giornali scandalistici. Una tendenza che hanno cavalcato negli ultimi anni Harry e la consorte Meghan. Ma quello che realmente viene fuori oggi è tutt’altro. Carlo III sarà a capo di un regno che non vuole più essere tale, che alla luce delle elezioni locali di appena 24 ore prima vuole tendere a sinistra, con un tonfo clamoroso da parte dei conservatori e una crescita, prevista, da parte dei laburisti e, segnale importantissimo, dei Liberal-Democratici e dei Verdi. Il fervore pro-monarchico c’è, è dimostrato dalle migliaia di persone che si sono accampate sul percorso della cerimonia già giorni prima dell’incoronazione e dal corteo che ha celebrato il Re e la Regina. Ma nel resto della città le reazioni sono tiepide. Nei pub si attende con maggiore trepidazione il calcio d’inizio delle partite di oggi della Premier League e la notizia migliore è quella di potere bere per due ore in più in questo weekend di festa. L’incoronazione è costata 125 milioni di sterline ai contribuenti britannici. Re Carlo III dovrà essere un grande sovrano anche per farlo dimenticare.
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Tajani “Governo francese in imbarazzo, ma mancano le scuse”

MILANO (ITALPRESS) – “La precisazione dei francesi è stata insufficiente, non ci sono le scuse, il ministro dell’Interno ha detto delle cose incredibili, contro la Meloni, contro il governo, persino contro l’Italia e gli italiani, andate a risentirlo, è davvero inaudito”. Lo ha detto, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Secondo il titolare della Farnesina, quello del ministro dell’Interno francese Darmanin “è stato un insulto gratuito e volgare ad un Paese amico, alleato, i cui vertici istituzionali sono in perfetta sintonia, per giunta nel primo anno di applicazione del Trattato del Quirinale. Vorrei vedere se Piantedosi avesse detto delle cose simili sulla Francia e sul suo governo, cosa sarebbe successo, ci sarebbero state delle conseguenze gravissime”. Tajani ha confermato poi di aver avvisato la premier Meloni a proposito della cancellazione della sua visita programmata a Parigi: “La nota del ministero degli Esteri francese era insufficiente” ha detto “se non arrivavano le scuse occorreva annullare la visita”. “C’è un attacco a freddo, come un pugnalata alle spalle, da parte di un esponente di primo piano del governo della Francia. Non sono cose che si possono ignorare. Di sicuro però il resto dell’esecutivo di Macron non la pensa come Darmanin. Il comunicato non è sufficiente perchè non ci sono le scuse, ma da parte francese si nota comunque sia il dispiacere che l’imbarazzo su quanto accaduto” conclude Tajani.(ITALPRESS).

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Papa “Prego per un futuro di pace. E’ triste vedere le porte chiuse ai migranti”

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BUDAPEST (ITALPRESS) – “Da questa grande città e da questo nobile Paese vorrei riporre nel suo cuore la fede e il futuro dell’intero Continente europeo, a cui ho pensato in questi giorni, e in modo particolare la causa della pace”. Così Papa Francesco prima della recita del Regina Caeli, in Piazza Kossuth Lajos, a Budapest. “Santa Vergine, guarda ai popoli che piu’ soffrono. Guarda soprattutto al vicino martoriato popolo ucraino e al popolo russo, a te consacrati. Tu sei la Regina della pace, infondi nei cuori degli uomini e dei responsabili delle Nazioni il desiderio di costruire la pace, di dare alle giovani generazioni un futuro di speranza, non di guerra; un avvenire pieno di culle, non di tombe; un mondo di fratelli, non di muri”. Nell’omelia della messa in Piazza Kossuth Lajos, a Budapest il Pontefice aveva detto: “È triste e fa male vedere porte chiuse: le porte chiuse del nostro egoismo verso chi ci cammina accanto ogni giorno; le porte chiuse del nostro individualismo in una società che rischia di atrofizzarsi nella solitudine; le porte chiuse della nostra indifferenza nei confronti di chi è nella sofferenza e nella povertà; le porte chiuse verso chi è straniero, diverso, migrante, povero”.
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Papa Francesco vola in Ungheria, viaggio all’insegna della pace

ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco è partito per Budapest. Inizia oggi il viaggio apostolico di tre giorni in Ungheria per il Santo Padre, il 41esimo del suo Pontificato e il secondo quest’anno, dopo la visita nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan.
Una visita “al centro dell’Europa sulla quale continuano ad abbattersi gelidi venti di guerra mentre gli spostamenti di tante persone pongono all’ordine del giorno questioni umanitarie urgenti”, aveva detto il Pontefice al Regina Caeli di domenica scorsa.
Papa Francesco, che era già stato in Ungheria nel 2021, è il secondo Pontefice dopo Giovanni Paolo II a recarvisi. A Budapest l’accoglienza ufficiale in aeroporto da parte del vice primo ministro ungherese Semjen. Poi gli incontri con il presidente Novak, il premier Orban, il Corpo diplomatico e la società civile.
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Ucraina, telefonata Xi-Zelensky “Cooperazione per pace giusta”

ROMA (ITALPRESS) – Telefonata tra il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo quanto riferisce su Twitter Wang Lutong, direttore generale per gli Affari Europei del ministero degli Esteri cinese, Xi ha affermato che “il rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale è il fondamento politico delle relazioni tra Cina e Ucraina” e che “il dialogo è l’unica via d’uscita per la crisi ucraina”.
Inoltre “la Cina invierà un inviato speciale per gli affari eurasiatici in Ucraina e in altri paesi per una comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi. In qualità di grande paese responsabile, la Cina si impegna a svolgere un ruolo costruttivo per la pace”.
“Durante la conversazione durata un’ora, abbiamo discusso una gamma completa di questioni di attualità delle relazioni bilaterali – spiega su Telegram Zelensky -. Particolare attenzione è stata prestata alle modalità di una possibile cooperazione per stabilire una pace giusta e sostenibile per l’Ucraina”.
“Nessuno vuole la pace più del popolo ucraino. Siamo sulla nostra terra e lottiamo per il nostro futuro, esercitando il nostro diritto inalienabile all’autodifesa – aggiunge -. La pace deve essere giusta e sostenibile, basata sui principi del diritto internazionale e sul rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Non può esserci pace a spese dei compromessi territoriali. L’integrità territoriale dell’Ucraina deve essere ripristinata entro i confini del 1991. Abbiamo anche discusso dei modi per rafforzare il partenariato ucraino-cinese”.
“Prima dell’invasione russa su vasta scala, la Cina era il primo partner commerciale dell’Ucraina. Credo che la nostra conversazione di oggi darà un forte impulso al ritorno, alla conservazione e allo sviluppo di questa dinamica a tutti i livelli”, conclude il presidente ucraino.

– foto Agenziafotogramma.it –

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