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Terremoto in Turchia e Siria, le vittime sono oltre 11.700

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ROMA (ITALPRESS) – Il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria continua ad aggravarsi: oltre 11.700 persone hanno perso la vita. I numeri, però, sono ancora provvisori. Continuano gli sforzi dei soccorritori per salvare più persone possibili e anche la squadra di soccorso italiana ha messo in salvo due ragazzi ad Antiochia. In Turchia si contano 9.057 morti e 52.979 feriti, secondo i dati comunicati dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. In Siria, in base a quanto riporta Sky News, 1.262 persone hanno perso la vita nelle aree controllate dal governo e 1.400 sono le vittime nella parte del paese controllata dai ribelli. Le repliche che si sono verificate dopo la prima scossa e il freddo non hanno aiutato i soccorsi. L’Afad, l’autorità per la gestione delle emergenze in Turchia, ha evidenziato che dal primo terremoto che ha colpito Kahramanmaras si sono verificate in totale 700 scosse.
Intanto oggi il presidente turco ha visitato le zone colpite dal sisma. “Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse”, ha detto Erdogan, secondo quanto riferisce Anadolu. Per il presidente turco il paese ha agito con tutte le sue istituzioni e risorse. “I nostri cittadini – ha affermato – non devono preoccuparsi, non permetteremo mai che rimangano senza riparo”, ha aggiunto Erdogan, spiegando che 6.444 edifici sono crollati a causa del terremoto.
Nell frattempo prosegue la corsa contro il tempo dei soccorritori. Le immagini dei salvataggi diffuse dai media turchi lasciano ancora un po’ di speranza. Un’adolescente, in base a quanto riporta Anadolu, è stata estratta viva dalle macerie 58 ore dopo il devastante terremoto e pure un bambino di sette mesi è stato salvato dopo più di due giorni.
Anche la squadra di soccorritori italiani, composta da vigili del fuoco, personale sanitario e della Protezione civile, è al lavoro in Turchia e ha già salvato due ragazzi in due diversi soccorsi in edifici crollati ad Antiochia. Uno dei due, un 23enne bloccato tra le macerie di una palazzina venuta giù, è stato recuperato dopo nove ore d’intervento dalle squadre Usar dei Vigili del fuoco. Le operazioni di salvataggio risultano, però, “estremamente complesse per le numerose scosse di assestamento”, scrivono i Vigili del fuoco in un tweet. Si attendono, intanto, notizie dell’unico italiano che non è stato ancora rintracciato tra i connazionali presenti sul luogo del terremoto.

-foto agenziafotogramma.it-
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Continua a crescere il numero delle vittime terremoto Turchia e Siria

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ROMA (ITALPRESS) – In Turchia e Siria continuano gli sforzi dei soccorritori per far fronte alle conseguenze disastrose del terremoto che si è verificato nella notte del 6 febbraio e dalle altre scosse registrate nelle ore successive. Una vera corsa contro il tempo per cercare di salvare quante più persone possibili, anche se il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi: si contano ora oltre 6 mila morti. I numeri, però, sono ancora provvisori. In Turchia almeno 4.544 persone sono rimaste uccise, altre 26.721 sono state ferite e oltre 8.000 sono state messe in salvo nel territorio colpito dal sisma, secondo quanto riferito dall’agenzia turca Anadolu, che cita l’autorità per la gestione delle emergenze del paese. In Siria, in base a quanto riporta Sky News, almeno 812 persone sono morte nelle aree controllate dal governo e circa 1.020 hanno perso la vita nelle zone controllate dall’opposizione.

Si scava ancora tra le macerie causate dalla potente scossa che ha raso al suolo palazzi, edifici e monumenti. Tantissime le vittime, ma anche diverse persone messe in salvo. Le immagini dei salvataggi trasmesse dai media turchi riaccendono la speranza. Come nel caso, riportato da Anadolu, della bambina di quattro anni estratta viva dalle macerie 33 ore dopo il terremoto nella provincia di Hatay. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che aveva definito il terremoto come il peggiore che abbia colpito la Turchia dal 1938, ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle dieci province colpite dal sisma. Il paese è in lutto nazionale fino a domenica 12 febbraio.
Intanto arrivano aiuti e solidarietà da tutto il mondo. “Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in Turchia e Siria”, ha scritto su Twitter Papa Francesco. “Continuo a pregare – ha continuato il pontefice – per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L’aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia”.

La squadra di soccorritori italiani stamattina è giunta in Turchia ed è già al lavoro. Intanto la Farnesina sta ancora cercando di mettersi in contatto con l’unico italiano che non è stato ancora rintracciato tra i connazionali presenti sul luogo del terremoto.

foto: agenziafotogramma.it

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Terremoto tra Turchia e Siria, oltre 5 mila morti. Un italiano disperso

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ROMA (ITALPRESS) – Si aggrava il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria nella notte del 6 febbraio: i morti registrati nei due paesi sono oltre 5 mila ma il bilancio è ancora provvisorio, mentre continua il lavoro dei soccorritori.
In particolare, in Turchia 3.381 persone sono rimaste uccise e altre 20.426 ferite, secondo quanto riferito dall’agenzia turca Anadolu, che cita un funzionario dell’agenzia per i disastri del paese. In Siria, 733 persone sono morte nelle aree controllate dai ribelli e altre 656 persone hanno perso la vita nelle regioni controllate dal governo, in base a quanto riporta Sky News.
I soccorritori hanno continuato a lavorare tutta la notte, nonostante il freddo, per recuperare le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Secondo quanto riferisce Anadolu, quattro persone sono state salvate 28 ore dopo il crollo di un edificio a Gaziantep, città colpita dal sisma nel sud della Turchia. Molte persone, però, restano accanto alle macerie nella speranza di rivedere vivi i loro cari.
Aree urbane, edifici, palazzi e monumenti nelle aree colpite dal terremoto sono crollati. Dopo la prima scossa della notte, la terra ha continuato a tremare, con tante repliche di cui una di magnitudo 7.5 nella mattina di lunedì. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha definito il sisma come il peggiore che abbia colpito la Turchia dal 1938. Poi Erdogan ha annunciato un periodo di lutto nazionale di sette giorni, con bandiere a mezz’asta fino a domenica 12 febbraio.
Nel frattempo nelle aree colpite dal sisma giungono aiuti da tutto il mondo. I soccorritori italiani dei Vigili del fuoco e della Protezione civile sono già arrivati in Turchia, atterrati alle 6 di questa mattina (ora italiana) all’aeroporto di Adana, nel Sud del paese. Il gruppo è composto da 50 vigili del fuoco dei team Usar di Toscana e Lazio, 11 sanitari e 6 unità del Dipartimento della Protezione civile. I vigili italiani utilizzano equipaggiamenti e attrezzature speciali per la ricerca e il soccorso, quali geofoni, robot, termocamere, search-cam, e sono addestrati a fornire immediatamente il supporto vitale di Base (BLS), come riferito dal Viminale.
Tutti gli italiani che si trovavano nella zona del sisma sono stati rintracciati ma una persona manca all’appello. “L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma, tranne uno”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Si sta cercando ancora – ha aggiunto – un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui”.
-foto agenziafotogramma.it-
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Il Papa ai giovani del Congo “Dalle vostre mani può venire la pace”

KINSHASA (CONGO) (ITALPRESS) – “La virtualità non basta, non possiamo accontentarci di interfacciarci con persone lontane o persino finte. La vita non si tocca con un dito sullo schermo. E’ triste vedere giovani che stanno ore davanti a un telefono: dopo che si sono specchiati, li guardi in faccia e vedi che non sorridono, lo sguardo è diventato stanco e annoiato. Niente e nessuno può sostituire la forza dell’insieme, la luce degli occhi, la gioia della condivisione”. Lo ha detto Papa Francesco, rivolgendosi ai giovani in uno Stadio dei Martiri gremito a Kinshasa, in Congo.
“Giovane – ha esortato Francesco -, dalle tue mani può venire la pace che manca a questo Paese”.
Per il Pontefice chi si sente onnipotente “è come un albero sradicato: anche se grande e robusto, non si regge in piedi da solo. Ecco perchè bisogna radicarsi nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio, che ci permette di crescere ogni giorno in profondità, di portare frutto e di trasformare l’inquinamento che respiriamo in ossigeno vitale. Per farlo, ogni albero ha bisogno di un elemento semplice ed essenziale: l’acqua. Ecco, la preghiera è “l’acqua dell’anima””.
“Pensate alla droga: ti nascondi dagli altri, dalla vita vera, per sentirti onnipotente – ha sottolineato il Papa -; e alla fine ti ritrovi privo di tutto. Ma pensate anche alla dipendenza dall’occultismo e dalla stregoneria, che rinchiudono nei morsi della paura, della vendetta e della rabbia. Non lasciatevi affascinare da falsi paradisi egoisti, costruiti sull’apparenza, su guadagni facili o su religiosità distorte”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Mattarella “Aiuti all’Ucraina per fare cessare la guerra”

ROMA (ITALPRESS) – “Il sostegno politico, economico e militare all’Ucraina e le sanzioni alla Russia sono funzionali a far cessare la guerra, non ad alimentarla”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale Katalin Novak, presidente di Ungheria, in visita ufficiale. Oltre all’invasione russa dell’Ucraina e alle conseguenze politiche, economiche e umanitarie, secondo quanto si apprende i temi di discussione sono stati i rapporti bilaterali, il futuro dell’Ue e le relazioni con gli USA, le migrazioni, i Balcani occidentali e la persecuzione dei cristiani nel mondo.

– foto ufficio stampa Quirinale –

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Biden “Non invieremo F16 a Kiev”

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WASHINTON (ITALPRESS) – Gli Stati Uniti non invieranno i caccia F-16 che l’Ucraina ha richiesto per contrastare l’aggressione militare della Russia. Lo ha detto il presidente Joe Biden rispondendo “no” a una domanda in merito dei giornalisti alla Casa Bianca.
-foto agenziafotogramma.it-
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Ucraina, Crosetto “Putin va fermato e costretto a trattare”

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ROMA (ITALPRESS) – Le richieste dell’Ucraina all’Italia “non sono cambiate rispetto al passato: serve materiale di difesa aerea, per difendersi dai missili”. Lo afferma in un’intervista a La Stampa il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Non posso parlare del contenuto dei decreti emanato dal precedente governo. In quello che sarà approvato da questo non sono previste armi di artiglieria”, sottolinea. “Non posso fornire dettagli, ma il Parlamento, attraverso il Copasir, sarà sempre e puntualmente informato, come prevede la legge”, aggiunge il ministro. “Le pressioni internazionali che la Germania ha subito sono assurde. A differenza di quanto fanno alcuni politici con l’Italia, io non mi intrometto nel dibattito interno di altri Paesi – dice ancora Crosetto -. Ma non può sfuggire il dettaglio che il governo tedesco sia formato da una coalizione di partiti che in campagna elettorale avevano proposto una forte riduzione della spesa militare”. Per il ministro siamo in una fase diversa del conflitto “perché la Russia ha cambiato atteggiamento. È in arrivo una pesante campagna sul terreno e ci sono 300 mila soldati che la Russia sta formando per inviarli al fronte. L’Ucraina deve compensare la differenza numerica delle forze in campo. È per questo che le loro richieste di sostegno militare sono aumentate”.
“La percezione delle opinioni pubbliche, non solo in Italia, è che questa guerra sia all’origine della crisi economica, e cresce il rischio che ci sia qualcuno che dia la colpa all’Ucraina, spaccando i nostri Paesi. È quello su cui punta Putin. C’è un terreno su cui la Russia e la Cina hanno un vantaggio rispetto agli altri, specialmente alle nostre democrazie occidentali – sottolinea Crosetto -: non hanno delle opinioni pubbliche a cui rispondere. I governi democratici occidentali invece devono prendere decisioni che vanno sempre spiegate, condivise e accettate dall’opinione pubblica. È il bello del consenso democratico. Ma in un momento di crisi questo può rappresentare un fattore di debolezza”. Secondo alcuni osservatori l’unico modo per far vincere la guerra all’Ucraina è un intervento militare della Nato. Per Crosetto “non si tratta di vincere la guerra, ma di far capire a Putin che non la può vincere lui e costringerlo a sedersi al tavolo della pace, perché non c’è alternativa alla trattativa diplomatica. Segnalo anche che è importante ricordare che la Nato, formalmente, è rimasta fuori dalla guerra proprio perché non si è voluto autorizzare il racconto “Nato contro Russia”. Il gruppo che si incontra periodicamente a Ramstein ad esempio ha dentro Paesi Nato, la Ue e Paesi non Nato che appoggiano l’Ucraina. E non è un caso che i russi cerchino di sfidare nazione per nazione chi appoggia l’Ucraina, Italia in testa”.

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Papa “L’Africa sia protagonista del suo destino”

KINSHASA (CONGO) (ITALPRESS) – L’Africa “non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare”. Lo ha detto Papa Francesco, a Kinshasa, aprendo la sua visita in Congo. Il Pontefice ha svolto il suo intervento nel giardino del Palais de la Nation dopo l’incontro con il presidente della Repubblica, Felix Tshisekedi. “Giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa. Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare – ha sottolineato il Papa -. Sia protagonista del suo destino. Il mondo faccia memoria dei disastri compiuti lungo i secoli a danno delle popolazioni locali e non dimentichi questo Paese e questo Continente. L’Africa, sorriso e speranza del mondo, conti di più: se ne parli maggiormente, abbia più peso e rappresentanza tra le Nazioni”.
Francesco ha chiesto “una diplomazia dell’uomo per l’uomo, dei popoli per i popoli, che non dia spazio alle mire di espansione e all’aumento dei profitti, ma alle opportunità di crescita della gente”. “Guardando a questo popolo, si ha l’impressione che la Comunità internazionale si sia quasi rassegnata alla violenza che lo divora – ha sottolineato il Pontefice -. Non possiamo abituarci al sangue che in questo Paese scorre ormai da decenni, mietendo milioni di morti all’insaputa di tanti. Si conosca quanto qui accade. I processi di pace in corso, che incoraggio con tutte le forze, siano sostenuti coi fatti e gli impegni siano mantenuti”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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