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Draghi a Zelensky “L’Italia non riconosce i referendum russi”

ROMA (ITALPRESS) – Il presidente del Consiglio ha avuto una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Il colloquio si è incentrato sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno e sui “referenda” illegali indetti dalla Federazione Russa nelle zone occupate del Donbass, di Kherson e di Zaporizhzhia.
Draghi ha assicurato che l’Italia non riconoscerà l’esito dei “referenda” e ha confermato il continuo sostegno da parte del Governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraina in tutti gli ambiti.

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Von Der Leyen propone un nuovo pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia

BRUXELLES (ITALPRESS) – La Commissione Europea propone un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Lo ha annunciato la presidente Ursula Von der Leyen.
“La Russia ha intensificato l’invasione dell’Ucraina, siamo determinati a fare pagare al governo di Mosca il prezzo di questa ulteriore escalation”, ha detto Von der Leyen.
L’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia proposto dalla Commissione Europea comprende “il divieto per i cittadini europei di sedere nei consigli di amministrazione delle imprese statali russe”.
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Medvedev “La Russia ha il diritto di usare le armi nucleari se necessario”

MOSCA (ITALPRESS) – “La Russia ha il diritto di usare armi nucleari, se necessario. In casi predeterminati. In stretta conformità con i fondamenti della politica statale nel campo della deterrenza nucleare: se noi o i nostri alleati veniamo attaccati usando questo tipo di arma, o se durante l’aggressione usando le armi convenzionali minacceranno l’esistenza stessa del nostro Stato”.
Lo scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Inoltre, ha aggiunto, la Russia farà “di tutto” per “prevenire la comparsa di armi nucleari nei nostri vicini ostili”. “Ad esempio, nell’Ucraina nazista, che oggi è direttamente controllata dai paesi della Nato”.
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Attacchi russi in diverse aree dell’Ucraina. Il patriarca di Mosca Kirill “Via i peccati per chi muore in guerra”

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Mentre fino a martedì si continuerà a votare nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk e nelle regioni occupate di Kherson e Zaporizhzhia, la prima domenica dell’ottavo mese di guerra è stata caratterizzata da un lancio di missili su diverse aree dell’Ucraina. Partendo dal referendum sull’annessione alla Russia, mentre Mosca parla di un processo democratico e regolare, da Kiev arrivano
notizie esattamente opposte. Gli uomini di Putin si starebbero infatti presentando di casa in casa obbligando le persone al voto. Chi lo fa, dimostrando di esprimersi per il “sì”, riceverebbe immediatamente il passaporto russo, gli altri rischierebbero il licenziamento quasi immediato dal proprio posto di lavoro.
Difficile verificare la fondatezza di queste informazioni ma di certo si tratta di un referendum controllato dai militari, senza possibilità di opinione mediatica per chi esprime posizioni contrarie e per di più non riconosciuti dalla comunità internazionale, che l’ha definito una farsa. Oltretutto, il quesito rappresenta un cambio di prospettiva radicale nelle due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, per la cui indipendenza da Kiev si era espressa Mosca all’inizio delle ostilità mentre oggi dalle autorità delle stesse giunge appunto la richiesta di annessione alla Russia. Una decisione che sconfessa uno dei capisaldi della cosiddetta “operazione speciale” e dimostra la confusione che regna al Cremlino e nei territori controllati. Mentre nelle quattro regioni si vota, come anticipato, nel resto dell’Ucraina si continua a morire. Sarebbero almeno sette gli attacchi missilistici e ventidue quelli aerei avvenuti nel
week-end ed avrebbero causato numerosi feriti sia nell’area della centrale nucleare che a Odessa, dove sono riecheggiate le esplosioni dopo alcune settimane di tranquillità. Da Mosca giunge invece notizia di un deciso inasprimento delle pene per coloro che rifiutano di imbracciare le armi: fino a dieci anni di carcere per chi non vuole recarsi al fronte, ed anche per questo continua la fuga di uomini in età di arruolamento. Sarebbero 70 mila i russi già scappati all’estero, alcuni in Finlandia, di più verso Georgia
e Kazakistan anche se le forze speciali di Mosca starebbero cercando di dissuadere con ogni mezzo chi tenta di andarsene. Sulla mobilitazione di massa è intervenuto anche il patriarca Kirill, il quale, in sintonia con Putin, ha dichiarato che “se muori per il tuo Paese sarai per sempre con Dio”. “Non avere paura
di perdere la vita, vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare”. Il religioso ha aggiunto oggi, nel suo sermone domenicale: “Via i peccati per chi muore in Ucraina. Siamo consapevoli che chi muore adempiendo al proprio dovere militare si sacrifica per gli altri – ha detto Kirill – e questo sacrificio
lava via tutti i peccati commessi”. L’unica speranza, in queste giornate sempre più dense di foschi
presagi, arriva dalla Cina, che anche in queste ore ha cercato più o meno sommessamente di prendere le distanze dall’invasione, sostenendo, per bocca di Xi Jinping, la necessità di rispettare l’integrità di tutti i paesi. Concetto peraltro ribadito anche da Erdogan, che fin qui è stato il leader politico più ascoltato dal Cremlino. Cina, Turchia e forse l’India potrebbero rappresentare l’ancora di salvezza per evitare che il conflitto ucraino coinvolga il resto del mondo.
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Ucraina, Zelensky ai coscritti delle aree occupate “Sabotate i russi”

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – “Salvate le vostre vite e aiutateci a indebolire e distruggere gli occupanti”. E’ l’appello rivolto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla popolazione “dei territori temporaneamente occupati” dai russi.
“Nascondetevi dalla mobilitazione russa con ogni mezzo – prosegue Zelensky -. Evitate le lettere di leva, cercate di raggiungere il territorio libero dell’Ucraina. Ma se siete già entrati nell’esercito russo, sabotate qualsiasi attività del nemico, ostacolate qualsiasi operazione russa, forniteci qualsiasi informazione importante sugli occupanti: le loro basi, il quartier generale, i magazzini con munizioni. E alla prima occasione, passate alle nostre posizioni. Fate di tutto per salvarvi e aiutare a liberare l’Ucraina”.

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Medvedev “Useremo ogni arma per difendere i territori annessi”

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MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – “Si terranno i referendum e le repubbliche del Donbass e altri territori saranno accettati in Russia”. Lo scrive su Telegram Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale della Russia. “La protezione di tutti i territori che avranno aderito sarà notevolmente rafforzata dalle forze armate russe. La Russia ha annunciato che non solo le capacità di mobilitazione, ma anche qualsiasi arma russa, comprese le armi nucleari strategiche e le armi basate su nuovi principi, potrebbero essere utilizzate per tale protezione”.
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Biden “Da Putin minacce irresponsabili”

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NEW YORK (ITALPRESS) – “Il presidente Putin ha fatto minacce nucleari irresponsabili”. Lo ha detto Joe Biden intervenendo all’assemblea generale dell’Onu.
Per Biden Putin vuole “annientare il diritto dell’Ucraina ad esistere”.Gli Stati Uniti vogliono porre fine alla guerra in Ucraina solo “a condizioni eque”, in linea con il principio che “non si può occupare a piacimento il territorio di un altro Paese”. Biden ha precisato: “Non cerchiamo il conflitto, non cerchiamo una Guerra fredda, non chiediamo a nessuna nazione di scegliere tra gli Stati Uniti o qualsiasi altro partner, ma gli Stati Uniti promuoveranno sempre la nostra visione di un mondo libero, aperto, sicuro e prospero”.
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Putin annuncia la mobilitazione parziale “L’Occidente vuole distruggerci”

ROMA (ITALPRESS) – L’annuncio di una “mobilitazione parziale in Russia per difendere il paese”, il riferimento al nucleare, il sostegno al referendum promosso nel weekend nei territori ucraini conquistati. Sono questi i punti essenziali del discorso di Vladimir Putin, che in mattinata ha parlato alla nazione in un atteso messaggio che era stato fissato per martedì sera e in seguito misteriosamente rinviato a stamattina. Il presidente russo ha ancora una volta sfidato frontalmente l’Occidente, accusandolo di aver prima sciolto l’URSS nel 1991 e adesso di “russofobia” e di voler “indebolire e smembrare la Russia”. E’ per questo che il capo del Cremlino ha annunciato la mobilitazione parziale in Russia, chiamando per il momento i soli riservisti a un nuovo periodo di addestramento: “Per la difesa del nostro popolo, della sovranità della Russia e dell’integrità del nostro territorio, ho appoggiato la decisione del ministero della difesa e dello stato maggiore di introdurre la mobilitazione parziale. Questa riguarderà i cittadini che fanno parte delle riserve, che hanno già svolto il servizio militare di formazione all’interno delle forze armate”.
Il decreto è già stato firmato e l’operazione inizierà da oggi. Putin ha poi annunciato che il Donbass è “parzialmente liberato”, che il Luhansk è stato “ripulito dai nazisti” e che in tal senso “i territori occupati dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per l’adesione alla Russia hanno il nostro pieno sostegno”. Il riferimento è ai referendum promossi dai leader filorussi dei territori ucraini di Luhansk, Kherson, Donetsk e Zaporizhzhia, dove dal 23 al 27 settembre si terrà un voto-farsa per l’annessione alla Russia. A quel punto, qualsiasi azione bellica all’interno di queste zone sarebbe considerata come un attacco diretto al Cremlino. E’ la temuta ma attesa escalation militare di Putin, che rivolgendosi ancora all’Occidente ha concluso il proprio discorso evocando il nucleare.
“Abbiamo molte armi per rispondere alle vostre azioni e questo non è un bluff. Useremo tutti i mezzi militari a nostra disposizione – ha concluso – E a chi cerca di ricattarci con le armi nucleari rispondo che dovrebbe sapere che le abbiamo anche noi”.

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