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Leonardo, con “Future Loading” al via programma per i giovani talenti

ROMA (ITALPRESS) – Con “Future Loading” Leonardo lancia un International Talent Programme per il recruitment di giovani talenti di provenienza internazionale, per rafforzare le competenze professionali evolutive e contribuire allo sviluppo di una strategia di innovazione ad ampio raggio. Grazie al programma, l’Azienda punta all’assunzione e alla formazione – attraverso un Master in Advanced Management, riconosciuto a livello internazionale e progettato con un partner d’eccellenza come Luiss Business School – di futuri manager in grado di gestire organizzazioni complesse, guidandone proattivamente l’evoluzione tecnologica e di business.
“Il programma sviluppato insieme a Luiss Business School – sottolinea Antonio Liotti, Chief People & Organization Officer di Leonardo – rappresenta una novità assoluta per le modalità con cui è progettato, ossia la contestuale assunzione e formazione di talenti per far fronte alla crescente necessità di competenze distintive di alto profilo sia tecnologico, sia manageriale, per la nostra Azienda. Un percorso – aggiunge Liotti – che rappresenta un tassello importante all’interno di una strategia di recruiting ampia e diversificata che, solo nel 2022, ha portato all’inserimento di circa 5.000 persone in azienda, con un focus sui giovani al di sotto dei 30 anni che costituiscono il 44% dei nuovi assunti”.
Il programma di formazione, della durata di circa un anno e svolto interamente in lingua inglese, prevede un percorso articolato in diversi step, presso differenti sedi del Gruppo, a partire dall’Headquarters di Leonardo a Roma, funzionale alla conoscenza della complessa realtà aziendale e realizzato anche attraverso un’esperienza all’estero e l’ausilio di metodologie didattiche innovative.
I giovani selezionati apprenderanno le tecniche più avanzate di project management e system engineering, per guidare team ad alte prestazioni in ambienti multiculturali, ad elevata intensità tecnologica, in un contesto internazionale, e acquisire così le skill necessarie per trasformare le decisioni strategiche in azioni mirate, sviluppando spiccate capacità di leadership. Obiettivo principale è l’acquisizione di competenze volte all’assunzione, in futuro, di ruoli strategici in Leonardo attraverso una costante crescita professionale.
Le macroaree su cui sono focalizzati i corsi comprendono le tematiche più attuali nell’ambito del management di aziende complesse, dall’Innovation, Marketing & Creativity al Leadership & Social Skills, dall’Engineering & Operations Management al Strategic Decision Making, fino all’Accounting, Finance & Governance.
-foto ufficio stampa Leonardo-
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Sempre più adolescenti vivono da “gender fluid”

ROMA (ITALPRESS) – Sempre più adolescenti, dicono ricerche recenti, vivono da “gender fluid”, una condizione che riguarda la percezione di sè e non ha nulla a che fare con l’orientamento sessuale. “L’orientamento sessuale ha a che fare con ‘chi mi piacè mentre l’identità di genere ha a che fare con ‘chi sono iò”, ha spiegato Roberta Taverna, psicologa e psicoterapeuta, che ne ha parlato in un servizio dell’Italpress dedicato ai giovani e alla sessualità.
“Sono due aspetti – ha continuato parlando di orientamento sessuale e identità di genere – che si intersecano tra loro ma non sono la stessa cosa. Chiaramente c’è la tendenza a pensare che i gender fluid possano avere molte più esperienze dal punto di vista sessuale ma non è detto che sia così perchè i gender fluid identificano più una fascia d’età legata all’adolescenza, quindi una fase di passaggio in cui non è chiara ancora la propria identità e quindi non è detto che poi ci sia una sperimentazione nella sessualità”.
“La società – ha evidenziato un ragazzo – ci impone il genere femminile e maschile invece l’identità fluida è la comunicazione di questi due generi: non per forza la categorizzazione ma la possibilità di essere tutti o di non essere nessuno”.
La difficoltà maggiore è quella di comunicare al mondo esterno la propria identità sessuale. “Questa comunicazione diventa più semplice negli ambienti amicali – ha spiegato Taverna – ma a volte più complessa in quelli familiari. In questa fase i genitori dovrebbero supportare i figli nel tempo che per loro è necessario prendersi per comprendere chi sono. Il sostegno da parte della famiglia – ha concluso – è fondamentale per non sviluppare poi patologie dal punto di vista psicologico, di tipo depressivo e ansiogeno e per avere un benessere psicologico”.

– foto Italpress –
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Autolesionismo, un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti

ROMA (ITALPRESS) – “Una forma di distruzione diretta e deliberata del proprio tessuto corporeo, in assenza di intenzioni letali e per ragioni non sanzionate socialmente”. Matthew Nock, psicologo clinico americano, ha definito così l’autolesionismo giovanile, un fenomeno che interessa sempre più adolescenti. Chi pratica l’autolesionismo “lede il proprio tessuto intenzionalmente paradossalmente per restare vivo, per sentire quel dolore o per tradurre il dolore che sente emotivamente in dolore fisico, che in qualche modo lo distrae da quello mentale”, ha spiegato Valentina Botta, psicologa, psicoterapeuta, dirigente comunicazione sanitaria Cepfas, che ne ha parlato in un servizio dell’Italpress dedicato al fenomeno dell’autolesionismo tra i ragazzi.
“L’ascolto – ha continuato Botta – è fondamentale. La prima cura è l’ascolto dei sintomi. Come ce ne accorgiamo? Cosa possiamo fare? Se vediamo che nostro figlio è particolarmente irritato quando apriamo la porta e lo possiamo cogliere nell’atto di cambiarsi, se usa maglie lunghe, braccialetti sui polsi, non si vuole fare vedere, ha spesso cambi di umore, a un certo punto muta il comportamento e diventa taciturno o ritirato, questi comportamenti non possono passare sotto la categoria dell’adolescenza, nè l’autolesionismo può essere considerato come una forma di richiesta di attenzione”.
Un fenomeno conosciuto anche tra i ragazzi. “Ho avuto – ha raccontato una giovane – un’esperienza nella mia scuola: c’era una ragazza che ne soffriva e lo praticava durante la ricreazione o durante le lezioni”.
Per un’altra giovane, “questo problema dovrebbe essere approfondito”. “E’ qualcosa che non si riesce a gestire da soli, di conseguenza non c’è altra soluzione che farsi aiutare”, ha aggiunto un ragazzo.
“Purtroppo – ha affermato Botta – ancora non abbiamo lo psicologo di famiglia, che sarebbe opportuno avere in questo caso. Le strutture pubbliche di riferimento rappresentano il primo approdo, quindi la prima forma di rete. Anche la scuola – ha concluso – rappresenta un altro nodo di rete importante”.

– foto Italpress –
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Amplifon Italia, fa tappa a Modena il roadshow per i giovani

MODENA (ITALPRESS) – Si è svolta presso l’Istituto Professionale statale socio-commerciale-artigianale “Cattaneo-Deledda” la tappa modenese del roadshow di Amplifon “Crea il tuo Futuro”, il percorso di orientamento dedicato ai giovani studenti per conoscere da vicino la professione dell’audioprotesista e le opportunità lavorative che offre.
L’audioprotesista si occupa di prevenzione e cura dell’udito, verificando la salute uditiva delle persone, effettuando i test necessari e, in caso di calo dell’udito, sceglie la soluzione acustica più adeguata. E’ un professionista che coniuga competenze molto tecniche con una forte componente relazionale. Per diventarlo serve un titolo abilitante universitario che si ottiene con tre anni di studio e un tirocinio. Dopo il conseguimento del titolo di studio, bastano in media solo un paio di mesi prima che i neolaureati riescano ad inserirsi nel mondo del lavoro (Fonte: Almalaurea).
Fra le professioni sanitarie, quella dell’audioprotesista è relativamente poco conosciuta ma con una crescente domanda non solo in Italia ma a livello globale, in considerazione dell’aumento dei tassi di adozione dei dispositivi acustici (in Italia per il 35,2% delle persone con un calo dell’udito) e dei trend demografici legati all’invecchiamento della popolazione. Si stima che il mercato in Italia richieda ogni anno 500 audioprotesisti, a fronte soltanto di circa 200 laureati (Fonte: stime ANAP).
Per supportare i giovani che hanno voglia di intraprendere questa professione, il programma “Una laurea con Amplifon” mette a disposizione di 10 studenti meritevoli altrettante borse di studio a copertura dei costi per l’iscrizione al test di ingresso e per le tasse universitarie, più un contributo da 500 euro mensili per tutta la durata del triennio. Al termine degli studi, i nuovi audioprotesisti inizieranno il loro percorso professionale in Amplifon.
L’iniziativa rientra nell’approccio più ampio di Amplifon votato non solo alla sensibilizzazione delle nuove generazioni verso la prevenzione dell’udito ma anche alla formazione e alla crescita dei talenti in generale.
“Spesso parliamo di disoccupazione ma ci sono professioni che offrono ai giovani delle opportunità concrete nel mondo del lavoro, come quella dell’audioprotesista – afferma Ennio Caiolo, General Manager di Amplifon Italia – Amplifon è una realtà in crescita che ogni anno inserisce in media 150 nuovi audioprotesisti nella sua rete di oltre 2.200 professionisti e quasi 800 negozi in tutta Italia e crediamo nella collaborazione fra la scuola e impresa per rendere consapevoli i giovani delle opportunità che hanno e promuovere professioni come questa, offrendo un supporto concreto per il completamento del corso di laurea”.
Infine, l’impegno di Amplifon nei confronti dei giovani professionisti si esprime anche attraverso il Tirocinio WOW, un percorso professionalizzante che coinvolge in media ogni anno 150 studenti del corso di laurea in tecniche audioprotesiche.

– foto col/Italpress –

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Minori, Save the Children e Ferrero insieme contro la povertà educativa

MILANO (ITALPRESS) – Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i giovani in età compresa tra i 5 e i 17 anni dovrebbero trascorrere quotidianamente almeno 60 minuti in attività motoria moderata-intensa. Per questo tutte le attività di movimento come il gioco, lo sport e le attività ricreative e scolastiche sono fondamentali. I dati, però, ci dicono che in Italia, il 24,7% di bambini e adolescenti tra i 3 e i 17 anni non pratica alcuno sport. Con punte ben al di sotto della media nazionale in Campania (45,5%), Sicilia (43,3%) e Basilicata (35,3%) e regioni più virtuose come le Province autonome di Bolzano (6.9%) e Trento (10,6%) o la Valle D’Aosta (9,3%).
Tra i motivi addotti per la mancata attività sportiva la difficoltà delle famiglie ad affrontare i costi dell’attività sportiva dei propri figli. Nel 2021, ad esempio, tra le famiglie meno abbienti la percentuale di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni che praticano sport in modo continuativo è pari al 30,1%, 9 punti percentuali in meno rispetto ai bambini e ragazzi appartenenti a famiglie in buone o ottime condizioni economiche.
Eppure, il contrasto alla povertà educativa passa anche attraverso l’attività motoria, fondamentale per bambine, bambini e ragazzi non solo perchè capace di aumentare il loro benessere, ma anche perchè ha effetti diretti sull’autostima e sulla fiducia in se stessi, oltre che sulla gestione dello stress. L’esercizio fisico, inoltre, favorisce il rapporto tra coetanei e, soprattutto per gli adolescenti, aiuta a mantenere sani stili di vita. E’ questa l’idea condivisa da Ferrero e Save the Children che ha portato alla nascita della partnership fondata sull’intento comune di offrire a bambine, bambini e ragazzi la possibilità di sviluppare i propri talenti e aspirazioni proprio quando il contesto sociale e famigliare non permetterebbe loro di farlo.
In Italia, in particolare, si è voluto seguire un approccio educativo di avvicinamento al movimento e allo sport, insieme ad attività ricreative e culturali grazie a Kinder Joy of moving, un progetto internazionale di Responsabilità Sociale del Gruppo Ferrero, che si impegna ad incentivare la predisposizione naturale dei bambini a muoversi e giocare, nella convinzione che un’attitudine positiva nei confronti del movimento e dello sport possa rendere i bambini di oggi, adulti migliori domani.
Il programma prevede l’utilizzo di Joy of moving, un metodo educativo innovativo, validato scientificamente, messo a punto in collaborazione con l’Università del Foro Italico di Roma, il CONI e il MIUR (oggi MIM) per il Piemonte, a seguito di un progetto di ricerca che ha coinvolto oltre mille bambini della scuola primaria nel corso di tre anni. Il metodo nasce dal gioco ed è in grado di favorire non solo lo sviluppo motorio, ma anche quello cognitivo, emozionale e relazionale dei bambini. In quest’ottica il metodo sposta l’attenzione dalla performance al divertimento, dall’antagonismo alla relazione.
L’iniziativa è partita nei due Punti Luce di Torre Maura e Ponte di Nona a Roma, due strutture diventate punto di riferimento per il territorio, ed è proseguita in questi mesi coinvolgendo più di 400 tra bambine, bambini e adolescenti tra i 6 e gli 11 anni, in altri 6 spazi dell’Organizzazione su tutto il territorio nazionale. Alla base del progetto c’è la formazione specifica ad opera dei trainer di Kinder Joy of moving agli educatori dei Punti Luce che hanno così la possibilità di apprendere la metodologia attraverso strumenti didattici tra cui gli incontri di formazione face to face, l’utilizzo di piattaforme con corsi on line, oltre alla consultazione del manuale Joy of moving e delle schede di gioco specifiche elaborate per questa attività. Sono, infatti, 26 i Punti Luce che dal 2014 Save the Children ha inaugurato in tutta Italia con la campagna Illuminiamo il Futuro, centri ad alta densità educativa in cui bambini, bambine e ragazzi possono sviluppare le proprie potenzialità e in cui le famiglie più fragili trovano un supporto concreto.
“La partnership con Ferrero è ormai decennale. Abbiamo lavorato insieme per rispondere alle peggiori catastrofi umanitarie e dal 2017 abbiamo avviato un progetto di sviluppo in Costa d’Avorio e Ghana per supportare le famiglie che lavorano il cacao – ha sottolineato a margine dell’evento a Quarto Oggiaro, Milano, Daniela Fatarella, direttrice di Save the Children Italia, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro -. Vogliamo rafforzare infatti le comunità locali e affiancare l’azienda in un progetto pilota per sensibilizzarle e fornire a bambini e ragazzi l’unico mezzo che consenta loro di uscire da situazioni di povertà: l’accesso all’istruzione di base. Ma la nostra collaborazione è molto forte anche in Italia, dove grazie al progetto con Kinder Joy of moving abbiamo accresciuto la qualità del nostro intervento. Una partnership che ha consentito non solo di finanziare le attività ma di condividere approcci e metodologie, un vero e proprio scambio di know how, finalizzato al benessere dei bambini e bambine più vulnerabili”. “Durante la pandemia da Covid-19, molti di noi hanno potuto sperimentare sulla propria pelle quanto sia deleterio dover sospendere alcune attività, non poter uscire di casa, incontrare persone, fare sport. Se per noi adulti questo momento è stato difficile, per i bambini ha avuto effetti devastanti. L’attività motoria, infatti, non solo ha effetti sul benessere e sul fisico, ma – ha aggiunto – soprattutto sulla salute mentale dei più piccoli. E’ stato per loro fondamentale riappropriarsi, anche grazie a questo progetto, di alcuni spazi e attività, come giocare con i propri coetanei, relazionarsi con i propri pari e vivere il movimento come momento di conoscenza”.
Come ha spiegato Bartolomeo Salomone, presidente di Ferrero SpA “da sempre l’impegno per il sociale è un pilastro della filosofia e del welfare aziendale che trova una sintesi nel motto Lavorare – Creare – Donare, con una particolare attenzione al territorio. Accanto alla moltitudine di iniziative, Ferrero vanta una lunga tradizione nello sport. E’ con soddisfazione che proseguiamo la nostra mission sociale attraverso la collaborazione con Save the Children. La marca Kinder da molti anni è impegnata a promuovere lo sviluppo dell’attività motoria giovanile attraverso un modello didattico unico nel suo genere. Portare l’attività motoria con il metodo Joy of moving nel contesto sociale ove opera Save the Children è il completamento di un percorso attraverso il quale desideriamo che tutti i bambini abbiano le stesse opportunità”.
L’evento, che si è tenuto al Punto Luce di Quarto Oggiaro a Milano, oltre alle delegazioni di Save the Children e Kinder-Ferrero, ha convolto bambine e bambini, famiglie e residenti del quartiere che hanno partecipato numerosi alla presentazione che ha visto una dimostrazione pratica del metodo Kinder Joy of moving oltre a mostrare ai residenti, gli spazi del Punto Luce di Save the Children gestito con il partner Cooperativa Ripari.

– foto ufficio stampa Save the Children –

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20 mila amministratori under 36 nei Comuni, sono il 18%

ROMA (ITALPRESS) – Si svolge a Treviso la XII assemblea annuale di Anci Giovani. Da una ricerca Anci che viene presentata nel corso dei lavori emerge che sono 19.596 gli amministratori under 36 in carica nei Comuni italiani alla fine del 2022 e rappresentano il 18% del totale degli amministratori comunali. In 341 ricoprono la carica di sindaco, mentre 486 sono vicesindaco. La maggior parte dei giovani amministratori ricopre il ruolo di consigliere comunale (15.515), seguono gli assessori (3.067) e i presidenti di Consiglio comunale (187). Ottimo il livello di istruzione, con gli amministratori giovani che sono più preparati dei loro colleghi anziani: il 43% ha in tasca un titolo universitario contro il 36% dei ‘non giovanì Tra questi ultimi la quota di coloro che possiedono la sola licenza media è ancora significativa (17%).
L’indagine evidenzia che i giovani amministratori cominciano solitamente il loro ‘percorso amministrativò con il ruolo di consigliere. In alcune regioni, del Nord ma anche del Centro e Sud, la loro presenza raggiunge quote significative: in particolare in Valle d’Aosta (23%), Trentino-Alto Adige (21%), Umbria (16%) e Calabria (20%).
Mediamente in Italia ci sono 2,6 Giovani amministratori per ciascun Comune, con valori considerevolmente più alti che si registrano in Emilia-Romagna (3,4%), Sicilia e Trentino-Alto Adige (3,3%). Mentre in generale, sono 109 i Comuni nei quali la metà degli amministratori sono giovani.
L’amministrazione Comunale più giovane è quella del Comune di Letino (715 abitanti) in provincia di Caserta, dove il sindaco Pasquale Orsi (1993), i due assessori Oliviero Cristinzo e Alfonso Orsi e ben nove degli undici consiglieri hanno tutti meno di 36 anni. Tra i Comuni maggiori, l’amministrazione Comunale più giovane è quella di Imola (67.892 abitanti) in provincia di Bologna. Il Sindaco Marco Panieri, il vicepresidente del Consiglio Comunale Nicolas Vacchi, dieci consiglieri ed un assessore (Giacomo Gambi), hanno tutti meno di 36 anni.
Anche tra i giovani prevale la componente maschile. Solo tra gli assessori si registra un’inversione: infatti, il 52% dei giovani assessori è donna. La componente maschile è invece fortemente prevalente soprattutto tra sindaci e vicesindaci.
Lo studio di Anci presenta anche alcune curiosità: il sindaco più giovane d’Italia è Edoardo De Faveri, classe 2000, eletto nel 2021 a Zumaglia in provincia di Biella (1.129 abitanti). Mentre il più giovane assessore è Lorenzo D’Alessandro, Torella del Sannio in provincia di Campobasso (794 abitanti), con 19 anni compiuti lo scorso agosto. Il più giovane amministratore è invece Marco Prestipino, consigliere del Comune di Nizza di Sicilia – Messina (3.723 abitanti) che coi suoi 18 anni compiuti nel maggio 2022, è il più giovane in assoluto. Invece, la più giovane amministratrice è Sara Cizmja, anch’essa diciottenne (è nata ad aprile del 2004), del Comune di San Giovanni Ilarione in provincia di Verona (5.111 abitanti).

– foto Agenziafotogramma.it –

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Napoli città italiana dei giovani 2023

ROMA (ITALPRESS) – E’ Napoli la città italiana dei giovani 2023. Il Premio, promosso dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e l’Agenzia Nazionale per i Giovani è stato assegnato in occasione dell’evento che si è tenuto a Roma, presso la Sala stampa di Palazzo Chigi, alla presenza di: Maria Cristina Pisani, presidente del Cng, Michele Sciscioli, Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, Federica Celestini Campanari, Direttore Generale Agenzia Nazionale per i Giovani e Stefania Leone dell’Università degli Studi di Salerno. Le altre finaliste erano Bergamo e Pisticci.
“Congratulazioni a Napoli per aver saputo coinvolgere un gran numero di giovani del territorio e per aver costruito una programmazione innovativa, con specifici percorsi per la socializzazione politica e l’integrazione organizzativa dei giovani”, ha dichiarato Maria Cristina Pisani, Presidente del Cng. “Un progetto che favorisce la domanda dal basso di politiche per l’innovazione e l’inclusione sociale e fornisce strumenti per promuovere l’autoimprenditorialità giovanile, rispondendo così alla forte domanda di coinvolgimento dei giovani nelle decisioni e nei processi politici. I nostri sentiti complimenti anche alla città di Pisticci, seconda classificata, la quale ha presentato un progetto coraggioso, puntando sull’autodeterminazione dei giovani come fattore d’inclusione e protagonismo delle nuove generazioni all’interno del tessuto cittadino. Un particolare augurio di buon lavoro alla città di Bergamo, terza classificata, per il loro progetto sulla fragilità delle nuove generazioni, tema per noi molto importante in questo momento”.
La giuria, che ha selezionato e giudicato le candidature pervenute in questi mesi, era composta dai rappresentanti del Consiglio Nazionale dei Giovani, del Dipartimento delle Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale, dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, e da Giampiero Marrazzo, giornalista e presentatore Rai, Stefania Leone, professoressa dell’Università degli Studi di Salerno, Daniele Cassioli, atleta paralimpico, e Paolo Marini, Vicepresidente della Fondazione Bruno Visentini.

– foto: ufficio stampa Comin & Partners

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Giornalismo ambientale giovane, al via edizione 2023 premio Fenice CONAI

MILANO (ITALPRESS) – Sono aperte le iscrizioni alla seconda edizione della Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane, il premio che CONAI dedica alle nuove generazioni di giornalisti che si sono occupati di sostenibilità, riciclo e tematiche ambientali.
Tutti i giornalisti dai quarant’anni compresi in giù, come lo scorso anno, possono candidare i loro articoli o i loro servizi radio-televisivi pubblicati tra la Giornata mondiale della Terra 2022 e la Giornata mondiale della Terra 2023. Le produzioni giornalistiche dovranno essere quindi apparse tra il 22 aprile 2022 e il 21 aprile 2023, ma per iscriversi ci sarà tempo fino al 1° giugno 2023.
«Un premio in cui ho creduto da subito, e che lo scorso anno ha dato testimonianza di quanta competenza e passione ci siano oggi nei giovani giornalisti che si occupano di ambiente», commenta il presidente CONAI Luca Ruini. «Credo che valorizzare il loro lavoro sia parte dei compiti di CONAI. Raccontare le eccellenze della nostra economia circolare è sempre più importante: siamo il primo Paese europeo per riciclo pro-capite di imballaggi, del resto. Non vedo l’ora di scoprire i lavori dei giornalisti che si candideranno», aggiunge.
I nomi di tutti i giurati che selezioneranno i vincitori saranno svelati nelle prossime settimane.
Intanto, per i due vincitori – uno per la categoria audio-visivo e uno per quella dedicata agli articoli scritti – la novità sarà la partecipazione al Festival del Giornalismo Culturale, quest’anno main partner del Premio: la cerimonia di consegna delle due Fenici si terrà proprio al Festival che da undici anni anima la città di Urbino a inizio ottobre, ormai uno degli eventi di primo piano nel mondo del giornalismo italiano.
La Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane è patrocinata dall’Ordine dei Giornalisti. Altro main partner resta Ecomondo, l’evento di riferimento in Europa nel settore della green economy e dell’innovazione tecnologica e industriale che si tiene ogni anno nell’impianto fieristico di Rimini.
Il premio rimane ovviamente la statuetta ideata da CONAI nel 2022 in occasione dei suoi venticinque anni: una Fenice a sette code che spiega le ali, simbolo di rinascita anche per i materiali di imballaggio, progettata da un gruppo di studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano.

– foto ufficio stampa CONAI –

(ITALPRESS).