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L’Emilia-Romagna si conferma Regione attraente per i giovani

BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Emilia-Romagna è una delle realtà a livello nazionale maggiormente in grado di richiamare giovani studenti e di valorizzarne le competenze nel mercato del lavoro.
L’Emilia-Romagna è una regione attraente grazie anche alla mobilità di studenti, calamitati dagli atenei lungo tutto la via Emilia, e al capitale umano che trova un terreno fertile nell’articolato sistema di imprese (e della ricerca) nel quale investire le proprie capacità e aspettative.
E, ancora, una regione che indiscutibilmente si conferma, a livello nazionale ed europeo, area a elevata intensità lavorativa: occupazione da record con gli occupati in percentuale sulla popolazione in età attiva che variano dal 63,95% del 2000 al 67,71% del 2020, valori che sono significativamente più elevati non solo rispetto al dato nazionale (52,8% e 57,47%) ma anche a quelli registrati nel resto delle regioni del Nord Italia (59,89% e 65,62%).
La fotografia arriva da una ricerca, commissionata dalla Regione all’Istituto Cattaneo, che ha approfondito, nell’arco degli ultimi decenni, l’impatto dell’evoluzione demografica emiliano-romagnola sul sistema produttivo e sui percorsi lavorativi e di vita delle nuove generazioni.
Il rapporto dell’Istituto Cattaneo (scaricabile da questo link) che ha toccato a 360 gradi, sempre per leggere l’universo dei giovani, anche i temi della fecondità, dell’immigrazione, della parità di genere, famiglia, figli, secolarizzazione, partecipazione politica e associativa nonchè l’utilizzo dei media, tradizionali e nuovi.
Oggi a Bologna, in Sala Borsa, la presentazione dello studio con il professor Asher Colombo, presidente Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo, Paolo Barbieri (docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Trento), Roberto Impicciatore (docente di Demografia dell’Università di Bologna) e l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Lavoro e relazioni internazionali, Vincenzo Colla.
Nel corso del suo intervento, Colla ha evidenziato “la necessità di progettare una nuova economia sociale per l’Emilia-Romagna per la ricucitura delle nostre comunità e di una maggior qualificazione nel settore dei servizi, con misure regionali che tocchino anche il terziario, oggi anello debole del mercato del lavoro in quanto più precario, frammentato e sottopagato”.
Dal convegno, inoltre, è arrivata la conferma che nelle prossime settimane la Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini, varerà un progetto di legge regionale su ‘Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagnà.
Tante luci sulle opportunità per le nuove generazioni in Emilia-Romagna, ma ci sono anche alcune ombre. Come, ad esempio, i fenomeno dei ragazzi che non studiano e non lavorano (Neet, Not in education employment or training), sotto-occupazione e l’aumentata dualizzazione del mercato del lavoro che in Emilia-Romagna come nel resto del paese, colpisce in primo luogo i giovani e le giovani donne, i più a rischio di precariato e di basso salario (la concentrazione di lavoratori a basso salario è estremamente elevata nella fascia di età 15-24 dove è stabilmente attorno al 40% dei giovani lavoratori).
“Una bussola che ci dice dove andare e quali scelte fare per imboccare la strada giusta. Abbiamo a disposizione -spiega l’assessore Colla- una rigorosa e aggiornata analisi utile a comprendere le implicazioni dell’attuale evoluzione demografica in regione, in grado di valutare l’impatto di questo fenomeno sul futuro del mercato del lavoro, del sistema produttivo, e sui percorsi lavorativi e di vita delle nuove generazioni, particolarmente toccate dalla pandemia e dalle diverse crisi generatesi in questi anni. Le conoscenze prodotte si offrono come una solida base per la programmazione degli interventi che saranno attuati in Emilia-Romagna anche attraverso Pnrr e Fondi europei”.
Uno dei più importanti motori di attrattività è costituito dal sistema universitario. Infatti, dopo un periodo di crescita demografica sostenuta, la popolazione dell’Emilia-Romagna si è sostanzialmente stabilizzata, a differenza di altre regioni che sono già in calo.
Questa dinamica è principalmente legata ai flussi da fuori regione. Senza immigrazione la popolazione dell’Emilia-Romagna sarebbe in calo da oltre trent’anni a causa della bassa fecondità e della struttura per età invecchiata. La dinamicità demografica è sostenuta sia dai flussi dall’estero (soprattutto nel primo decennio del secolo) sia dalla persistente attrattività verso le altre regioni d’Italia: gli arrivi da altre regioni contano 37 mila iscrizioni annue in media negli ultimi dieci anni, per l’80% italiani (a fronte di circa 26 mila cancellazioni).
Il saldo tra immatricolati provenienti da altre regioni e residenti immatricolati fuori regione evidenzia che l’Emilia-Romagna si configura come una delle regioni migliori a livello nazionale in grado di attrarre e valorizzare le competenze dei giovani studenti: al secondo posto a livello nazionale dietro solo la Lombardia ma prima per saldo rispetto al numero di abitanti.
-foto Regione Emilia Romagna –
(ITALPRESS).

Mattarella “L’Italia valorizzi le capacità e le competenze dei giovani”

ROMA (ITALPRESS) – “Rivolgo un cordiale saluto agli organizzatori e ai partecipanti alla presentazione del “Rapporto Italiani nel mondo”. Il Rapporto fornisce anche quest’anno una fotografia di grande interesse dei flussi migratori che interessano i nostri connazionali. Nonostante il periodo della pandemia la tendenza a lasciare il nostro Paese è cresciuta negli ultimi anni”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego.
“A partire sono principalmente i giovani – e tra essi giovani con alto livello di formazione – per motivi di studio e di lavoro. Spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione. Partono anche pensionati e intere famiglie – aggiunge il capo dello Stato -. Il fenomeno di questa nuova fase dell’emigrazione italiana non può essere compreso interamente all’interno della dinamica virtuosa dei processi di interconnessione mondiale, che richiedono una sempre maggiore circolazione di persone, idee e competenze”.
“Anzitutto perchè il saldo tra chi entra e chi esce rimane negativo, con conseguenze evidenti sul calo demografico e con ricadute sulla nostra vita sociale. Ma anche perchè in molti casi chi lascia il nostro Paese lo fa per necessità e non per libera scelta, non trovando in Italia una occupazione adeguata al proprio percorso di formazione e di studio – sottolinea Mattarella -. Il nostro Paese, che ha una lunga storia di emigrazione, deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le varie politiche adottate a livello europeo rappresentano un punto di riferimento per provvedere a disegnare e programmare un futuro diverso, che risponda alle esigenze dei giovani e ne valorizzi capacità e competenze corrispondendo alle loro attese. L’Italia è un Paese accogliente che deve coltivare le ragioni e le modalità delle sue tradizioni. Tutelando e promuovendo gli italiani fuori dai confini nazionali e sostenendo quelli che desiderano tornare nel nostro Paese, per contribuire alla sua crescita recando la propria esperienza, e le proprie capacità”.

– foto ufficio stampa Quirinale –

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Occupazione giovanile, al via i corsi di formazione di Generation Italy

MILANO (ITALPRESS) – Generation Italy conferma il proprio impegno a supportare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, per contribuire a ridurre il fenomeno del mismatch di competenze e della disoccupazione giovanile. La Fondazione non profit creata da McKinsey & Company propone percorsi di formazione gratuiti focalizzati sulle competenze più richieste dalle aziende, ma anche più difficilmente reperibili.
I corsi, ideati in stretta collaborazione con le imprese che hanno scelto di sostenere il progetto, coprono tre aree professionali – vendite, digitale e manifatturiero – per un totale di otto profili: addetti alle vendite in ambito retail, operatori per la ristorazione e l’ospitalità, Operatore di Macchina a Controllo Numerico, Sviluppatori software Java, .Net, CRM su tecnologie Salesforce, Cybersecurity e Data Engineering.
I corsi gratuiti sono erogati da remoto in videoconferenza live e non richiedono alcuna competenza pregressa nel settore, solo motivazione e impegno. Per partecipare è sufficiente superare un test online, disponibile sul sito della fondazione (www.Italy.generation.org), e un colloquio motivazionale con lo staff Generation, circa dieci giorni prima dell’inizio del corso selezionato. Al termine del percorso formativo, viene garantito ai partecipanti almeno un colloquio con aziende leader del settore, offrendo così una concreta opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.
Il progetto mira a offrire un contributo attivo nella gestione di uno dei paradossi più evidenti del mercato del lavoro: il mancato incontro tra domanda e offerta. Ogni anno le imprese faticano a individuare profili con le giuste competenze per circa 900.000 posizioni lavorative, a fronte di oltre un milione di giovani che attivamente cerca occupazione. Questo paradosso è particolarmente significativo nel digitale, ambito in cui il nostro Paese sconta un ritardo anche a causa della scarsa diffusione di competenze specifiche (l’Italia si colloca infatti al 25° posto del Digital Economy and Society Index dell’Unione Europea per competenze digitali di base, su 27 Paesi considerati). Secondo Unioncamere-Excelsior, nel 2021 le aziende italiane non sono riuscite a individuare candidati con le competenze richieste per 40.000 posizioni sulle 111.000 disponibili in ambito digitale. Anche nel caso delle 71.000 posizioni coperte, il 50% delle persone assunte non è stato ritenuto sufficientemente competente.
Dalla sua fondazione nel 2018, Generation Italy ha formato più di 3.500 giovani, con un tasso di occupazione al termine dei corsi pari all’84%, potendo contare su un network di aziende partner di primo piano.
Queste le classi in partenza.
Addetti vendita (3 settimane – online):
14 novembre: Bari, Palermo, Catania, Bologna, Cagliari, Caserta, Cosenza, Firenze, Genova, Venezia, Verona;
21 novembre: Milano, Napoli, Roma, Torino;
28 novembre: Bari, Bologna, Cagliari, Caserta, Catania, Cosenza, Firenze, Genova, Palermo, Venezia, Verona;

Ristorazione ed Ospitalità (4 settimane – 50% online e 50% in presenza)
21 novembre: Milano e Roma

Digitale: Sviluppatori Software Full Stack Java (14 settimane – online)
8 novembre: Roma;
15 novembre: Bari, Padova, Genova, Bologna, Lecce;
16 novembre: Milano e Torino;
29 novembre: Napoli, Cagliari, Roma, Cosenza;
6 dicembre: Firenze, Torino, Salerno;

Sviluppatori Software Full Stack.Net (14 settimane – online)
23 novembre: Torino, Napoli, Bari, Genova, Padova, Milano

Sviluppatori CRM Salesforce (15 settimane – online):
7 novembre: Cagliari, Napoli, Padova, Torino, Firenze;
13 dicembre: Roma, Milano, Bari, Palermo;

Sistemisti e Analisti Cybersecurity (10 settimane – online)
9 novembre: Milano;
29 novembre: Bari, Napoli, Roma, Torino;

Junior Data Analyst (14 settimane – online):
13 dicembre Milano, Roma, Napoli

Operatore CNC (12 settimane, di cui 4 in presenza)
5 dicembre: Bari

Nelle prossime settimane sono previsti nuovi corsi su tutto il territorio nazionale. Sul sito di Generation (https://italy.generation.org/) sono disponibili tutti i dettagli delle classi in partenza nelle diverse città e del percorso di iscrizione.

– foto ufficio stampa Generation Italy –
(ITALPRESS).

A Roma celebrata la giornata nazionale “Giovani e Memoria”

ROMA (ITALPRESS) – Sono oltre 150 i ragazzi protagonisti della Prima Giornata Nazionale “Giovani e Memoria”, una iniziativa che si è svolta il 31 ottobre all’Acquario Romano-Casa dell’Architettura, organizzata dalla Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e la dimensione partecipativa delle nuove generazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Giovani (ANG), l’Istituto Nazionale documentazione innovazione ricerca educativa (INDIRE) e l’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia (OAR). Presenti i ragazzi coinvolti nel progetto ANG InRadio e i giovani di RadioLuiss, per raccontare la giornata attraverso la radio digitale, mezzo di comunicazione sempre più amato dai giovani di oggi.
L’iniziativa è stata istituita dal Parlamento con lo scopo di valorizzare la memoria quale patrimonio culturale identitario e collettivo, che attraversa più generazioni e contribuisce alla formazione dei cittadini del domani.
L’evento, che ha visto la partecipazione del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e del ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, è stato anche un’opportunità per illustrare i risultati dell’indagine di ricerca della Struttura di missione, condotta attraverso l’Istituto Piepoli, con il coinvolgimento di 1.500 giovani italiani tra i 14 e i 35 anni, allo scopo di approfondire il significato e il ruolo della memoria dal punto di vista delle nuove generazioni.
Il 78% degli intervistati è affascinato dalla storia, in particolare quella dell’800 e del ‘900; il 74% dei giovani forma la propria opinione tramite le informazioni ricevute dalla televisione (55% social network; 54% siti web; 43%stampa digitale; 33% Youtube; 27% radio; 19% stampa cartacea; 15% passaparola; 14% podcast); quasi 9 intervistati su 10 ritengono che richiamare alla memoria eventi/personaggi/luoghi sia molto importante, soprattutto per non commettere gli stessi errori (75%). Infine, 2 giovani su 3 giudica positivamente l’idea scaturita in Parlamento di una Giornata Nazionale Giovani e Memoria, quale occasione per fare tesoro dei luoghi e degli eventi del passato, proiettando lo sguardo verso il domani.
“Una occasione inedita per parlare ai giovani percorrendo i loro linguaggi, – commenta Paolo Vicchiarello, coordinatore della Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni della Presidenza del Consiglio – per coinvolgerli in una riscoperta della storia collettiva e delle storie individuali e familiari del passato, per ricevere la loro preziosa partecipazione, attiva e propositiva, alla costruzione del presente e del futuro”.
Nel corso della giornata si sono susseguiti molti appuntamenti interdisciplinari, compreso il lancio di nuove progettualità, quali “La presa di coscienza 1943 – 1945”, nato su proposta del professore Luciano Zani, e il concorso scolastico per le classi IV e V secondarie superiori dal titolo “Scienziate. Un confronto tra generazioni”, ideato dalla professoressa Patrizia Gabrielli e della scrittrice e astrofisica Licia Troisi. In anteprima è stato presentato il podcast “Noi siamo i giovani”, promosso da ANG, che ripercorrere la storia del concetto di “giovani” dalla fine degli anni Cinquanta, ed è stato promosso il progetto curato dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio universale civile della Presidenza del Consiglio del Ministri, volto a sostenere la creazione di spazi di aggregazione destinati alle giovani generazioni, per attività ludico-ricreative, sociali, educative.
Nel corso della mattinata si è tenuta anche la performance di danza “#Cittadine! Alla conquista del voto”, a cura del Centro documentazione donna e Istituto Storico di Modena in collaborazione con la Federazione nazionale associazioni scuole di danza (FNASD). Inoltre, è stata l’occasione anche per mettere in scena lo spettacolo “Il racconto della Costituzione”, adattamento della graphic novel di Giuseppe Amari, in collaborazione, tra gli altri, con la Fondazione Matteotti e il coinvolgimento degli studenti della classe IV G del Liceo Morgagni di Roma.

– foto ufficio stampa Indire –

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Appello FEduF, l’educazione finanziaria sia un diritto per i giovani

ROMA (ITALPRESS) – Il percorso verso un’adeguata diffusione dell’educazione finanziaria nel nostro Paese è ancora lungo, malgrado i numerosi studi promossi sia da soggetti istituzionali sia da soggetti privati ne confermino l’urgenza. Tuttavia, le competenze di economia non sono percepite come una priorità formativa dagli italiani: solo il 21% dei nostri connazionali le ritiene essenziali per agire in modo responsabile e fare scelte consapevoli, contro il 43% che ritiene prioritaria la formazione nell’ambito della salute per la prevenzione delle malattie; il 41% che si focalizza sulla sostenibilità per limitare l’impatto delle attività umane sull’ambiente; il 27% che si indirizza verso i temi dell’alimentazione legati alla salute e al consumo di risorse (L’approccio all’economia e il vissuto degli italiani, Ipsos per FEduF, giugno 2022).
Dopo i saluti introduttivi del presidente dell’ABI Antonio Patuelli, del direttore generale dell’ABI Giovanni Sabatini, di Stefano Lucchini – presidente della FEduF, del direttore generale della DG Ordinamenti del ministero dell’Istruzione Fabrizio Manca, della direttrice del Comitato Nazionale Edufin Annamaria Lusardi e di Marcello Presicci, presidente dell’Advisory Board della Fondazione, la priorità della formazione economica delle nuove generazioni è emersa con forza durante l’incontro “La giornata dell’educazione finanziaria – Perchè il risparmio parte dai giovani”, moderato da Roberto Sommella – direttore di MF-Milano Finanza. L’evento ha rappresentato un’occasione di riflessione tra circa 400 studenti delle scuole secondarie di II grado e alcuni protagonisti del mondo economico – Andrea Abodi, già presidente Istituto per il Credito Sportivo – Francesca di Carrobio, amministratore delegato Hermes Italia – Cristina Catania, Senior Partner McKinsey e Massimo Lapucci, segretario generale Fondazione CRT – sul diritto dei giovani ad acquisire competenze economiche di base, nel rispetto dell’art. 47 della Costituzione.
“Il dibattito di oggi concentra l’attenzione sulla indispensabile esigenza di accelerare il processo di crescita delle competenze economiche degli italiani, a partire dai più giovani e da chi, da questo punto di vista, ha più bisogno. Oggi tutto ciò diventa ancora più importante poichè le conseguenze economiche della guerra alle porte dell’Europa ci riguardano come cittadini, consumatori e risparmiatori e ci riportano bruscamente all’indietro, ai tempi della grande inflazione e della crisi energetica degli Anni Settanta del secolo scorso – commenta Stefano Lucchini, presidente della Fondazione per l’Educazione Finanziaria – Nessuno di noi da solo può contrastare gli effetti della geopolitica o i movimenti dei mercati, ma un accesso più ampio all’educazione finanziaria può aiutare a mitigarne gli effetti sulle famiglie e sul Paese: per questa ragione oggi abbiamo scelto di diffondere il nostro appello per l’educazione finanziaria, competenza sempre più centrale e diritto universale per tutti ma, in particolare, per le generazioni più giovani”.
Le nuove generazioni vivono oggi un momento particolarmente complesso perchè si trovano ad affrontare il più grande aumento di prezzi degli ultimi quarant’anni: un alto tasso di inflazione è particolarmente dannoso per tutti ma specialmente per i più giovani perchè non hanno a disposizione le risorse necessarie per far quadrare i conti nonostante l’impennata dei prezzi.
“Essere in grado di gestire le proprie finanze, soprattutto in un periodo storico caratterizzato da eventi inattesi e con effetti negativi sull’economia e sul benessere delle persone, è il requisito fondamentale per vivere bene sia personalmente sia come società nel suo insieme – commenta Marcello Presicci, presidente dell’Advisory Board della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e a Risparmio – ed è per questa ragione che il dibattito sull’educazione finanziaria con le giovani generazioni diventa centrale in un’ottica di miglioramento della gestione del proprio denaro, ossia di risparmio”.
“La giornata dell’educazione finanziaria – Perchè il risparmio parte dai giovani”, è realizzata da FEduF (ABI) in collaborazione con Milano Finanza e rientra nell’ambito delle iniziative del Mese dell’Educazione finanziaria (#OttobreEdufin2022), promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria che per tutto ottobre porterà in tutta Italia eventi e iniziative dedicate alle conoscenze e competenze finanziarie, assicurative e previdenziali.

– foto ufficio stampa FEduF –
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La Regione Friuli Venezia Giulia promuove un corso di tecnica del mosaico per i giovani all’estero

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PORDENONE (ITALPRESS) – Un corso per apprendere la tecnica artistica del mosaico e diffonderla poi nei Paesi di provenienza ampliando così anche la conoscenza del territorio regionale del Friuli Venezia Giulia. L’iniziativa è rivolta ai giovani discendenti dei corregionali all’estero e sarà realizzata dall’Ente Friuli nel Mondo e organizzata nei locali della storica Scuola del mosaico di Spilimbergo. È quanto prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza ed immigrazione Pierpaolo Roberti. L’obiettivo dell’iniziativa, come è stato illustrato
dall’assessore prima dell’approvazione della delibera che prevede anche un finanziamento di 30.200 euro, è quello di sviluppare i rapporti tra i corregionali all’estero e la regione oltre che di rinsaldare e tutelare le diverse identità culturali e linguistiche della terra d’origine nelle comunità in cui i
giovani vivono anche attraverso l’arte del mosaico. L’Ente Friuli nel Mondo gestirà l’iniziativa sulla base della disponibilità manifestata e in quanto in possesso delle competenze nell’ambito dell’emigrazione.
-foto ufficio stampa Regione Friuli Venezia Giulia –
(ITALPRESS)

A Bruxelles i progetti per giovani e adolescenti in Veneto

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VENEZIA (ITALPRESS) – Questa mattina a Bruxelles l’Assessore regionale alla sanità, servizi sociali e programmazione socio-sanitaria Manuela Lanzarin, in occasione di un evento promosso nel corso dell’European Week of Regions and Cities, ha presentato i principali progetti e le migliori pratiche a sostegno dei giovani che hanno contribuito alla ripresa post-pandemia.
“Abbiamo promosso diverse azioni regionali a beneficio di giovani e adolescenti per supportarli nel diventare protagonisti della propria vita – ha dichiarato l’Assessore Lanzarin -. I nostri ragazzi hanno dimostrato di saper essere innovativi, pieni di idee e capaci di realizzarle. Hanno saputo impegnare in attività di volontariato, cittadinanza attiva e cura dei beni comuni, dimostrando quanto sanno essere vivi nelle loro comunità”.
In particolare l’intervento dell’Assessore Lanzarin è stato focalizzato anche nel fornire una visione specifica dell’inclusione dei giovani ucraini rifugiati ed è stata chiamata a rispondere alle diverse domande dei ragazzi partecipanti all’evento, in un dialogo intergenerazionale aperto.
L’European Week of Regions and Cities è il principale evento dedicato alle politiche regionali e locali in Europa, organizzato dal Comitato delle Regioni in collaborazione con la Direzione Generale per la Politica Regionale e Urbana della Commissione europea.
Il Veneto, capofila del Partneriato Europe of Opportunities con altre 8 autorità locali, è stato vero protagonista di una conferenza dedicata a “Empowerment giovanile e impegno civico, lezioni dagli enti regionali e locali europei”, tema proposto dagli organizzatori in concomitanza con la decisione da parte della Commissione di proclamare il 2022 “Anno Europeo della Gioventù”.
In materia di empowerment dei giovani fin dal 2017 la Regione ha istituito i “Piani di intervento in materia di politiche giovanili”, frutto della stretta sinergia con gli enti locali. I piani si articolano in progetti rivolti ai giovani nella fascia 11-29 anni e prevedono azioni sono volte a rafforzare il capitale sociale dei giovani, a renderli attori e non spettatori, consapevoli delle proprie capacità, energie e potenzialità e pronti a sfruttarle al meglio.
Il modello prevede di attivare e responsabilizzare le comunità locali, attraverso soggetti quali le Aziende ULSS, le organizzazioni di volontariato, le scuole o partner di rete che hanno un ruolo di sostegno e promozione territoriale (cooperative sociali, istituzioni ecclesiastiche, associazioni sportive/culturali, fondazioni, ecc.).
“Voglio ringraziare il territorio e le istituzioni perché, senza dubbio, è stretta sinergia per la buona applicazione dei Piani che ha permesso di ottenere ottimi risultati – ha sottolineato l’Assessore Lanzarin -. La situazione sociale che si è creata con la pandemia ha colpito in particolar modo i nostri adolescenti e preadolescenti ha reso necessario potenziare l’intervento e le azioni di contrasto al disagio giovanile. E’ un campo nel quale è necessario continuare a lavorare con la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti”.
Con l’edizione 2022 dei Piani di Intervento, la Regione ha stabilito che le azioni indicate abbiano la finalità generale di favorire il benessere psicosociale di adolescenti e giovani e contrastare così le nuove problematiche del disagio giovanile. A tal proposito, dopo la pandemia le UFDA – Unità Funzionali Distrettuali Adolescenti sono nate dal bisogno di mettere al centro i giovani e di aiutarli a ritrovare autostima e valore, fondamentali perché siano attori e non spettatori della propria vita.
La Regione del Veneto ha, quindi, assegnato 2.274.172 euro alle Aziende sociosanitarie e definito le indicazioni operative per l’implementazione del servizio in cui le équipe territoriali prendono in carico, coinvolgendo vari professionisti, giovani e famiglie in situazione di disagio psicologico accelerato dalla pandemia.
Tra i progetti più significativi presentati a Bruxelles da segnalare “Ci sto? Affare fatica!”, presentato dal Comune di Bassano del Grappa nel 2017 e individuato come best practice, tanto da essere oramai diffuso anche in altre aree del Veneto e sperimentato anche al di fuori dei contesti locali. Il progetto ha lo scopo di stimolare minori e adolescenti a dare valore al tempo estivo attraverso attività concrete di volontariato, cittadinanza attiva e cura dei beni comuni, affiancati dagli adulti. L’edizione del 2019 ha coinvolto 1.088 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni di età, quella del 2020 ha visto la partecipazione di 1.161 giovani.
-foto ufficio stampa Regione Veneto –
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Disabili e sessualità, quando l’informazione diventa fondamentale

PALERMO (ITALPRESS) – Quanto è complicata la sessualità per un giovane disabile? Quali sono le difficoltà maggiori vissute da chi si avvicina all’altro sesso consapevole o timoroso delle limitazioni che un handicap, il suo handicap, può comportare? L’Italpress ne ha parlato con la psicologa e psicoterapeuta Roberta Taverna.
“I giovani disabili hanno molte più difficoltà rispetto ai coetanei, ma bisogna comunque distinguere tra disabilità fisica e psichica”, avverte. “La mancanza di relazioni con un gruppo di pari, le limitazioni fisiche nei movimenti e negli spostamenti possono generare un’ulteriore difficoltà nell’approccio alla sessualità e un senso di insicurezza e inadeguatezza maggiore rispetto a chi queste limitazioni non le vive”.
E poi c’è il pregiudizio che non facilita sicuramente le cose, in un’età peraltro in cui si è più vulnerabili…
“Il pregiudizio è chiaramente un elemento alla base della difficoltà nell’approccio alla sessualità”, afferma la dottoressa Taverna. “Proprio questa mancanza di reale comprensione della condizione altrui può generare fraintendimenti, possibilmente dannosi per la futura vita sessuale”.
Spesso poi c’è “l’idea comune e sbagliata che i ragazzi con disabilità siano degli angeli asessuati, quindi che non abbiano la pulsione e il bisogno alla sessualità. C’è talvolta il pregiudizio che un ragazzo con disabilità possa non avere bisogno di provare piacere”.
Una possibile soluzione potrebbe essere allora una maggiore informazione, quella di mettere i ragazzi in condizione di avvicinarsi alla sessualità con consapevolezza: “L’educazione sessuale andrebbe adottata in tutte le scuole e questo potrebbe già essere un modo per insegnare ai ragazzi in genere, e ai ragazzi con disabilità nello specifico, che c’è anche la possibilità di essere aiutati dagli specialisti. L’informazione potrebbe senz’altro aiutare ma dovrebbe essere comunque un’informazione completa, svolta coinvolgendo anche le famiglie”.
(ITALPRESS).