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Il 31 ottobre la prima giornata nazionale “Giovani e Memoria”

ROMA (ITALPRESS) – Lunedì 31 ottobre 2022, dalle ore 9:30 alle ore 18:00, presso l’Acquario Romano-Casa dell’Architettura (piazza Manfredo Fanti, 47 – Roma), si svolgerà la Prima Giornata Nazionale “Giovani e Memoria”, istituita dal Parlamento con lo scopo di valorizzare la memoria quale patrimonio culturale identitario e collettivo, che attraversa più generazioni e contribuisce alla formazione dei cittadini del domani.
L’evento, organizzato dalla Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), con l’Agenzia nazionale per i giovani (ANG) e con l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia (OAR), è affidato alla conduzione di due giovani professionisti, Emanuela Lucchetti, divulgatrice storica, e Mario Benedetto, giornalista e scrittore.
“Un’intera giornata di appuntamenti interdisciplinari, vissuti in presenza, attraverso il collegamento video in streaming e in diretta radiofonica con la partecipazione della radio web dell’Università LUISS Guido Carli. Tanti gli appuntamenti in programma con la partecipazione di oltre 100 ragazzi, veri protagonisti dell’iniziativa. Dagli allestimenti artistici sul tema della legalità promossi dalla Fondazione Falcone, che rimarranno visibili al pubblico per tutto il mese di novembre, alle attività dal vivo di carattere artistico-performativo di giovani in età scolare, fino alle opere grafico-pittoriche realizzate nel corso della giornata da artisti con l’obiettivo di raccontare la memoria da più punti di vista, per scoprirne il significato più profondo e consentire, soprattutto ai più giovani, di maturare una propositiva consapevolezza e attiva partecipazione”, commenta Paolo Vicchiarello, Coordinatore della Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Inoltre, verranno illustrati i risultati dell’Indagine di ricerca dell’Istituto Piepoli per la Struttura di missione, che ha coinvolto più di 1500 giovani italiani, di età compresa tra i 14 e i 35 anni, preceduta da tre focus group digitali, allo scopo di approfondire il concetto di memoria, così come vissuto dai ragazzi.
“Sono emersi tanti interessanti spunti di riflessione, che condivideremo nel corso della mattinata; ad esempio, il 78% degli intervistati è affascinato dalla storia, in particolare quella dell’800 e ‘900; la memoria è per l’81% dei giovani coinvolti nell’indagine un inscindibile intreccio tra vicende collettive, familiari e individuali, un incrocio di storie raccontate da nonni e bisnonni e di storia studiata nelle aule scolastiche. Anche per questo, 2 giovani su 3 giudica positivamente l’idea scaturita in Parlamento di una Giornata Nazionale Giovani e Memoria, quale occasione per fare tesoro dei luoghi e degli eventi del passato e proiettare lo sguardo verso il domani”, aggiunge Vicchiarello.
Tra le numerose iniziative in programma, l’Acquario Romano sarà il palcoscenico per lanciare due progetti a cura del Comitato per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, destinati a coinvolgere giovani in età scolare. Il primo “La presa di coscienza 1943-1945”, in occasione dell’80° anniversario di un periodo durissimo del nostro Novecento, nasce su proposta del professore Luciano Zani, con l’obiettivo di individuare azioni volte alla salvaguardia di un enorme archivio di testimonianze lasciato dai protagonisti di quella stagione, e che in gran parte non ci sono più. Il secondo progetto, invece, è un concorso scolastico per le classi IV e V secondarie superiori dal titolo “Scienziate. Un confronto tra generazioni”, su iniziativa della professoressa Patrizia Gabrielli e di Licia Troisi, che prende spunto dagli anniversari di due tra le più autorevoli scienziate del panorama italiano e internazionale: Rita Levi Montalcini, nella ricorrenza del decimo anniversario della morte, e Margherita Hack nel centenario della nascita nonchè del decennale della sua morte.

– foto ufficio stampa Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa –

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Disturbi del comportamento alimentare sempre più diffusi tra i giovani

PALERMO (ITALPRESS) – I disturbi del comportamento alimentare sono sempre più diffusi tra i giovani: il lockdown ha accentuato la tendenza a bulimia e anoressia, solo per dire i più noti, ma le cure esistono e la guarigione è possibile. Ne ha parlato in un’intervista all’Agenzia Italpress Carmelita Russo, responsabile percorso diagnosi e cura Dca in età evolutiva dell’Asp di Catania. “I fattori di rischio sono alcune personalità considerate più sensibili, più fragili che possono predisporre al disturbo – afferma -. Per esempio essere una persona perfezionista, insicura predispone al disturbo anoressico. Altri tipi di personalità più impulsive predispongono a disturbi alimentari di tipo più binge o bulimico”. I casi sono in netto aumento, la percezione è che siano disturbi più diffusi di quanto si possa pensare.
“La linea di tendenza è in aumento incredibile – conferma Russo -. Con il lockdown si è parlato di un 40% di più di casi che sono arrivati ai servizi, ma sotto tono sono di più. L’altra linea di tendenza è che scende sempre più l’età di esordio di questi disturbi. Siamo già alla prima preadolescenza”.
“Dai pensieri brutti che ti lasciano comunque i disturbi alimentari difficilmente ne esci fuori. Puoi sempre provare a combatterli”, afferma uno dei giovani intervistati dall’Italpress. “Una mia amica ne ha sofferto però adesso è guarita. L’abbiamo in qualche modo aiutata noi amici”.
Chiedere aiuto è fondamentale perchè, ribadisce la dottoressa Russo, “i disturbi del comportamento alimentare sicuramente si possono curare e, lo dico forte, si può arrivare alla guarigione”.
“La terapia è medica e nutrizionale. Quello è un passaggio molto forte, delegare o condividere con i genitori il piano alimentare. Quando si ottiene questo si comincia una buona cura. E poi – sottolinea – la psicoterapie che chiaramente possono essere individuali, gruppali, familiari. Si declinano a secondo del caso”.

– foto Italpress –
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Il Papa ai giovani “Serve una nuova economia che combatta la povertà”

ASSISI (PERUGIA) (ITALPRESS) – “Non abbiamo saputo custodire il pianeta e non stiamo custodendo la pace”. Lo ha detto il Papa ai giovani economisti, imprenditori e imprenditrici riuniti ad Assisi per l’incontro “Economy of Francesco”.
“Voi siete chiamati a diventare artigiani e costruttori della casa comune, una casa comune che “sta andando in rovina”. Lo diciamo ed è così. Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra e un’economia di pace”, ha detto il Pontefice.
“La Bibbia è piena di alberi e di piante, dall’albero della vita al granello di senape. E San Francesco ci aiuta con la sua fraternità cosmica con tutte le creature viventi – ha spiegato Francesco -. Noi uomini, in questi ultimi due secoli, siamo cresciuti a scapito della terra. E’ stata lei a pagare il conto. L’abbiamo spesso saccheggiata per aumentare il nostro benessere, e neanche il benessere di tutti. E’ questo il tempo di un nuovo coraggio nell’abbandono delle fonti fossili d’energia, di accelerare lo sviluppo di fonti a impatto zero o positivo”.
“Non tutte le soluzioni ambientali hanno gli stessi effetti sui più poveri, e quindi vanno preferite quelle che riducono la miseria e le diseguaglianze – ha proseguito -. Mentre cerchiamo di salvare il pianeta, non possiamo trascurare l’uomo e la donna che soffrono. L’inquinamento che uccide non è solo quello dell’anidride carbonica, anche la diseguaglianza inquina mortalmente il nostro pianeta”.
“Il nostro capitalismo vuole aiutare i poveri ma non li stima, non capisce la beatitudine paradossale: “beati i poveri” – ha detto ancora il Papa -. Noi non dobbiamo amare la miseria, anzi dobbiamo combatterla, anzitutto creando lavoro, lavoro degno. Ma il Vangelo ci dice che senza stimare i poveri non si combatte nessuna miseria. Ed è invece da qui che dobbiamo partire, anche voi imprenditori ed economisti: abitando questi paradossi evangelici di Francesco”.
“Per avere gli occhi dei poveri e delle vittime bisogna conoscerli, bisogna essere loro amici – ha aggiunto -. E, credetemi, se diventate amici dei poveri, se condividete la loro vita, condividerete anche qualcosa del Regno di Dio, perchè Gesù ha detto che di essi è il Regno dei cieli, e per questo sono beati. E lo ripeto: che le vostre scelte quotidiane non producano scarti”.

– foto ufficio stampa “Economy of Francesco” –

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Bullismo, il 20% degli studenti è stato vittima di violenza

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MILANO (ITALPRESS) – Il bullismo continua a colpire tanti ragazzi in Italia, in particolare nell’ambito scolastico. Lo dimostrano i dati del nuovo Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo”, condotto da Skuola.net in collaborazione con Citroën Italia. La ricerca, che ha coinvolto oltre 3.000 ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, è nata nell’ambito del progetto Rispettami, l’iniziativa ideata per contribuire a contrastare questi fenomeni attraverso campagne di comunicazione online e interventi diretti nelle scuole. Dai dati emerge che solo nell’ultimo trimestre dell’anno scolastico 2021/2022, ben il 20% è stato vittima di qualche forma di vessazione, in quasi la metà dei casi addirittura sistematica. I “bersagli” preferiti dai bulli sono prevalentemente adolescenti della fascia d’età tra gli 11 e i 16 anni, ragazze e chi si considera “non binario”. I motivi rimangono futili: l’aspetto fisico, eventuali disabilità, l’orientamento sessuale, le origini o l’etnia. Non solo bullismo ma anche cyberbullismo; la ricerca mette in luce, infatti, anche nuove forme di vessazione che stanno nascendo nell’era digitale e che, più o meno sottilmente, rischiano di avere un impatto negativo sulla psiche di chi le subisce. Come ad esempio il cosiddetto orbiting, ovvero la pratica che vede una sorta di controllo esterno sui propri canali social da parte di un ex partner – senza alcuna comunicazione diretta ma limitandosi a commentare o lasciare reactions – dopo la conclusione della relazione sentimentale. Il progetto RispettAMI continuerà anche nelle scuole attraverso azioni concrete per promuovere attivamente la cultura del rispetto come strumento di contrasto ai fenomeni devianti connessi al bullismo. “I nostri adolescenti, anche dopo l’esperienza della pandemia, continuano a essere piagati dal bullismo. La scuola, luogo dove nascono tante relazioni tra pari, è sicuramente uno degli ambienti in cui è più probabile che nascano questi fenomeni. Ma è lo stesso in cui possono essere debellati, purché studenti e docenti ricevano una costante formazione in tal senso”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net. “Può apparire inconsueto che un marchio automobilistico si rivolga direttamente ai giovani studenti, ma noi di Citroën Italia lo abbiamo voluto fare: abbiamo voluto essere coerenti con i nostri valori, di un Brand vicino alle persone e, ancor di più, di un Brand che guarda alle persone come fonte di ispirazione per i propri progetti. E con il lancio di Citroën AMI-100% ëlectric, veicolo che può essere guidato a partire dai 14 anni, il mondo dei più giovani è diventato a noi ancora più caro”, così Marco Antonini, Brand Manager di Citroën Italia. “La pandemia non ci ha riconsegnato versioni migliori di noi stessi, come molti auspicavano. I nostri adolescenti continuano a essere piagati dal bullismo che sì, è sempre esistito, ma che attraverso la dimensione digitale, in cui noi tutti siamo immersi, riesce a essere ancora più “efficace”. La scuola, luogo dove nascono tante relazioni tra pari, è sicuramente uno degli ambienti in cui è più probabile che nascano questi fenomeni. Ma è lo stesso in cui possono essere debellati, purché studenti e docenti ricevano una costante formazione in tal senso”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net. Ma l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo” è solo il primo passo del progetto “RispettAMI”, ideato da Citroën Italia e coordinato da Skuola.net. Un’iniziativa concreta, per promuovere attivamente, nelle scuole e fra gli studenti, la cultura del rispetto come strumento di contrasto ai fenomeni devianti connessi al bullismo. Uno dei passaggi chiave è proprio il back to school 2022: si parte con un progetto pilota che coinvolgerà circa 500 studenti delle Scuole Secondarie di II grado che, una volta “debullizzate” le loro classi, successivamente diventeranno ambassador di una campagna di comunicazione contro bullismo e cyberbullismo, online e “sul campo”, che prevede di raggiungere almeno mezzo milione di adolescenti su Skuola.net e sui rispettivi canali social. Infatti, in ogni classe coinvolta verranno nominati degli studenti referenti per il contrasto al bullismo, che avranno il compito di coadiuvare i propri docenti nel costante monitoraggio del fenomeno, applicando il protocollo ideato da “MaBasta” (Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti), una onlus fondata dagli studenti per aiutare i loro pari a combattere le prevaricazioni tra coetanei, attraverso il coinvolgimento dell’intero gruppo classe – docenti inclusi – con il supporto di giovani peer educator. “Può apparire inconsueto che un marchio automobilistico si rivolga direttamente ai giovani studenti, ma noi di Citroën Italia lo abbiamo voluto fare: abbiamo voluto essere coerenti con i nostri valori, di un Brand vicino alle persone e, ancor di più, di un Brand che guarda alle persone come fonte di ispirazione per i propri progetti; inoltre, in questo particolare momento storico in cui abbiamo lanciato Citroën AMI-100% ëlectric, veicolo che può essere guidato a partire dai 14 anni, il mondo dei più giovani è diventato a noi ancora più caro. Mi fa piacere infine sottolineare che Citroën AMI, malgrado al momento del lancio commerciale abbia ricevuto critiche per il design eccentrico, anticonformista e, direi, rivoluzionario, oggi è un successo culturale (come amo sempre dichiarare) e commerciale, essendo al primo posto nelle vendite della sua categoria”, così Marco Antonini, Brand Manager di Citroën Italia. (ITALPRESS).

Photo credits: www.agenziafotogramma.it

Indagine, il 40% degli adolescenti si sente agitato, ansioso o impaurito

ROMA (ITALPRESS) – Oltre il 40% dei giovani tra i 13 e i 19 anni afferma di sentirsi, spesso o qualche volta, particolarmente ansioso o impaurito. Sono i risultati della sezione incentrata sugli aspetti psicologici e psichici dell’indagine sociologica nazionale “Adolescenza, tra speranze e timori”, realizzata da Laboratorio Adolescenza insieme a ISTITUTO IARD e presentati insieme a Lundbeck Italia in previsione del World Mental Health Day, che si celebrerà il 10 ottobre.
L’indagine su abitudini e stili di vita degli adolescenti in Italia, condotta tra marzo e maggio 2022 su un campione nazionale rappresentativo di 5.721 studenti, analizza da un punto di vista sociologico l’impatto emotivo della pandemia sullo stile di vita dei giovani, avendo come obiettivo quello di analizzare se si siano verificate variazioni a causa della pandemia nella comparsa di 3 aspetti (tristezza, ansia, variabilità d’umore); identificare il livello di prossimità con coetanei che hanno avuto esperienze di autolesionismo, consumo di sostanze e abuso di alcol; fotografare la percezione degli adolescenti nei confronti di problemi psicologici-psichiatrici.
Dall’indagine emerge che la maggior parte degli adolescenti si senta frequentemente triste, senza una specifica ragione, soffra di sbalzi d’umore e più del 40% ha affermato di sentirsi spesso agitato, particolarmente ansioso o impaurito al punto di avere la percezione di non riuscire a respirare. Disagi complessivamente riscontrati maggiormente dalle ragazze, con una percentuale che supera l’80%.
Importante osservare anche che il 57% degli intervistati ha riscontrato un aumentato delle situazioni descritte nel periodo della pandemia.
Inoltre, gli adolescenti non sono estranei a situazioni conclamate di disagio: quasi il 40% dei giovani conosce un coetaneo che pratica l’autolesionismo, più diffuso tra le ragazze, atto che viene considerato un modo estremo per affrontare situazioni di agitazione, tristezza e tensione. L’indagine ha permesso infine di fotografare come i giovani percepiscano i disagi psicologici-psichici: la maggior parte non li ridimensiona secondo stigmatici clichè (ne soffrono persone deboli che non sono in grado di superarli da soli), anzi il 58% ritiene che sia importante ricorrere all’aiuto di uno specialista. Tra le cause principali del malessere psicologico i giovani hanno identificato la pandemia (88%), le liti familiari (87%) e la scuola (84%).
“Gli esiti dell’indagine – afferma il Dottor Maurizio Tucci, Presidente Laboratorio Adolescenza – ci consegnano un quadro certamente non confortante, con un aumento, rispetto al passato, dei disagi come ansia e tristezza tra gli adolescenti e una frequenza che va ben oltre l’endemica e naturale presenza di questi fenomeni in un’età comunque complessa. Seppure sia ipotizzabile che nella maggioranza dei casi queste forme di disagio siano destinate a rientrare senza importanti conseguenze, è comunque opportuno non minimizzare a priori queste manifestazioni, derubricandole a caratteristiche dell’età. Genitori, pediatri e insegnanti dovrebbero essere attente sentinelle per cogliere prima possibile eventuali segnali di disagio, con la consapevolezza che gli adolescenti sono spesso bravissimi a dissimularli, ed indirizzare la giovane o il giovane da uno specialista”.
Nel corso dei lockdown, dovuti alla pandemia COVID-19, i sintomi di depressione e ansia sono raddoppiati rispetto alle stime pre-pandemiche: 1 giovane su 4 (il 25,2%) e 1 su 5 (il 20,5%), a livello globale, sta sperimentando rispettivamente sintomi depressivi e d’ansia. 1 In Italia, durante la pandemia, il 16,1% dei pazienti psichiatrici ha tentato il suicidio, mentre l'ideazione suicidaria e l’autolesionismo sono state le ragioni di ricovero nel 31,5% dei pazienti, con un’incidenza elevata soprattutto tra le ragazze. 2 “La pandemia ha aumentato il numero di persone, soprattutto giovani, che hanno avuto esperienza di disturbi d’ansia. – commenta il Prof. Stefano Vicari, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica, Roma e Responsabile Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – L’adolescenza è una fase della vita in cui i ragazzi potrebbero non sentirsi liberi di esprimere il proprio disagio per paura del pregiudizio dei coetanei o di non essere compresi dagli adulti. I genitori e tutte le figure che vivono direttamente a contatto con un adolescente dovrebbero sviluppare una capacità di ascolto e di comprensione. Ad oggi purtroppo in Italia c’è una scarsa cultura sulla Salute Mentale e il tema è ancora molto ignorato, bisogna dare tempo alle famiglie di occuparsi dei figli, mettere i ragazzi al centro delle nostre agende e gli insegnanti devono poter avere gli strumenti per essere di supporto”.
Ed è proprio sul riconoscimento della salute mentale come diritto globale che si focalizzerà il prossimo World Mental Health Day, il cui tema per il 2022 sarà “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale”, evidenziando l’importante ruolo svolto dai governi e da tutte le parti interessate nell’applicazione di misure sociali che consentano di abbattere lo stigma e la discriminazione. Elementi che, ancora oggi, continuano ad essere una barriera all'inclusione sociale e all'accesso alle giuste cure per molte persone con disturbi mentali.
“Negli ultimi anni nel mondo si sono verificati, e si continuano a verificare, enormi cambiamenti sociali, a partire dagli effetti della pandemia, delle guerre, degli sfollamenti e dell'emergenza climatica, tutti fattori che inevitabilmente hanno un impatto sul benessere mentale e generale di tante persone. A queste difficoltà si aggiungono spesso le barriere create dallo stigma e dal pregiudizio, che condizionano ulteriormente la qualità di vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro cari. E’ fondamentale che si agisca a più livelli per garantire che il benessere mentale sia sempre una priorità dei governi e della società in generale” commenta il professor Sergio De Filippis, Direttore Sanitario e Scientifico clinica neuropsichiatrica Villa Von Siebenthal, Docente Psichiatria delle Dipendenze.
E’ con l’obiettivo di condividere un impegno comune, collaborativo e costante, che Lundbeck Italia ha presentato i progetti che intende promuovere nella seconda metà del 2022, in particolare in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale, per supportare la sempre maggiore integrazione delle persone con patologie mentali, contribuendo al superamento di stigma e pregiudizi.
“Dedicarsi alla salute del cervello significa creare consapevolezza, raggiungendo più persone possibili per superare insieme stigma e pregiudizi nei confronti di chi vive con una malattia mentale. In Lundbeck ci impegniamo costantemente nella ideazione e promozione di nuovi progetti volti a diffondere cultura sulla salute del cervello, supportando le persone verso un percorso di integrazione ottimale.” afferma Tiziana Mele, Amministratore delegato di Lundbeck Italia.
Nel 2022 Lundbeck ha avviato diverse iniziative con questo intento. Il cortometraggio “Mi Vedete?”, realizzato insieme a Havas Life e in collaborazione con Giffoni Innovation Hub, è stato presentato al Giffoni Film Festival 2022 e fuori concorso alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il corto si inserisce all’interno del progetto adoleSCIENZE, iniziativa di Lundbeck Italia nata dalla necessità di sensibilizzare, informare e creare consapevolezza sulle malattie mentali in età adolescenziale, con l’obiettivo di superare lo stigma che vi ruota ancora oggi intorno.
Altra iniziativa, il concorso “CEOforLife LUNDBECK AWARDS: la salute parte dal cervello”, promosso da Lundbeck Italia insieme a CEOforLIFE, che terminerà il 20 settembre. Rivolto a tutte le aziende impegnate in progetti che tutelano e promuovono la salute mentale e il benessere psico-fisico nei contesti lavorativi, il concorso è dedicato alla raccolta, valorizzazione e condivisione delle azioni attuate con questo scopo, per promuoverne la conoscenza tra i partecipanti, oltre che avvicinare sempre più realtà aziendali questi temi.
La premiazione si terrà il 10 ottobre, a Roma, presso l’università Luiss Guido Carli, un’importante occasione per confrontarsi e dialogare con esperti del settore e Istituzioni.
Infine, il ciclo di appuntamenti “Arte che Cura: la salute parte dal cervello”, realizzati da Lundbeck insieme a BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, focalizzati sul benessere mentale e sull’equilibrio psico-fisico attraverso la pratica di diverse forme d’arte, realizzati con l’obiettivo di diffondere la cultura della consapevolezza, della cura di sè e del raggiungimento del proprio equilibrio psico-fisico. Questo ciclo terminerà l’8 ottobre, in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale, con un talk show divulgativo al BAM dal titolo “Arte che cura: la salute parte dal cervello”: un momento di scambio e dialogo con esponenti di diversi ambiti di studio e professionalità, per comprendere al meglio l’importanza di mantenere il cervello in salute. L’evento sarà accompagnato da performance artistiche a cura del Centro di Musicoterapia di Milano, con un ensemble che si esibirà con un repertorio attinente alle tematiche affrontate al talk.
“La pandemia Covid-19 ha amaramente dimostrato che nessuna nazione era preparata ad affrontare una crisi di sanità pubblica, ma anche di salute mentale, di questa portata – afferma Ughetta Radice Fossati, Segretario Generale Fondazione Progetto Itaca – Per questo motivo è imperativo che non solo le famiglie vengano sensibilizzate sul tema delle malattie mentali, ma che questo avvenga nell’intera società, per costruire una cultura che permetta da una parte di riconoscerle e affrontarle, dall’altra per favorire l’integrazione delle persone con malattia mentale all’interno di tutta la sfera sociale. L’unico modo per ottenere questo risultato è lavorare insieme, stabilire nuove sinergie tra istituzioni, associazioni, aziende e privati, per creare insieme un nuovo patto per la salute mentale. Progetto Itaca e Lundbeck Italia, in questo senso, collaborano con una forte comunità d’intenti, con l’obiettivo di andare oltre alla medicina e di supportare le necessità che la comunità richiede”.

– foto agenziafotogramma.it –

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Feduf, per i docenti competenza economica fondamentale per gli studenti

ROMA (ITALPRESS) – Che in Italia il percorso verso un’adeguata diffusione dell’educazione finanziaria sia ancora lungo, è una verità confermata da numerosi studi promossi sia da soggetti istituzionali sia da soggetti privati. Tuttavia, le competenze di economia non sono purtroppo ancora percepite come una priorità formativa: solo il 21% dei nostri connazionali le ritiene essenziali per agire in modo responsabile e fare scelte consapevoli, contro il 43% che ritiene fondamentale la formazione nell’ambito della Salute per la prevenzione delle malattie, il 41% che si focalizza sulla sostenibilità per limitare l’impatto delle attività umane sull’ambiente, il 27% che si indirizza verso i temi dell’alimentazione legati alla salute e al consumo di risorse (L’approccio all’economia e il vissuto degli italiani, Ipsos per FEduF, giugno 2022).
Di parere diverso, invece, è circa l’80% dei docenti delle scuole italiane che ritiene la cittadinanza economica una delle competenze indispensabili per i propri studenti: il dato emerge dalla ricerca “Le opinioni degli insegnanti sull’educazione finanziaria a scuola”, elaborata da un’equipe multidisciplinare del dipartimento Di.SEA.DE dell’Università degli studi di Milano-Bicocca guidata dalla professoressa Emanuela Rinaldi, sulle risposte date da 815 docenti che hanno preso parte alle iniziative didattiche di FEduF a partire dal 2019. Lo studio sarà presentato il prossimo 26 settembre nel corso dell’evento online per il corpo docente “Educazione finanziaria con @economiascuola: cosa ne pensano gli insegnanti”, che apre la serie di iniziative di educazione finanziaria della Fondazione per l’anno scolastico 2022/2023.
Gli insegnanti ritengono inoltre che sia compito della scuola fare acquisire agli studenti competenze di cittadinanza economica (60,5% totalmente d’accordo, 28,7% molto d’accordo), tanto che si registra un sensibile aumento di insegnanti (+4,9% dal 2019) che propongono autonomamente il programma a scuola, anche grazie a una maggiore sensibilità su questo tema sviluppata alla luce della conoscenza dei programmi. Non è un caso, e i dati lo confermano, che gli insegnanti dopo aver partecipato alle iniziative didattiche di FEduF, attribuiscano una grande importanza allo sviluppo delle competenze economiche dei propri studenti.
“Ad oggi l’educazione finanziaria è entrata a scuola da una porta secondaria aperta soprattutto da insegnanti lungimiranti e aperti all’innovazione – commenta Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di FEduF – Molto si è fatto in questi anni grazie ai molti soggetti attivi che operano in sinergia con il Comitato Nazionale per l’educazione finanziaria, tra cui la nostra Fondazione con il progetto Economiascuola (www.economiascuola.it). L’assenza di sistematicità, metodologie o obiettivi comuni costituisce un ostacolo ad un’azione realmente incisiva, tuttavia, l’ex alternanza scuola lavoro, oggi denominata PCTO, ha offerto un aggancio importante per proporre, almeno alle secondarie di II grado tematiche collegate all’economia, all’imprenditorialità, alle assicurazioni e alla previdenza”.
La società digitale del prossimo futuro sarà caratterizzata da una crescente attenzione su tre concetti: impatto, sostenibilità e consapevolezza e sono anche i leitmotiv di una nuova economia, possibile solo se alla transizione tecnologica si accompagnerà un profondo cambiamento culturale, che non può prescindere dalle nozioni base di economia e da un corretto approccio all’educazione finanziaria.
Per questa ragione FEduF rafforza in tutte le sue iniziative didattiche il binomio educazione digitale e educazione finanziaria, estendendo il programma sui pagamenti elettronici alle scuole secondarie di I grado e promuovendo un nuovo programma sugli strumenti digitali e sicurezza online.
FEduF, grazie al suo approccio valoriale ai temi dell’economia, si pone come divulgatrice e mediatrice culturale e, come tale, si relaziona con le persone su un terreno comune di scambio che abbini il giusto linguaggio e il giusto canale di comunicazione: solo in questo modo si può generare un rapporto di fiducia attraverso la relazione ed è questo il primo passo per una piena efficacia del processo di comunicazione e di diffusione dell’educazione finanziaria.
“Gli studi di sociologia e psicologia sulla costruzione del pensiero economico dei bambini indicano che sin dall’infanzia le persone si costruiscono un mondo economico, ed è possibile intervenire con progetti di educazione finanziaria per sostenere l’acquisizione di competenze, conoscenze utili alla gestione del denaro, e stimolare l’interesse verso l’economia – commenta Emanuela Rinaldi, professore associato di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca – La ricerca indica che i docenti intervistati danno molta importanza alla cittadinanza economica e civica e il numero di insegnanti che partecipa a questi corsi è in aumento in Italia, un indicatore del rilievo assunto da questi temi anche a fronte dello scenario economico incerto dove termini come “inflazione”, “azioni”, “debito pubblico” compaiono più di frequente anche nel discorso comune”.

– foto ufficio stampa Feduf –
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“Making Sensor Tec!”, al via challenge rivolta ai giovani innovatori

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MILANO (ITALPRESS) – Proporre nuove idee e individuare soluzioni innovative nell’ambito digitale, è questa la sfida rivolta agli appassionati di nuove tecnologie che parteciperanno a “Making Sensor Tec!”. La Challenge è rivolta agli studenti dei Master o PhD in Ingegneria Elettronica, Meccatronica, Biomedica, Informatica e Computer Science degli atenei italiani. L’iniziativa, che si svolgerà in modalità ibrida (online e in presenza), è stata ideata e organizzata da Bosch Sensortec in Italia con il supporto della scuola di formazione Bosch TEC. Bosch Sensortec è leader tecnologico nella progettazione e realizzazione di sistemi microelettromeccanici (MEMS) per tutte le applicazioni sia in campo consumer sia automotive. Dal 2015 in Italia è presente un Design Center dedicato a tutte le principali fasi di progettazione per la realizzazione di nuove famiglie di chip. Il Team italiano lavora in un ambiente internazionale supportando la progettazione di MEMS per diverse applicazioni come wearable, smartphone, droni, tablet e gaming station.
Per partecipare alla Challenge di Bosch Sensortec basta registrarsi al sito https://bosch.eventscase.com/EN/Bosch_Sensor_Tec_Challenge, le iscrizioni rimarranno aperte fino al 10 ottobre.
Agli studenti è richiesto di formare un Team composto da un minimo di 3 a un massimo di 5 membri e di presentare un’idea innovativa e convincente. Per tutti gli interessati, il 17 ottobre si svolgerà, via web, un kick-off di approfondimento del progetto insieme agli esperti Bosch.
Pagina 2 di 4 Il primo dicembre le idee più interessanti passeranno alla fase successiva e i rispettivi Team selezionati riceveranno da Bosch Sensortec una scheda di sviluppo Arduino e un kit di sviluppo Bosch BME688 – il primo sensore di qualità dell’aria con intelligenza artificiale. Durante i tre mesi e mezzo di preparazione dei progetti (dal 1° dicembre 2022 al 15 marzo 2023), gli studenti saranno affiancati e seguiti da remoto dagli esperti professionisti Bosch attraverso un percorso di tutoraggio e formazione.
Il 15 marzo 2023 verranno presentati tutti i progetti e un mese dopo, il 15 aprile, saranno decretati i vincitori. I cinque migliori Team saranno invitati presso la sede di Bosch Sensortec a Milano, per esporre dal vivo i rispettivi lavori. Una giuria decreterà i vincitori finali: i tre migliori Team della classifica generale riceveranno un riconoscimento del valore di 1.500,00 euro per il primo classificato, 1.000,00 euro per il secondo e 500,00 per il terzo.
Seguendo lo slogan “Tecnologia per la vita” Bosch, grazie ai propri prodotti e servizi, vuole migliorare la qualità della vita delle persone offrendo soluzioni innovative in tutto il mondo. “L’obiettivo di Making Sensor Tec! è quello di entrare in contatto con i giovani innovatori di domani – ha sottolineato Riccardo Campagna, Senior Manager ASIC Development Bosch Sensortec Italia -. Attraverso questa Challenge vogliamo coinvolgerli in un percorso di progettazione per sviluppare soluzioni innovative, grazie ai sensori e alle piattaforme di sviluppo di Bosch Sensortec e, allo stesso tempo, offrire loro un percorso di orientamento e di approfondimento sulle nuove tecnologie, con la possibilità di poter far parte in futuro del nostro team di sviluppo e avere così l’opportunità di realizzare concretamente le idee proposte”, ha concluso Campagna.

– foto ufficio stampa Bosch –

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Incidenti domestici e stradali con vittime bambini e adolescenti, come prevenirli

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L’abitazione quando si è più piccoli, la strada quando si cresce. Sono gli ambienti in cui bambini e adolescenti possono incappare in incidenti e infortuni, a volte anche gravi.
“Gli incidenti che si verificano più frequentemente in età pediatrica e adolescenziale sono di due tipologie: quelli domestici sono più frequenti tra i bambini sotto i 5 anni, mentre nell’età adolescenziale prevalgono gli incidenti stradali”, spiega all’Italpress Vincenzo Restivo, ricercatore di Igiene e Medicina Preventiva presso l’Università di Palermo.
Il dato preoccupante riguarda le vittime: “Sono circa 3 mila all’anno nella fascia d’età da 5 a 19 anni, una delle principali cause di mortalità”, afferma Restivo, che sulla prevenzione sottolinea: “In età pediatrica le accortezze riguardano soprattutto i genitori: stare attenti quando hanno in mano oggetti inferiori ai 4 centimetri di diametro potrebbe essere una raccomandazione da utilizzare. Per quanto riguarda gli adolescenti le principali raccomandazioni sono quelle legate all’utilizzo dei vari dispositivi di protezione individuale, penso ad esempio all’uso del casco. Quando ci si trova nel ruolo del pedone, per esempio attraversando la strada, è importante rispettare la segnaletica i semafori, e non distrarsi con i cellulari”.
Del tema si occupa anche il Piano regionale siciliano di Prevenzione, che è rivolto alla sicurezza negli ambienti di vita. “È un programma che prevede diverse azioni da svolgere – sottolinea Restivo -. Un elemento centrale sicuramente quello dell’informazione, sia nelle scuole che per i genitori”.
Foto tratta da video Italpress
(ITALPRESS).