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Eni, con Joule a Milano giovani talenti dell’eco-business

MILANO (ITALPRESS) – I migliori talenti dell’innovazione africana al PoliHub di Milano, che ha ospitato una tappa dello Startup Africa Roadshow 2022, organizzata da Joule, la Scuola di Eni per l’impresa. Dall’agricoltura alla finanza, passando per moda e salute, sono sei le startup vincitrici di Startup Africa Roadtrip 2019 e 2021 che si sono presentate alla platea di startupper e investitori, con idee di business diverse ma accomunate da uno stesso denominatore: la sostenibilità ambientale. Tra i protagonisti dell’iniziativa di Joule, la Kimuli Fashionability, un’azienda ugandese che trasforma i rifiuti di plastica in stoffa, con la quale realizza vestiti, gioielli e accessori. A presentare l’impresa, il cui nome “Kimuli” in ugandese vuol dire “fiore”, è stata a Milano la co-fondatrice e direttrice, Zaharah Nabirye: “Nella capitale ugandese, Kampala, ogni giorno si accumulano oltre 28.000 tonnellate di rifiuti plastica e di queste meno della metà è raccolta e solo l’1% è riciclata, il resto è lasciato a cielo aperto e spesso bruciato, con gravi danni per la salute delle persone e dell’ambiente”, spiega Nabirye, 25 anni, che ha voluto “fare la differenza”.
“Trasformiamo i rifiuti di plastica in stoffa per creare prodotti di un marchio di moda eco-sostenibile e inclusivo, che offre lavoro a persone con disabilità e giovani – prosegue -. Quello che facciamo è raccogliere gli scarti da varie discariche, poi li portiamo nel nostro centro produttivo, dove attiviamo il processo di pulitura dei materiali, che successivamente trasferiamo in fabbrica dove li tagliamo e procediamo con le attività di design e poi di cucitura sartoriale”.
Da giugno 2020, anno di inizio del business, la Kimuli Fashionability ha raccolto 15.000 kg di scarti di plastica e ha realizzato 25.000 vestiti e accessori, con un aumento del 10% all’anno. Oggi la 25enne africana guarda al futuro con ottimismo: “Grazie a questo Roadshow, e anche a quest’evento organizzato da Joule, ho conosciuto qui a Milano molti fashion designer e retailer che magari decideranno di introdurre i nostri prodotti nel mercato italiano”.
Presente al PoliHub anche la startup Musa Social Venture, fondata da Rebecca Cenzato, 26enne neolaureata al Politecnico di Milano, che ha partecipato allo Human Knowledge Lab, l’iniziativa di Joule, la scuola di Eni per l’impresa, che guida il team attraverso le prime fasi di validazione del modello di business. Cenzato ha scelto una “business idea” focalizzata sulle donne, con la creazione di assorbenti in fibre di banano. “Musa Social Venture è una impresa a impatto sociale che si occupa di contrastare la stigmatizzazione del ciclo e della povertà mestruale in Africa – sottolinea Cenzato -. In alcune zone rurali si rileva una quasi totale mancanza di prodotti di igiene idonei al ciclo mestruale e questo impatta sulla vita di molte giovani donne, che addirittura smettono di andare a scuola”.
Da qui l’idea di “assorbenti in fibra di banano, un materiale di scarto largamente disponibile in Africa, con cui realizziamo un prodotto economico, che tutti si possono permettere, e compostabile, per cui facilmente degradabile nell’ambiente”.
A organizzare l’incontro di presentazione degli startupper e dei loro progetti è stata Joule, la scuola di Eni per l’impresa, una realtà che parte dal valore della persona per far crescere una nuova generazione di imprenditrici e imprenditori attenti a sostenibilità e decarbonizzazione in tutti i settori.
“Siamo veramente contenti – dichiara Mattia Voltaggio, Head of Joule – di far parte di questo progetto che favorisce nuove forme di collaborazione internazionali tra Europa e Africa, dove Eni opera. Il continente africano rappresenta oggi un’opportunità di cambiamento per il settore energetico e ci dimostra, attraverso i talenti imprenditoriali selezionati nell’ambito di “Next Generation Africa”, di aver sviluppato anche una forte sensibilità verso l’imprenditoria femminile, inclusiva e sostenibile. Siamo certi che insieme si possano avviare nuove opportunità di sviluppo, frutto di una commistione di competenze, esperienze ed entusiasmo”.

– foto xb5/Italpress –

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Fare sport da ragazzi è una “medicina” per la testa e il corpo

ROMA (ITALPRESS) – Quali e quanti sono i vantaggi di cominciare a fare sport in giovane età? L’attività fisica “non è un passatempo, è una medicina per la testa e per il corpo”, dice all’Italpress Pietro Di Fiore, medico sportivo dell’Asp di Palermo. Innanzitutto, l’attività sportiva “crea socializzazione”, spiega Di Fiore. “Stare a casa davanti alla Playstation – ha aggiunto – non è sicuramente un’attività che occorre favorire”.
Muoversi fin da giovani, infatti, è molto importante. “Un aspetto che non trascurerei è la sedentarietà”, sottolineato Di Fiore. “Se l’apparato osteoarticolare, muscoli e articolazioni vengono tenuti sempre in movimento – continua -, c’è un miglioramento della circolazione su quelle zone, si riduce il rischio di artrosi e di stare male in età adulta”.
L’attività fisica, quindi, è fondamentale. “Studi internazionali ce ne hanno dato contezza: sicuramente ci riserva da complicanze di patologie non certo trascurabili”, spiega il medico sportivo evidenziando la capacità dell’attività fisica di prevenire patologie cardiovascolari, polmonari, metaboliche ma anche l’obesità.
“Anche ai pazienti con problemi cardiaci viene detto di fare attività motoria”, evidenzia Di Fiore secondo cui “non servono campi o stadi mega galattici, basta un campetto per far giocare i ragazzi”. Invece oggi “lo stile di vita è cambiato”, sottolinea “Perchè usare il monopattino elettrico – ha aggiunto – e non quello che usavano i nostri genitori?”.
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Giovani, il Neet Working Tour fa tappa a Napoli

NAPOLI (ITALPRESS) – Il maltempo non ha fermato la tappa napoletana del Neet Working Tour, l’iniziativa promossa dal ministro per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Giovani, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e Carta Giovani Nazionale. E’ arrivato così anche all’ombra del Vesuvio il progetto che sta facendo il giro delle città italiane più colpite dalla disoccupazione giovanile. Inizialmente prevista in piazza del Plebiscito, la kermesse è stata spostata nel cortile interno del Maschio Angioino dove, usufruendo anche dei porticati per ripararsi dalla pioggia, è stato allestito un vero e proprio villaggio dedicato ai “Neet”, i giovani non impegnati nello studio, nel lavoro o in attività di formazione. Per i ragazzi la possibilità di interagire, ricevere assistenza, informarsi e confrontarsi con le tante realtà istituzionali, commerciali e del terzo settore che hanno sostenuto la manifestazione. Obiettivo principale: aiutare chi ha più bisogno a trovare la strada giusta per entrare nel mondo del lavoro.
“Un’iniziativa rivolta ai ragazzi che principalmente non sanno che direzione prendere, sia in termini di orientamento scolastico, di studio, sia di qualificazione professionale e sia di sbocco lavorativo”, ha spiegato il ministro Dadone.
“Sappiamo di avere 3 milioni di ragazzi in questa condizione, è un’emergenza sulla quale bisogna intervenire. Lo abbiamo fatto in manovra con uno stanziamento di fondi per garantire all’interno di Anpal un canale che sia preferenziale per i ragazzi – ha aggiunto -. Però creare anche un momento come questo, nel quale si può raccontare ai ragazzi com’è cambiato il mondo del lavoro, come sono cambiati i mestieri, le professioni, come si scrive un curriculum, come ci si presenta ad un colloquio di lavoro, penso che possa essere un’occasione piccola ma importante anche per chi magari non ha una famiglia forte dietro che riesca a indirizzarlo e a direzionarlo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Fico, presidente della Camera, presente all’iniziativa “per dire ai tanti giovani che ci sono molte opportunità. Ci sono opportunità di formazione, di lavoro, di studio, che lo Stato offre. I giovani devono impegnarsi e credere in tutto ciò che desiderano fare. Noi come Stato dobbiamo essere vicino a tutti questi ragazzi per fargli realizzare i loro sogni”, ha aggiunto.
Tra i tanti partner che hanno aderito al weekend partenopeo c’è anche Fondazione Vodafone, che ha presentato, come già accaduto ad Alessandria, Genova e Roma, la nuova applicazione LV8. “E’ un’app completamente gratuita, sviluppata da Fondazione Vodafone, che consente di acquisire delle competenze digitali di base”, spiega Letizia Nassuato, Media Relations and Corporate Communications Manager di Vodafone Italia.
“Si tratta di un learning game: al raggiungimento di alcuni livelli si acquisiscono degli open badge che sono delle certificazioni digitali molto innovative, le quali possono essere inserite anche nel curriculum dei ragazzi”, ha aggiunto. Dopo Napoli il viaggio continua verso sud, in calendario altri due appuntamenti: “Le prossime tappe alle quali parteciperà Fondazione Vodafone saranno Brindisi e Palermo. Aspettiamo numerosi i ragazzi per farli giocare con LV8”.

– foto Italpress –

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Ri-Party-Amo, i giovani protagonisti della tutela delle spiagge

MILANO (ITALPRESS) – Un progetto ambientale concreto e ambizioso per rendere i giovani, le scuole, le famiglie, le aziende e intere comunità protagonisti della salvaguardia e del restauro della natura d’Italia. E’ Ri-Party-Amo, nato dalla collaborazione tra il Jova Beach Party, Intesa Sanpaolo e WWF Italia, presentato presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.
Un programma articolato in tre principali pilastri, che parte dalla pulizia delle spiagge, passa per progetti di ricostruzione naturale e si conclude con attività di educazione, sia nelle università sia nelle scuole, che coinvolgeranno le generazioni più giovani. Grazie ad una grande campagna di raccolta fondi ancora attiva su ForFunding.it/Ripartyamo, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo, la banca guidata da Carlo Messina, ad oggi sono stati donati circa 3 milioni di euro che saranno utilizzati per pulire 20 milioni di metri quadri di spiagge, laghi, fiumi e fondali; per realizzare 6 macro azioni di ripristino degli habitat; organizzare 8 incontri nelle università italiane e numerosi workshop nelle scuole capaci di coinvolgere un totale di 100.000 studenti.
Tra tutti coloro che avranno contribuito alla raccolta, 4.000 persone avranno la possibilità di partecipare a due esclusivi concerti che Jovanotti terrà all’Atlantico di Roma e all’Alcatraz di Milano il 12 e il 14 novembre.
‘Da dove può ripartire il nostro Paese se non dal prendersi cura, con amore, della salute del nostro territorio e delle nuove generazioni. Ecco, quando abbiamo immaginato Ri-Party-Amo abbiamo pensato a qualcosa capace di attivare le migliori energie e coinvolgerle in una delle più grandi mobilitazioni mai tentate per ripulire le spiagge italiane dalla plastica e mettere in cantiere progetti di restauro naturale: un esempio concreto di come si possa costruire un mondo con più natura – spiega Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia -. Ma non può esserci nessun futuro senza i giovani, quelli con cui ci confronteremo nelle scuole e nelle università e insieme ai quali cercheremo di tracciare la rotta della sostenibilità per le sfide di oggi e quelle di domani, perchè i prossimi anni saranno cruciali per costruire un futuro decarbonizzato e al 100% rinnovabile, un futuro in cui invertire la perdita di biodiversità e proteggere la natura che è alla base della nostra salute. Questo progetto rientra nella strategia del WWF per dare un contributo ad affrontare le grandi emergenze ambientali che oggi fanno parte del nostro presente e di cui dobbiamo occuparci tutti insieme. For Nature, for Us’.
Secondo Andrea Lecce, responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo, ‘Ri-Party-Amo è un progetto ambientale unico, che unisce in modo sinergico le forze, le energie e le competenze di tre partner eccellenti: Intesa Sanpaolo, da tempo impegnata in modo assiduo e coerente sui temi della sostenibilità, della responsabilità sociale, dello sviluppo inclusivo; Lorenzo Jovanotti, che lo ha scelto come progetto green nella nuova attesissima edizione del Jova Beach Party; e WWF Italia, che ha messo a punto un programma articolato di interventi di grande impatto su habitat naturali ed educazione ambientale. Tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro Paese, però, possono essere protagonisti di questa straordinaria iniziativa e contribuire al suo successo, per questo è particolarmente importante il risultato della raccolta fondi dedicata, che tocca già i 3 milioni di euro, raggiunto in pochi mesi dall’attivazione su For Funding, la piattaforma di crowdfunding che la banca ha messo a disposizione di Ri-Party-Amo: ogni donazione si trasformerà in azioni utili per l’ambiente e per la comunità. Costruire il futuro al servizio di uno sviluppo sostenibile, a favore dell’ambiente, delle giovani generazioni e di una società realmente inclusiva, è uno dei pilastri del nuovo Piano d’impresa con il quale Intesa Sanpaolo intende rafforzare ulteriormente la propria leadership in ambito ESG: nel triennio 2022-2025 il Gruppo si è impegnato a fornire nuovo credito alla green economy e alla transizione ecologica per 88 miliardi di euro e 25 miliardi di euro per il social lending’.
Il primo pilastro di Ri-Party-Amo riguarda le pulizie di spiagge, laghi, fiumi e fondali da plastica e dai rifiuti che li stanno inquinando. Solo nel Mediterraneo finiscono circa 230 mila tonnellate di plastica ogni anno: sono l’equivalente di 500 container pieni di rifiuti plastici al giorno.
Da settembre 2022, per un anno intero, sarà possibile partecipare a 24 grandi iniziative di mobilitazione e ad oltre 2.000 attività che hanno l’obiettivo di ripulire 20 milioni di metri quadrati di spiagge, laghi, fiumi e fondali, coinvolgendo oltre 10 mila volontari. Gli eventi di pulizia saranno momenti di festa e socialità all’insegna della tutela ambientale: una grande mobilitazione a cui famiglie, scuole e giovani da tutta Italia potranno partecipare, attraverso una piattaforma dedicata a cui sarà possibile registrarsi da giugno.
Le prime due mobilitazioni saranno il 18 e il 25 settembre 2022, solo con queste si puliranno circa 2 milioni di metri quadrati di spiagge, laghi e fiumi.
Ri-Party-Amo sarà anche un progetto pilota per mostrare come, attraverso opere di ingegneria naturalistica e di restauro naturale, si possono produrre benefici ambientali permanenti in alcuni degli ambienti più fragili e degradati.
Quattro gli habitat oggetto dell’intervento: zone umide, fiumi, laghi ed ecosistemi dunali. Prime fra tutti le zone umide: elementi chiave del ciclo dell’acqua che svolgono un ruolo di collegamento ecologico di grande importanza, fra cui il controllo delle inondazioni. Poi ci sono i fiumi, che in Italia sono circa 1.200, di cui il 41% è ben al di sotto di un buono stato ecologico. Si aggiungono i laghi (solo il 20% in Italia è in buono stato) e le dune che, insieme alle coste sabbiose, sono ambienti fragili attualmente esposti a numerose pressioni e particolarmente minacciati nel prossimo futuro. Il bacino del Mediterraneo, ad esempio, è uno degli hotspot mondiali di biodiversità ma, allo stesso tempo, è una delle regioni del mondo maggiormente soggette ad una forte pressione antropica storica.
Grazie a Ri-Party-Amo verranno ricostruiti alcuni ambienti naturali fortemente danneggiati attraverso 6 grandi opere di ingegneria naturalistica in altrettante aree, ripristinando gli habitat e migliorando la fruibilità da parte delle comunità locali. Le aree in cui saranno collocati gli interventi sono gli habitat dunali di Torre Flavia (RM) e di Marina di Ravenna, le zone umide di Albenga (SV), le sponde e le aree limitrofe del fiume Seveso a Bresso (MI), il Bosco di Policoro (MT) e le dune di Castel Volturno (CE).
Giovani consapevoli, insegnanti preparati e leader responsabili saranno gli alleati di Ri-Party-amo, che come terzo pilastro di attività ha scelto quello dell’educazione ambientale.
8 incontri nelle università italiane saranno organizzati da Intesa Sanpaolo e WWF Italia, in cui verrà presentato il progetto e la partecipazione al Jova Beach Party 2022. Ben 4.000 giovani e studenti saranno coinvolti in workshop multidisciplinari e pratici sulle tematiche ambientali per confrontarsi con gli esperti e i volontari coinvolti nel progetto.
Saranno garantite 20 borse di studio per il corso online ‘Il Manager della Biodiversità’ per l’anno accademico 2022/2023, promosso dall’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Sostenibilità (EIIS). Insieme alle borse di studio, il WWF Italia attiverà 4 esperienze di volontariato formativo presso la sede WWF di Roma, della durata di 6 mesi, per gli studenti più meritevoli.
Sarà finanziato il programma didattico Ri-Party-Amo per le scuole elementari e medie in tutta Italia, attraverso il coinvolgimento di 4.000 classi, 100.000 alunni e altrettante famiglie. Il supporto educativo sarà guidato da materiali didattici in linea con gli interventi del progetto e il percorso si svilupperà all’aperto e in ambienti naturali, con attività creative e di gruppo, in cui bambini e ragazzi potranno scoprire, osservare e conoscere l’ambiente.

– foto ufficio stampa Wwf Italia –

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Yes-Europe con PoliEnergy a Torino, e-mobility in prima fila

TORINO (ITALPRESS) – Si è tenuta nei giorni scorsi, negli spazi dell’Heritage Hub di Stellantis a Torino, la conferenza annuale YES-Europe, organizzata insieme a PoliENERGY.
YES-Europe è un’associazione internazionale no-profit che dal 2016 unisce studenti universitari e giovani imprenditori appassionati dei temi di energia e sostenibilità e PoliENERGY è l’associazione studentesca no-profit del Politecnico di Torino.
L’evento rappresenta l’occasione per riprendere in presenza gli appuntamenti del programma di Academy, organizzati dalla e-Mobility Business Unit di Stellantis a partire dal 2019.
L’e-Mobility Academy di Stellantis nasce con l’obiettivo di promuovere la cultura legata alla mobilità elettrica fra i giovani, beneficiare del costante confronto con loro e raccogliere spunti su come la Generazione Z vive la mobilità del presente e vede quella del futuro.
Nel corso di due anni di attività sono stati coinvolti oltre 13.000 studenti in tutta Europa, secondo un modello che si fonda su un vero e proprio scambio di esperienze e prospettive: ne sono un esempio le challenge e gli hackathon che periodicamente e-Mobility organizza con gli studenti, utili per Stellantis ad avviare progetti multidisciplinari nell’ambito della mobilità sostenibile.
L’evento si è svolto in due giornate: il 22 aprile si è parlato di energia e tecnologie, il 23 di sostenibilità. Il primo giorno Stellantis è intervenuta con i suoi esperti per illustrare alcuni dei suoi progetti più innovativi come il Vehicle-To-Grid (V2G) nel comprensorio di Mirafiori che, grazie all’utilizzo di vetture elettriche per fornire potenza alla rete elettrica nazionale, supporta la diffusione delle energie rinnovabili. Durante il secondo giorno è stato invece illustrato l’approccio del Gruppo al tema della Circular Economy, con riferimento in particolare alla gestione delle batterie alla fine della loro vita a bordo vettura.
All’evento hanno partecipato circa 200 studenti in presenza, impegnati in workshop e discussioni con manager, ricercatori, giovani imprenditori e coordinatori delle associazioni studentesche.
“Nel perseguire l’obiettivo di Carbon Neutrality al 2038 annunciato durante il piano strategico di lungo periodo Dare Forward 2030, è più che mai importante il coinvolgimento delle nuove generazioni che sono attivamente impegnate nel proporre soluzioni innovative volte a favorire la diffusione di stili di vita più attenti all’ambiente”, afferma Anne-Lise Richard, responsabile globale della e-Mobility Business Unit di Stellantis. “Grazie alla partecipazione attiva degli studenti agli eventi dell’Academy di e-Mobility, stiamo raccogliendo spunti per proporre nuovi servizi ai clienti che scelgono di guidare elettrico, per migliorare la loro esperienza d’uso nel rispetto del pianeta”.
“Heritage Hub è stato pensato sin dalla sua realizzazione come un luogo multiforme, un punto di collegamento e di “snodo”. In Hub non si celebra soltanto il passato glorioso dei marchi automobilistici torinesi del Gruppo, ma si scrivono nuove pagine di futuro della mobilità grazie ad appuntamenti formativi che coinvolgono le nuove generazioni”, ricorda Roberto Giolito, Head of Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Abarth Heritage. “Per questa ragione siamo particolarmente felici di aver ospitato gli studenti di YES-Europe e di aver avviato con loro un confronto proficuo e costruttivo sulle tematiche più attuali della sostenibilità e dell’energia, certi che si saranno lasciati ispirare da oltre un secolo di eccellenza automobilistica nell’immaginare il domani della mobilità”, prosegue.

– foto ufficio stampa Stellantis –

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Con “Young factor” a Milano tre giorni di economia e finanza

Un lungo percorso europeo di coinvolgimento delle giovani generazioni nelle sfide del nostro secolo, ma anche un investimento per la competitività del paese in una tre giorni di dialogo con i protagonisti istituzionale della scena economico-finanziaria Ue. E poi un lavoro di formazione in aula per acquisire l’alfabeto dell’economia e della finanza. Tutto questo è ‘Young factor. Un dialogo tra Giovani, Economia e Finanza”, che si terrà il 14,15 e 16 Giugno 2022 a Milano, a Palazzo Mezzanotte. L’iniziativa e il programma sono stati presentati questa mattina nella sede della Borsa dal Ceo del main sponsor Intesa Sanpaolo Carlo Messina e dal presidente dell’Osservatorio permanente giovani editori Andrea Ceccherini, organizzatore della manifestazione. Un evento, quello di giugno, che vedrà intervenire per la prima volta insieme il vicepresidente della Banca Centrale Europea Luis De Guindos e i sei governatori delle principali banche dell’Eurozona: Mario Centeno (Governatore Banco de Portugal), Pablo Hernandez De Cos (Governatore Banco de Espana), Klaas Knot (Presidente De Nederlandsche Bank), Joachim Nagel (Presidente Deutsche Bundesbank), Francois Villeroy de Galhau (Governatore Banque de France) e Ignazio Visco (Governatore Banca d’Italia), insieme al già presidente della BCE Jean-Claude Trichet. Un confronto aperto con 350 studenti delle scuole secondarie superiori provenienti da diversi paesi europei che si inserisce, oggi, in un particolare contesto storico, spiegano i promotori, dove l’importanza di accogliere una strategia comunitaria sul tema dell’alfabetizzazione economico-finanziaria rappresenta un’opportunità unica, capace di incidere sulla ripresa e il futuro dell’Europa. Un’occasione importante, inoltre, per rafforzare il senso di appartenenza all’Unione Europea da parte dei giovani. Insieme ad Andrea Ceccherini interverranno ai lavori del convegno il vicepresidente e direttore finanziario di Apple Luca Maestri nonchè rappresentanti di primo piano del mondo bancario privato nazionale e internazionale, tra i quali Carlo Messina (Consigliere Delegato e Ceo Intesa Sanpaolo), Andrea Orcel (Ceo UniCredit), Gian Maria Gros-Pietro (Presidente Intesa Sanpaolo), Francesco Profumo (Presidente Acri), Antonio Patuelli (Presidente ABI), Ralph Hamers (Group Ceo UBS) e Christian Sewing (Ceo DeutscheBank). Gli onori di casa saranno affidati al sindaco di Milano Giuseppe Sala. (ITALPRESS).

Vino, i giovani cercano sempre di più la qualità e non gli eccessi

VERONA (ITALPRESS) – Il vino si conferma come un prodotto strategico per l’economia italiana, con un sensibile incremento dei suoi consumatori tra i giovani, che scelgono comunque di bere in maniera responsabile e vedono nell’italianità il principale criterio di scelta, perchè percepito come garanzia di qualità. E’ quanto emerge dal Rapporto Enpaia-Censis sul mondo agricolo “Responsabile e di qualità: il rapporto dei giovani col vino”, presentato al Centro Congressi del Vinitaly a Verona.
Nel lungo periodo esiste una relativa stabilità della quota di italiani che beve vino: erano il 58% nel 1993, sono il 55,5% nel 2020. Nello stesso arco di tempo la quota di giovani che beve vino è salita dal 48,7% al 53,2%, mentre quella che beve più di mezzo litro al giorno è scesa in picchiata dal 3,9% a meno dell’1%. Tra i giovani che consumano vino, il 70,9% lo fa raramente, il 10,4% uno o due bicchieri al giorno e il 17,3% solo stagionalmente. I numeri dicono che il consumo di vino è un invariante delle abitudini, componente significativo della buona dieta guidato dalla ricerca della qualità e dal suo ruolo di moltiplicatore della buona relazionalità. La risultante di tutto ciò è un rapporto responsabile e maturo.
Il 79,9% dei giovani con età compresa tra 18 e 34 anni afferma che nel rapporto con il vino vale la logica: meglio meno, ma di qualità. Non solo: il 70,4% di giovani dichiara: “Mi piace bere vino, ma senza eccessi”, che richiama l’idea di un alimento che dà piacere e contribuisce in diverso modo al benessere soggettivo, non di un catalizzatore sempre e solo di pulsioni di sregolatezza.
L’italianità come criterio di scelta è richiamata dal 79,3% dei giovani, perchè è percepita come garanzia di qualità. Il riferimento alle certificazioni Dop (85,9%) o Igp (85,2%) mostra come i giovani siano molto attenti al nesso tra vini e territori, cosa che segnala la riscoperta nelle culture del consumo giovanili della tipicità localistica, che sembrava destinata a sparire.
La tipicità locale di saperi e sapori, proiezione anche della biodiversità del nostro territorio, è una bussola importante nelle scelte dei consumatori giovani: il 94,9% di essi dichiara di acquistare spesso prodotti tipici dei territori del nostro Paese. Il marchio del prodotto, invece, conta per il 36,1% dei giovani. Alta è la valutazione che viene data della tracciabilità dei prodotti, vino incluso: il 92% dei giovani è pronto a pagare qualche euro in più sul prezzo base per i prodotti di cui riescono a conoscere biografia e connotati. Il 56,8% dei giovani, poi, è ben orientato verso vini biologici e apprezza aziende agricole attente alla sostenibilità ambientale.
Per il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, “gli esiti del Rapporto Enpaia-Censis sono particolarmente interessanti, soprattutto con riferimento al tema della socialità e i giovani, i quali vivono il rapporto con il vino come uno strumento per stare insieme. Il buon vivere che c’è in Italia è proprio uno degli aspetti che gli stranieri invidiano al nostro Paese. E’ fondamentale, dunque, favorire il marketing territoriale per promuovere l’enoturismo, tenuto conto che i giovani saranno i consumatori del futuro. La sfida è quella di tutelare la qualità e, al contempo, incentivare tutti i servizi aggiuntivi legati al mondo del vino. L’enogastronomia è una delle componenti essenziali di tutto il percorso turistico, pertanto occorre migliorare l’organizzazione perchè l’eccellenza da sola non basta più”.
“Siamo riusciti a far passare in Europa il messaggio per cui il consumo moderato di vino non crea problemi ed è già nel nostro Dna, pertanto non è necessario apporre etichette. Rapporti come questo sono estremamente importanti, considerato che il problema dell’etichettatura andrà affrontato nei prossimi mesi – spiega il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio -. In tal senso, possiamo permetterci di dire che in questo momento c’è bisogno più che mai di promuovere la produzione di vino italiano nel mondo. E’ essenziale considerare che quando parliamo di vino intendiamo qualità, identità e tutela del made in Italy”.
Secondo Giorgio Piazza, presidente della Fondazione Enpaia, “il vino si conferma un driver importante per l’economia del nostro Paese, dove sono presenti circa 600 vitigni e oltre 1500 tipologie di vino. La biodiversità, inoltre, rappresenta un elemento di grande rilievo. Quello vitivinicolo è un settore di assoluto prestigio, molto valorizzato soprattutto dai giovani, che nelle loro scelte di consumo mostrano particolare considerazione verso il vino biologico e di qualità. I giovani bevono vino in maniera moderata e responsabile, aprendosi così alla convivialità e alla socialità”.
“Il rapporto col vino della grande maggioranza dei giovani è marcato dalla logica della qualità e non da quella della quantità – afferma Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis -. Il vino poi è al centro di momenti significativi di convivialità nei luoghi ed esercizi pubblici, di cui gli italiani hanno avuto nostalgia nell’emergenza sanitaria. Un rapporto maturo e responsabile col vino, quindi, è parte integrante del nostro stile di vita, tanto apprezzato nel mondo”.
(ITALPRESS).

Mascherine al chiuso, per i giovani siciliani meglio tenerle

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Dopo la fine dello stato d’emergenza legato alla pandemia e l’allentamento delle regole anti-Covid a partire da aprile, si attende un ulteriore alleggerimento delle misure dal mese di maggio. Cambiamenti in vista, quindi, anche per le mascherine al chiuso, ma siamo ancora alle ipotesi. Il Covid, infatti, oscillazioni a parte, è ancora realtà. L’addio totale, dunque, non è scontato e deciderà il governo a ridosso della fatidica data. In tale situazione, intervistati dall’Italpress, i giovani siciliani mostrano ancora prudenza.
Per qualcuno l’addio alle mascherine al chiuso appare “un’idea abbastanza buona” in quanto si dovrà “tornare alla normalità, prima o poi”. C’è invece chi è dell’opinione opposta: eliminare l’obbligo dei dispositivi di protezione al chiuso potrebbe essere “una decisione affrettata e poco ponderata” con il rischio che accada come quando ci sono state “decisioni affrettate e poi ne abbiamo pagato le conseguenze”, evidenzia una giovane. “Ancora i contagi sono alti, sarebbe meglio tenerle”, sottolinea invece un ragazzo.
“Penso che al chiuso – afferma una studentessa – sia necessario tenerla, soprattutto perché a lezione ci sono aule con più di cento studenti”. Dunque, emergono alcune perplessità e, nel timore di una nuova ondata di contagi, ci si propone di assumere ancora comportamenti responsabili e prudenti. “Credo che – afferma una ragazza – ancora sia un po’ presto. Penso di continuare a tenerla per un po’, almeno nei luoghi chiusi”.
“All’aperto va bene – sottolinea una giovane – ma al chiuso c’è difficoltà nel gestire la pandemia”. Un altro ragazzo è della stessa opinione: “All’aperto è giusto – afferma – ma al chiuso non tanto, io le terrei ugualmente”.
Una giovane ammette che continuerà a indossare la mascherina perché “ancora non molto rassicurata”. Un’altra ragazza, invece, non si sbilancia: “Ho sentimenti contrastanti. Da un lato penso che ci si debba liberare, dall’altro penso che ci sia ancora troppo rischio”. C’è, però, anche chi intende osare, guardando al futuro con maggiore ottimismo. “Bisogna cercare di andare avanti”, afferma un giovane. “Non sarà facile – aggiunge – però prima o poi ci deve essere una svolta, quindi mi sembra una scelta corretta”.
(ITALPRESS).