MILANO (ITALPRESS) – Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia e Fondazione Rocca presentano Future Inventors, progetto che propone un nuovo approccio educativo per potenziare l’insegnamento e l’apprendimento delle STEM nella scuola secondaria di I° grado. Un’iniziativa rivolta sia agli insegnanti che agli studenti: attraverso tecnologie digitali, linguaggi artistici ed espressivi d’avanguardia quali proiezioni interattive, sound art, videomapping e algoritmi creativi , tutti integrati in percorsi di apprendimento attivo e sperimentale, Future Inventors contribuisce a coinvolgere e appassionare i ragazzi dagli 11 ai 13 anni alle STEM, arricchendone la pratica educativa in classe. Tra gli aspetti innovativi del progetto c’è la realizzazione di un laboratorio, uno spazio che funge da luogo di sperimentazione immersiva della metodologia di Future Inventors, ma allo stesso tempo diventa anche una risorsa permanente a disposizione di tutti i visitatori del Museo. Il laboratorio apre al pubblico a partire da sabato 4 dicembre proponendo un percorso esperienziale innovativo basato sulla contaminazione originale fra scienza, tecnologia e arte.
‘Il Museo continua la sua lunga esperienza e il suo continuo impegno nell’educazione delle giovani generazioni, una storia che inizia con la nascita del Museo stesso. Il lavoro educativo del Museo è stato sempre parte della propria missione e della responsabilità che si sente di avere ai confronti della scuola e della società’, dichiara Lorenzo Ornaghi, presidente del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia.
Nel sistema scolastico italiano, emerge sempre più forte la necessità di dotarsi di una strategia educativa nuova. Le analisi condotte in questi anni da Fondazione Rocca sulla scuola italiana hanno evidenziato come i risultati degli studenti, a partire dalla scuola media, inizino a peggiorare in rapporto sia a quelli degli altri paesi europei che, in maniera ancora più evidente, nei confronti dei paesi asiatici. Anche nel nuovo rapporto di ricerca, che Fondazione Rocca presenterà a breve, le difficoltà degli studenti delle scuole medie nelle materie scientifiche emergono con evidenza.
Nell’ambito del dibattito intorno all’educazione alle STEM e alle competenze del 21° secolo trovano posto anche le competenze digitali, necessarie per migliorare le performance dei nostri studenti, per creare una consapevolezza sul ruolo della tecnologia e delle sue applicazioni nella vita delle persone. Sulla base di questa che può essere definita come una vera emergenza educativa, Fondazione Rocca ha cofinanziato il laboratorio di Future Inventors e collaborato alla messa a punto di un percorso di formazione rivolto agli insegnanti che potesse contribuire a cambiare il modo di insegnare le STEM nelle scuole secondarie. L’utilizzo dei linguaggi digitali, oltre a rendere gli studenti protagonisti nel percorso di apprendimento, li spinge ad un uso più consapevole e meno passivo delle tecnologie.
‘I musei ricoprono un ruolo determinante nella società contemporanea e rappresentano una risorsa al servizio della società e, in particolare, della scuola – spiega Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo -. Attraverso il lavoro del CREI, il suo Centro di Ricerca per l’Educazione Informale, il Museo studia, definisce e rende disponibili metodologie, risorse e spazi educativi che arricchiscono l’apprendimento delle STEM in contesti sia formali che informali, diventandone punto di riferimento a livello internazionalè.
‘Questo lavoro – prosegue – ne esce arricchito grazie all’intelligente attenzione di quel mondo scolastico che sa guardare al futuro osservandone gli sviluppi più utili e le attività più idonee. Emerge sempre più forte la necessità di dotarsi di una strategia educativa perchè l’insegnamento sia un balzo verso il futuro: dobbiamo essere sempre un passo avanti per poterne raccogliere le sfidè.
Future Inventors propone un processo di apprendimento, dedicato agli insegnanti e ai loro studenti oltre che al pubblico del Museo, basato sulla contaminazione originale fra STEM e Arte, digitale e analogico, fisico e virtuale: la cultura digitale, così vicina alla quotidianità dei ragazzi, viene usata per attivare nuove connessioni e comprensioni e diventa lo strumento che permette di esplorare contenuti scientifici e aspetti di metodo.
“Migliorare l’approccio alle materie scientifiche di studentesse e studenti rappresenta un obiettivo strategico per poter vivere in modo consapevole in un mondo che si sta evolvendo con grande rapidità. Dotare le nuove generazioni di queste competenze equivale a quello che ha rappresentato per noi imparare l’inglese: avere cioè gli strumenti di libertà’, spiega Gianfelice Rocca, presidente Fondazione Rocca.
‘Dobbiamo superare gli steccati tra le materie che invece caratterizzano la vita scolastica. I nostri studenti devono imparare a pensare oltre i tradizionali confini disciplinari. Con questo progetto – conclude – abbiamo quindi avvicinato le STEM alle materie artistiche, trasformandole in STEAM. E’ nella vocazione di Fondazione Rocca tenere alta l’attenzione verso l’education e sostenere i giovani talenti, per questo abbiamo accolto con grande entusiasmo la possibilità di sostenere e co-progettare Future Inventors’.
Lo staff educativo del Museo, insieme a Fondazione Rocca, ha progettato e sperimentato con insegnanti e studenti della scuola media un approccio totalmente nuovo, che utilizza metodologie, tecnologie digitali, linguaggi artistici ed espressivi d’avanguardia, tutti integrati in percorsi di apprendimento attivo e sperimentale.
Il processo di apprendimento reintegra l’esperienza estetica, la cognizione incarnata, l’espressione personale e la progettazione creativa, fattori che non rientrano nel classico approccio alle STEM.
Immagine e Suono sono stati scelti come temi-focus delle esperienze e delle attività educative proposte, poichè entrambi sono ambiti pluridisciplinari previsti dal programma scolastico delle scuole secondarie. L’obiettivo, dopo aver utilizzato i laboratori, è quello di poter applicare a scuola l’approccio di Future Inventors e di estenderlo ad un ambito pluridisciplinare più ampio.
Il percorso di Future Inventors si articola attraverso tre diverse fasi: catturare quindi invitare insegnanti e studenti a partecipare attivamente, mediante l’uso di installazioni artistiche in cui immersione ed esperienza estetica stimolano all’impegno dei sensi, del corpo, delle emozioni, spesso in modi inattesi e con un impatto forte e immediato; approfondire i concetti STEM connessi all’esperienza vissuta nella fase precedente attraverso il lavoro di indagine e di sperimentazione che aiuta a capire le loro caratteristiche e costruire le conoscenze e competenze necessarie a consentire la riproduzione in altri contesti dei concetti imparati; maneggiare contenuti e strumenti a partire dalle conoscenze, competenze ed esperienze sviluppate nelle fasi precedenti mediante lo sviluppo di un proprio progetto che si caratterizza da una forte dimensione di auto-espressività e di narrazione individuale.
Il nuovo laboratorio è dotato di diverse installazioni di arte digitale create in collaborazione con artisti di livello internazionale che lavorano proprio sull’intersezione tra scienza, tecnologia e arte, come Gerhard Funk, Michael Bromley, Anders Lind, Machiel Veltkamp e Moritz Simon Geist. Queste diventano dei nuovi contesti per l’esplorazione e la sperimentazione di contenuti STEM, in particolare consentiranno di approfondire l’immagine e il suono e di esplorare in modo creativo le connessioni tra tecnologia, arte e scienza.
Proiezioni interattive, sound art, videomapping e algoritmi creativi, insieme a strumenti analogici e digitali e a tutte le esperienze del laboratorio, invitano a una partecipazione attiva e alla “manipolazione” diretta degli strumenti e dei linguaggi che il laboratorio stesso propone all’interno di un programma ricco di attività progettato dallo staff Education del Museo.
Ispirandosi dalla cultura digitale che connota molte delle esperienze, il pixel è stato scelto come elemento base e unificatore per caratterizzare gli elementi più identificativi dello spazio. L’apertura al pubblico, oltre ai giorni 4-5-7 dicembre, è prevista anche nel periodo delle vacanze di Natale, nei giorni 28-29 dicembre 2021 e 3-4-5 gennaio 2022.
Dopo la fase di ricerca e sviluppo e la co-progettazione con un gruppo di insegnanti esperti provenienti da varie regioni, il progetto Future Inventors prevede una prima fase iniziale di sperimentazione mediante il coinvolgimento di cinque scuole lombarde che, per tutto l’anno scolastico 2021-2022, partecipano al percorso di formazione in Museo e a scuola con insegnanti dell’area sia scientifica che artistica e le relative classi. Le scuole attualmente coinvolte sono: I.C. P. Thouar e L. Gonzaga, I.C. Luigi Chiesa di Spino D’Adda – Dovera, Educandato Statale Emanuela Setti Carraro Dalla Chiesa, Istituto Leone XIII, e Collegio San Carlo.
Il percorso inizia infatti dall’esperienza immersiva nel laboratorio Future Inventors al Museo durante la formazione, per poi proseguire con le attività rivolte agli studenti. Da questa esperienza, gli insegnanti riceveranno proposte e strumenti con l’obiettivo di innovare l’insegnamento delle STEM superando alcune tradizionali separazioni tra le discipline.
‘Future Inventors è un progetto pioniere. Rappresenta un’opportunità importantissima di svolgere ricerca educativa e mettere l’esperienza maturata negli anni dal Museo a servizio della scuola, allo scopo di contribuire all’innovazione dell’educazione alle STEM – commenta Maria Xanthoudaki, direttore Education del Museo -. Per fare ciò, abbiamo provato a delineare un approccio educativo nuovo, che integra aspetti che caratterizzano l’esperienza e l’apprendimento umano – come l’esperienza estetica, la cognizione incarnata, l’espressione personale e la progettazione creativa – con strumenti della cultura digitale e diversi linguaggi usati nell’arte, per introdurli e integrarli nell’insegnamento e nell’apprendimento delle STEM volendo rafforzare il loro ruolo nello sviluppo di conoscenze e competenze, finora purtroppo non sufficientemente riconosciutò.
Sempre durante l’anno scolastico 2021-2022, è prevista la cura di un programma di residenze al Museo da parte di artisti che lavorano nell’intersezione fra scienza, tecnologia e arte che, durante la loro permanenza, interagiscono direttamente con gli studenti per far conoscere le STEM da un punto di vista diverso.
Per tutta la durata del progetto, il Centre for Research in Education in Science, Technology, Engineering & Mathematics (CRESTEM) di King’s College London conduce uno studio di ricerca volto ad aiutare a definire le caratteristiche e gli aspetti di innovazione educativa di questo nuovo approccio all’educazione alle STEM. Proprio questo metodo, infatti, emergerà come il principale risultato di Future Inventors in quanto progetto di ricerca realizzato dal Museo e Fondazione Rocca in collaborazione con i diversi esperti e gli insegnanti con l’intenzione di contribuire a una modalità di apprendimento e insegnamento che sia sostenibile e trasferibile successivamente su ampia scala, diventando risorsa riconosciuta e rilevante per l’educazione.
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Nasce “Future Inventors”, il nuovo progetto di educazione alle STEM
Sostenibilità e nuove generazioni, Bayer al Festivaldeigiovani
MILANO (ITALPRESS) – Bayer Italia al fianco della sesta edizione del Festivaldeigiovani, un progetto nato su idea di Noisiamofuturo per dar spazio ai giovani dai 17 ai 19 anni; una piazza di ascolto, di incontro e di dibattito dove i ragazzi di tutta Italia hanno la possibilità di imparare, sperimentare, divertirsi ed esprimere liberamente le proprie idee, aspirazioni e talenti.
Il Gruppo ha animato le giornate del Festival tenutesi a Settimo Torinese dal 12 al 14 ottobre presso la Biblioteca Civica Multimediale Archimede, un polo culturale moderno e dinamico, quelle a Gaeta dall’8 al 10 novembre e tornerà con altri eventi nei primi mesi del 2022.
Opportunità per parlare di sostenibilità e promuovere tra la nuova generazione l’importanza di un settore, quello dell’agricoltura, che, tra tradizione e innovazione, è strategico non solo per il futuro del nostro pianeta ma anche una grande opportunità per la nuova generazione.
Bayer ha coinvolto oltre 15.000 ragazzi, la maggior parte collegati dalle oltre 800 classi che hanno aderito agli eventi, in un dibattito costruttivo, formativo e di orientamento grazie alla proiezione di un cortometraggio prodotto in collaborazione con Giffoni Innovation Hub dal titolo “L’Altra Terra”.
Lo short-movie è stato girato dal regista Daniele Pignatelli dopo il lancio di una survey che ha coinvolto giovani dai 18 ai 28 anni con l’obiettivo di fotografare il rapporto che intercorre tra la Generazione Z e la conoscenza degli strumenti innovativi nel settore dell’agricoltura, con focus specifico sui processi di digitalizzazione e sul tema della sostenibilità.
Il corto green si ispira infatti ai temi dell’agricoltura, un’arte antica che rinasce e si aggiorna grazie all’innovazione, al digitale e alle nuove tecnologie riducendo l’impatto ambientale e promuovendo il nostro Made in Italy nel mondo.
“La nostra intenzione è di offrire un messaggio rassicurante alle nuove generazioni. Si può mantenere e rispettare la nostra tradizione coniugandola con una nuova imprenditorialità che si affida all’innovazione. Oggi più che mai siamo chiamati a fare scelte sostenibili e i nuovi modelli e le nuove tecniche ci permettono di ottenere un’agricoltura volta a diffondere consapevolezza sull’uso rispettoso delle risorse naturali ma anche a creare occupazione e nuove professionalità”, ha commentato Fabio Minoli, direttore della Comunicazione e Rapporti Istituzionali di Bayer Italia.
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Agricoltura, giovani in prima linea per la sostenibilità
ROMA (ITALPRESS) – “Spesso è difficile trovare occasioni di confronto con giovani della mia età su temi come quello dell’agricoltura. Per questo ho deciso di candidarmi allo Youth Ag Summit. Sono stata selezionata e ne sono estremamente felice perchè ho trovato quello che cercavo: un’occasione di confronto con giovani di tutto il mondo sui temi di mio interesse, ovvero l’agricoltura e la sostenibilità nel settore. E’ una ricchezza inestimabile”. Lo ha detto all’Italpress Anita Giabardo, delegata italiana alla quinta edizione dello Youth Ag Summit (YAS), conferenza globale organizzata da Bayer, nell’ambito della quale giovani leader creano una collaborazione finalizzata allo sviluppo di soluzioni sostenibili per la sicurezza alimentare e l’agricoltura globale.
“Abbiamo un’occasione senza precedenti: poter condividere le nostre idee in tempo reale con un numero indefinito di persone, poter interagire in mille modi diversi e attraverso piattaforme diverse. Le opportunità per fare qualcosa di incisivo si moltiplicano e lo Yas è un esempio di questo”, ha aggiunto. Al Summit di quest’anno il direttore generale della Fao ha chiesto ai giovani massimo impegno. “Il direttore generale della Fao – ha ricordato la delegata italiana – ha detto che ha fiducia in noi e questa è davvero una grande iniezione di fiducia”.
“Lo Yas – ha spiegato Giabardo – non si ferma dopo le due giornate di conferenze ma va avanti attraverso i meeting settimanali e la Yas University. Quest’anno, a causa dell’impossibilità di incontrarsi fisicamente, si è voluto sfruttare la possibilità offerta dai mezzi di comunicazione digitali e prolungare questa esperienza, rendendola anche più arricchente ed efficace”.
Il tema del summit è “Feeding a hungry planet”. Ai cento delegati selezionati e provenienti da tutto il mondo è stato chiesto di proporre soluzioni basandosi sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. “Durante la mia laurea triennale – ha evidenziato – ho studiato viticoltura ed enologia. La mia passione è stata la protezione delle colture e mi sono appassionata a un approccio che tiene in considerazione tutti gli aspetti della sostenibilità, da quella economica a quella ambientale. Partendo da questa mia passione – ha continuato presentando il suo progetto – ho pensato che ci fosse la necessità di creare un momento di incontro tra studenti e operatori del mondo del lavoro”. L’obiettivo è offrire agli studenti “un’occasione per mettere in pratica quanto studiato” e ai professionisti la possibilità di “attingere direttamente dalla ricerca le strategie più efficaci ed efficienti per proteggere le colture”. “Questo momento d’incontro – ha aggiunto – è ancora in fase di elaborazione”.
Il percorso non è ancora terminato ma ci sono già importanti aspetti di questa esperienza da portare a casa, come i “contatti di giovani come me provenienti da ogni parte del mondo” ma anche altri “contatti professionali”, ha spiegato.
Anita Giabardo è nata nel 1997 ed è originaria di Pravisdomini, in provincia di Pordenone. Laureata in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche all’Università di Padova, ora si trova ad Athens, in Georgia (Stati Uniti), in quanto specializzanda in Crop and Soil Sciences alla University of Georgia. Resta, però, il legame con il territorio d’origine e anche l’idea di dare un contributo al suo sviluppo. “Sono sempre stata molto coinvolta a livello associativo in realtà che si occupano di valorizzazione del territorio. Coltivo ancora questo legame”, ha spiegato. Di fronte alle possibilità che si aprono anche all’estero, però, occorre “capire bene” cosa fare in futuro. In ogni caso, “credo che sia importante dare qualcosa indietro – ha affermato – perchè sento di aver ricevuto tantissimo dall’area da cui provengo”.
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Covid, italiani i più colpiti in Europa dagli effetti sociali della Dad
MILANO (ITALPRESS) – Gli studenti italiani hanno sofferto la mancanza di interazioni sociali più dei coetanei europei. E’ quanto è emerso dalla prima indagine sull’istruzione condotta dalla piattaforma di apprendimento online GoStudent, in collaborazione con Kantar Market Research, in cui sono stati esaminati didattica in presenza e a distanza, insegnamento e abitudini di studio dalla prospettiva di genitori e figli. La ricerca presenta, inoltre, una sezione dedicata all’istruzione in tempo di pandemia in cui sono state analizzate e comparate sfide, difficoltà e lacune scolastiche riscontrate dagli studenti e dai loro genitori.
I dati sono stati rilevati attraverso un sondaggio online (CAWI) condotto in sette mercati europei, tra cui: Italia, Regno Unito, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Germania e Austria. In totale, 6.276 genitori e 5.767 studenti, di età compresa tra i 10 e i 18 anni, sono stati intervistati tra l’1 e il 16 ottobre 2021.
Quasi 9 ragazzi italiani su 10 (88%) hanno riscontrato delle difficoltà durante l’ultimo anno scolastico. Un dato più alto rispetto alla media europea che si attesta sull’80%. Inoltre, l’Italia si è aggiudicata anche un altro primato: gli studenti italiani (70%) hanno, infatti, sofferto maggiormente la mancanza di interazioni sociali rispetto ai coetanei degli altri Paesi (60%).
Le ragazze italiane (74%) hanno accusato la solitudine più dei ragazzi (68%). Tra le fasce d’età analizzate, la più colpita dalla mancanza di relazioni è stata quella degli studenti tra i 16 e i 18 anni (76% contro 68% 10-12 anni e 67% 13-15 anni).
Oltre alIa solitudine, i fattori che più hanno causato dei disagi agli studenti italiani, ma anche europei, sono stati la difficoltà a concentrarsi in un contesto di didattica a distanza (43%) e la difficoltà a comprendere il materiale fornito durante le lezioni online (37%).
Il 96% degli studenti italiani ha fatto ricorso alla didattica online durante lo scorso anno scolastico. E’ il dato più alto registrato tra tutti i Paesi analizzati e supera di ben sette punti la media europea (89%). Spagna e Francia, rispettivamente con il 73% e l’84%, mostrano, invece, l’indice più basso di diffusione dell’e-learning.
Quasi la metà degli studenti italiani (47%) ed europei (48%) intervistati ha lamentato lacune in una o più materie. Più pessimistica la visione dei genitori: in Italia, ben il 59% ritiene che i figli abbiano lacune nell’apprendimento dovute alla pandemia. Un risultato di poco superiore alla media dei genitori del resto d’Europa (57%).
Mentre 1 genitore italiano su 2 pensa che le lacune potrebbero continuare anche durante quest’anno scolastico, gli studenti hanno una visione più positiva. L’Italia è, infatti, il secondo Paese in Europa, dopo la Spagna, per percentuale di ragazzi che si dichiara fiduciosa (45%) o che, comunque, non esclude di riuscire a recuperare (43%) nel corso di quest’anno accademico (Spagna: 51% e 43%).
In Italia, come nel resto d’Europa, le materie che hanno dato più filo da torcere agli studenti sono state matematica (25%) e inglese (11%). I ragazzi hanno avuto maggiori difficoltà in inglese (14%), rispetto alle ragazze (7%).
I genitori che hanno dichiarato un maggior coinvolgimento nell’educazione dei figli sono anche risultati più soddisfatti del loro rendimento scolastico.
L’Italia, con 71 punti, ha superato la media europea (69) e si è guadagnata il secondo posto, dietro alla Spagna (79), per ciò che concerne il coinvolgimento dei genitori nell’istruzione dei figli.
Per quanto riguarda il grado di soddisfazione in relazione al rendimento scolastico, i genitori italiani hanno dichiarato di essere soddisfatti delle performance dei figli (3.98 su 5; 4=soddisfatto). I genitori francesi sono i più soddisfatti d’Europa (4.12, contro una media europea di 4), quelli tedeschi i meno soddisfatti (3.87).
L’Italia è il Paese che ha fatto meno ricorso alle ripetizioni.
Malgrado le difficoltà nell’apprendimento riscontrate durante la pandemia, gli studenti italiani rappresentano il fanalino di coda d’Europa per ciò che concerne le ripetizioni. Solo l’8% delle famiglie italiane ha, infatti, optato per un supporto esterno durante lo scorso anno, la metà rispetto alla media europea (16%).
Nonostante il poco ricorso al tutoraggio, l’86% dei ragazzi che hanno preso ripetizioni in passato ha dichiarato di riconoscerne i benefici e di averle trovate molto utili. Una percezione questa in linea con quella dei coetanei degli altri Paesi. Inoltre, quasi 1/3 dei ragazzi intervistati ha espresso la volontà di essere affiancato da un tutor, ma il 13% dubita che riuscirà ad avere accesso ad un aiuto esterno durante l’anno scolastico in corso.
Rispetto agli studenti, ma anche ai genitori delle altre nazioni europee (62%), i genitori italiani sembrano, invece, attribuire meno valore alle ripetizioni, infatti, solo il 54% crede che le ripetizioni siano state effettivamente d’aiuto ai propri figli. Tuttavia, il 24% dei genitori italiani intervistati ha dichiarato di essere intenzionato a far affiancare il proprio figlio da un insegnante privato nei mesi a venire.
Le ragioni principali che spingono i genitori italiani a ricorrere alle ripetizioni sono: aiutare i propri figli a superare alcune difficoltà con una materia specifica (33%) e agevolarli nella comprensione, se il metodo di spiegazione dell’insegnante a scuola non è ritenuto efficace (29%).
L’Italia e la Spagna sono, inoltre, le uniche due nazioni europee in cui almeno il 28% dei genitori ha dichiarato di affidarsi ad un insegnante privato per poter meglio supervisionare i propri figli.
Per i genitori italiani, la caratteristica più importante da ricercare in un tutor è l’affidabilità (71%), seguita dalla conoscenza della materia (63%).
Oltre 1/3 dei genitori italiani intervistati ritiene che le ripetizioni online siano tanto efficaci quanto quelle svolte di persona e vede l’e-learning come molto vantaggioso in termini di tempo (36%) e denaro (35%).
In Italia, il prezzo medio per una sessione è di 20 euro. Ingaggiare un tutor nel Regno Unito è più costoso (34 euro), mentre i Paesi Bassi sono la nazione dove questo servizio risulta più economico (15 euro).
Nonostante l’Italia abbia fatto poco ricorso alle ripetizioni durante lo scorso anno scolastico, gli studenti del Bel Paese detengono il primato in fatto di tempo dedicato all’apprendimento al di fuori dell’orario scolastico. I ragazzi italiani sostengono, infatti, di trascorrere 21 ore a settimana sui libri. Con sole 14 ore a settimana, i giovani dei Paesi Bassi sono, invece, i meno studiosi d’Europa.
In media, gli studenti delle nazioni prese in esame hanno dichiarato di dedicare 18 ore all’apprendimento, oltre al tempo trascorso in aula, 5 ore in più rispetto alla percezione dei loro genitori (13 ore).
“La nostra missione è quella di innovare l’istruzione, rendendola più accessibile, efficace e vicina ai bisogni delle generazioni presenti e future. L’indagine svolta da GoStudent offre una panoramica completa sull’istruzione in Europa dal punto di vista di genitori e figli. Attraverso questo primo studio, che abbiamo intenzione di pubblicare su base annuale, vogliamo scoprire le tendenze che stanno plasmando l’apprendimento e rendere queste conoscenze ampiamente fruibili”, afferma Felix Ohswald, CEO e co-fondatore di GoStudent.
(ITALPRESS).
Scuola, dal ministero linee guida contro l’antisemitismo
ROMA (ITALPRESS) – Sono state illustrate, nella sede del Ministero dell’Istruzione, alla presenza del Ministro Patrizio Bianchi, le Linee guida contro l’antisemitismo nella scuola che nei prossimi giorni saranno inviate agli Istituti scolastici con una circolare.
Le Linee guida sono il frutto dell’iniziativa della Coordinatrice Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Milena Santerini, che ha guidato il lavoro di un Comitato tecnico-scientifico paritetico presso il Ministero, nell’ambito di un Protocollo d’intesa siglato il 27 gennaio scorso tra Ministero dell’Istruzione, Coordinatrice Nazionale per la lotta all’antisemitismo e UCEI (Unione Comunità Ebraiche italiane).
Il documento, sulla base del lavoro svolto in questi anni dalle scuole italiane per conservare e trasmettere la memoria della Shoah, ha lo scopo di affrontare in chiave attuale i pregiudizi e le nuove forme di antisemitismo tra i giovani, aprendo una riflessione con gli insegnanti, le studentesse e gli studenti sulla prevenzione e il contrasto di questo fenomeno.
“A scuola si fa memoria. E a scuola si costruiscono, insieme, partendo dall’analisi del passato, un presente e un futuro di pace, partendo dal rispetto per l’altro”, ha sottolineato il Ministro Patrizio Bianchi. “Queste Linee guida si inseriscono in un lungo percorso che la scuola italiana sta facendo da tempo su questi temi. Percorso che ora si arricchisce di un nuovo prezioso strumento”.
“Queste Linee guida possono aiutare gli insegnanti ad affrontare i pregiudizi antichi e nuovi che indeboliscono la convivenza a scuola e nella società”, ha spiegato Milena Santerini.
Alla presentazione sono intervenuti: la Presidente dell’UCEI, Noemi Di Segni, il Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, Stefano Versari, il Direttore della Direzione per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico Antimo Ponticiello. Erano presenti anche l’Ambasciatore Luigi Maccotta, Capo della Delegazione italiana presso l’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) e Matteo Mecacci Direttore ODIHR – OSCE (Office for Democratic Institutions and Human Rights dell’ OSCE (Organization for Security and Co-operation in Europe) che presenterà i sussidi didattici “Affrontare l’antisemitismo nella scuola – Taching Aids”.
(ITALPRESS).
Università, 7 milioni per attrarre in Italia giovani ricercatori
ROMA (ITALPRESS) – Sette milioni di euro per attrarre in Italia i giovani ricercatori. E’ stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando del “Programma Rita Levi Montalcini” a favore di giovani studiosi ed esperti italiani e stranieri impegnati stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica. Sono 30 i contratti previsti per programmi di ricerca autonomamente proposti presso le Università italiane, contro i 24 delle precedenti annualità. Dall’avvio del Programma, dal 2010, a oggi sono in totale 216 le borse erogate.
Il “Programma Rita Levi Montalcini” è rivolto anche quest’anno a giovani in possesso del titolo di dottore di ricerca – o equivalente – da non più di sei anni e impegnati stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno un triennio.
Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale è a valere sulle disponibilità previste dal Fondo di Finanziamento Ordinario per l’anno 2020 (Decreto ministeriale Bando 10 agosto 2020, n. 442) che per la prosecuzione del Programma incrementa le risorse dai precedenti 5,5 milioni di euro agli attuali 7 milioni.
L’invio delle domande, esclusivamente in via telematica, deve avvenire entro 30 giorni dalla pubblicazione del bando, ovvero il 17 dicembre.
(ITALPRESS).
Opportunità per 3mila ragazzi per progetti di servizio civile
“Il Servizio civile universale è un importantissimo istituto di cittadinanza attiva e partecipazione alla vita delle comunità dove i giovani sono protagonisti. I progetti di servizio civile che si realizzano nei comuni italiani sono un’occasione per le nuove generazioni di intraprendere un percorso di crescita personale e professionale”. Così Claudio Scajola, Sindaco di Imperia e Delegato Anci al servizio civile e volontariato, nel corso dei lavori dell’Assemblea nazionale di Anci a Parma. La rete dei Comuni di ANCI e le Anci Regionali, sedi di progetti di servizio civile, contano 1500 Comuni, in larga misura piccoli, coinvolgendo anche le città medie e i Capoluoghi Metropolitani, in grado di: dialogare con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e con le Regioni; redigere programmi e progetti integrati in coprogettazione; promuovere il Servizio civile; assicurare standard di qualità per tutti. Il sistema ANCI è rappresentato anche nella Consulta nazionale degli enti di servizio civile. A fine anno saranno avviati al servizio nei Comuni accreditati nella rete ANCI circa 3.000 giovani volontari in oltre 120 progetti da realizzarsi su tutto il territorio nazionale. Elemento qualificante di questo intervento coordinato è il rafforzamento delle collaborazioni già in atto fra Comuni. La programmazione sarà orientata agli obiettivi di sviluppo sostenibile e sui nuovi fabbisogni dei Comuni dopo l’emergenza COVID 19. Particolare attenzione sarà posta allo sviluppo di progetti da realizzarsi nei servizi socioeducativi, culturali, di tutela ambientale e di protezione civile, senza dimenticare le attività che riguardano la promozione turistica del territorio e i metodi e gli strumenti utili alla digitalizzazione a favore della PA locale. Tra gli elementi di innovazione un maggior coinvolgimento di giovani con minori opportunità, giovani con disabilità e giovani con basso grado di scolarizzazione, e la possibilità di svolgere tre mesi di servizio civile in Comuni di Partner nei paesi dell’Unione Europea, come occasione di un Erasmus civico dedicato proprio a giovani che non intercettano altre opportunità di svolgere un’esperienza qualificante in un Paese della Comunità Europea. (ITALPRESS).
Bando giovani agricoltori in Basilicata, al via incontri sul territorio
POTENZA (ITALPRESS) – Prende il via a Matera lunedì 15 novembre, alle 17, nel salone della Camera di Commercio, il ciclo di incontri divulgativi, dedicati ai giovani interessati a fare impresa in agricoltura, usufruendo dell’opportunità offerta dal bando “Primo insediamento in agricoltura 2021”, Misura 6.1 “Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori”, Sottomisura 6.1 “Aiuto all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori” del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Basilicata 2014-2020.
Un tour informativo e divulgativo per intercettare tutti i possibili aspiranti giovani agricoltori che partirà dalla Città dei Sassi, per toccare, nei giorni successivi, i territori di Rivello, Melfi, Policoro, Corleto, Senise, Tricarico e Potenza; prossimamente saranno fornite tutte le ulteriori informazioni relative a date e luoghi di svolgimento degli incontri territoriali. Per favorire il ricambio generazionale e avviare aziende agricole sempre più innovative e sostenibili, la Giunta regionale della Basilicata, su proposta del vicepresidente e assessore alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Francesco Fanelli, ha approvato di recente il suddetto avviso pubblico con una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro, fondi rivenienti dalle risorse aggiuntive dell’Ue per il biennio di transizione 2021-2022.
Rispetto al passato, il bando sul primo insediamento presenta diverse novità. “La prima e più importante innovazione attiene alle procedure amministrative semplificate che saranno illustrate in queste giornate. Cercheremo di analizzare tutti gli aspetti del nuovo avviso – spiega l’assessore Fanelli – attraverso un confronto in presenza, a viso aperto con i nostri giovani, dopo un lungo periodo di isolamento, per condividere insieme oltre che le singole opportunità, il ventaglio delle prossime sfide che attendono questo settore”.
Per ragioni di sicurezza e per il rispetto della normativa anti Covid, gli incontri saranno contingentati. Pertanto gli interessati, già dal prossimo appuntamento previsto il 15 novembre a Matera, sono invitati a compilare il form ai fini della prenotazione all’evento, che potrà ospitare fino a un massimo di settanta persone.
Per coloro che non avessero la possibilità di partecipare, saranno rese disponibili le registrazioni degli incontri, così da consentire a chiunque fosse interessato di acquisire ogni utile informazione, soprattutto quelle derivanti dalle istanze che proprio i giovani partecipanti potranno proporre.
(ITALPRESS).









