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Youth4Climate, al via candidature per giovani leader

ROMA (ITALPRESS) – Fino all’1 marzo è possibile presentare la domanda di partecipazione a “Youth4Climate: Driving Ambition”, il primo incontro riservato a giovani di tutto il mondo, che si terrà a Milano dal 28 al 30 settembre 2021.
“Il futuro del pianeta – afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – è una sfida che riguarda soprattutto i giovani, che in questi ultimi anni sono stati portabandiera nella battaglia per la lotta contro il global warming e per la sostenibilità ambientale. Da loro sono giunti gli stimoli più forti e costruttivi alla classe dirigente mondiale. A loro intendiamo dare voce, rilievo e visibilità in vista della conferenza sul clima di fine anno. Crediamo sia fondamentale che le scelte che riguardano il domani siano condivise, anche indicate, da chi nel domani dovrà vivere e del pianeta di domani sarà responsabile”.
L’invito a partecipare è quindi rivolto alla nuova generazione di leader dell’azione per il clima, dai 15 ai 29 anni, già attivi in un gruppo, associazione o impresa, così da offrire loro la possibilità di incontrare i rappresentanti dei governi presenti a Milano, gli stessi che parteciperanno alla 26esima Conferenza della Parti del’UNFCCC, che si terrà a Glasgow a novembre.
Nella domanda di partecipazione sarà chiesto di illustrare anche le attività già svolte dagli interessati nell’ambito dell’azione per il clima e dello sviluppo sostenibile.
Youth4Climate: Driving Ambition è frutto di un lungo processo preparatorio che mette a frutto i nove eventi virtuali di Youth4ClimateLive Series, lo stato di avanzamento del processo negoziale in ambito UNFCCC, nonchè i risultati emersi dai principali incontri tra giovani.
Per ciascuno dei 197 paesi, che fanno parte dell’UNFCCC, saranno selezionati due partecipanti. Si prevede la presenza di circa 400 giovani, nel rispetto di un’equa rappresentatività di genere, equilibrio geografico e inclusione sociale.
Le prime due giornate di “Youth4Climate: Driving Ambition” saranno dedicate a gruppi di lavoro tematici, mentre il terzo giorno vedrà un confronto diretto tra i giovani delegati e i ministri partecipanti alla Conferenza preparatoria che si terrà nei due giorni successivi, sempre a Milano.
I risultati dell’incontro tra i giovani leader saranno raccolti in una Dichiarazione finale, che sarà illustrata e discussa alla Conferenza preparatoria e dunque recepita nel processo che condurrà alla Conferenza della Parti di Glasgow.
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A dicembre sale la disoccupazione giovanile

ROMA (ITALPRESS) – A dicembre tornano a calare gli occupati e si registra un incremento dei disoccupati e degli inattivi. Secondo quanto rende noto l’Istat, la diminuzione dell’occupazione (-0,4% rispetto a novembre, pari a -101mila unità) coinvolge le le donne, i lavoratori sia dipendenti sia autonomi e caratterizza tutte le classi d’età, con l’unica eccezione degli ultracinquantenni che mostrano una crescita; sostanzialmente stabile la componente maschile. Nel complesso il tasso di occupazione scende al 58,0% (-0,2 punti percentuali).
Il numero di persone in cerca di lavoro torna a crescere (+1,5%, pari a +34mila unità) in modo generalizzato e solo per 15-24enni si osserva una diminuzione. Il tasso di disoccupazione sale al 9% (+0,2 punti) e tra i giovani al 29,7% (+0,3 punti).
A dicembre, il numero di inattivi cresce (+0,3%, pari a +42mila unità) tra donne, 15-24enni e 35 49enni, mentre diminuisce tra gli uomini e le restanti classi di età. Il tasso di inattività sale al 36,1% (+0,1 punti).
Nonostante il calo di dicembre, il livello dell’occupazione nel trimestre ottobre-dicembre 2020 è superiore dello 0,2% a quello del trimestre precedente (luglio-settembre 2020), con un aumento di 53mila unità.
Nel trimestre calano le persone in cerca di occupazione (-5,6%, pari a -137mila) e aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,1%, pari a +17mila unità).
Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione registrate tra marzo e giugno 2020, unite a quella di dicembre, hanno portato l’occupazione a un livello più basso di quello registrato nel dicembre 2019 (-1,9%, pari a -444mila unità).
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Call for ideas, premiati video sulla guida sicura

MODENA (ITALPRESS) – Il Laboratorio Aperto di Modena, in collaborazione con Autodromo di Modena, Centro Sportivo Italiano (CSI) – Modena e con la sponsorship di BPER Banca, ha lanciato a fine 2019 Call for ideas, un contest rivolto a giovani delle scuole superiori di Modena e provincia, invitati a proporre brevi video sul tema della guida sicura. L’obiettivo dell’iniziativa era quello di coinvolgere studenti delle scuole che avessero voglia di mettersi in gioco e di liberare la creatività per realizzare videopillole che raccontassero a modo loro il concetto di educare alla guida sicura i giovani. Enkela Bleta del Liceo Scientifico “Manfredo Fanti” di Carpi (MO) e Valerio Biondi dell’Istas “Spallanzani” di Castelfranco Emilia (MO) si sono divisi il premio di 4.000 euro messo in palio da BPER Banca.
I finalisti Mattia Gelmuzzi dell’Istituto d’Arte “Venturi” di Modena e la rappresentativa di ragazzi della quinta B (a.s. 2019-2020) dello Spallanzani composta da Giorgio Chiletti, Pietro Guidetti, Gabriel Bettuzzi e Stefano Ugozzoni potranno partecipare gratuitamente a un appuntamento del progetto “Impara, Guida, Fai Sport!” presso l’Autodromo di Modena.
Call for ideas è nata per dare visibilità al progetto “Impara, Guida, Fai Sport!” promossa dal CSI Modena e alle attività dell’Autodromo di Modena, che da sempre svolge corsi di guida sicura a vario livello e per diverse categorie. Il progetto è rivolto alle scuole secondarie di secondo grado, orientato a coinvolgere i ragazzi in un’ottica preventiva ed educativa con la partecipazione di professionisti come piloti esperti, operatori socio-sanitari e istruttori sportivi qualificati attraverso attività pratiche e lezioni teoriche. Le video pillole vincitrici saranno diffuse online tramite i canali del Laboratorio Aperto e dei partner del progetto, quindi utilizzate come materiale promozionale per altre iniziative e attività dell’autodromo.
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Dalla partnership tra Italpress e ScuolaZoo nasce il nuovo Tg Giovani

ROMA (ITALPRESS) – Dare sempre più voce alla Generazione Z: questo l’obiettivo della partnership tra ScuolaZoo, il media brand di riferimento della GenZ e l’agenzia di stampa Italpress. La collaborazione editoriale è strategica per diffondere notizie, curiosità e progetti provenienti dal mondo degli adolescenti, grazie alla vicinanza di ScuolaZoo al target e alla capacità di utilizzare i suoi linguaggi e grazie alla capillarità con cui Italpress raggiunge un’audience di oltre 100 emittenti televisive e siti internet di tutta Italia.
“Tra gli obiettivi di ScuolaZoo c’è quello di costruire un ponte tra il mondo dei giovani e quello degli adulti. Dialoghiamo quotidianamente con oltre 10 milioni di ragazze e ragazzi di tutta Italia, e parlano con noi perchè ne comprendiamo i linguaggi, perchè siamo il loro punto di riferimento e perchè sanno che con le nostre attività ci facciamo portavoce dell’intera generazione – commenta Francesco Marinelli, Direttore Editoriale di ScuolaZoo -. Grazie alla collaborazione con un partner prestigioso come Italpress, saremo in grado di formare un canale di comunicazione sempre più diretto e consistente tra gli adolescenti, gli adulti e le istituzioni”
La partnership, partita ufficialmente con il primo TG il 24 gennaio, prevede nello specifico la realizzazione di un TG Giovani a cura di ScuolaZoo e Italpress, pubblicato a cadenza settimanale e distribuito al network dell’agenzia di stampa composto da oltre 500 abbonati e un centinaio di emittenti televisive. Inoltre, ScuolaZoo fornirà a ItalPress settimanalmente una selezione di notizie e video per raccontare il mondo dei giovani e della scuola.
“Il nuovo Tg Giovani fa parte di un progetto più ampio che vedrà crescere la nostra produzione multimediale anche nei mesi a venire – afferma Gaspare Borsellino, fondatore e direttore responsabile dell’agenzia di stampa Italpress -. Nonostante il periodo difficile che stiamo attraversando, stiamo continuando a investire in nuovi prodotti audio e video. E la collaborazione con Scuolazoo ci consente di andare oltre i target ai quali ci rivolgiamo abitualmente e di parlare con un linguaggio nuovo agli adolescenti e più in generale ai ragazzi della generazione Z”
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A Torre Annunziata il progetto “Marconi-Novartis Junior Academy”

ROMA (ITALPRESS) – Si chiama Marconi-Novartis Junior Academy ed è un innovativo progetto di formazione rivolto ai giovani delle superiori che prenderà forma a Torre Annunziata a partire dal prossimo anno scolastico. L’iniziativa è frutto di un accordo tra il Campus dell’Innovazione dello stabilimento farmaceutico Novartis di Torre Annunziata e l’Istituto di Istruzione Superiore G. Marconi, della città campana, che hanno siglato nei giorni scorsi un protocollo d’intesa per l’avvio, con l’inizio dell’anno scolastico 2021/22, di un corso di formazione specialistico in Biotecnologie Sanitarie.
La Marconi-Novartis Junior Academy intende rafforzare la collaborazione tra scuola e azienda, finalizzandola alla creazione di uno specifico percorso formativo che consenta a giovani di acquisire le giuste e più aggiornate competenze per l’ingresso nel mondo del lavoro.
In particolare, il progetto mira allo sviluppo di professionalità coerenti con le esigenze del settore biofarmaceutico, estremamente vitale e importante per il territorio campano.
“La nascita del progetto Marconi-Novartis Junior Academy risponde innanzitutto alla volontà di creare nuove occasioni di formazione con concreti sbocchi occupazionali, in territori deprivati di risorse economiche, ma ricchi di energie vitali e intellettuali, in un settore ora più che mai cruciale, come quello sanitario e farmaceutico”, sottolinea Pasqua Cappiello, dirigente scolastico dell’IIS Marconi di Torre Annunziata.
Per Novartis, il varo del progetto avviene nell’ambito di una strategia di ampio respiro che vuole sostenere la crescita tra i giovani italiani della cultura e delle competenze scientifiche, nella convinzione che sia questo il fattore decisivo per il futuro del paese. In quest’ottica, nei mesi scorsi ha preso il via il programma People in Science-Scienza da vivere, articolato in una serie di iniziative a supporto della Science Literacy, che si avvalgono anche della collaborazione con il MIBACT, Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. L’obiettivo è contribuire a ridurre il tradizionale gap di familiarità con le ‘scienze esattè che penalizza i giovani italiani rispetto ai loro coetanei degli altri paesi avanzati.
“Siamo consapevoli che la formazione tecnico scientifica delle nuove generazioni giocherà un ruolo chiave per sostenere la competitività del paese – dice Sabino di Matteo, direttore dello stabilimento Novartis di Torre Annunziata -. Per questo motivo abbiamo deciso di mettere a disposizione delle istituzioni scolastiche le competenze e professionalità presenti nel nostro Campus dell’innovazione, per lo sviluppo di giovani talenti. La sinergia con il mondo della scuola è un’opportunità per creare professionalità più vicine alle esigenze del mondo del lavoro, tali da contribuire a rafforzare la competitività del sistema economico/produttivo del territorio, del Mezzogiorno e dell’intero paese”.
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Covid, un sondaggio: per 50% italiani pesanti effetti sociali su giovani

ROMA (ITALPRESS) – La pandemia mondiale causata dal Covid19 ha avuto delle ripercussioni sulla popolazione da un punto di vista sanitario e sotto l’aspetto economico e sociale. Nel primo caso chi subisce le maggiori conseguenze è sicuramente la fascia di popolazione più giovane. Le restrizioni, i coprifuoco, la chiusura delle scuole hanno ridotto al mimino le occasioni di incontro. Una cancellazione delle occasioni di socializzazione che, secondo quasi la metà degli intervistati di un sondaggio di Euromedia Research, provocherà sulle generazioni del futuro conseguenze gravi e cambiamenti epocali.
Tra gli strumenti che hanno ridotto la socialità si inserisce l’utilizzo della Didattica a Distanza che, nei giudizi degli intervistati non raggiunge la sufficienza. La DaD rappresenta principalmente una soluzione che va bene per qualche mese o qualche ora a settimana, ma oltre diventa inutile e non può sostituire le lezioni in presenza. Maggiormente convinti di questo aspetto risultano essere gli insegnanti, mentre gli studenti chiedono, in maggioranza, un perfezionamento del sistema.
Dati Euromedia Research – Realizzato l’11/01/2021 con metodologia mista CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi
della popolazione italiana maggiorenne
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Un emigrato su cinque ha meno di vent’anni

ROMA (ITALPRESS) – Ancora in aumento gli italiani che si trasferiscono all’estero, in calo le immigrazioni degli stranieri. E’ quanto emerge da un Rapporto dell’Istat.
Nell’ultimo decennio si è registrato un significativo aumento delle cancellazioni anagrafiche di cittadini italiani per l’estero (emigrazioni) e un volume di rientri che non bilancia le uscite (complessivamente 899mila espatri e 372mila rimpatri). Di conseguenza i saldi migratori con l’estero dei cittadini italiani, soprattutto a partire dal 2015, sono stati in media negativi per 69mila unità l’anno.
Nel 2019 il volume complessivo delle cancellazioni anagrafiche per l’estero è di 180mila unità, in aumento del 14,4% rispetto all’anno precedente. Le emigrazioni dei cittadini italiani sono il 68% del totale (122.020).
Se si considera il numero dei rimpatri (iscrizioni anagrafiche dall’estero di cittadini italiani), pari a 68.207, il calcolo del saldo migratorio con l’estero degli italiani (iscrizioni meno cancellazioni anagrafiche) restituisce un valore negativo di 53.813 unità. Il tasso di emigratorietà dei cittadini italiani è pari a 2,2 per mille.
E’ il Nord la ripartizione di residenza da cui partono i flussi più consistenti di trasferimenti all’estero di cittadini italiani, in termini sia assoluti (59mila, pari al 49% degli espatri) sia relativi rispetto alla popolazione residente (2,4 italiani per mille residenti). Dal Mezzogiorno si sono trasferiti all’estero oltre 43mila italiani (2,2 per mille) mentre dal Centro sono espatriati circa 19mila connazionali, con un tasso di emigratorietà (1,8 per mille) sotto la media nazionale.
Nel 2019, gli italiani espatriati sono prevalentemente uomini (55%). Fino ai 25 anni, il contingente di emigrati ed emigrate è ugualmente numeroso (entrambi 20mila) e presenta una distribuzione per età perfettamente sovrapponibile. A partire dai 26 anni fino alle età anziane, invece, gli emigrati iniziano a essere costantemente più numerosi delle emigrate: dai 75 anni in poi le due distribuzioni tornano a sovrapporsi. L’età media degli emigrati è di 33 anni per gli uomini e 30 per le donne. Un emigrato su cinque ha meno di 20 anni, due su tre hanno un’età compresa tra i 20 e i 49 anni mentre la quota di ultracinquantenni è pari al 13%.
Le iscrizioni anagrafiche dall’estero registrate nel corso del 2019 ammontano nel complesso a 332.778, un numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (+0,1%); la componente dovuta agli ingressi di cittadini stranieri, pari a 265mila, è tuttavia in calo del 7,3% rispetto al 2018, mentre aumentano del 46% i rimpatri degli italiani (68mila). A livello nazionale il tasso di immigratorietà totale è pari a 6 immigrati per mille residenti.
Dopo l’incremento dovuto alle regolarizzazioni e all’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione europea osservato nei primi anni Duemila, gli ingressi dall’estero hanno avuto un lento declino. Dal 2015 al 2017 le immigrazioni sono tornate ad aumentare per via dei consistenti flussi provenienti dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo, caratterizzati prevalentemente da cittadini in cerca di accoglienza per asilo e protezione umanitaria.
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Psicologi, il 63% dei 14-19enni preferisce la scuola in presenza

ROMA (ITALPRESS) – Oltre 6 ragazzi su 10 fra i 14 e i 19 anni tengono “molto” alla didattica in presenza. Oltre il 54% ne soffre “molto” la mancanza. La scuola è associata a socialità, crescita, confronto, le lezioni a distanza a fatica, stress, noia. Questi i primi risultati dell’indagine portata avanti dal Centro Studi del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi nell’ambito delle attività congiunte con il Ministero dell’Istruzione per dare supporto alle istituzioni scolastiche nel periodo dell’emergenza. L’indagine è stata consegnata alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
“Ascoltare le opinioni dei giovani, i loro vissuti, è importante. In questo caso i dati dell’indagine ci consegnano uno scenario molto chiaro: la didattica a distanza non attutisce i danni dell’impossibilità di andare a scuola e porta soprattutto stress, noia, fatica”, spiega il presidente del Cnop, David Lazzari. “Della scuola in presenza ai ragazzi piace la socialità, la possibilità di avere un confronto con gli altri e la possibilità di frequentare amici e compagni, che la didattica a distanza non garantisce. Mentre della scuola in presenza i giovani non apprezzano gli orari rigidi, marginale nota positiva della didattica a distanza”, prosegue. A tenere alla scuola in presenza, secondo il report realizzato dal Cnop, sono praticamente tutti i giovani intervistati, con una quota di “molto” davvero alta (63%), mentre ad apprezzare la didattica a distanza sono meno di 4 studenti su 10, e, in ogni caso, con un numero di “molto” decisamente più bassa (12%).
Si registra anche un sensibile calo della “fedeltà” alla partecipazione alle lezioni a distanza. L’86% dei giovani intervistati dichiara infatti di aver seguito tutte le lezioni a distanza durante il lockdown, mentre ora la quota scende al 70%.
“Ringrazio il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi per lo studio realizzato – spiega la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina -. Sono dati che devono farci riflettere e guidare il nostro operato. Uno spaccato di come i nostri ragazzi stanno vivendo questo momento. In questi mesi abbiamo dato alle scuole risorse per promuovere attività di sostegno psicologico per fare fronte a situazioni di insicurezza, stress, ma anche paura e tristezza fra gli studenti e il personale. Porteremo avanti questo tipo di attività, in collaborazione con l’Ordine degli psicologi. Anzi, le rafforzeremo. Non possiamo infatti assolutamente sottovalutare gli aspetti psicologici di questa crisi e che cosa voglia dire, per i nostri giovani, la prolungata mancanza di una socialità sana, come quella che si vive a scuola”.
Il 67% dei ragazzi intervistati afferma di non avere problemi con le dotazioni tecnologiche, gli altri, quelli che manifestano difficoltà, lamentano l’assenza o cattiva qualità della connessione. Quasi tutti i giovani intervistati (il 94% del campione fra chi risponde “molto”, 54%, e chi abbastanza, 40%), in definitiva, sentono la mancanza della scuola in presenza, e il 98% a settembre era felice di poter rientrare in aula. Il sentimento prevalente, in questo momento, tra i giovani italiani, è negativo, e si traduce soprattutto in tristezza, malinconia, paura, rabbia e distacco. I sentimenti positivi sono minoritari.
“Probabilmente, il dato più allarmante è che solo il 2% dei giovani italiani, in questo momento, riferisce di provare gioia o allegria. Un malessere psicologico che deriva dall’isolamento e dalla assenza o carenza delle attività educative ma anche ludiche e sportive”, afferma Lazzari. Sono dati che riscontrano quanto emerso in altre indagini (ad esempio Unicef nel novembre 2020) dove un ragazzo su tre ha chiesto la presenza di reti di ascolto e sostegno psicologico nella scuola.
Questo lungo periodo di lontananza dalla scuola come spazio fisico ha fatto riscoprire la valenza della scuola come “spazio psicologico”, terreno fondamentale per il percorso di crescita dei futuri adulti. “La scuola non è solo trasmissione di informazioni e contenuti ma un luogo di relazioni, di costruzione di socialità, di educazione emotiva. E’ ora fondamentale aiutare le ragazze ed i ragazzi a recuperare e a superare il malessere psicologico che si è creato con azioni efficaci e, al contempo, attrezzarci meglio per il futuro, perchè la scuola possa valorizzarsi come luogo di crescita psicologica per la vita”, conclude il presidente del Cnop.
(ITALPRESS).