Offrire stabilita’ e prospettiva. E’ il cuore delle politiche attive per rispondere alla grande incertezza che aleggia tra le nuove generazioni, secondo il ministro della Famiglia e delle Pari opportunita’ Elena Bonetti, che ha partecipato al webinar di presentazione della ricerca dell’Istituto Toniolo “Impatto di Covid-19 sui progetti di vita dei giovani europei”, la prima ricerca in Europa ad affrontare l’impatto della pandemia tra le persone comprese tra i 18 e i 34 anni. La ricerca, presentata dal demografo dell’Universita’ Cattolica Alessandro Rosina, coordinatore del gruppo di lavoro costituito dal ministero della Famiglia, e’ stata condotta da Ipsos in partnership con il ministero tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2020 e ha interessato un campione rappresentativo di giovani di eta’ compresa fra i 18 e i 34 anni: 2.000 in Italia e 1.000 in Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Dall’indagine emerge che oltre il 60% degli intervistati italiani ritiene che l’emergenza sanitaria avra’ conseguenze negative sui propri piani per il futuro, seguiti a breve distanza dai giovani spagnoli. Meno preoccupati sembrano essere, invece, francesi e tedeschi (a percepire tale rischio sono rispettivamente il 46% e il 42%). In particolare, sono proprio i giovani del nostro Paese coloro che piu’ di tutti gli altri coetanei europei hanno abbandonato – e non semplicemente posticipato – i propri progetti di vita, almeno nel breve termine. In particolare, per quanto riguarda l’intenzione di andare a convivere, sposarsi e avere figli, lo scarto arriva oltre i 20 punti percentuali con i giovani tedeschi, i piu’ ottimisti nella possibilita’ di lasciare pressoche’ immutati – o solo posticipati – i propri piani. Tra chi, a inizio 2020, prendeva in considerazione la possibilita’ di concepire un figlio entro l’anno, ad aver messo da parte (momentaneamente ma a tempo indeterminato) tale intenzione e’ il 36,5% degli italiani, contro il 14,2% dei tedeschi (il 29,2% degli spagnoli, il 19,2% dei britannici e il 17,3% percento dei francesi). Piu’ in dettaglio, tra gli under 35 italiani, l’abbandono di tale scelta riguarda piu’ della meta’ dei lavoratori autonomi e a progetto (52,3%), contro il 26,8% dei lavoratori in condizione piu’ stabile (con reddito piu’ continuo). Rilevante e’ anche il genere rispetto alla condizione di vulnerabilita’. Le donne, infatti, vedono tendenzialmente piu’ a rischio i propri progetti di vita rispetto agli uomini. In Italia il 67% delle donne contro il 55% degli uomini ritiene che i propri progetti di vita siano a rischio. Il divario di genere e’ minore negli altri Paesi europei considerati nell’indagine, e in particolare in Francia, dove il divario e’ quasi nullo (attorno al 45%).
Protocollo fra la Rai e l’Agenzia Nazionale Giovani
La Rai – Radio Televisione Italiana Spa e l’Agenzia Nazionale per i Giovani hanno sottoscritto un protocollo d’intesa finalizzato alla promozione e alla valorizzazione del ruolo dei giovani nel nostro Paese, accompagnandone la crescita attraverso attività educative e formative atte a sviluppare l’empowerment generazionale. L’obiettivo dell’accordo e’ lo svolgimento di azioni comuni sui temi della cittadinanza europea, della partecipazione e dell’inclusione sociale, per proporre percorsi di emersione, acquisizione e valorizzazione delle competenze dei giovani, sia in ambito formale che non formale, con esperienze che forniscano loro occasioni di dialogo e confronto costruttivo. A firmare il protocollo sono stati l’Ad della Rai Fabrizio Salini e il direttore generale dell’Agenzia Domenico De Maio.
In particolare, Rai e Agenzia Giovani intendono promuovere e valorizzare le reciproche iniziative attraverso eventi istituzionali, rubriche tematiche, inchieste, dibattiti, talk show, reportage, spot e campagne di sensibilizzazione per il progresso sociale e lo sviluppo culturale, professionale e umano dei giovani. L’accordo prevede, inoltre, l’istituzione di un gruppo di lavoro paritetico composto da rappresentanti di Rai e Agenzia Giovani con il compito di individuare iniziative volte a supportare e favorire il piu’ possibile la partecipazione dei giovani ed accrescere la consapevolezza del loro valore nella società.
(ITALPRESS).
Nuove scadenze per Erasmus+ e Corpo solidarietà
Alla luce delle difficoltà riscontrate dagli applicant a causa dell’emergenza Coronavirus, la Commissione europea ha deciso di posticipare la scadenza di aprile per entrambi i programmi Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà. E’ quanto rende noto l’Agenzia nazionale per i giovani. La nuova scadenza è fissata alle ore 12 di Bruxelles del 7 maggio 2020 per: tutte le Azioni Chiave di Erasmus+: Gioventù (KA105 Youth Mobility, KA205 Strategic Partnerships for Youth e KA347 Youth Dialogue Projects). E per i progetti di Volontariato, progetti di Tirocinio e Lavoro, progetti di solidarietà, partenariati annuali di volontariato nell’ambito di Corpo europeo di solidarietà. Per la scadenza del 7 maggio gli applicant potranno inviare i moduli di candidatura senza allegare i “mandate” che richiedono la firma del co-beneficiario. In caso di approvazione del progetto, i “mandate” dovranno essere inviati all’Agenzia Nazionale per i Giovani prima della firma della Convenzione di sovvenzione. Le informazioni e la documentazione necessaria per presentare proposte progettuali in Erasmus+:Gioventù sono disponibili al seguente link https://www.agenziagiovani.it/erasmus/1707-partecipa. Le informazioni e la documentazione necessaria per presentare proposte progettuali in Corpo europeo di solidarietà sono disponibili al seguente link https://www.agenziagiovani.it/corpo-europeo-di-solidarieta/2290-partecipa.
(ITALPRESS).
Da Regione Lazio nuovi investimenti per 2 milioni
Sostenere le nuove generazioni per dare maggiori opportunita’, servizi e spazi ai ragazzi del Lazio, per far si’ che possano essere protagonisti dello sviluppo economico, culturale, sociale, turistico e sportivo del territorio. Questo e’ l’obiettivo di ‘GenerAzioni: la Regione Lazio per i giovani’, il pacchetto di iniziative finanziate per quasi 8 milioni di euro dal 2018 a oggi, presentato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a cui si aggiungono quest’anno circa 2 milioni di nuovi investimenti. Tra le novita’ di quest’anno: il bando ‘Vitamina G’, riservato ai progetti ideati e realizzati dagli under 35, il potenziamento di ‘LAZIOSound’, a sostegno degli artisti emergenti ed esordienti, gli eventi della primavera 2020 di ‘Lazio YOUth Card’ e l’inaugurazione del primo ostello. ‘Itinerario Giovani’, il bando rivolto agli enti locali per trasformare spazi pubblici inutilizzati in luoghi di incontro e scambio gestiti dai giovani per i giovani. Il bando Vitamina G, finanziato con 785mila euro, servira’ per finanziare progetti ideati e realizzati dai giovani under 35, si rivolge a gruppi informali, composti da un minimo di tre amici, o ad associazioni giovanili, per l’ideazione e la realizzazione di progetti volti a migliorare il territorio attraverso un contributo di 25mila euro a progetto e di una serie di servizi di accompagnamento. LAZIOSound e’ il programma regionale dedicato ai giovani artisti per qualificare e arricchire l’offerta musicale under 35 del Lazio. Quest’anno la Regione ha quadruplicato il finanziamento: da 50mila euro del 2019 ai 250mila euro di oggi. Due bandi in uscita a marzo, per un importo complessivo di 150mila euro, saranno dedicati agli artisti emergenti per nuove produzioni e tourne’e in Italia e all’estero. Potenziato il concorso per gli esordienti, a cui la Regione offrira’ il suo contributo per la produzione musicale e l’esibizione in importanti festival europei. Con Lazio YOUth Card, l’app della Regione Lazio dedicata ai ragazzi tra i 14 e i 30 anni, sono rinnovate le opportunita’ per i giovani del Lazio di accesso gratuito a tantissime iniziative speciali tra le quali il Sei Nazioni, gli Internazionali di nuoto, le partite della Virtus, il Romics, il Teatro dell’Opera. A oggi la Lazio YOUth Card ha raggiunto quota 70mila iscritti, piu’ di 2mila le convenzioni attive in Italia, piu’ di 35mila in Europa e oltre 50mila i biglietti gratuiti distribuiti. La Regione Lazio ha lanciato lo scorso anno un bando da 5,2 milioni di euro dedicato agli enti locali per trasformare spazi pubblici inutilizzati in luoghi per i giovani. Verranno aperti cosi’ 18 nuovi luoghi – 9 ostelli e 9 spazi per attivita’ – gestiti da ragazzi e ragazze, con l’obiettivo di dare vita a iniziative culturali, turistiche e ricreative in tutte le province del Lazio.
(ITALPRESS).
Unicef, salute globale dei bambini a rischio
Il rapporto dell’Unicef “Un futuro per i bambini del mondo”, rileva che la salute e il futuro di ogni bambino e adolescente in tutto il mondo sono immediatamente minacciati dal degrado ecologico, dai cambiamenti climatici e dalle pratiche di marketing di sfruttamento che spingono fast food, bevande zuccherate, alcol e tabacco pesantemente lavorati a bambini. “Nonostante i miglioramenti della salute dei bambini e degli adolescenti negli ultimi 20 anni, i progressi si sono arrestati e sono destinati a invertire”, ha dichiarato l’ex primo ministro della Nuova Zelanda e copresidente della Commissione, Helen Clark. “È stato stimato che circa 250 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni nei paesi a basso e medio reddito sono a rischio di non raggiungere il loro potenziale di sviluppo, sulla base di misure proxy di arresto della crescita e povertà. Ma ancora più preoccupante, ogni bambino in tutto il mondo deve ora affrontare minacce esistenziali dovute ai cambiamenti climatici e alle pressioni commerciali. “I paesi devono rivedere il loro approccio alla salute dei bambini e degli adolescenti, per garantire che non solo prendiamo cura dei nostri figli oggi, ma proteggiamo il mondo che erediteranno in futuro”, ha aggiunto. Il rapporto include un nuovo indice globale di 180 paesi, confrontando le prestazioni sulla crescita dei bambini, comprese le misure di sopravvivenza e benessere dei bambini, come la salute, l’istruzione e l’alimentazione; sostenibilità, con un proxy per le emissioni di gas a effetto serra e equità o divari di reddito. Secondo il rapporto, mentre i paesi più poveri devono fare di più per sostenere la capacità dei propri figli di vivere una vita sana, le eccessive emissioni di carbonio – sproporzionatamente dai paesi più ricchi – minacciano il futuro di tutti i bambini. Se entro il 2100 il riscaldamento globale superasse i 4 ° C in linea con le attuali proiezioni, ciò porterebbe a devastanti conseguenze sulla salute per i bambini, a causa dell’innalzamento dei livelli degli oceani, delle ondate di calore, della proliferazione di malattie come la malaria e la dengue e la malnutrizione. L’indice mostra che i bambini in Norvegia, Repubblica di Corea e Paesi Bassi hanno le migliori possibilità di sopravvivenza e benessere, mentre i bambini nella Repubblica Centrafricana, Ciad, Somalia, Niger e Mali devono affrontare le peggiori probabilità. Tuttavia, quando gli autori hanno preso in considerazione le emissioni pro capite di CO2, i principali paesi sono rimasti indietro: la Norvegia si è classificata 156, la Repubblica di Corea 166 e i Paesi Bassi 160. Ognuno dei tre emette il 210% in più di CO2 pro capite rispetto al loro obiettivo del 2030. Gli Stati Uniti d’America (USA), l’Australia e l’Arabia Saudita sono tra i dieci peggiori emettitori. “Più di 2 miliardi di persone vivono in paesi in cui lo sviluppo è ostacolato da crisi umanitarie, conflitti e catastrofi naturali, problemi sempre più legati ai cambiamenti climatici”, ha affermato il ministro Awa Coll-Seck del Senegal, copresidente della Commissione. “Mentre alcuni dei paesi più poveri hanno tra le più basse emissioni di CO2, molti sono esposti agli impatti più duri di un clima in rapido cambiamento. La promozione di condizioni migliori oggi affinché i bambini sopravvivano e prosperino a livello nazionale non deve comportare costi per erodere il futuro dei bambini a livello globale”. Gli unici paesi sulla buona strada per battere gli obiettivi pro capite di emissioni di CO2 entro il 2030, pur eseguendo in modo equo (tra i primi 70) le misure per la crescita infantile sono: Albania, Armenia, Grenada, Giordania, Moldavia, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Vietnam. Il rapporto evidenzia anche la distinta minaccia rappresentata per i bambini dal marketing dannoso. Le prove suggeriscono che i bambini in alcuni paesi vedono fino a 30.000 annunci pubblicitari in televisione da soli in un solo anno, mentre l’esposizione dei giovani agli annunci di vaping (sigarette elettroniche) è aumentata di oltre il 250% negli Stati Uniti in due anni, raggiungendo oltre 24 milioni giovani. Il professor Anthony Costello, uno degli autori della Commissione, ha dichiarato: “L’autoregolamentazione dell’industria è fallita. Studi in Australia, Canada, Messico, Nuova Zelanda e Stati Uniti – tra gli altri – hanno dimostrato che l’autoregolamentazione non ha ostacolato la capacità commerciale di fare pubblicità ai bambini. Ad esempio, nonostante l’industria abbia sottoscritto l’autoregolamentazione in Australia, i telespettatori di bambini e adolescenti sono stati ancora esposti a 51 milioni di pubblicità di alcolici durante un solo anno di calcio, cricket e rugby televisivi. E la realtà potrebbe essere ancora peggiore: abbiamo pochi fatti e cifre sull’enorme espansione della pubblicità sui social media e degli algoritmi rivolti ai nostri figli”. L’esposizione dei bambini alla commercializzazione di cibo spazzatura e bevande zuccherate è associata all’acquisto di cibi non sani, sovrappeso e obesità, che collega il marketing predatorio all’allarmante aumento dell’obesità infantile. Il numero di bambini e adolescenti obesi è aumentato da 11 milioni nel 1975 a 124 milioni nel 2016, con un aumento di 11 volte, con terribili costi individuali e sociali.
(ITALPRESS).
Un bambino su 5 vive in zone di conflitto
Dal 2010 le gravi violazioni che hanno colpito i bambini sono aumentate del 170%, con maggiori probabilità per i bambini di essere uccisi o mutilati, reclutati, rapiti, abusati sessualmente, di vedere le loro scuole attaccate o di essere lasciati senza aiuti. Intere generazioni che rischiano di perdersi: 415 milioni di bambini in tutto il mondo – uno su cinque – vivono in aree colpite da conflitti, tra questi 149 milioni sono in zone di guerra ad alta intensità di violenze. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel report “Stop the war on Children – Gender matters” di Save the Children, lanciato nell’ambito della campagna “Stop alla guerra sui bambini”, in vista della Conferenza di Monaco. Almeno 12.125 bambini sono stati uccisi o feriti dalla violenza legata ai conflitti nel solo 2018, un aumento del 13% rispetto al totale riportato l’anno precedente, con l’Afghanistan che risulta il paese più pericoloso. Anche il numero di attacchi segnalati a scuole e ospedali è salito a 1.892, con un aumento del 32% rispetto all’anno precedente. Tra il 2005 e la fine del 2018, risultano 20.000 casi verificati di violenza sessuale contro i minori. Si ritiene che questo numero sia solo la punta dell’iceberg perché la violenza sessuale è enormemente sottostimata a causa delle barriere sociali e dello stigma associato, nonostante venga spesso utilizzata come tattica di guerra. La Siria è particolarmente pericolosa: il 99% dei bambini vive in zone esposte al conflitto con un altissimo numero di gravi violazioni. Il conflitto sta peggiorando anche per i bambini che vivono in Afghanistan, Somalia e Nigeria, che rispettivamente hanno il maggior numero di uccisioni e mutilazioni, violenze sessuali, reclutamento e uso di bambini da parte di forze armate o gruppi armati. Le gravi violazioni impattano in maniera molto differente tra ragazzi e ragazze: ad esempio i ragazzi hanno più probabilità di essere esposti a uccisioni e mutilazioni, rapimenti e reclutamento, mentre le ragazze corrono un rischio molto più elevato di violenza sessuale e di altro genere, incluso il matrimonio precoce e forzato. Di tutti i casi accertati di omicidi e mutilazioni, il 44% erano ragazzi, il 17% erano ragazze. Spesso sono gli archetipi culturali a determinare i rischi corsi da ragazze e ragazzi in conflitto: la maggiore libertà dei maschi, ad esempio li rende potenzialmente più a rischio di venire uccisi o mutilati a causa di ordigni inesplosi o di cecchini che li reputano un pericolo. Al contrario le ragazze, che sono più chiuse nei loro luoghi familiari, sono più esposte a violenze sessuali, sfruttamento e matrimoni precoci o forzati. I ragazzi sono anche più vulnerabili al reclutamento da parte di forze armate o gruppi armati. Se le stime sui minori arruolati per combattere parlano di un esercito di circa 300.000 bambini, dal report emerge che nel solo 2018 sono stati reclutati più di 7000 minori, la maggior parte in Somalia (2.300) e in Nigeria (1.947). Spesso sono stati rapiti e usati come combattenti, forzati a diventare scudi umani, abusati sessualmente e sfruttati, usati per trasportare esplosivi o come kamikaze. Le violenze sessuali e gli stupri sono comuni durante i conflitti, ma a causa dello stigma ad esse associate, il numero dei casi verificati è di gran lunga sottostimato rispetto alla diffusione del fenomeno.
L’ultimo rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite del 2019 parla di 933 casi verificati: di questi l’83% erano violenze contro ragazze e solo l’1,5% riguardava ragazzi. Anche in questo caso, è difficile valutare le proporzioni nella distinzione di genere, soprattutto perché i ragazzi tendono – per vergogna e paura – a non denunciare le violenze subite. Save the Children chiede che i governi e le parti in conflitto si assumano la responsabilità dei crimini commessi ai danni dei minori e che la comunità internazionale si impegni a costruire piani di azione che possano garantire il loro recupero fisico e psicologico.
(ITALPRESS).
Bandi creatività, nel triennio 927 progetti vincitori
La Società Italiana Autori Editori ha pubblicato sul proprio sito web una ricerca curata dall’Istituto italiano per l’Industria Culturale (IsICult), che propone una prima “valutazione di impatto” dei bandi per la creatività giovanile “under 35” affidati dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo alla Siae, nel triennio 2017 – 2019. Siae ha assegnato nell’arco di 3 anni circa 28 milioni a 927 progetti vincitori, a fronte di ben 5.250 progetti concorrenti. Il “perimetro” degli interventi Siae è stato ampio: arti visive, performative e multimediali, cinema, musica, teatro, danza, libro e lettura. Sono state finanziate tutte le fasi della filiera e tutti i settori: libri, opere cinematografiche, dischi e concerti, performance teatrali e di danza, festival, traduzioni, interventi di rigenerazione culturale territoriale. Si tratta dei fondi corrispondenti al 10 % della cosiddetta “copia privata”, il compenso che si applica a supporti e apparecchi idonei alla registrazione audio/video (dai computer agli smartphone) in cambio della possibilità di effettuare copie a uso personale di opere protette dal diritto d’autore. I bandi, denominati “Sillumina” nelle prime due edizioni e “Per Chi Crea” nella terza, hanno registrato un impressionante flusso di proposte progettuali: nell’arco dei tre anni ben 5.250 progetti, corrispondenti a 1.750 proposte l’anno, ovvero una media teorica di 5 progetti al giorno. È risultato vincitore il 18% dei progetti presentati. Lo studio IsICult si pone come inedito esperimento per l’Italia di valutazione socio-economica di una iniziativa che ha registrato un alto impatto nel sistema culturale nazionale. I 927 progetti vincitori nel triennio sono stati sviluppati nei seguenti settori: 45% musica, 24% cinema, 15% teatro e danza, 8% libro e lettura, 8% arti visive, performative e multimediali. I progetti risultati vincitori sono stati 204 per il 1° bando (2016), 274 per il 2° bando (2017), 449 per il 3° bando (2018). Il contributo medio assegnato da Siae ai 927 vincitori è stato di 29 mila euro a progetto. Nell’arco delle tre edizioni (2016/2017/2018) dei bandi Siae-Mibac “copia privata”, sono stati coinvolti attivamente quasi 8 mila giovani artisti, e nell’edizione 2018 quasi 27 mila studenti. I 28 milioni di risorse sono stati allocati nel triennio a favore delle seguenti tipologie di attività: 6,2 milioni per “scuola e formazione”, 5,6 milioni per “nuove opere”, 5 milioni per “residenze artistiche”, 4,7 milioni per “periferie urbane”, 1,6 milioni per “traduzioni e distribuzione all’estero”. I risultati della terza edizione del bando sono stati pubblicati a fine luglio 2019, e molte iniziative sono ancora in corso, dato che il bando prevede la conclusione delle attività entro il luglio 2020. È in gestazione la nuova edizione, la quarta (2019): Siae sta attendendo l’“atto di indirizzo” del Mibac in relazione alla destinazione questa quota del 10%. Per la prima volta in Italia, un intervento di respiro nazionale, di così ampie dimensioni anche territoriali, viene sottoposto a una “valutazione di impatto” indipendente, nella prospettiva giustappunto di un “bilancio sociale”, in una logica di trasparenza e misurazione di efficacia. Lo studio fornisce un dataset notevole, nelle sue oltre 270 pagine, decine di tabelle ed infografiche, così come l’elenco dettagliato di tutti i 927 progetti vincitori nel triennio. Le Regioni che hanno presentato più progetti, sul totale di 5.250 nel triennio, sono state il Lazio con 1.102 progetti (21 ), la Campania con 616 (11,7%), la Lombardia con 594 (11,3%), la Toscana con 452 (8,6%), la Puglia con 430 progetti (8,2%). Le Regioni che hanno vinto di più sono state: il Lazio, con 183 progetti vincitori (19,7%), la Lombardia con 114 (12,3%), la Toscana con 98 (10,6%), la Campania con 91 (9,8%), la Sicilia con 78 progetti (8,4%). Dal punto dei “moltiplicatori”, si stima che per ogni 1 euro apportato da Siae, siano state messe in moto risorse per 1,56 euro. (ITALPRESS).
A TORINO PRIMO MASTER IN INSURANCE INNOVATION
Si svolgera’ a Torino, al Collegio Carlo Alberto, il master in Insurance Innovation (MII), il primo percorso formativo in Italia dedicato all’innovazione e alla creazione dei mestieri del futuro in ambito assicurativo. Il master di II livello nasce dalla partnership tra eccellenze in ambito accademico (Scuola di Management ed Economia di Torino, Politecnico di Torino e Collegio Carlo Alberto, ente strumentale della Compagnia di San Paolo, fondato in collaborazione con l’Universita’ degli Studi di Torino), soggetti istituzionali (Compagnia di San Paolo) e del settore assicurativo (Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Vita e Reale Mutua) ed e’ prevalentemente rivolto a neolaureati e giovani professionisti di talento provenienti da tutto il territorio nazionale. Il connubio tra mondo accademico e aziendale, grazie alla particolare attenzione alle sfide della digitalizzazione e alle esigenze reali delle imprese nel gestire il cambiamento tecnologico, garantisce distintivita dei contenuti trattati, prospettive concrete di impiego e crescita professionale, nell’ambito delle attivita assicurative che saranno coinvolte dall’innovazione e dalla trasformazione digitale.
L’iniziativa, che non ha eguali nel panorama formativo italiano, potra’ portare significativi vantaggi alla citta di Torino, ai giovani talenti che parteciperanno, alle istituzioni accademiche ed industriali coinvolte nel progetto, cosi come all’intero sistema assicurativo italiano, grazie ad un approccio fortemente incentrato sul futuro del business assicurativo: innovazione di prodotto e di processo, intelligenza artificiale, nuove metodologie di lavoro, sostenibilita, collaborazione e creazione di nuove opportunita di business attraverso start-up, attive nei settori fintech ed insurtech. Il master intende coniugare, elementi quantitativi di analisi dei dati, machine learning, Internet of Things, cybersecurity, con competenze manageriali, normative e di organizzazione digitale. Tutti i corsi seguiranno un approccio pratico grazie al coinvolgimento di professionisti del settore, al fianco di professori universitari di fama internazionale. Il percorso si completera’ con numerose attivita’ di case studies, laboratori informatici e innovation lab, per rafforzare l’approccio operativo e lo scambio di conoscenze attraverso il rapporto fra professionisti del settore accanto a neolaureati. Infine, e’ prevista un’esperienza di stage di 500 ore presso le aziende partner, nelle aree di maggior interesse dei singoli partecipanti. L’obiettivo e’ quello di formare una generazione di professionisti con un forte interesse per l’innovazione tecnologica e digitale, in grado di diventare attori del cambiamento nel business assicurativo e di intraprendere nuovi percorsi professionali. Le aree aziendali in grado di offrire nuove e differenti opportunita riguarderanno: lo sviluppo prodotti ed i canali digitali, il marketing, le nuove metodologie di lavoro, l’artificial intelligence ed i data analytics, le operations, la gestione sinistri, l’asset allocation, la misurazione del rischio e la gestione del capitale, nonche’ la possibilita’ di entrare a far parte di realta’ imprenditoriali come start up attive nei settori fintech ed insurtech. L’inizio del primo ciclo del master e’ programmato per settembre 2020 e sono previste borse di studio per i partecipanti. I candidati potranno presentare la domanda online sul sito www.masterinsuranceinnovation.it, allegando CV e lettera motivazionale. Seguira’ un colloquio con la commissione di selezione del master.
“Sosteniamo questo master perche’ crediamo nella formazione dei giovani. Il nostro Gruppo bancario da sempre ha relazioni forti con le universita’, le scuole di formazione ed i centri di ricerca, per sostenere lo sviluppo della cultura delle nuove generazioni e anche la nostra divisione assicurativa ha rapporti continui con le istituzioni universitarie per preparare i professionisti di domani e poterli avvicinare al mondo lavorativo – afferma Nicola Maria Fioravanti, Ad Intesa Sanpaolo Vita e responsabile Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato -. Si tratta di una responsabilita’ importante, che non crea soltanto crescita economica, ma anche sociale. Questo Master si inserisce perfettamente in questa filiera, permettendo di costruire professionalita’ nuove, che tengano conto anche dei cambiamenti in atto e delle tematiche legate all’innovazione: digitalizzazione, customer experience, gestione dei big data ed intelligenza artificiale, fattori determinanti che si aggiungono alle competenze classiche del mondo assicurativo e che diventeranno bagaglio culturale permanente dei nuovi professionisti del nostro settore. Torino ha una storia centenaria nel campo delle assicurazioni, che qui sono nate; inoltre il Gruppo Intesa Sanpaolo ha scelto la citta’ come sede per lo sviluppo delle proprie attivita’ assicurative nel ramo danni, stiamo costruendo un centro di eccellenza che attragga giovani talenti e lo scorso dicembre abbiamo inaugurato ‘Area X’ – conclude Fioravanti -, all’interno della nostra sede, dedicata alla diffusione della cultura assicurativa, lavorando con innovazioni tecnologiche e soluzioni digitali. Questo percorso formativo, quindi, si inserisce perfettamente nella tradizione della citta’ e del nostro Gruppo, guardando al nostro business con gli occhi del futuro”. (ITALPRESS).









