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GIOVANI SOGNANO STESSE PROFESSIONI DI 20 ANNI FA

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Gli enormi cambiamenti nel mondo del lavoro negli ultimi due decenni hanno avuto un impatto limitato sulle aspettative di carriera degli adolescenti, che sono diventate più concentrate in meno occupazioni, secondo un nuovo rapporto dell’OCSE. Le aspirazioni di carriera degli adolescenti e il futuro del lavoro dicono che il 47% dei ragazzi e il 53% delle ragazze intervistati in 41 paesi si aspettano di lavorare in uno dei soli 10 lavori popolari entro i 30 anni. Le cifre, basate sull’ultimo sondaggio PISA dei quindicenni, rivelano un restringimento delle aspettative poiché queste quote sono aumentate di otto punti percentuali per i ragazzi e di quattro punti percentuali per le ragazze dall’indagine PISA del 2000. Il rapporto afferma che il restringimento delle scelte di lavoro è guidato dai giovani provenienti da contesti più svantaggiati e da coloro che sono risultati più deboli nei test PISA in lettura, matematica e scienze. Le occupazioni tradizionali del 20° e persino del 19° secolo come medici, insegnanti, veterinari, dirigenti d’azienda, ingegneri e agenti di polizia continuano a catturare l’immaginazione dei giovani come hanno fatto quasi 20 anni fa, prima dell’era dei social media e dell’accelerazione delle tecnologie come l’intelligenza artificiale sul posto di lavoro. Parlando al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, dove i risultati sono stati discussi da educatori, imprenditori, insegnanti e studenti scolastici, il direttore dell’istruzione dell’OCSE Andreas Schleicher ha dichiarato: “È preoccupante che più giovani di prima sembri scegliere lavoro da sogno da un piccolo elenco delle professioni più popolari e tradizionali, come insegnanti, avvocati o dirigenti d’azienda. I sondaggi mostrano che troppi adolescenti stanno ignorando o non sono a conoscenza di nuovi tipi di lavori che stanno emergendo, in particolare a causa della digitalizzazione”. Il rapporto trova una più ampia gamma di aspirazioni di carriera nei paesi con una formazione professionale forte e consolidata per gli adolescenti. In Germania e Svizzera, ad esempio, meno di quattro giovani su dieci esprimono interesse per soli 10 posti di lavoro. In Indonesia, d’altra parte, il 52% delle ragazze e il 42% dei ragazzi anticipano una delle sole tre carriere: imprenditori, insegnanti e, tra ragazze, medici o, tra ragazzi, forze armate. Gli adolescenti tedeschi mostrano una gamma molto più ampia di interessi professionali, che riflettono meglio i modelli attuali della domanda del mercato del lavoro. Il genere continua a esercitare una forte influenza. Tra gli studenti che ottengono un punteggio elevato nei test PISA, sono soprattutto i ragazzi che si aspettano più spesso di lavorare in scienze e ingegneria. I dati mostrano anche che i risultati migliori non mirano sempre al loro potenziale. I giovani con prestazioni elevate provenienti da contesti più svantaggiati hanno, in media, quattro volte meno probabilità di aspirare ambiziosi rispetto a quelli con punteggi PISA elevati provenienti dai contesti sociali più privilegiati. Il rapporto sottolinea inoltre il frequente disallineamento delle aspirazioni di carriera dei giovani rispetto all’istruzione e alle qualifiche richieste per raggiungerli. La relazione sottolinea l’importanza dei contesti sociali e familiari nelle scelte e aspirazioni di carriera dei giovani, nonché la necessità di segnali chiari delle esigenze del mercato del lavoro.
(ITALPRESS).

#YOUNGTOGETHER PER PROMUOVERE L’INCLUSIONE

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In occasione della giornata internazionale dei diritti umani del 10 dicembre scorso, l’Agenzia nazionale per i Giovani, insieme alle Agenzie di Austria Finlandia, Macedonia, Estonia e Slovenia, hanno dato vita alla campagna #YoungTogether per lanciare un messaggio importante sui valori dell’inclusione, contro l’odio e ogni forma di discriminazione.
La campagna, nata nell’ambito del progetto “AAA – Aware And Active” di cui Ang è partner (azione triennale sostenuta dal programma Erasmus+), è riuscita a raggiungere oltre 650 mila persone grazie all’impegno di tutti: dalle Agenzie partecipanti, ai giovani tra i 16 ed i 30 anni, giovani rifugiati e migranti, associazioni, organizzazioni, istituzioni.
Una pioggia di tweet con messaggi forti sul tema dell’inclusione e della valorizzazione della diversità. L’Agenzia ha celebrato questa giornata ospitando a Roma 30 ragazzi, sia italiani, che stranieri (ospiti di centri Sprar), che hanno preso parte al progetto “Aware And Active Campaign”. I ragazzi hanno lavorato insieme interrogandosi sul valore della diversità culturale, l’inclusione nelle organizzazioni giovanili e nella società civile. Ognuno dei 30 ragazzi potrà farsi promotore nella propria comunità di questi valori, per generare un effetto moltiplicatore, perché non c’è messaggio più efficace che quello veicolato dai ragazzi verso i propri coetanei, in linea con gli obiettivi del già citato progetto che mira a promuovere la partecipazione giovanile nell’ambito dell’inclusione e diversità.
In “AAA” molto spazio viene dato alla realizzazione di attività che coinvolgono altri giovani a livello locale, permettendo la partecipazione attiva soprattutto nei propri territori di appartenenza con l’obiettivo di realizzare un effetto moltiplicatore tra i giovani under 30.
(ITALPRESS).

OLTRE 2.000 AD ASSISI PER INCONTRO CON IL PAPA

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Assisi si prepara ad accogliere gli oltre 2.000 economisti e imprenditori under 35 provenienti da tutto il mondo per partecipare a “Economy of Francesco”, l’evento voluto da Papa Francesco che si terrà dal 26 al 28 marzo. Più di 3.300 le richieste giunte da oltre 115 paesi. La città di San Francesco sarà organizzata in 12 “villaggi” che ospiteranno i lavori dei partecipanti sui grandi temi e interrogativi dell’economia di oggi e di domani: lavoro e cura; management e dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; policies for happiness; CO2 della disuguaglianza; business e pace; Economia è donna; imprese in transizione; vita e stili di vita. I partecipanti di Economy of Francesco sono giovani ricercatori, studenti, dottorandi di ricerca; imprenditori e dirigenti d’azienda; innovatori sociali, promotori di attività e organizzazioni locali ed internazionali; si occupano di ambiente, povertà, diseguaglianze, nuove tecnologie, finanza inclusive, sviluppo sostenibile: si interessano dell’uomo. “Ad Assisi i protagonisti saranno i giovani, che diranno la loro idea sul mondo, perché lo stanno già cambiando, sul fronte dell’ecologia, dell’economia, dello sviluppo, della povertà. Economy of Francesco – ha dichiarato il direttore scientifico dell’evento, Luigino Bruni – sarà un contenitore di idee e prassi dove i giovani si incontreranno a ‘ritmo lento’ e avranno la possibilità di pensare e domandarsi, sulle orme di San Francesco, cosa significa costruire un’economia nuova a misura d’uomo e per l’uomo. Una tre giorni che si concluderà con la firma di un patto tra i giovani economisti e Papa Francesco che li ha convocati ad Assisi proprio per ascoltare il loro grido d’allarme, i loro sogni”. Per il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, “la Città del nostro Santo è la sede naturale per ispirare un evento che si prefigge di stringere un patto tra giovani economisti e imprenditori per dare un’anima all’economia di domani che si basi sulla fraternità e sull’equità. La Città di Assisi sarà pronta per l’appuntamento di marzo e lo sarà con tutta la sua forza simbolica e morale e con la coerenza al messaggio ‘francescano’ di tutta la sua comunità. The Economy of Francesco deve parlare a tutti, e tutti si devono sentire coinvolti e partecipi di un evento eccezionale e storico. Il ruolo di Assisi è quello di ‘città-messaggio’ capofila di un cambiamento che finalmente passi dalle parole all’azione”.
(ITALPRESS).

PROGRAMMI EUROPEI, LE OPPORTUNITÀ PER IL 2020

Le esperienze di apprendimento non formale all’insegna della mobilità all’estero offerte dai Programmi europei per i giovani si rinnovano anche per il 2020, ultimo anno dell’attuale programmazione. Anche nel 2020 saranno 3 le scadenze per presentare i progetti in entrambi i Programmi e saranno coincidenti: 5 febbraio, 30 aprile e 1 ottobre. Per quanto riguarda Erasmus+:Gioventù, ad ognuna delle 3 scadenze sarà possibile presentare proposte in tutte e 3 le Azioni chiave per progetti di Scambi di giovani, Mobilità per animatori giovanili, Progetti per il dialogo tra giovani e decisori politici, con un distinguo per l’Azione chiave 2 – Partenariati strategici nel settore Gioventù: le scadenze di febbraio e di ottobre saranno dedicate ai Partenariati strategici per lo Scambio di Buone Pratiche, mentre la scadenza di aprile sarà riservata unicamente ai Partenariati strategici per l’Innovazione.
I giovani fra 13 e 30 anni sono i partecipanti del settore Gioventù, con un ampliamento dell’età ammissibile per quanto riguarda gli animatori giovanili e gli esperti del settore dell’educazione non formale. In merito al Corpo europeo di solidarietà, in tutte e 3 le scadenze sarà possibile presentare Progetti di volontariato, Progetti di tirocinio e lavoro, Progetti solidarietà. Le proposte sono elaborate da organizzazioni/enti accreditati e propongono esperienze di volontariato, tirocinio o lavoro ai giovani fra 18 e 30 anni iscritti al Database del Corpo europeo di solidarietà. Nel caso dei Progetti di solidarietà sono, invece, i giovani stessi iscritti al Database che, in forma di gruppo informale e senza bisogno di accreditamento, presentano progetti all’Agenzia nazionale del proprio Paese. Sul sito dell’Agenzia Nazionale per i Giovani sono disponibili tutti i contenuti e gli strumenti di partecipazione ai due Programmi.

SALINI “CON CIRCOLO ANIENE PUNTIAMO SUI GIOVANI”

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Maelle Frascari del Circolo Canottieri Aniene, sponsorizzato da Salini Impregilo, insieme a Vittorio Bissaro (Fiamme Azzurre), ha conquistato il primo posto mondiale del catamarano misto foiling Nacra 17 nei mondiali di Vela che si sono svolti in Nuova Zelanda. Ad Auckland, conosciuta come la “città delle vele”, Frascari ha raccolto il testimone da un’altra atleta Aniene, Caterina Marianna Banti, campionessa del mondo uscente insieme a Ruggero Tita (Fiamme Gialle), che ha onorato il titolo vincendo la Medal Race. Due anni consecutivi di successi nei Nacra 17 quindi per il Circolo Canottieri Aniene, che Salini Impregilo affianca dal 2013 “per sostenere il sogno di 10 giovani equipaggi in uno sport rispettoso dell’ambiente come la vela, capace di rispecchiare temi chiave per il Gruppo: focus sui giovani, competenza, sostenibilità, inclusion and diversity, ambizione e dimensione internazionale”, si legge in una nota.
“Il titolo premia la determinazione di atleti che nel corso delle ultime stagioni hanno dovuto superare una serie di infortuni, saltando appuntamenti importanti nello scenario mondiale del settore – spiega Salini Impregilo -. Ma nel corso degli anni il giovane Team del CC Aniene ha potuto ottenere alcuni fra i risultati più prestigiosi: Frascari corona col titolo mondiale una stagione di vertice, nella quale tra l’altro ha vinto la finale di Coppa del Mondo a Marsiglia e chiuso al 2° posto le settimane di Kiel e Palma di Maiorca e al 6° l’Europeo in Gran Bretagna, sempre insieme a Bissaro. Nel 2015 era stata invece Giulia Conti del Circolo Canottieri Aniene, insieme a Francesca Clapcich, a diventare campionessa del mondo dello skiff olimpico femminile 49er FX. Quelle degli equipaggi Aniene sono vittorie di squadre all round che riescono ad adattarsi a condizioni ed imprevisti contando su grandi potenzialità. Un percorso che Salini Impregilo interpreta nel mondo facendo leva sull’innovazione tecnologica, organizzativa e sul patrimonio umano e professionale delle proprie persone, per contribuire alla crescita economica e sociale dei territori in cui opera”, conclude la nota.
(ITALPRESS).

UN BAMBINO SU TRE PRIVATO DEL PROPRIO FUTURO

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A 30 anni dalla nascita della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il mondo ha compiuto enormi passi in avanti per proteggere i bambini, tuttavia ancora 1 minore su 3 al mondo si vede negata la propria infanzia a causa di conflitti, violenze, povertà, discriminazioni e degli effetti dei cambiamenti climatici. Bambine e bambini che si vedono strappata di mano, spesso irrimediabilmente, la possibilità di costruirsi il futuro che sognano e al quale hanno pieno diritto. Questi alcuni dati che tratteggiano i contorni della condizione dell’infanzia in Italia e nel mondo, su cui Save the Children vuole tenere alta l’attenzione. Oggi, nel mondo, 1 bambino su 5 vive in aree di conflitto e almeno 27 milioni di minori sfollati a causa della guerra non possono più andare a scuola; più di 1 miliardo di bambini vive in contesti flagellati dalla povertà e, solo nel Corno d’Africa, dove imperversano le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici, 6,5 milioni di bambini sono attualmente colpiti dalla fame. Infanzia negata anche a tantissime bambine in tutto il pianeta, spesso vittime di discriminazioni di genere: ad oggi, 120 milioni di ragazze in tutto il mondo, 1 su 10, sono state vittima di stupro o di altri atti sessuali forzati e tra i minori costretti a entrare nei gruppi armati quasi 1 su 3 è una bambina. Povertà, mancanza di opportunità e violenze riguardano anche i minori nel nostro Paese. In Italia, infatti, oggi più di 1,2 milioni di bambini e ragazzi vivono in povertà assoluta, senza il necessario per condurre una vita accettabile e con gravissime ripercussioni sul loro futuro, anche in conseguenza delle gravi privazioni in termini di opportunità educative, un numero triplicato negli ultimi dieci anni. Una delle piaghe silenziose con cui moltissimi bambini e bambine sono costretti a fare i conti nel nostro Paese, con effetti devastanti anche a lungo termine sul loro sviluppo, è inoltre quella della violenza assistita: in soli cinque anni quasi 500 mila minori hanno assistito a violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme. Più di 1,4 milioni di madri, inoltre, sono state vittime di questa piaga nel corso della loro vita. “Con la prima carta dei diritti del bambino, Eglantyne Jebb affermò un concetto a dir poco rivoluzionario per i tempi: da quel momento in poi dar da mangiare a un bambino malnutrito e salvargli la vita non doveva più essere un gesto di carità, ma un atto di giustizia. La visione, la determinazione e la tenacia della donna straordinaria che 100 anni fa fondò Save the Children, sono le stesse che oggi continuano a guidare la nostra Organizzazione e ad ispirare il lavoro di ogni nostro singolo operatore sul campo, in Italia così come negli angoli più remoti del pianeta. Nonostante i progressi fatti, il mondo non è ancora in grado di rispondere alle sfide enormi che minacciano l’infanzia. Ancora troppi bambini continuano a morire per cause facilmente prevenibili, a fare i conti con gli orrori della guerra, a vivere ai margini della società e fuori dalla scuola, a essere attanagliati dalle conseguenze della povertà. Tutto questo è semplicemente inaccettabile perché i bambini sono prima di tutto bambini, chiunque essi siano e ovunque essi vivano, e abbiamo la responsabilità di agire con forza e autorevolezza per rispondere a queste sfide”, ha dichiarato Daniela Faterella, vice direttrice generale di Save the Children, che a partire dal 1 gennaio prenderà la guida dell’Organizzazione in Italia.
(ITALPRESS).

56,9% DEGLI STUDENTI NEL 2018 HA PROVATO UNA SIGARETTA

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A provare il fumo di sigaretta almeno una volta nella vita sono stati, nel 2018, il 56,9% degli studenti, circa un milione e mezzo, con un andamento in calo costante dal 2000, quando rappresentavano il 67,5%. La prevalenza aumenta con l’età mentre, per quanto riguarda il sesso, dopo i 16 anni le femmine mostrano quote più alte dei coetanei, con una forbice che torna ad ampliarsi nel 2018 (55,9% vs 58,0%) dopo la riduzione registrata nel 2011. E’ quanto emerge dalla ricerca ESPAD Italia condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr. Se si guarda il fumo nell’ultimo anno, nell’ultima rilevazione la prevalenza si attesta al 40,8%, ovvero quasi 1 milione e 100 mila studenti, sempre con le femmine generalmente in quote più alte. Considerando il fumo di almeno una sigaretta al giorno, circa 600 mila studenti hanno fumato nel 2018, pari al 21.7% degli intervistati, il valore più basso rilevato nel periodo 2004-2018. In relazione ai generi, si osserva un’inversione di tendenza: le studentesse mostravano prevalenze più alte fino al 2008, mentre in tutte le rilevazioni successive sono sorpassate dai maschi. Nel corso degli anni si abbassa considerevolmente la percentuale degli studenti italiani che riferisce come “molto facile” il reperimento di sigarette, dall’83,3% nel 1999 al 46,3% nel 2017. “Tale diminuzione”, commenta Sabrina Molinaro, ricercatrice Cnr-Ifc e responsabile dello studio, “potrebbe rappresentare un effetto delle restrizioni normativo-culturali in merito al fumo, anche se in modo speculare cresce la valutazione di ‘abbastanza facile’, dal 10% (2002-2004) al 23% (2016-2017)”. Le rilevazioni ESPAD Italia hanno registrato tra il 1999 e il 2018 che il consumo di nicotina inizia generalmente in età adolescenziale, anche se si sono riscontrati casi ben più precoci e numerose fluttuazioni: cresce nel tempo la tendenza a provare la sigaretta oltre i 15 anni, ma le percentuali più alte (oltre un quarto) sono quelle di chi ha avuto la prima esperienza di fumo a 14 anni; 100 mila studenti hanno provato addirittura prima dei 12 anni, anche se nel 2018 la loro percentuale scende al minimo storico di 6,8 % (il massimo di 11,5% si toccò nel 2003). Se il consumo di sigarette mostra un trend in continua discesa, contestualmente cresce però in maniera costante la quota di quanti riferiscono di aver provato la sigaretta elettronica (e-cig) almeno una volta nella vita: dal 33% nel 2013 (primo anno di rilevamento) al 37,9% nel 2018, corrispondente a circa un milione di studenti, con prevalenze che sono maggiori nei maschi rispetto alle loro coetanee e che aumentano con l’età. Prendendo in considerazione il consumo di nicotina, ovvero gli studenti che riferiscono di aver fumato sigarette nell’ultimo anno e/o e-cig con nicotina nella vita, la prevalenza torna vertiginosamente a salire e raggiunge livelli precedenti a quelli del 2010, anno in cui l’e-cig ha fatto la sua comparsa sul mercato italiano, con un picco pari al 46,2% nel 2015. Nel 2018 il consumo di nicotina tra sigarette ed e-cig raggiunge il 41,1% tra gli studenti, ma aggiungendo al novero anche le altre formulazioni disponibili (tabacco da sniffo o fiuto, pipa ad acqua e sigarette senza combustione) si arriva a quota 47,3%, pari a 1 milione e 220 mila studenti. Il reperimento dell’e-cig risulta facile per circa la metà degli studenti. Relativamente alle motivazioni, il 76,1% dei fumatori di sigaretta elettronica ha riferito di averla provata la prima volta per curiosità, il 15,7% perché offerta da amici e l’8,3% per smettere di fumare. Il 10%, quasi 100.000 studenti, ha utilizzato ricariche contenenti nicotina mentre il 51,7% non ne conosceva il contenuto. Considerando l’età di primo uso per la sigaretta elettronica, le percentuali aumentano con l’età, ma si registra un calo importante (dal 68,9% nel 2013 al 44,2% nel 2018) per la percentuale degli studenti che hanno iniziato a 16 anni o oltre, mentre aumenta quella di chi ha cominciato a 13 (dall’1,6% al 9,0%). Nel 2018 quasi 20.000 studenti, l’1,6%, hanno provato prima dei 12 anni. Nel 2018 gli studenti che hanno riferito una duplice abitudine al fumo (sigarette ed e-cig) sono oltre 650 mila, il 25,2%. La ricerca ha rilevato anche altre forme di consumo del tabacco, come l’uso di pipa ad acqua (shisha), dichiarata dal 5,6% dei ragazzi, tabacco da sniffo o da fiuto dal 3,3% e sigarette senza combustione, le Heat Not Burn (HNB), commercializzate in Italia come IQOS (I Quit Ordinary Smoking), che hanno conquistato 130 mila adolescenti, il 5% della popolazione studentesca. Sebbene nel 2018 il 70,4% degli studenti fosse consapevole del divieto di fumo ai minorenni, 200 mila di loro lo ignoravano (il 7,8%) oppure ritenevano valesse solo fino a 14 (5,7%) o 16 anni (9,9%). La dispercezione sull’età è maggiore tra le studentesse (17,1% vs. maschi 14,2%) e tra i minorenni (17,2% vs. maggiorenni 13,2%), mentre la non conoscenza è più diffusa tra i maschi (8,5% vs. femmine 7,1%).
(ITALPRESS).

IN ITALIA IN SOVRAPPESO UN MINORE SU QUATTRO

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In Italia circa 2 milioni 130 mila bambini e adolescenti di 3-17 anni sono in eccesso di peso e quasi 2 milioni non praticano sport ne’ attivita’ fisica. Lo rivela l’Istat nel rapporto sugli stili di vita di bambini e ragazzi, relativo agli anni 2017-2018. Il 74,2% consuma frutta e/o verdura ogni giorno, ma solo il 12,6% arriva a 4 o piu’ porzioni. Nonostante il trend decrescente, ben un quarto dei bambini e degli adolescenti consuma quotidianamente dolci e bevande gassate, il 13,8% snack salati. L’obesita’ tra bambini e ragazzi e’ un fenomeno che si rileva non soltanto in Italia e nei Paesi europei, ma anche nel resto del mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ stima siano oltre 340 milioni i bambini e gli adolescenti di 5-19 anni in eccesso di peso. La condizione di obesita’ tra i bambini e’ riconosciuta dalla letteratura come predittiva dell’obesita’ in eta’ adulta. E’ infatti stimato che almeno un terzo dei bambini e circa la meta’ degli adolescenti in sovrappeso rimangano in questa condizione da adulti. Attualmente le condizioni di vita piu’ diffuse tra i ragazzi durante l’eta’ della crescita sono spesso caratterizzate da un ambiente cosiddetto “obesogeno” in cui c’e’ continua disponibilita’ di cibi grassi e ricchi di zuccheri e di bevande gassate e/o zuccherate; a questo si associa di frequente un ridotto dispendio energico dovuto a bassi livelli di attivita’ fisica che porta a un pericoloso circolo vizioso. Nei paesi dell’Ue, in media, e’ obeso quasi un bambino su otto tra i 7 e gli 8 anni. Cipro (20%), Italia (18%), Spagna (18%), Grecia e Malta (17%) mostrano i valori piu’ elevati; Danimarca (5%), Norvegia (6%) e Irlanda (7%)3 quelli piu’ bassi. Tra il 2007-2008 e il 2015-2017 il tasso di obesita’ tra i bambini di 7-8 anni risulta in diminuzione in diversi paesi dell’Ue, in particolare in Portogallo, Slovenia, Grecia e Italia (-4 punti percentuali); tuttavia in Grecia e Italia i livelli rimangono ancora elevati. Nel biennio 2017-2018, In Italia si stimano circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti in eccesso di peso, pari al 25,2% della popolazione di 3-17 anni (28,5% nel 2010-2011). Emergono forti differenze di genere con una piu’ ampia diffusione tra i maschi (27,8% contro 22,4%).
L’eccesso di peso e’ piu’ frequente tra i bambini di 3-10 anni, eta’ in cui si raggiunge il 30,4%. Al crescere dell’eta’, il sovrappeso e l’obesita’ diminuiscono, fino a toccare il valore minimo tra i ragazzi di 14-17 anni (14,6%). L’eccesso di peso tra i minori aumenta significativamente passando da Nord a Sud (18,8% Nord-ovest, 22,5% Nord-est, 24,2% Centro, 29,9% Isole e 32,7% Sud). Le percentuali sono particolarmente elevate in Campania (35,4%), Calabria (33,8%), Sicilia (32,5%) e Molise (31,8%). Nel tempo l’eccesso di peso diminuisce in quasi tutte le regioni, anche se le graduatorie rimangono sostanzialmente invariate, con le regioni del Mezzogiorno nelle posizioni apicali. I bambini e i ragazzi che vivono in famiglie in cui almeno uno dei genitori e’ in eccesso di peso tendono a essere anche loro in sovrappeso o obesi. Se entrambi i genitori sono in sovrappeso o obesi anche i figli lo sono nel 37,6% dei casi contro il 18,8% di chi ha entrambi i genitori normopeso. Analizzando il fenomeno in relazione ad altre informazioni del contesto familiare, si osserva che tendono a essere maggiormente in sovrappeso o obesi i bambini e ragazzi che vivono in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti, ma soprattutto in quelle in cui il livello di istruzione dei genitori e’ piu’ basso. La quota di bambini in eccesso di peso e’ infatti pari al 19% tra quanti vivono in famiglie con genitori laureati ma raggiunge il 30,1% se i genitori non sono andati oltre la scuola dell’obbligo.
(ITALPRESS).