Home Giovani Pagina 57

Giovani

ANG PRESENTA CORPO EUROPEO DI SOLIDARIETÀ

0

L’Agenzia Nazionale per i Giovani, ha presentato il “Corpo Europeo di Solidarietà”, la nuova iniziativa dell’Unione Europea, gestita in Italia dall’Ang, che offre ai giovani opportunità di volontariato, tirocinio e lavoro, nel proprio Paese o all’estero, nell’ambito di progetti destinati ad aiutare comunità o popolazioni in Europa. Il direttore Generale dell’ente, Domenico De Maio, ha presentato gli obiettivi di questo programma che destina oltre 10 milioni, per il 2019, per progetti rivolti alle nuove generazioni. Insieme a lui il capo Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, Valeria Vaccaro e una rappresentanza di giovani volontari che hanno raccontato la loro esperienza, moderati dal giovane scrittore e conduttore radiofonico Gianluca Daluiso.

Il Corpo Europeo di Solidarietà guarda ai giovani con minori opportunità e a gruppi di under 30 che possono presentare progetti finalizzati al bene comune. Con questa iniziativa, inoltre, si sottolinea l’importanza del volontariato, come strumento di crescita personale, educativa, formativa dei protagonisti e delle comunità che li ospitano. Un esperienza importante in termini di acquisizione e valorizzazione di competenze che rendono i giovani maggiormente spendibili nel mercato del lavoro.

“Quando diamo l’occasione ai giovani di mettersi in gioco e credere nelle proprie idee i risultati sono sempre incoraggianti – ha spiegato De Maio – In un mercato del lavoro in continua evoluzione acquisire competenze non formali partecipando a progetti di solidarietà o attività di volontariato rende i ragazzi più spendibili nel mercato del lavoro, migliorando così la loro occupabilità. Il Corpo Europeo di Solidarietà – ha continuato De Maio – prova a dare risposte concrete a queste esigenze. In particolare mi fa piacere focalizzare l’attenzione sulla novità di questo programma, i progetti di solidarietà, che danno ai giovani under 30 la possibilità di presentare un progetto per realizzare attività a supporto delle comunità locali. Per farlo bastano almeno 5 ragazzi, un’idea e la voglia di partecipare. Diamo quindi strumenti a quel popolo di ragazzi che quotidianamente si impegna per la propria comunità e guarda con attenzione ai cambiamenti sociali e globali”.

Il Corpo Europeo di Solidarietà si sviluppa in tre direzioni: volontariato, tirocinio e lavoro, sia transfrontaliero che nazionale, e progetti di solidarietà promossi da gruppi di giovani. Il 90% dei fondi sono destinati a progetti di solidarietà e progetti di volontariato. I primi sono attività promosse, sviluppate e attuate da un gruppo di giovani, per un periodo da 2 a 12 mesi che offrono la possibilità ai ragazzi di mettersi in gioco attraverso un progetto che abbia un impatto positivo sulla propria comunità locale per rispondere ai problemi e alle sfide che li circondano. I progetti possono essere presentati da gruppi di minimo 5 giovani (anche senza un’associazione) o da organizzazioni giovanili per loro conto. I secondi sono attività a tempo pieno, individuale o di gruppo, della durata da 2 a 12 mesi, che contribuiscono al rafforzamento delle comunità e consentono ai volontari di acquisire esperienze, abilità e competenze utili al loro sviluppo personale, educativo, sociale e professionale, migliorando così la loro occupabilità. Il restante 10% è destinano alle attività di tirocinio e lavoro.
Le proposte progettuali potranno essere presentati all’Agenzia Nazionale per i Giovani secondo le regole indicate nella Guida al Programma e sulla base di 3 scadenze annuali, previste a febbraio, aprile, ottobre 2019.

38,3 MLN DI BAMBINI SOTTO I 5 ANNI IN SOVRAPPESO

0
Nel mondo oltre 200 milioni di bambini soffrono di qualche forma di malnutrizione. Secondo gli ultimi dati, sono circa 151 milioni i bambini affetti da malnutrizione cronica, mentre 50,5 milioni sono quelli colpiti da malnutrizione acuta. Nel 2017, la malnutrizione e’ stata concausa di circa 3 milioni di decessi infantili – oltre il 50% della mortalita’ infantile globale (5,4 milioni di decessi annui). Africa e Asia sopportano il peso maggiore delle diverse forme di malnutrizione: nel 2017,
il 55% dei bambini affetti da malnutrizione cronica viveva in Asia, il 39% in Africa; il 69% di quelli con malnutrizione acuta si trovava in Asia, il 27% in Africa: questi i principali dati del nuovo rapporto Unicef per combattere la malnutrizione.
Altrettanto preoccupanti i dati sull’obesita’ infantile. Da oltre 15 anni ormai non si registrano progressi nell’arginare la crescita del tasso di sovrappeso. A livello globale, nel 2017 38,3 milioni di bambini sotto i 5 anni risultavano in sovrappeso: 8 milioni in piu’ rispetto ai 30,1 milioni del 2000.
Nel 2017, il 5,6% della popolazione infantile mondiale sotto i 5 anni risultava sovrappeso.
In Europa 1 bambino su 3 e’ in sovrappeso. In Italia la percentuale di bambini e adolescenti obesi e’ aumentata di quasi 3 volte rispetto al livello del 1975. L’obesita’ infantile nel nostro paese non e’ dovuta soltanto ad na cattiva alimentazione (eccesso anche in eta’ infantile di consumo di zuccheri e grassi), ma anche ad uno stile di vita spesso troppo sedentario. Secondo gli ultimi dati Istat, la quota dei bambini sedentari e’ molto alta nella fascia di eta’ 3-5 anni (48,8%) diminuisce nelle fasce di eta’ successive, ma inizia a risalire e a mantenersi alta a partire dalla fascia di eta’ 18 –
19 anni (20,8%). I disturbi del comportamento alimentare sono patologie di potenziale, estrema gravita’ anche per l’alto tasso di complicanze/comorbidita’ mediche e psichiatriche.
A livello internazionale, nei soggetti di eta’ compresa tra i 9 e i 14 anni, il 7,1% dei maschi e il 13,4% delle femmine presenta un comportamento alimentare disturbato. I disturbi del comportamento alimentare si presentano con maggior frequenza nei paesi industrializzati e ad alto reddito.
 
“Quando si parla di malnutrizione il nostro immaginario ci porta direttamente a situazioni legate ai paesi piu’ poveri. Infatti, uno dei maggiori problemi per l’infanzia nel mondo e’ quello dei bambini malnutriti a causa della sotto-alimentazione”, commenta Francesco Samengo, presidente Unicef Italia. “Tuttavia, malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano. Per questo – spiega -, attraverso questo rapporto, vogliamo mettere in luce anche il problema dell’obesita’ infantile che sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria epidemia. Grazie al contributo di esperti, vogliamo presentare altri due aspetti
legati alla questione della cattiva alimentazione, in particolare nel nostro paese. Il primo e’ quello della sicurezza alimentare: anche in Italia bambini e bambine che vivono nei nuclei familiari
piu’ poveri non hanno accesso a fonti di cibo sicure e sufficienti. Il secondo – conclude – e’ quello dei disordini alimentari, che porta alla luce una forma crescente di disagio tra gli adolescenti e presta il fianco a una serie di altre problematiche quali quelle del bullismo legato all’immagine fisica”.

A SCUOLA 3 SU 4 VORREBBERO EDUCAZIONE FINANZIARIA

0

I giovani hanno una scarsa conoscenza dei più elementari concetti economici. E pensare che basterebbe poco per invertire la tendenza. La scuola il luogo più adatto per ripartire. Perché sono ancora troppi gli istituti che latitano: solamente il 16% dei ragazzi dice che alcune ore della didattica sono dedicate all’educazione finanziaria; il 26% ha svolto qualche rara lezione; ma il 58% non ha mai affrontato l’argomento in classe. La voglia di approfondire questi temi, però, è molto più diffusa e coinvolge tre quarti degli studenti: per il 47% l’educazione finanziaria dovrebbe rientrare nella normale didattica e un altro 28% vorrebbe che la scuola istituisse dei corsi ad hoc (ma facoltativi) in materia. E’ quanto emerge da una ricerca condotta da Skuola.net su 10mila studenti di medie e superiori, nel corso del mese dell’educazione finanziaria.
Pessimo, ad esempio, è il rapporto che gli adolescenti hanno con gli strumenti di pagamento più diffusi. Quasi tutti confondono le carte di credito con quelle di debito (e viceversa): per più di 7 ragazzi su 10, infatti, quando si effettua un pagamento con la carta di credito, i soldi vengono prelevati subito dal conto corrente, mentre con la carta di debito il prelievo delle somme viene effettuato dopo un po’ di tempo. 

Peccato che sia esattamente il contrario e che solo il 28% dia la risposta corretta. Una diffusa ‘ignoranza finanziaria’ che, in gran parte, potrebbe essere il frutto della scarsa abitudine al risparmio. Solamente il 23% dei ragazzi intervistati ha un conto bancario o postale dove mette i propri soldi: il 40% lo alimenta con parte della paghetta o con i regali dei genitori e dei parenti; nel 32% dei casi ci pensano direttamente i genitori, mettendoci qualcosa ogni tanto; ma ci sono anche i casi (28%) in cui sia figli che genitori contribuiscono a far crescere il saldo. Il 31% si limita all’uso di una carta prepagata, il 46% preferisce maneggiare solo denaro contante. Come pretendere, allora, che gli studenti abbiano contezza dei meccanismi del credito e della circolazione della moneta? Così, il 7% è convinto che quando si chiede un prestito o un finanziamento in banca si debba restituire solo la somma ricevuta; la stragrande maggioranza (71%) crede che basti aggiungere al capitale solo gli interessi; appena il 15% sa che, nel computo finale, bisogna considerare anche le spese. E, nonostante sembri una cosa ovvia, in tanti sbagliano a definire persino il costo del denaro: per il 22% si tratta delle commissioni da pagare quando si prelevano soldi. 

GIOVANI, DISTURBI ALIMENTARI SEMPRE PIÙ DIFFUSI

0

I disturbi alimentari sono sempre più diffusi tra i giovani e iniziano a manifestarsi già a partire dagli 11/12 anni, con casi clinici anche di bambini di soli 8 anni. Tra le cause principali che catalizzano i disturbi alimentari vi sono anche i social network, che possono spingere ad avere comportamenti insalubri e distorti nei confronti del cibo. Oltre alla bulimia e all’anoressia, che interessano prevalentemente le donne tra i 15 e i 25 anni, sta emergendo fra gli uomini la ‘vigoressia’, patologia mentale inclusa nelle cosiddette dismorfofobie legata a un’ossessione per il proprio aspetto fisico, in particolar modo per la massa muscolare. Chi ne è affetto vive di allenamenti massacranti accompagnati da una dieta squilibrata tendente ai cibi iperproteici.

Alle restrizioni patologiche nell’assunzione di cibo, come avviene nell’anoressia e nella vigoressia, si aggiungono le grandi abbuffate incontrollate, il cosiddetto disturbo da alimentazione incontrollata, privo di comportamenti di compenso che può sfociare nell’obesità. Quando questa assunzione spropositata di cibo è seguita da vomito, abuso di farmaci come lassativi o attività fisica esagerata per compensare le calorie ingerite si è invece innanzi alla bulimia, la cosiddetta “fame da bue” legata a voracità patologica. Ad accendere i riflettori su queste patologie è Annalisa Venditti, psicologa specializzata nei disturbi del comportamento alimentare presso il Gruppo INI, l’Istituto Neurotraumatologico Italiano. “I bambini nascono sani con bisogni di fame e sazietà che fanno regolare il peso – sottolinea -, poi subentrano tutta una serie di condizionamenti, ad esempio familiari. Ci sono famiglie che elogiano troppo la magrezza, che mettono i figli a dieta da piccoli. Decidono gli altri cosa mangiare, iniziano i divieti e il cibo diventa un nemico”.

Questa situazione, spiega, può avere un impatto significativo nel cristallizzare i disturbi alimentari e portare a comportamenti distorti: “Un improvviso controllo estremo del cibo con paura di ingrassare, difficoltà a mangiare con gli altri, bassa autostima, attività fisica eccessiva, scomparsa di grandi quantità di cibo e ritrovamento di cibo in posti anomali, rituali alimentari particolari, estrema selettività alimentare, problemi gastrointestinali, tanto per fare alcuni esempi. L’alimentazione è una funzione biologica primaria e quando viene compromessa lo è gran parte della vita anche nelle relazioni sociali. Le diete da sole non sono risolutive, perché non si tratta di un problema di linea ma di disagio e insicurezza, di attenzione morbosa verso il corpo. E la restrizione alimentare non lo risolve bensì lo amplifica. Non va sottovalutato che il comportamento disfunzionale ha sempre lo scopo di preservare uno stato di benessere, per cui ci si abbuffa per far fronte alla noia, alla mancanza di affetto, ad un bisogno di consolazione o ancora per evadere da una situazione, per placare lo stress, per soffocare un’emozione, così come si ricerca la magrezza e la forma perfetta del corpo per un bisogno di sentirsi più sicuri di sé”, conclude.

GIOVANI, 33,8% PREFERISCE MANGIARE FUORI CASA

0

E’ record nel 2018 per la spesa in pranzi e cene fuori casa che sale al massimo storico di 85 miliardi, pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti, divulgata in occasione della firma dell’accordo con la Federazione Italiana Cuochi (Fic), che prevede una serie di iniziative congiunte per la promozione dei prodotti alimentari e della cucina 100% Made in Italy.

Quasi un italiano su quattro (22,3%) nel 2018 ha mangiato fuori almeno una volta a settimana secondo l’analisi Coldiretti su dati Censis, dalla quale si evidenzia peraltro che i giovani e i laureati sono i piu’ assidui clienti dei servizi di ristorazione con il 33,8% che li frequenta almeno una volta a settimana, rispetto al 25,6% degli italiani tra i 35 e i 64 anni e il 6,7% degli over 65.

Il requisito piu’ richiesto – continua Coldiretti – e’ l’italianita’ del prodotto alimentare, indicato dal 44% degli italiani come la caratteristica piu’ importante al momento della scelta dei cibi, mentre Il 35,2% indica la tracciabilita’ che consente di verificare il rispetto di sicurezza, genuinita’ e salubrita’ dei prodotti.

GIOVANI, PER ERASMUS+ 2017 ALTRO ANNO RECORD

0

Nel 2017 l’Ue ha investito nel programma Erasmus+ la cifra di 2,6 miliardi, con un aumento del 13% rispetto al 2016. Grazie a tali investimenti, il numero di opportunità offerte ai giovani è oggi più elevato che mai. In base ai dati pubblicati nella relazione annuale della Commissione Europea sul programma, Erasmus+ rimane sulla buona strada per conseguire l’obiettivo di sostenere il 3,7% dei giovani dell’UE tra il 2014 e il 2020. La relazione sottolinea inoltre che il programma sta diventando più aperto per le persone provenienti da contesti svantaggiati nonché da organizzazioni più piccole. Il sostegno per il programma è più forte che mai. Durante la campagna volta a celebrare il trentennale di Erasmus, condotta con successo nel 2017, oltre 750.000 persone hanno partecipato a 1 900 eventi in 44 paesi, evidenziando una volta di più il ruolo del programma nel consentire ai giovani di sviluppare le loro competenze e di vivere concretamente l’esperienza di sentirsi europei.

Il Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, Tibor Navracsics, ha dichiarato: “Il 2017 si è rilevato un anno durante il quale, ancora una volta, il programma ha ampliato gli orizzonti, ha favorito gli scambi culturali e ha aperto nuove opportunità nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. Le cifre pubblicate oggi confermano il ruolo centrale di Erasmus+ nella costruzione di un’Europa più forte, più inclusiva e più resiliente. Vogliamo proseguire con un programma ancora più ampio e migliore nel quadro del nuovo bilancio a lungo termine dell’UE, per potere investire ancor più sui giovani europei provenienti da una varietà di contesti ancora maggiore”.

Nel 2017 il programma Erasmus+ ha fornito sostegno a un numero record di persone – quasi 800.000 – permettendo loro di studiare, seguire una formazione o fare volontariato all’estero, con un aumento del 10% rispetto al 2016. Inoltre il programma ha finanziato la cooperazione tra enti di istruzione, organizzazioni giovanili e imprese. In totale, 84.700 organizzazioni hanno partecipato a 22.400 progetti. Durante l’anno accademico 2016/2017 il programma ha consentito a più di 400.000 studenti universitari, tirocinanti e membri del personale di trascorrere un periodo di apprendimento o di insegnamento all’estero. 

Tra questi, circa 34.000 studenti e membri del personale hanno ricevuto sovvenzioni per recarsi in paesi partner in tutto il mondo, o per essere accolti in provenienza da uno di tali paesi. La Francia, la Germania e la Spagna sono stati i tre principali paesi di partenza per gli studenti, mentre le tre destinazioni più popolari sono state la Spagna, la Germania e il Regno Unito.
La relazione annuale dimostra ancora una volta che Erasmus+ è ben più che un programma rivolto agli studenti universitari ed al personale accademico. L’UE ha inoltre continuato a mettere a disposizione corsi di formazione professionale per i discenti e il personale (160.000 persone), per i giovani e i giovani lavoratori (158.000) e per il personale del settore dell’istruzione per gli adulti (6.400). Tra i beneficiari dei progetti di cooperazione vanno inoltre annoverati i docenti e il personale scolastico (47.000) e i loro alunni (110.000). 

Erasmus+ sta diventando sempre più accessibile per coloro che possono trarne il massimo vantaggio, offrendo maggiori opportunità e stanziando finanziamenti supplementari per i partecipanti provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati. Nel 2017, quasi 21.000 studenti e membri del personale svantaggiati hanno partecipato alle attività di mobilità Erasmus+ nel settore dell’istruzione superiore. Inoltre nel 2017 il programma si è ulteriormente evoluto al fine di integrare le priorità strategiche dell’UE per le competenze digitali nei settori dell’istruzione, della formazione e della gioventù, anche attraverso programmi di studio e metodi di insegnamento innovativi.

GIOVANI, 75% UNDER 29 SI INFORMA ON LINE

0

Il 95% degli under 30 fruisce quotidianamente della Rete. E il 60% e’ di fatto sempre connesso a Internet. E’ il dato di partenza che emerge dall’indagine sui giovani e l’informazione, realizzata dall’Istituto Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti, in occasione del Premio Francese.

L’indagine ha analizzato le variabili che orientano la dieta informativa dei giovani italiani tra i 18 e i 29 anni, focalizzando gli strumenti impiegati nel vissuto quotidiano per l’informazione e le aree tematiche di maggiore interesse per le nuove generazioni. I risultati sono presentati a Palermo dal direttore di Demopolis Pietro Vento nell’ambito della giornata voluta dall’Odg nel quarantennale dell’uccisione del giornalista Mario Francese. “La centralita’ delle Rete – spiega Vento – incide in modo significativo sulle modalita’ di informazione delle nuove generazioni: il 75% entra in contatto con l’attualita’ attraverso siti web, portali e testate online. Considerato il contesto, i telegiornali, nazionali e locali, e i programmi d’informazione in tv tengono le loro posizioni: li segue il 66% degli under 30. Sempre piu’ centrale appare poi il ruolo di Facebook, Youtube e dei principali Social Network, vero e proprio incrocio di tutte le informazioni”.

Il trend 2009-2019, disegnato dall’Istituto Demopolis, racconta numericamente un cambio d’epoca: la fruizione dei TG e dei programmi d’informazione passa in 10 anni dal 76 al 66%, quella dei siti di informazione online dal 31 al 75%; cresce di quasi 50 punti, dal 15% al 63%, l’utilizzo dei Social quale strumento di informazione. E’ invece sempre piu’ residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata: in pochi acquistano un giornale in edicola, anche se i quotidiani continuano ad essere letti, online, in tempo reale. Degli organi di stampa, a quasi i 2/3 dei giovani intervistati, non piace la faziosita’ dell’informazione politica; il 56% stigmatizza la superficialita’ di molte notizie.

CONSULTA, SECONDA EDIZIONE DEL VIAGGIO NELLE SCUOLE

0

Accrescere nelle nuove generazioni, protagoniste del futuro, la consapevolezza e la condivisione dei valori costituzionali, collante del nostro stare insieme, nonche’ la conoscenza del ruolo svolto dalla Corte a garanzia dei diritti e delle liberta’ fondamentali. E’ questo l’obiettivo della seconda edizione del ‘Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle scuole’, per il periodo febbraio 2019-giugno 2020, il progetto, promosso dalla Corte costituzionale, che prevede un ciclo di incontri tra i giudici costituzionali e le giovani e i giovani che frequentano gli Istituti scolastici italiani. La Carta d’intenti che da’ inizio al progetto, e’ stata firmata oggi presso la Consulta dal presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi e dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ed e’ la prosecuzione del ‘Viaggio’ partito nel 2018, che ha coinvolto 36 scuole e 7.410 studenti. Al centro degli incontri ci saranno, tra gli altri, i temi della genesi, della composizione e del funzionamento della Corte costituzionale, nonche’ della sua attivita’ illustrata attraverso le sentenze che hanno inciso di piu’ nella vita delle persone. Ma ci saranno anche ‘le parole della Costituzione’ scelte da ciascun giudice come spunto di discussione. Al ‘Viaggio’ parteciperanno alcuni giudici emeriti della Corte.

‘Questo progetto e’ qualcosa di piu’, la Consulta e’ un organo fondamentale del nostro Stato e si apre agli studenti, li accoglie e li incontra, a loro spiega i valori che sono alla base della Carta fondamentale della nostra societa’. Sostiene la scuola nell’educare i giovani perche’ e’ tramite l’atto educativo che l’essere umano si prepara a entrare nella societa’, riconoscendo i valori, i diritti, i doveri e prendersi cura dei beni comuni’, ha detto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti aggiungendo come ‘nella conoscenza della legge si genera linfa vitale che produce relazioni comunitarie. Solidarieta’, uguaglianza, rispetto, liberta’ e diritti sono le parole che assumono agli occhi dei nostri studenti nuove forme. I giovani vengono guidati a scoprire le radici della nostra cittadinanza che e’ una conquista e tutti dobbiamo conoscere per muoverci da protagonisti attivi nella nostra comunita”.

La prima tappa sarà ad Acilia-Ostia antica, il 13 febbraio, con il presidente Lattanzi che incontra le ragazze e i ragazzi dell’Istituto professionale “Carlo Urbani”. La parola scelta è “diritto di difesa”. Gli studenti potranno consultare la documentazione multimediale pubblicata sul sito della Corte costituzionale alla pagina “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle scuole” (www.cortecostituzionale.it) nonché quella sul sito di Rai Scuola (www.raiscuola.rai.it). A questa seconda edizione del “Viaggio” collabora Rai Cultura con le iniziative editoriali realizzate da Rai Scuola. Nel corso della Conferenza stampa sono state anche premiate le Scuole vincitrici del concorso nazionale “La Costituzione dei ragazzi” bandito nel 2018 e rivolto alle scuole di ogni ordine e grado allo scopo di offrire alle studentesse e agli studenti un’occasione di riflessione e confronto sulla nascita della Repubblica e sull’importanza della Carta nella crescita di un’Italia democratica.