Hi-Tech & Innovazione

Il Parlamento Europeo approva la legge sull’intelligenza artificiale

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha approvato la legge sull’intelligenza artificiale (IA).
I deputati hanno dato il via libera al regolamento, frutto dell’accordo raggiunto con gli Stati membri nel dicembre 2023, con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni.
L’obiettivo è di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore. Il regolamento stabilisce obblighi per l’IA sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto.
Le nuove norme mettono fuori legge alcune applicazioni di IA che minacciano i diritti dei cittadini. Tra queste, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, i sistemi di credito sociale, le pratiche di polizia predittiva (se basate esclusivamente sulla profilazione o sulla valutazione delle caratteristiche di una persona) e i sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone.
In linea di principio le forze dell’ordine non potranno fare ricorso ai sistemi di identificazione biometrica, tranne in alcune situazioni specifiche espressamente previste dalla legge. L’identificazione “in tempo reale” potrà essere utilizzata solo se saranno rispettate garanzie rigorose, ad esempio se l’uso è limitato nel tempo e nello spazio e previa autorizzazione giudiziaria o amministrativa. Gli usi ammessi includono, ad esempio, la ricerca di una persona scomparsa o la prevenzione di un attacco terroristico. L’utilizzo di questi sistemi a posteriori è considerato ad alto rischio. Per questo, per potervi fare ricorso, l’autorizzazione giudiziaria dovrà essere collegata a un reato.
Sono previsti obblighi chiari anche per altri sistemi di IA ad alto rischio (che potrebbero arrecare danni significativi alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali, all’ambiente, alla democrazia e allo Stato di diritto). Rientrano in questa categoria gli usi legati a infrastrutture critiche, istruzione e formazione professionale, occupazione, servizi pubblici e privati di base (ad esempio assistenza sanitaria, banche, ecc.), alcuni sistemi di contrasto, migrazione e gestione delle frontiere, giustizia e processi democratici (come nel caso di sistemi usati per influenzare le elezioni). Per questi sistemi vige l’obbligo di valutare e ridurre i rischi, mantenere registri d’uso, essere trasparenti e accurati e garantire la sorveglianza umana. I cittadini avranno diritto a presentare reclami sui sistemi di IA e a ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su sistemi di IA ad alto rischio che incidono sui loro diritti.
I sistemi di IA per finalità generali e i modelli su cui si basano dovranno soddisfare determinati requisiti di trasparenza e rispettare le norme UE sul diritto d’autore durante le fasi di addestramento dei vari modelli. I modelli più potenti, che potrebbero comportare rischi sistemici, dovranno rispettare anche altri obblighi, ad esempio quello di effettuare valutazioni dei modelli, di valutare e mitigare i rischi sistemici e di riferire in merito agli incidenti.
Inoltre, le immagini e i contenuti audio o video artificiali o manipolati (i cosiddetti “deepfake”) dovranno essere chiaramente etichettati come tali.
I paesi dell’UE dovranno istituire e rendere accessibili a livello nazionale spazi di sperimentazione normativa e meccanismi di prova in condizioni reali (in inglese sandbox), in modo che PMI e start-up possano sviluppare sistemi di IA innovativi e addestrarli prima di immetterli sul mercato.
“Dopo due anni intensi di lavoro siamo finalmente riusciti ad approvare la prima legge vincolante al mondo sull’intelligenza artificiale, volta a ridurre i rischi e aumentare opportunità, combattere la discriminazione e portare trasparenza – ha affermato durante il dibattito conclusivo il correlatore della commissione per il mercato interno Brando Benifei (S&D) -. Grazie al Parlamento europeo, le pratiche inaccettabili di IA saranno proibite in Europa. Tuteliamo i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Dovremo ora accompagnare le aziende a conformarsi alle regole prima che entrino in vigore. Siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell’IA”.
Il correlatore della commissione per le libertà civili Dragos Tudorache (Renew) ha aggiunto: “L’UE ha mantenuto la promessa. Abbiamo collegato per sempre al concetto di intelligenza artificiale ai valori fondamentali che costituiscono la base delle nostre società. Ci aspetta molto lavoro che va oltre la legge sull’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale ci spingerà a ripensare il contratto sociale che sta alla base delle nostre democrazie. Insieme ai nostri modelli educativi, ai nostri mercati del lavoro, al modo in cui conduciamo le guerre. La legge sull’IA non è la fine del viaggio, ma piuttosto il punto di partenza per un nuovo modello di governance basato sulla tecnologia. Ora dobbiamo concentrarci per trasformarla da legge sui libri a realtà sul campo”.
Il regolamento deve ancora essere sottoposto alla verifica finale dei giuristi-linguisti e dovrebbe essere adottato definitivamente prima della fine della legislatura (procedura di rettifica). Inoltre, la legge deve ancora essere formalmente approvata dal Consiglio.
Entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE e inizierà ad applicarsi 24 mesi dopo l’entrata in vigore, salvo per quanto riguarda: i divieti relativi a pratiche vietate, che si applicheranno a partire da sei mesi dopo l’entrata in vigore; i codici di buone pratiche (nove mesi dopo); le norme sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance (12 mesi) e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi).

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Intelligenza artificiale, Ferri (Ey) “La ricerca è il fattore chiave”

ROMA (ITALPRESS) – “La via italiana verso l’Intelligenza artificiale passa dalla capacità di intrecciare la dimensione industriale e quella della Pubblica Amministrazione. Le scelte vanno orientate principalmente verso alcuni settori che possano dare al nostro Paese la capacità di occupare uno spazio a livello europeo, perchè il nostro è un mercato “B2B” più che “B2C” e questo teoricamente ci dà un vantaggio verso altri mondi che hanno più possibilità d’investimenti”. Così Donato Ferri, EY Managing Partner Europe West Consulting, nel corso del suo intervento all’evento “L’Intelligenza Artificiale per l’Italia”, organizzato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri e AgID – Agenzia per l’Italia Digitale. “L’economia dei dati è un’occasione irripetibile: oggi rappresenta il 3,2 % del PIL italiano, ma mettendo al centro l’IA può passare al 5,9% entro il 2030 – ha aggiunto -. Questo a condizione di creare coerenza tra l’opportunità tecnologica e il tessuto imprenditoriale e industriale del Paese. Ecco, quindi, perchè la ricerca è il fattore chiave oggi e domani: i fondi del PNRR e quelli aggiuntivi che l’attuale governo metterà in campo rappresentano un patrimonio di opportunità che dobbiamo valorizzare, raccordando il filone della ricerca pubblica con quello della ricerca privata, sia sulla parte di intelligenza artificiale sia sulla parte di supercalcolo”. Secondo Ferri “questi investimenti ci consentiranno di accelerare la trasformazione delle grandi imprese ma anche delle piccole e medie, a partire da un quadro regolatorio chiaro e coerente con l’attenzione che in Italia dedichiamo agli aspetti di privacy, di tutela dei diritti intellettuali ed etici. A cornice di tutto, abbiamo la responsabilità di ragionare nel lungo termine su quelli che saranno gli impatti occupazionali, le necessità di creare nuove competenze e di reskilling di quelle esistenti”.
Per Ferri “un punto fondamentale è quello che sta succedendo adesso, perchè questo è un mercato che va veloce. La capacità del pubblico, già dimostrata con il Pnrr, di mettere in campo dei fondi per la ricerca – 1,6 miliardi per l’Ia, circa 2 miliardi per la parte relativa al super computing, unita al miliardo circa come indicato questa mattina -, ci dà la possibilità come Italia di scalare la parte della ricerca che è fondamentale e lo sarà almeno nell’avvio di questa fase”, ha aggiunto Ferri.
“Ulteriore punto da considerare sono i fattori competitivi, che in questa partita sono fondamentali perchè, nel passaggio dalla ricerca all’azione, occorrerà un certo numero di sviluppatori software e di persone in grado di fare gli algoritmi, sarà necessaria una capacità computazionale per modellare e anche la capacità delle aziende di dotarsi di una governance che dal punto di vista organizzativo sia in grado di mettere a sistema la ricerca e sviluppo con la capacità produttiva, evitando la parte dei rischi”.
“L’ultimo punto, forse il più importante, è la fiducia, il trust. Questa – ha spiegato Ferri – è una tecnologia che crea delle preoccupazioni anche umanamente comprensibili. Questo aspetto, però, se lo andiamo a vedere su una scala più ampia, dev’essere declinato come modello di sviluppo delle persone all’interno delle organizzazioni. Quindi, quale sarà l’impatto dell’IA a 5-7 anni sulla forza lavoro dell’azienda? Noi stimiamo che l’80% degli 800 profili professionali italiani oggi avranno un impatto significativo. Pertanto diventa fondamentale il tema del reskilling, ma orientato in maniera puntuale perchè non si può pensare di riskillare allo stesso modo tutte le persone. Altrettanto importante sarà capire quei lavori che potranno essere sostituiti senza creare alcuna problematica. In ultimo, dobbiamo evitare il rischio della “sostituzione dei cervelli” o peggio lo “spegnimento dei cervelli”. Il rischio è un pò quello dello spegnimento dei cervelli. In EY – ha aggiunto Ferri – abbiamo dedicato un laboratorio a Roma, EY wavespace, connesso con laboratori EY in tutto il mondo, dove ci sono circa 50 ricercatori di psicologia comportamentale e neuroscienza che studiano quali saranno gli impatti dell’IA sul cervello delle persone che dovranno interagire con essa nelle diverse fasi dell’implementazione”. “Noi – conclude – crediamo che questo darà concretezza ai discorsi sull’etica dell’algoritmo”.
-foto ufficio stampa Ey-
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Husqvarna, una piattaforma monitora il verde delle città anche con l’IA

ROMA (ITALPRESS) – “Husqvarna da molti anni si occupa dei temi della sostenibilità, il piano aziendale per incrementare questi temi si chiama Sustainovate. E’ composto da tre punti principali. Dal 2015 al 2025 ci siamo impegnati a ridurre del 35% le emissioni di CO2 in tutta la nostra catena del valore. Già quest’anno siamo arrivati a una riduzione di oltre il 44% e pensiamo che non riguardi solo l’utilizzo dei nostri prodotti, ma anche i nostri fornitori e anche il trasporto, quindi l’indotto”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Daniele Pesavento, Business development manager di Husqvarna, nota azienda produttrice di macchine per gardening, vale a dire per creare spazi verdi in particolare all’interno delle città, dalle motoseghe ai tagliaerba: “Entro il 2025 lanceremo 50 innovazioni circolari, ne abbiamo già lanciate 27 fino a oggi, riguardano per esempio l’utilizzo di plastiche riciclate o sugli strumenti diagnostici – ha aggiunto – Una terza parte riguarda il mettere al corrente 5 milioni di persone sulle nostre scelte sostenibili, quindi diffondere un pò il messaggio sull’ambiente, la sostenibilità e la biodiversità”.
Il cambiamento climatico, con la scarsità di precipitazioni, ha però inevitabilmente inciso in negativo sul verde cittadino: “La stagionalità che c’era un tempo ormai non c’è più e quindi anche le poche piogge, o come nell’ultimo periodo gli acquazzoni e le bombe d’acqua, sicuramente non aiutano molto l’ambiente – ha sottolineato Pesavento – Noi stiamo anche cercando di trovare degli strumenti per affrontare questi temi, tra cui il verde all’interno delle città. Se da una parte stiamo cercando di passare a dei prodotti a batteria, quindi più sostenibili anche durante l’uso, e che pertanto non utilizzano combustibili fossili, dall’altra parte ci stiamo focalizzando sul verde cittadino”. In tal senso, tra le attività di Husqvarna il lancio di una piattaforma, Hugsi, che monitora il verde delle città con una ricognizione satellitare che utilizza anche l’intelligenza artificiale.
“E’ una piattaforma che si chiama Hugsi, Husqvarna urban green space index, in cui sono tracciate 279 città attraverso le immagini satellitari e questo ci rende in grado di andare a vedere il verde cittadino all’interno di questi centri urbani – ha spiegato – L’intelligenza artificiale serve a distinguere il verde lungo le strade dai parchi cittadini, a dare dunque questi indici, a quel punto possiamo vedere una classifica generale. Le città del nord Europa sono molto più sensibili su questi temi e speriamo che nei prossimi anni anche nelle città italiane ci sia molta più attenzione – ha ribadito Pesavento – Attualmente abbiamo all’interno di Hugsi Milano, Roma e Venezia, che sono tracciate ogni anno”.
Dal 2011 al 2021 il verde fruibile nei capoluoghi italiani è cresciuto del 5.7%: “E’ interessante come dato, ma non è abbastanza, perchè il tema del verde cittadino è sempre più sentito dalla popolazione – ha precisato il dirigente di Husqvarna – Ce ne siamo accorti soprattutto negli ultimi anni e per aumentare questo verde, per esempio, noi ci stiamo impegnando molto sul tema della biodiversità, infatti in Hugsi è stato lanciato nel 2023 anche il biodiversity alert, questa funzione nuova ci dice quanto sono verdi le aree cittadine e come posso collegarle – ha concluso – E’ un altro strumento per le municipalità quello di poter collegare diverse aree verdi e aumentare la biodiversità”.

– foto Italpress –
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Piano Banda Ultra Larga, Open Fiber incontra gli studenti valdostani

AOSTA (ITALPRESS) – Avanza il piano per la realizzazione della rete in fibra ottica FTTH (Fiber To The Home) ad altissima velocità, oltre 1 Gigabit al secondo, in Valle d’Aosta. Un’infrastruttura che è driver di sviluppo delle attività produttive e, al contempo, assume un valore sociale in modo particolare nei piccoli borghi, nelle aree più isolate, ma anche nelle scuole. Proprio agli studenti Open Fiber ha presentato nel corso di un evento mattutino presso il Teatro Giacosa di Aosta, al quale hanno partecipato oltre 100 ragazzi delle scuole superiori, lo stato di avanzamento del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione, curato nella gestione e manutenzione dalla società Open Fiber.
Altri 50 studenti hanno invece partecipato all’incontro pomeridiano presso “Le Murasse” nel comune di Verres. “Questi eventi organizzati con le scuole della Valle d’Aosta hanno lo scopo di promuovere la conoscenza dell’infrastruttura di Open Fiber sul territorio – ha detto Roberta Vignuolo, Affari istituzionali territoriali per Piemonte e Val D’Aosta di Open Fiber, società che ha già collegato oltre 20 mila istituti scolastici su tutto il territorio nazionale -. E’ un evento per noi molto importante, perchè va a confermare la presenza di un progetto di sviluppo dell’infrastruttura a banda ultra larga sul territorio valdostano. Il coinvolgimento dei ragazzi è qualcosa di prezioso e straordinario. I ragazzi che oggi frequentano le superiori sono gli adulti di domani: è necessario che siano consapevoli di tutte le opportunità e le risorse che una connettività in fibra ottica offre”.
Per Vignuolo “gli studenti non sono soltanto visti come utenti finali, e ci auguriamo che a seguito di eventi come questi qualcuno di loro possa essere incuriosito dal mondo delle telecomunicazioni e, chissà, magari voglia intraprendere la carriera lavorativa in un ambito sempre più importante, in quanto ha l’obiettivo di minimizzare il digital divide nel nostro Paese”.
“L’evento di oggi è importante perchè ha dato la possibilità ai nostri studenti di capire come funziona la connettività, come strumento per andare a potenziare le competenze digitali, che devono essere sviluppate dagli insegnanti per una didattica sempre più innovativa e inclusiva”, ha sottolineato Marina Fey, Sovraintendente agli studi della Regione Valle d’Aosta. “Credo sia molto importante l’utilizzo della fibra ottica, sia a livello scolastico, come per esempio nell’istituto superiore che io frequento, sia a livello pratico, nei laboratori, ma anche a casa. Si tratta di innovazioni e sono molto sostenibili”, le parole di uno studente, Thomas Testolin.
A marzo i numeri della città di Aosta, dove Open Fiber ha operato con un investimento privato, sono: 13 mila le unità immobiliari raggiunte dalla rete FTTH, grazie a 25 km di infrastruttura realizzata e circa 25 km di infrastruttura riutilizzata. Sono 5 i milioni di euro investiti per la realizzazione e lo sviluppo della rete, e 2.500 clienti sono già attivi. I comuni interessati dal piano BUL sono 68 con circa 62.000 unità Immobiliari FTTH a progetto per un totale di circa 570 km di infrastruttura. I comuni realizzati sono 54 e quelli vendibili 51 con oltre 32.000 unità FTTH vendibili e 367 km di infrastruttura già realizzata.
I principali servizi business indirizzati alle piccole e grandi imprese disponibili attraverso le offerte commerciali degli operatori partner che utilizzano l’infrastruttura in fibra ottica realizzata da Open Fiber, ad oggi, sono: la videosorveglianza, il Digital Signage (realizzato attraverso totem interattivi Multimediali tele-controllati attraverso la fibra ottica, che offrono ai cittadini e ai turisti un accesso istantaneo alle informazioni relative a meteo, ai servizi locali alla Info su mobilità (parcheggi, viabilità, mezzi di trasporto), l’efficientamento energetico, il monitoraggio ambientale e la smart Irrigation in ambito agricolo.
Per Luciano Caveri, Assessore della Regione Valle d’Aosta agli Affari europei, innovazione, PNRR e politiche nazionali per la montagna “oggi non si può più immaginare di avere un’attività di qualsiasi genere senza l’utilizzo delle connessioni in fibra ottica FTTH, ormai tutte le procedure per ottenere i finanziamenti europei rendono indispensabile una connessione rapida. I giovani sono rimasti incuriositi da questo appuntamento. Open Fiber è per noi un prezioso interlocutore e partner”.

– foto ufficio stampa Open Fiber –
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ABB, Alberini “Progresso sociale e sostenibilità al centro”

ROMA (ITALPRESS) – “Siamo leader nell’elettrificazione, robotica e automazione e ci troviamo proprio nel mezzo di quella che è la transizione green, che ci vede protagonisti. Abbiamo una solida agenda di sostenibilità per il 2030 e anche con degli obiettivi per il 2050. Nel dettaglio, vogliamo arrivare nel 2050 con il net zero, che richiede che le emissioni siano annullate e riprese dal sistema, vogliamo arrivare poi a ridurre lo scope-1 e lo scope-2 dell’80% per quanto riguarda le emissioni nel 2030 e addirittura del 100% per lo scope-2 nel 2050, mentre per lo scope-3 vogliamo arrivare nel 2050 a una riduzione del 90%”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Simona Alberini, Country holding officer e presidente del CdA di ABB: “Perchè questi scopi sono importanti? Perchè l’accordo di Parigi, che vuole mantenere l’aumento della temperatura sotto la soglia del 2% e che ha come target l’1.5%, richiede appunto che le aziende identifichino misure per annullare le proprie emissioni – ha aggiunto sempre sul tema dell’agenda legata alla sostenibilità – Scope-1 misura le emissioni che l’attività produttiva immette nel sistema”.
“Soltanto ABB Italia ha otto siti produttivi e 5.000 dipendenti, siamo ovviamente molto attenti in tal senso – ha sottolineato -. Lo scope-2 misura quello che i produttori di energia elettrica o tutto quello che serve alle fabbriche emettono nel sistema, mentre lo scope-3, molto più complicato, misura quello che fornitori e clienti che utilizzano i nostri prodotti vanno a emettere – ha spiegato Alberini – Siccome l’azienda deve misurare l’insieme di tutte queste emissioni, per noi è importantissimo, essendo leader tecnologico, lavorare anche con i nostri clienti per dar loro le soluzioni e per fare in modo che anche le loro emissioni insieme alle nostre arrivino a essere ridotte”.
Di pari passo il tema della sostenibilità sociale: “Abbiamo raggiunto la certificazione di genere a dicembre, siamo molto orgogliosi e ringrazio i nostri chair che hanno lavorato tantissimo – ha sottolineato – Abbiamo visto che non ci sono pay gap, tra uomini e donne sostanzialmente abbiamo uno scarto del 5% in cui addirittura le donne in alcuni casi guadagnano più degli uomini. Per fare questo abbiamo, sempre attraverso la nostra agenda di sostenibilità, fatto una serie di attività, perchè per noi il progresso sociale è importantissimo di pari passo con ridurre le emissioni e preservare l’ambiente”.
“Abbiamo creato dei gruppi spontanei, avuto otto-nove riunioni soltanto nel mese di novembre e ci hanno consentito di raggiungere questa certificazione – ha ribadito – Abbiamo sempre nell’agenda di sostenibilità gli obiettivi di portare le dirigenti donne dal 16% al 25% nel 2030 e di portare dal 43% al 50% la quota di donne tra neo assunti. Credo assolutamente che ci arriveremo”.
Infine, sull’importanza dell’iniziativa ‘CEO for Lifè: “Secondo me è molto importante il confronto, non possiamo pensare di essere autoreferenziali – ha commentato – Quando ci incontriamo con ‘CEO for Lifè andiamo a vedere anche quello che fanno le altre aziende e ci confrontiamo su un’agenda di sostenibilità e sulle varie attività, è sempre un motivo per metterci in discussione e vedere dove possiamo migliorare e fare networking. Noi siamo molto attenti – ha concluso Alberini – Ma se crei una sorta di rete le cose arrivano prima e funzionano meglio”.

– foto Italpress –
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IA, Sharka (iGenius) “Italia protagonista del rinascimento digitale”

MILANO (ITALPRESS) – “Il fenomeno dell’intelligenza artificiale parte da noi e dalla nostra velocità di cambiamento ed è un viaggio verso l’infinito della conoscenza umana che cerca un nuovo modo per evolversi e ampliarsi. Democratizzare la conoscenza sviluppando l’IA è parte del percorso di rinascimento digitale che stiamo vivendo in cui l’uomo è al centro e guida questa rivoluzione. Saremo noi a decidere come disegnare il futuro, è fondamentale spingere una cultura che spieghi l’importanza di questa tecnologia e l’impatto che può avere. L’Italia ha tutti gli strumenti e le conoscenze per essere protagonista di questo rinascimento”: lo ha spiegato Uljan Sharka, Ceo di iGenius (azienda italiana attiva dal 2016 nel campo della ricerca e sviluppo di tecnologie di Intelligenza Artificiale Generativa) durante l’evento “La velocità del cambiamento: come la tecnologia, le scoperte scientifiche e le pandemie hanno segnato lo sviluppo della mente umana” organizzato dal Master in Media Relations e Comunicazione d’Impresa dell’ALMED (Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
A fare gli onori di casa Mariagrazia Fanchi, Direttrice Almed, e Ruggero Eugeni, Direttore Master Media Relations & Comunicazione d’Impresa. Si sono poi susseguiti gli interventi di Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer, Intesa Sanpaolo, Ciro De Florio, Professore di “Logica e filosofia della scienza”, Facoltà di Economia, Università Cattolica del Sacro Cuore e Uljan Sharka, CEO di iGenius.

– foto ufficio stampa Esclapon –
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ANGI e il Comune di Lucca insieme per l’innovazione

LUCCA (ITALPRESS) – Innovazione, sviluppo del territorio, sostegno alle imprese e valorizzazione della cultura del digitale verso i giovani. Questo e molto altro alla base del protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Lucca alla presenza del sindaco Mario Pardini e dall’Associazione Nazionale Giovani Innovatori alla presenza del presidente dell’ANGI Gabriele Ferrieri.
La firma del protocollo, avvenuta all’interno della sede del Comune di Lucca, ha visto la presenza anche dell’assessore alle attività produttive e innovazione Paola Granucci e della delegazione dell’ANGI. “Siamo lieti di aver firmato questo importante protocollo d’intesa con una città come Lucca che rappresenta la tradizione storica dell’Italia e della Toscana, ma che mostra anche una sensibilità particolare verso l’innovazione e i giovani – afferma Ferrieri -. L’auspicio è quello di poter costruire un’importante collaborazione in cui dare un valore aggiunto alle imprese e al territorio per la promozione dell’innovazione in tutte le sue forme e la valorizzazione della cittadinanza e della collettività all’insegna del digitale per un partenariato pubblico privato che metta al centro l’accrescimento economico e sociale dell’Italia”.
“Il protocollo d’intesa fra il Comune di Lucca e l’Associazione Nazionale Giovani Innovatori (Angi) rappresenta un altro importante tassello che la nostra città compie nell’innovazione, in questo caso applicata alla pubblica amministrazione – sottolinea il sindaco Pardini -. Una sinergia che passa attraverso iniziative di studio, formazione, eventi e tutta una serie di partnership strategiche mirate a rafforzare e sostenere una cultura fatta di digitalizzazione, transizione ecologica, valorizzazione del patrimonio artistico e – più in generale – di una nuova imprenditoria giovane e dinamica”.

– foto ufficio stampa ANGI –
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C.NEXT, parte da Como una rete di poli per l’innovazione in tutt’Italia

MILANO (ITALPRESS) – C.NEXT è una S.p.A. Società Benefit costituita a dicembre 2021 come capogruppo di un sistema di poli d’innovazione distribuiti sul territorio nazionale che si rivolge, da un lato ai territori, per lo sviluppo di progetti di rigenerazione economica per mezzo dell’innovazione, dall’altro alle imprese, per stimolarle e accompagnarle nei loro percorsi di trasformazione digitale ed energetica.
Da oggi C.NEXT potrà contare anche sul sostegno di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore (o “FSVGDA”) – braccio strategico e operativo di Fondazione Cariplo nell’ambito dell’impact investing – che ha investito nella società 250.000 euro in equity.
Entro i prossimi 7 anni C.NEXT ambisce a diventare lo snodo strategico e operativo per oltre 1.000 imprese innovative (start-up e aziende in diversi stadi di sviluppo): l’obiettivo è coinvolgere oltre 15.000 knowledge workers all’interno di un network di 12 Innovation Hub presenti sul territorio nazionale e uno oltreconfine, replicando in contesti socioeconomici differenti un modello in grado di attrarre una vasta rete di stakeholders territoriali. Il primo polo del sistema è già attivo e ha sede a Ivrea presso le Fabbriche ex Olivetti (patrimonio Unesco); altre partnership sono avviate in diversi territori tra cui: Novara (ADA – Area De Agostini), Arese (Area ex Alfa Romeo), Ascoli Piceno.
Al centro dello sviluppo di C.NEXT vi è la NExT Innovation: modello di innovation transfer consolidato con successo negli ultimi cinque anni presso ComoNExT – Innovation Hub, il polo di innovazione con sede nella provincia di Como (Lomazzo) che costituisce il prototipo di tutti i poli del sistema C.NEXT che si andranno a sviluppare nei prossimi anni. Il modello della NExT Innovation mette a fattore comune le competenze delle imprese innovative aderenti al “patto di collaborazione” – startup, pmi e grandi aziende – in favore di aziende che necessitano di innovare prodotti, processi e servizi, attraverso la costruzione di team di lavoro “su misura”. Se i singoli poli del sistema si rivolgono in particolare alle pmi, C.NEXT S.p.A. si pone invece al servizio delle big corp per sviluppare progetti più complessi e sfidanti.
Le attività di advisory proprie della NExT Innovation si riferiscono ai temi della trasformazione digitale e dell’Industria 5.0, affrontando i trend dell’innovazione tecnologica (dati, realtà virtuale, intelligenza artificiale, ecc.) e guardando alle traiettorie indicate dagli obiettivi SDG.
C.NEXT contribuisce attivamente al conseguimento degli SDGs n. 4, 8 e 9, che promuovono l’accesso equo e paritario all’istruzione, al lavoro e un’industrializzazione equa, responsabile e sostenibile. Infatti, lo sviluppo di poli d’innovazione presso aree urbane marginalizzate o siti industriali dismessi contribuisce a generare meccanismi virtuosi di rigenerazione economica e sociale. Attraverso il suo modello di attività, C.NEXT si rivolge agli enti di formazione a vario livello, per favorire una maggiore diffusione della cultura e della predisposizione all’innovazione. La società, tramite accordi con le università dei territori, promuove l’organizzazione di Master e corsi di formazione gratuiti in ambito tecnico-scientifico, come la Manufacturing Academy rivolta a diplomati e a laureati inoccupati o disoccupati.
Stefano Soliano, Amministratore delegato di C.NEXT S.p.A. commenta con queste parole: “L’ingresso di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore nella compagine societaria di C.NEXT S.p.A. rafforza ulteriormente il progetto e ci spinge a proseguire con rinnovato entusiasmo e fiducia verso l’ambizioso obiettivo di costruire un sistema nazionale di poli di innovazione a supporto delle imprese e dell’economia dei territori. E’ quanto è già avvenuto nel comasco con il polo ComoNExT che, come conseguenza della sua attività, ha generato una più ampia rigenerazione urbana favorendo anche lo sviluppo di una nuova economia di prossimità, con tutti i risvolti sociali che essa comporta. Questo è il vero valore che vogliamo contribuire a costruire per mezzo dell’innovazione”.
“Con l’investimento in C.NEXT, la Fondazione intende dare il proprio contributo alla costruzione delle infrastrutture di mercato che possano favorire lo sviluppo dell’impact investing in Italia. Nella nostra visione, infatti, per facilitare la nascita di nuove imprese a impatto e contribuire alla diffusione della cultura dell’innovazione tecnologica e digitale nel nostro Paese, oltre all’offerta di capitale, è necessario supportare anche la crescita di soggetti che operino sul versante della domanda e del rafforzamento delle competenze. Confidiamo che la diffusione del modello di C.NEXT su tutto il territorio nazionale possa contribuire al raggiungimento di tali obiettivi.” – ha dichiarato Marco Gerevini, Consigliere di amministrazione della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore.
“Ho avuto il privilegio di vedere nascere Como Next e di seguirne la crescita. Ricordo l’intuizione che ebbe Fondazione Cariplo nel puntare su questo polo dell’innovazione, recuperando un luogo che era nella memoria di molti comaschi, ma era lasciato al degrado. I numeri e ciò che è stato fatto dimostrano quanto quell’intuizione è stata vincente. La partnership con la Fondazione social venture aggiunge un altro tassello importante, favorendo lo sviluppo di nuove attività. Tutto ciò fa bene al territorio comasco, ma anche all’indotto e al comparto che va ben oltre i confini regionali e nazionali” ha commentato Enrico Lironi, membro del Consiglio di Amministrazione di Fondazione Cariplo.
– foto ufficio stampa Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore –
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