Hi-Tech & Innovazione

Inwit a Comolake, le infrastrutture digitali per la smart mobility

COMO (ITALPRESS) – L’evoluzione della mobilità passa anche attraverso la digitalizzazione delle reti e l’implementazione delle infrastrutture digitali necessarie. E’ questo il messaggio che Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di INWIT, ha portato a ComoLake 2024 – The Great Challenge, intervenendo nel panel “Trasporti e logistica tra intermodalità e sensoristica delle reti”.
“Con oltre 24mila torri dislocate capillarmente sul territorio italiano (una torre ogni tre km, che diventa ogni 5-600 metri in città) e oltre 500 coperture dedicate per location indoor DAS (Distributed Antenna System), INWIT ha infrastrutture digitali e condivise che abilitano la connettività 4G e 5G multi-operatore in quasi 5.000 km di autostrade, 1.000 km di gallerie stradali e autostradali, 900 km di TAV e oltre 40 km di metropolitane italiane, come la linea M4 di Milano, prima metropolitana completamente coperta dal 5G in Italia”, ha spiegato Suigo.
“La Smart Mobility aiuterà a ripensare i trasporti della vita di tutti i giorni – ha aggiunto Suigo -, ma questo sarà possibile solo se le sfide legate all’implementazione di queste infrastrutture saranno accompagnate anche dagli enti locali. L’espansione delle reti mobili e l’installazione di nuove torri richiedono che le importanti semplificazioni normative già adottate a livello nazionale siano recepite in tutti i territori e comuni. Perchè, ad esempio, l’esecuzione degli interventi del Piano Italia 5G – Densificazione del PNRR nelle aree in digital divide, sta registrando oltre il 40% di dinieghi e ostacoli”.
Una ricerca dell’Osservatorio “Connected Car & Mobility” della School of Management del Politecnico di Milano ha evidenziato che, a fine 2023, in Italia si contano 16,9 milioni di auto connesse, il 42% del parco circolante, uno ogni quattro abitanti.
Il tema Smart Mobility è considerato fondamentale o molto rilevante da più di quattro comuni italiani su cinque (83%) con popolazione superiore ai 15mila abitanti.

– Foto ufficio stampa Inwit –

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Federalimentare guarda al futuro, transizione tecnologica tema chiave

ROMA (ITALPRESS) – Creare nuove opportunità strategiche per la catena del valore agroalimentare del Made in Italy attraverso investimenti nella transizione tecnologica che stimolino un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione. E’ questo l’obiettivo del convegno promosso al Senato in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione da Federalimentare, Riello Investimenti Sgr con il suo fondo Linfa e dal Centro di Ricerca Luiss X.ITE, dal titolo “Federalimentare guarda al futuro. La transizione tecnologica dell’agroalimentare Made in Italy”. Il tema chiave è la transizione tecnologica dell’agroalimentare, un processo ineludibile e non procrastinabile per mantenere la global leadership del nostro Paese, potenziando al contempo sostenibilità e competitività delle imprese italiane.
Secondo i dati più recenti del Rapporto Federalimentare-Censis, il settore agroalimentare aggregato, che comprende agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione, con i settori di beni e servizi interdipendenti in una logica B2B (business-to-business), genera oltre 600 miliardi di euro di fatturato, contribuisce a circa il 32% del PIL, ha 1,3 milioni di imprese e più di 3,6 milioni di occupati, con una crescita di tutti i principali indicatori di performance confermata anche nel 2023 (+7,1% del fatturato, +6,6% dell’export).
Inoltre, la catena del valore dell’agroalimentare italiano non è solo rappresentata dall’eccellenza dei prodotti alimentari e dai suoi marchi Doc, Igp e Docg, ma anche dalla tecnologia manifatturiera (primo comparto del manifatturiero italiano), dalla leadership nella produzione di impianti di trasformazione e di packaging, dalla capacità logistica e, non ultimo, da brevetti e innovazioni esportati in tutto il mondo.
Al recente “G7 – Agricoltura e Pesca” è stata, ancora una volta, sottolineata la necessità di investire responsabilmente in agricoltura sostenibile e in sistemi alimentari in grado di fornire cibo sicuro, e di qualità per tutti, riducendo le perdite e gli sprechi alimentari, dalla produzione al consumo. La filiera globale del cibo, infatti, produce circa il 32% dei gas serra totali (fonte FAO 2024), non può quindi esserci una lotta al riscaldamento globale che non passi per la trasformazione della filiera agroalimentare. In questo scenario, il documento finale del G7 ribadisce il contributo che la scienza e l’innovazione possono dare per mitigare il cambiamento climatico e per rispondere alla domanda di cibo sicuro a livello globale. Il ruolo dell’innovazione tecnologica nell’accompagnare la transizione dell’agroalimentare, insomma, è una indiscussa priorità per mantenere la leadership globale della filiera del cibo italiano.
A fronte di queste enormi opportunità, l’ecosistema dell’innovazione Agrifoodtech in Italia è ancora in una fase embrionale. Il 2023 ha visto investimenti complessivi per circa 250 milioni di euro (Fonte: AGfunder), significativamente inferiori agli investimenti in startup innovative del settore Agrifoodtech nei principali paesi europei, e incomparabile rispetto alla Silicon Valley. Inoltre, un’analisi di Forward Fooding ha indicato che l’Italia è al 4° posto in Europa per numerosità di startup Agrifoodtech, ma solo al 10° per capitali raccolti.
La partnership tra Federalimentare, il fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr e il Centro di Ricerca Luiss X.ITE nasce quindi con l’obiettivo di creare un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione, al fine di stimolare crescita dell’innovazione e scala economica della nuova imprenditorialità tecnologica. Il tutto, col fine ultimo di accelerare l’adozione di nuove tecnologie e sviluppare un ecosistema che sostenga lo sforzo innovativo che tutte le imprese italiane stanno affrontando. Uno sforzo che dovrà essere gestito con ancora maggiore vigore a partire da una maggiore consapevolezza dell’ecosistema delle startup e delle tecnologie per la trasformazione dell’agroalimentare Made in Italy. Ragione per cui Federalimentare promuove con il Centro di Ricerca Luiss X.ITE e il contributo del fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr un “Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy”.
Per il Presidente di Federalimentare Paolo Mascarino ‘siamo consapevoli che la strada per continuare a essere competitivi sui mercati globali non possa prescindere dall’innovazione tecnologica per continuare a produrre cibo di qualità, sicuro e sostenibile, di gusto unico e inimitabile. La competitività e la concorrenza a livello globale sono le sfide che ci attendono, e l’industria alimentare italiana deve sostenere e far crescere il suo vantaggio competitivo. Il “Rapporto Draghi” sulla competitività europea ha richiamato la responsabilità degli Stati membri a promuovere sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Questo messaggio non deve rimanere inascoltato, ma attuato. E per innovare con successo, le imprese hanno bisogno del contributo delle università, dei centri di ricerca, di politiche pubbliche di sostegno alla ricerca e delle istituzioni finanziarie. Per questo – continua – Federalimentare ha deciso di avviare e sostenere l’Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy, in collaborazione con il Centro Ricerche X.ITE dell’Università Luiss, e anche di collaborare con il Fondo Linfa di Riello Investimenti Sgr, dedicato al sostegno dell’innovazione sostenibile del settore agroalimentare. Queste attività, unite alle altre iniziative in corso con il Cluster CLAN Agrifood, saranno fondamentali per le imprese del nostro settore, per continuare a innovare e restare competitivi sui mercati internazionalì.
Secondo Nicola Riello, Founder e Presidente di Riello Investimenti Sgr, ‘il settore agroalimentare ricopre un ruolo di primo piano per l’economia italiana e anche nei nostri investimenti è trasversalmente presente in tutte le asset class che gestiamo. In questo momento storico, in cui assumono particolare rilevanza le transizioni tecnologica e ambientale, riteniamo che sia particolarmente importante investire sul tema delle tecnologie nell’agroalimentare ed è su questo presupposto che abbiamo deciso di ampliare la gamma dei fondi gestiti con il fondo Linfa, estendendo così il nostro intervento a realtà più giovani, dinamiche e in forte crescita. Siamo onorati della collaborazione con Federalimentare – continua -. Insieme riusciremo a raggiungere due importanti obiettivi comuni: lo sviluppo e la crescita dell’ecosistema dell’Agrifoodtech in Italia e la mappatura dei progressi attraverso un Osservatorio appositamente formato presso l’università Luiss di Roma. Ciò ci consentirà di contribuire ulteriormente allo sviluppo del Sistema Paese Italia e di offrire ai nostri investitori sempre nuove opportunità di investimento di grande qualità’.
Per Marco Gaiani, Founder & Partner del Fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr, ‘in Italia ci sono tutte le condizioni per la creazione di un ecosistema innovativo nel food di livello europeo: talenti, imprenditorialità diffusa, tradizione e cultura del cibo, know how industriale e Università di ottimo livello. Questa sfida è ancora più importante se si prende in considerazione il ruolo che l’innovazione può giocare per la transizione della filiera agroalimentare italiana verso modelli più sostenibili di produzione e distribuzione. Come Team di Linfa – primo fondo italiano focalizzato sull’Agrifoodtech a impatto ambientale – intendiamo dare il nostro contributo di competenze e capitali per andare in questa direzione. La partnership con Federalimentare è un tassello fondamentale di questa strategià.
Michele Costabile, Università Luiss “Guido Carli” di Roma, Direttore del Centro di Ricerca Luiss X.ITE su tecnologie e comportamenti di mercato, ha affermato: “Siamo onorati di essere ancora una volta al fianco di Federalimentare nell’esplorare una delle più importanti transizioni tecnologiche per il nostro Paese. Intendiamo, infatti, servire le migliaia di imprese dell’agroalimentare Made in Italy, fornendo periodici report e outlook sulle dinamiche della trasformazione tecnologica e sull’ecosistema dell’innovazione. E riteniamo che, anche grazie alla partnership con il team del fondo Linfa, potremo produrre risultati connotati da rigore metodologico e rilevanza per il business. L’Osservatorio sostenuto da Federalimentare adotterà diversi modelli di classificazione delle innovazioni agrifoodtech per servire tanto la business community quanto la comunità degli innovatori e quella degli investitori in agrifoodtech. Il tutto – evidenzia – rafforzando attraverso conoscenze condivise e momenti di confronto periodico quelle connessioni che servono a rendere l’Agridoodtech made in Italy un ecosistema di valore globalè.
Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato, ha inviato una lettera al Presidente di Federalimentare Mascarino, rilevando che “Federalimentare guarda al futuro” “non è un titolo programmatico, è già una realtà. L’iniziativa è un passo in più nella giusta direzione, perchè mette insieme il mondo delle imprese, quello della finanza e quello della ricerca. In Italia abbiamo eccellenze in tutti e tre i campi. Il quarto soggetto in questo confronto devono essere le Istituzioni. In Parlamento siamo riusciti a dare il via libera alle TEA, abbiamo tutelato la qualità dei nostri prodotti, riconosciuto il principio che l’agricoltore è il primo custode del territorio, allontanato lo spettro della sugar tax. Sono esempi concreti, che dimostrano come sia importante che pubblico e privato continuino a lavorare insieme per valorizzare la filiera agroalimentare made in Italy. Sono certo che Federalimentare saprà mantenere quello sguardo rivolto al futuro, che ha sempre caratterizzato la sua azionè.
Per Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Coordinamento della Politica Economica e di Programmazione degli Investimenti Pubblici): “Il settore agroalimentare italiano rappresenta una delle eccellenze mondiali e ha la possibilità di guidare una vera rivoluzione produttiva grazie alle nuove tecnologie. Le potenzialità sono immense: l’agricoltura di precisione, l’uso dei big data, l’intelligenza artificiale e la blockchain possono migliorare l’efficienza delle aziende agricole, ridurre gli sprechi, e garantire ai consumatori una tracciabilità completa e trasparente dei prodotti. E’ essenziale investire in formazione e ricerca, collaborando con università, centri di innovazione e imprese private, affinchè le soluzioni più avanzate siano applicabili anche alle realtà agricole più tradizionali, senza lasciare indietro nessuno. Questa transizione tecnologica, tuttavia, deve avvenire all’insegna della sostenibilità che sappia coniugare i costi economici con quelli sociali. Non possiamo più permetterci un modello produttivo che ignora l’impatto ambientale e che non vada di pari passo con la tutela del lavoro. Oggi – aggiunge – le tecnologie ci offrono strumenti che permettono di conciliare produttività e rispetto per l’ambiente per cui la transizione verso un settore agroalimentare più tecnologico, sostenibile e competitivo è un percorso che dobbiamo affrontare con visione strategica e spirito di collaborazione. La sinergia tra pubblico e privato, sostenuta da politiche istituzionali lungimiranti, è la chiave per garantire che il nostro agroalimentare non solo continui a rappresentare un’eccellenza a livello globale, ma diventi un modello di innovazione e sostenibilità per tutto il mondò.
Secondo Massimo Bitonci, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ‘l’agroalimentare è un settore estremamente importante in termini di fatturato per il Made in Italy, comprensivo di tutte le aziende che operano nella produzione e nella trasformazione, ambiti nei quali l’Italia è tra i maggiori Paesi europei e non solo. L’innovazione è uno dei principali fattori di sviluppo delle imprese e l’agroindustria, senza dubbio, rappresenta una delle nostre eccellenze. Il settore purtroppo è colpito da quello che viene chiamato “italian sounding’, cioè il tentativo di copiare i prodotti italiani. Le politiche messe in campo dal Governo vanno nella direzione di contrastare tali pratiche e proteggere le nostre imprese”.
Tra gli altri, ha preso parte all’evento Alessio Conforti, Head of Institutional Relationships Southern Europe del Fondo Europeo per gli Investimenti.

– foto ufficio stampa ItalCommunications –
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Inwit, il 5G su tutta la nuova metro M4 a Milano

MILANO (ITALPRESS) – Milano aggiunge un nuovo tassello nel suo percorso per diventare una “smart city” con il completamento della copertura in 4G e 5G della metropolitana M4, che diventa così la prima linea della metropolitana interamente coperta in 5G in Italia e tra le prime in Europa. Grazie alla copertura dedicata multi-operatore per location indoor DAS (Distributed Antenna System) realizzata da INWIT, primo tower operator italiano, anche la tratta San Babila-San Cristoforo, inaugurata oggi, è percorribile potendo contare su un’infrastruttura in grado di fornire il servizio 4G e 5G di iliad, TIM, Vodafone e WINDTRE. L’impianto DAS per la copertura dedicata 4G e 5G multi-operatore di INWIT, già presente nella tratta Linate-San Babila dal 2023, abilita dunque da oggi gli operatori di telecomunicazione a poter fornire il servizio in 4G e 5G su tutti i 15 km della linea M4, incluse tutte le gallerie e le 21 stazioni della nuova metro. Nel complesso, l’infrastruttura realizzata da INWIT è composta da 400 remote unit (di cui oltre 200 realizzate per l’ultima tratta), oltre 1.100 antenne (quasi 600 nella nuova tratta) con impatto visivo e ambientale impercettibile ed è interamente cablata con 25mila metri di fibra ottica. Le reti di ultima generazione dei vari operatori consentono così ai passeggeri che percorrono il tragitto della M4 un utilizzo veloce ed efficace di smartphone, tablet e pc in tecnologia avanzata, rendendo inoltre possibile lo sviluppo di soluzioni IoT dedicate.
Si conferma dunque, che il modello di condivisione delle infrastrutture consente la velocizzazione e l’efficientamento dello sviluppo delle reti di telecomunicazione, a beneficio dei territori e dei cittadini. Con il completamento del DAS della linea M4, INWIT aggiunge un nuovo importante tassello nella sua strategia di sviluppo e abilitazione della connettività degli operatori in mobilità, dopo aver investito anche nelle metropolitane di Brescia, Catania e Napoli. Nel complesso, i servizi infrastrutturali di INWIT coprono oggi oltre 40 chilometri di metropolitane e circa 1.000 chilometri di tunnel stradali e autostradali. “Il progetto M4 conferma l’impegno di INWIT nella realizzazione di infrastrutture digitali efficienti e moderne per la connettività mobile, anche nell’importante verticale dei trasporti, a supporto di tutti gli operatori e a beneficio della transizione digitale verso le smart city”, ha dichiarato Diego Galli, Direttore Generale di INWIT. “Per iliad, essere vicini agli utenti significa impegnarsi a fornire servizi di qualità ed infrastrutture di ultima generazione. L’estensione della copertura delle reti nelle metropolitane è un chiaro segnale del nostro impegno in questa direzione, con l’obiettivo di abilitare la transizione digitale e offrire un servizio continuativo ed efficace a tutti gli utenti”, ha detto Benedetto Levi, Amministratore delegato di iliad.
“Il progetto M4 rappresenta in Italia e in Europa un’eccellenza non solo dal punto di vista infrastrutturale ma anche per l’innovazione. Il sistema di rete mobile realizzato con gli altri operatori garantirà ai passeggeri un servizio di alta qualità grazie a connessioni stabili e performanti. Si tratta di un esempio virtuoso e un modello da prendere come riferimento per creare città sempre più intelligenti, digitalizzate e vivibili e offrire questi servizi è la nostra missione”, ha spiegato Pietro Labriola, Amministratore Delegato TIM. “La copertura in 5G della linea M4 di Milano rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia possa favorire la realizzazione di servizi per i cittadini e modernizzare la nostra rete di trasporti. Così rispondiamo alle crescenti esigenze di una mobilità urbana connessa e intelligente spinta dal Comune di Milano. Vodafone contribuisce attivamente, collaborando con i diversi attori del mercato, alla creazione di soluzioni innovative capaci di rispondere efficacemente alla costruzione di smart cities”, ha aggiunto Aldo Bisio, Ceo Vodafone Italia.
“Noi di WindTre miriamo a semplificare la vita delle persone e questo progetto ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. La vita moderna si intreccia sempre più tra lavoro, studio e svago ed è fondamentale che le connessioni supportino questa flessibilità in movimento, in particolare in una città dinamica come Milano”, ha affermato Gianluca Corti, Ceo di WINDTRE. “Un ulteriore passo innovativo che permette di offrire ai passeggeri della Metropolitana 4, che arrivano a Milano per business o leasure, un’esperienza di viaggio senza eguali” – ha commentato Alessandro Lamberti, Presidente di M4 -. Questa iniziativa rappresenta la testimonianza degli incredibili sforzi che ogni giorno facciamo per contribuire allo sviluppo della città di Milano”.

– Foto ufficio stampa Inwit –

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Agid, in partenza un laboratorio dedicato all’accessibilità digitale

ROMA (ITALPRESS) – L’Agenzia per l’Italia Digitale ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse, rivolto alle imprese che producono o distribuiscono tecnologie assistive, per l’allestimento di un laboratorio dedicato all’accessibilità digitale presso la propria sede.
Dal 7 ottobre le imprese che producono o distribuiscono le tecnologie elencate nella classe 22 dell’ISO 9999 possono aderire alla manifestazione d’interesse per conferire ad AgID questo tipo di dispositivi, in comodato d’uso gratuito, fino a giugno 2026.
I dispositivi verranno utilizzati per le attività del laboratorio, che prevedono dimostrazioni pratiche, test di accessibilità e momenti di formazione che avranno ad oggetto le tecnologie assistive, di cui AgID darà visibilità sui suoi canali istituzionali.
“Il laboratorio di accessibilità sarà uno spazio per testare soluzioni tecnologiche che hanno l’obiettivo di migliorare la vita delle persone – ha sottolineato Mario Nobile, Direttore Generale di AgID -. Le tecnologie assistive sono infatti strumenti per fare dell’accessibilità un fattore concreto di civiltà, di innovazione e di competitività. Invitiamo, quindi, tutte le imprese che le producono o le distribuiscono a rispondere alla manifestazione di interesse: attraverso la conoscenza, la diffusione e l’uso nel quotidiano di queste tecnologie possiamo costruire, insieme, un ecosistema digitale italiano realmente accessibile”.
Come aderire Per rispondere alla manifestazione di interesse è necessario compilare lo Schema di adesione e trasmetterlo all’indirizzo [email protected], insieme ad una descrizione tecnica delle tecnologie assistive che ciascun produttore/distributore intende conferire.
Per aderire c’è tempo fino al 6 dicembre 2024.
Attraverso l’allestimento del laboratorio di accessibilità, AgID intende: impiegare le tecnologie assistive in momenti dimostrativi, di divulgazione e di formazione in tema di accessibilità digitale; permettere a personale specializzato di svolgere valutazioni approfondite di accessibilità su siti web, applicazioni per dispositivi mobili e documenti digitali; analizzare le caratteristiche, la capacità di integrazione e l’adattabilità delle tecnologie assistive nei contesti lavorativi; supportare le 56 Pubbliche Amministrazioni che operano in veste di Soggetti sub attuatori della Misura 1.4.2 del PNRR nella scelta delle tecnologie assistive da acquistare per il proprio personale con disabilità, nel loro utilizzo e nelle relative attività di formazione.
Il laboratorio rientra nell’ambito delle diverse attività che l’Agenzia sta portando avanti in qualità di Soggetto attuatore della Misura 1.4.2 del PNRR “Citizen Inclusion”, per migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici digitali per tutti i cittadini.

– foto account X Agenzia per l’Italia digitale –
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Gruppo Xera e Dataone danno vita al primo polo ICT abruzzese

ROMA (ITALPRESS) – Gruppo Xera e Dataone siglanoun’alleanza strategica per rafforzare la loro competitività nel mercato nazionale dell’IT.
Le due aziende annunciano con soddisfazione la creazione di una sinergia societaria che unirà le competenze e le risorse di entrambe, con l’obiettivo strategico di offrire ai clienti soluzioni innovative, integrate e sempre più efficienti, rispondendo alle crescenti esigenze di digitalizzazione e sicurezza informatica.
Nasce così il primo gruppo ICT in Abruzzo, con un team di oltre 60 risorse altamente specializzate negli ambiti di ITAD, Refurbishing, Cybersecurity, Consulenza normativa e Compliance, Iperconvergenza, Sistemi di Unifed Communication, Servizi a valore SOC e NOC. Alle offerte si aggiunge il servizio di Helpdesk unificato per una risposta immediata a tutte le esigenze del customer care. Il Gruppo conta su un fatturato annuo consolidato di 8 milioni di euro, in crescita, e di un portfolio clienti di oltre 1.800 aziende pubbliche e private.
“Questa partnership rappresenta un passo significativo per il Gruppo Xera – ha commentato Donato Colleluori, CEO del Gruppo Xera -. Unendo la nostra esperienza nell’ambito dei servizi IT con le competenze specializzate di Dataone, siamo certi di poter garantire un valore aggiunto ai nostri clienti.
L’innovazione e l’efficienza operativa sono i pilastri su cui intendiamo costruire il nostro futuro comune”.
“Siamo entusiasti di collaborare con il Gruppo Xera, un’azienda che condivide la nostra visione di crescita e di eccellenza tecnologica. Questa sinergia ci permetterà di ampliare la nostra offerta e di affrontare le sfide del mercato con una struttura più solida e dinamica, mantenendo al centro delle nostre attività l’attenzione per la qualità dei servizi e per l’innovazione”, ha dichiarato Gianfranco Merletti, CEO di Dataone Srl.
Con l’ingresso del Gruppo Xera nell’assetto societario di Dataone, la partnership si tradurrà in un aumento della capacità di sviluppo congiunto di soluzioni tecnologiche avanzate, con un focus su infrastrutture cloud, cybersecurity, AI e automazione. L’obiettivo comune è di supportare le aziende italiane nel loro percorso di trasformazione digitale, offrendo servizi all’avanguardia, personalizzati e capaci di rispondere alle mutevoli esigenze del mercato.
“La filosofia di crescita di Xera – si legge in una nota – è una visione condivisa dalla stessa Dataone: la mission comune continuerà ad essere quella di affiancare le aziende, pubbliche e private, nel processo di crescita digitale fornendo professionalità e soluzioni tecnologiche. Elemento fondamentale, in questa fusione, è rappresentato dal capitale umano che ha permesso di raggiungere obiettivi di collaborazioni importanti quali Sophose Fortinet, HPE e Dell, Cisco, Microsoft, VMware, Acronis, Veeam, Parallels, Citrix, 3CX, Mitel, Mobotix, Hikvision, nonchè tutti i principali player dei nostri mercati di riferimento. Con questa sinergia, Gruppo Xera e Dataone diventeranno un punto di riferimento nel panorama tecnologico del centro Italia e non solo, contribuendo allo sviluppo di un’industria IT sempre più competitiva e allineata agli standard internazionali”.

– Foto Gruppo Xera-Dataone –

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Cybertech Europe, 7^ edizione al via: cybersecurity priorità strategica

ROMA (ITALPRESS) – La cybersecurity si conferma una priorità strategica negli investimenti digitali: è quanto emerge da Cybertech Europe 2024, l’evento annuale di riferimento a livello europeo nel campo della sicurezza informatica giunto alla settima edizione e organizzato da Cybertech Global, in partnership con Leonardo. “Abbiamo avuto una forte conferma della crescente importanza della tecnologia digitale, della difesa e della sicurezza”: la cybersecurity “è una priorità per il futuro” e “nei prossimi anni ci aspettiamo di crescere a doppia cifra nel mercato cyber, per diventare un attore chiave europeo focalizzato sulla difesa, lo spazio e le organizzazioni strategiche nazionali e internazionali. Per queste ragioni, Leonardo sta investendo in intelligenza artificiale e cyber tecnologies”, ha detto Roberto Cingolani, Ceo e General Manager di Leonardo. “Negli ultimi anni abbiamo imparato che dovremmo iniziare a pensare in un modo totalmente diverso al concetto tradizionale di difesa e di sicurezza, che non possono continuare a essere frammentate a livello nazionale”: è necessaria “la creazione di uno spazio veramente europeo, con investimenti e sviluppo congiunti”.
Per Cingolani “la sicurezza informatica svolgerà un ruolo chiave”: Leonardo “è in prima linea” e sta costruendo “nuove alleanze e partnership e sta supportando le discussioni sul nuovo programma industriale di difesa europeo”.
Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, “la crescente instabilità geopolitica ha trasformato la cybersecurity da una questione di resilienza a una questione di sicurezza nazionale, che richiede una strategia coordinata”. Mantovano ha poi ricordato nel suo intervento che “l’approccio del governo prevede tre priorità”: innanzitutto bisogna “migliorare la resilienza delle infrastrutture, per cui “abbiamo agito per migliorare la legislazione”. Poi bisogna “accrescere tra gli operatori la consapevolezza dei rischi di cyber attacchi” e inoltre serve “una maggiore autonomia strategica nel settore cyber: sono costanti le interlocuzioni internazionali, soprattutto nella cornice del Piano Mattei”, ma l’autonomia strategica “si accresce anche stimolando lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali da parte delle nostre aziende”.
Per Eleonora Cordaro, Head of Marketing, divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo la cybersecurity ha “un’importanza altissima soprattutto in questo contesto in cui gli attacchi, a livello europeo, crescono del 250%: sono attacchi ibridi che sfruttano le vulnerabilità delle infrastrutture critiche per creare choc sistemici. Leonardo può difendere
sistemi e infrastrutture critiche attraverso piattaforme per monitorare l’infrastruttura e individuare i possibili attacchi, con un approccio “zero trust”, che significa “non fidarsi di nessuno”. Il controllo viene fatto continuamente, su chiunque tenti di accedere all’infrastruttura digitale. Nel momento in cui viene rilevato un attacco”, intervengono le piattaforme “volte ad assicurare la continuità operativa del servizio, proteggendo i dati essenziali”. E’ un sistema “che può essere applicato alle infrastrutture della difesa ma anche a quelle civili”.
Anche gli asset spaziali sono da proteggere, perchè – ha ricordato Andrea Biggio, Head of Solutions Architects, Space & EU Agencies, divisione Cyber & Security Solutions di Leonardo- “sono sempre più interconnessi”, digitalizzati ed esposti “ad attacchi ibridi” e a “minacce asimmetriche, non solo nello spazio cyber ma anche nello spazio fisico: un attacco a un asset spaziale può avere conseguenze fisiche sul territorio, che può mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini”.
Come Leonardo, “siamo prime contractor di un consorzio di 19 aziende che si sono unite a livello europeo per realizzare il Cyber-Security Operations Centre (C-SOC) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA): è estremamente innovativo perchè non copre solamente lo specchio della cybersecurity, ma anche quella della radio frequenza, dove i satelliti sono maggiormente vulnerabili. Il C-SOC che è operativo da maggio di quest’anno è distribuito su diversi siti europei, ha una capacità di ridondanza molto elevata e grande automazione”.
-foto xi2 Italpress-
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isybank app più scaricata nell’App Store, lancia il salvadanaio digitale

MILANO (ITALPRESS) – Punta sul valore del risparmio e sul miglioramento della consapevolezza finanziaria l’ultima novità di isybank, la banca digitale di Intesa Sanpaolo: isySalvadanaio, il servizio gratuito che consente di accantonare piccole o grandi cifre direttamente in app.
Isybank, si legge in una nota, sta continuando la sua crescita grazie un’offerta sempre più completa, semplice e innovativa, che nasce dall’ascolto delle esigenze e delle richieste dei clienti. Il suo gradimento, in particolare tra i giovani, è confermato dal fatto che nei primi giorni di ottobre, l’app ha raggiunto la vetta della classifica delle app gratuite dell’App Store risultando la più scaricata in Italia sui dispositivi Apple.
Per attivarlo, basta entrare nell’app isybank, creare un obiettivo di risparmio – un progetto, una spesa pianificata o una riserva in caso di imprevisti – e decidere la somma da destinare ad esso attraverso accantonamenti periodici o, ancora più semplice, trasferendo in automatico tutti gli arrotondamenti sulle spese addebitate, come ad esempio bonifici, utenze, bollo auto e gli acquisti fatti con la carta di credito/debito. La scelta è sempre modificabile e le somme accumulate sono disponibili in ogni momento.
Abbinato a uno dei tre piani tariffari disponibili per i clienti isybank, il salvadanaio digitale è una forma di risparmio che si avvale di un’esperienza completamente digitale e intuitiva: è facile da comprendere, semplice da utilizzare e funzionale a realizzare piccoli sogni, o grandi progetti dei clienti. Soprattutto dei giovani, ai quali il Gruppo Intesa Sanpaolo è da sempre vicino con soluzioni e servizi che possono concretamente aiutarli a realizzare aspirazioni e ambizioni personali: dai primi risparmi, all’accesso agli studi con il prestito d’onore perMerito, fino al mutuo under35 che prevede scadenze fino a 40 anni per poter affrontare mensilmente una rata più sostenibile. Per le attività di tutti i giorni, inoltre, a loro è riservato isyPrime under35, il piano più completo dell’offerta isybank, senza nessuna spesa di conto e di bollo.
“Promuovere il valore del risparmio e la consapevolezza finanziaria anche attraverso l’uso di strumenti digitali semplici è una nostra priorità, in particolare verso i giovani, cui isybank dedica attenzione costante – sottolinea Antonio Valitutti, Amministratore Delegato di isybank (nella foto) – isySalvadanaio consente di approcciare il risparmio in maniera facile e immediata: come tutta la nostra offerta, nasce ascoltando le richieste dei nostri clienti, che accompagniamo nel realizzare i propri progetti, dai più piccoli a quelli più importanti, mettendo da parte somme di denaro quasi senza accorgersene, e promuovendo così comportamenti virtuosi per crescere nel tempo insieme a noi”.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Intelligenza Artificiale, analisi su tutti i rischi a C.r.e.d.i.t 2024

VENEZIA (ITALPRESS) – L’era della IA è più dirompente dell’era industriale del secolo scorso. L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più pervasiva sulla società e sul pianeta perchè cambia il modo di apprendere, incide sulle scelte dei cittadini e sulle decisioni politiche, comporta consumi elevati di energia e materie prime, catalizza importanti risorse economiche e procede coinvolgendo tutto e tutti.
Da 23 anni a Venezia si tiene il convegno internazionale C.r.e.d.i.t. specializzato nell’analisi e gestione dei rischi, e in questa edizione mette al centro l’Intelligenza Artificiale con il tema “The Frontiers of New Risks: AI, Digital and Sustainability Transitions”. Quest’anno vede anche la partecipazione del progetto Grins con lo Spoke 4 per analizzare i legami tra IA e twin transition: digitale e sostenibile. Un’occasione unica di confronto per discutere i progressi della ricerca e le politiche rilevanti e parlare di futuro. Focus con due panel dove accademia, policy makers e industria affrontano le sfide e le opportunità delle trasformazioni in corso.
Nella culla dell’economia e del commercio, dove non a caso è nata la prima business school italiana, la prima banca pubblica, nonchè sede dell’Università Cà Foscari che da sempre dà il patrocinio al convegno C.r.e.d.i.t., si discute delle opportunità che l’intelligenza artificiale è in grado di offrire ma soprattutto si affrontano i rischi che la stessa pone e che potrebbe anche essere in grado di ridurre se utilizzata con dati e sistemi di qualità.
“L’intelligenza artificiale si nutre di informazioni, di dati e questi occorre capirli, valutarli, analizzarli perchè siano di qualità – dice la professoressa Monica Billio, ordinaria di Econometria dell’Università Cà Foscari -. Si tratta di un lavoro fondamentale per indirizzare al meglio le scelte e poter affrontare le sfide che si succedono a ritmi sempre più incalzanti. L’IA è strategica ma pone anche tanti rischi che vanno analizzati: da quelli energetici all’impatto ambientale, senza trascurare gli aspetti sociali legati all’occupazione e al sistema pensionistico, a quelli geopolitici perchè non va sottovalutata la globalizzazione dei dati e delle informazioni e l’utilizzo di questi in certe aree geografiche a discapito di altre. Non a caso proprio recentemente stiamo assistendo a un profondo divario tra le tante notizie sui big player occidentali della IA e il molto poco di cui sappiamo di quelli a oriente. E anche questo è un rischio da prendere molto in considerazione. Oggi qualità, gestione e sicurezza dei dati sono valori che devono necessariamente essere presi in considerazionè.
Non c’è quindi solo l’iper consumo di energia e materie prime, per la quantità di dati che i processori analizzano, ma anche rischi per la tenuta sociale e la stessa “Sicurezza Nazionale” come dimostra la recente proposta di legge annunciata dall’amministrazione Biden, formalizzata come una “notice of proposed rulemaking (NPRM)” che punta a estromettere gradualmente le tecnologie cinesi e russe dall’industria automobilistica americana.
Il progetto Grins, finanziato dal PNRR, affronta proprio i rischi legati alla sicurezza dei dati con la piattaforma Amelia, basata su server Cineca, che può offrire al Paese Italia un ombrello protettivo strategico, come sottolinea il professore Silvio Vismara, ordinario di Finanza Aziendale dell’Università di Bergamo: “In questi anni la globalizzazione industriale ci ha insegnato molto e quanto abbiamo appreso va utilizzato per l’intelligenza artificiale. Non possiamo sottovalutare la delocalizzazione dei dati. La gestione delle informazioni, dei dati di qualità è assolutamente strategica. Tutti i Paesi stanno investendo su proprie realtà. Il PNRR ci offre una grandissima opportunità con la piattaforma digitale Amelia e l’impegno dei suoi mille ricercatori in breve tempo a supportare il Paese per scelte migliori. Oggi – aggiunge – ci vogliono sistemi affidabili, sicuri e veloci che possano analizzare e fornire informazioni per agire bene e in fretta. Anche in virtù delle sfide sempre più complesse e i cambiamenti repentini che ci troviamo ad affrontare come le pandemie, i cambiamenti climatici, le conseguenze delle guerre…’.
Il professore Roberto Rigobon del Massachusetts Institute of Technology ha analizzato gli impatti sul mercato del lavoro e la società. Negli Stati Uniti la forza lavoro occupa 170 milioni di individui: di questi 4-5 milioni sono a grave rischio ma al contempo l’IA renderà più produttivi il lavoro con ricadute su 70 milioni di lavoratori. ‘Bisogna comprendere che le capacità umane sono complementari all’IA (ora e nel futuro) e non sono quindi paragonabili – riporta il professor Rigobon – e nemmeno correlate alla scienza. Vi è la necessità di tenere conto di come la rete di sicurezza sociale, e in particolare istruzione e pensione, vadano riprogettatè. Un’altra sfida da affrontare e da vincere.
Intesa Sanpaolo, la prima banca del Paese, ha intrapreso un percorso di investimenti, innovazione, ricerca e responsabilità nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Luigi Ruggerone, Responsabile Frontier Research Technologies & Business Development di Intesa Sanpaolo Innovation Center, spiega: “Per il nostro Gruppo l’IA apporta benefici, ma anche punti di attenzione, per i quali ci siamo dotati di strumenti in grado di garantire l’utilizzo corretto dei dati, rendere equi i modelli utilizzati e governare la gestione dei rischi. E’ necessario continuare a lavorare e a sviluppare progetti di ricerca pura e applicata che utilizzino tecniche rigorose per la protezione della privacy, in grado di ‘istruire le macchinè per renderle sempre più efficaci mantenendo sempre al centro l’uomo, partendo dalla formazione e dall’aggiornamento delle persone, che grazie all’IA possono intraprendere nuovi percorsi a più alto valore aggiunto”.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia in un recente report afferma che il consumo energetico dei data center richiede oltre 400 terawattore e potrebbe superare i 1000. E ciò avrà risvolti anche sulle emissioni di anidride carbonica e non a caso Google ha recentemente smesso di considerarsi neutrale in termini di emissioni CO2. Le tecnologie per ridurne l’impatto sono ancora poche mentre esponenziali saranno gli utilizzatori, oggi 1 miliardo, ma dal dibattito a C.r.e.d.i.t. c’è chi stima che entro 5 anni raggiungeranno i 3 miliardi, non solo per il mondo occidentale ma anche per India e Cina. Soprattutto sarà la mole delle richieste che decuplicherà!
“Una ricerca su Google richiede la stessa energia di una lampadina accesa per 5 minuti – spiega il professore Stefano Bonetti, ordinario dell’Università di Venezia – ma una singola query su ChatGPT chiede 3-6 Wh, quindi un’ora di accensione della lampadina. Sono numeri importanti che devono far riflettere soprattutto considerando che la mole di richieste aumenterà in modo esponenziale come il numero di utenti e anche la stessa intelligenza artificiale dovrà dipanare questioni sempre più complesse. Si pensi solo alle attività che le vengono già oggi demandate sui vari sistemi di servizio alle impresè.
L’uso di risorse non riguarda solo l’energia, ma anche l’acqua che serve a raffreddare i sistemi: poche query chiedono da sole mezzo litro d’acqua ed è facile intuire l’entità dei consumi sapendo che un essere umano ha bisogno di bere due litri d’acqua al giorno.
Oltre al rischio energetico e per l’uso delle risorse c’è anche quello legato alla gestione della raccolta informazioni e del loro uso che può sfociare in rischio per la “Sicurezza Nazionale” attraverso un mezzo che ha assicurato per decenni la mobilità e la libertà degli individui: l’automobile. “L’oggetto automobile nell’ultimo decennio si è profondamente trasformato nella parte più intima che da chiusa è diventato aperta – afferma Marco Marelli, esperto del settore automotive e Co-Founder Prospiciunt – grazie all’appoggio del cloud che permette interventi sul software a distanza in real time e l’acquisizione di dati. Oggi l’automobile è uno dei fornitori di dati in assoluto più importanti e ancora pochi lo considerano come tale e si stima che possa arrivare a breve a comunicare più di 4 terabytes al giorno per singolo veicolo. Oltre al consumo di energia e acqua c’è il tema della sicurezza di queste informazioni. I data server delle case automobilistiche raccolgono i dati da sensori, radar, telecamere e microfoni (e i Paesi che hanno costruttori importanti possono avere enormi vantaggi) ma quanta certezza c’è che sui singoli componenti l’auto non possa cedere informazioni anche ad altri ed essere davvero una Mata Hari moderna? Ci sono circa 6 mila funzioni elettriche ed elettroniche in un’auto gestite da 80 centraline cablate tra loro e proprio su questi numeri si cela parte del problema, perchè basta solo che uno di questi componenti possa fare da spia e cedere informazioni. Fino a pochi anni fa i sistemi di navigazione erano indipendenti e c’era solo un segnale GPS di localizzazione sulle mappe. Oggi tutto è inviato ai server e il dialogo tra veicolo e centrale è continuo per fornire servizi real time come l’andamento del traffico ma anche inviare consigli sulla guidà. ‘Il risvolto positivo – sottolinea – è una migliore efficienza ma occorre porre attenzione anche a quelli negativi, permettendo potenzialmente anche azioni estreme e pericolose come lo spegnimento del veicolo e il blocco della mobilità di centinaia di migliaia di automobili con l’invio di un semplicissimo impulso. Per questo c’è forte preoccupazione in molte amministrazioni, come ad esempio quella USA che richiede componenti per l’IA protetti. Cosa non facile perchè in alcuni settori, data la complessità del prodotto, ci vogliono anni per cambiare sistemi e impostazionì.
C.r.e.d.i.t. riunisce regolarmente da oltre due decenni accademici e professionisti che lavorano in vari ambiti del rischio finanziario e socioeconomico, e offre importanti spunti di riflessione grazie alla circolarità del sapere tra ricercatori, professionisti e decisori politici. L’IA ha il potenziale per rimodellare non solo la finanza e l’industria, ma anche l’intera società. E’ quindi necessario comprenderne opportunità e sfide per gestire correttamente tutti i rischi rilevanti.
Tra i relatori, il professor Marcin Kacperczyk (Imperial College London) analizza la relazione tra l’innovazione tecnologica green e la riduzione di emissioni climalteranti, evidenziando come l’innovazione verde spesso preveda maggiori emissioni indirette nei settori correlati e quindi di fatto non contribuendo alla riduzione delle emissioni. Trade off che chiede migliore valutazione dell’impatto delle nuove tecnologie anche quando green.
Marie Briere (Amundi Investment Institute, Parigi) approfondisce come l’IA sia di supporto nella valutazione dell’impatto ESG delle aziende, non tralasciando le potenziali sfide in termini di trasparenza, rischi di manipolazione e costi associati ai nuovi dati e strumenti.
Helmut Kraemer-Eis (Chief Economist, Head of Impact Assessment, Fondo Europeo degli Investimenti) affronta i rischi dell’IA per il sistema finanziario con particolare attenzione agli impatti sulle imprese, parlando di problemi legati alla qualità dei dati, alla maggiore complessità che può portare a possibili usi impropri (se non addirittura a errori, eccessivo affidamento e aumento della dipendenza da terze parti, maggiori rischi operativi), a una ridotta capacità di gestione del rischio se le previsioni non sono basate su informazioni affidabili e anche alla scorretta discriminazione della clientela.
Il convegno internazionale C.r.e.d.i.t. vede il supporto di CRIF, European Datawarehouse, Intesa Sanpaolo, Modefinance e del Fondo Europeo degli Investimenti, oltre al patrocinio del Dipartimento di Economia di Cà Foscari, ABI, AIAF – Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria e AIFIRM – Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers. E’ inoltre finanziato dal progetto PNRR Grins – Growing Resilient, Inclusive and Sustainable e dal progetto europeo ESG Uptake – ESG risk management framework for the financial sector.

– foto ufficio stampa C.r.e.d.i.t –
(ITALPRESS).