Hi-Tech & Innovazione

Regolamentare l’intelligenza artificiale è realmente possibile? Una riflessione è necessaria

Regolamentare l’intelligenza artificiale è possibile? una domanda che può apparire come una provocazione. Ma aprire una riflessione è quantomeno necessario.

Se appena quarant’anni fa se qualcuno ci avesse descritto il processo esponenziale con cui la tecnologia avrebbe cambiato le nostre abitudini quotidiane probabilmente in pochi ci
avrebbero creduto. In pochi avrebbero immaginato come sarebbero radicalmente cambiate le relazioni umane, come con un solo dispositivo saremmo riusciti a svolgere la maggior parte delle funzioni sociali. E questa realtà continua a cambiare sotto i nostri occhi a una velocità crescente.

Quando si parla della necessità di regolamentare l’intelligenza artificiale, dovremmo prima fermarci a riflettere di quale intelligenza artificiale vogliamo parlare. Di quell’embrione casalingo di intelligenza artificiale che risponde ancora a fatica alle nostre banali domande o che ci consente di giocare a modificare le nostre foto come se fossimo tutti perfetti fotoreporter? Di quella che ci consente di comunicare con un arabo o un giapponese in tempo reale, o che ci permette di processare enormi basi di dati, o dell’intelligenza artificiale dei mesi e degli anni a venire?

Mentre in questi mesi a Bruxelles si è parlato della prima legge sull’AI, questa intanto ha continuato a evolvere. E continuerà a farlo frattanto che entrerà in vigore il primo AI Act.

La politica, le istituzioni hanno fatto fin qui quanto di loro competenza, ma dobbiamo prendere atto che ci troviamo di fronte a un fenomeno senza precedenti e non facilmente controllabile. Un fenomeno che potrebbe in tempi relativamente brevi non essere
esclusivamente umano.

Negli anni quaranta del secolo scorso, lo scrittore visionario Isaac Asimov fu il primo a intravedere le minacce delle intelligenze artificiali. In uno dei suoi libri, che restano nella
storia dei classici di quella che allora era fantascienza, è stato il primo a parlare dell’esigenza di regole per robot dotati di autonomia. Nelle sue tre leggi della robotica, Asimov non descrive norme per gli umani e per chi crea i robot ma le scrive per macchine dotate di intelligenza superiore. Non è un pazzo: nei suoi libri esiste già una nuova razza superiore, quella degli umanoidi positronici.

Indipendentemente dal fatto che possano essere dotate o meno di sembianze antropomorfe, che in futuro possa imporsi una nuova categoria di “intelligenze” autonome diverse da quella umana è ormai più che una semplice ipotesi. Che questo possa portare una macchina o più macchine superintelligenti a governare il mondo ancora non è ancora dato saperlo.

Quello che sappiamo è però che già oggi esistono macchine capaci di eseguire alcuni compiti in modo autonomo e capaci di apprendere senza l’intervento umano. Questi sistemi possono diventare ancora più autonomi. Basterà una legge umana a controllarne o fermarne l’evoluzione? Il dubbio è legittimo…
Angelo Brocato / Italpress

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Fonte foto: IPA

Cybersicurezza, Mantovano “Decidere quando investire le risorse”

ROMA (ITALPRESS) – Quanto alle risorse sulla cybersicurezza “l’investimento fatto anche nella passata legislatura è un investimento importante. Non bisogna decidere se averle o meno: bisogna decidere quando investirle, nel senso che è necessario convincersi che attendere significa spendere di più dopo”.
Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, durante un’audizione in Commissione Difesa alla Camera, in merito all’indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica. “L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, a pieno regime, avrà un organico di circa 800 unità – oggi sono circa 200 – e riscontriamo difficoltà non nel reperire personale amministrativo, ma nel reperire personale tecnico”, ha aggiunto.
“Stiamo intensificando i contatti con gli atenei perchè queste professionalità non si improvvisano, bisogna ripensare anche una parte della formazione per poter avere un maggior numero di figure altamente specializzate”, ha concluso Mantovano.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Al via la piattaforma di e-procurement MEF/Consip

ROMA (ITALPRESS) – Dal 1° gennaio 2024, con l’entrata in vigore della “digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti”, ha preso avvio l’ecosistema nazionale degli appalti pubblici – tra gli obiettivi più rilevanti del PNRR (milestone M1C1-75) – che consente l’interoperabilità tra piattaforme certificate e banche dati, lo scambio e il riuso di informazioni, l’accessibilità digitale a dati e documenti.
Un passaggio epocale di modernizzazione dell’Italia e di crescita a livello europeo, che consentirà alla Pubblica Amministrazione di fare acquisti in modo più efficace e trasparente, offrendo servizi migliori a cittadini e imprese, con benefici per tutto il Paese.
Ma cosa significa in concreto digitalizzare gli appalti pubblici? Vuol dire superare definitivamente non solo l’era della carta negli appalti, ma andare oltre l’idea stessa della gara pubblica come predisposizione di documenti, passaggi burocratici, notifiche. Ora amministrazioni e imprese entrano in una dimensione digitale e immateriale di tutte le fasi del processo di acquisto. Non ci saranno più documenti ma interoperabilità di dati tra piattaforme “certificate”.
Per raggiungere questo traguardo, Consip S.p.A., che gestisce – per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze – la piattaforma nazionale di e-procurement www.acquistinretepa.it, ha operato in piena sinergia con Anac, AgID e PagoPA – con il coordinamento della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento della Trasformazione Digitale e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’adeguamento della piattaforma MEF/Consip, avviato con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti, ha raggiunto un importante traguardo con la certificazione AgID nel dicembre 2023 e proseguirà, accompagnando amministrazioni e imprese nella digitalizzazione per tutto il 2024.
Caterina Marcantonio, Responsabile della Divisione Promozione sistema di e-procurement di Consip S.p.A., in prima linea nella gestione del progetto, ne racconta la complessità e gli interventi messi in atto.
“Consip – inizia Caterina Marcantonio – ha affrontato con unità e coesione questa straordinaria sfida, che siamo fieri di aver gestito con successo. Attraverso una war-room, fortemente voluta dal nostro Amministratore Delegato Marco Mizzau, aperta giorno e notte e che ha visto anche la sua continua presenza, abbiamo trasformato idee in soluzioni, riuscendo a garantire la continuità operativa per tutti i nostri clienti”.
“Un lavoro di squadra – ‘tutti in campò per traguardare l’obiettivo del PNRR – anticipato di due anni – e dotare il Paese delle infrastrutture per la completa digitalizzazione degli appalti”.
“Un’opportunità storica, un progetto temerario e ottimista nei tempi di realizzazione, nel quale il digitale ha un ruolo fondamentale, è che mette a terra una strategia di sistema che si fonda sulle riforme pianificate dall’Unione Europea per la ripresa nazionale dopo la pandemia. E’ cambiata la visione del procurement pubblico, con una idea ben definita per il futuro del Paese, ambiziosa e con obiettivi di lungo periodo: sostenere la Pubblica Amministrazione nelle attività di scelta consapevole e inclusive degli acquisti e consentire alle PMI di essere sempre più digitali e competitive. Dal 6 gennaio, giorno di avvio operativo – prosegue Caterina Marcantonio – è stata raggiunta una media giornaliera di circa 3.000 richieste di Cig ad Anac tramite la nostra piattaforma. Richieste che vengono restituite agli utenti entro tempi stabiliti e garantiti direttamente da Anac. Il notevole aumento delle procedure secondo le nuove regole è evidente, come dimostrano gli oltre 37.000 Cig gestiti fino ad oggi. Non sono pochi. Ad esempio, sul Mercato Elettronico della PA (MEPA), gli affidamenti diretti sotto i 5.000 euro sono stati 21.000, superando i 15.000 dell’intero gennaio 2023. Nonostante il contesto nuovo e complesso in fase di avvio, la piattaforma e-procurement si adatta pienamente alle esigenze di cambiamento del sistema nazionale degli acquisti pubblici”.
“Anche l’accesso alla piattaforma tramite i sistemi di identità digitale – continua Caterina Marcantonio – come già da anni avviene in altri ambiti – dal pagamento delle rette scolastiche alle richieste di certificati anagrafici – garantisce una operatività sicura e affidabile anche nel procurement, secondo gli indirizzi del Codice dell’Amministrazione Digitale”.
La piattaforma MEF/Consip – attraverso la quale sono stati gestiti nel 2023 acquisti per circa 27 miliardi di euro, pari all’1,7% del PIL italiano, con oltre 500mila contratti stipulati tra 140mila imprese (oltre il 97% PMI) e 13.500 amministrazioni abilitate – si conferma, dunque, un punto di riferimento nel sistema di e-procurement nazionale e continuerà a garantire, con il progetto di digitalizzazione, una gestione sempre più efficace degli acquisti pubblici.
“Dopo la sfida del PNRR e aver raggiunto questo risultato epocale di rivoluzione del sistema nazionale degli appalti pubblici – conclude Caterina Marcantonio – non dobbiamo fermarci a osservare le previsioni di crescita, ma dobbiamo implementare i cambiamenti necessari al nostro sistema che rappresenta la cerniera di collegamento tra amministrazioni pubbliche e tessuto imprenditoriale, protesi verso un miglioramento continuo. Le evoluzioni di medio e lungo saranno ancora tante: l’adozione di soluzioni e paradigmi Cloud, una nuova customer journey che pone il “cliente al centro”, l’implementazione di soluzioni di Generative AI, che renderanno la nostra piattaforma la soluzione di riferimento per la Pubblica Amministrazione”.

– Foto ufficio stampa Consip –

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Cardiochirurgia, Musumeci (Ismett) “La realtà aumentata è il futuro”

PALERMO (ITALPRESS) – Dopo aver girato il mondo ed essersi affermato come uno dei cardiochirurghi più importanti, il palermitano Francesco Musumeci è tornato nella sua città natale, per aiutare l’Ismett – di cui da settembre è il nuovo Senior Consultant in Cardiac Surgery – a proseguire il suo processo di crescita. “Voglio provare a dare un contributo alla realtà siciliana, mettendo a disposizione 40 anni di esperienza maturata – ha raccontato Musumeci in un’intervista all’Italpress -. L’Ismett è una realtà medica che si focalizza su trapianti e cuore ed è certamente uno dei principali centri in Italia, lo si è visto anche di recente con i dati pubblicati, dove l’Ismett per la cardiochirurgia si colloca tra i primi, certamente il primo centro in Sicilia e tra i primi centri in Italia, una realtà di grande qualità. Da una parte una componente affettiva sicuramente forse determinante, dall’altro un contesto che mi ha consentito, mi avrebbe consentito di poter continuare ad andare avanti in questa mia crescita professionale. Bisogna sempre avere obiettivi a cui guardare per mantenersi vivace e comunque dare un contributo per quello che si riesce a dare”.
Il ruolo di Musumeci ha una duplice veste: quella chirurgica e quella dell’innovazione, della formazione e dell’organizzazione di una rete integrata con i reparti di cardiologia (nota come Heart Team intraospedaliera). Una novità è quella della realtà aumentata. Anche in questo campo l’Ismett, con Musumeci e la sua equipe, si è dimostrato all’avanguardia, avendo effettuato per la prima volta in Italia un intervento mini-invasivo con l’ausilio dell’AR: la chiusura dell’auricola sinistra, una piccola estroflessione dell’atrio di sinistra. Questo tipo di procedura è indicata nei pazienti con fibrillazione atriale cronica che hanno controindicazione all’utilizzo della terapia anticoagulante, con l’obiettivo di evitare l’ictus dovuto a trombi che possono formarsi all’interno dell’auricola. Di solito la procedura viene effettuata mediante tecnica percutanea con l’inserimento, attraverso una vena della gamba, di un occlusore che si apre ad ombrellino all’imbocco dell’auricola, occludendola completamente.
“La realtà aumentata – ha sottolineato Musumeci – è un qualcosa che è già presente da diverso tempo in aree diverse, dall’ingegneria all’archeologia, quindi sicuramente non è un’assoluta novità, è novità l’utilizzo della realtà aumentata in campo medico. E’ una novità che si sta sviluppando già da alcuni anni e sicuramente ha un grande futuro davanti. L’idea mi è sorta perchè all’Ismett è presente un laboratorio di ricerca sulla realtà aumentata che è diretto dal professor Pasta, e quindi confrontandomi con lui, è venuta fuori questa iniziativa. Utilizzando queste immagini in realtà aumentata abbiamo ricostruito in immagine olografica il torace del paziente, che è possibile vedere attraverso il visore”.
“Abbiamo utilizzato questa tecnologia per definire con esattezza l’anatomia del cuore, quindi – ha aggiunto – sapere esattamente dove posizionare la clip che ci voleva appunto per chiudere l’auricola sinistra, ma soprattutto per identificare sul torace il punto esatto di ingresso per poter eseguire in modo preciso questo tipo di intervento. L’ologramma del torace della paziente con tutti gli organi all’interno è stato poggiato sul torace della paziente. Questo è l’utilizzo che oggi viene fatto in medicina della realtà aumentata, ma chiaramente questo apre a sviluppi importanti in futuro. Se noi pensiamo all’integrazione tra realtà aumentata, tecnologia robotica, intelligenza artificiale, tecnologia 5G, negli anni a venire vedremo una medicina totalmente stravolta”.
E poi, ha evidenziato, “l’altra cosa importante è che questa realtà aumentata ci consente di poter preparare l’intervento, conoscere l’anatomia, poter simulare l’intervento, quindi andare al tavolo con delle idee già abbastanza chiare, con informazioni chiare, quindi minimizzando rischi e potenziali complicanze, ma soprattutto avrà sempre di più un ruolo importante nella formazione dei giovani”, ha concluso Musumeci.

– foto Italpress –
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Palermo (Fortinet) “Allarme cybersecurity, in Italia poca attenzione”

MILANO (ITALPRESS) – “C’è da notare un’accelerazione degli attacchi informatici evidente. Due dati: il 2022 è stato un anno nero, ma i soli primi sei mesi del 2023 testimoniano che il trend è ancora in peggioramento. L’anno scorso l’Italia è stata tra i paesi più attaccati a livello mondiale, con un +169% degli attacchi a fronte di una media mondiale del 21%, e si tratta di attacchi andati a segno e rilevati, quindi c’è anche una percentuale che ci sfugge. In Italia gli attacchi crescono 4 volte in più, siamo vicini al 40% in Italia contro l’11% a livello mondiale. E in Italia cresce l’importanza degli attacchi andati a segno, il 9.6% del totale”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Massimo Palermo, country manager Italia e Malta di Fortinet, azienda specializzata in soluzioni per la cybersecurity.
“Sicuramente ci sono tante ragioni, in particolare per il nostro tessuto economico-produttivo particolare con una predominanza della pubblica amministrazione e delle piccole e medie imprese – ha analizzato – Un recente rapporto evidenzia come nelle piccole e medie imprese, che valgono il 30% dell’occupazione in Italia e il 40% del pil, nel 70% dei casi non venga fatta formazione sulla cybersecurity, in moltissimi casi non si conosce cosa sia l’attacco di phishing, c’è pochissima protezione perchè pare ci sia poca consapevolezza e poca attenzione”. Secondo il rapporto Clusit 2023 sulla sicurezza in Italia, il numero di attacchi è cresciuto in cinque anni del +86% rispetto al 2018, così come la media mensile, da 124 a 230: “Purtroppo al crimine informatico piace un pò di tutto, parliamo di un qualcosa che non è più legata al super esperto tecnico con la felpa, ma sempre più a organizzazioni criminali che hanno messo su un modello industriale di business, ripetitivo e in grado di lavorare su vasta scala, con ingenti capacità tecniche e finanziarie – ha spiegato Palermo – Anch’io posso, per esempio, comprare dei tool di hacking sul dark web, è una sorta di pesca a strascico”.
E sui crimini informatici legati ai conflitti o alle tornate elettorali: “Con i recenti conflitti in Ucraina o Israele, la cyber war è sempre più preparatoria nonchè una modalità di guerra – ha sottolineato – C’è un impatto sulle infrastrutture critiche, non solo elettricità, gas e trasporti, ma anche nei confronti di un sistema elettorale ormai telematico ed elettronico: avremo 75 paesi all elezioni quest’anno, immaginate l’impatto di alterare o disabilitare questo sistema elettorale”. Infine, sull’utilizzo dell’intelligenza generativa nel settore della cybersicurezza: “Come tutte le tecnologie, può essere fatto un uso positivo o negativo – ha spiegato – Può essere d’aiuto, di fronte all’aumentare delle minacce in volume, aggressività e sofisticazione, è ovvio che anche la più brillante mente umana e le aziende con più risorse hanno bisogno di aumentare le capacità di elaborare milioni di dati, c’è sicuramente un aiuto che può arrivare nell’individuare anomalie e minacce prima che si manifestino. Può essere un aiuto per chi lavora nei security operation center. C’è una mancanza di personale qualificato in cybersicurezza – ha concluso – E’ evidente come possa essere un complemento alle capacità umane”.

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Intred, Protto “Con i bandi Pnrr pronti a connettere le scuole lombarde”

MILANO (ITALPRESS) – “Le cifre relativamente al settore delle telecomunicazioni all’interno del PNRR sono ingenti, se sommiamo tutti i bandi sono circa 6 miliardi. Lo sforzo che è stato fatto dal governo precedente e portato avanti da quello attuale è sicuramente molto importante, non solo per portare fibra, ovvero connettività e ovvero digitalizzazione, nelle cosiddette aree bianche, ma anche in quelle aree in cui la banda è sufficiente ma non consente ad aziende e famiglie di avere competitività e alta digitalizzazione. L’intento è ottimo e le risorse sono tante, ma la realizzazione è un pochino indietro. Il primo bando del 2016 avrebbe dovuto essere concluso nel 2020, ma siamo un pò indietro e anche col PNRR siamo un pò in ritardo”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Federico Protto, direttore generale di Intred, operatore italiano di telecomunicazioni, operativo per lo più in Lombardia, fornitore di servizi quali connettività e banda larga.
“La rete unica? Oltre a Netco, ovvero Tim, e Open Fiber esistono tanti operatori tra cui proprio Intred, che si concentra principalmente sulla Lombardia, e che dispongono di reti, infrastrutture come cavidotti e fibra ottica, che in un’ottica generale dovranno in qualche modo cooperare, essere federazione di reti, principalmente per due motivi – ha spiegato – Il primo è far accedere le famiglie ai vantaggi della banda ultralarga, il secondo è evitare una sovrapposizione di investimenti, in questo senso la cosiddetta rete unica ha una sua ragione”.
Sugli investimenti dell’azienda: “Oltre 100 milioni investiti negli ultimi 3 anni, principalmente in Lombardia – ha ricordato Protto – Da un lato continueremo a investire in Lombardia e nelle regioni limitrofe, più in generale in Italia esiste una grande opportunità di consolidamento degli operatori di medie dimensioni, perchè ci sono tanti operatori che lavorano molto bene a livello regionale, ma per poi seguire i clienti a livello nazionale o internazionale questi necessitano di una dimensione e una sostenibilità economica finanziaria un pò più solida rispetto all’attuale”, ha sottolineato.
“Riteniamo che noi di Intred, per salute finanziaria, ultimamente direi siamo molto ben posizionati”. “Stiamo completando quelli che sono i cosiddetti ‘bandi scuolè del PNRR, che prevedono il fatto di poter portare la connettività della banda ultralarga a tutte le scuole italiane – ha ricordato – Noi ci occupiamo della Lombardia, per dotare le scuole, che rappresentano il nostro futuro, di una connettività adeguata. Stiamo completando il primo bando, completeremo nei prossimi anni il secondo, sono poco meno di 10.000 scuole in tutto il territorio lombardo”.
Infine, sulla partecipazione di Intred a CEOforLife: “E’ una formidabile piattaforma nell’ambito della migliore managerialità italiana, per mettere in comune esperienze e attività da portare avanti, ma anche per poter sviluppare partnership che nel nostro settore delle telecomunicazioni sono assolutamente fondamentali. Nessuno vince mai da solo – ha concluso – Siamo competitor con alcune società, talvolta con le stesse lavoriamo insieme in altre aree”.

– foto Italpress –
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A Fieragricola 2024 il futuro tra innovazione e sostenibilità

ROMA (ITALPRESS) – E’ stata presentata questa mattina a Roma la 116^ edizione di Fieragricola, rassegna internazionale di agricoltura in programma a Veronafiere dal 31 gennaio al 3 febbraio prossimi, con focus trasversali dedicati a meccanica agricola; zootecnia; colture specializzate come vigneto, frutteto, olivo; energie rinnovabili; chimica verde; servizi; multifunzionalità delle imprese agricole; tecnologie hi-tech per la crescita dell’agricoltura sostenibile. Alla presentazione dell’evento erano presenti il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, il sottosegretario all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Forestazione, Patrizio Giacomo La Pietra, il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il direttore commerciale di Veronafiere, Raul Barbieri, il coordinatore scientifico di Fieragricola, Marino Berton, il senatore Matteo Gelmetti e l’europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco.
“Dal 1898 Fieragricola significa innovazione, progresso, spinta alla ricerca per migliorare la produttività in campo, garantire sicurezza alimentare, assicurare redditività e sviluppo alle filiere agricole e dopo 125 anni lo spirito della manifestazione è rimasto il medesimo – ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo -. Oggi siamo alle prese con nuove sfide, dai cambiamenti climatici al ricambio generazionale: fra il 2010 e il 2020 in Europa siamo passati da 12 milioni a 9 milioni di aziende agricole. Inoltre, il bisogno di cibo sano e sicuro resta un obiettivo da conseguire su scala mondiale e il ruolo dell’Unione europea, attraverso politiche mirate di crescita, deve essere rafforzato. Anche attraverso il ruolo delle fiere, luoghi di proposta, dibattito, offerta espositiva e di scambio innanzitutto culturale e formativo, prima ancora che commerciale”. Uno scambio culturale e un’apertura al dialogo e all’accoglienza che “sono connaturate a Veronafiere e alla città di Verona”, ha sostenuto il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, “e sono convinto che la prossima edizione di Fieragricola metterà in campo come ogni volta le best practice, la sicurezza, la ricerca scientifica, sfide che come amministratori ci rendono responsabili delle ricadute sul territorio”.
I numeri della 116^ Fieragricola li ha comunicati il direttore commerciale di Veronafiere, Raul Barbieri: “Undici padiglioni occupati e un’area esterna destinata alle prove dinamiche dei mezzi agricoli, 820 espositori provenienti dall’Italia e da 20 Paesi esteri (Austria, Repubblica Ceca, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Libano, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria), delegazioni e buyer internazionali provenienti da 28 Paesi accreditati (Albania, Algeria, Armenia, Azerbaijan, Cile, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Egitto, Etiopia, Georgia, Ghana, Guatemala, Kazakhstan, Kenya, Macedonia del Nord, Mozambico, Pakistan, Polonia, Repubblica Ceca, Senegal, Serbia, Slovacchia, Spagna, Tunisia, Turchia, Ungheria e Uzbekistan) per incontri B2B specifici per ogni segmento della manifestazione, una superficie espositiva di 52mila metri quadrati occupati”.
Fieragricola 2024 ospiterà, inoltre, gli stand del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste (padiglione 8, stand I2) e di Casa Veneto di Regione Veneto (padiglione 4, stand D4), una porta aperta nel dialogo fra imprese agricole, espositori e istituzioni. “Il governo ha messo l’agricoltura al centro dell’agenda politica con l’obiettivo di migliorare il dialogo all’interno delle filiere, creare maggiore valore aggiunto e distribuirlo con maggiore equità – ha dichiarato il sottosegretario al Masaf, Patrizio Giacomo La Pietra -. Abbiamo innalzato a 6 miliardi di euro nel fondo del Pnrr le risorse per i contratti di filiera e pochi mesi fa abbiamo approvato con il passaggio in Parlamento della sperimentazione delle Tea in campo. Serve una visione e stiamo cercando di creare un piano strategico nazionale agricolo”.
Di grande richiamo la parte convegnistica, con oltre 140 convegni nei quattro giorni di manifestazione (sul sito www.fieragricola.it tutti gli appuntamenti) e un filo conduttore per la 116^ edizione della rassegna internazionale di Veronafiere: l’agricoltura nel clima che cambia. “Quella del cambiamento climatico è una delle più impegnative sfide che l’uomo si trova a fronteggiare e il mondo della produzione agricola è il più esposto – ha specificato Marino Berton, coordinatore scientifico di Fieragricola -. Dobbiamo utilizzare al meglio le innovazioni sia tecnologiche che di governance per aumentare la resilienza degli agroecosistemi ai cambiamenti. Dovremo accelerare il processo di digitalizzazione dell’agricoltura e utilizzare le nuove opportunità che la genetica responsabile ed equilibrata è in grado oggi di fornire per piante più resistenti alle alte temperature e agli stress idrici, insieme ad un approccio agronomico che ci permetta di utilizzare con più efficienza e sostenibilità le risorse naturali come l’acqua e il suolo, il sole”. I convegni e il workshop organizzati da Fieragricola sul tema del climate change, in particolare, si rivolgono agli operatori agricoli e puntano a “indicare strategie, tecniche, pratiche per attivare processi di adattamento al clima che cambia, per continuare a produrre con qualità, in modo sostenibile e competitivo”, ha chiarito Berton.
La zootecnia, con tre padiglioni, si conferma regina della manifestazione, fra spinte tecnologiche – come la robotica – e valorizzazione dei reflui nella duplice direzione della fertilizzazione organica e della produzione energetica di biogas e biometano, in ottica di circolarità dell’agricoltura.
Confermati i grandi concorsi zootecnici, nel ring allestito nel padiglione 10. Fieragricola ospiterà la 22^ edizione dello European Open Holstein, Red Holstein & Jersey Show, con le migliori bovine da latte di razza Holstein, Red Holstein e Jersey; la 54ª edizione della Mostra nazionale della razza Bruna italiana e il concorso del ceppo OB- Original Brown. Riflettori accessi anche sulla didattica, grazie alla collaborazione fra Aia (Associazione italiana allevatori) e Anafibj (Associazione nazionale allevatori razza frisona italiana, bruna e jersey) e gli istituti tecnici agrari italiani.
Focus su innovazione e digitale al padiglione 11 con il “Fieragricola Tech”, dedicato all’agricoltura digitale, ai sistemi per l’irrigazione smart, alle energie rinnovabili, agli strumenti di biosolutions per la protezione del suolo in ottica rigenerativa.
Fieragricola, inoltre, sarà l’occasione per la consegna di prestigiosi premi, assegnati da alcune delle case editrici che da decenni raccontano la storia, l’evoluzione e le prospettive dell’agricoltura. A Verona saranno infatti consegnati il “Premio Innovazione” dell’Informatore Agrario per le categorie meccanica agricola, prodotti fitosanitari e fertilizzanti, zootecnia, energie rinnovabili, start up e nuove tecnologie; i premi “Allevatore dell’anno 2023” nelle categorie bovine da latte, bovini da carne, suini; “Il contoterzista dell’anno 2023” per le categorie giovani, diversificazione, innovazione, precision farming, donne.
-foto ufficio stampa Veronafiere –
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Lioy “La sostenibilità è nel Dna di Whirlpool”

MILANO (ITALPRESS) – “Whirlpool è una multinazionale americana, con sede in Europa, in particolare in Italia. Sul fronte della sostenibilità stiamo facendo molto sia in termini generali che molto specifici. Da 50 anni nella nostra azienda c’è un ufficio per la sostenibilità: quando ancora non se ne parlava affatto, già per l’azienda era nel suo dna”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Paolo Lioy, amministratore delegato Whirlpool Italia e Iberia: “C’è una grande attenzione da parte nostra anche nello sviluppo degli elettrodomestici, che passa attraverso due fasi – ha spiegato – Da una parte su come vengono prodotti, cioè non avere rifiuti da mandare in discarica, dall’altra, fatto piuttosto comune a tutti noi consumatori, la possibilità di consumare meno elettricità o acqua nelle case, e anche conservare più a lungo i propri prodotti come i frigoriferi. Nell’usufruire quotidianamente degli elettrodomestici c’è una grandissima attenzione all’efficienza, negli ultimi anni in particolare”, ha aggiunto Lioy.
“La nostra ricerca sui prodotti è fatta a 360 gradi, sia nel modo in cui vengono prodotti, il più sostenibile possibile, ma anche per rendere quanto più possibile efficienti le risorse una volta entrate nelle nostre case”, ha sottolineato.
Per quanto riguarda la sostenibilità, uno dei principali focus di Whirlpool è quello legato ai prodotti ricondizionati: “Uno dei nostri programmi di sostenibilità riguarda il ricondizionamento dei prodotti – ha sottolineato l’ad dell’azienda statunitense – Questi ritornano da noi per qualche ragione, anche solo estetica come un vetro rotto o una botta presa, altrimenti non riusciremmo ad avere il controllo di quello che succede. Li riprendiamo negli stabilimenti, li rimettiamo a posto, li ricondizioniamo e li rivendiamo con garanzia a due anni e un test fatto dai nostri tecnici, in modo che siano garantiti al 100% – ha precisato focalizzandosi sulla base logistica italiana nel casertano – Questo avviene in particolare a Caserta, a Carinaro, dove abbiamo le parti di ricambio per tutta Europa. Proprio perchè vengono fatti dai nostri tecnici Whirlpool, i prodotti vengono garantiti per ulteriori due anni”.
“E’ fondamentale fare sistema sul fronte della sostenibilità. Il nostro settore è molto attento al consumo energetico, ci sono le classi energetiche e c’è una grandissima attenzione verso la produzione di elettrodomestici sempre più efficienti – ha ribadito Lioy – Vogliamo migliorare le nostre case e il pianeta sostanzialmente è la nostra casa”. E sull’imminente Salone del mobile e le cucine del futuro: “Il nostro obiettivo è migliorare la vita dei consumatori nell’ambito del lavaggio e della cucina. Cercheremo di migliorare ulteriormente la vita dei consumatori con novità dal punto di vista della funzionalità e delle dimensioni degli elettrodomestici, ma anche sulla sostenibilità – ha anticipato – Faremo attenzione anche a tutto quello che riguarda l’assistenza post vendita, proprio in termini di sostenibilità per aiutare a utilizzare al meglio l’elettrodomestico e se serve a ripararlo nella maniera più sicura possibile”.
Infine, sull’utilizzo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale: “Molti si ricorderanno di Whirlpool per il Sesto Senso. Da anni aiuta a ottimizzare le risorse, in base a quello che serve in quel momento alla macchina utilizza acqua ed energia giuste per quel carico risparmiando – ha concluso – E da tempo lavoriamo ad algoritmi in grado di ottimizzare ogni ciclo”.

– foto Italpress –
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