Hi-Tech & Innovazione

Salerno, il complesso di San Michele a tutta velocità con Open Fiber

SALERNO (ITALPRESS) – Grazie a un investimento complessivo di circa 15 milioni di euro sia con fondi privati sia nell’ambito del Piano BUL, Open Fiber ha già connesso 60mila unità immobiliari a Salerno, che risulta tra le città più cablate d’Italia. Tra gli edifici collegati alla rete in fibra ottica di Open Fiber c’è anche lo storico complesso conventuale di San Michele, gestito dalla Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana (Fondazione Carisal). Grazie a un attento progetto di ristrutturazione e di riqualificazione urbana, oggi l’antico edificio ospita spazi di co-working e promuove diverse iniziative socio-culturali. Nel corso dei lavori di restauro sono state rinvenute antiche mura e venuti alla luce diversi reperti archeologici, pienamente fruibili dai visitatori.
Il complesso San Michele è uno spazio polifunzionale aperto alla città che offre anche soluzioni organizzative per associazioni no-profit, professionisti e aziende. Grazie all’infrastruttura di rete con tecnologia FTTH di Open Fiber che ne valorizza le prestazioni tecnologiche offerte alle diverse tipologie di utenti, oltre mille metri quadrati dell’edificio sono destinati ad ambienti di lavoro condivisi: alcune aziende come la multinazionale NTT DATA hanno scelto gli spazi del complesso serviti dalla fibra ottica per la propria sede di Salerno.
“NTT DATA investe da sempre e continuerà a farlo nello sviluppo del Meridione d’Italia, una macroregione ricca d’opportunità e un bacino straordinario di giovani talenti da valorizzare – afferma Luca Isetta, Chief Operating Officer di NTT DATA Italia -. La sede di Salerno si incastra perfettamente in questa nostra strategia che si è consolidata nel tempo e che vede investimenti strutturali e sostenibili nella formazione per creare un’occupazione in loco che sia duratura e competitiva, anche per contrastare la fuga all’estero di competenze strategiche per il nostro Paese”. “Come NTT DATA – prosegue Isetta – possiamo far viaggiare l’innovazione ovunque in Italia, grazie alle fondamenta poste da Open Fiber, che ci permette di offrire ai nostri clienti soluzioni sostenibili, innovative e che mantengano il nostro Paese competitivo sullo scenario internazionale, valorizzando le eccellenze del nostro ricco tessuto imprenditoriale locale”.
Il Sud Italia riveste un ruolo rilevante nel piano di Open Fiber. In pochi anni è stato investito oltre 1 miliardo di euro nelle cinque regioni meridionali: Puglia, Campania, Sicilia, Calabria, Basilicata. Nelle grandi città e nei borghi più remoti, l’azienda ha già messo a disposizione la nuova infrastruttura ultrabroadband per oltre 4 milioni di unità immobiliari. Un’opera che impegna quotidianamente una forza lavoro di circa mille persone tra tecnici specializzati, operai, progettisti e altre figure professionali. Vincenzo Gallo, regional manager Campania e Basilicata di Open Fiber, chiarisce quali sono i piani di azione aziendali: “L’obiettivo di Open Fiber è realizzare una rete di telecomunicazioni ad altissima velocità e capacità che permetta al Paese di recuperare il divario digitale. Per questo sono stati messi in campo tre progetti che vanno ad impattare in tre realtà differenti: il primo a favore dei centri urbani più densamente popolati dove è in corso l’investimento di carattere privato, il secondo a investimento pubblico nelle cosiddette aree a fallimento di mercato e il terzo a favore di zone industriali e centri medi e piccoli dove l’investimento è in buona parte coperto dai fondi del Pnrr”.
La sostenibilità è uno degli elementi chiave di Open Fiber, nella sua triplice accezione ambientale, economica e sociale. Una delle caratteristiche più interessanti dell’infrastruttura in fibra ottica è la sua natura di tecnologia a basso impatto ambientale. Il materiale che la compone è, infatti, generalmente sintetizzato a partire dal silicio. Le dimensioni ridotte dei cavi ne permettono la posa attraverso l’utilizzo di tecniche che riducono al minimo i volumi di scavo e le emissioni in atmosfera. Luigi Lambiase, field manager di Open Fiber, sottolinea: “Il nostro intervento sulla città di Salerno ha permesso di portare la fibra ottica in ogni casa, in ogni ufficio pubblico e in ogni azienda. Intervento che abbatte di fatto il divario digitale e permette di poter creare un nuovo indotto economico a Salerno ma in generale in tutto il Mezzogiorno. Il vantaggio di questo investimento – spiega – non è soltanto da un punto di vista economico ma anche ambientale perchè la diffusione di questo tipo di tecnologia permette un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica”.
A differenza delle reti in rame, la tecnologia alla base della fibra ottica garantisce prestazioni ottimali in qualunque condizione poichè emette quantità minime di CO2, oltre ad abilitare una serie di attività da remoto che consentono di ridurre costi e impatto sull’ambiente. Vari studi internazionali riportano riduzioni di consumo d’energia dell’85% rispetto al rame.
La transizione digitale serve ad abilitare la decarbonizzazione, tanto che proprio l’Unione Europea parla esplicitamente di decarbonizzazione digitale: le reti di Tlc come abilitatori per raggiungere gli obiettivi del Green Deal per il clima e l’ambiente. In quest’ottica, Open Fiber ha intrapreso nel 2023 un percorso per approvare ed emettere entro fine anno un Net Zero Plan che fisserà obiettivi di riduzione delle emissioni “basati sulla scienza”, aderendo all’ambiziosa iniziativa Science Based Target per la quale l’azienda guidata dall’Ad Giuseppe Gola sottoscriverà un impegno nelle prossime settimane. Questo è un impegno concreto dell’azienda a contribuire in maniera diretta alla decarbonizzazione, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi che punta a proseguire gli sforzi per limitare l’aumento massimo della temperatura a 1,5°C.

– foto col/Italpress –
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Open Fiber porta la fibra alla Coppa del Mondo di sci

AOSTA (ITALPRESS) – Anche quest’anno Open Fiber si conferma connectivity partner della Coppa del Mondo di Sci alpino che si terrà l’11/12 novembre e il 18/19 novembre 2023 a Cervinia.
Grazie alla collaborazione con Cervino SpA la manifestazione sportiva potrà sfruttare le potenzialità della rete in fibra FTTH (Fiber To The Home- fibra fino a casa), in grado di raggiungere fino a 10 Gigabit al secondo con grande affidabilità e bassissima latenza per tutta la durata dell’evento mondiale.
Il programma prevede due gare maschili e due gare femminili. Durante tutta la durata della manifestazione l’infrastruttura a banda ultra larga realizzata da Open Fiber garantirà il collegamento dedicato in video streaming tra il versante italiano e quello svizzero e la rilevazione sicura dei tempi di gara.
I 10 Gbps simmetrici in download e upload, ovvero 100 volte 100 megabit, sono stati inoltre messi a disposizione presso i punti strategici della manifestazione nel comune di Valtournenche: la sede di Cervino Spa, il Padiglione eventi e la Casa dello Sport media center dell’evento.
“Siamo orgogliosi di essere anche per quest’anno connectivity partner della Coppa del Mondo di sci che si terrà sulla pista transfrontaliera della Gran Becca” – ha dichiarato Andrea Falessi, Direttore Relazioni Esterne di Open Fiber -. “La nostra rete in fibra ottica di ultima generazione garantisce una connessione sicura e performance elevate, requisiti fondamentali nei grandi eventi dove viene scambiata una rilevante quantità di dati, a maggior ragione in manifestazioni come questa dove la velocità è protagonista”.
Federico Maquignaz, presidente Cervino Spa: “Questo evento è unico per il comprensorio e l’intera Valle d’Aosta e come tale richiede una serie di infrastrutture e tecnologie particolari, nonchè affidabilità di servizi. Banda larga e know-how anche ad alta quota ed è per questo motivo che siamo felici di aver instaurato questa collaborazione con Open Fiber, sinonimo di garanzia e capacità di assicurare una connessione in fibra ottica fino a 10 Gigabit al secondo anche a 3.000 metri di quota”.
-foto ufficio stampa Open Fiber –
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Assolombarda, a Monza un laboratorio con robot collaborativi

MONZA (ITALPRESS) – La valorizzazione della formazione tecnico-scientifica, il rafforzamento dell’orientamento dei giovani studenti e l’aggiornamento delle competenze per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro sono priorità per la competitività delle imprese. Si tratta di temi strategici che Assolombarda porta avanti da tempo e che trovano concreta applicazione nella realizzazione di RoboLab, l’unico laboratorio didattico in Italia con robot collaborativi di ultima generazione, attivo nella sede distaccata dell’Associazione, in via Damiano Chiesa 3 a Monza. Robolab è stato oggi protagonista della visita di Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, che, insieme al Presidente di Assolombarda Alessandro Spada, ha potuto constatare la forte valenza orientativa del laboratorio verso gli indirizzi scolastici tecnici e scientifici. RoboLab, infatti, grazie a una proposta incentrata sul “saper fare”, consente ai giovani di sperimentare percorsi laboratoriali che valorizzano le discipline STEM studiate a scuola dando loro una connotazione di concretezza, fascino e applicabilità. “Abbiamo bisogno di rafforzare l’orientamento dei giovani verso le materie tecnico-scientifiche per far fronte al mismatch tra domanda e offerta di lavoro. E’ una vera emergenza: oggi un profilo su due risulta introvabile dalle aziende, soprattutto tecnici e operatori coinvolti nei processi produttivi – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. Avvicinare i giovani a queste materie è uno degli obiettivi di RoboLab, un’eccellenza nazionale. Qui gli studenti possono apprendere sul campo le materie STEM in modo innovativo e orientarsi nelle successive scelte scolastiche con maggiore consapevolezza su queste discipline. La forte valenza orientativa di RoboLab è peraltro pienamente allineata con le linee guida recentemente varate dal Ministro Valditara, che configurano una nuova visione dell’orientamento come attività sistemica, dove tutti gli attori del territorio possano fare la loro parte in una logica collaborativa. Analogamente, la riforma degli istituti tecnici e professionali proposta dal Ministro Valditara va nella giusta direzione: riconosce piena dignità e prestigio a tutta la filiera dell’istruzione tecnica e professionale, valorizza la collaborazione con il sistema produttivo e rafforza la prosecuzione degli studi verso gli ITS dopo il conseguimento del diploma con il modello ‘4 + 2 annì. La priorità, ora, è far passare il messaggio che la formazione in ambito tecnico e professionale è di pari livello rispetto a quella liceale. A tal proposito, stiamo lavorando con Ministero e Regione Lombardia per realizzare a Mind la Città della Tecnica: un hub innovativo in cui avranno sede gli ITS milanesi e nel quale ritrovare l’intera filiera della formazione tecnica e professionale volta a formare giovani con le competenze necessarie per permettere alle imprese di accompagnare le transizioni ecologica e digitale”.
“RoboLab è una realtà estremamente affascinante e risponde pienamente agli indirizzi del Ministero per quanto riguarda le riforme delle materie Stem, dell’orientamento e degli istituti tecnici e professionali – ha commentato Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito -. I ragazzi che ho incontrato oggi trasmettono passione, entusiasmo e voglia di costruire qualcosa di bello: questo è il più grande antidoto contro la dispersione scolastica, il bullismo e tutti quegli atteggiamenti che ogni giorno vengono stigmatizzati nelle cronache”. Il progetto di RoboLab, realizzato da Assolombarda grazie al contributo della Fondazione Camerani Pintaldi e al contributo scientifico del Politecnico di Milano, nasce dall’esigenza di presidiare nuove linee di intervento orientativo con alcuni focus specifici: la cultura scientifico-tecnologica e le discipline Stem, con particolare attenzione verso le studentesse; l’orientamento ai percorsi ITS; l’orientamento alle competenze trasversali digitali indispensabili nel lavoro. Già oltre 3mila studenti e più di un centinaio di docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado hanno potuto finora sperimentare una didattica innovativa attraverso l’utilizzo di robot collaborativi industriali, robot umanoidi, strumenti di visione, kit robotizzati per l’apprendimento del coding, termocamere, postazioni di training Factory.
L’iniziativa del RoboLab si inserisce, inoltre, in una riflessione più ampia di Assolombarda sul tema dell’innovazione delle metodologie didattiche e degli spazi di apprendimento, che ha condotto all’elaborazione di linee guida per infrastrutture scolastiche innovative e sostenibili (“Spazio alla Formazione del Futuro”). Il documento sviluppato da Assolombarda propone un metodo per intervenire in modo sistemico sul patrimonio edilizio scolastico e trova nell’esperienza dell’Istituto Torricelli di Milano un primo banco di prova operativo.

– Foto: f01/Italpress –

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Galassini (Sanofi) “Digitalizzazione chiave per la competitività”

ROMA (ITALPRESS) – “Migliorare la digitalizzazione e l’automazione” dei propri processi produttivi “è uno dei segreti per essere competitivi”. Lo ha detto, in un’intervista all’agenzia Italpress, Alessandro Galassini, direttore dello stabilimento di Anagni di Sanofi, il più grande dei tre stabilimenti dell’azienda farmaceutica in Italia, “specializzato nella produzione di farmaci sterili iniettabili e in particolare dei prodotti liofilizzati. Il liofilizzato – spiega Galassini – è una forma farmaceutica sterile che serve per stabilizzare i principi attivi. E’ un processo molto energivoro e dispendioso, però produce dei farmaci altamente stabili nel tempo. Durante il periodo del Covid abbiamo visto che alcune società hanno commercializzato dei vaccini che richiedevano una ‘cold chain’, un mantenimento del farmaco a temperature bassissime di almeno 70-80 gradi: la liofilizzazione a quel processo che è in grado di stabilizzare il principio attivo e renderlo fruibile anche a temperatura ambiente, perchè rimuove l’acqua in eccesso”, sottolinea.
Al momento l’azienda “è in un periodo di trasformazione: siamo un’entità che lavora da 50 anni ormai nel mondo farmaceutico, siamo partiti da un piccolo stabilimento di 3-4 persone nel 1973 e abbiamo attraversato tutto il periodo successivo in continua trasformazione. In questo momento stiamo trasformando il sito da un produttore di farmaci tradizionali – molecole di natura chimica – a uno stabilimento che produce biotecnologie, ovvero farmaci i cui principi attivi sono di natura biotecnologica: è una trasformazione sostanziale per il futuro del sito e del comparto farmaceutico”, per “poter ambire a produrre farmaci innovativi”.
L’Europa “sta lavorando sugli investimenti, ma a una velocità diversa” rispetto alle altre nazioni: “si vede chiaramente che, in passato, Asia e Stati Uniti hanno viaggiato a velocità maggiori. Adesso è il momento di colmare questo gap. L’Italia, in particolare, sta mettendo a disposizione diversi strumenti per le aziende per investire nell’innovazione e nei progetti strategici, ed è importante che questi progetti vadano avanti per garantire un futuro al nostro comparto che oggi è brillante e ha un export altissimo, uno dei più grandi d’Europa. Se però non viene manutenuto e non viene portato allo stato dell’arte, in futuro incontrerà problemi: è importante che l’Europa e l’Italia continuino a lavorare in questo senso, altrimenti tra 10 anni ci troveremo in un ritardo tecnologico che ci impedirà di operare sugli stessi livelli dei nostri competitor”.

– foto Italpress –
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Giustizia e intelligenza artificiale, Scialla (Ocf) “Servono garanzie”

ROMA (ITALPRESS) – “Siamo in linea” con la riforma ipotizzata dal ministro Nordio nel penale, ma “a noi interessa soprattutto la riforma del cautelare, la riteniamo importante anche come segnale: anzichè un solo giudice, come oggi avviene, un collegio di giudici a nostro avviso garantirebbe un risultato sicuramente più ponderato. Personalmente ritengo anche che diminuirebbe di molto il numero dei detenuti in attesa di processo, che in Italia è esorbitante rispetto all’Europa”. Lo ha detto, in un’intervista all’agenzia Italpress, Mario Scialla, coordinatore dell’Organismo congressuale forense (OCF). “Gli altri temi ovviamente sono importanti, dalle intercettazioni all’abuso d’ufficio, ma non esiste solo quello: bisogna scardinare l’idea che si leva l’abuso d’ufficio e tutti possono fare quello che vogliono, non è assolutamente così”.
Sulla separazione delle carriere “ne stiamo discutendo, riteniamo che sia il momento opportuno per un intervento. Abbiamo incontrato i vertici della politica e della magistratura il 20 luglio ed è venuta fuori l’ipotesi di lavorare all’interno delle norme, evitando un passaggio che per il momento è molto complicato a livello costituzionale, proprio per addivenire a una soluzione ottimale magari lasciando da parte l’obbligatorietà dell’azione penale che, a nostro avviso, in questa fase appesantirebbe troppo”, ha spiegato Scialla.
“Mentre nel penale ci sono voci contrastanti sull’opportunità di introdurre una riforma del genere – che a mio avviso ha una sua importanza, soprattutto con riferimento alla giustizia riparativa perchè ha un nuovo linguaggio che affianca quello della sanzione, e quindi è un tema che deve essere ancora metabolizzato e bisogna evitare giudizi eccessivi in senso negativo – nel civile, devo riscontrare che c’è un’unanime critica da parte dell’avvocatura, perchè in buona sostanza si addossano all’avvocato tutta una serie di oneri e questo obiettivamente non va bene”.
Per quanto riguarda i processi, per ora “subiamo solo l’effetto della riforma Cartabia: vediamo una grande riduzione dei processi che, soprattutto sulla procedibilità, vengono eliminati. La grande scommessa della Cartabia è un’altra: se eliminiamo in qualche modo i processi che hanno un minore interesse”, in cui “non ci sono parti civili e non ci sono particolari argomenti delicati in ballo, e li sostituiamo con processi altrettanto importanti, che magari sono indirizzati verso la prescrizione, potremmo dire che la Cartabia ha avuto un suo effetto. Questa parte però non si è ancora vista, quindi noi per ora viviamo il ‘tagliò e non l’implementazione: non basta tagliare, bisogna anche aumentare la produttività”, ha sottolineato.
La digitalizzazione in atto “aiuterebbe. Mi piace il condizionale, perchè in realtà è qualcosa che l’avvocatura, nel penale, subisce. Sono ottimista sulla capacità degli avvocati di adattarsi alla strumentazione, il problema è nell’interlocuzione con le cancellerie: stiamo lavorando in ambito ministeriale proprio per eliminare il filtro sul portale, che crea grossa ansia e che in qualche modo allontana gli avvocati dal digitale”.
Allargando lo sguardo all’intelligenza artificiale, “è un tema delicato, che in qualche modo va governato: non riguarda solo gli avvocati, riguarda il mondo intero. Vorremmo alcune garanzie e soprattutto la certezza che non verrà sostituita in qualche modo la figura del difensore, quindi avanti senza pregiudizi o chiusure ma con grande attenzione”.

– foto Italpress –
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Campari (Fujifilm) “Sanità in evoluzione, investire sull’innovazione”

ROMA (ITALPRESS) – “La maggior parte del grande pubblico conosce il brand Fujifilm come un importante produttore di macchine fotografiche e di sistemi per le arti grafiche, ma in realtà la storia dell’azienda nel mondo della sanità ha origini lontane: nel 1936, a due anni dall’inizio della produzione delle pellicole fotografiche, l’azienda iniziò a realizzare anche le pellicole radiografiche e, da allora, nei decenni ha sviluppato moltissimi brevetti e innovazioni tecnologiche”. Lo ha raccontato, in un’intervista all’agenzia Italpress, Davide Campari, General manager di Fujifilm, azienda specializzata in dispositivi medici per la salute. “E’ a partire dagli anni Novanta che Fujifilm ha deciso di investire massicciamente sul mondo del care, proprio in previsione del calo della domanda di pellicole fotografiche: basti pensare che dal 2001 a oggi il fatturato è quasi raddoppiato è la principale area di business è proprio quella legata al care”, ha sottolineato.
“Con le nostre soluzioni, copriamo un’ampia gamma di quelle che sono le necessità diagnostiche e quindi possiamo andare a supportare i clinici all’interno di diverse attività legate proprio alla prevenzione dei tumori: un esempio è sicuramente legato alla prevenzione del tumore al seno. Abbiamo sviluppato recentemente, insieme a Roche Italia, una campagna di screening routine, volta a riportare le persone all’interno degli ospedali dopo la pandemia. Come azienda, riteniamo assolutamente essenziale e fondamentale dare il nostro contributo nel supportare la prevenzione e sensibilizzare la consapevolezza delle persone su come è importante attuare degli stili di vita per cercare di minimizzare i rischi”, ha continuato.
“Sicuramente il tema degli investimenti è importante, soprattutto in un contesto sanitario che è in radicale cambiamento: le sfide che ci troviamo ad affrontare sono complesse e diverse, per esempio sono legate all’invecchiamento della popolazione, quindi alla necessità di andare a decentralizzare sempre più le prestazioni e le opportunità di curarsi”, ha spiegato Campari.
“Un’altra importante area di lavoro è quella legata alle risorse che lavorano nel settore della sanità: con le nostre soluzioni informatiche e di intelligenza artificiale possiamo migliorare l’efficienza e la velocità dei processi diagnostici, quindi fare di più con meno personale”, ha spiegato Campari.
L’innovazione all’interno dell’azienda è declinata “attraverso due direttrici principali: una è quella della ricerca e sviluppo interna, attraverso i nostri laboratori in cui abbiamo creato un team di esperti multidisciplinari, che riescono ad interagire sulle varie tecnologie del gruppo per realizzare delle importanti innovazioni. E l’altra è quella delle acquisizioni, per acquisire velocemente quelle competenze che non sono state ancora sviluppate all’interno del gruppo”, ha spiegato Campari. “CEOforLIFE ci ha recentemente premiato per il progetto Endorunner, un centro di training mobile: si tratta di un piccolo vano dotato di alcune postazioni per simulare procedure endoscopiche. E’ un progetto che in due anni di attività ha coinvolto oltre 350 persone, fra studenti universitari di medicina, specializzandi, medici e infermieri, in collaborazione con università e istituti ospedalieri e che – ha concluso – ha permesso a queste persone di confrontarsi con le ultime tecnologie”.

– foto Italpress –
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Aspi, primi test per stazioni di servizio alimentate da energia cinetica

ROMA (ITALPRESS) – Prosegue l’impegno di Autostrade per l’Italia nella promozione di soluzioni “green” e “tech” per lo sviluppo e gestione sostenibile della rete autostradale. Illuminare una stazione di servizio o far funzionare un casello in autostrada grazie al passaggio dei veicoli: questi sono solo alcuni dei risultati che saranno possibili grazie al progetto Kinetic energy harvesting from vehicles” (KEHV), la prima sperimentazione al mondo in autostrada che prevede l’utilizzo di una piattaforma tecnologica capace di trasformare l’energia cinetica dei veicoli in decelerazione in energia elettrica, altrimenti dissipata in calore ai freni. Questa tecnologia è stata sviluppata da Movyon, centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia e leader nello sviluppo e nell’integrazione di soluzioni avanzate di Intelligent Transport Systems e monitoraggio delle infrastrutture. L’innovazione parte dalla Toscana. I test sono partiti in A1 nell’area di servizio di Arno Est e proseguiranno nei prossimi mesi anche con la sperimentazione in una pista di esazione. L’obiettivo di Autostrade per l’Italia è realizzare una piattaforma, integrata con i principali sistemi di gestione e monitoraggio dell’infrastruttura autostradale, che possa produrre energia pulita oltre a quella tipica del fotovoltaico. Secondo le prime stime, grazie al passaggio medio giornaliero di 9mila veicoli, con un unico modulo sarà possibile produrre 30 Megawattora all’anno pari a una riduzione di 11 tonnellate di CO2. Un valore che corrisponde al consumo annuo di elettricità di un condominio composto da 10 famiglie. In una barriera autostradale come Firenze Ovest, a esempio, il consumo di elettricità è pari a circa 60 MWh/anno. Grazie all’installazione di due impianti sarà quindi possibile azzerare completamente il fabbisogno energetico della stazione.
Un sistema rivoluzionario. Il progetto KEHV è basato sull’impianto LYBRA sviluppato dalla startup 20energy s.r.l. Un veicolo che passa sopra al modulo attiva un generatore elettromeccanico e l’energia elettrica viene resa fruibile mediante un convertitore elettronico che ne permette la connessione alla rete. In un’area di servizio, a esempio, l’energia prodotta potrebbe essere utilizzata per alimentare l’illuminazione, la cartellonistica pubblicitaria e anche per i generatori di ricarica dei veicoli elettrici. Nel caso della stazione di esazione, l’energia generata potrà essere utilizzata dall’impianto del casello (casse; sbarre e illuminazione). Numeri e dati. Secondo le stime elaborate da Movyon nelle barriere di Milano Nord e Milano Sud, con un traffico giornaliero medio di circa 8mila veicoli pesanti e 63mila veicoli leggeri, gli impianti distribuiti sulle piste potrebbero raggiungere una produzione annua complessiva per ognuna delle due stazioni di oltre 200 MWh, con un risparmio di 70 tonnellate di CO2/anno. Nella seconda fase del progetto sono previste altre installazioni sulla rete in gestione. La sperimentazione fa parte dei progetti sviluppati dal Gruppo in tema innovazione e sostenibilità. In base ai risultati ottenuti anche questo sistema potrà essere inserito all’interno del più ampio programma Mercury Smart Sustainable Mobility, il piano del Gruppo di Autostrade per l’Italia finalizzato alla creazione di un grande polo unitario e coordinato per l’innovazione tecnologica, al fine di garantire infrastrutture più sicure e partecipare da protagonisti alla rivoluzione che decarbonizzazione, digitalizzazione e nuovi servizi di trasporto stanno apportando a tutti i sistemi di mobilità. Il Programma coinvolge le diverse società controllate del Gruppo e consentirà di ammodernare gli asset e di allungarne la vita utile, rendendo il traffico più fluido e aumentando la sicurezza dei viaggiatori. Attraverso queste innovazioni tecnologiche Aspi punta a massimizzare l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili, al fine di ridurre la carbon footprint e contestualmente aumentare la resilienza energetica dell’infrastruttura autostradale.

– Foto: ufficio stampa Autostrade per l’Italia –
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Terna, due intese negli Usa per promuovere l’innovazione italiana

ROMA (ITALPRESS) – Promuovere e valorizzare l’ecosistema italiano dell’innovazione all’estero, sostenendo lo sviluppo di startup e PMI innovative del nostro Paese e favorendo il loro accesso al mercato USA: sono questi gli obiettivi delle intese firmate da Terna con partner istituzionali a San Francisco.
In particolare, Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, e Sergio Strozzi, Console Generale d’Italia a San Francisco, hanno firmato una Lettera di Intenti che sancisce la comune volontà di facilitare le startup italiane nella ricerca di opportunità di crescita e di partner tecnologici locali. Al contempo, Massimiliano Garri, Direttore Innovation & Market Solutions di Terna, e Alberto Acito, Direttore del Centro di Innovazione Italiano presso INNOVIT (Italian Innovation and Culture Hub) hanno firmato un Memorandum of Understanding che definisce le attività finalizzate al raggiungimento del comune obiettivo. Secondo i termini del Memorandum, nei tre anni della partnership saranno sviluppate iniziative congiunte di accelerazione e sostegno alle realtà innovative italiane a maggior potenziale entrate in contatto con Terna, al fine di facilitare le relazioni e le opportunità di business. Terna e INNOVIT, inoltre, si supporteranno a vicenda nelle rispettive iniziative di open innovation che saranno avviate.
Terna potrà anche valutare potenziali attività di sperimentazione o di investimento in nuove soluzioni e progetti a favore della transizione energetica promosse dalle realtà innovative italiane incontrate e supportate in California, grazie anche alla consolidata presenza a San Francisco.
“Le intese siglate tra Terna, eccellenza italiana e leader europea nella transizione verde, il Consolato Generale e il nostro Italian Innovation and Culture Hub INNOVIT a San Francisco, favoriranno il sostegno a startup innovative italiane nel formidabile ecosistema della Silicon Valley, a beneficio della transizione energetica e della nostra economia” ha evidenziato l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia. “Questa unione tra un grande gruppo industriale e i nostri avamposti negli USA rappresenta un esempio perfetto del ‘fare sistemà che è al centro della strategia di diplomazia della crescita della Farnesina”, ha chiosato l’Ambasciatrice.
“La collaborazione tra Consolato Generale, Terna e INNOVIT – spiega il Console Generale a San Francisco, Sergio Strozzi -rappresenta lo strumento con cui il grande Gruppo italiano entra a pieno titolo nella rete dell’innovazione e delle “disruptive technologies” della Silicon Valley. Sono molteplici e di altissimo profilo i soggetti con cui Terna entra in contatto: dalle big Tech americane alle numerose startup del settore energia e cleantech, dalla rete di scienziati e ricercatori italiani nella Bay Area a università generatrici di ricerca e innovazione come Stanford e Berkeley”.
“L’innovazione è uno strumento essenziale, perchè ci permette di trovare soluzioni efficienti alle sfide imposte dalla transizione energetica. Proprio per questo, Terna guarda con attenzione alla Silicon Valley, il luogo con la maggiore densità di imprese innovative al mondo”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Oggi rafforziamo il nostro impegno a favore delle startup affinchè possano sviluppare nelle migliori condizioni i loro progetti, in particolare quelli legati alla transizione energetica. Le intese firmate oggi favoriranno relazioni più proficue fra chi crea tecnologia Made in Italy e chi ha a disposizione i capitali per favorire le idee e renderle concrete e utilizzabili a vantaggio dell’evoluzione del settore elettrico”, ha aggiunto Di Foggia.
“L’intesa tra INNOVIT e Terna segna un passo di grande importanza per la promozione dell’innovazione italiana nel settore energetico, una dimensione cruciale per il futuro sostenibile del nostro pianeta. Terna, in prima linea nella transizione energetica, è un partner ideale per i nostri programmi che supportano le startup italiane a entrare sul mercato USA e a connettersi con l’ecosistema della Silicon Valley. Questa collaborazione si aggiunge ad altre significative partnership, già poste in essere da INNOVIT con grandi aziende e istituzioni governative, e conferma la nostra ambizione di essere un asset strategico a servizio del Sistema Paese”, ha sottolineato Alberto Acito, Direttore del Centro di Innovazione Italiano presso INNOVIT.
Il gestore della rete di trasmissione nazionale collabora dal 2020 con l’ecosistema della Silicon Valley e, dalla seconda metà del 2022, ha avviato una presenza sempre più strutturata nella Bay Area, culla per eccellenza della tecnologia. In particolare, Terna ha istituito un proprio avamposto a San Francisco, la “Innovation Antenna”, con l’obiettivo di presidiare fisicamente l’ecosistema dell’innovazione in Silicon Valley e di instaurare un contatto diretto con aziende innovative presenti sul territorio americano.
I professionisti del team di innovazione di Terna a San Francisco si occupano, dunque, non solo dello scouting di progetti innovativi tesi a rispondere alle sfide della transizione energetica, ma anche di creare relazioni efficaci con startup e con altri attori dell’innovazione degli Stati Uniti, oltre che con i professionisti di grandi aziende, anche italiane, condividendo con loro esperienze e know how. Con le idee nate in California, Terna sta già sperimentano in Italia progetti su robotica, droni e realtà aumentata.
INNOVIT è promosso dalla Direzione Generale Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Washington e con il Consolato Generale a San Francisco, e gestito con il sostegno di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – e dell’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco. La sua missione è essere da stimolo per idee e iniziative imprenditoriali innovative, da catalizzatore di progetti innovativi “cross border” e da acceleratore per il loro sviluppo internazionale, permettendo agli attori italiani di avere una presenza stabile in Silicon Valley e in tutti gli Stati Uniti. E’ un’iniziativa strategica del Governo italiano per la promozione dell’innovazione del Sistema Paese negli Stati Uniti. Da ottobre 2022, la gestione del Centro di Innovazione Italiano presso INNOVIT è affidata alla Fondazione Giacomo Brodolini, think and do tank per l’innovazione e lo sviluppo locale, e ad Entopan Innovation, incubatore e acceleratore di Harmonic Innovation Group.

– Foto ufficio stampa Terna –

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