Hi-Tech & Innovazione

Biotecnologie, Greco “L’Italia acceleri su investimenti e brevetti”

MILANO (ITALPRESS) – “Le biotecnologie sono tecnologie abilitanti che possono essere utilizzate in varie aree, dalla salute all’agricoltura, passando per l’ambiente. Attualmente circa il 75% degli utilizzi è nell’area della salute, in farmaceutica o diagnostica, è un’area in cui si possono trovare soluzioni in vari campi. Del resto, noi siamo usciti dalla pandemia di Covid grazie alle biotecnologie: i kit diagnostici sono biotecnologici, i vaccini sono per definizione biotecnologici così come le cure sviluppate per il Covid. Tutte le soluzioni trovate per sconfiggere la pandemia sono arrivate grazie alle biotecnologie”. In un’intervista all’Italpress, Fabrizio Greco, presidente di Assobiotec-Federchimica e amministratore delegato di AbbVie Italia, multinazionale americana del settore biofarmaceutico, ha fatto il punto della situazione per quanto riguarda la biotecnologie e il loro sviluppo in Italia: “Recentemente abbiamo cercato di capire come il nostro paese si posiziona nel contesto globale – ha spiegato -. Il presupposto è che le biotecnologie sono un’area di competizione globale, chi riesce a trovare una soluzione e a brevettarla poi in qualche modo ha per i successivi dieci anni una sorta di esclusiva. Quindi è importante essere competitivi a livello globale – ha sottolineato Greco -. Abbiamo visto che in uno scenario europeo l’Italia è molto avanzata come ricerca e pubblicazioni, però in tutto ciò che è l’utilizzo pratico noi siamo indietro, nel numero di brevetti, nel numero di aziende e start up, negli investimenti in venture capital. Abbiamo capito che c’è qualcosa che dobbiamo modificare, abbiamo eccellenze scientifiche che non riusciamo a tradurre in soluzioni per i cittadini”.
E le biotecnologie triplicheranno il proprio mercato da 223 miliardi di euro del 2020 fino a 731 miliardi entro il 2028, per questo motivo è importante investire in tal senso: “E’ necessario, ai talenti che abbiamo già oggi, offrire opportunità di sviluppo, possibilità di fare ricerca, start up, trovare il modo di generare qualcosa di concreto dalle loro idee – ha aggiunto -. Quando si compete a livello globale, ci possono essere talenti che vanno fuori, ma anche che da fuori vengono in Italia. Dobbiamo guardare a monte, cercare di aumentare il numero di giovani formati che possono cominciare a fare ricerca. Abbiamo cercato di visualizzare il percorso che porta da un’idea alla soluzione, tutto nasce dai giovani che devono essere formati. Abbiamo il numero di laureati Stem più basso di tutti i paesi europei, dobbiamo creare consapevolezza nei giovani che le biotecnologie possono fornire grandi opportunità di sviluppo professionale. Basta numeri chiusi, lasciamo che la competizione si svolga sulla base delle competenze – ha esortato – Ci vuole anche un cambiamento culturale da portare avanti. Le opportunità di sviluppo ci sono – ha concluso Greco -. Dobbiamo capire se vogliamo essere attori attivi o soltanto utilizzatori delle soluzioni di altri”.

– Foto Italpress –

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La ricerca italiana in mostra a Catania su progetti innovativi

CATANIA (ITALPRESS) – Chiude con oltre mille appuntamenti in tre giorni la XIV edizione della Borsa della Ricerca, l’evento organizzato dalla Fondazione Emblema in collaborazione con l’Università di Catania, svoltasi al Monastero dei Benedettini di Catania. Giorni intensi di incontri ‘one to onè, in cui il mondo della ricerca universitaria (gruppi, dipartimenti, startup e spin off) ha avuto la possibilità di dialogare con aziende, incubatori e investitori pubblici e privati, in una logica di open innovation. Protagoniste 53 tra startup e spin off accademici che hanno avuto la possibilità di presentare la propria idea di business a una folta platea di delegati di aziende e investitori: 3 minuti per illustrare il business model, il team, le ambizioni di crescita e tutti i dettagli del proprio progetto. Al termine della giornata sono stati consegnati i BDR 23 Awards alle idee più interessanti, con i premi sostenuti da Barilla, Fondazione Sostenibilità Digitale, Leonardo e Sifi Group.
Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’università di Firenze (DAGRI) è il vincitore del premio messo in palio da Barilla. La soluzione inclusa nel brevetto del gruppo fiorentino permette di utilizzare il ceppo batterico mutante Rhodopseudomonas palustris per la fotofermentazione di biomasse agroindustriali di origine vegetale. Per l’occasione il Gruppo premierà lo spinoff con una cooking experience presso Academia Barilla, una visita dello stabilimento di pasta di Parma (il più grande al mondo) e un incontro presso il proprio headquarter di Parma con il team di R&D, per approfondire le aree di comune interesse e le opportunità di cooperazione.
Leonardo ha premiato invece Eco Drone, uno spin off con sede legale a La Spezia e sede operativa presso l’Incubatore Universitario di Sesto Fiorentino. Ha come oggetto sociale primario la progettazione – produzione – riparazione – collaudo e commercializzazione di sistemi meccatronici e robotici, mobili e fissi, per il monitoraggio ambientale, connessi tramite reti di telecomunicazioni, reti integrate multiagente/multiruolo ed accessoriati con strumenti ad alto valore aggiunto. La realtà, in linea con le vision e le challange di Leonardo Solvers Wanted ha premiato lo spin off con un monopattino elettrico.
Sifi Group ha premiato CP2 Biotech, uno spinoff biotecnologico dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. La sua missione è portare alla clinica attraverso la validazione preclinica nuovi composti bioattivi sviluppati nei laboratori di ricerca del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dai gruppi di ricerca dei fondatori. La Fondazione Sostenibilità Digitale ha scelto invece CirQlar, l’idea di impresa presentata dal gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Messina che propone di contribuire allo sviluppo e alla diffusione dei principi dell’economia circolare, attraverso produzione e commercializzazione di materiali innovativi ed ecosostenibili, ottenuti prevalentemente da rifiuti e/o scarti di lavorazione industriale. Grazie al riconoscimento ricevuto, la Fondazione sosterrà il team con un affiancamento attraverso 5 momenti di consulenza con i top manager del Gruppo Eht, socio della Fondazione. Venti i workshop legati ai progetti del PNRR che hanno avuto la possibilità di presentarsi e confrontarsi a un vasto pubblico di stakeholders. L’appuntamento è al prossimo anno, sempre a Catania, dal 16 al 18 ottobre 2024 per la XV edizione della Borsa della Ricerca.
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– Foto: ufficio stampa –

Le barriere NDBA di Anas premiate come miglior progetto innovativo

MILANO (ITALPRESS) – Le barriere NDBA di Anas (Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane) si sono aggiudicate il premio tecnico STA Annual Awards per la categoria “Miglior progetto/soluzione di innovazione”. Il riconoscimento è uno dei più autorevoli a livello internazionale per la realizzazione di progetti nell’ambito di infrastrutture di trasporto intelligenti e si contraddistingue per il suo impegno nel valorizzare la professionalità ed il talento di quanti operano nel settore. Anas ha ritirato il premio nel corso di una cerimonia che si è svolta ieri a Bollate, nell’area metropolitana di Milano. Fondata nel dicembre 2014 e con sede a Bruxelles, in Belgio, il premio è assegnato dalla Smart Transportation Alliance (STA), un’associazione e piattaforma collaborativa globale senza scopo di lucro per l’innovazione delle infrastrutture di trasporto e la Smart City. La mission di STA è quella di guidare e sostenere le attività di miglioramento dei metodi, delle tecnologie e degli standard associati alle infrastrutture di trasporto.
La gamma completa delle barriere spartitraffico in calcestruzzo (National Dynamic Barrier Anas), interamente progettata e realizzata da un team di esperti Anas, è in continuo aggiornamento, attraverso studi e test dedicati, per consentire un utilizzo sempre più performante e adattabile alle esigenze della strada e del territorio.
La NDBA è stata ideata per tutelare e proteggere tutti gli utenti della strada. L’impiego di questi dispositivi di ritenuta consente notevoli vantaggi sia in termini di miglioramento delle condizioni di sicurezza della strada sia sotto il profilo economico, attraverso la riduzione dei costi di installazione e sociali, legati agli incidenti stradali che producono ogni anno feriti gravi o morti. La barriera NDBA, avendo un profilo continuo, risponde inoltre alle prescrizioni sancite dal decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 1° aprile 2019 – Dispositivi stradali di sicurezza per i motociclisti (DSM).
La dinamicità della barriera è inoltre correlata alla capacità di adattarsi all’infrastruttura stradale in ragione degli spazi disponibili per la corretta installazione. In altri termini, grazie agli ancoraggi utilizzati, la barriera si adatta nell’ambito dello stesso itinerario in funzione del tipo di strada, dei livelli e del tipo di traffico. La barriera spartitraffico centrale consente così di risolvere il problema diffuso, riscontrato sulle strade esistenti, dell’installazione dei dispositivi di ritenuta in presenza di spazi ridotti.
La barriera è appoggiata direttamente sullo strato di usura della pavimentazione e pertanto non necessita di strutture di fondazione. Questo significa rapidità di esecuzione, costi di installazione contenuti, riduzione degli oneri di manutenzione ordinaria. L’NDBA è anche facile e rapida da installare in quanto gli ancoraggi sono fissati attraverso l’utilizzo di macchine battipalo disponibili in commercio a costi contenuti.

– foto: ufficio stampa Anas –
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Autostrade, il futuro delle costruzioni punta su nuove tecnologie e IA

ROMA (ITALPRESS) – Professionisti esperti nella filiera dell’engineering and construction, nell’impiego di droni, stampanti 3D per le costruzioni, satelliti e fibra ottica per il monitoraggio delle infrastrutture. Il Gruppo Autostrade per l’Italia prosegue il suo percorso verso l’innovazione e l’implementazione delle competenze per la mobilità del futuro, rafforzando ulteriormente la sinergia con l’Università della Federico II con l’avvio della III edizione della Smart Infrastructure and Construction Academy (SIC Academy). Quest’anno un importante elemento di novità: l’avvio di percorsi formativi specifici legati al mondo Engineering e Construction grazie al coinvolgimento di Amplia Infrastructures, società del Gruppo, leader in Italia nella realizzazione di infrastrutture complesse, e l’introduzione di moduli dedicati all’intelligenza artificiale e alle nuove tecnologie. I corsi dell’Academy sostengono la creazione di una filiera integrata fra grandi imprese ed eccellenze universitarie, che apre al mondo delle costruzioni e dell’ingegneria per preparare gli studenti alle professioni del futuro. Attraverso la realizzazione di una scuola dei mestieri per esperti di infrastrutture sostenibili, Aspi potrà assumere nuova forza lavoro capace di contribuire all’evoluzione degli asset autostradali nel segno della sicurezza, tecnologia e sostenibilità. I nuovi percorsi formativi sono stati presentati in occasione dell’avvio della III edizione della SIC Academy, frutto della partnership tra la Federico II e le società Tecne e Amplia del Gruppo Aspi: l’iniziativa rientra nel progetto “Autostrade del Sapere”, l’ampia strategia di rete con i più importanti atenei nazionali con l’obiettivo di formare alti profili professionali per lo sviluppo, gestione e monitoraggio delle infrastrutture stradali e autostradali.
Tra gli elementi di novità di questa III edizione vi è inoltre l’inizio di un percorso di collaborazione didattica tra le Academy già inserite e presenti nel territorio di Napoli, in particolare la Apple Academy e la Cisco Academy, sia attraverso esperienze didattiche che potranno svilupparsi nell’ambito della digitalizzazione delle infrastrutture e della sostenibilità e rigenerazione delle reti infrastrutturali sia nello sviluppo dei project work previsti dalla Sic Academy. Alla cerimonia hanno partecipato tra gli altri collegato da remoto Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, Elisabetta Oliveri, Presidente di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia, Ennio Cascetta, Presidente Tecne, il Direttore Human Capital Organization del Gruppo Aspi, Gian Luca Orefice e Andrea Prota, Direttore del Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura della Federico II e Coordinatore Didattico della SIC Academy. La Sic Academy ha già formato e inserito in Aspi decine di nuovi ingegneri con competenze specializzate. Una risposta concreta ed efficace al problema dello shortage e dello skills mismatch, sul quale la società è fortemente impegnata a livello nazionale e sistemico. L’avvio dei corsi del nuovo anno accademico, che vedranno quest’anno la partecipazione di 36 studenti (18 giovani neolaureati e 18 dipendenti del Gruppo Aspi), è stata l’occasione per presentare le novità legate alle innovazioni tecnologiche del sistema infrastrutturale.
Le professioni del futuro. Sia in ambito Engineering, sia in ambito Construction, è fondamentale una costante ricerca dei più innovativi approcci tecnologici che consentano ai professionisti del settore di rendere il loro lavoro più efficace e all’avanguardia. Per questo all’interno della Smart Infrastructure and Construction Academy saranno svolti moduli specifici incentrati sulla formazione dei professionisti nell’impiego di droni sia per le ispezioni, sia per la manutenzione; sull’utilizzo di stampanti 3D anche in ambito infrastrutturale (come a esempio la tecnica per la stampa in calcestruzzo); sull’impiego della fibra ottica per il monitoraggio di opere d’arte e quello delle infrastrutture da satellite. Lezioni strutturate che guardano alle innovazioni e al tech per dare agli esperti di gestione, monitoraggio delle infrastrutture e pianificazione delle attività tutti gli strumenti necessari per ottenere un miglioramento professionale e personale. Sono previste, inoltre, visite nei cantieri, come quelli della Tangenziale di Napoli, laboratorio a cielo aperto di sperimentazioni tech, per mostrare agli studenti le innovazioni impiegate nello sviluppo e monitoraggio delle opere viarie.
“Il Piano di Trasformazione che il Gruppo sta portando avanti – afferma la Presidente di Autostrade per l’Italia, Elisabetta Oliveri – richiede necessariamente l’impiego di ingenti risorse e di professionisti preparati con competenze specializzate: con l’Academy il mondo universitario e le aziende fanno rete per contribuire alla formazione di professionisti esperti di infrastrutture sostenibili e in linea con l’evoluzione tecnologica. Una sinergia importante che si rinnova anche quest’anno e potenzia l’area construction con la partecipazione di Amplia, società leader nel settore. Mettiamo al centro le persone per sostenere la crescita e lo sviluppo della rete autostradale del nostro Paese”. “Un progetto che unisce le energie delle imprese e delle eccellenze universitarie – dichiara Roberto Tomasi, Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia – con l’obiettivo di formare i professionisti del futuro. Da una parte rafforziamo la partnership con la Federico II, dall’altra puntiamo all’impiego di nuove tecnologie in ambito infrastrutturale. Un modello virtuoso capace di portare benefici al futuro delle infrastrutture del Paese, grazie anche alle relazioni strette con altre Academy presenti sul territorio. Investiamo sull’intelligenza artificiale e sulla ingegneria delle costruzioni attraverso corsi specializzati e sempre più strutturati. La Sic Academy è espressione del nostro impegno, una strategia tesa a rendere la nostra rete sempre più moderna, innovativa e accogliente”. “L’avvio di un nuovo corso della SIC Accademy – afferma il Rettore Matteo Lorito – e lo straordinario risultato di placement ottenuto dopo anche questo percorso di alta formazione è la conferma che il modello accademy funziona molto bene. Ateneo aziende che lavorano insieme sulla formazione avanzata ciascuno, mettendo a disposizione, propri know e competenze è una formula vincente. L’obiettivo è dare sempre più opportunità ai ragazzi che scelgono di studiare alla Federico II”.
“Il percorso iniziato con Autostrade ormai due anni fa, prosegue e si articola in modo sempre più efficace – dichiara Andrea Prota, Direttore del Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura della Federico II e Coordinatore Didattico della SIC Academy – formiamo giovani risorse qualificate che possono ottenere un ingresso qualificato nel mondo del lavoro e che forniscono nuove energie per l’obiettivo di realizzare e conservare infrastrutture che siano sicure per i cittadini, anche con l’utilizzo di tecnologie digitali. In questo senso l’edizione che sta per partire incrementa il focus sugli aspetti organizzativi e tecnici della realizzazione degli interventi e avvia un percorso nuovo di contaminazione con altre Academy già attive nell’ecosistema dell’innovazione del Campus Federiciano di San Giovanni a Teduccio”. Novità della III Edizione. Oltre all’apertura del mondo Construction, l’integrazione con altre Academy del territorio e il coinvolgimento di Amplia, i partecipanti hanno già sottoscritto un Patto di formazione e lavoro, che garantirà loro, un assegno di studio per tutta la durata del percorso formativo e, in caso di superamento del corso, una proposta di assunzione, all’interno delle società del Gruppo. Inoltre, i partecipanti saranno affiancati da un tutoraggio individuale ed esclusivo attuato da professionisti interni che parteciperanno attivamente al ciclo formativo anticipando fasi del percorso di on boarding. E’ prevista, inoltre, una settimana di Induction a metà percorso per far conoscere agli studenti il Gruppo da vicino. Altro importante aspetto è legato alla sinergia con diverse realtà aziendali, in concreto la contaminazione con altre Academy già operative nel territorio, tramite docenze integrate e attraverso la condivisione di project work comuni. La Sic Academy si inserisce nel progetto Aspi “Autostrade del Sapere” che porta valore in vari ambiti come ricerca, sviluppo e attrazione dei talenti. Una rete di relazioni e partnership con le 17 principali Università italiane e centri di ricerca del Paese.

– Foto: ufficio stampa Autostrade –
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Monitor gaming LG Ultragear, arriva limited edition “League of Legends”

MILANO (ITALPRESS) – Arriva sul mercato italiano dell’edizione limitata del monitor gaming LG UltraGear OLED (modello 27GR95QL) dedicata agli appassionati del gioco di fama internazionale League of Legends. Fino al 30 novembre il nuovo monitor sarà infatti disponibile in preordine in esclusiva su LG Online Shop al prezzo di 999 euro.
Inoltre, tutti coloro che effettueranno il preordine potranno ricevere in omaggio 3 oggetti di gioco: campione Jayce e skin Jayce Martello Lucente, campione Vi e skin Project Vi, campione Caitlyn e skin Caitlyn Luna Candida.
Il nuovo monitor è stato progettato e sviluppato grazie al supporto dei fan del gioco e adotta il design Hextech che contraddistingue League of Legends, integrando icone e immagini del gioco nelle schermate dei menu e sulla struttura esterna: le grafiche più conosciute e ricorrenti del gioco sono state infatti applicate sul retro del monitor e sulla parte anteriore del supporto. I giocatori ritroveranno inoltre sui menu di opzioni e impostazioni il logo del gioco, completo di caratteri e bordi che rimandano all’universo League of Legends.
“Come tutti i monitor della linea UltraGear, il monitor 27GR95QL è ricco di funzioni pensate per i gamer tra cui l’elevata frequenza di aggiornamento pari a 240 Hz e un tempo di risposta pari a 0,03 millisecondi Gray-to-Gray (GTG)”, spiega LG in una nota.

– Foto ufficio stampa LG –

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Tlc, parte dal Piemonte l’OpNet Wholesale Castle Tour

ROMA (ITALPRESS) – L’OpNet Wholesale Castle Tour, evento itinerante dedicato alle TLC e al loro ecosistema, si svolgerà da ottobre 2023 a febbraio 2024 in sei diverse location in tutta Italia. Sarà il Piemonte a ospitare la prima tappa di lancio il 26 ottobre al Castello di Pavone, vicino Ivrea. Un roadshow innovativo, di cui quest’anno OpNet, Operatore 5G Wholesale Nazionale, è main sponsor.
Nata con l’intento di collegare operatori, fornitori e distributori per mostrare gli ultimi prodotti e servizi disponibili nel settore delle telecomunicazioni, l’iniziativa esplorerà le nuove opportunità di business anche attraverso stimolanti conversazioni One-to-One tra i partecipanti.
I protagonisti del percorso saranno i più affascinanti castelli d’Italia, accuratamente scelti per il loro valore storico, come il Castello Bevilacqua in Veneto il 23 novembre, per poi proseguire in Emilia-Romagna il 14 dicembre. Nell’anno nuovo il viaggio farà tappa, il 18 gennaio, in Umbria, al Castello di Rosciano. Seguiranno Puglia e Sicilia.
Il business tour ha l’obiettivo di promuovere l’incontro tra operatori locali, esperti di settore e fornitori per discutere delle ultime novità in materia di telecomunicazioni e nuovi standard, permettendo agli ospiti di acquisire informazioni attraverso la condivisione di esperienze di utilizzo, di migliorare il networking con i colleghi e di creare nuove, importanti relazioni di business. Un’occasione preziosa per approfondire il tema delle nuove tecnologie e comprenderne il valore concreto e i benefici finali per tutto l’ecosistema.
Gli argomenti dell’evento, 5G, Wi-Fi 6, XGS-PON, Internet of Things, Cloud Computing, Cybersecurity, Unified Communication e Edge Data Center, evidenziano il potere trasformativo della tecnologia nel mondo interconnesso di oggi.
“OpNet crede e investe nello sviluppo del territorio ed è questa l’occasione per approfondire con i diretti interessati i temi legati all’innovazione tecnologica indotta dal 5G, fondamentali per abilitare ed erogare servizi di connettività (ma non solo) sempre più performanti ed efficienti in logica di ecosistema – ha detto Gabriella Mauro, Head of Marketing, Communication and Commercial Partnership dell’Azienda -. Queste aree, infatti, offrono enormi opportunità per Operatori, Multiutilities, Aziende, Industria ed Enti Pubblici sul territorio: abbracciando queste tecnologie e affrontando le sfide associate, sarà possibile sbloccare un futuro di maggiore connettività, efficienza e sicurezza a beneficio di tutto il sistema Paese”.

– foto ufficio stampa Mediability –
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Interazione umana e IA, un equilibrio delicato nello shopping del futuro

ROMA (ITALPRESS) – L’acquisto online ha rivoluzionato il modo in cui facciamo shopping, rendendolo comodo e accessibile. Ma in un’era in cui l’intelligenza artificiale (IA) e gli algoritmi stanno diventando sempre più influenti, sorge una domanda fondamentale: che valore avrà l’elemento umano nei processi di acquisto online?
Il 2023 ha segnato progressi significativi nell’ambito dell’IA e dell’apprendimento automatico. Se da un lato queste innovazioni hanno ampliato le possibilità, dall’altro hanno sollevato profonde riflessioni sul ruolo e sul valore dell’interazione umana in un mondo sempre più automatizzato.
Molti paesi hanno già avviato regolamentazioni per mitigare i rischi e garantire un utilizzo etico ed equo di queste tecnologie. Nel customer retail online, l’IA ha portato a una maggiore automazione delle transazioni, suggerendo cosa acquistare basandosi su algoritmi alimentati da grandi quantità di dati e interessi collettivi. Tuttavia il rischio più grande è quello di perdere la diversità e la unicità dell’espressione umana, sostituendole con sistemi di comunicazione meccanica e impersonale.
La corsa verso L’automazione. La digitalizzazione ha cambiato il modo in cui viviamo, lavoriamo e facciamo acquisti. L’IA, in particolare, sta trasformando rapidamente diverse industrie, offrendo soluzioni efficienti, low cost e personalizzate. La tecnologia avanzata permette ora agli algoritmi di machine learning di analizzare i dati degli utenti per suggerire prodotti, ottimizzare le campagne pubblicitarie e persino prevedere le tendenze future. Attraverso la raccolta e l’analisi dei Big Data, l’IA permette una comprensione approfondita delle abitudini di acquisto dei consumatori, favorendo così la proposta di offerte mirate e lo sviluppo di strategie di marketing più efficaci e personalizzate. L’applicazione di chatbot basati su IA stanno offrendo un servizio clienti 24/7, gestendo automaticamente le richieste degli utenti e l’arrivo della IA generativa ha aperto sicuramente la strada verso nuove realtà e servizi irrealizzabili fino a poco tempo prima.
Studi confermano tendenza per l’Interazione Umana. Nonostante questi progressi significativi nel campo dell’intelligenza artificiale, emergono esigenze contrarie che vedono una crescente richiesta di interazione umana nel mondo dello shopping online. Studi recenti hanno evidenziato una preferenza sostanziale dei consumatori per l’interazione umana durante lo shopping online. Un rapporto su Forbes (“Ideal Online Shopping Experiences Require Balancing Automation With A Human Touch”) ha rivelato che l’82% dei consumatori statunitensi e il 75% dei consumatori internazionali desiderano più interazione umana nel commercio elettronico. Lo studio condotto suggerisce la necessità di trovare un equilibrio tra automazione e interazione umana per fornire un’esperienza cliente ottimale. L’automazione intelligente può gestire il volume online in modo economico, tuttavia, una dipendenza eccessiva dall’automazione può portare a un’esperienza cliente impersonale o frustrante, soprattutto durante transazioni complesse. Secondo il report, un’esperienza di shopping digitale soddisfacente dovrebbe idealmente iniziare con servizio self-service attraverso l’automazione intelligente per poi passare all’assistenza umana quando necessario per mantenere alto il livello di soddisfazione.
La Situazione in Italia e nel mondo. Sebbene il trend imperativo sia quello di abbracciare l’intelligenza artificiale per abbattere e ottimizzare i costi, diverse realtà internazionali stanno esplorando strade innovative per integrare un tocco personale nelle loro operazioni, riconoscendo il valore inestimabile che l’elemento umano può apportare in un dominio altrimenti saturato di automazione. Questa tendenza non è confinata a una geografia specifica, piattaforme internazionali stanno parallelamente investigando modelli che fondono efficacemente l’intelligenza artificiale con l’engagement umano, puntando a creare un’esperienza cliente più ricca e gratificante. Questo trend riflette una crescente valorizzazione dell’interazione umana nel commercio elettronico, segnalando una direzione promettente verso nuove frontiere di soddisfazione del cliente e innovazione. Secondo uno studio commissionato da PWC (“Experience is everything: Herès how to get it right”) il modello emergente suggerisce un ecosistema di e-commerce dove la tecnologia avanzata facilita le transazioni, mentre l’interazione umana arricchisce l’esperienza del cliente con un livello di personalizzazione e comprensione che solo l’empatia umana può offrire. Questa simbiosi tra digitale e umano potrebbe non solo elevare la soddisfazione del cliente, ma anche spianare la strada a nuove opportunità di crescita e differenziazione nel settore, guidando il commercio elettronico verso un futuro più intuitivo, personale e centrato sull’umano.
In Italia numerose aziende infatti già arricchiscono la vendita online con l’unicità del tocco umano per garantire un servizio di eccellenza. Alcuni esempi emblematici di queste realtà sono Lookiero nel settore dell’abbigliamento, Stroili e Pandora nel mondo dei gioielli, Sephora nel campo del make-up, e altri che implementano soluzioni innovative per mantenere una dimensione umana nella loro offerta online ad esempio con degli assistenti alla vendita, attraverso chat e videochat.
Nuove idee Human centriche. Nuove realtà stanno emergendo con l’obiettivo di sondare questo equilibrio, proponendo modelli di business innovativi con al centro l’elemento umano per arricchire l’esperienza di shopping online. Il caso studio proveniente dall’ Italia è la start-up che ha lanciato ConsiglioPro.it , un portale che offre consigli su misura per gli acquisti online, attraverso un servizio di consulenza umana.
Danilo Orfeo, CEO di ConsiglioPro.it, sottolinea l’impatto di tale iniziativa – “Il nostro progetto, originariamente concepito come un esperimento di validazione, ha rapidamente guadagnato popolarità. Il valore dell’interazione umana ci ha distinto nel panorama digitale, portandoci ad ottenere una forte fidelizzazione e tassi di conversione eccezionali”.
Lo stesso anticipa poi i piani futuri della società: “Il consolidato riconoscimento di ConsiglioPro ha aperto il via allo sviluppo di Personal.Shopping, la nostra piattaforma di punta. Quest’ultima mira ad edificare un ecosistema digitale internazionale dove l’approccio umano è prioritario. In questo contesto, specialisti digitali e blogger di risonanza globale potranno esprimere e remunerare la loro expertise, intensificando al contempo la connessione con il loro pubblico mediante consulenze tailor-made.”
Verso il Futuro e le sfide da affrontare. L’applicazione a 360 gradi dell’intelligenza artificiale (IA) apre un orizzonte di possibilità ed evoluzioni nel panorama digitale e commerciale. Tuttavia porta con sè una serie di sfide che necessitano di un’attenzione ponderata. L’estrema velocità dell’evoluzione tecnologica ci obbliga a fermarci a riflettere sull’importanza di mantenere una dimensione umana nel contesto digitale, cercando al tempo stesso di trovare un punto di equilibrio tra le due realtà. Vero è che le IA potrebbero rivoluzionare ulteriormente il modo in cui acquistiamo, lavoriamo e interagiamo, offrendo soluzioni più personalizzate, efficienti e intuitive. D’altro canto, la gestione responsabile e regolamentata delle intelligenze artificiali è imperativa per assicurare un equilibrio tra innovazione tecnologica e valore umano. Cruciale sarà il processo di armonizzazione tra questi elementi, per navigare attraverso le acque inesplorate del futuro digitale, assicurando che le tecnologie emergenti arricchiscano l’esperienza umana piuttosto che alienarla.

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45% Pmi riconosce rischio cyber ma solo 14% ha approccio strategico

ROMA (ITALPRESS) – Il 45% delle PMI intervistate riconosce il rischio cyber ma solo il 14% ha un approccio strategico in materia e la capacità di valutare il rischio cyber e di mitigarlo. Il 55% è poco consapevole, con un 20% che si può definire principiante. E’ quanto emerge dal primo Rapporto Cyber Index PMI, l’indice che misura lo stato di consapevolezza in materia di rischi cyber delle aziende di piccole e medie dimensioni.
Cyber Index PMI, realizzato da Generali e Confindustria, con il supporto scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano e con la partecipazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, evidenzia e monitora nel tempo il livello di conoscenza dei rischi cyber all’interno delle organizzazioni aziendali e le modalità di approccio adottate dalle stesse per la gestione di tali rischi.
“Consapevoli della nostra responsabilità sociale in qualità di primo assicuratore in Italia, vogliamo contribuire in maniera concreta a diffondere tra le imprese la cultura della cyber sicurezza, ad accrescere la consapevolezza della vulnerabilità rispetto al rischio informatico e a sottolineare l’importanza dell’adozione di adeguate soluzioni di protezione – afferma -. Lo facciamo con iniziative concrete a livello nazionale e locale: oggi, infatti, presentiamo il Rapporto Cyber Index PMI 2023 e mettiamo a disposizione delle organizzazioni aziendali le nostre competenze e la nostra esperienza in tema di identificazione dei rischi cyber. Oltre a strumenti assicurativi innovativi, ci impegniamo a far sì che nel corso del tempo le PMI italiane siano sempre più consapevoli su un tema cruciale e sfidante per il nostro Paese, la nostra economia e la nostra società”.
Per Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, “Promuovere l’innovazione e favorire la trasformazione digitale delle PMI italiane significa anche metterle in condizione di saper gestire il rischio derivante dagli incidenti informatici. A ciò si aggiunge anche la sfida posta dall’affermarsi di tecnologie dirompenti come l’Intelligenza Artificiale e il quantum computing, con tutte le opportunità e rischi che ne conseguono. Il rapporto presentato oggi, a cui ACN ha fornito pieno supporto, fotografa una realtà ben nota del proliferarsi e inasprirsi delle insidie digitali. Ecco perchè è fondamentale fornire alle aziende italiane strumenti di autovalutazione come il Cyber index PMI per comprendere il grado di maturità nell’affrontare la minaccia cyber e predisporre quindi opportune misure tecnologiche e organizzative per alzare il livello di protezione e stimare il cosiddetto rischio residuo”.
“I numeri dimostrano che la protezione dei dati è ormai un tema ineludibile. Dal 2018 al 2022 gli attacchi informatici a livello globale sono aumentati del 60% e, solo in Italia, nel corso del 2022, abbiamo registrato un incremento del 169% rispetto all’anno precedente – ha sottolineato Agostino Santoni, Vice Presidente di Confindustria per il Digitale -. Nel settore manifatturiero abbiamo raggiunto la cifra record di +191,7% e la spesa in cybersecurity nel nostro Paese ha raggiunto 1.590 milioni di euro nel 2022, in costante crescita. E’ la dimostrazione di quanto stia aumentando la consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza informatica, tanto che nella sfera imprenditoriale ormai è considerata un fattore strategico di competitività. Per questo Confindustria si è impegnata a sensibilizzare il proprio Sistema associativo sulla cybersecurity, con particolare attenzione alle PMI. Si tratta di un tema che l’attuale fase di transizione digitale ha reso ancora più urgente e, per gestire l’implementazione dei nuovi processi, va affrontato lavorando sulle competenze del capitale umano”.
“Da anni assistiamo ad una crescita rilevante degli attacchi informatici e mai come oggi, il panorama delle minacce cyber, ulteriormente aggravato dal contesto geopolitico, rende ancora più urgente la necessità per le imprese di individuare le possibili fonti di rischio cyber, stimarne l’entità e, infine, lavorare alla loro mitigazione – ha detto Remo Marini, Group Head of IT & Operations Risk & Security di Assicurazioni Generali -. In particolare, proprio le piccole e medie imprese risultano essere dei soggetti particolarmente vulnerabili e per questo occorre supportarle da subito: aumentando la loro consapevolezza in materia di rischi cyber, accrescendo il loro livello di maturità e di protezione e, fornendo loro gli strumenti assicurativi utili a mitigare il rischio residuo. In questa direzione si sta muovendo da anni il Gruppo Generali e il Cyber Index PMI ne è la prova tangibile”.
Per Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, “il Rapporto Cyber Index PMI evidenzia complessivamente una situazione di scarsa consapevolezza dei rischi cyber, in uno scenario dove le PMI rappresentano il motore dell’economia del nostro Paese e sono partner strategici di grandi imprese in filiere di rilevanza nazionale ed internazionale. Le difficoltà a stanziare fondi e a internalizzare figure professionali dedicate rendono complesso identificare minacce e priorità di azione e spesso l’approccio al rischio cyber è solo di tipo artigianale. Solo il 14% dele organizzazioni si può considerare maturo, con un approccio strategico alla materia e in grado di mettere in campo le corrette leve di attuazione con iniziative che riguardano persone, processi e tecnologie”.
Il dato principale che emerge dal Rapporto è la necessità di una maggior diffusione e promozione della cultura dei rischi cyber tra le organizzazioni aziendali di piccole e medie dimensioni. Le 708 PMI coinvolte nel Rapporto raggiungono complessivamente un valore di medio di Cyber Index a 51 su 100 (il livello di sufficienza è 60 su 100).
Cyber Index PMI è derivato da una valutazione su tre diverse dimensioni: l’approccio strategico, la capacità di comprendere il fenomeno e le minacce (identificazione), l’introduzione di leve per mitigare il rischio (attuazione). Il Rapporto evidenzia come, seppur vi sia una crescente attenzione sulla materia, manchi un vero e proprio approccio strategico che preveda la definizione di investimenti e la formalizzazione di responsabilità da parte della popolazione aziendale italiana, con un punteggio medio di 54 su 100. Sebbene le leve di attuazione siano maggiormente sviluppate, con un valore di 56 su 100, le PMI hanno difficoltà nello stabilire priorità, perchè mancano le azioni di identificazione corrette che permettano di approcciare il tema in maniera più oculata e consapevole, punteggio medio di identificazione 43 su 100.
I rispondenti, rappresentativi dell’intera popolazione di PMI italiane, possono essere raggruppati in 4 livelli di maturità: il 14% è considerato maturo: ha un approccio strategico alla materia, è pienamente consapevole dei rischi ed è in grado di mettere in campo le corrette leve di attuazione con iniziative che riguardano persone, processi e tecnologie. Il 31% può essere definito come consapevole: è in grado di comprendere le implicazioni dei rischi cyber, ma con una capacità operativa spesso ridotta per poter mettere in campo le corrette azioni. Il 35% è informato: non pienamente consapevole del rischio cyber e degli strumenti da mettere in atto, si approccia al rischio cyber in modo ‘artigianalè. Il 20% può essere definito principiante: poco consapevole dei rischi cyber e con una quasi nulla implementazione delle misure di protezione.
Il Rapporto non registra rilevanti differenze territoriali mentre il livello di maturità delle imprese è correlato con la dimensione aziendale: da un valore medio di 43 per le micro-imprese, a uno di 53 per le piccole e fino a 61 per le medie.
Il 58% delle PMI manifesta un’attenzione concreta attraverso un budget stanziato per la sicurezza informatica della propria azienda: tuttavia, nella maggior parte dei casi rientra nel più ampio investimento destinato all’IT, solo il 17% ne prevede uno ad hoc. In termini di mitigazione del rischio, il 57% ha una dotazione tecnologica per il monitoraggio delle anomalie; il 41% prevede contromisure per limitare l’esposizione degli utenti aziendali a rischi informatici, attraverso un’azione sul fattore umano, ovvero tramite policy comportamentali o iniziative di formazione degli utenti; infine, il 17% delle aziende intervistate ha già sottoscritto una soluzione assicurativa dedicata, mentre il 29% non è a conoscenza delle possibilità di copertura del rischio cyber.
Se è vero che parte delle PMI italiane hanno ben compreso l’importanza della sicurezza informatica e si stanno dunque attrezzando per affrontare uno scenario in continua evoluzione, le aziende che hanno dimensione ridotta complicano il percorso nel suo insieme. Vi è ancora, infatti, una quota significativa di aziende che faticano a gestire il rischio in maniera oculata e che ne sottovalutano i potenziali impatti. E’ necessario dunque un cambio di mindset rispetto alla gestione dei rischi cyber che deve essere interpretata come fattore abilitante della trasformazione digitale. Inoltre, valutando la centralità assunta dalla materia nel contesto sociale e globale in cui viviamo e con l’obiettivo di rendere resiliente l’economia del Paese, si sente il bisogno di un approccio sistemico in cui intervengano anche le istituzioni per definire opportunità di investimento comuni e rafforzare le infrastrutture aziendali.
Nell’ottica di aumentare la conoscenza su temi di rischi cyber e di attacchi informatici per le imprese, sono previsti incontri di formazione e workshop su base territoriale. Gli esperti di Generali e la rete agenziale coinvolgeranno le imprese associate a Confindustria, per garantire una maggior consapevolezza dei rischi legati alla crescente digitalizzazione e per proteggere le imprese dal crimine informatico. La seconda tappa dell’iniziativa, dopo quella di Venezia Mestre, sarà il 26 ottobre a Parma e, nel corso dei mesi, proseguirà nel corso dell’anno coinvolgendo Firenze, Torino, Genova, Milano, Perugia e Bologna.
Per promuovere la cultura del cyber risk al grande pubblico, a partire da novembre sarà inoltre pubblicato sulle principali piattaforme audio il primo podcast di Generali Italia a tema Cybersecurity. Composto da 4 episodi, il podcast fa parte di ‘Semplice Comè, il progetto audio di Generali Italia lanciato nel 2017 per semplificare argomenti complessi.

– Foto ufficio stampa Generali Italia –

(ITALPRESS).