Hi-Tech & Innovazione

Imprese, Intesa Sanpaolo lancia “Crescibusiness Digitalizziamo in Tour”

TORINO (ITALPRESS) – Al via da Torino “Crescibusiness Digitalizziamo in Tour”, il nuovo programma di valorizzazione di Intesa Sanpaolo che punta all’innovazione digitale delle aziende artigiane, del commercio, del turismo e della ristorazione. Dopo i successi di Imprese Vincenti per le PMI e di Up2Stars per le startup, il primo gruppo bancario italiano, guidato da Carlo Messina, vuole oggi dedicare un progetto innovativo ad un segmento imprenditoriale che conta più di 4 milioni di realtà in Italia ed al quale nell’ultimo triennio ha erogato oltre 13 miliardi di euro.
L’avvio del tour è stato presentato al Grattacielo di Intesa Sanpaolo a Torino alla presenza di moltissimi imprenditori, in un evento realizzato in collaborazione con Visa. Nel corso dell’incontro è stata presentata l’analisi della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo dedicata alla propensione digitale delle aziende italiane, che in oltre 2000 si sono autocandidate alla selezione di Digitalizziamo: una conferma dell’interesse e della vivacità di un mondo diversificato e diffuso che ha voluto cogliere l’opportunità di emergere e raccontare la propria storia d’impresa. Sono 120 le aziende che sono state selezionate, in virtù di una digitalizzazione dei processi interni o dei canali di vendita, della comunicazione di iniziative promozionali o per processi di fidelizzazione, per la loro presenza web e social fino alla spinta digitale dei sistemi di pagamento e dei rapporti bancari.
Digitalizziamo è il programma di valorizzazione attivato dal piano nazionale Crescibusiness lanciato dal Gruppo a fine 2022 per sostenere proprio le aziende, tra le più colpite dagli effetti della crisi energetica e dell’impatto inflattivo. Condiviso con le principali associazioni di categoria dei settori Artigianato, Commercio, Servizi e Turismo, con le quali è stato firmato un protocollo d’intesa, Crescibusiness mette a disposizione nuovo credito per 5 miliardi di euro per progetti di digitalizzazione, sostenibilità e sviluppo dell’attività commerciale, oltre al rimborso delle commissioni sui micropagamenti POS, con ampio anticipo rispetto a tutti gli altri operatori.
La nuova iniziativa Digitalizziamo punta oggi a far emergere le piccole eccellenze presenti nelle città e nei centri minori con attività artigianali e negozi, alberghi e ristoranti, aziende individuali o familiari che rappresentano la più tipica anima imprenditoriale dei territori italiani. Una delegazione locale della banca insieme al relativo Direttore Regionale le visiterà una ad una, raccogliendo le testimonianze di queste 120 realtà virtuose in un percorso lungo la Penisola che si concluderà il 31 ottobre attraversando città come Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Bari e Palermo, così come Muro Lucano, Sant’Anastasia, Pisciotta, Montecosaro, Gorle, Casalpusterlengo e Cortoghiana, solo per citarne alcuni. Una formula innovativa di valorizzazione che unisce la chiave di volta della transizione digitale alla storica vicinanza di Intesa Sanpaolo ai territori.
Grazie al supporto di partner di prestigio – Alkemy, Cerved, Monitor Deloitte, Nexi e Visa – le aziende che parteciperanno al programma “Crescibusiness Digitalizziamo” avranno l’opportunità di essere inserite in un percorso di visibilità e sviluppo che comprende l’offerta di servizi evoluti e formazione.
L’obiettivo è di sostenerle anche nel perseguire obiettivi in chiave ESG, frontiera essenziale per tutte le categorie imprenditoriali. La digitalizzazione, infatti, può favorire scelte sostenibili anche per le realtà meno strutturate e più in difficoltà nell’attivare strategie ed investimenti in chiave PNRR. La svolta digitale rappresenta una priorità di sostenibilità per queste aziende, riducendo impatto ambientale – come nell’utilizzo della carta – offrendo servizi alla clientela anche a distanza, sfruttando le opportunità dei pagamenti digitali e delle molte leve possono semplificare processi altamente impattanti.
“Il nuovo tour conferma il riconoscimento al valore del territorio e della singola esperienza imprenditoriale e rispecchia la strategia digitale del Gruppo che vede nello sviluppo tecnologico un fattore determinante per la crescita e la competitività del Paese, coerentemente con il Piano d’impresa 2022-25. Supportiamo con strumenti finanziari dedicati gli investimenti finalizzati al perseguimento di obiettivi digitali, sempre più connessi allo sviluppo sostenibile di qualsiasi tipologia di azienda – spiega Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. Questo nuovo programma di valorizzazione conferma l’impegno della Banca ad accompagnare la crescita di tutte le imprese, come startup e PMI più grandi e strutturate, fino alle aziende che nonostante le dimensioni contenute del business hanno visione prospettica e capacità innovative non comuni”.
In Italia le aziende con meno di dieci addetti sono più di 4 milioni, il 95% del totale delle imprese industriali e dei servizi. Il loro peso è molto elevato anche in termini occupazionali: impiegano circa 7,6 milioni di addetti, il 43,1% del totale. E’ la classe dimensionale di maggiore rilevanza in Italia. Nel 2021 hanno registrato un fatturato pari a 775 miliardi di euro (il 23,6% del totale). Si tratta di un fenomeno soprattutto italiano e un fattore competitivo cruciale per le filiere attive in Italia: in Germania il peso delle micro imprese in termini di addetti non arriva al 20%; in Francia è inferiore al 30%, mentre in Spagna è pari al 35%. Il ruolo di queste aziende è rilevante in tutti i settori economici italiani, con punte del 93,5% nel settore immobiliare (sul totale degli addetti nel settore), dell’80% nei servizi alla persona, del 74,5% nelle attività professionali, del 61% negli alloggi e nella ristorazione e nelle costruzioni, del 55% nel commercio. Il peso di queste aziende è più contenuto nel manifatturiero, dove comunque hanno un’incidenza del 21,2%. Sono poi molto diffuse in tutti i territori italiani: la loro presenza è massima nel Mezzogiorno (pari al 56,5% in termini di addetti), a riflesso dell’elevato peso dei servizi, ma è significativa anche nelle altre ripartizioni territoriali. Nel Centro è, infatti, pari al 44,6%, mentre nel Nord è compresa tra il 35,3% del Nord-Ovest e il 39,4% del Nord-Est.
Grazie a un’indagine interna al gruppo Intesa Sanpaolo è stato possibile individuare le principali criticità incontrate dalle aziende micro in questa fase: spicca l’aumento dei costi, seguito da difficoltà di incasso e nel reperimento della manodopera. Efficientamento, autoproduzione di energia e diversificazione degli approvvigionamenti sono le azioni messe in campo per affrontare il complesso contesto esterno. Anche in prospettiva la sfida principale rimane il miglioramento della produttività grazie anche ad una maggiore diffusione degli strumenti digitali: sempre secondo le indagini condotte da Intesa Sanpaolo, la digitalizzazione è considerata una priorità anche per le aziende più piccole, sia nei processi produttivi sia nel contatto con il cliente. L’analisi delle ultime indagini rivela come l’attenzione delle micro aziende verso l’innovazione digitale sia costantemente cresciuta negli ultimi anni. Cruciale a questo proposito sarà il passaggio generazionale, vista anche la maggiore sensibilità dei giovani verso l’ambiente, il digitale e l’innovazione.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Mooney entra nel mercato del telepedaggio

MILANO (ITALPRESS) – Mooney, la fintech italiana di prossimità partecipata da Enel e Intesa Sanpaolo, entra nel mercato del telepedaggio con MooneyGo, app digitale leader in Italia nei servizi per la mobilità con 5.000 comuni coperti in tutto il Paese, 8 milioni di soste su strisce blu pagate e 4 milioni di biglietti e abbonamenti del trasporto venduti tramite app nel 2022.
Il servizio di telepedaggio MooneyGo è attivo sulla rete autostradale italiana e negli oltre 300 parcheggi convenzionati Telepass. Inoltre, consente di pagare l’area C di Milano e il traghetto per lo Stretto di Messina.
Il dispositivo di telepedaggio, attivabile in 5 minuti, sarà disponibile in ben 20.000 punti vendita Mooney convenzionati (tabacchi, bar ed edicole) distribuiti in tutta Italia. E’ possibile associare 2 targhe per ogni dispositivo e scegliere fra l’opzione “Pay per Use”, per pagare il servizio solo nei mesi in cui si usa l’autostrada, o, in alternativa, l’abbonamento annuale. Diversamente da altre offerte disponibili sul mercato, con MooneyGo i canoni, i pedaggi e gli altri servizi vengono addebitati su una qualsiasi carta di credito, debito o su una prepagata Mooney, che l’utente associa al dispositivo in fase di registrazione, ad esclusione delle carte estere.
Oltre che nei punti vendita Mooney, il servizio di telepedaggio si può attivare anche dall’app MooneyGo per ricevere il dispositivo direttamente a casa.
Con il lancio del telepedaggio, i clienti MooneyGo possono disporre di un’offerta di servizi ancora più ricca che oggi va dal pagamento dei parcheggi all’acquisto di treni, bus, metro, taxi e sharing di monopattini, ma anche la visualizzazione di itinerari e orari in tempo reale.
“MooneyGo rivoluziona il proprio mercato di riferimento offrendo oggi, in un’unica app, la gamma più completa di servizi per la mobilità in una logica di perfetta integrazione che consente di risparmiare tempo e denaro. E questo, scegliendo in ogni momento la soluzione più adatta alle proprie esigenze e controllando i costi in massima trasparenza – ha dichiarato Stefania Gentile, Amministratore Delegato di Mooney – L’ingresso di Mooney nel settore del telepedaggio è viva testimonianza dell’innovazione continua della nostra azienda mirata a semplificare la vita quotidiana dei cittadini”.
– foto ufficio stampa Mooney (Stefania Gentile) –
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Da Intesa Sanpaolo e Nexi la soluzione che trasforma il POS in un’app

MILANO (ITALPRESS) – Una soluzione innovativa che trasforma il POS in un’app. Intesa Sanpaolo e Nexi presentano SoftPOS, consente agli esercenti di utilizzare il proprio smartphone o tablet per accettare i pagamenti effettuati dai loro clienti con carte contactless dai principali circuiti (PagoBANCOMAT, BANCOMAT Pay, Visa, V-Pay, Maestro, Mastercard) e tramite digital wallet (ad esempio Google Pay, Apple Pay, Samsung Pay e Huawei Pay).
SoftPOS, infatti, è un’app che l’esercente può associare al proprio device in pochi passaggi nella massima semplicità e sicurezza e che consente anche di emettere la ricevuta, inviandola digitalmente al cliente.
Il nuovo prodotto realizzato da Nexi è disponibile da oggi in anteprima per i clienti di Intesa Sanpaolo.
SoftPOS rappresenta la soluzione ideale per attività in mobilità, liberi professionisti, esercizi commerciali con consegne a domicilio: oltre al vantaggio della dematerializzazione degli incassi, consente all’esercente di accettare pagamenti digitali in sicurezza, tramite un dispositivo di uso ormai quotidiano. L’utilizzo dello smartphone o del tablet, inoltre, permette all’esercente di avere un punto di incasso in aggiunta a quello principale, riducendo attese e code nel momento del pagamento, lasciando così maggiore spazio all’ascolto e alla gestione del cliente nel processo di acquisto.
In coerenza con i nuovi trend, che vedono nei pagamenti cashless la modalità di pagamento preferita da tre italiani su quattro (fonte: 8 a edizione della Community Cashless Society), SoftPOS porterà vantaggi e benefici anche in termini di customer experience dei clienti, migliorando la percezione della qualità del servizio e dei prodotti offerti dagli esercenti.
SoftPOS potrà essere usato come POS principale oppure aggiuntivo, ideale per gestire momenti di maggiore affluenza in negozio, delivery o dovunque ci sia necessità di accettare pagamenti in mobilità, come ad esempio presso fiere ed eventi. Per chi è già cliente, potrà essere configurato anche come POS di supporto, attivabile in pochi minuti direttamente dal portale Nexi Business.
Negli ultimi anni, la banca guidata da Carlo Messina ha intrapreso un percorso di forte accelerazione dei digital payment, volto a favorirne la diffusione e l’utilizzo grazie a nuove soluzioni per i consumatori e iniziative per estendere la rete e le modalità di accettazione, e ha introdotto innovazioni funzionali a rendere il mobile uno dei canali chiave nelle interazioni con i clienti. La spinta all’evoluzione tecnologica rappresenta una leva per la trasformazione digitale della Banca anche nel settore dei pagamenti, un ambito in cui Intesa Sanpaolo è già leader in Italia con oltre 16 milioni di carte e volumi di transazioni tramite circa 800.000 POS diretti e indiretti: il Piano d’Impresa 2022-2025 prevede un’ulteriore crescita, aumentando i pagamenti digitali del 50% a circa 75 milioni nel 2025 da 51 milioni nel 2021.
Per Nexi, PayTech leader in Europa presente in oltre 25 Paesi, il lancio del SoftPOS in Italia è un ulteriore passo nell’implementazione della propria strategia di sviluppo del mercato al fianco dei propri Partner facendo leva sulla sua scala europea e sulla vicinanza ai clienti nelle diverse aree geografiche in cui opera. Il nuovo prodotto risponde pienamente alle specifiche esigenze degli esercenti italiani di avere a disposizione una soluzione semplice e sicura che consenta loro di accettare pagamenti digitali in ogni occasione, tramite uno strumento di utilizzo quotidiano come lo smartphone o il tablet.
Claudia Vassena, responsabile Sales & Marketing Digital Retail di Intesa Sanpaolo, sottolinea l’intenzione della Banca di eliminare la complessità a favore di un utilizzo della tecnologia sempre più semplice e sicura, e la vicinanza al mondo delle aziende: “Crediamo molto nel valore che la nuova soluzione SoftPOS potrà offrire ai nostri clienti, non richiedendo terminali aggiuntivi e offrendo un processo di pagamento rapido e digitale unicamente attraverso il proprio smartphone o tablet. Uno strumento di accettazione flessibile e dinamico, ideale in termini di facilità di accesso e sicurezza – aggiunge -. Vogliamo essere vicini alle aziende, anche di piccole dimensioni: questo lancio si affianca a Crescibusiness, piano da 5 miliardi di euro a livello nazionale che si rivolge proprio alle realtà che operano nel commercio, nel turismo e nell’artigianato. Intesa Sanpaolo riserva loro interventi per la liquidità, finanziamenti garantiti e soluzioni evolute per i pagamenti digitali, con in più il rimborso delle commissioni sui micropagamenti POS”.
“SoftPOS Nexi, semplice come un’app e sicura come un POS, è la soluzione innovativa che consente agli esercenti di cogliere al meglio le opportunità offerte dai pagamenti digitali in termini di velocità, comodità, sicurezza, in completa mobilità dentro e fuori il punto vendita – afferma Filippo Signoretti, Merchant Solutions Director Italia di Nexi – Dopo i successi registrati in Germania, Grecia e Ungheria, il lancio del prodotto in Italia rappresenta un ulteriore importante risultato dei nostri investimenti in tecnologia e innovazione come Paytech leader in Europa. Per noi resta prioritario mettere a disposizione dei nostri Partners e del mercato servizi e prodotti tecnologicamente all’avanguardia che supportino concretamente la digitalizzazione del Paese”.
SoftPOS è inizialmente disponibile per smartphone e tablet con sistema operativo Android. I clienti di Intesa Sanpaolo che entro il 18 dicembre attiveranno il servizio dal portale esercenti Nexi Business potranno concorrere alla vincita di uno smartphone Samsung S23.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Alla startup “Limitless Device” il premio “Road to the future”

ROMA (ITALPRESS) – E’ Limitless Device la startup premiata da una giuria popolare nel corso dell’evento “Road to the future – 15 idee innovative per la città di Roma” che si è svolto al complesso Eni-Gazometro di Ostiense. Limitless Device nasce da un’esigenza personale del Ceo e co-fondatore Alessio, che da quando è nato vive la sua vita tra sedie a rotelle e dispositivi medici. Circa due anni fa, Alessio ha iniziato una ricerca personale su Internet di una sedia a rotelle che gli desse maggiore libertà. Voleva una sedia a rotelle innovativa, che potesse finalmente fargli guardare la vita da una prospettiva diversa, verticale come tutti e con la possibilità di muoversi senza l’uso delle mani, elettricamente. Cercava una sedia a rotelle moderna, con un design innovativo che impedisse alle persone di “classificarlo” come Handicapped, leggera e trasportabile. Non esisteva. Da questa ricerca è nata l’idea di creare Limitless Device, con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo dei dispositivi medici che saranno finalmente progettati e disegnati sulla base delle reali esigenze e necessità dei consumatori; carrozzine, tutori e protesi costruiti e venduti con una particolare attenzione all’aspetto estetico, funzionale ed etico-sociale.
Come premio, Limitless Device – che ha superato la concorrenza di altre 13 startup che hanno presentato soluzioni innovative per la città di Roma – otterrà l’accesso alla Maker Faire e una residency presso il coworking di Joule, organizzatrice di “Road to the future” assieme a Road, nell’ambito dell’evento diffuso Rome future week che si è concluso a Roma il 17 settembre.

– foto ufficio stampa Eni –
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Intelligenza artificiale, Bernini al “Bracco Innovation Day”

MILANO (ITALPRESS) – Si svolgerà il 18 settembre, presso l’Auditorium dello Human Technopole di Milano, il “Bracco Innovation Day”. Il convegno, che sarà concluso dall’intervento del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, si intitola: “Unlocking the A.I. Revolution – A Symposium on the future of the Healthcare Industry and Diagnostic Imaging in the era of Artificial Intelligence”. I lavori della giornata, aperti da Fulvio Renoldi Bracco, Vicepresidente e CEO di Bracco Imaging, si articoleranno in tre sessioni e prevedono la presenza di importanti keynote speaker, come ad esempio Craig Glastonbury, Research Group Leader Human Technopole (vedere programma allegato).
La prima sessione del mattino approfondirà le novità dell’Intelligenza Artificiale nelle scienze omiche, nel drug discovery e nel pharmaceutical manufacturing, mettendo in luce l’impatto che l’Intelligenza Artificiale ha sulle Life Sciences e sull’ industria della salute.
Nella seconda sessione, con inizio alle 13.50, si discuterà del futuro della radiologia nell’era dell’Intelligenza Artificiale e verrà presentato anche uno studio del Centro Ricerche Bracco relativo a un innovativo metodo per migliorare la qualità delle immagini e aiutare i radiologi nella diagnosi delle patologie del sistema nervoso centrale.
L’ultima sessione, l’unica in lingua italiana, inizierà alle ore 15.40 con l’intervento di Diana Bracco, Presidente e Ceo del Gruppo Bracco e prevede, oltre alle conclusioni del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, gli interventi del Presidente di Human Technopole Gianmario Verona, di Claudia Colla, Capo della Rappresentanza Regionale della Commissione Europea in Italia e di Alessandro Fermi, Assessore all’Università, Ricerca, Innovazione di Regione Lombardia. Al centro del confronto, moderato dal Professor Vincenzo Salvatore, i tanti aspetti etici, politici e regolatori che le istituzioni nazionali e internazionali si trovano oggi ad affrontare di fronte all’Artificial Intelligence Revolution.
I lavori si concluderanno alle 16.30 con l’inaugurazione dell’ufficio aperto dal Gruppo Bracco presso The Hive nel Mind Milano Innovation District.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Uno studio, solo il 2% delle Pmi investe nell’Intelligenza artificiale

ROMA (ITALPRESS) – Imprese italiane e Intelligenza Artificiale, questa sconosciuta. Nonostante ci sia un ampio dibattito nel nostro Paese e nonostante le sue potenzialità l’Intelligenza Artificiale (AI) rimane ancora scarsamente utilizzata dalle nostre aziende, in particolare quelle di minori dimensioni: solo il 2% delle nostre pmi con almeno 10 dipendenti dichiara di aver investito in IT tra il 2019 e il 2021. Questa percentuale sale al 10% considerando l’investimento in AI congiuntamente a quello effettuato nella tecnologia che costituisce il presupposto della sua adozione, ovvero i Big Data. E’ quanto emerso durante i lavori del workshop “Transizione ecologica e digitale, politiche per il lavoro e imprese” organizzato dall’INAPP (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) in cui sono stati presentati i nuovi dati della VI Rilevazione Imprese e Lavoro (RIL), condotta nel 2022 su un campione rappresentativo di circa 30mila aziende italiane.
Queste evidenze cambiano poi significativamente in funzione della dimensione di impresa, della collocazione geografica e del settore di attività. Basti pensare che la quota che adotta l’Intelligenza Artificiale varia dall’1.5% nelle piccole aziende (con meno di 50 dipendenti) al 12% di quelle con oltre 250 dipendenti, dal 7% nel comparto dei servizi ad alta tecnologia all’1.2% nei servizi meno qualificati.
I risultati di RIL, progetto di ricerca sviluppato dalla Struttura Imprese e lavoro coordinata da Andrea Ricci, suggeriscono che la diffusione dell’Intelligenza Artificiale, con tutto quello che ne consegue, non solo è agli inizi ma riflette anche una forte complementarità con le altre tecnologie digitali e quindi una sostanziale eterogeneità del nostro sistema imprenditoriale, confermando l’urgenza di governare questo cambiamento per evitare che acceleri ancora di più le disuguaglianze produttive e competitive che si registrano nel nostro tessuto produttivo.
“Mentre nel nostro Paese sull’intelligenza artificiale siamo ancora alla discussione tra ‘apocalittici e integratì – ha affermato Sebastiano Fadda, presidente dell’INAPP – i principali competitor investono convintamente in quest’area che è destinata a migliorare i processi produttivi e l’organizzazione del lavoro. Ad oggi il primo gap che caratterizza le pmi è senza dubbio la mancanza di cultura e di competenze in materia: sanno che l’Intelligenza Artificiale esiste ma ancora non sanno come utilizzarla per migliorare le proprie performance. Per molte si tratta di partire proprio dalle basi, ovvero dalla trasformazione digitale e dalla utilizzazione dei “big data”. La concatenazione con gli investimenti in formazione e nelle tecnologie contigue necessarie per lo sviluppo e l’applicazione dell’IA neutralizza i timori per la distruzione di posti di lavoro che potrebbe conseguirne”.
E’ proprio questa la seconda evidenza messa in luce dall’indagine RIL. Le analisi mostrano che l’investimento in AI di per sè non produce alcun effetto significativo sulla domanda di lavoro mentre quando è effettuato in aggiunta agli investimenti in Big Data e Robotica, è correlato ad un leggero incremento (+0.7%) della quota di posto di lavoro richiesti. L’AI è associata infatti ad un forte aumento delle spese in formazione professionale finanziate dalle imprese, anche se esaminiamo l’AI in assenza delle altre tecnologie (+13%). Ciò supporta l’ipotesi che – almeno per adesso – la trasformazione dell’AI sta procedendo più all’interno delle aziende (dei loro processi di riorganizzazione) che nel “mercato”.
“Per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’AI – ha concluso il presidente dell’INAPP – Ma la realizzazione di una strategia organica richiede una coerente messa a sistema degli incentivi e un forte coordinamento con le politiche di cambiamento strutturale del nostro sistema produttivo. Il Pnrr contiene più di un segnale incoraggiante in questa direzione, ma è necessario un grande sforzo di realizzazione”.

– foto ufficio stampa Inapp –
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Dallo spazio la medicina di precisione contro l’invecchiamento

FIRENZE (ITALPRESS) – Vivere qualche mese nello spazio accelera l’invecchiamento e determina cambiamenti che di solito si verificano in 10-20 anni di vita sulla Terra, con effetti deleteri su occhi, cuore, DNA e metabolismo. Ma dai numerosi disturbi che colpiscono gli astronauti al ritorno dallo spazio, legati all’assenza di gravità e alla produzione di radicali liberi, possono arrivare indicazioni utili per prevenire e curare malattie dell’invecchiamento sulla Terra. La buona notizia è che la medicina spaziale ci sta fornendo nuovi strumenti di precisione per contrastare questo fenomeno attraverso la personalizzazione di farmaci, attività fisica e dieta in base al profilo molecolare del singolo individuo. Sono allo studio anche programmi di intelligenza artificiale capaci di diagnosticare malattie prima ancora della comparsa dei sintomi, biopsie liquide che con un solo prelievo di sangue riconoscono le “spie” di diversi tipi di tumore, gemelli digitali con cui prevedere l’evoluzione delle malattie e nuovi sistemi di telemedicina per intervenire a distanza. Tutte innovazioni studiate per gli astronauti, ma che in un futuro non troppo lontano potranno aiutare anche noi “terrestri”. Ne discutono i massimi esperti mondiali riuniti dal 13 al 15 settembre alla Fortezza da Basso di Firenze per il convegno “Costruire una civiltà nello spazio”, organizzato da Fondazione Internazionale Menarini con NASA, SOVARIS Aerospace e The Foundation for Gender-Specific Medicine. L’evento vedrà medici, psicologi e biologi a confronto con astronauti, fra cui anche l’italiano generale Roberto Vittori, ingegneri, astronomi, storici, fisici ed esperti di etica, per discutere in modo multidisciplinare le principali sfide che ci attendono nella nuova era dell’esplorazione spaziale. Gli atti del seminario verranno pubblicati in un volume edito dall’Academic Press di Elsevier, che si candida a diventare un punto di riferimento per tutti gli attori coinvolti nella nuova corsa allo spazio.
‘Con crescente intensità e frequenza i nostri maggiori esperti avvertono che la continuità della nostra esistenza sulla Terra ha davanti a sè un futuro incerto. Il cambiamento climatico, l’esaurimento di importanti materie prime sulla Terra, la collisione con altri corpi celesti come gli asteroidi, l’invasione di agenti infettivi per i quali non abbiamo difesa e, in ultima analisi, il collasso del Sole stesso, sono tutti scenari possibili che rendono imperativo esplorare mondi alternativi su cui sopravvivere e preparare l’umanità alla vita su altri corpi celestì, dichiara Marianne Legato, presidente del convegno, professoressa emerita di Medicina Interna alla Columbia University, a capo della Foundation for Gender-Specific Medicine di New York. Prepararsi a questo cambiamento è dunque fondamentale dal punto di vista medico scientifico, etico e politico. La medicina spaziale è uno dei temi centrali del convegno, perchè la vita extraterrestre è come uno stress test che mette alla prova ogni singola cellula del nostro organismo. ‘Chi viaggia nello spazio affronta due principali sfide: la microgravità, e lo stress ossidativo, vale a dire un aumento dei radicali liberi a un livello tale da compromettere la capacità antiossidativa della cellula e provocare danni al DNA. In risposta a tutto ciò, la fisiologia umana cambia per adattarsi e il risultato è una forte accelerazione dell’invecchiamento anche di 10-20 annì, afferma Michael A. Schmidt, amministratore delegato e direttore scientifico di SOVARIS Aerospace, compagnia specializzata nella medicina di precisione per i voli spaziali che ha collaborato con la NASA allo studio degli astronauti gemelli Scott e Mark Kelly.
Anni di ricerche sugli astronauti hanno dimostrato che ‘lo stress ossidativo derivato, in particolare, dalle radiazioni ionizzanti, che penetrano in migliaia di cellule a dosi elevate, altera la funzione dei mitocondri, unità di produzione di energia della cellula, e di conseguenza il metabolismo di carboidrati e lipidi. Inoltre, danneggia il DNA, modifica l’espressione dei geni e altera la lunghezza dei telomeri, i ‘cappuccì che proteggono i cromosomi dalla degradazione e che influiscono sulla longevità. La microgravità – prosegue Schmidt – elimina l’impatto del carico sulle ossa e sui muscoli e determina una perdita di massa ossea. Inoltre favorisce una ridistribuzione dei fluidi verso la parte superiore del corpo che aumenta il rischio di trombosi e problemi alla vista. Per compensare questi cambiamenti il cuore funziona diversamente e perde contrattilità, mentre il ventricolo sinistro tende a diventare più piccolo e le pareti delle arterie si irrigidisconò. La medicina di genere ha dimostrato che esistono differenze importanti fra i sessi a tutti i livelli di funzione, persino gli stessi geni, in alcuni casi, sono espressi in modo diverso. Uomini e donne non reagiscono allo stesso modo anche nello spazio e le differenze stanno emergendo man mano che aumenta il numero delle donne astronauta in orbita.
‘Esistono già alcuni dati interessanti, sebbene riguardino campioni numericamente ridotti», sottolinea Marianne Legato. ‘Uno studio recente condotto su 5 uomini e 4 donne vissuti per 5-6 mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale ha dimostrato che l’irrigidimento delle arterie carotidi aumenta in modo più marcato nelle donne. I livelli di renina e aldosterone, che regolano la pressione arteriosa, salgono di più nel sesso femminile. L’insulina aumenta in entrambi i sessi, ma i livelli di glucosio sono più alti negli uomini che nelle donne. Al ritorno sulla Terra, nelle donne si osserva una maggiore suscettibilità all’ipotensione ortostatica e il volume plasmatico risulta ridotto più che negli uomini. Altri studi, infine, hanno evidenziato come i problemi agli occhi colpiscano soprattutto gli astronauti maschì. ‘Monitorare le conseguenze fisiche dell’esposizione degli astronauti all’ambiente ostile dello spazio è cruciale per la salute degli astronauti, ma consentirà anche di migliorare la nostra comprensione della fisiologia umana, grazie soprattutto alla medicina di precisionè, commenta Michael A. Schmidt. In questa ottica, si sta già sperimentando l’utilizzo dei ‘gemelli digitalì degli astronauti, modelli virtuali che simulano la fisiologia dell’individuo e permettono di prevedere in tempo reale i cambiamenti dello stato di salute e delle performance fisiche durante le missioni, in modo da ottimizzare le contromisure ed elaborare strategie di intervento personalizzate.
Schmidt illustrerà anche le ultime scoperte fatte in collaborazione con la NASA nel Twin Study of One Year in Space condotto sugli astronauti Mark e Scott Kelly. Spiegherà poi il metodo messo a punto dalla sua compagnia per valutare le caratteristiche molecolari dei singoli individui e le nuove strategie di farmacogenomica applicate al volo umano nello spazio. La medicina spaziale sta ancora muovendo i primi passi, «ma la buona notizia è che siamo anni luce più avanti rispetto alla medicina terrestre di precisione così come molti la conosconò, sottolinea Marianne Legato. ‘La nostra missione è portare alla nostra ‘famiglia terrestrè i principi degli screening e degli interventi medici impiegati negli ultimi 65 anni per gli astronauti. Utilizzando le più recenti innovazioni saremo capaci di migliorare esponenzialmente la nostra salute, le nostre performance e la longevità’. ‘La ricerca spaziale – precisa Marianne Legato – ci sta fornendo nuovi strumenti per realizzare interventi personalizzati in tema di alimentazione, attività fisica e farmaci in modo da prevenire le disabilità. Ma non solo: l’analisi di campioni biologici su capelli, saliva, condensato del respiro, sangue ecc. ci sta aiutando anche a comprendere le basi molecolari della fisiologia umana. L’analisi della capacità degli esseri umani di adattarsi a situazioni estreme di stress, sta ampliando anche le nostre conoscenze sulla neuroplasticità e sui meccanismi che il sistema nervoso impiega per mantenere l’equilibrio di fronte alle sfide uniche dello spazio. Prevenire o attenuare tali cambiamenti sarà prezioso per aumentare la longevità e migliorare la qualità di vita anche sul nostro Pianetà.
“Fondazione Internazionale Menarini è felice di promuovere questo evento, unico nel suo genere, che coniuga le ultime novità della ricerca spaziale con le sfide etiche, politiche e legali che attendono l’umanità. Un tentativo difficile, ma sicuramente innovativo e interessante” dichiara Alessandro Casini, presidente Fondazione Internazionale Menarini. La prima impronta umana su Marte potrebbe essere impressa già entro il 2040: questo l’obiettivo a cui lavora la NASA, mentre il magnate Elon Musk con la sua compagnia privata SpaceX annuncia di poter battere l’agenzia spaziale americana di quasi un decennio, per poi creare insediamenti stabili con un milione di persone entro il 2050.
Se gli esperti ancora si dividono sulla fattibilità di questi progetti, concordano invece sulla possibilità che entro pochi anni esploda la New Space Economy, con turismo spaziale, fabbriche in orbita, avamposti lunari e attività di estrazione mineraria sugli asteroidi. Uno scenario che vedrà protagonisti sempre più civili non selezionati e addestrati al pari degli astronauti professionisti.
Medici, astronauti, ingegneri, astronomi, storici, fisici ed esperti di etica si confronteranno in modo multidisciplinare in questa tre giorni unica nel suo genere. Tra gli ospiti anche l’astronauta italiano, generale Roberto Vittori, che così racconta la sua esperienza nella Stazione Spaziale Internazionale, che rappresenta l’apice dei laboratori scientifici avanzati e una piattaforma unica per la ricerca, in particolare nel campo della medicina e della farmaceutica. ‘La microgravità sperimentata a bordo impone al corpo umano effetti negativi che possono essere paragonati a un processo di invecchiamento anticipato e acceleratò, afferma Roberto Vittori. ‘Se ciò può sembrare dannoso, in realtà rappresenta un’opportunità unica per la ricerca medica e la scienza. Infatti, la simulazione di invecchiamento rapido a cui sono sottoposti gli astronauti a bordo, al loro ritorno sulla Terra, può essere invertita e analizzata in profondità. Inoltre, in microgravità il cervello deve adattare i suoi meccanismi di elaborazione delle informazioni, offrendo preziose indicazioni sulle capacità cognitive umane e aprendo così la strada a prossime generazioni di esploratori anche civilì. Costruire opere di ingegneria nello spazio è un’impresa che l’umanità ha cominciato ormai da diversi decenni. Finora questo compito è toccato ad astronauti addestrati ed esperti, come quelli che hanno realizzato la Stazione Spaziale Internazionale, ma con la New Space Economy sta per aprirsi un nuovo scenario. ‘Siamo ora all’inizio di una nuova era orbitale, dove centinaia e forse migliaia di persone si avventureranno fuori dal nostro Pianeta per condurre ricerca e attività produttive in microgravità’, osserva l’astronauta della NASA Janet Kavandi, oggi presidente della Sierra Nevada Corporation.
‘La riduzione dei costi dei voli spaziali – continua l’esperta – offrirà inoltre nuove opportunità per i più avventurosi determinati a provare l’esperienza del turismo spaziale. La preparazione di questi viaggiatori è una nuova sfida: queste persone potrebbero non essere preparate fisicamente o mentalmente come gli astronauti che hanno scelto di fare del volo spaziale la loro professione. Potrebbero presentare condizioni mediche che in precedenza erano considerate squalificanti e facevano perdere l’idoneità al volò.
Il convegno accenderà i riflettori anche sulla salute mentale delle persone che ‘nei prossimi decenni vivranno e lavoreranno in orbita o in basi permanenti sulla superficie lunarè, conferma la ricercatrice psicologa della NASA, Bettina Beard. ‘Per proteggersi dalle radiazioni, dalla polvere lunare e dai meteoriti, dovranno vivere in rifugi sigillati, isolati da amici e familiari che resteranno sulla Terrà. Per questo ‘è necessario che si forniscano programmi di formazione che possano aiutare a sviluppare resilienza e capacità di comunicazione interpersonale. Queste persone avranno anche bisogno di formazione per imparare a riconoscere i primi segnali di malessere, depressione, perdita di interesse o ansia nei loro colleghì. Gli esperti al convegno si confronteranno infine sulle numerose questioni etiche che accompagnano la realizzazione di una nuova civiltà spaziale.
‘Per evitare l’estinzione dovremo trovare un nuovo Pianeta da abitare, forse addirittura un nuovo sistema solarè, spiega Christopher Mason, docente di fisiologia e biofisica alla Weill Cornell Medicine di New York. ‘Abbiamo il dovere morale di farlo, essendo l’unica specie consapevole che la vita è a rischio di estinzione. Abbiamo la responsabilità di agire come dei ‘pastori di vità, non solo per la nostra specie ma per tutte quelle da cui dipendiamo e per quelle che verrannò. Probabilmente dovremo reinventare la vita, o meglio ingegnerizzarla affinchè possa resistere nello spazio con radiazioni e temperature estreme, come osserva Brent Sherwood, vice presidente della azienda spaziale privata Blue Origin. ‘Potremmo immaginare un futuro post-umano in cui i nostri discendenti insediati nello spazio deriveranno filogeneticamente da noi ma non saranno come noì. In questa futura civiltà ai confini della fantascienza, le tecnologie usate per garantire la salute e la sicurezza delle persone potrebbero tra l’altro diventare un invasivo strumento di controllo di massa. Secondo Konrad Szocik, professore di scienze sociali all’Università di Resovia in Polonia, le donne potranno essere particolarmente a rischio, perchè controllare loro significherà controllare la riproduzione nello spazio e dunque la sopravvivenza dell’umanità.

foto: ufficio stampa Menarini

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La lettera del ceo Sundar Pichai per i 25 anni di Google

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Google compie 25 anni. Lo farà questo mese e celebrerà un quarto di secolo di innovazione, un compleanno importante per un servizio che ha cambiato le nostre abitudini e che anno dopo anni ha aggiunto funzioni sempre più integrate con la nostra vita. Sundar Pichai, CEO di Google e di Alphabet, ha scritto una lettera aperta per riflettere su passato e futuro della piattaforma: “Questo mese Google festeggerà il suo 25° compleanno – scrive Pichai -. E’ un grande privilegio raggiungere questo traguardo, reso possibile dalle persone che usano i nostri prodotti e ci sfidano a continuare a innovare, dalle centinaia di migliaia di Googler passati e presenti che hanno dato il loro talento per costruire questi prodotti. E dai nostri partner che credono nella nostra missione tanto quanto noi. Ho pensato molto a quanta strada abbia fatto la tecnologia negli ultimi 25 anni e a come le persone si adattano ad essa. Anni fa, quando studiavo negli Stati Uniti, mio padre, che era tornato in India, ricevette il suo primo indirizzo e-mail. Ero davvero entusiasta di avere un modo più veloce (ed economico) per comunicare con lui, così gli inviai un messaggio. E poi ho aspettato… e aspettato. Sono passati due giorni interi prima che ricevessi questa risposta: ‘Caro signor Pichai, e-mail ricevuta. Tutto benè”.
“Perplesso per il ritardo e la formalità, l’ho chiamato per sapere cosa fosse successo. Mi ha detto che qualcuno al suo lavoro ha dovuto visualizzare l’e-mail sul computer dell’ufficio, stamparla e poi consegnargliela. Mio padre dettò una risposta, che il ragazzo annotò e infine digitò per rispedirmela.
Siamo arrivati a qualche mese fa: Ero con mio figlio adolescente. Ha visto qualcosa di interessante, ha scattato qualche foto veloce e l’ha condivisa con i suoi amici. Poi si sono scambiati qualche messaggio e tutto è sembrato più veloce del tempo che avrei impiegato io solo per tirare fuori il mio telefono.
Il modo in cui comunicavo con mio padre tanti anni fa, confrontato con il modo in cui comunica mio figlio oggi, dimostra quanto possano cambiare le generazioni. La tecnologia a cui noi abbiamo impiegato anni per adattarci è una seconda natura per i nostri figli. Idee che mio padre considerava fantascientifiche – rispondere a una chiamata dall’orologio o dire all’auto di suonare la canzone preferita – fanno alzare le spalle ai miei figli. Quelle alzate di spalle mi fanno ben sperare per il futuro. Fissano una soglia elevata per ciò che la prossima generazione costruirà e inventerà… e non vedo l’ora di vedere cosa farà alzare le spalle anche ai loro figli. Una verità essenziale dell’innovazione è che nel momento in cui si superano i limiti di una tecnologia, questa passa presto da straordinaria a ordinaria. Ecco perchè Google non ha mai dato per scontato il nostro successo”, conclude la lettera.

– Foto: Agenzia Fotogramma –
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