FIRENZE (ITALPRESS) – Inaugurata stamattina una più moderna e innovativa modalità di operare sul piano chirurgico vascolare all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze. L’intervento di riqualificazione, edilizio ed impiantistico, ha permesso la ristrutturazione di una sala operatoria e la creazione di due sale nuove. Un’area ad alta tecnologia che comprende una sala operatoria ibrida multidisciplinare di ultima generazione, una ulteriore sala operatoria con caratteristiche tecnologiche altrettanto elevate ed una sala di recupero e osservazione post-operatorio con 6 posti letto a carattere intensivo. Al taglio del nastro sono intervenuti il presidente Eugenio Giani, l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, il direttore dell’azienda Usl Toscana Centro Paolo Morello Marchese.
“Una sala operatoria completamente ristrutturata – ha detto Giani – che si caratterizza per un’elevata innovazione nel campo della medicina e della chirurgia. Uno spazio che, come ha spiegato il direttore del dipartimento Specialistiche Chirurgiche Stefano Michelagnoli, potrà essere utilizzata anche dai chirurghi vascolari degli altri presidi ospedalieri della Asl Toscana Centro, facendo quindi di Torregalli un vero e proprio punto di riferimento. Una struttura del genere non esiste neppure a Careggi, a dimostrazione della volontà di valorizzare il San Giovanni di Dio. Entro un anno – ha aggiunto – vorremmo inoltre mettere la prima pietra per la costruzione del Pronto Soccorso, uno dei punti deboli di Torregalli. Un ulteriore intervento da 35 milioni di euro che permetterà di dotare questo ospedale di una struttura degna del livello di importanza che sta assumendo”.
Chiamato poi in causa dai tagli al Pnrr che interesseranno le case della salute, il presidente ha ribadito la propria posizione. “Quando è stato annunciato che verrà tagliato il 30% delle case della salute a livello nazionale è stato anche detto che le risorse per farle comunque verranno reperite attraverso il contributo ministeriale ex art. 20 L. 67/88. Il quale però, non scordiamolo, è lo strumento utilizzato per finanziare, ad esempio, proprio il Pronto Soccorso a Torregalli, il padiglione H dell’ospedale di Empoli, l’ospedale di Borgo San Lorenzo, quello nuovo a Livorno, i servizi sanitari nell’immobile in viale Sardegna a Siena. Insomma la preoccupazione per i tagli non la nascondo, ma gli interventi elencati rientrano nelle risorse dell’ex articolo 20 e a quelli verranno destinati”.
Soddisfazione per il potenziamento di Torregalli è stata espressa anche dall’assessore Bezzini. “Questo ospedale ha storicamente una vocazione chirurgica. L’inaugurazione di questo nuovo blocco operatorio rinnova questa vocazione, grazie a tecnologie molto più avanzate e all’avanguardia a livello sia nazionale che internazionale. Rinnovamento che riguarda anche l’applicazione di modelli organizzativi multidisciplinari e multiprofessionali, in grado di aumentare il valore aggiunto delle prestazioni chirurgiche che saranno erogate”.
L’assessore ha poi indicato il secondo elemento legato all’intervento inaugurato. “Ovvero – ha proseguito – le ulteriori prospettive di investimento che riguardano Torregalli, i 35 milioni di euro che saranno utilizzati nei prossimi anni per ampliare il Pronto Soccorso. Uno dei più importanti investimenti regionali in edilizia sanitaria, a testimonianza dell’importanza che questo ospedale riveste per la Regione che punta a renderlo un nodo importante della rete ospedaliera non soltanto dell’area vasta ma, per alcune prestazioni, di tutta la Toscana. Siamo consapevoli del momento delicato che sta vivendo la sanità a livello nazionale, col passaggio decisivo rappresentato dalla prossima manovra del governo. Nonostante questo – ha concluso – la sanità toscana continua a guardare avanti e a investire per migliorarsi e innovarsi e garantire il diritto alla salute dei cittadini”.
-foto ufficio stampa Regione Toscana-
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All’ospedale S.Giovanni di Dio di Firenze investimenti in high tech
Bosch con Tsmc, Infineon e Nxp per produrre semiconduttori in Europa
ROMA (ITALPRESS) – TSMC, Robert Bosch GmbH, Infineon Technologies AG e NXP Semiconductors N.V. hanno annunciato un piano di investimento congiunto nella European Semiconductor Manufacturing Company (ESMC) GmbH, a Dresda, in Germania. L’obiettivo è fornire servizi avanzati di produzione di semiconduttori. ESMC segna un passo significativo verso la realizzazione di una fabbrica da 300 mm che farà fronte alle future esigenze dei settori automobilistico e industriale, in rapida crescita. La decisione finale sull’investimento verrà presa quando sarà confermato il livello di finanziamento pubblico per questo progetto, previsto nell’ambito dell’European Chips Act. Secondo le previsioni la fabbrica avrà una capacità di produzione mensile di 40.000 wafer da 300 mm, rafforzando ulteriormente la produzione di semiconduttori in Europa con la tecnologia avanzata dei transistor e creando circa 2.000 posti di lavoro ad alta tecnologia. ESMC intende aviare la costruzione della fabbrica nella seconda metà del 2024 con l’obiettivo di avviare la produzione entro la fine del 2027.
La joint venture prevista sarà detenuta al 70% da TSMC, mentre a Bosch, Infineon e NXP spetterà una quota azionaria del 10% ciascuna, soggetta ad approvazioni normative e altre condizioni. Si prevede che gli investimenti totali supereranno i 10 miliardi di euro, tra apporto di capitale, prestiti e forte sostegno da parte dell’Unione Europea e del governo tedesco. La fabbrica sarà gestita da TSMC. “Questo investimento a Dresda dimostra l’impegno di TSMC nel soddisfare le esigenze tecnologiche e di capacità dei nostri clienti e siamo entusiasti di questa opportunità di approfondire la nostra partnership di lunga data con Bosch, Infineon e NX – ha affermato CC Wei, Chief Executive Officer di TSMC -. L’Europa è un luogo molto promettente per l’innovazione dei semiconduttori, in particolare, nei settori automobilistico e industriale e non vediamo l’ora di dare forma a queste innovazioni con la nostra tecnologia avanzata del silicio insieme ai talenti europei”.
“I semiconduttori non sono solo un fattore cruciale di successo per Bosch. Poter contare sulla loro disponibilità è anche di grande importanza per il successo dell’industria automobilistica globale – ha detto Stefan Hartung, presidente del consiglio di amministrazione di Bosch -. Oltre al costante ampliamento dei nostri impianti di produzione, supportiamo le nostre catene di approvvigionamento come fornitore del settore automotive attraverso una stretta collaborazione con i nostri partner. Con TSMC, siamo lieti di acquisire un leader globale dell’innovazione per rafforzare l’ecosistema dei semiconduttori nelle immediate vicinanze del nostro stabilimento di semiconduttori a Dresda”. “Il nostro investimento congiunto è un’importante pietra miliare per rafforzare l’ecosistema europeo dei semiconduttori. In questo modo, Dresda si sta affermando come uno dei più importanti hub di semiconduttori al mondo, che ospita già il più grande sito front end di Infineon – ha affermato Jochen Hanebeck, CEO di Infineon Technologies -. Infineon utilizzerà la nuova disponibilità per soddisfare la crescente domanda dei propri clienti europei, in particolare, nel settore automobilistico e IoT. Le capacità avanzate forniranno una base per lo sviluppo di tecnologie, prodotti e soluzioni innovative per affrontare le sfide globali della decarbonizzazione e della digitalizzazione”.
“NXP è molto impegnata a rafforzare l’innovazione e la resilienza della catena di approvvigionamento in Europa – ha sottolineato Kurt Sievers, presidente e CEO di NXP Semiconductors -. Ringraziamo l’Unione Europea, la Germania e lo Stato Libero di Sassonia per il riconoscimento del ruolo cruciale dell’industria dei semiconduttori e per l’impegno profuso nella promozione dell’ecosistema dei chip in Europa. La realizzazione di questo progetto aggiungerà l’innovazione e la capacità tanto necessarie per la gamma di silicio, rimanendo al passo con la digitalizzazione e l’elettrificazione sempre più presenti nei settori automobilistico e industriale”.
– Foto: ufficio stampa Robert Bosch –
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L’intelligenza artificiale minaccia 8,4 milioni di lavoratori in Italia
ROMA (ITALPRESS) – Sono 8,4 milioni i lavoratori italiani a rischio per effetto della diffusione dell’intelligenza artificiale. A evidenziarlo è un rapporto di Confartigianato che analizza il grado di esposizione all’IA del nostro mercato del lavoro.
Ne emerge che il 36,2% del totale degli occupati subirà l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Una percentuale, quella italiana, inferiore di 3,2 punti rispetto al 39,5% della media europea di lavoratori maggiormente esposti all’IA. Stanno peggio di noi Germania e Francia rispettivamente al 43% e al 41,4% di lavoratori in bilico e il Lussemburgo con addirittura il 59,4%, seguito da Belgio al 48,8% e Svezia al 48%.Le professioni più esposte sono quelle maggiormente qualificate e a contenuto intellettuale e amministrativo, a cominciare dai tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell’amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione. Tra le attività lavorative a minor rischio vi sono quelle con una componente manuale non standardizzata.
Secondo la rilevazione di Confartigianato, l’espansione dell’intelligenza artificiale insidia il 25,4% dei lavoratori in ingresso nelle imprese nel 2022, pari 1,3 milioni di persone. Per le piccole imprese fino 49 addetti la quota è del 22,2%, pari a 729.000 persone.
A livello territoriale, la maggiore percentuale di personale in bilico si registra nel centro-nord, con in testa la Lombardia (35,2% degli occupati assunti nel 2022 più esposti a impatto IA), seguita dal Lazio (32%), Piemonte e Valle d’Aosta (27%), Campania (25,3%), Emilia Romagna (23,8%), Liguria (23,5%).
Da rischio a opportunità, il rapporto di Confartigianato mette anche in evidenza che l’intelligenza artificiale è l’arma che le imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività. In particolare, il 6,9% delle nostre piccole aziende utilizza robot, superando il 4,6% della media europea e, in particolare, doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle Pmi usa sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nel prossimo futuro investimenti nell’applicazione dell’IA.
“L’intelligenza artificiale – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma va governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori. Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare l”animà dei prodotti e dei servizi belli e ben fatti che rendono unico nel mondo il made in Italy”.
-foto Agenzia Fotogramma-
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L’India atterra sulla Luna con Chandrayaan-3
ROMA (ITALPRESS) – E’ un giorno storico per l’India: alle 14.34 ora italiana, come da programma, la sonda Chandrayaan-3 ha centrato l’obiettivo dell’allunaggio, facendo del Paese il quarto in assoluto a compiere un’impresa del genere. Attualmente gli Stati Uniti, la Cina e la Russia sono le uniche nazioni che hanno effettuato allunaggi controllati di veicoli spaziali. Proprio la Russia è reduce dal fallimento dell’altro ieri, quando il suo lander si è schiantato sul suolo lunare in un nuovo tentativo di allunaggio. Chandrayaan-3 è partito sei settimane fa, il 14 luglio e ha dovuto orbitare attorno alla Terra diverse volte per raggiungere la giusta velocità per il viaggio verso il satellite.
La missione indiana è al suo secondo tentativo di atterraggio: nel 2019, infatti, la missione Chandrayaan-2 dell’ISRO ha dispiegato con successo un orbiter, ma il suo lander è precipitato. Dopo una discesa automatizzata durata circa 20 minuti, il lander Vikram (che trasporta a bordo il rover Pragyan) ha completato con successo l’atterraggio morbido nella regione del polo sud lunare, in una regione potenzialmente ricca di ghiaccio d’acqua.
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– Foto: Isro – Organizzazione indiana per la ricerca spaziale –
Strike e ban, la nuova misura di sicurezza di Xbox
– Notiziario Hi Tech –
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Xbox presenta un nuovo sistema di Strike e Ban, basato su più livelli di penalità (strike). Con il fine di garantire un accurato controllo della sicurezza e un ambiente di gioco più sicuro, inclusivo e accogliente per tutti.
In questo nuova misura di sicurezza di Xbox, lo strike è un monito al giocatore che sta compiendo delle violazioni e viene tenuto in archivio per sei mesi. La procedura prevista da Microsoft assegna gli strike in base alla gravità delle azioni. Ad esempio, un giocatore che ha ricevuto due strike sarà sospeso dalla piattaforma per un giorno. Mentre un giocatore che ha ricevuto quattro strike sarà sospeso per sette giorni. Il player che ne riceverà otto sarà sospeso dalle funzioni social di Xbox come la messaggistica, le discussioni e la chat di gruppo, il multiplayer e altri feature per un anno.
Questa iniziativa conferma l’impegno di Xbox nell’implementazione costante di misure di sicurezza a tutela dei giocatori, con il fine di creare un luogo sicuro dove poter giocare e interagire in modo rispettoso e libero, senza il rischio di subire molestie o essere vittime di bullismo. Per questo, qualora un giocatore ritenga di aver assistito a una violazione degli standard della Community di Xbox, si invitia a segnarlo. Il team di sicurezza di Xbox esaminerà tutte le segnalazioni per determinare se si è verificata o meno una violazione e di conseguenza, gli assegnerà uno strike. Ogni giocatore avrà una lettura diversa in merito all’applicazione delle varie procedure, compresi gli strike e l’impatto complessivo che questi hanno sul suo record. Questa implementazione consente ai giocatori di comprendere meglio la gravità degli strike ed eventualmente il ban che gli verrà imposto se dovessero accumularsi. I dati e gli aggiornamenti in merito alle misure di sicurezza saranno condivisi tramite il bi-annual Transparency Report.
– Foto Agenzia Fotoramma –
(ITALPRESS).
Elon Musk “X potrebbe fallire”
ROMA (ITALPRESS) – “La triste verità è che non ci sono grandi
social network in questo momento. Potremmo fallire, come molti
hanno previsto, ma faremo del nostro meglio per far sì che ce ne
sia almeno uno”. Così, sul suo profilo di X, Elon Musk.
– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
L’Iit sviluppa un circuito proveniente dalla corazza dei granchi
MILANO (ITALPRESS) – Il laboratorio Printed and Molecular Electronics, coordinato da Mario Caironi, dell’Istituto Italiano di Tecnologia – Iit di Milano ha sviluppato un prototipo di circuito commestibile basato su oro e chitosano, un materiale ottenuto a partire dalla corazza dei crostacei. Il prototipo, descritto sulla rivista Nanoscale, ha dimostrato per la prima volta la possibilità di realizzare circuiti con materiali commestibili. Le applicazioni future spaziano dalla diagnostica medica al controllo qualità del cibo. L’elettronica commestibile è un campo in forte crescita con un obiettivo preciso: sviluppare dispositivi edibili in grado di entrare nel corpo senza nuocere alla salute. Le applicazioni di questo settore variano dalla diagnosi e trattamento di malattie al campo alimentare per monitorare la qualità dei cibi. Ovviamente i dispositivi in questione hanno bisogno di circuiti elettrici per poter funzionare. Tuttavia, i normali circuiti presenti nei nostri oggetti quotidiani non sono adatti, perchè composti da materiali non edibili. Ecco quindi la sfida: costruire circuiti commestibili in grado di funzionare nel corpo senza danneggiarlo.
Il team Iit guidato da Caironi ha quindi sviluppato una tecnologia potenzialmente edibile, dimostrando per la prima volta la possibilità di costruire circuiti con materiali commestibili.
Il circuito viene stampato attraverso una tecnica a getto di inchiostro, molto simile a quella utilizzata dalle stampanti casalinghe. Al posto del normale inchiostro viene però utilizzata una soluzione di oro liquido. Questa metodologia permette di produrre circuiti complessi risultando anche più veloce ed economica di altre tecniche molto diffuse, come la fotolitografia. Inoltre, l’oro è un materiale inerte e viene infatti già utilizzato da alcuni pasticceri come decorazione. L’altro elemento fondamentale del dispositivo è il chitosano, un materiale commestibile ottenuto a partire dalla corazza dei crostacei, come granchi e gamberetti. Un sottile strato formato da questo materiale è in grado di assorbire l’acqua funzionando quindi da elettrolita per il circuito e permettendo di modularne l’attività. Una volta ingerito, il chitosano assorbirà l’acqua normalmente presente nel corpo consentendo perciò il funzionamento del dispositivo. Inoltre, il contatto diretto tra circuito e acqua fisiologica permetterà di misurare i parametri corporei, come la temperatura o l’acidità, trasformando quindi il circuito in un vero e proprio sensore. “Questi dispositivi potrebbero essere impiegati nella diagnostica per costruire pillole commestibili e digeribili in grado di eseguire una serie di analisi lungo l’intestino e, all’occorrenza, di rilasciare farmaci – dichiara Alessandro Luzio, ricercatore del gruppo Printed and Molecular Electronics – Ci sono poi le applicazione nel campo alimentare, per esempio per controllare la qualità del cibo o per rilevare la presenza di contraffazioni”. Può infatti capitare che un cibo abbia superato la data di scadenza, ma sia ancora commestibile. Viceversa, può succedere che un cibo sia già guasto senza averla oltrepassata. Applicando sensori commestibili sul cibo, si potrebbe monitorare il suo reale stato, riducendo gli sprechi alimentari ed evitando di incorrere in malattie. “Questo circuito è un altro importante passo nell’elettronica commestibile, così come lo è stata la prima batteria ricaricabile e commestibile, sempre sviluppata nel nostro laboratorio – afferma Mario Caironi, coordinatore del gruppo Printed and Molecular Electronics – per il futuro stiamo già lavorando alla comunicazione tra dispositivi, fondamentale per costruire sensori in grado di trasmettere in diretta le informazioni raccolte all’interno del corpo verso l’esterno o per comunicare il rilascio di un farmaco”. Questa ricerca è stata finanziata dai fondi dello European Research Council nell’ambito del programma europeo di innovazione “Elfo”. Fa inoltre parte del programma di gemellaggio “Greenelit”. Ha previsto la collaborazione tra Istituto Italiano di Tecnologia, Università degli studi Milano-Bicocca e Università di Heidelberg. (ITALPRESS).
Foto: Istituto Italiano Tecnologia
Whatsapp introduce la condivisione dello schermo
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – WhatsApp ha cominciato a introdurre un’altra novità sulla sua piattaforma: la condivisione dello schermo. Si tratta di una funzione già utilizzata dalle maggiori app di videochiamate. E con questa Meta vuole sfidare Microsoft Meet, Google Meet, Zoom e FaceTime di Apple. La nuova funzione, annunciata da Mark Zuckerberg attraverso un post su Facebook e sul suo canale Instagram, consente di condividere documenti, foto e persino il carrello della spesa con i contatti disponibili per le videochiamate. La novità è stata rilasciata per alcuni beta tester su Android a fine maggio, ed ora verrà implementata in modo graduale su iOs, Android e Windows Desktop. Sarà comunque disponibile per tutti a breve. Per accedere alla condivisione dello schermo su WhatsApp è sufficiente toccare o cliccare sull’icona “Condividi”. Gli utenti possono scegliere se condividere un’app specifica o l’intero schermo. E’ insomma simile alla funzionalità delle schermo sulle tipiche piattaforme di videoconferenza.
Altro aggiornameto di WhatsApp sono le videochiamate in modalità Landscape. Il supporto per la modalità orizzontale può essere appunto utile anche quando si utilizza la condivisione dello schermo sulla piattaforma. Recentemente è stato anche introdotto il supporto picture-in-picture per le videochiamate su iOS. Oltre a l’opzione di condividere brevi messaggi video nelle chat. La condivisione dello schermo è da tempo una caratteristica fondamentale delle app di videoconferenza. Nel 2021 Apple ha migliorato il suo servizio FaceTime con SharePlay, che ha permesso agli utenti iOS di condividere i loro schermi in modo nativo. WhatsApp ora ha esteso questa funzione agli utenti di Android, iOS e desktop. Dopo aver poco tempo fa lanciato anche nuove funzioni per la privacy.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).









