Hi-Tech & Innovazione

Pitigliano diventa un borgo smart, al via progetto Open Fiber-Enea-Ingv

PITIGLIANO (GROSSETO) (ITALPRESS) – Pitigliano come un vero e proprio “laboratorio a cielo aperto”. E’ questa la missione del progetto presentato questa mattina al Teatro Salvini, alla presenza del sindaco del Comune in provincia di Grosseto, Giovanni Gentili, di Paola Martinez, responsabile Affari Istituzionali Territoriali di Open Fiber, di Gian Piero Celata, presidente Cluster Nazionale Energia, di Stefano Pizzuti, responsabile Divisione Smart Energy dell’ENEA, di Filippo Vagnoli, responsabile innovazione Anci Toscana, in una tavola rotonda moderata dal giornalista di QN-La Nazione, Tommaso Strambi. Il progetto che prende il via oggi si inquadra nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo promosse da ENEA e Open Fiber in collaborazione con il Comune di Pitigliano con l’obiettivo di favorire l’innovazione dei modelli gestionali urbani con particolare riferimento ai piccoli Comuni. L’obiettivo condiviso è quello di promuovere lo sviluppo del Borgo Digitale implementando servizi di utilità per Comune e cittadini, tenendo conto del contesto del territorio e delle sue peculiarità. Premessa fondamentale è l’infrastruttura in fibra ottica FTTH (Fiber To The Home), realizzata da Open Fiber in qualità di Concessionario di Infratel Italia, che permetterà di sviluppare servizi digitali e tecnologie che potranno poi essere replicate su altri comuni italiani con caratteristiche simili.
Si va dalla sperimentazione della realtà aumentata per valorizzare il patrimonio culturale fino all’applicazione del progetto PELL (Public Energy Living Lab) di ENEA a scuole, ospedali e impianti d’illuminazione pubblica, passando per edge computing ed efficientamento energetico. Di particolare rilevanza, vista la peculiarità tufacea del terreno, sarà il monitoraggio del territorio da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che prevede l’utilizzo della fibra ottica posata da Open Fiber come sensore distribuito per raccogliere informazioni tramite strumenti di precisione utilizzati da ENEA.
La giornata ha visto inoltre gli interventi di alcune aziende coinvolte nel progetto tra cui Eagleprojects, Università dell’Insubria, Centro di Ricerca Interdipartimentale Smarter, City Green Light, Nextworks, MAC, Nemea Sistemi, Sidora, Rebernig Supervisioni/Trailslight, Enjob / Kerberos, Ressolar/Atlante/Ceress.
“Grazie a ENEA e Open Fiber – commenta il sindaco di Pitigliano Giovanni Gentili – per questa importante opportunità di sviluppo. Con questo progetto Pitigliano si trasforma in un laboratorio sperimentale di servizi digitali innovativi, un luogo di ricerca avanzata e di apprendimento. Un’esperienza importante che può diventare un modello anche per altri borghi italiani”.
“Siamo felici di partecipare a questo progetto, che è un esempio pratico di come la fibra ottica sia abilitatore indispensabile di servizi innovativi non solo nelle grandi città ma soprattutto nei piccoli borghi, nell’ottica di realizzare una trasformazione digitale e sostenibile – commenta Stefano Mazzitelli, Direttore Mercato Business di Open Fiber -. Quello che da oggi inauguriamo a Pitigliano, assieme agli altri partner, è un modello di standard di innovazione che puntiamo a replicare su larga scala negli altri comuni italiani con caratteristiche simili. Un modello grazie al quale le piccole realtà saranno in grado di prendere le migliori decisioni in ambiti come il controllo del territorio, il turismo o l’efficientamento energetico basandosi su raccolta e analisi di dati in tempo reale”.
“ENEA promuove da anni l’innovazione di modelli gestionali in contesti urbani e territoriali grazie alla possibilità di gestire grandi quantità di dati e a nuove soluzioni digitali per servizi sempre più efficaci ed efficienti – sottolinea Nicoletta Gozo della Divisione Smart Energy di ENEA -. In questo contesto Pitigliano rappresenta l’occasione per promuovere e mettere a punto una strategia nazionale d’innovazione dei borghi e dei piccoli comuni attraverso la definizione e la proposta di standard minimi d’innovazione e set di servizi ad oggi imprescindibili, oltre all’applicazione di soluzioni abilitanti e alla realizzazione di attività di supporto e formazione”.
“Per le attività di monitoraggio e ricerca sismologica attuate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è molto importante poter disporre di questa tecnologia – ha affermato Andrè Herrero, Coordinatore del Centro di Pericolosità Sismica dell’INGV (INGV-CPS) -. Integreremo il fiber sensing ai sistemi già in uso, ovvero utilizzeremo la rete in fibra ottica come sensore distribuito sul territorio, utile sia per il monitoraggio dei terremoti che delle frane”.
“Come Anci siamo felici di poter collaborare con Open Fiber in questi progetti importanti perchè noi sindaci siamo il contatto più diretto col territorio e possiamo fare un gran lavoro per portare la fibra nei comuni più piccoli”, ha dichiarato Filippo Vagnoli, responsabile innovazione Anci Toscana.

– foto ufficio stampa Open Fiber –
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Pmi, cresce la consapevolezza dell’importanza del digitale

MILANO (ITALPRESS) – L’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano, in occasione di un recente convegno ha presentato alcuni dati originati da una ricerca su tre filiere produttive molto rilevanti nel panorama industriale italiano.
Dalla ricerca emerge che il 26% delle PMI italiane ha aumentato gli investimenti nel digitale rispetto all’anno precedente, ma persiste un importante divario culturale che risulta in un 35% di realtà industriali medio-piccole che stenta a riconoscere alla digitalizzazione un ruolo centrale all’interno del proprio settore economico.
Il 45% delle PMI mostra un profilo convinto della necessità della trasformazione digitale, ma la maggioranza è ancora timida o addirittura scettica sulle opportunità date dalla digitalizzazione. Con evidenza l’approccio culturale ha il suo peso, tanto è vero che la ricerca evidenzia come siano ancora poche le PMI che puntano ad integrare nell’organico figure con precise competenze digitali, le cosiddette figure STEM (science, technology, engineering, mathematics).
Da altri studi degli Osservatori del Politecnico emergeva come il 40% delle PMI avesse introdotto o punterebbe ad introdurre nel breve un ERP per agevolare l’integrazione di processi e funzioni aziendali. Ma la maggioranza fatica a riconoscere i vantaggi di queste avanzate soluzioni.
Nel mondo industriale però è il digitale a governare crescita e sviluppo. Lo sa bene Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia che, per ovviare ai freni culturali e operativi che rallentano la trasformazione digitale della produzione nel mondo delle PMI, ha introdotto un gestionale modulare e scalabile di grandissima usabilità e semplicità.
Arca EVOLUTION “Gestione Produzione” è una soluzione innovativa che integra con semplicità le attività ed i dati di produzione. Pensato e sviluppato per soddisfare il vasto e complesso mercato delle PMI manifatturiere, offre un flusso di lavoro che si differenzia per tipologia, dimensione azienda, addetti all’organizzazione, complessità delle distinte base e del processo produttivo. Sulla base del gestionale saranno poi personalizzabili e sviluppabili moduli specifici per specifiche esigenze.
Con questa soluzione ERP le PMI potranno usufruire di un flusso di informazioni continuo tra le aree aziendali che confluiranno in un unico, condiviso repository. Con Arca EVOLUTION si ottimizzeranno le scorte di magazzino e i controlli tempi / costi di produzione. L’ERP è stato concepito per adeguarsi ai business degli utilizzatori che potranno attivarne solo le funzionalità necessarie.
Arca EVOLUTION offre funzionalità complete e intelligenti attraverso schermate chiare e intuitive che permettono in un click l’accesso a tutte le informazioni utili. L’MRP (Material Requirement Planning) è interattivo e l’operatore può modificare i parametri e gli ordini anche solo per effettuare test e valutazioni.
Wolters Kluwer Tax & Accounting ha sviluppato un ERP moderno proprio per favorire la digitalizzazione della gestione della produzione in quelle tante PMI che ancora si tengono distanti dai vantaggi dati dalla tecnologia gestionale.
– foto ufficio stampa Wolters Kluwer –
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Open Fiber, la rete in fibra ottica FTTH arriva a Pizzighettone

PIZZIGHETTONE (CREMONA) (ITALPRESS) – Continua l’impegno di Open Fiber per espandere l’infrastruttura a banda ultralarga nei borghi antichi d’Italia. Uno degli ultimi comuni raggiunti è Pizzighettone, un antico borgo lombardo in provincia di Cremona. Sono 260 le unità immobiliari raggiunte grazie alla posa di 3,5 km di rete di telecomunicazioni in modalità FTTH (Fiber To The Home). Ad oggi, oltre una decina i clienti già attivi che possono accedere ai servizi digitali innovativi disponibili sulla rete internet tramite le offerte commerciali degli operatori partner presenti sul territorio.
Il comune di Pizzighettone è stato cablato in quanto Open Fiber è la società concessionaria del bando pubblico di Infratel Italia (società in-house del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ex MISE) per la copertura delle aree meno densamente popolate della regione Lombardia: l’opera rimarrà infatti di proprietà pubblica, mentre Open Fiber ne curerà la gestione e la manutenzione per i prossimi 20 anni.
“Pizzighettone è un antico borgo lombardo con oltre 6000 abitanti e Open Fiber nell’ambito del piano Banda Ultra Larga di Infratel ha connesso in questo comune oltre 260 unità immobiliari ad una infrastruttura in fibra ottica Fiber To The Home – spiega Margherita Locatelli, Field Manager Open Fiber -. E’ previsto un ampliamento della copertura realizzata nell’ambito del piano 1 giga, finanziato dai fondi PNRR. Il piano di Open Fiber è quello di portare l’infrastruttura in fibra ottica su tutto il territorio nazionale, garantendo una connessione sicura, ultraveloce, attraverso una politica energetica basata sui principi fondamentali dell’ecosostenibilità e dell’efficienza energetica”.
“Siamo soddisfatti di questa progettazione che riguarda il nostro comune, un borgo storico che offre anche delle opportunità dal punto di vista turistico – replica Luca Moggi, sindaco di Pizzighettone -. Questa infrastruttura sicuramente ci aiuta nell’esaltare le nostre bellezze paesaggistiche ed architettoniche e rappresenterà anche un volano per le nostre attività economiche e ricettive, che non possono prescindere dalla transizione digitale e tecnologica che stiamo vivendo”.
Secondo Paolo Capelli, Sysops Manager di Growens, società che si occupa della gestione delle infrastrutture informatiche degli uffici di Milano e Cremona “sicuramente avere la fibra a casa è un fattore altamente abilitante. Nel mio lavoro quotidiano nel campo informatico permette di attivarsi e di fruire di servizi digitali innovativi già presenti sulla rete. Lavorando in remoto da casa posso accedere comodamente anche a file e materiali pesanti presenti sui nostri server, senza difficoltà. Grazie alla sua bassa latenza, prevedo un grande sviluppo in futuro e si aprono sicuramente altri interessanti scenari di utilizzo”.

– foto f04/Italpress –
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La Commissione Ue vara il quadro giuridico per l’euro digitale

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “La Commissione oggi ha adottato il quadro giuridico per l’introduzione dell’euro digitale”. Lo ha detto a Bruxelles il commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni.
“Il messaggio semplice: non possiamo immaginare, in un futuro digitale, che la moneta sia dominata soltanto da privati e da criptovalute e l’assenza di un ruolo per gli Stati e per la sovranità monetaria”, ha aggiunto. “Quindi, anche in un mondo completamente diverso come il mondo digitale, abbiamo bisogno di una moneta basata sulla sovranità e sulle banche centrali: questo sarà l’euro digitale quando nascerà”, ha chiarito Gentiloni.
“Confermiamo l’importanza del contante, perchè nessuno deve avere l’idea che l’introduzione dell’euro digitale comporti la cancellazione del contante – ha detto ancora Gentiloni -. Possiamo limitare il contante per evitare frodi e utilizzi criminali, ma un conto è mettere dei limiti alla quantità, un conto è immaginare di ridurre l’uso del contante. Quindi oggi diamo anche questo secondo messaggio: rafforziamo l’uso del contante in Europa”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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WhatsApp, nuove funzioni per la privacy

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – WhatsApp darà la possibilità di silenziare le chiamate dai numeri sconosciuti e avere il controllo della privacy.
La privacy è una priorità per whatsapp, infatti la crittografia end-to-end sta alla base della sicurezza di chiamate e messaggi. Una nuova funzione per garantire maggiore privacy è la Chat con lucchetto. Quest’ultima può tornare utile per tenere segrete le conversazioni più private con una password. Altre funzioni sono:
Messaggi effimeri, Blocco degli screenshot, Messaggi “visualizza una volta”, Mantenere privato il proprio stato online
Le due novità che si aggiungeranno alla lista saranno: Silenzia le chiamate da numeri sconosciuti, Controllo della privacy.
La prima funzione consente di silenziare le chiamate, in entrata, da numeri sconosciuti. Quindi filtrando automaticamente le chiamate “spam”, truffe, così da poter avere una maggiore protezione. In più queste chiamate non appariranno direttamente sul telefono, come quelle classiche, ma sull’elenco.
Per far risaltare la nuova funzionalità, WhatsApp ha pensato di introdurre il “Controllo della privacy”. In modo tale che le persone possano visualizzare le varie opzioni di protezione disponibili.

– foto agenziafotogramma.it –
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Webuild premia l’innovazione nel settore delle infrastrutture

MILANO (ITALPRESS) – Ruolo primario per la formazione tecnico-professionale per la realizzazione del PNRR e la crescita della produzione dell’Italia in uno scenario globale in continua evoluzione. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che si è tenuto questa mattina a Milano sul tema “L’evoluzione del settore delle Infrastrutture: la formazione dei giovani”, organizzato da Webuild, presso la sede del Corriere della Sera, e che ha visto la partecipazione di Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild e Massimo Ferrari, Direttore Generale Webuild.
“Una delle svolte decisive che il Paese deve intraprendere è che l’istruzione tecnico-professionale diventi un canale formativo di serie A: fra non molto faremo una riforma importante in questo settore, per dare una chance a tanti ragazzi che oggi magari non hanno opportunità di successo formativo. Abbiamo bisogno di una rete di scuole di eccellenza per far decollare le opere” dichiara il Ministro Giuseppe Valditara.
“Valorizzare i giovani è uno dei grandi obiettivi del PNRR. Ai grandi gruppi industriali, il compito di affiancare questo percorso anche attivando collaborazioni pubblico-privato con le istituzioni, investendo nella formazione per attrarre e trattenere i migliori talenti. Solo nel 2022 come Webuild abbiamo erogato quasi un milione di ore di formazione di cui quasi 700.000 su sicurezza ed ambiente”, ha dichiarato Pietro Salini, Amministratore Delegato Webuild.
E, continua, “i grandi gruppi industriali sono il sale dello sviluppo. Possono attrarre talenti, investire in innovazione e ricerca e in formazione, sviluppare una nuova cultura della sicurezza, temi essenziali per formare le figure professionali che servono oggi e domani per attuare il PNRR. Webuild, rispetto all’intero mercato delle costruzioni in Italia, nel 2022 ha acquisito 1,8 miliardi di nuovi ordini in Italia. E’ un dato che si traduce in una quota del mercato domestico molto inferiore rispetto a quelle dei grandi gruppi europei nostri competitor. La dimensione è fondamentale per far crescere non una sola impresa ma un sistema di imprese, ed è questo che stiamo facendo da molti anni con la nostra filiera che in Italia conta circa 10.000 imprese”.
“Come Webuild, insieme ai percorsi di formazione già in essere, lanceremo presto un piano di recruiting per le nuove generazioni e i non occupati e per chi vuole riposizionarsi sul mercato del lavoro in un settore molto attraente come quello delle Infrastrutture, da Nord a Sud. La formazione avverrà lavorando in cantieri che fanno dell’innovazione uno dei pilastri della crescita del Gruppo”, ha continuato Salini.
Il Gruppo Webuild è presente in Italia con 31 progetti e 16 mila persone occupate, tra personale diretto e di terzi, di cui 4.500 persone solo al Sud. In Webuild, l’età media delle persone è pari a 38 anni. Gli under 35 rappresentano il 45% della forza lavoro del Gruppo Webuild a livello globale. Il numero è destinato a crescere, in considerazione delle numerose iniziative che Webuild ha in essere per supportare la formazione e la valorizzazione dei giovani, leve essenziali per confrontarsi al meglio con gli obiettivi di crescita collegati all’attuazione del PNRR.
L’incontro di oggi è stato occasione per proclamare i vincitori della seconda edizione “Premio Alberto Giovannini” per l’innovazione nelle Infrastrutture, premio istituito e promosso da Webuild e intitolato all’economista scomparso nel 2019, già Presidente Webuild. Agli 8 giovani premiati sono stati proposti percorsi di inserimento in azienda per crescere all’interno del Gruppo, per le tesi elaborate su temi legati all’innovazione predittiva per la manutenzione delle opere e a strumenti e tecnologie che possono allungarne la vita utile. Premiata anche l’Università degli Studi di Salerno, con una borsa di dottorato triennale. I giovani premiati, di età media di 27 anni, provengono da diverse regioni italiane (Calabria, Campania, Molise, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria e Lombardia).
Il Premio Alberto Giovannini è parte del più ampio piano “Webuild Next-Gen”, dedicato alla crescita professionale di giovani e maestranze, che include iniziative come il Concorso “Challenge4Sud” o il programma “100 Ingegneri per il Sud Italia” per il coinvolgimento e l’assunzione di giovani provenienti dal Sud Italia e non solo, o la “Scuola di Mestieri”, dedicata alle maestranze e a coloro che volessero avviare un apprendistato all’interno di uno dei progetti che il Gruppo ha in corso nel mondo.

– foto ufficio stampa Webuild –

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Realtà virtuale immersiva al Pronto soccorso del Gemelli ed i bimbi non piangono più

ROMA (ITALPRESS) – “Somministrare” a un bambino la realtà virtuale sotto forma di giochi o storie interattive, durante un trattamento o una procedura invasiva, contribuisce a ridurre la sensazione di dolore e la reazione d’ansia che li accompagnano. E’ quanto stanno osservando i pediatri del Pronto Soccorso Pediatrico del Policlinico Gemelli: facendo indossare ai piccoli pazienti un visore da realtà virtuale, si riescono a rimuovere schegge da una manina imprudente o a mettere dei punti senza che il bambino avverta dolore o si stressi oltre misura (e con lui, i genitori), urlando a pieni polmoni.
“L’ansia dei bambini, in Pronto Soccorso – spiega il dottor David Korn, Dirigente Medico di I livello, Pronto Soccorso Pediatrico e Responsabile dei Progetti di Digital Health per la Salute della Donna e del Bambino, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – può essere causata da molti fattori, tra cui il dolore e la paura per la procedura, e spesso si manifesta con pianto, aggressività o il rifiuto a eseguire visite e procedure diagnostiche o terapeutiche necessarie. Questi comportamenti possono essere difficili da gestire, sia per i genitori, che per il personale sanitario. Il personale medico e infermieristico è abituato ad affrontare tali situazioni; ma oggi, attraverso l’utilizzo di tecniche innovative come la realtà virtuale, è possibile ridurre per il tempo necessario, attraverso il gioco, lo stress e l’ansia dei piccoli pazienti”.
“Distrarre” il bambino da quello che il medico sta facendo, immergendolo nella realtà virtuale di un gioco o del suo cartone preferito o di un video-gioco, aiuta a contenere la sua ansia e ad alzare la soglia del dolore.
“Abbiamo osservato – prosegue il dottor Korn – che i bambini durante una procedura (per esempio rimozione di un corpo estraneo, punti di sutura, prelievo venoso e arterioso), non ritraggono la mano per il dolore; non è dunque necessario tenerli bloccati, perchè con il visore indosso, sono del tutto distratti e tranquilli; i genitori si tranquillizzano a loro volta e contribuiscono a non alimentare un clima di ansia. E i vantaggi si estendono anche a medici e infermieri, perchè un ambiente tranquillo riduce di molto il loro burnout”.
“Nel nostro Pronto Soccorso Pediatrico – ricorda il professor Antonio Chiaretti, Direttore del Pronto Soccorso Pediatrico di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, docente di Pediatria Università Cattolica, campus di Roma – stiamo utilizzando, in collaborazione con il dottor Cyril Sahyoun (Urgences Pediatriques – Hòpitaux Universitaires de Genève, HUG), la realtà virtuale completamente immersiva, grazie a un visore donato dalla Onlus Lollo 10, che opera attivamente all’interno del nostro Policlinico. In pratica, al momento dell’esecuzione di una procedura dolorosa, facciamo indossare al bambino un visore in grado di creare un’esperienza immersiva e interattiva, creando ambienti e situazioni rassicuranti, che lo distraggono dall’ambiente che lo circonda. Tale sperimentazione ci permette di eseguire tutta una serie di procedure dolorose (suture di ferite, riduzione di fratture, rimozione di corpi estranei o prelievi) e invasive (esami radiografici e specialistici) nei bambini che accedono al nostro pronto soccorso, senza ricorrere all’uso di farmaci o sedativi per tranquillizzarli. Ovviamente, tale metodica offre molteplici vantaggi, sia in termini di stress parentale e personale, che in termini di risparmio di tempo e di risorse, abbattendo in maniera significativa i tempi di permanenza e di esecuzione di tali procedure nel nostro PS. I primi risultati – conclude il professor Chiaretti – sono davvero sorprendenti, perchè i bambini, quando iniziano a giocare e a interagire con il visore, si estraniano completamente dal mondo esterno; questo permette loro anche di rimuovere l’esperienza traumatica legata alla permanenza in PS e agli operatori sanitari di lavorare senza alcun tipo di stress”.
“Distrarre” i piccoli pazienti è una parola chiave, ben nota da sempre ai pediatri che, tra tutti i medici, si distinguono per il camice pieno di spillette colorate e di penne sormontate da buffi pupazzetti che spuntano dal taschino. E dunque, il visore per un’esperienza immersiva da realtà virtuale è solo un’evoluzione di questo concetto. Che, a giudicare dalle prime esperienze, sembra davvero molto efficace.
La realtà virtuale è costituita da un ambiente artificiale che viene sperimentato dal bambino attraverso stimoli sensoriali (come immagini e suoni) forniti da un computer e in cui le proprie azioni e movimenti determinano, in parte, ciò che accade nell’ambiente circostante. Può essere classificata, in base al livello di isolamento dal mondo reale in: non-immersiva (basata, cioè, su computer o tablet), semi-immersiva (quando si utilizzi un grande schermo 3D), e completamente immersiva (nel caso in cui si utilizzi un display montato su un visore che consente interazioni multiple attraverso più canali sensoriali). In tal modo, la realtà virtuale crea ambienti illusori in cui il senso delle azioni è definito dalle contingenze e dagli stimoli neurosensoriali. L’interazione attiva dei pazienti con il mondo virtuale è necessaria per un’immersione completa; questo fa sì che il bambino si distacchi, temporaneamente, dal mondo reale.
foto ufficio stampa Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS
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Autostrade, al via una nuova fase di progetti dedicati alla guida autonoma

ROMA (ITALPRESS) – La rete di Autostrade per l’Italia è pronta per una nuova fase di progetti dedicati alla guida autonoma. Dopo l’entrata in esercizio dei primi 50 km di Intelligent Roads in A1 tra Firenze Sud e Firenze Nord e sul nodo urbano di Bologna, Aspi ha avviato la sperimentazione di un sistema che consentirà al veicolo di comunicare con l’infrastruttura mantenendo lo stesso livello di guida autonoma, anche in assenza del segnale satellitare. A oggi sono già state effettuate due sperimentazioni: sia in ambiente protetto, sia in un tratto autostradale, più precisamente nella Galleria “Le Croci”, posizionata fra Calenzano e Barberino, un fornice attualmente chiuso per la riqualificazione della tratta. A luglio i test proseguiranno sulla A8 e sulla A26 con la prima sperimentazione della guida autonoma su un tratto aperto al traffico.
I progetti Intelligent Roads rientrano nel Programma “Mercury”, in cui tutte le società del Gruppo sono impegnate nella costruzione e realizzazione del piano dedicato all’innovazione. L’obiettivo è quello di garantire infrastrutture più sicure e partecipare da protagonisti alla rivoluzione che decarbonizzazione, digitalizzazione e nuovi servizi di trasporto stanno apportando a tutti i sistemi di mobilità
Movyon, centro per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Aspi e leader nello sviluppo e nell’integrazione di soluzioni di Intelligent Transport Systems, è in prima linea nell’implementazione di tecnologie che permettono all’infrastruttura di supportare la guida autonoma. Insieme al Politecnico di Milano ha ideato e testato una tecnologia che, basandosi sulla comunicazione wireless tra il veicolo e le antenne RSU (Roadside Unit) già distribuite lungo la rete, permette all’auto di ricevere informazioni utili al posizionamento di precisione e di mantenere il livello di automazione costante lungo il percorso. Durante i test è stata verificata la potenziale capacità dell’auto, opportunamente allestita e supportata dell’infrastruttura, di procedere senza l’intervento del guidatore, potendo così mantenere la guida autonoma di Livello 3 anche in galleria, o comunque in assenza di segnale satellitare.
“Il settore del trasporto su gomma – afferma l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi – sta attraversando una fase di trasformazione e innovazione caratterizzata da numerosi trend in evoluzione: l’elettrificazione dei veicoli, i nuovi servizi digitali di mobilità, la connettività e la guida autonoma. Con sperimentazioni all’avanguardia guardiamo al futuro e diventiamo protagonisti del cambiamento con l’obiettivo di rendere la nostra infrastruttura sempre più sicura, innovativa e connessa. Grazie al programma Mercury, supportiamo lo sviluppo dei veicoli a guida autonoma, lavorando al miglioramento continuo dei livelli di affidabilità e sicurezza”.
“Con la nostra innovazione vogliamo dare un ruolo attivo all’operatore stradale per favorire quella che sarà una grande rivoluzione della mobilità – dice Lorenzo Rossi, amministratore delegato di Movyon -. Stiamo sperimentando nuove soluzioni che supportino i veicoli a guida autonoma attraverso lo sviluppo e l’integrazione di tecnologie avanzate e l’utilizzo dei dispositivi di comunicazione già installati lungo la rete autostradale. È infatti l’infrastruttura che, dotata di sensori e sistemi di monitoraggio per la gestione del traffico e della sicurezza, ha una visione completa e sempre aggiornata della rete stradale e può integrare o ridondare le capacità tecnologiche che i veicoli stanno acquisendo, aumentandone i livelli di affidabilità e favorendone la diffusione”.
Grazie all’utilizzo di sistemi C-ITS è possibile garantire lo scambio continuo di dati tra i mezzi e l’infrastruttura. In questo modo le auto possono comunicare tra loro (V2V o Vehicle to Vehicle) e con la sede autostradale (V2I o Vehicle to Infrastructure) per incrementare la sicurezza e la fluidità del traffico. Nel prossimo futuro lo sviluppo delle infrastrutture sarà fondamentale per rendere la guida autonoma ancora più performante, efficiente, sicura e confortevole. I veicoli potranno comunicare con l’infrastruttura grazie all’innovazione tecnologica che Movyon sta portando sulla rete autostradale e che un domani potrebbe essere estesa anche nei centri urbani. La digitalizzazione della rete stradale consentirà di superare la fase in cui il veicolo raccoglie in autonomia i dati solo grazie ai suoi sensori e consentirà quindi al mezzo di ricevere più informazioni, anche in presenza di condizioni di scarsa visibilità o di ostacoli.

– foto ufficio stampa Autostrade per l’Italia –
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