Hi-Tech & Innovazione

Mit-FS, intesa per accelerare la diffusione delle reti ultraveloci

ROMA (ITALPRESS) – Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane, Luigi Ferraris, hanno firmato il Protocollo d’intesa per favorire la diffusione di reti di nuova generazione, sia in fibra ottica sia in 5G, su tutto il territorio nazionale, valorizzando la capillarità dell’infrastruttura ferroviaria.
Grazie al Protocollo, sulla base dell’Investimento 3.1 della Missione 1, Componente 2 del Pnrr “Reti ultraveloci”, il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio impiega un cofinanziamento, fino al valore massimo complessivo di 550 milioni di euro, per la realizzazione di un backhauling in fibra ottica e di un’infrastruttura radiomobile 5G, di proprietà pubblica, con priorità lungo le tratte ad alta velocità.
Gli obiettivi dell’accordo, della durata di tre anni, sono quindi molteplici: sfruttare la capillarità della rete ferroviaria per posare un cavo a fibre ottiche a uso pubblico, che, con un’estensione fino a 16.000 km, possa favorire lo sviluppo di reti di comunicazione di nuova generazione, fisse e mobili, a beneficio dell’intero sistema Paese, a partire dalle aree dove ancora oggi sussistono problemi di connettività; diffondere reti mobili di nuova generazione lungo le principali linee di comunicazione nazionali e corridoi transeuropei, realizzando un’infrastruttura radiomobile multi-operatore 5G di proprietà pubblica, con priorità lungo le tratte ad alta velocità, in grado di assicurare copertura con continuità, anche nelle tratte in galleria, con servizi 5G, per migliorare logistica, sicurezza e servizi ai passeggeri.
E ancora, contribuire alla realizzazione delle piattaforme digitali necessarie al monitoraggio predittivo delle infrastrutture critiche del Paese, dalla sensoristica ai data-center necessari alla gestione di flussi di dati.
“L’accordo firmato oggi è un tassello importante della Revisione della Strategia sulla Banda Ultra Larga che abbiamo portato nel primo Comitato Interministeriale per la transizione digitale. Con questo Protocollo rafforziamo i processi di digitalizzazione, anche lungo le reti ferroviarie, con l’obiettivo di favorire la diffusione di connettività ad alte prestazioni su tutto il territorio nazionale e nelle zone più periferiche – dice il sottosegretario Butti -. Puntando sulla cooperazione e le sinergie istituzionali rispondiamo concretamente al fabbisogno di connettività veloce del Paese, valorizzando le reti di connessione esistenti, semplificando l’accessibilità dei servizi digitali e migliorando, così, la qualità della vita di tutti i cittadini”
Per Salvini “si tratta di un importante passo avanti nella digitalizzazione del Paese e rappresenta un volano per l’economia, lo sviluppo, i collegamenti. Il Protocollo d’intesa firmato favorirà la diffusione di reti di nuova generazione, sia in fibra ottica sia in 5G, su tutto il territorio nazionale, non solo valorizzando l’infrastruttura ferroviaria ma anche a favore di tutti i cittadini. Ritengo che superare il digital divide e implementare le reti infrastrutturali sia un tassello necessario per la competitività dell’Italia”.
“Il protocollo di oggi è un atto importante per rispondere alle esigenze di connettività ultraveloce – sottolinea Urso -. Con la rete capillare di Ferrovie dello Stato potenzieremo in modo significativo la copertura sia in fibra ottica che in 5G nelle aree meno connesse, rendendo così sempre più competitive tutte le zone del nostro Paese, al servizio di cittadini e imprese”.
“Sono molto soddisfatto di questo accordo che vede il nostro progetto Gigabit Rail & Road entrare a far parte del più ampio disegno nazionale di trasformazione digitale promosso dal Governo – commenta l’ad di Ferrovie, Ferraris -. La capillarità della nostra rete ferroviaria ci permetterà di portare la fibra ottica in aree oggi poco o per niente coperte, per migliorare la connettività e diventare così un fattore abilitante di molteplici processi di digitalizzazione. A beneficio dei nostri viaggiatori, ma anche di imprese, cittadini e, non ultimo, di un più efficace monitoraggio delle nostre infrastrutture ferroviarie e stradali, che per circa 12mila km camminano a poca distanza tra loro”.

– foto ufficio stampa Mit –
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Con Immersive Trial Bicocca si rivivono i grandi processi internazionali

MILANO (ITALPRESS) – Confrontarsi e interagire con il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia a L’Aja, rivivendo i principali snodi del processo Milosevic ed elaborando una sentenza che nella realtà non venne mai pronunciata per la morte dell’imputato. Approfondire le questioni di diritto internazionale sollevate dalla costruzione del muro tra Israele e la West Bank (Cisgiordania occupata), consultando ed esaminando documenti e fonti che condussero due diversi organi giudiziari a conclusioni differenti. Interrogare i protagonisti di alcuni casi di razzismo al centro di recenti pronunce della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, addentrandosi nei confini tra libertà d’espressione e discorsi d’odio nel contesto americano.
Sono alcune delle esperienze interattive offerte ai giuristi del terzo millennio da “Immersive Trial Bicocca”, la nuova piattaforma didattica digitale progettata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Milano-Bicocca, grazie ai fondi del Progetto di Eccellenza, presentata oggi all’Auditorium “Guido Martinotti”, nell’ambito degli eventi previsti per celebrare il Venticinquesimo dell’Ateneo, alla presenza della rettrice, Giovanna Iannantuoni, della direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza, Natascia Marchei e di noti studiosi nazionali e internazionali.
“Immersive Trial Bicocca” è un format di educazione immersiva basato sulla ricostruzione, virtuale e interattiva, in italiano e inglese, di tre processi storici di rilevanza internazionale della storia del diritto. La simulazione 3D dei tribunali, la riproposizione del contesto storico e giuridico e del ruolo dei diversi protagonisti offre a docenti e studenti una esperienza innovativa di apprendimento, alla scoperta dei principi e dei diritti fondamentali propri di ogni ordinamento giuridico. Si tratta di un percorso didattico frutto della collaborazione dei massimi esperti nazionali e internazionali dei processi esaminati, che hanno messo a disposizione le loro competenze, oltre che le fonti e i documenti originali.
Per ottenere una descrizione quanto più accurata di ciascun processo, il percorso ideato lascia la parola ai personaggi che lo hanno vissuto. Diventa così possibile osservare giudici, imputati, testimoni, siano essi diplomatici e alti ufficiali, politici o semplici cittadini, testimoni oculari dei crimini di cui si occupano i processi in esame. Questo speciale percorso didattico consente di acquisire un singolare punto di osservazione da cui è possibile cogliere, contemporaneamente, gli aspetti giuridici, processuali, storici e, anche, umani di vicende ancora oggi attualissime. Le studentesse e gli studenti di Giurisprudenza che usufruiranno dei contenuti multimediali della piattaforma “entreranno” nelle aule dei tribunali, ascolteranno la viva voce degli “interpreti”, decideranno e sceglieranno quali temi approfondire, accederanno a fonti e documenti, operando in autonomia o sotto la guida di docenti.
La piattaforma potrà essere utilizzata per lezioni accademiche e per attività di orientamento delle scuole superiori; nelle aule tradizionali o nell’Aula Tribunale del Dipartimento di Giurisprudenza, dotata dei più innovativi sistemi audio-video e fedele riproduzione di una vera aula di tribunale, la prima di questo genere ad essere inaugurata in Italia.
I tre casi esaminati riguardano: 1. Il processo a Slobodan Milosevic, chiamato a rispondere di fronte al Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia dei crimini e delle efferatezze compiuti negli anni Novanta nei Balcani (responsabile scientifico, il professore di Diritto internazionale dell’Università di Milano-Bicocca, Maurizio Arcari).
2. Il processo svoltosi sia davanti alla Corte internazionale di giustizia che alla Corte Suprema di Israele nel 2004 riguardo ai territori occupati e, più specificamente, per la costruzione di un muro tra Israele e la West Bank (Cisgiordania occupata) (ricostruito da David Kretzmer, professore emerito di Diritto internazionale all’Università Ebraica di Gerusalemme).
Un processo davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti agli inizi degli anni Novanta, e alcuni altri correlati, riguardante la lotta contro il razzismo e i discorsi d’odio a partire da un caso di “cross burning” (a cura di Paolo Carozza, professore alla Law School della Università di Notre Dame).

– foto ufficio stampa Università Milano-Bicocca –
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Un polso realizzato con una stampante 3D salva la mano di una neo-mamma

ROMA (ITALPRESS) – Eccezionale intervento effettuato al Gemelli dall’èquipe del professor Giulio Maccauro, direttore della UOC di Ortopedia. Salvata la mano destra di una donna affetta da un tumore raro del polso, grazie all’impianto di una protesi costruita su misura con una stampante 3D da un’azienda italiana, con le indicazioni degli ortopedici del Policlinico Gemelli. La giovane donna, diventata da poco mamma, sta bene e muove tutte le dita della mano. E’ il primo intervento di questo tipo effettuato al mondo e rappresenta un eccellente esempio di chirurgia personalizzata.
E’ una paziente di 39 anni ed è stata già sottoposta a diversi interventi ortopedici per il trattamento di un tumore raro che le aveva completamente distrutto l’articolazione del polso destro. La donna ha riacquistato l’uso della mano destra e scongiurato il pericolo di un’amputazione grazie a un complesso intervento chirurgico che rappresenta anche un ‘first’ assoluto a livello mondiale.
La paziente è stata sottoposta a resezione e ricostruzione del polso con stabilizzazione radio-metacarpica, grazie al posizionamento di protesi prodotta ‘su misurà per lei con una stampante 3D.
L’intervento è stato effettuato da un’èquipe altamente specializzata diretta dal professor Giulio Maccauro, direttore della UOC di Ortopedia di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Ortopedia presso l’Università Cattolica, campus di Roma. Insieme a lui, anche il professor Antonio Ziranu, responsabile della UOSD di Traumatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina – Gemelli Isola e ricercatore di ortopedia presso l’Università Cattolica, la dottoressa Elisabetta Pataia, chirurgo orto-plastico (chirurgo plastico ‘dedicatò all’ortopedia) e il dottorando Camillo Fulchignoni chirurgo della mano entrambi in forze al Policlinico Gemelli.
Sono i ‘pionierì di una procedura che inaugura un nuovo filone della medicina personalizzata e apre nuova e interessanti prospettive nella chirurgia ortopedica.
“L’impiego di una protesi 3D personalizzata – spiega il professor Maccauro – ci ha consentito di adattare l’intervento alle specifiche esigenze della paziente, garantendo un’accurata riproduzione anatomica e un elevato grado di funzionalità. La ricostruzione del polso con la stabilizzazione radio-metacarpica rappresenta un notevole progresso nel ripristino delle capacità motorie e nella qualità di vita della paziente”.
Ed è un intervento che ha un valore aggiunto particolare per una donna che è appena diventata mamma di una bambina; i chirurghi hanno atteso che finisse il periodo di allattamento per intervenire. La paziente è affetta da tumore a cellule giganti, un tumore raro (e la localizzazione al polso è una rarità nella rarità) localmente aggressivo e recidivato più volte, fino a comprometterle del tutto l’articolazione.
Era necessario, per salvarle la mano, sostituire il polso con una protesi. Ma non esistono protesi ‘industrialì (cioè già pronte) per questa parte del corpo (come accade invece per l’anca o per il ginocchio). “Per questo – aggiunge il professor Maccauro – abbiamo contatto un’azienda italiana, la Adler-Ortho, specializzata nella progettazione e produzione di protesi articolari che, partendo dalla TAC della paziente e seguendo le nostre indicazioni, ha realizzato al computer un prototipo, stampato 3D in plastica; lo abbiamo esaminato, chiesto di fare alcune modifiche e a quel punto è stata ‘stampatà la protesi definitiva in cronocobalto e titanio. Per l’intervento è stato necessario effettuare un doppio accesso – prosegue il professor Maccauro – dalla parte dorsale e dalla parte volare (inferiore) del polso, per liberare e mettere in sicurezza i vasi, i nervi e i tendini flessori ed estensori della mano. Successivamente abbiamo effettuato una resezione ossea prossimale dell’avambraccio e una resezione distale alla base dei metacarpi, che sono le ossa sulle quali si articolano le dita delle mani. Da ultimo abbiamo posizionato questa protesi, che consente di conservare il movimento delle dita”.
La paziente sta bene, è già tornata a casa e sta proseguendo le sedute di riabilitazione alla mano. Con la sua storia, ha contribuito a scrivere una nuova pagina nella storia della chirurgia ortopedica. Ma, come mamma, a lei forse importa di più poter continuare ad accarezzare e prendere in braccio sua figlia, con quella mano che aveva ormai dato per persa.

– foto ufficio stampa Policlinico Gemelli –
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Sace, con “Eureka” si aggiudica la Call for Proposals 2022 di Bankitalia

MILANO (ITALPRESS) – Sace si aggiudica la Call for Proposals 2022, iniziativa promossa dal Milano Hub della Banca d’Italia, con il progetto Eureka (EURopean Export blocK-chain Aggregator) ideato nell’ambito dell’Innovation Lab del Gruppo Sace, vero e proprio hub di innovazione, gruppo di lavoro multifunzionale e trasversale coordinato dalla funzione Customer Centricty & Product Design.
La crescita sostenibile delle esportazioni e l’internazionalizzazione delle imprese italiane è di vitale importanza per la salute del nostro Sistema Paese e la valorizzazione del Made in Italy. Nella situazione di stabile fragilità che stiamo vivendo, diventa sempre più strategico mettere in sicurezza le catene di approvvigionamento e fornitura attraverso soluzioni innovative, che permettano di gestire efficientemente e in sicurezza la liquidità e ridurre al minimo i rischi operativi.
Per questo motivo, l’Innovation Lab di Sace con Eureka si è posto l’obiettivo di sviluppare una soluzione in grado di favorire la collaborazione dei diversi attori coinvolti nelle operazioni commerciali internazionali, che consentisse l’accesso a soluzioni assicurative-finanziarie in grado di sostenere in sicurezza le potenzialità dell’export delle aziende Italiane, in particolare le PMI.
“Il progetto EUREKA è uno dei primi risultati delle sperimentazioni già avviate dall’Innovation Lab di Sace che riguardano il mondo fintech, i flussi di blockchain e il metaverso – ha detto Francesco Salzano, Head of Customer Centricity & Product Design Sace -. Il suo successo conferma l’impegno di Sace per l’innovazione e la digitalizzazione, in linea con il nostro Piano Industriale INSIEME 2025, in un contesto in cui diventa sempre più importante identificare soluzioni a tutela delle aziende che operano nel mercato globale”.
In dettaglio, grazie alla tecnologia blockchain, il progetto Eureka prevede l’utilizzo dei registri distribuiti come strumenti di raccolta e condivisione delle informazioni generate lungo il ciclo di vita di una transazione commerciale internazionale, dalla fase di negoziazione fino alla gestione degli strumenti assicurativi, attraverso un’unica open platform in cui i documenti e gli asset commerciali vengono digitalizzati, così da avere una visione univoca grazie alle caratteristiche di condivisione, trasparenza, immutabilità e sicurezza dei dati che caratterizza il sistema blockchain.
I progetti selezionati saranno supportati nelle successive fasi di sviluppo dal know how specifico di Banca d’Italia in materia bancaria, finanziaria e assicurativa e in specifici ambiti tematici legati agli stessi progetti. La proposta di Sace entra così in una fase di accelerazione e sviluppo di sei mesi prima di entrare nell’open platform che integra i servizi assicurativi-finanziari di Sace con un ventaglio di soluzioni a supporto del business che coinvolge tutti gli attori del Sistema Paese, dagli stakeholders fino alle imprese.

– foto ufficio stampa Sace –
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Brevetti, nel 2022 Italia da record in Europa

ROMA (ITALPRESS) – Italia da record nel 2022 per le domande di brevetto pubblicate dall’EPO (European Patent Office): l’anno scorso sono state 4.773, 218 in più di quelle del 2021, con una crescita del 5%. Come emerge dall’analisi effettuata da Unioncamere e Dintec, dal 2016 l’aumento delle domande italiane di brevetto europeo è risultato pressochè continuo, con una variazione del 33% tra il 2015 e il 2022, quando il nostro Paese ha raggiunto il miglior risultato del decennio, mantenendo così la quinta posizione per capacità inventiva nell’EPO tra i paesi UE e l’undicesima tra tutti i paesi del mondo.
Tra il 2021 e il 2022 la crescita delle domande pubblicate dall’EPO è stata trainata dalle attività di ricerca, sviluppo e innovazione nel Nord-Est e nel Mezzogiorno (rispettivamente, +6% e +29%). Nella prima macroarea le regioni più dinamiche sono risultate il Friuli-Venezia Giulia (+21%) e il Trentino-Alto Adige (+12%); nella seconda l’Abruzzo (+93%), la Campania (+46%) e la Puglia (+14%).

Nelle altre grandi circoscrizioni del Paese, le variazioni più significative nel numero delle domande si sono registrate in Liguria (+28%) e in Umbria (+57%).
A sorpresa, la provincia che l’anno scorso ha messo a segno una crescita straordinaria è quella di Chieti, che registra 63 domande pubblicate dall’EPO (47 in più rispetto alle 16 del 2021). Un risultato davvero lusinghiero, che stacca anche quello eccellente di Bologna (+38), Milano (+25) e di Bolzano e Pordenone (+22).
Nel lungo periodo che va dal 2008 al 2022 le domande di brevetto europeo dell’Italia sono state 61.253 in tutto; di queste 10.131, quasi il 17%, hanno origine nella provincia di Milano.
“L’Italia sta facendo bene sul fronte dell’innovazione.
Probabilmente anche per effetto delle misure previste dal PNRR, le nostre imprese stanno accelerando”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.

“Il dinamismo dimostrato da Milano negli anni, del resto, conferma la bontà della scelta di assegnare alla città la sede del Tribunale dei brevetti europeo – aggiunge -. E’ un giusto riconoscimento alla capacità di tutte le aziende e i centri di ricerca del territorio”.
Con 726 domande nel 2022, Milano si conferma la regina del Paese per il numero delle nuove invenzioni brevettate in Europa.
Seguono le province di Torino e Bologna, entrambe con 314 domande di brevetto l’anno scorso, quindi Roma (252), Treviso (198), Vicenza (174) e Monza Brianza (172). La Capitale è l’unica provincia del Centro che entra nella lista delle Top Ten; nel loro insieme, con 2.595 domande, le prime dieci concentrano il 54% delle domande complessive.
Nelle prime 20 posizioni, che concentrano il 73% delle domande pubblicate nel 2022 (3.469), e sono saldamente occupate da province del Nord, troviamo anche Firenze (dodicesima), Pisa (sedicesima) e Napoli (ventesima).
L’anno scorso l’88% delle domande pubblicate (4.188) proviene dalle imprese, il 5% dagli Enti di ricerca e dalle Università, e il restante 7% dagli inventori privati.
Ed è proprio lo sviluppo delle capacità innovative delle imprese a fare la differenza: i brevetti provenienti dal settore produttivo sono cresciuti del 7% rispetto al 2021, segno di una forte accelerazione sul fronte dell’innovazione radicale dei prodotti.
Le tecnologie della meccanica e dei mezzi di trasporto continuano a fare la parte da leone del Made in Italy: le domande di brevetto europeo in questi settori tecnologici sono 1.910 nel 2022, il 40% del totale, e crescono considerevolmente (+124 rispetto al 2021, con un aumento del 7%).
Rispetto all’anno precedente, aumentano anche le domande di brevetto sulle nuove tecnologie di strumentazione e controllo (+76, con una crescita del 12%). e quelle relative all’elettricità e all’elettronica (+68, con una crescita del 14%).
Guardando alle domande italiane nell’ambito delle Key Enabling Technologies (KET), che, per la loro applicazione ad un gran numero di attività produttive sono fondamentali per la competitività delle imprese, con un totale di 985 pubblicazioni dell’EPO, esse hanno raggiunto il 21% del totale, con un aumento dell’8% rispetto al 2021.
Con 752 domande, quelle della manifattura avanzata rappresentano oltre il 76% delle KET, tanto che “spiegano” tutto il loro aumento in valore assoluto rispetto al 2021 (+76, con una crescita dell’11%).
Le domande italiane di brevetti con tecnologie green aumentano invece del 23% rispetto al 2021; il 29% di queste domande fa riferimento a quelle per la gestione e il trattamento dei rifiuti, cresciute del 22% l’anno scorso.
Le altre tecnologie verdi che hanno manifestato una dinamica notevole sono quelle per le energie alternative (+72%) e quelle relative al design dei prodotti (+66%).

– foto ufficio stampa Unioncamere-Anpal –
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Accordo Tim-Cnr per favorire lo sviluppo delle città del futuro

ROMA (ITALPRESS) – Tim e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) hanno siglato un accordo di collaborazione per lo sviluppo di attività di ricerca scientifica e di progetti congiunti nell’ambito Urban Intelligence e Smart City. L’accordo quadro, di durata quadriennale e rinnovabile, è stato firmato da Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, e da Elio Schiavo, Chief Enterprise & Innovative Solutions Officer di Tim.
“La crescente urbanizzazione e la concentrazione della popolazione nelle città, in combinazione con la diminuzione delle risorse disponibili e con gli effetti dei cambiamenti climatici, richiedono politiche di gestione intelligenti dell’eco-sistema urbano – ha detto Carrozza -. Il progetto Urban Intelligence del Cnr intende fornire alle governance urbane gli strumenti digitali per affrontare le sfide a cui queste sono chiamate, anche per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Agenda ONU 2030: politiche urbane per l’accesso a infrastrutture e servizi sociali, alloggio, istruzione, assistenza sanitaria, attività ricreative, mobilità e un ambiente sicuro”.
“La collaborazione con TIM e la possibilità di utilizzare i dati raccolti nella piattaforma TIM Urban Genius consentirà al Cnr di sviluppare simulatori che possono migliorare la gestione in termini di efficienza e resilienza dei tessuti urbani”, ha aggiunto.
“Questo accordo è per noi importante perchè le Smart City sono al centro della nostra strategia. Alle amministrazioni locali offriamo le nostre tecnologie e competenze per consentire loro di progettare le città del futuro e raggiungere importanti obiettivi di sviluppo economico, controllo dei costi e processi sul territorio più efficienti. Siamo orgogliosi di collaborare con il Cnr per creare una partnership che metta a fattor comune le nostre eccellenze nella ricerca per raccogliere ed elaborare innumerevoli dati. Tutto questo grazie a infrastrutture e piattaforme digitali all’avanguardia e per rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese”, ha sottolineato Schiavo.
La cooperazione avrà tra gli obiettivi l’individuazione e lo sviluppo di programmi di ricerca, formazione, trasferimento tecnologico e altre iniziative comuni nel settore della Urban Intelligence e Smart City.
L’accordo fa seguito alla collaborazione già sperimentata con successo in occasione della recente ‘TIM Smart City Challengè, iniziativa di scouting per favorire la crescita dell’ecosistema Smart City italiano che ha coinvolto oltre 170 startup, scaleup e aziende innovative che hanno presentato soluzioni per rendere le città sempre più intelligenti, sicure e sostenibili, attraverso applicazioni integrabili nella piattaforma di intelligenza urbana TIM Urban Genius.
I programmi e le iniziative messe in campo riguarderanno principalmente il rafforzamento del Laboratorio Virtuale Urban Intelligence del Cnr attraverso nuove sinergie di ricerca con soggetti privati e la collaborazione scientifica sul tema anche tramite attività congiunte.
Un ambito di cooperazione sarà quello relativo al ‘Gemello Digitale delle Città’, il progetto che utilizza sistemi digitali integrati, sensoristica diffusa e tecniche di predictive analytics per replicare virtualmente la città e i suoi sistemi, con l’obiettivo di individuare un nuovo modello di pianificazione e gestione urbana.

– foto ufficio stampa Cnr –
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Nasce “Hugs not Drugs”, l’app contro l’uso di droga tra i minori

ROMA (ITALPRESS) – Combattere e prevenire l’uso di droghe tra i minori anche grazie alla tecnologia. E’ questo l’obiettivo dell’app Hugs not Drugs, lanciata dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori e realizzata in collaborazione con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, nell’ambito dell’Accordo di collaborazione interistituzionale, e relativo progetto esecutivo ICARUS, sottoscritto tra la stessa Direzione Antidroga e il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Secondo i dati della Relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze del DPA, in Italia, nel 2021, sono stati 621 mila i ragazzi tra i 15 e i 19 anni ad aver utilizzato almeno una volta, nel corso della propria vita, una sostanza illegale tra cannabis, cocaina, stimolanti, allucinogeni e oppiacei.
L’app Hugs not Drugs punta in primis a contrastare la diffusione dell’uso delle sostanze stupefacenti attraverso un’informazione autorevole, che – con dati scientifici – sia capace di contrastare i luoghi comuni e i tanti messaggi fuorvianti ed infondati presenti oggigiorno sulla rete. Uno strumento digitale, familiare ai giovani, che potrà essere utilizzato sia dai ragazzi che dagli adulti (docenti e genitori) per approfondire l’argomento con l’ausilio di contenuti e video informativi e un test di autovalutazione finale.
L’app offre inoltre la opportunità di consultare un elenco aggiornato e geolocalizzato, su tutto il territorio nazionale, delle comunità terapeutiche e dei SerD (Servizi per le Dipendenze) e la possibilità di inviare, in caso di necessità, una richiesta di aiuto che sarà gestita da personale esperto.
“Rendere i giovani più consapevoli degli effetti delle droghe sulla loro salute e delle conseguenze legali connesse al loro utilizzo può rappresentare un efficace fattore preventivo, dissuasivo e di protezione”, dice il direttore centrale per i Servizi Antidroga, Generale Antonino Maggiore.
“Purtroppo, siamo di fronte ad una vera e propria emergenza. L’utilizzo di sostanze proibite tra i minori è sempre più diffuso, questo in parte per modelli errati che vengono proposti loro, che mostrano le droghe come qualcosa di divertente, in parte perchè chi vende questi prodotti non verifica l’età di chi li acquista – commenta Antonio Affinita, direttore generale del MOIGE – Spesso i ragazzi si avvicinano alle droghe senza comprenderne davvero i rischi, per desiderio di accettazione, per noia o per ribellione. Renderli consapevoli dei rischi reali che corrono può aiutarci a fermare questo fenomeno”.
“Abbiamo scelto di lanciare quest’app perchè sappiamo essere uno strumento familiare ai giovani. Oggi tutti possiedono un proprio smartphone, su cui hanno installato decine di applicazioni. Vogliamo usare linguaggi a loro chiari e familiari, parlare la loro lingua, per avvicinarli in modo consapevole al problema”, conclude.
L’app è disponibile su google store e apple store rispettivamente per sistema operativo, Android e iOS.

– foto agenziafotogramma.it –
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Sparkle, con BlueMed Palermo si conferma hub internet nel Mediterraneo

PALERMO (ITALPRESS) – Il cavo sottomarino BlueMed approda a Palermo, per il completamento della posa del tratto tirrenico dell’infrastruttura tra Genova, Golfo Aranci, Pomezia e Palermo. Ad annunciarlo è Sparkle nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina nel capoluogo siciliano, alla presenza di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, dell’ambasciatore Riccardo Guariglia, Segretario Generale del MAECI, e di Enrico Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle.
BlueMed è il nuovo cavo di Sparkle che collegherà l’Italia con la Francia, la Grecia e vari paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Il cavo, è stato spiegato, fa parte del progetto Blue Submarine Cable System, realizzato in partnership con Google e altri operatori. Con quattro coppie di fibre e una capacità trasmissiva iniziale di oltre 25 Terabit al secondo (Tbps) per coppia, BlueMed offrirà collegamenti Internet ad alta velocità e soluzioni di connettività ad alte prestazioni a Internet Service Provider (ISP), carrier, operatori di telecomunicazioni, fornitori di contenuti, imprese e istituzioni, per supportare il crescente fabbisogno di connettività e l’evoluzione digitale dei paesi collegati.
La posa è iniziata a gennaio con la diramazione in Sardegna (Golfo Aranci) ed è proseguita tra febbraio e marzo con l’approdo a Pomezia, sul litorale romano, e a Genova. Dal capoluogo ligure, il cavo prosegue verso sud fino a Palermo da cui procederà attraverso lo Stretto di Messina nel Mar Mediterraneo fino al Mar Rosso. Il primo tratto Genova-Golfo Aranci-Pomezia-Palermo sarà operativo già a partire da fine maggio, mentre in autunno verrà completata anche l’ulteriore estensione verso la Corsica a Bastia.
Dal punto di approdo a Palermo, è stato reso nota, il cavo raggiungerà il data center neutrale Sicily Hub, cuore tecnologico e intelligenza della rete Sparkle, il più efficace punto di scambio per il traffico Internet nel Mediterraneo grazie alla prossimità con l’Africa e il Medioriente – fra le aree del mondo a maggiore crescita nell’utilizzo delle comunicazioni digitali – e al collegamento con tutti i cavi internazionali che atterrano in Sicilia. Con la piena integrazione di BlueMed, il Sicily Hub rafforza il suo ruolo di ecosistema digitale nel Mediterraneo dove convergono reti di telecomunicazione e fornitori di contenuti “over the top” (media, gaming, e-commerce e social network), a beneficio dell’esperienza di navigazione degli utenti.
Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, ha commentato: “Il cavo sottomarino BlueMed rappresenta uno strumento tecnologico all’avanguardia a livello mondiale e questa infrastruttura farà di Palermo un hub internet di riferimento internazionale. Avere a disposizione BlueMed significa davvero far diventare Palermo e la Sicilia un centro nevralgico per i Paesi del Mediterraneo per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e l’evoluzione digitale. Per questa ragione, ringrazio Sparkle, operatore globale del Gruppo Tim, per l’importante e strategico investimento fatto su Palermo e la Sicilia, convinto che questa infrastruttura potrà offrire un sensibile miglioramento dei servizi internet sia per i cittadini, sia per gli operatori delle telecomunicazioni, le imprese e le istituzioni”.
Enrico Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle, ha dichiarato: “Con l’approdo di BlueMed a Palermo completiamo la posa del tratto tirrenico di un’infrastruttura digitale fra le più avanzate al mondo e rafforziamo nel contempo la centralità della Sicilia nel sistema Internet globale” e ha aggiunto: “Grazie a BlueMed, il Sicily Hub di Palermo è destinato a un’ulteriore espansione e crescita, confermandosi come asset strategico nella digitalizzazione del Paese e snodo fondamentale del traffico dati nella regione mediterranea”.
La centralità della Sicilia per Sparkle si riflette anche in attività di formazione sul territorio, è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa. L’esempio più recente è la partecipazione come Main Partner per la Sicilia a “YEP – Young Women Empowerment Program” della Fondazione Ortygia dedicato allo sviluppo professionale delle studentesse degli atenei siciliani.
Inoltre, al fine di stimolare la ricerca e promuovere la conoscenza delle infrastrutture sottomarine di comunicazione digitale, Sparkle annuncia oggi la prima edizione dello “Sparkle Dissertation Award” con cui intende premiare tesi di laurea magistrale di studenti della Università degli Studi di Palermo che offrano un contributo originale all’evoluzione del settore.
foto ufficio stampa Sparkle
(ITALPRESS).