Hi-Tech & Innovazione

Pmi, Mazzetti “Con l’uso dei social network ricavi in rialzo del 20%”

ROMA (ITALPRESS) – Le Piccole e Medie Imprese devono accelerare il processo di digitalizzazione per creare maggiori opportunità di business. Lo ha ribadito Angelo Mazzetti, direttore delle Relazioni istituzionali di Meta, il gruppo che possiede tra l’altro Facebook, in un’intervista all’agenzia Italpress.
“Il valore del digitale per le piccole e medie imprese credo sia stato percepito in maniera più forte nel corso di questi ultimi due anni di pandemia, il digitale ha permesso loro di continuare il loro business, di dare continuità alle loro attività”, ha detto Mazzetti. “Sono diversi i vantaggi che il digitale porta alle piccole e medie imprese. La cosa più importante da sottolineare è che le Pmi che usano il digitale sono più redditizie di circa il 26%, quelle che utilizzano i social network riescono ad accelerare questo processo”, ha proseguito. Entrando nello specifico, Mazzetti ha ricordato che l’utilizzo dei social network porta ad “un aumento dei ricavi, le aziende che utilizzano i social network hanno avuto un aumento dei ricavi di circa il 20%, alla crescita del portfolio di clienti, i social network rappresentano un primo punto di accesso per la comprensione del valore del loro business del digitale”.
Inoltre “possono essere una chiave importante per velocizzare il processo di sviluppo della digitalizzazione, sono il primo punto di accesso per le imprese, ma non possono essere l’unica risposta, occorre infatti sviluppare e investire sulle competenze del digitale”.
Mazzetti ha parlato di una nuova realtà che si sta consolidando nel mondo di Internet, il metaverso: “Non è una realtà parallela, è il futuro di Internet, è il prossimo capitolo, rappresenta una serie di nuove tecnologie immersive che ci danno la possibilità di vivere le nostre imprese digitali in modo migliore – ha concluso -. Ci aspettiamo che nei prossimi anni questo porterà un vantaggio economico per il commercio digitale e ci aspettiamo anche la creazione di nuovi modelli di business”.
Tra i settori più presenti nel metaverso, Mazzetti ha citato “il gaming”, ma ci sono delle opportunità importanti “per il lavoro da remoto, per la formazione e la sanità”.
Sul fronte della privacy, “siamo in attesa di un nuovo accordo tra la Commissione Europea e gli Stati Uniti per la condivisione e il trasferimento dei dati transatlantici, noi ci auguriamo che arrivi al più presto perchè questa è la base che sostiene il commercio tra le imprese delle due sponde dell’Atlantico”.

– foto Italpress –

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Xiaomi, Lunardelli “Pronti al mercato delle auto elettriche nel 2024”

ROMA (ITALPRESS) – “Xiaomi è arrivata in Italia nel 2018 e stiamo riscontrando una crescita molto importante: a livello nazionale stiamo stabilmente tra la seconda e terza posizione per la vendita di smartphone”. Lo afferma in un’intervista all’Italpress Davide Lunardelli, Head of Marketing di Xiaomi Italia. La multinazionale cinese fondata nel 2010 dopo gli smartphone punta a diversificare la produzione puntando tra l’altro al mercato delle auto elettriche, dei laptop e dei monopattini. “I veicoli elettrici sono un punto importantissimo che mancava all’azienda e che stiamo affrontando in maniera molto seria con un investimento di 10 miliardi di dollari nei prossimi anni, con l’idea concreta di arrivare nel mercato nel 2024”, spiega Lunardelli. In merito invece alla scarsa reperibilità delle materie prime necessarie per produrre gli smartphone, il responsabile del marketing di Xiaomi Italia afferma che “c’è un rallentamento sugli approvvigionamenti, ma proprio per questo – aggiunge – un ruolo importante lo riveste la diversificazione e la ricerca di nuovi materiali”.
“E’ una situazione che interessa tutte le aziende del settore a livello globale e chiaramente impatta anche noi. La fortuna che abbiamo rispetto alle altre aziende è data proprio dalla diversificazione che abbiamo messo in campo a livello di tipologia di prodotti, ovvero smartphone che non si concentrano solo sul rapporto qualità-prezzo come agli inizi, con prodotti di fascia bassa, ma siamo andati ad abbracciare tutte le categorie di prezzo, e poi tanti altri prodotti che fanno parte di quello che noi chiamiamo ecosistema smart”, aggiunge.
Per entrare nel Metaverso che smartphone serviranno? “Forse non servirà più un rettangolo di vetro – risponde Lunardelli -. Con questa nuova tecnologia comunicheremo in modo diverso, e noi produttori possiamo imparare per poi immaginare quello che sarà il device del futuro. Ci siamo anche forse un pò annoiati di questo rettangolo, che è molto funzionale ed ha influenzato la produzione mediatica perchè si possono creare video in verticale, ma probabilmente non sarà più così in futuro, e quello che può darci la svolta sarà immaginare un modo nuovo di vestire la comunicazione”.
Sul fronte della sostenibilità Lunardelli spiega che Xiaomi ha messo in campo diverse iniziative. “L’anno scorso – ricorda – abbiamo riciclato un quantitativo importante di componenti elettronici e rimesso in commercio determinate componentistiche. I chip per esempio sono componenti che si possono recuperare e rimettere in commercio creando un circolo virtuoso per non sprecare”.

– foto Italpress –

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Wireless ottico, in un chip la nuova frontiera per dispositivi portatili

MILANO (ITALPRESS) – Uno studio del Politecnico di Milano, condotto insieme all’Università di Stanford, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e all’Università di Glasgow e pubblicato dalla prestigiosa rivista Light: Science & Applications, ha trovato il modo di separare e distinguere fasci ottici anche se sono sovrapposti e se la forma con cui arrivano a destinazione è drasticamente cambiata e ignota. A rendere possibile questa operazione è un processore fotonico programmabile realizzato su un chip di silicio di soli 5 mm2. Il processore realizzato è in grado di ricevere tutti i fasci ottici attraverso una moltitudine di microscopiche antenne ottiche integrate sul chip stesso, di manipolarli attraverso una rete di interferometri integrati e di separarli su fibre ottiche distinte, eliminando l’interferenza mutua. Questo dispositivo permette di gestire quantità di informazione di oltre 5000 GHz, almeno 100 volte maggiore degli attuali sistemi wireless ad alta capacità.
In maniera analoga rispetto a quanto avviene nelle fibre ottiche, anche nello spazio libero la luce può viaggiare sotto forma di fasci aventi forme diverse, detti “modi”, e ciascuno di questi modi può trasportare un flusso di informazione. Generare, manipolare e ricevere più modi significa quindi trasmettere più informazione. Il problema è che lo spazio libero è per la luce un ambiente molto più ostile, variabile e imprevedibile di una fibra ottica. Ostacoli, agenti atmosferici o più semplicemente il vento incontrato lungo il percorso, possono modificare la forma dei fasci di luce, mescolarli e renderli a prima vista irriconoscibili e inutilizzabili.
“Una peculiarità del nostro processore fotonico è che può autoconfigurarsi molto semplicemente, senza necessità di complesse tecniche di controllo. Questo consente la scalabilità a nuove versioni del dispositivo, in grado di gestire molti fasci contemporaneamente, aumentando ulteriormente la capacità di trasmissione. Inoltre è in grado di adattarsi in tempo reale per compensare effetti introdotti da ostacoli in movimento o turbolenze atmosferiche, permettendo di instaurare e mantenere collegamenti ottici sempre ottimali”, afferma Francesco Morichetti responsabile del Photonic Devices Lab del Politecnico di Milano.
“Molteplici sono le applicazioni in altri ambiti che richiedono un’elaborazione avanzata dei fasci ottici, tra cui sistemi di posizionamento e localizzazione ad elevata precisione per veicoli a guida autonoma, sensoristica e riconoscimento di oggetti a distanza, dispositivi portatili e indossabili per la realtà aumentata e nuove tecniche di indagine per applicazioni biomedicali. Si tratta di aree di ricerca di grande interesse in cui il Politecnico di Milano partecipa con ruoli di primo piano all’interno di progetti europei e in collaborazione con industrie del settore”, aggiunge Andrea Melloni, direttore di Polifab, il centro di micro e nanotecnologie del Politecnico di Milano.
“La capacità di gestire immensi flussi di informazioni su chips miniaturizzati è una peculiarità della fotonica integrata. La ricerca in questo campo viene condotta dalla Scuola Sant’Anna in sinergia con l’infrastruttura Inphotec e con altri centri di ricerca italiani, tra cui Polifab. Questa sinergia colloca l’Italia in una posizione di leadership sulle tecnologie fotoniche per comunicazione, sensoristica e biomedicale”, sottolinea Marc Sorel, docente di Elettronica dell’Istituto TeCIP (Telecommunications, Computer Engineering, and Photonics Institute) della Scuola Superiore Sant’Anna, che ha partecipato alla ricerca.
Comunicare sempre, ovunque, con chiunque e qualsiasi cosa è diventata un’imprescindibile necessità della nostra società e della nostra stessa esistenza. Per poter scambiare informazione in ogni situazione, mentre si è in auto, si fa sport o si è in punti remoti del pianeta, la modalità più naturale e flessibile è utilizzare dispositivi che comunicano senza cavi attraverso lo spazio libero, il wireless, appunto. Come per le trasmissioni via cavo, in cui un salto tecnologico epocale è avvenuto con l’avvento delle fibre ottiche, anche per le comunicazioni wireless ci si aspetta che i collegamenti ottici possano rappresentare presto la nuova frontiera. L’attività è finanziata dal progetto Europeo Horizon2020 Superpixels, che mira alla realizzazione di sistemi di sensoristica e imaging di nuova generazione sfruttando la manipolazione su chip di segnali luminosi.

– foto ufficio Stampa del Politecnico di Milano e della Scuola Superiore Sant’Anna –
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TIM porta il live streaming nelle zone più remote

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – TIM sta sperimentando la distribuzione del segnale multicast su rete satellitare per portare il live streaming anche nelle zone più remote, in collaborazione con Eutelsat e Broadpeak. La sperimentazione è avvenuta sul TimVision Box in modalità multicast Adaptive Bit Rate (ABR). Questo, grazie al satellite EUTELSAT KONNECT, che fornisce servizi internet in Europa e Africa, e nanoCDN, che distribuisce i contenuti.
Iniziamo parlando della funzionalità multicast, che consente di distribuire in streaming eventi live senza duplicare i flussi di trasmissione. In poche parole, è capace di alleggerire la rete dai picchi di traffico streaming, tipicamente generati da eventi live di grande popolarità.
Inoltre, garantisce un’alta qualità a un numero illimitato di utenti nell’area interessata. Ciò permette quindi la fruizione della diretta con risoluzioni HD e UltraHD. Così facendo, lo stesso contenuto viene distribuito indistintamente e contemporaneamente agli utenti collegati. I suoi vantaggi, per quanto riguarda qualità e risparmio delle risorse di rete, sono disponibili anche con l’utilizzo della connettività via satellite. Ciò consente di sfruttare anche la risoluzione 4K, con la stessa qualità della fibra. Mentre l’utilizzo del multicast su EUTELSAT KONNECT, satellite ad alta velocità di trasmissione, permette di sfruttare il vantaggio competitivo del satellite geostazionario, ideale per la trasmissione.

– foto ufficio stampa Tim –
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Instagram, nuove funzionalità per verificare l’età

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Nel tentativo di mantenere sicura la piattaforma, Instagram sta introducendo nuove opzioni per verificare l’età. Da subito, gli utenti che si trovano negli Stati Uniti dovranno presentare un documento di identità per utilizzare il servizio. Questo può essere fatto inviando una registrazione di un video selfie o chiedendo ad amici comuni di garantire la loro età. Per la verifica, la società sta collaborando con Yoti, azienda specializzata in identificazione e sicurezza digitale.
La piattaforma sta implementando questi nuovi metodi di verifica per assicurarsi che gli utenti ricevano un’esperienza adeguata all’età. Ciò può includere l’impostazione predefinita di account privati e la prevenzione di contatti indesiderati. Ma anche la limitazione delle opzioni che gli inserzionisti hanno per raggiungerli con gli annunci.
Instagram afferma che si tratta di un’espansione iniziata nel 2019, quando ha iniziato a chiedere agli utenti di fornire la propria età e il proprio compleanno. “L’età delle persone consente di fornire esperienze appropriate a diversi gruppi di età, in particolare agli adolescenti.”, afferma Instagram.
Come su detto, è possibile caricare un documento d’identità, inviare un video selfie o fare in modo che le persone garantiscano per te. Yoti elebarorerà i dati dei video selfie per poi procedere alla verifica dell’età. Una volta completata, il selfie viene eliminato da Meta e Yoti. A questo riguardo, Meta afferma che la tecnologia coinvolta non cerca un’identità, ma solo di verificare l’età. Per quanto riguarda il “social vouching”, invece, i follower in comune potranno confermare l’età.
Ci sono solo due requisiti per questo metodo: la persona che garantisce deve avere almeno 18 anni di età e non deve garantire per nessun altro. Ciò richiederà un totale di tre persone e ci vorranno circa tre giorni per essere completato.
Se invece sei un content creator, troverai interessante sapere che Instagram introdurrà reels da 90 secondi.

– foto agenziafotogramma.it –
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Whatsapp, tre aggiornamenti per le chiamate vocali

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – WhatsApp ha annunciato tre aggiornamenti per le chiamate vocali di gruppo, in aggiunta ai numerosi miglioramenti nei messaggi vocali che ha implementato durante l’anno. Le nuove funzionalità includono banner di notifica, possibilità di mettere in muto gli altri e l’invio di messaggi durante la chiamata.
Iniziamo parlando proprio dei banner di notifica. Quando qualcuno si unisce a una chiamata vocale di gruppo e non è presente sullo schermo, viene visualizzato un banner di notifica con la scritta “X si è unito alla chiamata”. In questo modo, è possibile sapere quando una nuova persona si unisce alla conversazione e di chi si tratta. Per quanto riguarda la possibilità di mettere in muto gli altri, sempre durante una chiamata vocale di gruppo, la funzione parla da sè. Infatti, consente di escludere l’audio delle altre persone. Ideale per evitare di ascoltare le chiacchiere di sottofondo mentre si sta cercando di capire cosa sta dicendo un’altra persona.
E’ anche possibile inviare messaggi agli altri partecipanti durante una chiamata. In questo modo, si può inviare rapidamente un messaggio a una sola persona del gruppo, senza interrompere la conversazione.
E ora, vediamo insieme 5 trucchi per chattare su WhatsApp. Ovviamente, sempre per i messaggi vocali. Innanzitutto, è possibile inviare vocali a mani libere tenendo premuta l’icona del microfono e scorrendo verso l’alto per mantenere attiva la registrazione. Al termine, basterà toccare per inviare. Inoltre, è possibile rivedere i messaggi vocali. Dopo aver registrato un messaggio vocale, infatti, si può riascoltare per assicurarsi che sia perfetto. Ora è anche possibile mettere in pausa la registrazione e riprenderla quando si è pronti a continuare. Esiste poi la riproduzione flessibile. Ciò vuol dire la possibilità di continuare a riprodurre un messaggio vocale anche al di fuori della chat, in modo da poter essere multitasking. E se si mette in pausa l’ascolto di un vocale, si può riprendere da dove si era interrotto e per finire di ascoltarlo in un secondo momento. La riproduzione è anche più veloce, con la riproduzione a velocità 1,5x o 2x. Infine, è possibile parlare con un gruppo numeroso, fino a 32 persone.

– foto agenziafotogramma.it –
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Basile “Al lavoro per una tecnologia 5G sicura e sostenibile”

ROMA (ITALPRESS) – “Il 5G è stato introdotto nel nostro Paese da circa 3 anni, in questa fase di sviluppo gli operatori si stanno concentrando per aggiungere la copertura 5G, laddove era presente già un servizio 4G. Gli operatori stanno portando la connettività 5G sul territorio nazionale, utilizzando le nuove frequenze. Il passo successivo, che ci aspettiamo anche sul nostro mercato a partire dal prossimo anno, è quello di introdurre la tecnologia 5G stand alone, quella cioè che non ha più bisogno della tecnologia 4G per funzionare. Domani sarà tutto autonomo e a quel punto potremmo sviluppare tutti i servizi possibili”. Lo ha detto Massimo Basile, direttore Network di Ericsson, intervistato dall’agenzia Italpress.
Basile ha spiegato i dettagli di questa operazione: “La tecnologia stand alone permette di implementare le reti in modo più innovativo, creare una sorta di rete nella rete, segmentandola. Ogni generazione della telefonia mobile ha cambiato la società, con il 5G ci aspettiamo un’evoluzione dei servizi basati sulle reti virtuali, il metaverso, nel mondo dell’industria portare la tecnologia mobile per staccare il filo anche in ambito manufatturiero, nel campo della sanità, pensiamo alla medicina a distanza o la possibilità di utilizzare un drone, con la qualità e la sicurezza giusta”.
Basile ha ricordato che il “5G nasce per risolvere il problema del sovraccarico delle reti 4G. Negli ultimi anni è stato registrato un incremento anche del 50% del traffico dati, anno su anno, e questo a lungo termine avrebbe saturato le reti 4G, con il 5G si ha accesso a nuove bande di frequenza che sono un pò un’autostrada su cui transitano i dati. Il 5G è anche lo standard mobile più sicuro realizzato negli ultimi anni”.
La particolarità di Eriscsson, ha anticipato il direttore Network, è che per il 5G viene utilizzata energia eolica e solare: “Stiamo da tempo sperimentando l’utilizzo di fonti alternative anche per rendere autonomi i siti e quindi per poterli scollegare dalla rete elettrica. Oggi si utilizzano generatori diesel che sono molto inquinanti. Recentemente abbiamo fatto una sperimentazione, in Germania, nei pressi di Monaco, tenendo operativo un sito alimentato da rete elettrica e pannelli solari e abbiamo ora aggiunto una componente nuova: 5 Kw alimentati da una turbina eolica. Sarà possibile realizzare delle torri sostenibili 5G – ha concluso – e in futuro realizzare siti sostenibili”.

– foto Italpress –

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Un’indagine, lo smart working è il futuro del mondo del lavoro

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Lo smart working è il futuro del mondo del lavoro. Questo è quanto emerso da un’indagine effettuata da Digital Coach. Secondo l’indagine, sottoposta a 222 professionisti delle Risorse Umane, il 75.5% degli intervistati è convinto che sia un’ottima risorsa per una migliore gestione del lavoro. Lo smart working viene quindi percepito come un’opportunità di cambiamento. L’indagine ha evidenziato che il cambio di modalità lavorativa si riflette anche nelle conseguenze positive dell’adozione dello smart working. In particolare nell’organizzazione flessibile del lavoro (70.8%) e nel bilanciamento della vita lavorativa con quella privata (80%). Questi sono i due elementi considerati più importanti per gli intervistati, ancora prima della riduzione dei costi aziendali e del dipendente. Inoltre, sottolineano un miglioramento delle condizioni di vita generali e il benessere di tutti. Questo dato è ancor più supportato dal fatto che la produttività non abbia subito peggioramenti. Anzi, per quasi la totalità degli intervistati è rimasta uguale o addirittura aumentata sensibilmente.
I dipendenti non hanno smesso di comunicare coi superiori o i colleghi e le riunioni, per il 42.5%, sono aumentate drasticamente. Questo utilizzo di video conference insieme all’instant messaging portano a una diffusa percezione di iperconnessione secondo il 54.7% dei partecipanti. Questi temono una perdita di socialità e isolamento, problematiche di cui tutti siamo stati consapevoli nel corso della pandemia. A livello aziendale, comunque, si riscontra una generale soddisfazione. Questo nonostante l’improvvisa adozione dello smart working, tant’è che l’84% delle aziende degli intervistati ha già deciso di mantenerlo. Questo è un fattore che inciderà molto anche sulle future selezioni di nuovo personale. Infatti, per quasi il 90% degli specialisti delle Risorse Umane l’inserimento della modalità di lavoro in smart working totale o ibrida è molto rilevante. Se non addirittura fondamentale per riuscire a trovare le figure ricercate nelle aziende.
Da questi dati è evidente che, sia per le aziende che per i dipendenti, lo smart working non sia una moda passeggera e le aziende siano disposte a investire in questa modalità. Anche perchè hanno già investito in tecnologia fornendo gli strumenti adeguati ai dipendenti come smartphone e notebook. Ma soprattutto in corsi e attività di ridisegno dell’organizzazione aziendale.

– foto agenziafotogramma.it –
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